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martedì 28 dicembre 2021

La parrocchia alla luce della fede e A Gesù Crocifisso - + Cardinale Angelo Comastri

Che cos'è la parrocchia nella luce della fede? Ecco subito una bella definizione che viene dal cuore di don  Primo Mazzolari ed è stata ripresa dal Papa Giovanni Paolo II nella Christifideles laici : “La parrocchia è la Chiesa  che vive tra le case degli uomini: è la Chiesa che mette casa tra le case degli uomini” (n.26)

Bellissima e densa definizione. Ma… c'è cos'è la Chiesa? E’ il popolo che ha incontrato Gesù Cristo e, per questo motivo, è diventato popolo, cioè corpus Christi! E, incontrando Gesù Cristo, questo popolo scopre l'affascinante volto di Dio Amore, diventando così umanità nuova in mezzo al mondo invecchiato dal peccato. E, mentre vive questo stupendo mistero, il popolo credente sa che il più bello deve ancora venire: e allora aspetta il ritorno di Gesù, che porterà a compimento la salvezza con “i cieli nuovi e terra nuova” (2Pt 3,13)
Dentro questo popolo credente sbocciano e possono sbocciare le molteplici vocazioni ecclesiali: perché le vocazioni sono frutto della fede; e sono vere vocazioni soltanto se nascono dalla fede. Sottolineo: è il popolo credente che diventa fecondo di vocazioni, perché il popolo credente è un popolo che ascolta il Signore e pensa alla vita ascoltando il Signore.
 A questo punto una domanda decisiva e ineludibile.
Ecco la domanda:
"Siamo consapevoli chè la fede in Gesù che fa la parrocchia ed è la fede in Gesù lo scopo di tutta l'attività della parrocchia?"
Pertanto esiste una parrocchia nella misura in cui, in un determinato luogo, una comunità è presenza e visibilità dell'unico popolo credente in Gesù. Quando l'apostolo Pietro prese la parola il giorno di Pentecoste, disse senza mezze misure la fede della Chiesa: ”Uomini d'Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nazaret … Voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l'avete ucciso. Ma Dio (= il Padre) lo ha risuscitato. Sappia dunque con certezza tutta la casa d'Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso.(AT 2,22-24..36).
E, dopo la guarigione dello storpio davanti alla porta del tempio, Pietro ancora una volta dice la fede della Chiesa: ”La cosa sia nota a tutti voi e a tutto il popolo d'Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi sano e salvo. Questo Gesù è
“ La pietra che, scartata dai costruttori,  è diventata testata d'angolo”
(Sal 118(117),22).
(continua..)
(Card. Angelo Comastri)

Fonte: “Donarsi è l’unico guadagno”Ed.San Paolo. Pagg.53,54,55                                                           



O Gesù, mi fermo pensoso
ai piedi della Croce:
anch'io l'ho costruita con i miei peccati!
La tua bontà, che non si difende
e si lascia crocifiggere, è un mistero
che mi supera e mi commuove profondamente.
Signore, tu sei venuto nel mondo per me,
per cercarmi, per portarmi
l'abbraccio del Padre.
Tu sei il Volto della bontà
e della misericordia:
per questo vuoi salvarmi!
Dentro di me ci sono le tenebre:
vieni con la tua limpida luce.
Dentro di me c'è tanto egoismo:
vieni con la tua sconfinata carità.
Dentro di me c'è rancore e malignità:
vieni con la tua mitezza e la tua umiltà.
Signore, il peccatore da salvare sono io:
il figlio prodigo che deve tornare, sono io!
Signore, concedimi il dono delle lacrime
per ritrovare la libertà e la vita,
la pace con Te e la gioia in Te.
Amen.


(+ Cardinale Angelo Comastri)
Vicario di Sua Santità per la Città del Vaticano




Beato Giovanni Paolo II, dalla finestra
del Cielo donaci la tua benedizione!
Benedici la Chiesa, che tu hai amato,
hai servito e hai guidato, spingendola
coraggiosamente sulle vie del mondo
per portare Gesù a tutti e tutti a Gesù.
Benedici i giovani, che sono stati la tua
Grande passione. Riportali a sognare,
riportali a guardare in alto per trovare
la luce, che illumina i sentieri della vita
di quaggiù.

