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martedì 31 gennaio 2017

Raccomandazioni ai missionari - San Giovanni Bosco

1. Cercate anime non denari;
2. Usate carità e somma cortesia con tutti;
3. Prendete cura degli ammalati, dei fanciulli, dei vecchi e dei poveri e guadagnerete la benedizione di Dio e la benevolenza degli uomini;
4. Fate che il mondo conosca che siete poveri negli abiti, nel vitto, nelle abitazioni e voi sarete ricchi in faccia a Dio e diverrete padroni del cuore degli uomini;
5. Fra di voi amatevi, consigliatevi, correggetevi ma non portatevi mai né invidia, né rancore, anzi il bene di uno sia il bene di tutti, le pene e le sofferenze di uno considerate come pene e sofferenze di tutti e ciascuno studi di allontanarle o almeno mitigarle;
6. Ogni mattino raccomandate a Dio le occupazioni della giornata.


- San Giovanni Bosco -


Sii con Dio come l'uccello che sente tremare il ramo e continua a cantare, perché sa di avere le ali.

- San Giovanni Bosco -


E' certo più facile irritarsi che pazientare, minacciare un fanciullo che persuaderlo: direi ancora che è più comodo alla nostra impazienza ed alla nostra superbia castigare quelli che resistono, che correggerli col sopportarli con fermezza e con benignità.

- San Giovanni Bosco -




Buona giornata a tutti. :-)






giovedì 15 dicembre 2016

La leggenda della Stella di Natale -

Era la sera di Natale, in fondo alla cappella, Lola, una piccola messicana, in lacrime pregava: “Per favore Dio mio, aiutami! Come potrò dimostrare al bambino Gesù che lo amo? Non ho niente, neanche un fiore da mettere a piedi del suo presepe”.
D’un colpo apparve una bellissima luce e Lola vide apparire accanto a lei il suo angelo custode. “Gesù sa che lo ami, Lola, lui sa quello che fai per gli altri. Raccogli solo qualche fiore sul bordo della strada e portalo qui.” disse l’angelo.
“Ma sono delle cattive erbe, quelle che si trovano sul bordo della strada” rispose la bambina.

“Non sono erbe cattive, sono solo piante che l’uomo non ha ancora scoperto quello che Dio desidera farne.” disse l’angelo con un sorriso .
Lola uscì e qualche minuto più tardi entrò nella cappella con in braccio un mazzo di verdure che depositò con rispetto davanti al presepe in mezzo ai fiori che gli altri abitanti del villaggio avevano portato.
Poco dopo nella cappella si senti un breve sussurro, le erbe cattive portate da Lola si erano trasformate in bellissimi fiori rossi, rosso fuoco.

Da quel giorno le stelle di Natale in Messico sono chiamate “Flores de la Noce Buena”, fiori della Santa Notte.



Nel 1825 Joel Poinsett, ambasciatore americano in Messico, riportò in America semi di Stelle di Natale e le fece conoscere in tutto il mondo!


Annunciare la Speranza non significa intingere le parole nella melassa, scambiando il sale con lo zucchero.

È terribile annunciare la Speranza perché prima occorre aiutare a riconoscere la disperazione del mondo.
È terribile la notizia buona della Misericordia perché esige il previo riconoscere la nostra miseria.
Cioè guardare in faccia la realtà e, sulla base di quanto detto a Mose', nessuno può guardarla senza, in qualche modo, morire.

La grazia suppone una condanna. La speranza un futuro perduto.

La speranza non ha bisogno del futuro.
Ha bisogno dell'Eterno.
Apre una strada in mezzo al mare.
"Passando per la valle del pianto la cambia in una sorgente"

- Franca Negri - 



A chi credere?

Ma come si fa a crederti,
se il canto degli angeli
è disturbato dai ragli dell'asino,
se la puzza e il fetore della stalla
impedisce il profumo del cielo?
Il canto meraviglioso degli angeli
è coperto dalle parole sgangherate dei pastori!
Non so a cosa credere!
Crederò al sorriso di un Bimbo,
che invita ed accoglie i rifiutati
per essere l'Emmanuele,
il Dio con noi, il Pastore...

