giovedì 27 febbraio 2025

Questo è il tempo - Pablo Neruda

Cari amici miei,
ora prendetevi il tempo per fermarvi 
perché è da qui che si riprendono le energie per un nuovo cammino.
ora prendetevi tempo per pensare
perché questa è la vera forza dell’uomo.
Ora prendetevi tempo per leggere
perché questa è la vera base della saggezza.
Ora prendetevi tempo per pregare
perché questo è il maggior potere sulla terra.
Ora prendetevi tempo per amare ed essere amati
perché questo è il cammino della felicità.
Ora prendetevi tempo per ridere
perché il riso è la musica dell’anima.
Ora prendetevi tempo per dare
perché il giorno è troppo corto per essere egoisti”

- Pablo Neruda -

Questo è il tempo...



La verità
è che le persone si perdono.
Travisando i silenzi.
Trascurando i dettagli.
Pensando che ci sarà sempre
un tempo piú giusto
per recuperare.
Fingendo di non saperlo
ci accorgiamo
che ormai è troppo tardi.
E poi l’Amore non basta più.
Le parole non bastano più.
Chiedere scusa non basta più.
La verità
è che le persone si perdono
perché non abbiamo avuto
il coraggio o la forza
di lottare con loro.

- Andrew Faber -



Buona giornata a tutti :-)









martedì 25 febbraio 2025

I Vangeli per guarire di Alejandro Jodorowsky

Un rituale psicomagico:
concentratevi bene e immaginate di avere tra le mani una sfera trasparente, viva, che è l'anima del nostro pianeta, la Terra, la nostra madre sacra.
Accarezza la sfera con grande amore, tenerezza, affetto, apprezzamento, ammirazione e infinito rispetto.
Senti la sua malattia, il suo dolore.
Scivola con le tue mani sulla sua superficie invisibile, iniziando a ripulirla così di tutte le scorie che la ricoprono.
Pulisci le acque dall'inquinamento, la sua terra, il suo cielo.
Pulisci la sua pelle dalla malvagità dell'uomo, dall'egoismo, dalla dittatura, dalle religione trasformate in sette, dai vampiri delle multinazionali, dalle lobby farmaceutiche, da tutto quello che ritieni veleno per la società e per la terra.
Pulisci con i palmi e spazza via la fame, il razzismo, le guerre, la misoginia, ristabilisci l'equilibrio energetico della terra, bilancia il femminino sacro nella società.
Quando senti la sfera pulita e brillante, invia alla terra il potere della fertilità, della pace e dell'amore, fino a che vedrai fra le tue mani un Eden.
Danza con questa sfera luminosa e pulita fino a fondere il tuo mondo luminoso con te stesso, senti il tuo battito cardiaco unirsi al suo.
Il sogno sporco, pazzo che la società chiama realtà è finito, ora tu costruisci la tua realtà

- Alejandro Jodorowsky - 




Il dolore si basa su quattro principi molto semplici.
Il primo principio è l’Io, che crea la malattia perché Io vuole essere Me
L'Io è la fonte del dolore perché ci conduce all’immobilità.
Il desiderio di possesso è il secondo principio su cui si basa il dolore.
Voler possedere non è amare. Amare l’altro significa essere contenti della sua esistenza e della sua realizzazione mentre volerlo possedere significa desiderare il suo annullamento, nel tentativo di incorporarlo in noi. Quando non possiamo soddisfare il nostro desiderio di possesso, subentra l’odio.
È il terzo principio. Distruggiamo quello che non possiamo possedere.
Lo distruggiamo o ci roviniamo. Aggrediamo.
Il quarto principio è la paura.
Dal momento in cui distruggiamo o siamo distrutti, abbiamo paura.
È la paura di dissolversi, di perdere l’“Io”.
Non c’è altro da aggiungere sul dolore. 