Benedici le famiglie, benedici ogni
famiglia! Tu hai avvertito l'assalto
di Satana contro questa preziosa
e indispensabile scintilla di Cielo,
che Dio ha acceso sulla Terra.
Giovanni Paolo, con la tua preghiera proteggi
la famiglia!

Prega per il mondo intero, ancora
segnato da tensioni, da guerre
e da ingiustizie. Tu ha combattuto
la guerra invocando il dialogo
e seminando l'amore: prega per noi,
affinché siamo instancabili seminatori
di pace.

Beato Giovanni Paolo II dalla finestra
del Cielo fa' scendere su tutti noi
la benedizione di Dio.
Amen.

(+
Cardinale Angelo Comastri)

Preghiera composta dal cardinale Angelo Comastri,
Vicario Generale del Papa per la Città del Vaticano








Buona giornata a tutti :-)


domenica 10 ottobre 2021

Integrazione e annuncio del Vangelo – card. Carlo Maria Martini

Nel dicembre 1990, undici anni prima degli attentati alle Torri Gemelle che hanno riportato in primo piano lo «scontro di civiltà» e i problemi dell’integrazione, l’arcivescovo di Milano Carlo Maria Martini tenne il suo discorso alla città dedicandolo proprio all’islam. E le sue parole rimangono ancora attuali, anche se possono apparire distanti da certi cliché cuciti addosso al cardinale.

«Vorrei richiamare qui, un punto che mi è sembrato finora poco atteso  e cioè la necessità di insistere su un processo di “integrazione”, che è ben diverso da una semplice accoglienza e da una qualche sistemazione. Integrazione comporta l’educazione dei nuovi venuti a inserirsi armonicamente nel tessuto della nazione ospitante, ad accertarne le leggi e gli usi fondamentali, a non esigere dal punto di vista legislativo trattamenti privilegiati che tenderebbero di fatto a ghettizzarli e a farne potenziali focolai di tensioni e violenze. 
Finora l’emergenza - continuava l’arcivescovo di Milano - ha un po’ chiuso gli occhi su questo grave problema».

«È necessario in particolare far comprendere a quei nuovi immigrati che provenissero da Paesi dove le norme civili sono regolate dalla sola religione e dove religione e Stato formano un’unità indissolubile, che nei nostri Paesi i rapporti tra lo Stato e le organizzazioni religiose sono profondamente diversi. Se le minoranze religiose hanno tra noi quelle libertà e diritti che spettano a tutti i cittadini, senza eccezione, non ci si può invece appellare, ad esempio, ai principi della legge islamica (shari’ah) per esigere spazi o prerogative giuridiche specifiche».

«Occorre perciò elaborare un cammino verso l’integrazione multirazziale,che tenga conto di una reale integrabilità di diversi gruppi etnici. Perché si abbia una società integrata è necessario assicurare l’accettazione e la possibilità di assimilazione di almeno un nucleo minimo di valori che costituiscono la base di una cultura, come ad esempio i principi della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e il principio giuridico dell’uguaglianza di tutti di fronte alla legge».

tratto dall' Intervento del cardinale Carlo Maria Martini
Basilica di Sant'Ambrogio, 1990, Milano



Per quanto riguarda invece l’annuncio della fede cristiana, Martini aveva affrontato questo tema proponendo l’esempio di San Francesco d’Assisi, che nella sua Regola, al capitolo XVI Di coloro che vanno tra i saraceni, scriveva: «I frati che vanno tra i saraceni col permesso del loro ministro e servo possono ordinare i rapporti spirituali in mezzo a loro in due modi. Un modo è che non facciano liti e dispute, ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio e confessino di essere cristiani. L’altro è che, quando vedranno che piace al Signore, annunzino la parola di Dio... e tutti i frati, ovunque sono, si ricordino che hanno consegnato e abbandonato il loro corpo al Signore nostro Gesù Cristo e che per suo amore devono esporsi ai nemici sia visibili che invisibili».

tratto dall' Intervento del cardinale Carlo Maria Martini
Basilica di Sant'Ambrogio, 1990, Milano


