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venerdì 11 dicembre 2015

La stella verde - Don Angelo Saporiti -

In cielo c'erano migliaia di stelle di tutti i colori: bianche, argentate, dorate, rosse, blu e verdi.
Un giorno andarono da Dio e dissero: "Desideriamo andare sulla terra e poter vivere tra la gente".
"Così sia", rispose Dio. "Io vi lascio così piccole come siete, così che discretamente possiate scendere sulla terra".
E così, in quella notte, ci fu una meravigliosa pioggia di stelle. Qualcuna si fermò sul campanile, qualcun'altra volò con le lucciole sopra i campi, qualcun'altra ancora si mescolò tra i giocattoli dei bimbi, così che la terra era meravigliosamente scintillante.
Con il passare del tempo però le stelle decisero di lasciare la gente sulla terra e di fare ritorno in cielo.
"Perché siete tornate indietro?" chiese loro Dio.
"Signore, non potevamo stare sulla terra, dove c'è così tanta miseria, ingiustizia e violenza".
"Sì", disse Dio, "il vostro posto è qui in cielo. La terra è il luogo delle illusioni, il cielo è invece il luogo dell'eternità e della vita senza fine".
Quando tutte le stelle furono tornate indietro, Dio le contò e si accorse che ne mancava una. "Manca una di voi. Ha forse preso la strada sbagliata?"
Un angelo, che era nelle vicinanze, disse: "No, Signore, una stella ha deciso di rimanere tra la gente. Ha scoperto che il suo posto era là, dove c'è l'imperfezione, il limite, la miseria e il dolore".
"E chi è quindi questa stella?", volle sapere Dio.
"E' la stella verde, l'unica con questo colore, la stella della speranza".
Così quando ogni sera le stelle guardavano di sotto vedevano la terra meravigliosamente illuminata, perché in ogni dolore umano c'era una stella verde.
Prendi ora questa stella, la stella verde nel tuo cuore.
La stella della speranza non lasciarla andare via. Non lasciare che si spenga!
Stai sicuro: lei brillerà sul tuo cammino e con il tuo cuore illuminato contagerà altre persone.

- Don Angelo Saporiti -
Da: Commento sul Natale



Gesù Bambino nel presepio alla Santa Casa di Loreto


A Luigi Giussani

Come cantare il Natale se non nell’evidenza semplice di quell’avvenimento che ha cambiato la storia?
Il Figlio di Dio si è fatto uomo fra gli uomini 
per donare a ciascuno la felicità senza fine. 
Non luci sfavillanti che affogano 
nella melassa dei buoni sentimenti 
la notizia più rivoluzionaria mai udita, 
ma il miracolo di Dio che sceglie 
la forma più fragile di umanità 
per farsi compagno di strada a ciascuno di noi. 
E noi, moderni pastori 
spesso frastornati da tante parole vane 
ascoltiamo ancora una volta la notizia della salvezza: 
"Ecco, vi annunzio una grande gioia". 
L’unica nella vita capace di asciugare ogni lacrima.
Corrono i pastori,
corrono gli uomini di buona volontà. 
E corre il cuore, 
che trema di letizia nell’abbraccio di quel Bimbo. 
Non più lacrime, 
ma una compagnia quotidiana 
del bene che non finisce. 
Buon Natale. Natale santo.

da: CulturaCattolica




Tempo di Avvento ...
..."L'ardire " di parlare con Dio ... presentare a lui il fardello e la miseria della nostra esistenza è il tratto essenziale dell’essere cristiano ...

...L'Avvento non è un gioco santo della liturgia in cui essa, per così dire, ci fa ripercorrere ancora una volta le vie del passato, ci mostra di nuovo chiaramente la situazione di un tempo affinché noi ora possiamo tanto più gioiosamente e beatamente gustare la salvezza di oggi. Dovremmo piuttosto riconoscere che l'Avvento non è un puro ricordo o una rappresentazione del passato, bensì che il nostro presente e la nostra realtà odierna sono anch'essi "Avvento": la Chiesa non gioca ma ci richiama a ciò che rappresenta la verità anche della nostra esistenza cristiana...
E' perciò un tratto essenziale dell'esistenza cristiana anche l'ardire di parlare con Dio - come ha fatto l'uomo Giobbe - da "dentro" il moto di ribellione e di contestazione del nostro male. E' un fattore essenziale il non ritenere che si possa presentare a Dio solo una metà della nostra esistenza e gli si debba risparmiare l'altra, perché forse con ciò potremmo irritarlo. No: proprio davanti a Lui, noi possiamo e dobbiamo disporre, in tutta sincerità, il fardello e la miseria della nostra esistenza...