 I Vangeli per guarire di Alejandro Jodorowsky


Buona giornata a tutti :-)





domenica 23 febbraio 2025

La visita - don Bruno Ferrero

Un giorno, in una parrocchia, arrivò un messaggio direttamente dal Paradiso.
«Questa sera verrò a farvi visita. Gesù».
Il parroco si affrettò ad annunciarlo a tutti e la gente arrivò in massa per vederlo.
Tutti si aspettavano da Gesù una bella predica, ma egli si limitò a sorridere al momento delle presentazioni e disse: «Buonasera».
Erano tutti disposti a ospitarlo per la notte, soprattutto il parroco, ma egli rifiutò gentilmente l’invito e disse che avrebbe trascorso la notte in chiesa.
Cosa che tutti approvarono.
Egli se ne andò senza far rumore l’indomani mattina presto, prima che venissero aperte le porte della chiesa.
Quando tornarono, il parroco e gli altri scoprirono che la chiesa era stata oggetto di atti di vandalismo.
Dovunque sulle pareti era scarabocchiata una parola.
Sempre la stessa: attenzione.
Non un solo angolo era stato risparmiato: le porte, le finestre, le colonne, il pulpito, l’altare, persino la Bibbia che stava sul leggio.
Attenzione.
Incisa a grandi e piccole lettere, con i pennarelli, a penna, con lo spray e dipinta in tutti i colori possibili.
Dovunque l’occhio si posasse, si potevano scorgere le parole: «Attenzione, attenzione, attenzione, attenzione, attenzione, attenzione...».
Diceva: «Gerusalemme, se tu sapessi, almeno oggi, quel che occorre alla tua pace! Ma non riesci a vederlo!» (Luca 19,41-42).
Gesù piange sul nostro mondo.
Piange sulla Palestina, l’Indonesia, l’Iraq, l’Italia.
Piange sui nostri paesi dove regnano l’indifferenza, l’ingiustizia, la violenza.
Piange su tutti quelli che vanno in chiesa, ma pensano ad altro...
Quando fu vicino alla città, Gesù la guardò e si mise a piangere per lei.

- don Bruno Ferrero -


“ Mangiavano “
.
Quale sarà mai stata la colpa, l’errore di quelli che vissero al tempo di Noè o di Lot?
Forse il fatto che bevevano, che mangiavano? No!
Che si ammogliavano e si maritavano? No!
Il fatto che compravano e vendevano oppure che piantavano e costruivano? No!
Allora cos’è che viene rimproverato da Gesù a quelle generazioni?
Il fatto che erano così presi e assorbiti dalle cose che facevano, dai loro interessi, che non si accorsero di nulla.
Mangiare, bere, sposarsi, comprare, vendere, costruire… non sono in se stesse azioni malvagie, anzi sono le più normali e ordinarie occupazioni della vita.
Il problema è che erano così presi da tutte queste cose che nessuno si accorse di nulla.
Qualcuno avrà pur visto Noè costruire l’arca e gli avrà anche chiesto qualcosa. Eppure - dice la versione secondo San Matteo - nessuno si accorse di nulla.
È incredibile. Ma come mai?
Erano tutti presi dalla loro vita, dalle loro cose, che furono colti assolutamente impreparati, di sorpresa.
Questo è il primo dato importante: troppo presi da ciò che è effimero, tanto da non accorgersi di ciò che è essenziale.
Qual è il motivo che sta alla radice di questo essere “troppo presi” al punto da non accorgersi di nulla?
Il motivo radicale è il peccato, inteso anche come ‘peccati concreti’, particolari, ma ancor più come un essere tutti incentrati su sé stessi e non su Dio.
Ai tempi di Noè e di Lot, si viveva una vita senza Dio, come se Dio non esistesse. Da qui poi derivavano tutti i tipi di peccati.
Il Signore ci invita a recuperare il senso della nostra esistenza, ciò che è veramente importante.
Il mangiare, il bere, lo sposarsi, il comprare, il vendere, il costruire, il piantare sono tutte cose che passano.
Ciò che resta per sempre sono il modo e il senso, che ci hanno guidati in tutte queste cose.
Questo è essenziale!
Ecco perché di due persone che stanno facendo la medesima azione, si dice che una verrà presa e l’altra lasciata. Perché a fare la differenza non è tanto il ‘cosa’ si fa e nemmeno semplicemente il ‘come’ lo si fa, ma quello c’è dentro e dietro a quella azione che si compie o si omette di compiere.
“Dove o Signore?”. Dove ognuno si trova!
La nostra esistenza, infatti, si gioca lì ed è lì che il Signore è presente ogni istante: dove ciascuno si trova!