L’arcivescovo di Milano proseguiva quindi indicando alcune posizione «errate» delle comunità cristiane e in particolare dei preti di fronte al fenomeno. 
Tra queste, Martini citava «lo zelo disinformato» di chi fa «di ogni erba un fascio»: «Si propugna l’uguaglianza di tutte le fedi senza rispettarle nella loro specificità, si offrono indiscriminatamente spazi di preghiera o addirittura luoghi di culto senza aver prima ponderato che cosa significhi questo per un corretto rapporto interreligioso. Al riguardo saranno necessarie norme precise e rigorose, anche per evitare di essere fraintesi»
«La posizione corretta - spiegava il cardinale - è lo sforzo serio di conoscenza, la ricerca di strumenti e l’interrogazione di persone competenti. Penso, in particolare, ai casi molto difficili e spesso fallimentari dei matrimoni misti...».

tratto dall' Intervento del cardinale Carlo Maria Martini
Basilica di Sant'Ambrogio, 1990, Milano




«Nessuna contesa dunque, nessun uso della forza, esposizione sincera e a tempo opportuno di ciò che credono». 
«Può la Chiesa cattolica rinunciare a proporre il Vangelo a chi ancora non lo possiede? Certamente no, come ai musulmani non viene chiesto di rinunciare al desiderio di allargare la ‘umma, la comunità dei credenti». 

tratto dall' Intervento del cardinale Carlo Maria Martini
Basilica di Sant'Ambrogio, 1990, Milano






Buona giornata a tutti. :-)











martedì 20 luglio 2021

Perdono - papa Giovanni Paolo II, santo

Un pensiero speciale vorrei riservare a voi, donne che avete fatto ricorso all’aborto. La Chiesa sa quanti condizionamenti possono aver influito sulla vostra decisione, e non dubita che in molti casi s’è trattato d’una decisione sofferta, forse drammatica. Probabilmente la ferita nel vostro animo non s’è ancora rimarginata.
In realtà, quanto è avvenuto è stato e rimane profondamente ingiusto.
Non lasciatevi prendere, però, dallo scoraggiamento e non abbandonate la speranza. Sappiate comprendere, piuttosto, ciò che si è verificato e interpretatelo nella sua verità. Se ancora non l’avete fatto, apritevi con umiltà e fiducia al pentimento: il Padre di ogni misericordia vi aspetta per offrirvi il suo perdono e la sua pace nel sacramento della Riconciliazione.
Vi accorgerete che nulla è perduto e potrete chiedere perdono anche al vostro bambino, che ora vive nel Signore. Aiutate dal consiglio e dalla vicinanza di persone amiche e competenti, potrete essere con la vostra sofferta testimonianza tra i più eloquenti difensori del diritto di tutti alla vita. Attraverso il vostro impegno per la vita, coronato eventualmente dalla nascita di nuove creature ed esercitato con l’accoglienza e l’attenzione verso chi è più bisognoso di vicinanza, sarete artefici di un nuovo modo di guardare alla vita dell'uomo.

(Papa Giovanni Paolo II)
Fonte: Evangelium vitae, sez. 99

di corsa dalla mamma a bere il latte


Questa lettera è dedicata a mia mamma ma è dedicata anche a tutte le altre mamme presenti e future, perché troppo spesso dimentichiamo di ringraziarle per averci messi al mondo e per averci amati per una vita intera nonostante i tanti condizionamenti provenienti dal mondo che le circonda.

Cara mamma,

oggi ho deciso di scriverti una lettera. Non l’ho mai fatto prima d’ora perché davo per scontato che tu sapessi già tutto quanto ho da dirti: le mamme leggono in profondità nel cuore dei propri figli fin da quando, piccolissimi, ancora non sanno esprimersi, fin da quando, ancora nel loro grembo, ne sognano il futuro.

Ma in realtà non bisognerebbe mai dare nulla per scontato, soprattutto quando si tratta di dire ad una persona che ci ha sempre amato quanto le siamo grati per il suo amore. Soprattutto di questi tempi, nei quali è più facile pensare solo a se stessi, essere egoisti. Ed è per questo che oggi ho deciso di scriverti.