Card. Joseph Ratzinger  -
da: "Vom Sinn des Christseins" -



Pintoricchio - Natività



Buona giornata a tutti. :-)

domenica 6 dicembre 2015

Quel bambino - Chiara Lubich -

 Quando ti preghiamo, Gesù, nel nostro cuore, quando ti adoriamo nell'Ostia Santa dell'altare, quando conversiamo con te presente in Cielo, e a te diciamo il nostro grazie per la vita e su te versiamo il pentimento dei nostri sbagli, e da te invochiamo le grazie di cui abbiamo bisogno, sempre ti pensiamo adulto, Signore.
Ora ecco che, luce sempre nuova, ogni anno ritorna Natale e, come una rinnovata rivelazione, ti mostri a noi bambino, neonato in una culla, e un'onda di commozione ci invade. E non sappiamo più formulare parola, né osiamo chiedere, né ci sentiamo di pesare su tante minuscole forze seppur onnipotenti.
Il mistero ci ammutolisce ed il silenzio adorante dell'anima si confonde con quello di Maria, la quale, alla dichiarazione dei pastori che udirono il celeste canto degli angeli, "serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore" (Lc 2,19).
Il Natale: quel Bambino sempre ci appare come uno dei misteri più sconcertanti della nostra fede, perché è principio della rivelazione dell'amore di Dio per noi che poi s'aprirà in tutta la sua divina, misericordiosa, onnipotente maestosità.

- Chiara Lubich -





 L'unico modo corretto di metterci di fronte al Signore - nella preghiera e nella vita - è quello di sentirsi costantemente bisognosi del suo perdono e del suo amore. Le opere buone le dobbiamo fare, ma non è il caso di calcolarle e tanto meno di vantarsene. Come pure non è il caso di fare confronti con gli altri. Il confronto con i peccati degli altri, per quanto veri essi siano, non ci avvicina al Signore.  



- Bruno Maggioni -
da: “Bisognava fare festa”, Ed. Messaggero






Buona giornata a tutti. :-)




venerdì 5 dicembre 2014

Ecco io sono con voi - Padre Charles de Foucauld

Sempre con noi mediante la santa Eucaristia,
sempre con noi mediante la tua grazia,
sempre con noi mediante la tua provvidenza
che ci protegge senza interruzione,
sempre con noi mediante il tuo Amore...
O mio Dio, quale felicità! Quale felicità!
Dio con noi. Dio in noi.
Dio nel quale ci muoviamo e siamo...
O mio Dio, che cosa ci manca ancora?
Quanto siamo felici!
«Emmanuele, Dio-con-noi»,
ecco per così dire la prima parola del Vangelo...
«Io sono con voi fino alla fine del mondo»,
ecco l'ultima.
Quanto siamo felici! Quanto sei buono...
La santa Eucaristia è Gesù, è tutto Gesù!
Nella santa Eucaristia tu sei tutto intero,
completamente vivo, o mio beneamato Gesù,
così pienamente come lo eri
nella casa della Santa Famiglia di Nazareth,
nella casa di Maddalena a Betania,
come lo eri in mezzo ai tuoi apostoli...
Allo stesso modo tu sei qui,
o mio Beneamato e mio tutto...
E facci questa grazia, o mio Dio,
non a me soltanto ma a tutti i tuoi figli,
in te, per mezzo di Te e per Te:
«Dacci il nostro pane quotidiano»,
dallo a tutti gli uomini,
questo vero pane che è l'Ostia santa,
fa' che tutti gli uomini l'amino,
lo venerino, l'adorino,
e che il loro culto universale
ti glorifichi e consoli il tuo Cuore.
Amen

- Padre Charles de Foucauld -




Guardate un po' cosa c'è nella Stazione Spaziale Internazionale?