- Fratelli di San Francesco - Monteveglio


Buona giornata a tutti :-)







La Vita di Lama Gangchen

Un ragazzino e suo padre passeggiavano tra le montagne. 
All’improvviso il ragazzino inciampò, cadde e, facendosi male, urlò:“AAAhhh!!!” 
Con suo gran stupore il bimbo sentì una voce venire dalle montagne che ripeteva: “AAAhhh!!!”
Con curiosità, egli chiese: “Chi sei tu?”
E ricevette la risposta: “Chi sei tu?”
Dopo il ragazzino urlò: “Io ti sento! Chi sei?”
E la voce rispose: “Io ti sento! Chi sei?”
Infuriato da quella risposta egli urlò: “Codardo!”
E ricevette la risposta: “Codardo!”
Allora il bimbo guardò suo padre e gli chiese: “Papà, che succede?”
Il padre gli sorrise e rispose :”Figlio mio, ora stai attento:”
E dopo l’uomo gridò: “Tu sei un campione!”
La voce rispose: “Tu sei un campione!”
Il figlio era sorpreso ma non capiva.
La Vita, come un’eco, ti restituisce quello che tu dici o fai.
La vita non è altro che il riflesso delle nostre azioni.”

Allora il padre gli spiegò: “La gente chiama questo fenomeno ECO ma in realtà è VITA.

Se tu desideri più amore nel mondo, devi creare più amore nel tuo cuore;
Se vuoi che la gente ti rispetti, devi tu rispettare gli altri per primo.
Questo principio va applicato in ogni cosa, in ogni aspetto della vita; la Vita ti restituisce ciò che tu hai dato ad essa.
La nostra Vita non è un insieme di coincidenze, è lo specchio di noi stessi.
Non cercare di cambiare la tua vita, cambia il tuo atteggiamento verso la vita.

Riflessioni:

Ci sono eventi sui quali possiamo intervenire e altri sui quali non abbiamo alcun controllo. In entrambi i casi la vita è comunque un riflesso delle nostre azioni. Nel primo caso decidiamo in prima persona cosa fare e nel secondo abbiamo sempre modo di scegliere come reagire a quell’evento.

Lama Gangchen -


Un pezzo di legno 

Una giovane coppia entrò nel più bel negozio di giocattoli della città.
L’uomo e la donna guardarono a lungo i colorati giocattoli allineati sugli scaffali, appesi al soffitto, in lieto disordine sui banconi.
C’erano bambole che piangevano e ridevano, giochi elettronici, cucine in miniatura che cuocevano torte e pizze.
Non riuscivano a prendere una decisione.
Si avvicinò a loro una graziosa commessa.
“Vede,” spiegò la donna, “noi abbiamo una bambina molto piccola, ma siamo fuori casa tutto il giorno e spesso anche di sera.”
“È una bambina che sorride poco.” continuò l’uomo.
“Vorremmo comprarle qualcosa che la renda felice,” riprese la donna, “anche quando noi non ci siamo…
Qualcosa che le dia gioia anche quando è sola.”
“Mi dispiace,” sorrise gentilmente la commessa “ma noi non vendiamo genitori!”

- don Bruno Ferrero - 


Buona giornata a tutti :-)






venerdì 21 febbraio 2025

La storia della matita - Paolo Coelho

Il bambino guardava la nonna che stava scrivendo una lettera. Ad un certo punto, le domandò: "Stai scrivendo una storia che è capitata a noi? E che magari parla di me".

La nonna interruppe la scrittura, sorrise e disse al nipote: "E' vero, sto scrivendo qualcosa di te. Tuttavia, più importante delle parole è la matita con la quale scrivo. Vorrei che la usassi tu, quando sarai cresciuto".

Incuriosito il bimbo guardò la matita senza trovarvi alcunché di speciale.

"Ma è uguale a tutte le altre matite che ho visto nella mia vita!".

"Dipende tutto dal modo in cui guardi le cose. Questa matita possiede cinque qualità: se riuscirai a trasporle nell'esistenza, sarai sempre una persona in pace con il mondo.

Prima qualità: puoi fare grandi cose, ma non devi mai dimenticare che esiste una mano che guida i tuoi passi."Dio": ecco come chiamiamo questa mano! Egli deve condurti sempre verso la sua volontà.