Grazie per avere concepito l’idea di mettermi al mondo, prima ancora di avermi concepito, insieme a papà, “materialmente”, donandomi fin da subito un po’ di te stessa e un po’ di quello che è papà attraverso i vostri cromosomi ed i vostri geni. Ed infatti io oggi sono il ritratto di papà fisicamente e assomiglio molto di più a te se parliamo del mio carattere, della mia sensibilità. Ho in me tanto di voi ma sono anche così diverso da te e da papà. Nel bene e nel male, sono un essere umano vivente unico e irripetibile e questo è un fatto biologico certo ed indiscutibile ma anche il miracolo della vita umana. Se non mi aveste concepito o non mi aveste fatto nascere oggi io non ci sarei. Magari la cosa importa a pochi ma a me, siatene certi, importa moltissimo.

Grazie per avermi portato dentro di te per nove lunghi mesi, nonostante le nausee, il dolore alla schiena, la difficoltà a dormire e a trovare una posizione comoda per distenderti, a causa dell’addome che mano a mano che io crescevo in te si dilatava e si tendeva nel tentativo di contenere la mia vitalità e la mia tensione verso l’esterno, verso il giorno in cui avrei preso il mio spazio nel mondo.

Grazie per avermi passato ferro per il mio sangue, calcio per le mie ossa, zinco per il mio sistema immunitario ed ogni altro nutriente che ho sottratto al tuo sangue, alle tue ossa, al tuo organismo per crescere nei novi mesi del mio sviluppo come embrione prima e come feto poi. Grazie per avermi accarezzato, attraverso il pancione, per avere accompagnato con un sorriso ogni mio calcetto, anche quando ti dava un po’ fastidio o ti svegliava la notte o ti procurava un dolce dolore.

Grazie per avere sopportato l’ansia di una minaccia di aborto che ti ha limitato nelle tue attività quotidiane. Grazie, mamma, perché quando un medico ti ha detto: “Signora, o lei o suo figlio”, tu non hai pensato per un solo momento di rinunciare a me ma hai messo la tua vita in pericolo per non danneggiarmi, per permettermi di vedere la luce; non hai rinunciato alla speranza di vedermi, magari anche solo per poco, non hai mai anteposto il tuo diritto alla vita al mio, il tuo diritto e quello di papà ad una vita felice insieme, al mio diritto di crescere e trovare giorno dopo giorno il mio posto nella vita.

Grazie per avere benedetto ogni doglia, ogni contrazione di un apparentemente interminabile travaglio e poi ogni punto di sutura ed i dolori dei giorni successivi. Grazie per avermi nutrito dopo avermi fatto nascere così come mi avevi nutrito dopo avermi concepito, perché non sono mai stato un grumo di cellule, per te, ma l’abbozzo di un essere umano in via di sviluppo. Grazie per le migliaia di pannolini cambiati senza mai protestare, per le notti insonni passate a consolare i miei pianti senza brontolare, per i viaggi con papà cui hai rinunciato serenamente in seguito alle mie malattie di bambino, per le preoccupazioni che ti ho dato quando ero ragazzo così come per quelle che ho continuato a darti ora che sono uomo e padre a mia volta (ma per una mamma, si sa, il suo bambino è sempre il suo bambino) senza mai farmi pesare i miei comportamenti.

Grazie per avermi insegnato giorno dopo giorno cosa può fare l’amore nella vita delle persone, come può contagiarle. Grazie per avermi insegnato il rispetto degli altri, il potere negativo di un broncio e quello positivamente devastante di un sorriso. Grazie per avermi insegnato che la vita è un dono meraviglioso che è nostra ma non ci appartiene, perché è un dono che Qualcun altro ci ha fatto servendosi dei nostri genitori. E che come tale non ne decidiamo noi l’inizio né possiamo decretarne una fine anticipata o, viceversa, possiamo allungarla di un solo istante a nostro piacimento. Grazie perché mi hai insegnato che la vita va sempre difesa, soprattutto quando è più debole o sofferente, malata, stanca.