Preghiamo tutti per loro e per Samantha Cristoforetti, la prima donna italiana nello spazio.

Felici di essere italiani ma, soprattutto, di essere cristiani.






Nessuno possiede Dio in modo tale da non doverlo più attendere.
Eppure non può attendere Dio chi non pensa che Dio ha già atteso lungamente lui.

- Dietrich Bonhoeffer -
 





Buona giornata a tutti. :-)






mercoledì 3 dicembre 2014

La necessità del silenzio – Madeleine Delbrel -

Non c'è solitudine senza silenzio. 
Il silenzio è talvolta tacere, ma è sempre ascoltare. Un'assenza di rumore che fosse vuota della nostra attenzione alla parola di Dio non sarebbe silenzio. Una giornata piena di rumori, piena di voci, può essere una giornata di silenzio se il rumore diventa per noi l'eco della presenza di Dio, se le parole sono per noi messaggi e sollecitazioni di Dio.
Quando parliamo di noi stessi, quando parliamo tra noi, usciamo dal silenzio.
Quando ripetiamo con le nostre labbra gli intimi suggerimenti della Parola di Dio nel profondo di noi stessi, lasciamo il silenzio intatto.
Il silenzio non ama la confusione delle parole.
Sappiamo parlare o tacere, ma non sappiamo accontentarci delle parole necessarie. Oscilliamo senza posa tra un mutismo che affossa la carità e una esplosione di parole che svia la verità.
Il silenzio è carità e verità.
Esso risponde a colui che chiede qualcosa, ma non dà che parole cariche di vita. Il silenzio, come tutti gli impegni della vita, ci induce al dono di noi stessi e non ad un'avarizia mascherata. Ma esso ci tiene uniti per mezzo di questo dono. Non ci si può donare quando ci si è sprecati. Le vane parole di cui rivestiamo i nostri pensieri sono un continuo sperpero di noi stessi.
"Vi sarà chiesto conto di ogni parola".
Di tutte quelle che bisognava dire e che la nostra avarizia ha frenato.
Di tutte quelle che bisognava tacere e che la nostra prodigalità avrà seminato ai quattro venti della nostra fantasia o dei nostri nervi.

(Madeleine Delbrel) 
da: "Noi delle strade"



Non dovete nessuna fedeltà al passato in quanto passato; darete fedeltà soltanto a ciò che a voi ha portato di eterno, cioè di carità.

- Madeleine Delbrêl - 





Non devi temere di metterti di fronte a Lui insieme con coloro che ami e con ciò che ami. E questo, non con il desiderio di "esaltarti", né di demolirti, bensì di "diventare quello che tu sei", quello che è "dovuto" a tutti. 
Penso anche che tu debba stare davanti a Dio con tutti i desideri comuni che hai in cuore e che - figurati - Lui stesso ha inventato.

- Madeleine Delbrêl - 




Amare sempre e comunque, è la via miglior per salvare sicuramente qualcuno, in qualche parte del mondo. 


- Madeleine Delbrêl -







Buona giornata a tutti :-)





lunedì 1 dicembre 2014

Il significato dell'Avvento - Tonino Bello -

Avvento è essere convinti
che il Signore viene ogni giorno,
ogni momento nel qui
e nell'ora della storia,
viene come ospite velato.
E, qui, saperlo riconoscere:
nei poveri, negli umili, nei sofferenti.

Avvento significa in definitiva:
allargare lo spessore della carità!

Tanti auguri scomodi, allora!

- don Tonino Bello - 



"L'istante è come l'Avvento, poiché l'istante non è ancora il compimento. E se è già compiuto, perché Cristo è venuto, se l'istante porta nel suo grembo un "già", anche in questo senso è ancora attesa del compimento, o meglio, è attesa che si manifesti ciò che è già avvenuto, e che esso porta nel suo grembo."