Seconda qualità: di tanto in tanto, devo interrompere la scrittura e usare il temperino. E' un'azione che provoca una certa sofferenza alla matita ma, alla fine, essa risulta più appuntita. Ecco perché devi imparare a sopportare alcuni dolori: ti faranno diventare un uomo migliore.

Terza qualità: il tratto della matita ci permette di usare una gomma per cancellare ciò che è sbagliato. Correggere è un'azione o un comportamento non è necessariamente qualcosa di negativo: anzi, è importante per riuscire a mantenere la retta via della giustizia.

Quarta qualità: ciò che è realmente importante nella matita non è il legno o la sua forma esteriore, bensì la grafite della mina racchiusa in essa. Dunque, presta sempre attenzione a quello che accade dentro di te.

Ecco la quinta qualità della matita: essa lascia sempre un segno. Allo stesso modo, tutto ciò che farai nella vita lascerà una traccia: di conseguenza, impegnati per avere piena coscienza di ogni tua azione".

- Paulo Coelho -

da: Come il fiume che scorre di P.Coelho



Come si chiamava la donna delle pulizie 

Un mese alla facoltà di medicina, il professore ci diede un questionario.

Essendo un buon alunno risposi prontamente a tutte le domande fino a quando arrivai all'ultima che era: "Qual è il nome di battesimo della donna delle pulizie della scuola?".

Sinceramente mi pareva proprio uno scherzo. Avevo visto quella donna molte volte, era alta, capelli scuri, avrà avuto i suoi cinquant'anni, ma come avrei potuto sapere il suo nome di battesimo?

Consegnai il mio test lasciando questa risposta in bianco e, poco prima che finisse la lezione, un alunno domandò se l'ultima domanda del test avrebbe contato ai fini del voto.

"E' chiaro!", rispose il professore. "Nella vostra carriera voi incontrerete molte persone. Hanno tutte il loro grado d'importanza. Esse meritano la vostra attenzione, anche con un semplice sorriso o un semplice "ciao".

Non dimenticai mai questa lezione ed imparai che il nome di battesimo della nostra donna delle pulizie era Mariana.


Buona giornata a tutti :-)





lunedì 17 febbraio 2025

IL vecchio e lo scorpione - don Lucio d'Abbraccio

 In un tranquillo pomeriggio, un saggio anziano camminava lungo un fiume quando, all’improvviso, vide qualcosa muoversi nell’acqua. Si chinò e notò che era uno scorpione, trascinato dalla corrente, che lottava per non affogare.

Mosso dalla compassione, l’anziano allungò la mano per salvarlo, ma non appena lo toccò, lo scorpione, in preda alla disperazione, lo punse con il suo pungiglione velenoso.

Il dolore fece sì che il saggio lo lasciasse cadere di nuovo in acqua. Ma invece di andarsene, cercò di salvarlo ancora una volta.

Un’altra puntura! Ancora più forte.

Un giovane, che stava osservando la scena dalla riva, non poté più trattenersi e gridò:

– “Maestro! Non capisce? Ogni volta che lo tocca, lui la punge! Lo lasci morire, se lo merita”!

L’anziano, con la mano tremante per il veleno, sorrise e rispose:
– “La natura dello scorpione è pungere. La mia è salvare”.

Il giovane aggrottò la fronte. Non capiva.

Allora, con fatica, l’anziano prese una grande foglia, la fece scivolare sotto lo scorpione e, senza ricevere un’altra puntura, lo portò sulla terraferma, salvandolo dalla morte.

Poi guardò il giovane e gli disse con calma:

– “Non permettere che la natura dello scorpione cambi la tua. Non lasciare che il veleno degli altri ti faccia rinunciare a fare il bene”.

Morale: non scoraggiamoci quando riceviamo male. Continuiamo a fare sempre il bene.

- don Lucio d' Abbraccio - 



Ernest Hemingway disse una volta:

Nei nostri momenti più bui, non abbiamo bisogno di soluzioni né di consigli. Ciò che desideriamo davvero è semplicemente una connessione umana: una presenza silenziosa, un tocco gentile. Questi piccoli gesti sono le ancore che ci tengono saldi quando la vita sembra troppo da sopportare.