Grazie per tutti i sacrifici che hai fatto, insieme a papà (e li conoscevate già tutti, fin dal primo istante, perché tu e papà eravate giovani, sì, ma non sprovveduti), anche economici, per farmi crescere sano, studiare, diventare quello che oggi sono e che mi piace essere diventato, con tutti i miei limiti ma anche le grandi possibilità di lavorare sui miei punti di debolezza per trasformarli in punti di forza.

Il mio lavoro mi ha portato e mi porta quotidianamente a contatto con bambini sofferenti, malati, malformati. Mi sono domandato spesso se oggi ti ringrazierei se io fossi stato uno di questi bimbi malati. Ma come una mia eventuale malattia avrebbe potuto offuscare tutto ciò che avresti fatto comunque per me? Mi avresti forse voluto meno bene? Avresti rinunciato a me? Non avresti forse sopportato maggiori sofferenze, fisiche e psicologiche, a causa della mia stessa sofferenza? E allora come non avrei potuto ringraziarti comunque, anzi con ancora maggiore gratitudine?

Grazie mamma, di tutto. Grazie per avermi amato da sempre, fin dai tuoi sogni di ragazzina, mentre giocavi con le bambole; perché, checché ne dicano certuni, il desiderio della maternità, se non viene volutamente soppresso, è innato in ogni donna. Grazie perché mi amerai fino al tuo ultimo giorno e, ne sono sicuro, anche dopo.

Tuo figlio
 
di Stefano Bruni
pediatra
 
 
Dio non può essere ovunque: è per questo che ha creato le madri.
- Leopold Kompert -
 
 
Buona giornata a tutti :-)




lunedì 28 giugno 2021

Il mistero del male. La bellezza che salva - Padre Abbé Pierre

La situazione del mondo è tale, che ci è impossibile non interrogare Dio. 
Dio che è eterno Amore, Amore infinito. 
Personalmente, nei miei 93 anni ormai, avendo anche avuto l'occasione di vedere e di toccare con mano, in ogni angolo della terra, tante miserie, tante ingiustizie, tanti mali, tanti crimini, tanti delitti di ogni sorta, più di una volta ho osato chiedere: "Dio mio, ma perché? A che gioco stai giocando? Forse al massacro dell'umanità?". 
Ho letto da qualche parte che anche Woody Allen, lui pure ferito da questa crudele realtà, ha esclamato: "se Dio esiste, spero abbia una spiegazione di tutto questo...".
E' comprensibile non capire questa "assenza" di Dio, e gridargli con tutto l'Amore e anche la rabbia che abbiamo dentro di noi: "Signore basta! Quanti miliardi di persone innocenti devono ancora soffrire e morire ingiustamente?". Certo, amo Dio profondamente e credo con tutte le mie forze che Lui può tutto, anzi è Tutto, ma non posso stare zitto. Di questa situazione del mondo, non capisco nulla. Non capisco nulla, ma a differenza di Woody Allen che "spera", io sono che Dio ha una spiegazione.
Credo nella perfezione infinita di Dio, ma nello stesso tempo mi interrogo, devo interrogarmi sul perché di questa sofferenza così ingiusta e detestabile.
E so benissimo che mentre io sento il bisogno, il dovere di gridare a Dio: "Mio Dio, basta!".
Lui pure, a sua volta, avendoci dotati di intelligenza e di responsabilità, potrebbe gridarci ugualmente: "Basta!". E chiederci conto di come mai, anziché utilizzare la nostra intelligenza, le nostre risorse e le nostre conoscenze per alimentare sulla terra solo paure e guerre, per disumani sfruttamenti dei più deboli, per rompere l'armonia del creato spezzando le regole che regolano l'ambiente, non mettiamo le nostre qualità migliori al servizio dell'umanità, cominciando dai più deboli e dai più sofferenti. Gridiamo pure "Basta" a Dio, ma sappiamo anche ascoltare i suoi "Basta"... questo non ci impedisce di vedere la bellezza e la bontà che pur esistono nel mondo: nella vita che comincia, ovunque e comunque, nell'immensità del mare, nell'incanto delle stelle, soprattutto nella gioia del sorriso dei bimbi... questi doni che Dio ci fa di continuo possono essere una prima spiegazione alle nostre giuste interpellanze di Dio. E devono essere anche le ragioni per dare, da parte nostra, la risposta alle interpellanze di Dio nei nostri confronti. 
Non possiamo dimenticare che la prima risposta di Dio ai nostri interrogativi sull'esistenza del male nel mondo è la reale presenza di Gesù nell'Eucaristia. Questa presenza esige coerenza nella vita di noi cristiani. Pur non dandoci la risposta, l'Eucaristia ci indica da che parte stare, concretamente, in questo mondo minato dall'odio, dal terrorismo, dalla miseria e dalla sofferenza, non solo materiale, di troppo miliardi di figli di Dio. Innocenti. 
Ci dà la forza di non scoraggiarci, pur così terribilmente fragili. 
Ci rende capaci, se lo vogliamo, di donarci tutti agli altri, ben sapendo che non possiamo essere felici prendendo ma donandoci senza riserva, senza altri calcoli, senza speculazione alcuna, agli altri. 
E non dimentichiamo che lo spirito di Dio soffia. Dove e come vuole. Una "sveglia" per tutti gli umani.