- Giuseppe Impastato S. I. - 


Buona giornata a tutti. :-)








domenica 11 dicembre 2016

Il filo del vestito - Madeleine Delbrêl

Nella mia comunità
Signore aiutami ad amare,
ad essere come il filo
di un vestito.
Esso tiene insieme
i vari pezzi
e nessuno lo vede se non il sarto
che ce l'ha messo.
Tu Signore mio sarto,
sarto della comunità,
rendimi capace di
essere nel mondo
servendo con umiltà,
perché se il filo si vede tutto è
riuscito male.
Rendimi amore in questa
tua Chiesa, perché
è l'amore che tiene
insieme i vari pezzi.
- Madeleine Delbrêl -



In ognuno, c’è qualcosa che non sarà mai compreso da nessuno. 
Questo qualcosa è la causa stessa della nostra solitudine, della solitudine che ci è connaturale. 
È questa solitudine rudimentale che dobbiamo accettare in primo luogo.


- Madeleine Delbrêl -

Quando quelli che amiamo ci chiedono qualcosa,
noi li ringraziamo di avercelo chiesto.

Se a te piacesse, Signore, chiederci una sola cosa
in tutta la nostra vita,
noi ne rimarremmo meravigliati
e l'aver compiuto questa sola volta la tua volontà
sarebbe «l'avvenimento» del nostro destino.

Ma poiché ogni giorno ogni ora ogni minuto
tu metti nelle nostre mani tanto onore,
noi lo troviamo così naturale da esserne stanchi,
da esserne annoiati.

Tuttavia, se comprendessimo quanto inscrutabile
è il tuo mistero, noi rimarremmo stupefatti
di poter captare queste scintille del tuo volere
che sono i nostri microscopici doveri.

Noi saremmo abbagliati nel conoscere,
in questa tenebra immensa che ci avvolge,
le innumerevoli precise, personali
luci delle tue volontà.

Il giorno che noi comprendessimo questo
andremmo nella vita come profeti,
come veggenti delle tue piccole provvidenze,
come mediatori dei tuoi interventi.

Nulla sarebbe mediocre, perché tutto sarebbe voluto da te.
Nulla sarebbe troppo pesante, perché tutto avrebbe radice in te.
Nulla sarebbe triste, perché tutto sarebbe voluto da te.
Nulla sarebbe tedioso, perché tutto sarebbe amore di te.
Noi siamo tutti dei predestinati all'estasi,
tutti chiamati a uscire dai nostri poveri programmi
per approdare, di ora in ora, ai tuoi piani.

Noi non siamo mai dei miserabili lasciati a far numero,
ma dei felici eletti,
chiamati a sapere ciò che vuoi fare,
chiamati a sapere ciò che attendi, istante per istante, da noi.

Persone che ti sono un poco necessarie,
persone i cui gesti ti mancherebbero,
se rifiutassero di farli.
Il gomitolo di cotone per rammendare, la lettera da scrivere,
il bambino da alzare, il marito da rasserenare,
la porta da aprire, il microfono da staccare,
l'emicrania da sopportare:
altrettanti trampolini per l'estasi,
altrettanti ponti per passare dalla nostra povertà,
dalla nostra cattiva volontà
alla riva serena dei tuo beneplacito.

- Madeleine Delbrel -



Buona giornata a tutti. :-)





giovedì 24 novembre 2016

da: "Le risposte di papa Francesco alle domande dei bambini"

Santità,
mio nonno non è cattolico, ma non è disposto a fare del male. Lui andrà lo stesso in paradiso quando morirà? Insomma, se qualcuno non fa mai le penitenze, quanto grande deve essere il suo peccato per andare giù all'inferno? 
Che Dio la benedica.


(Yifan, Cina, 13 anni)

Caro Yifan,
Gesù ci ama tantissimo e vuole che tutti andiamo in cielo. La volontà di Dio è che tutti si salvino. Gesù fino all'ultimo momento accompagna la nostra vita perchè stiamo sempre con Lui. Le apparenze possono ingannare, certo. 
C'è chi immagina che se uno non va a messa la domenica andrà certamente all'inferno. E invece Gesù è accanto a noi fino all'ultimo momento della nostra vita per salvarci. 
Una volta una signora andò da un prete santo, che si chiamava Giovanni Maria Vianney, parroco di Ars in Francia. 
Si mise a piangere perchè suo marito si era suicidato buttandosi da un ponte. Era disperata perchè immaginava che il marito fosse certamente all'inferno. E padre Giovanni Maria Vianney, che era un santo, invece le disse. guarda che tra il ponte e il fiume c'è la misericordia di Dio.

