In natura non c’è nulla di più religioso della
procreazione; essa è il segno dell’unità e della continuità.
I disgiunti, i
separati e gli egoisti non sanno che farsene di un figlio.
Gli uomini e le
donne che credono che le loro vite siano delimitate dalle frontiere del tempo
come quella di una mucca non sanno attendere l’avvenire; la brama del piacere e
del benessere immediati uccide la volontà di piantare un fiore e di aspettare
che fiorisca. Solo coloro che hanno l’immortalità
nei loro cuori desiderano realmente di prolungare tale immortalità mediante il
figlio. Un cuore impoverito non ha assolutamente nulla da elargire agli altri
se non la propria vacuità, e quindi non ha nulla da trasmettere ai posteri.
Nessuno può trasmettere ciò che non ha.
La volontà di non perpetuare la vita
equivale a confessare di mancare di vita. Una volta che lo spirito si sia
isterilito, anche la vita umana appare priva di valore. E chi non può
sopportare il tedio della propria esistenza, non sente l’impulso di dar vita ad
altri.
Ove ci si rifiuti di procreare, è segno che lo spirito è in via di
perire.
Ma il procreare nuova vita è segno che il cuore è
così colmo di letizia e di amore che morirebbe se non potesse espandersi.
Il
fiume arginato e strozzato accumula terra e sudiciume, ma le acque montane che
scorrono sulle rocce del sacrificio vengono purificate nella loro corsa per
irrorare altri e più ricchi campi.
L’uomo non è fatto per l’isolamento come non
è fatto per la collettività; egli è stato bensì creato per il gruppo vivente,
per la famiglia, per la comunità, per la nazione, e per la Chiesa.
Ma per
viverci, bisogna ch’egli fornisca il proprio contributo: il marito e la moglie
mediante la generazione fisica, il sacerdote mediante la generazione spirituale
o conversione.
- card. Fulton Sheen -
da: "Tre per sposarsi"
La maternità è una naturale Eucarestia.
Ad
ogni bimbo attaccato al suo seno la madre dice: «Prendi e mangia: questo è il
mio corpo; questo è il mio sangue. Se tu non ti nutri della mia carne e non
bevi il mio sangue, non potrai avere vita dentro di te».
Il Nostro Divino
Signore disse: «Come m’inviò il Padre vivente, e io vivo per il Padre, così chi
mangia di me vivrà per me». (Gv 6, 58.)
Analogamente
la madre dice a suo figlio: «Poiché io vivo per merito di Cristo, così tu
vivrai per merito mio». E come mediante il simbolo del pane, giorno per giorno,
Cristo nutre il Cristiano, così, goccia a goccia, la madre nutre il figlio.
Come la Divina Eucarestia conferisce l’immortalità («Chi mangia di questo pane
vivrà in eterno», Gv 6, 59), così questa umana eucarestia della maternità è
garanzia della vita temporale.
L’angelo che un tempo custodiva le porte del
Paradiso per impedire che l’uomo mangiasse dall’albero del bene e del male,
ora rinfodera la spada, mentre le forme della vita comunicano l’una con l’altra
alla balaustra dell’altare ed al seno materno.
Ciò che nella maternità fu
dapprima nutrimento del corpo, col passare del tempo diviene nutrimento della
mente e dell’anima, perché non più goccia a goccia, ma parola per parola il
figlio viene portato sempre più vicino al Verbo, suo Salvatore ed Amore.
- card. Fulton Sheen -
da: "Tre per sposarsi"
"La scienza ha il compito disinteressato di
rintracciare rapporti nuovi tra le energie, tra le cose. Fallisce solo quando
diventa ciarlataneria (...)
Il ritrovato scientifico segue la sorte comune di
tutti i prodotti umani in regime capitalistico; diventa merce, oggetto di
scambio (...)
Il dottor Voronof ha già annunziato la possibilità dell’innesto delle ovaie. Una nuova strada commerciale aperta
all’attività esploratrice dell’iniziativa individuale.
Le povere fanciulle
potranno farsi facilmente una dote.
A che serve loro l’organo della maternità?
Lo cederanno alla ricca signora infeconda che
desidera prole per l’eredità dei sudati risparmi maritali.
Le povere fanciulle
guadagneranno quattrini e si libereranno di un pericolo. Vendono già ora le
bionde capigliature per le teste calve delle cocottes che prendono marito e
vogliono entrare nella buona società.
Venderanno la possibilità di diventar
madri: daranno fecondità alle vecchie gualcite, alle guaste signore che troppo
si sono divertite e vogliono ricuperare il numero perduto.
I figli nati dopo un innesto?
Strani mostri
biologici, creature di una nuova razza, merce anch’essi, prodotto genuino
dell’azienda dei surrogati umani, necessari per tramandare la stirpe dei
pizzicagnoli arricchiti.
La vecchia nobiltà aveva indubbiamente maggior buon
gusto della classe dirigente che le è successa al potere. Il quattrino deturpa,
abbrutisce tutto ciò che cade sotto la sua legge implacabilmente feroce.
La vita, tutta la vita, non solo l’attività
meccanica degli arti, ma la stessa sorgente fisiologica dell’attività, si
distacca dall’anima, e diventa merce da baratto; è il destino di Mida, dalle
mani fatate, simbolo del capitalismo moderno”.
- Antonio Gramsci, 6 giugno 1918 -
Qualcuno a difesa dell'utero in affitto dice:
"Non si può fermare il progresso!"
Eh no, asinello, questo non è progresso. La schiavitù che implicava la
compravendita di esseri umani è 'na roba antichissima. Era solo passata di moda
per colpa di quel nemico del progresso che risponde al nome di Abramo Lincoln!
- Alberto Scotti -
Buona giornata a tutti. :-)