- Padre Abbè Pierre - 


Tutti dicono di essere per i diritti dell’uomo, e l’uomo è sempre più minacciato e avvilito e oppresso.
Tutti dicono di volere la pace e nel loro cuore non fanno che ordire sopraffazioni e rapine.
Signore, ti chiediamo che si avveri il canto di tua madre: rovescia dai loro alti troni quanti si fidano solo del potere, continua a esaltare gli umili,a ricolmare di beni gli affamati, a mandare a
mani vuote i ricchi.

- Padre Davide Maria Turoldo - 



Perdonare da bene

Gesù ha insegnato a perdonare “settanta volte sette”, cioè sempre. Si deve perdonare per non essere ulteriormente vittima del male subito. Infatti, fino a quando non si perdona, il male subito agisce in noi provocando malessere, desiderio di vendetta, collera, disarmonia. La nostra energia interiore ne viene risucchiata, sporcata. Occorre perdonare anzitutto per il bene di se stessi, un perdono primariamente come oblio, come cessazione del rapporto, per evitare che il ricordo del male perpetuamente alimenti altro male, in una perversa spirale che tira all’ingiù, a danno di chi la coltiva in se stesso (non a caso Aristotele, sempre così attento alla concretezza biologica, scriveva che “chi non è incline al pentimento è incurabile”). Solo in un secondo tempo, per chi ne sarà capace, potrà sorgere il perdono anche come attivo sentimento verso colui che ci ha procurato del male. Ma il primo livello biologicamente necessario è alla portata di tutti, per evitare di essere continuamente risucchiati dal gorgo del male subito, visto che il male genera male, produce malessere.


- Vito Mancuso - 


La  grandezza dell’Uomo e la benigna Misericordia di Dio….....

...L'incarnazione di Dio non è il risultato di un'ascesa dell'uomo, ma il risultato di un abbassamento di Dio. 
L'ascesa dell'uomo, il tentativo di creare, di generare Dio da sé, di raggiungere il superuomo, quest'impresa è già miseramente fallita nel paradiso terrestre. L'uomo che vuole diventare egli stesso Dio, e che con sentimenti autoritari cerca di prendere le stelle, approda sempre, alla fine, all'autodistruzione...
Ciò che conta è l'obbedienza, l'umiltà nei confronti della parola di Dio. 
"Un bambino piccolo, un operaio carico di lavoro si trovano, se credono, più in alto dei grandi asceti" (J. Daniélou), perché la salvezza non scaturisce dalla grandezza dell'uomo, ma dalla benigna misericordia di Dio...

- Papa Benedetto XVI - 
da "Dogma e predicazione" 



Buona giornata a tutti. :-)


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martedì 22 giugno 2021

Lettera ai giovani sulla sessualità - Padre Andrea Gasparino

 Introduzione:


Il problema della sessualità

Carissimi, a pochi chilometri da dove mi trovo hanno fatto un deposito enorme di rifiuti: tutti i Comuni delle nostre valli si sono consorziati, e ne è venuto fuori un impianto gi­gantesco in piena campagna. Poi, in questi anni, l'acqua della pioggia si è riversata sulla montagna di rifiuti, ha im­bevuto il terreno, ed è diventata acqua velenosa.