- Jorge Maria Bergoglio -

da: " L'amore prima del mondo. Caro papa vorrei chiederti... Le risposte di papa Francesco alle domande dei bambini"



Giulia: «Santità, tutti ci dicono che è importante andare a Messa alla domenica. Noi ci andremmo volentieri ma spesso i nostri genitori non ci accompagnano perché alla domenica dormono, il papà e la mamma di un mio amico lavorano in un negozio e noi spesso andiamo fuori città per trovare i nonni. Puoi dire a loro una parola perché capiscano che è importante andare a Messa insieme, ogni domenica?»

Riterrei di sì, naturalmente, con grande amore, con grande rispetto per i genitori che, certamente, hanno tante cose da fare. Ma tuttavia, con il rispetto e l’amore di una figlia, si può dire: cara mamma, caro papà, sarebbe così importante per noi tutti, anche per te incontrarci con Gesù. Questo ci arricchisce, porta un elemento importante alla nostra vita. Insieme troviamo un po' di tempo, possiamo trovare una possibilità. Forse anche dove abita la nonna si troverà la possibilità. In una parola direi, con grande amore e rispetto per i genitori, direi loro: "Capite che questo non è solo importante per me, non lo dicono solo i catechisti, è importante per tutti noi; e sarà una luce della domenica per tutta la nostra famiglia".

- Papa Benedetto XVI - 
Incontro di Catechesi e di Preghiera del Santo Padre Benedetto XVI con i bambini della Prima Comunione. Sabato 15 ottobre 2005


Caro papa Francesco,
se tu potessi fare un miracolo, che cosa sarebbe?

Con affetto William

Caro William,
io guarirei i bambini. Non sono ancora riuscito a capire perchè i bambini soffrano. Per me è un mistero. Non so darti una spiegazione. Mi interrogo su questo. Prego su questa domanda: perchè i bambini soffrono? E' il mio cuore che si pone la domanda. Gesù ha pianto e piangendo ha capito i nostri drammi. Io cerco di capire. Se potessi fare un miracolo, guarirei tutti i bambini. Il tuo disegno mi fa riflettere: c'è una grande croce scura e dietro ci sono un arcobaleno e il sole che splende. Mi piace questo. La mia risposta al dolore dei bambini è il silenzio oppure una parola che nasce dalle mie lacrime. Non ho paura di piangere. Non devi averla neanche tu.

- Jorge Maria Bergoglio -

da: " L'amore prima del mondo. Caro papa vorrei chiederti... Le risposte di papa Francesco alle domande dei bambini"


Adriano: «Santo Padre, ci hanno detto che oggi faremo l'Adorazione Eucaristica? Che cosa è? Come si fa? Ce lo puoi spiegare? Grazie»

Allora, che cos'è l'adorazione, come si fa, lo vedremo subito, perché tutto è ben preparato: faremo delle preghiere, dei canti, la genuflessione e siamo così davanti a Gesù. Ma, naturalmente, la tua domanda esige una risposta più profonda: non solo come fare, ma che cosa è l'adorazione. Io direi: adorazione è riconoscere che Gesù è mio Signore, che Gesù mi mostra la via da prendere, mi fa capire che vivo bene soltanto se conosco la strada indicata da Lui, solo se seguo la via che Lui mi mostra. Quindi, adorare è dire: «Gesù, io sono tuo e ti seguo nella mia vita, non vorrei mai perdere questa amicizia, questa comunione con te». Potrei anche dire che l'adorazione nella sua essenza è un abbraccio con Gesù, nel quale gli dico: «Io sono tuo e ti prego sii anche tu sempre con me».

- Papa Benedetto XVI - 
Incontro di Catechesi e di Preghiera del Santo Padre Benedetto XVI con i bambini della Prima Comunione. Sabato 15 ottobre 2005


Buona giornata a tutti. :-)





venerdì 2 settembre 2016

Quando Albino Luciani salvò le vacche in chiesa

E' probabile che pochi conoscano Grassaga, una piccola frazione di San Donà di Piave, che deve il nome all'omonimo torrente attraversato all'altezza di Fiumicino (sì, Fiumicino, perché? l'avevate già sentito questo nome?!) da un antichissimo ponte di origine romana su cui passava l'antica Via Annia...
Ma non perdiamoci in discorsi.