- Luigi Giussani -
Avvento 1996






"Noi guardiamo l'Avvento un po' troppo dalla parte dell'uomo. 
Forse bisognerebbe guardarlo di più dalla parte di Dio. 
Sì, perché anche in cielo oggi comincia l'Avvento. 
Il periodo dell'attesa. 
Qui sulla terra è l'uomo che attende il ritorno del Signore. Lassù, nel cielo, è il Signore che attende il ritorno dell'uomo".





Vieni di notte,
ma nel nostro cuore è sempre notte:
e dunque vieni sempre, Signore.

Vieni in silenzio,
noi non sappiamo più cosa dirci:
e dunque vieni sempre, Signore.

Vieni in solitudine,
ma ognuno di noi è sempre più solo:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni, figlio della pace,
noi ignoriamo cosa sia la pace:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni a liberarci,
noi siamo sempre più schiavi:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni a consolarci,
noi siamo sempre più tristi:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni a cercarci,
noi siamo sempre più perduti:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni, tu che ci ami,
nessuno è in comunione col fratello
se prima non lo è con te, Signore.
Noi siamo tutti lontani, smarriti,
né sappiamo chi siamo, cosa vogliamo:
vieni, Signore.
Vieni sempre, Signore.

(Padre David Maria Turoldo)




Buona attesa e che sia in pace. :-)




domenica 22 dicembre 2013

Tratto da "In nome della Madre" di Erri De Luca -

« L'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse : «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei. »  (Luca 1,26-37)




“Ascoltami, Miriàm. C’è una possibilità. Tu domani vai da sola in campagna con un pretesto, in cerca di qualche erba invernale per fare un decotto. E torni a sera dal campo dicendo di essere stata aggredita e violata lì, di aver gridato, ma senza risposta. E già successo, si sa di altri casi di ragazze che sono riuscite a evitare così l’accusa di adulterio.” 
Guardai Iosef per 1a prima volta. Conosce­vo la sua faccia serena anche sotto le mosche e la fatica. 
Ora vedevo un uomo desolato che provava a governare la situazione progettando menzogne. Quanto dev’essere importante per gli uomini la legge, per ridurli a questo. 
Dissi: “Quell’uomo messaggero è venuto da me a mezzogiorno, porte e finestre aperte, spalancate. Io mi sono trovata in piedi davanti a lui nella mia stanza e non ho pronunciato una sil­laba, non ho neanche risposto al suo saluto, altro che gridi”. 
“Lo so Miriàm, ma ora dobbiamo trovare una soluzione, dare una versione della tua gravidanza fuorilegge. Miriàm, ti amo, ti chiedo questo perché ti credo e voglio salvarti. Miriàm, ti trascineranno alla porta di Nazaret e ti lapideranno. E chiederanno a me di scagliarti contro il primo sasso. 
Lo capisci questo? Lo capisci? La conosci la nostra legge.” E le sue parole si strozzarono per non uscire in grido e farle andare fuori.

Da “In nome della Madre” di Erri De Luca

« Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi.
Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che egli chiamò Gesù. »   
(Matteo 1,18-25)