Tutti i prati verdi, per un raggio di molti chilometri, sono stati avvelenati, l'erba è appassita, è stata come bru­ciata dai veleni. Le cascine, anche molto lontane dai de­positi, hanno dovuto essere abbandonate perché non c'e­ra più vita né per gli animali né per le persone.

Di queste insensatezze oggi è piena la terra. Dicono che la sabbia del deserto sta invadendo le zone più pro­spere dell'Africa, a motivo del disboscamento forsennato.

In Germania, dove la tecnologia è a un grado tanto avanzato, intere foreste di conifere sono state uccise dalla pioggia acida. Nelle grandi città i bambini vanno a scuola con la mascherina, perché l'aria che respirano è satura di ossido di carbonio e devasta i loro polmoni.

Nel baratro, spensieratamente.

Non siamo più sicuri di nulla, né dell'acqua che be­viamo, né del pane che mangiamo, né della carne che consumiamo...

Che cosa sta succedendo sulla terra? Gli uomini stan­no perdendo la testa? Con il loro consumismo sfacciato stanno distruggendo tutto?

Se passiamo al campo della moralità, le cose sem­brano anche più tragiche: la televisione, il cinema e la stampa gestiscono in grande la loro scuola di depravazio­ne, di violenza; non sembrano avere altra mercanzia da vendere al grande pubblico.

Provate a contare tra i film prodotti quest'anno, quelli che possiamo chiamare formativi: ci stanno sulle dita di una mano.

Date un'occhiata a un'edicola di giornali, e lì vedete la moralità pubblica: c'è posto per ogni porcheria, ma di giornali seri non ne trovate molti, sono rari come le mo­sche bianche.

Che ne sarà dell'educazione dei bambini, della forma­zione di voi giovani alla vita? Se qualcuno alza la voce (quella del Papa non manca mai), gli si grida contro qua­lificandolo di sorpassato. È come se in un naufragio si al­zasse il pugno contro chi rischia la vita per far giungere le scialuppe di salvataggio...

La società moderna rotola giù nel baratro, spensiera­tamente. Cosa fare allora? Lasciarsi andare a fondo?

C'è una speranza!

Una speranza solida come una roccia, una precisa vo­lontà di Dio. Dio ci vuole salvare: «Dio ha tanto amato il mondo, da dare il suo Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna» (Gv 3,16). Gesù Cristo ha dato la vita per salvarci.

Nel profondo del cuore umano c'è tanto bisogno di luce, tutti anelano a un mondo pulito, e abbiamo tutti i mezzi per vivere nel pulito. E oso dire, per la conoscenza che ho di voi giovani, non c'è mai stata sulla terra - pure in questo caos soffocante di immoralità - tanta purezza come oggi, tanta santità come oggi:

- cristiani che rifiutano ogni menzogna;

- sposi e fidanzati capaci di compiere eroismi per salvare la loro fedeltà;

- educatori che danno la vita per la loro missione;

- uomini e donne che consumano l'esistenza per il bene dei loro fratelli.

Mai come oggi la battaglia per difendere i valori pro­fondi dell'uomo è stata tanto sanguinante. Per questo non è lecito disperare.
(continua)
(Padre Andrea Gasparino)
 Le dèjeuneur sur l'herbe, 1863
Manet

La Chiesa è chiamata a manifestare nuovamente a tutti, con un più chiaro e fermo convincimento, la sua volontà di promuovere con ogni mezzo e di difendere contro ogni insidia la vita umana, in qualsiasi condizione e stadio di sviluppo si trovi. 

Per questo la Chiesa condanna come grave offesa alla dignità umana e della giustizia tutte quelle attività dei governi o di altre autorità pubbliche, che tentano di limitare in qualsiasi modo al libertà dei coniugi nel decidere dei figli. Di conseguenza qualsiasi violenza esercitata da tali autorità in favore della contraccezione e persino della sterilizzazione e dell'aborto procurato è del tutto da condannare e da respingere con forza. 