Questo articolo vuole ricordare un fatto che ha legato per sempre la figura di Albino Luciani alle campagne venete.
Andiamo con ordine: la parrocchia di Grassaga (il nome deriva dal latino grassus che vuol dire fangoso, acquitrinoso) è stata terra contesa dai patriarchi di Aquileia e da Ezzelino. Ma è anche terra di acqua, l'acqua del Piave s'intende, e di alluvioni: nel 1250 il territorio subì una catastrofica alluvione del fiume, che deviò il corso del Piave, spostando la chiesetta di San Donà dalla sponda sinistra a quella destra...
Il 19 giugno 1535, il vescovo Vincenzo De Massariis, per incarico del Card. Marino Grimani Patriarca di Aquileia e amministratore apostolico di Ceneda (Vittorio Veneto), consacrò a Grassaga una piccola chiesa costruita a cura dei Canonici Regolari di S. Agostino del SS. Salvatore di Venezia. La cappella era dedicata a S. Giorgio, aveva il cimitero davanti e, accanto, un ospizio.

Nel 1607 il villaggio diventò parrocchia, con la costruzione del battistero. Dopo il 1773 la cura d'anime passò alle dirette dipendenze del Vescovo di Cèneda. La vecchia chiesa restaurata e un po' ingrandita nel 1900, è stata demolita nel 1955. Si costruì allora quella nuova, l'attuale, fra il 1956 e il 1959, su disegno dell'arch. Luigi Candiani (Mareno di Piave, 25 maggio 1888 – Treviso, 7 maggio 1993): il Vescovo Albino Luciani la benedì e l'aprì al culto il 27 settembre 1959.

E siamo al dunque: arriviamo all'alluvione del 1966, cinquant'anni fa giusti! Sappiamo tutti dei disastri che ha provocato nel Triveneto (e in Toscana). Sulla sinistra Piave molte persone tra il 4 e il 6 novembre passarono le giornate e le notti nei solai e persino nei tetti. Soprattutto nelle case che erano sui terreni più bassi del livello del mare e nelle anse del Piave dove le voragini da granata della Prima Guerra mondiale avevano creato mulinelli e vortici dirompenti. Anche la perdita di bovini fu rilevante proprio in queste località, cioè a Grassaga ma anche a Calvecchia, Fossà, Cittanova.
Ben 160 bestie annegarono.
Parte dei bovini sopravvissuti dovevano essere sistemati in locali che ne permettessero l'immediata sopravvivenza. Tirati a forza fuori dalle stalle e dagli ovili si cercò ricovero per loro nella stessa chiesa parrocchiale di Grassaga: questo fu l'ordine del sindaco di allora Franco Pilla (1960-69, della DC).  Al parroco però sembrava indecoroso ricoverare degli animali nella chiesa parrocchiale, per di più consacrata da poco: era domenica 6 novembre 1966. Viene avvertito il vescovo di Vittorio Veneto, monsignor Albino Luciani, figlio di contadini dell'Agordino. Lui sapeva bene cosa voleva dire per una famiglia perdere le vacche, i vitelli, i maiali. Spesso voleva dire perdere tutto. E Luciani diede subito il permesso di ospitare per l'emergenza in chiesa gli animali da stalla della comunità di Grassaga e delle masserie e case coloniche allagate. Una generosità che viene ancora oggi ricordata dalla popolazione del paese. Venne affrontato in quelle ore anche l'altro grande problema: migliaia di bovini che erano rimasti senza foraggio, perché portato via dall'acqua o resosi immangiabile, muggivano e belavano senza sosta dalla fame.
Si provvide allora a requisire le sanse delle barbabietole ammassate nello zuccherificio di Ceggia e portarle in chiesa per il pasto che da ore non era stato dato alle bestie (nei giorni successivi venne prelevato foraggio dal Friùli).
Albino Luciani, diventerà Patriarca di Venezia e poi Papa, e questo lo sapete. E la prima chiesa di nostro Signore, stando ai Vangeli, era una stalla dove il Figlio di Dio, secondo la Tradizione, veniva scaldato da un bue e da un asino. E anche questo lo sapete.




foto: la facciata della chiesa di Grassaga
foto: Alluvione 1966 nel Sandonatese, di Angelino e Filiberto Battistella
foto: Zenson di Piave, una fattoria allagata durante l'alluvione del 1966, foto Luigi Bortolazzo, proprietà Fast Treviso

sabato 27 agosto 2016

L’azzurro più bello – don Ottaviano Menato

Quel mezzodí, quando nacqui,
il sacerdote mi versò
sul capo l'acqua benedetta
e mi pose sul corpo
una vestiva bianca.