Per favore, non cercare di aggiustarmi. Non portare il mio dolore sulle tue spalle né allontanare le mie ombre. Siediti accanto a me mentre affronto le mie tempeste interiori. Sii la mano salda a cui posso aggrapparmi mentre ritrovo la mia strada. Il mio dolore è mio da sopportare, le mie battaglie sono mie da combattere.

Ma la tua presenza mi ricorda che non sono solo in questo mondo vasto e a volte spaventoso. È un silenzioso promemoria del fatto che sono degno d’amore, anche quando mi sento a pezzi.

Quindi, in quelle ore oscure in cui mi perdo, sarai qui? Non come un salvatore, ma come un compagno. Tienimi la mano fino all’alba, aiutandomi a ricordare la mia forza. Il tuo sostegno silenzioso è il dono più prezioso che tu possa offrire. È un amore che mi aiuta a ricordare chi sono, anche quando lo dimentico.



Buona giornata a tutti :-)


www.leggoerifletto.it






domenica 16 febbraio 2025

Fratellino e sorellina - Fratelli Grimm

Fratellino e sorellina ...Fratellino prese la sorellina per mano e disse: "Da quando è morta la mamma, non abbiamo più avuto un'ora di bene: la matrigna ci picchia ogni giorno e quando andiamo da lei ci caccia a pedate. I tozzi di pane raffermo sono il nostro cibo, e il cagnolino sotto la tavola sta meglio di noi: a lui getta ogni tanto qualcosa di buono. Dio mio, se lo sapesse la nostra mamma! Vieni, ce ne andremo insieme per il mondo." 
Camminarono tutto il giorno attraverso prati, campi, sentieri sassosi, e, mentre pioveva, la sorellina disse: "Dio e i nostri cuori piangono insieme." 
La sera giunsero in un gran bosco, ed erano così stanchi per il pianto, la fame e il lungo cammino, che si sedettero dentro a un albero cavo e si addormentarono.

La mattina dopo, quando si svegliarono, il sole era già alto nel cielo e i suoi raggi penetravano ardenti all'interno dell'albero. Allora il fratellino disse: "Sorellina ho sete; se sapessi dov'è una fonte andrei a bere; credo di averne sentito il mormorio." Il fratellino si alzò, prese la sorellina per mano e volevano cercare la sorgente. 

Ma la cattiva matrigna era una strega e aveva visto benissimo che i due bambini se ne erano andati; li aveva seguiti quatta quatta, di nascosto, come fanno le streghe, e aveva stregato tutte le sorgenti del bosco. Quand'essi trovarono un rivolo che saltellava scintillando sulle pietre, il fratellino volle bere; ma la sorellina udì la fonte mormorare: "Chi beve della mia acqua diventa una tigre! Chi beve della mia acqua diventa una tigre!" Allora la sorellina gridò: "Ah, fratellino, ti prego, non bere, altrimenti diventi una belva feroce e mi sbrani." Il fratellino non bevve, anche se aveva una gran sete, e disse: "Aspetterò fino alla prossima sorgente." 

Quando arrivarono alla seconda fonte, la sorellina udì che anche questa diceva: "Chi beve della mia acqua diventa un lupo! Chi beve della mia acqua diventa un lupo!" Allora gridò: "Ah, fratellino, ti prego, non bere, altrimenti diventi un lupo e mi divori." Il fratellino non bevve e disse: "Aspetterò fino alla prossima sorgente, ma allora dovrò bere; puoi dire quello che vuoi, ho troppa sete." 

E quando giunsero alla terza fonte, la sorellina udì mormorare: "Chi beve della mia acqua diventa un capriolo! Chi beve della mia acqua diventa un capriolo!" La sorellina disse: "Ah, fratellino, ti prego, non bere, altrimenti diventi un capriolo e scappi via." Ma il fratellino si era subito inginocchiato presso la sorgente, si era chinato e aveva bevuto l'acqua; non appena le prime gocce gli toccarono le labbra, giacque a terra, trasformato in un piccolo capriolo.