Quella notte Iosef sognò. Me lo ha raccon­tato in seguito. Sognò un angelo che gli ordi­nava il necessario. 
Al mattino riunì la famiglia e dichiarò la sua decisione; sposava Miriàm alla data prevista di settembre, anche se era incinta. Sotto la tenda della cerimonia si sareb­be vista la mia gravidanza. Non ascoltò ragioni. Fu uno scandalo. 
Il villaggio era contro di lui. “Si è fatto abbindolare da Miriàm, gli ha ri­filato chissà che storia e lui se l’è bevuta.” “Iosef è un ingenuo.” “Iosef non è un uomo.” “Iosef ha infranto la legge.” “Non ha neanche fatto ricorso alla legge delle gelosie.
Poteva almeno farle bere l’ac­qua amara davanti al sacerdote.” “E perché? Non è geloso, se la tiene così, piena di un altro.” “Ma sì, non è dei nostri, non è un galileo, è uno della stirpe di Giuda, è un betlemmita. Se ne tornasse là con la sua adultera e il ba­stardo.” 
Grandinavano insulti sulle sue spalle. Si sta­va facendo lapidare al posto mio. E io non po­tevo stargli vicino, baciargli le mani, farlo sor­ridere, perché sorrideva sempre al mio sorriso. Dovette lasciare la bottega di falegname dov’era il primo aiutante. Ne aprì una sua minuscola con pochi attrezzi presi a credito. Ma era il più bravo tagliatore e la gente doveva per forza rivolgersi a lui. Non parlava con i clienti perché nessuno voleva parlare con lui, solo la breve trattativa sul prezzo e la consegna. 
Al sabato alla casa di preghiera sedevamo nei settori separati degli uomini e delle donne ed eravamo isolati. Dovevamo aspettare. Intanto era tempo di mietitura e in molti aveva­no bisogno di arnesi nuovi. Iosef lavorava molto, i manici delle sue falci erano i migliori. 
Intorno a lui il silenzio cominciò a cedere, i primi saluti in piazza, i complimenti per la qualità dei suoi legni. 
Rispondeva senza orgoglio esenta la cordialità di prima.

Da “In nome della Madre” di Erri De Luca



"La Parola venne dunque nel mondo. La vita eterna si scelse il luogo in un cuore umano.
Decise di abitare in questa tenda tremante, le piacque di lasciarsi colpire.
Così la sua morte fu cosa decisa. Perché inerme è la fonte della vita"

(Hans Urs von Balthasar)


NATIVITA' 2013. Il capofamiglia era un artigiano precario di fascia Isee senza proprietà immobiliari e senza più partita Iva. La moglie, una minorenne denunciata per evasione scolastica, attualmente disoccupata e in carico ai servizi sociali di Nazareth. Il neonato non era registrato né all'anagrafe di Betlemme né a quella di Nazareth e tanto meno all'Agenzia delle Entrate a Gerusalemme; il Comune di Betlemme aveva già avviato le pratiche per darlo in affido a qualche famiglia. Poche ore prima i gendarmi li avevano denunciati per l'occupazione di quell'alloggio abusivo e avevano intimato di pagare l'affitto in modo tracciabile. Erano stati anche segnalati al servizio veterinario e al servizio igiene dell'Ausl di Betlemme per la presenza di un bue e un asinello di proprietà ignota in ambiente non conforme alle norme vigenti. Ed era stato infine intimato loro di regolarizzare la tassa sulla Tares o le guardie avrebbero girato la pratica a EquiRoma.



A Gesù Bambino


La notte è scesa
e brilla la cometa
che ha segnato il cammino.
Sono davanti a Te, Santo Bambino!

Tu, Re dell’universo,
ci hai insegnato
che tutte le creature sono uguali,
che le distingue solo la bontà,
tesoro immenso,
dato al povero e al ricco.

Gesù, fa’ ch’io sia buono,
che in cuore non abbia che dolcezza.

Fa’ che il tuo dono
s’accresca in me ogni giorno
e intorno lo diffonda,
nel Tuo nome.

(Umberto Saba)



Buona giornata a tutti. :-)