E tu, mamma,
mi posasti sulle umide spalle
un ruvido sacco di povertà e di sogni.
Era tutto quello che possedevi,
o madre mia, e me lo donasti!

Lo porto ancora oggi quel ruvido sacco
con tutte le sue lacrime,
le sue miserie, le sue illusioni.
E’ cosí che imparai la vita,
fu cosí che divenni uomo.
Per questo ti ringrazio,
o madre mia!

Anche ora il ruvido sacco
di quel mezzodí
si fa sempre piú povero di sogni
e piú ricco di delusioni.
Non hai colpa alcuna,
o madre mia.

Viandante solitario,
sospeso per l'involucro del tempo,
frenato dai detriti di ogni fiume,
sospinto da ogni onda di pensiero,
con questo fragile corpo
arranco - ora - nel sole pallido
in grigi riflessi di malinconici tramonti.

Ma proprio adesso, madre,
frugando ancora nel sacco dei miei ricordi,
ritrovo il caldo mezzodí di quell'estate lontana
quando, con i rigogliosi raggi di maggio,

mi regalasti, nella viva luce del sole,
l'azzurro piú bello del cielo: la vita.


- don Ottaviano Menato - 

Le poesie di Don Ottaviano e le immagini di dipinti e terracotte della sorella Marisa sono tratte da “Canto la vita, la bellezza e l’amore”.



Semina semina:
l’importante è seminare
- poco, molto, tutto -
il grano della speranza.
Semina il tuo sorriso
perché splenda intorno a te.
Semina le tue energie
per affrontare
le battaglie della vita.
Semina il tuo coraggio
per risollevare quello altrui.
Semina il tuo entusiasmo,
la tua fede
il tuo amore.
Semina le più piccole cose,
i nonnulla.
Semina e abbi fiducia:
ogni chicco arricchirà
un piccolo angolo della terra.

- don Ottaviano Menato - 

da: "Semina, semina" ed. Il Nuovo Ezzelino


Che cos’è una mamma

E’ un piccolo spiraglio
in un muro interminabile,
fatto di cemento e mattoni,
che copre l'orizzonte.
E’ un bacio di sfuggita
in una stanza buia.
E’ l'unica stella in un cielo immenso.
E’ un dolcissimo calore attaccato alla tua pelle,
ovunque ti trovi.

- don Ottaviano Menato - 
da “Canto la vita, la bellezza e l’amore”




Buona giornata a tutti. :-)







venerdì 10 giugno 2016

Vivi la vita - Beata Madre Teresa di Calcutta

La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne una realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, abbine cura.
La vita è una ricchezza, conservala.
La vita è amore, godine.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.
La vita è tristezza, superala.
La vita è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è un'avventura, rischiala.
La vita è felicità, meritala.
La vita è la vita, difendila.

          - Madre Teresa di Calcutta - 


Il giorno più bello? Oggi.
L'ostacolo più grande? La paura.
La cosa più facile? Sbagliarsi.
L'errore più grande? Rinunciare.
La radice di tutti i mali? L'egoismo.
La distrazione migliore? Il lavoro.
La sconfitta peggiore? Lo scoraggiamento.
I migliori professionisti? I bambini.
Il primo bisogno? Comunicare.
La felicità più grande? Essere utili agli altri.
Il mistero più grande? La morte.
Il difetto peggiore? Il malumore.
La persona più pericolosa? Quella che mente.
Il sentimento più brutto? Il rancore.
Il regalo più bello? Il perdono.
Quello indispensabile? La famiglia.
La rotta migliore? La via giusta.
La sensazione più piacevole? La pace interiore.
L'accoglienza migliore? Il sorriso.
La miglior medicina? L'ottimismo.
La soddisfazione più grande? Il dovere compiuto.
La forza più grande? La fede.
Le persone più necessarie? I sacerdoti.
La cosa più bella del mondo? L'amore.

- Madre Teresa di Calcutta - 


Non permettete che niente vi riempia di tristezza, fino al punto di farvi dimenticare la gioia del Cristo Risorto.  

- Beata Madre Teresa di Calcutta - 



Buona giornata a tutti. :-)