La sorellina pianse sul povero fratellino stregato, e anche il piccolo capriolo piangeva, standosene tutto triste accanto a lei. Infine la fanciulla disse: "Chetati, caro caprioletto, io non ti abbandonerò mai." Sciolse la sua giarrettiera d'oro e la mise intorno al collo del capriolo, poi divelse dei giunchi e ne intrecciò una corda flessibile. Legò l'animaletto, lo condusse con se, si addentrò sempre di più nel bosco. Cammina, cammina, giunsero finalmente a una casetta; la fanciulla guardò dentro e siccome era vuota pensò: "Qui possiamo fermarci ad abitare." Cercò allora foglie e muschio per fare un morbido giaciglio al capriolo e ogni mattina usciva e raccoglieva radici, bacche e noci, e al capriolo portava erba tenera; ed esso la mangiava dalla sua mano, era felice e giocherellava davanti a lei. La sera quando la sorellina era stanca e aveva detto le sue preghiere, posava il capo sul dorso del piccolo capriolo: quello era il suo cuscino e su di esso si addormentava dolcemente. E se il fratellino avesse avuto la sua figura umana, sarebbe stata una vita meravigliosa.

Per un certo periodo di tempo vissero così, soli, in quel luogo selvaggio. Ma avvenne che il re di quella zona tenesse una gran caccia nel bosco. Echeggiò fra gli alberi il suono dei corni, il latrato dei cani e le grida allegre, e il piccolo capriolo ascoltava e gli sarebbe tanto piaciuto essere della partita. "Ah," disse alla sorellina, "lasciami andare alla caccia, non posso più resistere!" E la pregò così a lungo che ella infine acconsentì. "Però," gli disse, "ritorna questa sera. Davanti ai feroci cacciatori io chiuderò la porticina: per farti riconoscere, bussa e di': "Sorellina mia, lasciami entrare!" Ma se non dici così, non aprirò." Allora il capriolo saltò fuori, e stava tanto bene, ed era così allegro all'aria aperta! Il re e i suoi cacciatori videro il bell'animaletto e lo inseguirono; ma non riuscivano a raggiungerlo, e quando credevano di prenderlo, il capriolo saltava nella boscaglia e spariva. Quando fu buio corse alla casetta, bussò e disse: "Sorellina mia, lasciami entrare!" Allora la porticina gli fu aperta, egli saltò dentro e dormì tutta la notte sul suo morbido giaciglio. Il mattino dopo la caccia ricominciò, e quando il capriolo udì nuovamente il corno e il grido dei cacciatori, non ebbe più pace e disse: "Sorellina aprimi, devo uscire." La sorellina gli aprì la porta e disse: "Ma questa sera devi essere di nuovo qui con la tua parola d'ordine." 

Quando il re e i suoi cacciatori rividero il capriolo con il collare d'oro, lo inseguirono tutti, ma egli era troppo rapido e svelto. La caccia durò tutto il giorno, ma finalmente a sera i cacciatori lo accerchiarono e uno lo ferì leggermente a una zampa, cosicché‚ egli si mise a zoppicare e corse via più adagio. Allora un cacciatore gli andò dietro pian piano fino alla casetta e l'udì esclamare: "Sorellina mia, lasciami entrare!" e vide che la porta gli veniva aperta e subito richiusa. Il cacciatore tenne tutto bene a mente, andò dal re e gli raccontò ciò che aveva visto e udito. Allora il re disse: "Domani andremo a caccia ancora una volta."

Ma la sorellina si spaventò terribilmente quando il piccolo capriolo rientrò ferito. Lavò la ferita, ci mise sopra delle erbe e disse: "Va' al tuo giaciglio, caprioletto mio, così guarisci." Ma la ferita era così piccola che al mattino il capriolo non sentiva più nulla e quando udì nuovamente il tripudio della caccia disse: "Non posso resistere, devo andarci; non sarà così facile acchiapparmi." La sorellina pianse e disse: "Adesso ti uccideranno; non ti lascio uscire." - "E io ti morirò qui di tristezza, se mi trattieni" rispose il capriolo. "Quando sento il corno da caccia mi sembra di non stare più nella pelle!" Allora la sorellina dovette cedere, gli aprì la porta con il cuore grosso e il capriolo corse nel bosco vispo e felice. 