lunedì 25 novembre 2013

Dio viene dal futuro – don Tonino Bello -


C'è nella storia, una continuità secondo ragione, che è il futurum
E' la continuità di ciò che si incastra armonicamente, secondo la logica del prima e del poi. Secondo le categorie di causa ed effetto. Secondo gli schemi dei bilanci, in cui, alle voci di uscita, si cercano i riscontri corrispondenti nelle voci di entrata: finche tutto non quadra.
E c'è una continuità secondo lo Spirito, che è l'adventus.
E' il totalmente nuovo, il futuro che viene come mutamento imprevedibile, il sopraggiungere gaudioso e repentino di ciò che non si aveva neppure il coraggio di attendere.
In un canto che viene eseguito nelle nostre chiese e che è tratto dai salmi si dice: "Grandi cose ha fatto il Signore per noi: ha fatto germogliare i fiori tra le rocce!". Ecco, adventus è questo germogliare dei fiori carichi di rugiada tra le rocce del deserto battute dal sole meridiano.
Promuovere l'avvento, allora, è optare per l'inedito, accogliere la diversità come gemma di un fiore nuovo. Cantare, accennandolo appena, il ritornello di una canzone che non è stata ancora scritta, ma che si sa rimarrà per sempre in testa all'hit-parade della storia.
Mettere al centro delle attenzioni pastorali il povero, è avvento. E' avvento, per una madre, amare il figlio handicappato più di ogni altro. E' avvento, per una coppia felice e con figli, mettere in forse la propria tranquillità, avventurandosi in operazioni di "affidamento", con tutte le incertezze che tale ulteriore fecondità si porta dietro, anzi, si porta avanti.
E' avvento, per un giovane, affidare il futuro alla non garanzia di un volontariato, alla non copertura di un impegno sociale in terre lontane, alla gratuità e "inutilità" della preghiera perché la sua testimonianza sia forte in questi tempi di confusione.
E' avvento, per una comunità, condividere l'esistenza del terzo mondiale e sfidare i benpensanti che si chiudono davanti al diverso, per non permettere infiltrazioni inquinanti al proprio patrimonio culturale e religioso.
E' avvento, per una congregazione religiosa o per un presbitero Diocesano, allentare le cautele della circospezione mondana per tutelarsi il sostentamento, facendo affidamento sulla "insostenibile leggerezza" della Provvidenza di Dio.
Per Antonella, mia amica, è avvento abbandonare le lusinghe della carriera sportiva e, dopo aver frequentato l'Isef, farsi suora di clausura. 

Per Karol Tarantelli è avvento perdonare l'assassino di suo marito. 
Per Madre Teresa di Calcutta avvento è abbandonare la clausura e "farsi prossimo" sulle strade del mondo.
"Ecco come è avvenuta la nascita di Gesù": per promuovere l'avvento, Dio è partito dal futuro.

 

(don Tonino Bello)




"Il bene comune deve rimanere sempre il fine ultimo della politica. 
E poi significa mettere al centro la persona, adottandola come misura di ogni impegno; come principio architettonico di ogni scelta; come criterio assiologico supremo. 
La persona, non il calcolo di parte. 
La persona, non le astuzie di potere. 
La persona, non le mosse egemoniche. 
La persona, non il prestigio delle fazioni". 

- don Tonino Bello -




"Tutta la vita cristiana è un rispondere all'amore di Dio. La prima risposta è appunto la fede come accoglienza piena di stupore e gratitudine di un’inaudita iniziativa divina che ci precede e ci sollecita. E il «sì» della fede segna l’inizio di una luminosa storia di amicizia con il Signore, che riempie e dà senso pieno a tutta la nostra esistenza. Dio però non si accontenta che noi accogliamo il suo amore gratuito. Egli non si limita ad amarci, ma vuole attiraci a Sé, trasformarci in modo così profondo da portarci a dire con san Paolo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me (cfr Gal 2,20).
Quando noi lasciamo spazio all’amore di Dio, siamo resi simili a Lui, partecipi della sua stessa carità. Aprirci al suo amore significa lasciare che Egli viva in noi e ci porti ad amare con Lui, in Lui e come Lui; solo allora la nostra fede diventa veramente «operosa per mezzo della carità» (Gal 5,6) ed Egli prende dimora in noi (cfr 1 Gv 4,12)"


- Papa Benedetto XVI -


Santa Maria,
Madre di Dio, Madre nostra,
insegnaci a credere,
sperare ed amare con te.

Indicaci la via verso il suo regno!
Stella del mare, brilla su di noi
e guidaci nel nostro cammino!

- Papa Benedetto XVI -







Solo chi perdona può parlare di pace. E a nessuno è lecito teorizzare sulla non violenza o ragionare di dialogo tra popoli o maledire sinceramente la guerra, se non è disposto a quel disarmo unilaterale e incondizionato che si chiama perdono.

- don Tonino Bello -



La  gioia dilaghi dal vostro cuore e contagi tutti coloro che vi accostano, sorpresi di tanta freschezza.

- don Tonino Bello - 

Buona giornata a tutti :-