Allo stesso modo è da esecrare come gravemente ingiusto il fatto che nelle relazioni internazionali l'aiuto economico concesso per la promozione dei popoli venga condizionato a programmi di contraccezione, sterilizzazione e aborto procurato. 

- san Giovanni Paolo II -

 da Familiaris consortio del 1981


Buona giornata a tutti :-)



domenica 23 maggio 2021

Preghiera allo Spirito Santo - papa Benedetto XVI

“Ricevete lo Spirito Santo”

Gli eventi pasquali - la passione, la morte e la risurrezione di Cristo - sono anche il tempo della nuova venuta dello Spirito Santo, come Paraclito e Spirito di verità. 
Sono il tempo del «nuovo inizio» della comunicazione del Dio uno e trino all'umanità nello Spirito Santo, per opera di Cristo Redentore. 
Questo nuovo inizio è la redenzione del mondo: «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito» (Gv 3,16). Già ..., nel dono del Figlio si esprime la più profonda essenza di Dio, il quale, come amore, è fonte inesauribile di generosità. 
Nel dono fatto dal Figlio si completano la rivelazione e l'elargizione dell'eterno amore: lo Spirito Santo, che nelle imperscrutabili profondità della divinità è una Persona-dono, per opera del Figlio, cioè mediante il mistero pasquale, in modo nuovo viene dato agli apostoli e alla Chiesa e, per mezzo di essi, all'umanità e al mondo intero.

L'espressione definitiva di questo mistero si ha nel giorno della Risurrezione. In questo giorno Gesù di Nazareth, «nato dalla stirpe di Davide secondo la carne» - come scrive l'apostolo Paolo - viene «costituito Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santificazione mediante la risurrezione dai morti» (Rom 1,3-4). Si può dire così che l'«elevazione» messianica di Cristo nello Spirito Santo raggiunga il suo culmine nella Risurrezione, nella quale egli si rivela anche come Figlio di Dio, «pieno di potenza». 
E questa potenza, le cui fonti zampillano nell'imperscrutabile comunione trinitaria, si manifesta, prima di tutto, nel fatto che il Cristo risorto, se da una parte adempie la promessa di Dio, già espressa per bocca del Profeta: «Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, ...il mio spirito» (Ez 36,26-27), dall'altra compie la sua stessa promessa, fatta agli apostoli con le parole: «Quando me ne sarò andato, ve lo manderò» (Gv 16,7). 
È lui: lo Spirito di verità, il Paraclito, mandato da Cristo risorto per trasformarci nella sua stessa immagine di risorto. 
  
- san Giovanni Paolo II, papa -



Spirito di Vita,

che in principio aleggiavi sull'abisso,
aiuta l'umanità del nostro tempo a comprendere
che l'esclusione di Dio la porta a smarrirsi nel deserto del mondo,
e che solo dove entra la fede fioriscono la dignità e la libertà
e la società tutta si edifica nella giustizia.

Spirito di Pentecoste,

che fai della Chiesa un solo Corpo,
restituisci noi battezzati a un'autentica esperienza di comunione;
rendici segno vivo della presenza del Risorto nel mondo,
comunità di santi che vive nel servizio della carità.

Spirito Santo,

che abiliti alla missione,
donaci di riconoscere che, anche nel nostro tempo,
tante persone sono in ricerca della verità
sulla loro esistenza e sul mondo.

Rendici collaboratori della loro gioia

con l'annuncio del Vangelo di Gesù Cristo,
chicco del frumento di Dio,
che rende buono il terreno della vita
e assicura l'abbondanza del raccolto.

Amen.

- papa Benedetto XVI - 




Col dono dello Spirito Santo, l'uomo può arrivare nella fede a contemplare e a gustare il mistero del piano divino. 


- san Paolo VI, papa -




Non opporre resistenza allo Spirito Santo: è questa la grazia che io vorrei che tutti noi chiedessimo al Signore: la docilità allo Spirito Santo, a quello Spirito che viene da noi e ci fa andare avanti nella strada della santità, quella santità tanto bella della Chiesa. 
La grazia della docilità allo Spirito Santo. 

- papa Francesco - 




Buona giornata a tutti. :-)