Quando il re lo scorse, disse ai suoi cacciatori: "Inseguitelo per tutto il giorno fino a sera, ma che nessuno gli faccia del male!" Come il sole fu tramontato, il re disse al cacciatore: "Vieni e mostrami la casetta nel bosco." E quando fu davanti alla porticina bussò e gridò: "Sorellina cara, lasciami entrare!" Allora la porta si aprì e il re entrò e trovò una fanciulla così bella come non ne aveva mai viste. Ma la fanciulla si spaventò quando vide entrare un re con una corona d'oro al posto del suo piccolo capriolo. Il re la guardò amorevolmente, le diede la mano e disse: "Vuoi venire con me al mio castello e diventare la mia cara sposa?" - "Ah sì," rispose la fanciulla, "ma deve venire anche il capriolo, non lo abbandono." Disse il re: "Rimarrà con te finché‚ vivi e non gli mancherà nulla." In quel momento entrò a salti il capriolo; la sorellina lo legò di nuovo alla fune di giunco che prese in mano lei stessa, e insieme a lui lasciò la casetta nel bosco.

Il re condusse la bella fanciulla nel suo castello, dove le nozze furono celebrate con gran pompa; ora ella era Sua Maestà la regina, e vissero insieme felici per lungo tempo; il capriolo era ben nutrito e ben curato e ruzzava nel giardino del castello. Ma la cattiva matrigna, per via della quale i bambini se ne erano andati per il mondo, credeva che la sorellina fosse stata sbranata dalle bestie feroci nel bosco e che il fratellino, trasformato in un capriolo, fosse stato ucciso dai cacciatori. Quando sentì che erano felici e che stavano così bene, l'invidia e la gelosia le si destarono in cuore e non le davano pace, e non pensava che al modo di procurar loro un'altra sciagura. 

La sua figlia vera, che era brutta come la notte e aveva un solo occhio, protestava e diceva: "Diventare una regina! Questa fortuna spettava a me!" - "Sta' tranquilla," disse la vecchia e aggiunse allegramente: "Al momento buono, saprò cosa fare." E quando venne il momento e la regina diede alla luce un bel maschietto, mentre il re era a caccia, la vecchia strega prese le sembianze della cameriera, entrò nella stanza dove giaceva la regina e disse alla puerpera: "Venite, il bagno è pronto, vi farà bene e vi rinforzerà; presto, prima che diventi freddo." C'era anche sua figlia; insieme trasportarono la regina, debole com'era, nella stanza da bagno, la misero nella vasca e se ne andarono in fretta chiudendo la porta. Ma nella stanza da bagno avevano acceso un fuoco d'inferno, cosicché‚ la bella giovane regina soffocò ben presto.

Ciò fatto, la vecchia prese sua figlia, le mise una cuffia in testa e la pose nel letto al posto della regina. Le diede anche la sua figura e il suo aspetto, ma non potè restituirle l'occhio perduto. Ma perché‚ il re non si accorgesse di nulla, si dovette coricare dalla parte dove le mancava l'occhio. La sera, quando il re ritornò e udì che gli era nato un bambino, fu pieno di gioia e volle recarsi al letto della sua cara moglie per vedere come stava. Subito la vecchia esclamò: "Per carità, lasciate chiuse le cortine: la regina non sopporta ancora la luce e deve riposare!" Il re si ritirò e non sapeva che nel letto c'era una falsa regina.

Ma quando fu mezzanotte e tutto taceva, la bambinaia, che sedeva nella camera del bambino accanto alla culla ed era l'unica a vegliare ancora, vide aprirsi la porta ed entrare la vera regina. Ella tolse il bambino dalla culla, lo prese fra le braccia e lo allattò; poi sprimacciò il suo piccolo cuscino, lo rimise a letto e lo coprì con la piccola coltre. Ma non dimenticò neanche il capriolo, andò nell'angolo dove si trovava e lo accarezzò sul dorso. Poi uscì silenziosamente dalla porta e la bambinaia, la mattina dopo, domandò alle guardie se durante la notte avessero visto qualcuno entrare nel castello; ma esse risposero: "No, non abbiamo visto nessuno."

La regina venne per molte notti, senza dire mai una parola; la bambinaia la vedeva sempre, ma non osava dire nulla a nessuno.

Quando fu trascorso un certo periodo di tempo, una notte la regina incominciò a dire:

"Che cosa fanno nel loro lettino il capriolo e il mio bambino?

Ancor due volte fin qui verrò, ma una terza non tornerò."

La bambinaia non le rispose, ma quando fu scomparsa andò dal re e gli raccontò tutto. Disse il re: "Mio Dio, che cosa è mai questa! Voglio vegliare accanto a mio figlio la prossima notte." La sera andò nella camera del bambino; a mezzanotte apparve ancora la regina e disse:

"Che cosa fanno nel loro lettino il capriolo e il mio bambino?

Ancora una volta fin qui verrò, ma una seconda non tornerò."

E si prese cura del piccino come sempre, prima di sparire. Il re non osò rivolgerle la parola, ma la notte seguente vegliò di nuovo. Ella disse:

"Che cosa fanno nel loro lettino il capriolo e il mio bambino?

Per l'ultima volta son giunta quaggiù un'altra volta non torno più."

Allora il re non potè ‚ più trattenersi, corse a lei e disse: "Tu non puoi essere che la mia cara sposa." Ella rispose: "Sì, sono la tua cara sposa." E in quel momento, per grazia divina, tornò a vivere, fresca, rosea e sana. Poi raccontò al re il crimine commesso dalla strega cattiva e da sua figlia. Il re le fece giudicare entrambe, ed esse furono condannate: la figlia fu condotta nel bosco, dove le bestie feroci la sbranarono non appena la videro; la strega fu invece gettata nel fuoco e dovette bruciare miseramente. E quando fu ridotta in cenere, il piccolo capriolo si trasformò e riacquistò il suo aspetto umano; e sorellina e fratellino vissero felici insieme fino alla morte.

- Fratelli Grimm - 


Buona giornata a tutti :-)





venerdì 14 febbraio 2025

Amati, chiamati ad amare - + Card. Carlo Maria Martini

 La verità di noi stessi è che siamo fatti per amare e abbiamo bisogno di essere amati.
La verità di Dio è che Dio è amore, un amore misterioso ed esigente, ma insieme tenerissimo e misterioso.
Questo amore con cui Dio ci avvolge è la chiave della nostra vita, 
il segreto di ogni nostro agire.
Noi siamo chiamati ad agire per amore, 
a spendere volentieri la nostra vita per i nostri fratelli e sorelle, e lasciare esplodere la nostra creatività e ad esercitare la nostra intelligenza nel servizio degli altri.

- Card. Carlo Maria Martini - 



 Oggi, il discernimento è importantissimo per tanti motivi, essendo l'unico modo che permetta di orientarsi in una società complessa, l'unico modo per non perdersi d'animo di fronte alle grandi visuali oscure - secolarizzazione, immoralità dilagante, che rischiano di non farci mai decollare.  

- Card. Carlo Maria Martini -
da: “Quale prete per la Chiesa di oggi”, ed. In Dialogo                                               




Siamo chiamati a contrastare il criterio che giudica la bontà di un sistema solo dalla produttività economica e non invece, e anzitutto, dalla qualità di vita che esso sa diffondere. 

- Card. Carlo Maria Martini - 
Da: “Affrontare la tempesta con serenità e con forza”




Dalla Croce Gesù propone in positivo un altro tipo di umanità: è l'umanità di chi vive la beatitudine dei miti e degli operatoti di pace, di chi accetta di portare la croce quotidiana dietro al suo Signore.

- Card. Carlo Maria Martini -

Preghiera per l'Europa

Padre dell'umanità, Signore della storia, 
guarda questo continente europeo 
al quale tu hai inviato tanti filosofi, 
legislatori e saggi, 
precursori della fede nel tuo Figlio morto e risorto.
Guarda questi popoli 
evangelizzati da Pietro e Paolo, 
dai profeti, dai monaci, dai santi; 
guarda queste regioni bagnate dal sangue dei martiri 
e toccate dalla voce dei Riformatori.
Guarda i popoli uniti da tanti legami 
ma anche divisi, nel tempo, 
dall'odio e dalla guerra. 
Donaci di lavorare per una Europa dello Spirito 
fondata non soltanto sugli accordi economici, 
ma anche sui valori umani ed eterni.
Una Europa capace di riconciliazioni etniche ed ecumeniche, 
pronta ad accogliere lo straniero, 
rispettosa di ogni dignità. 
Donaci di assumere con fiducia 
il nostro dovere di suscitare 
e promuovere un' intesa tra i popoli 
che assicuri per tutti i continenti, 
la giustizia e il pane, la libertà e la pace.

- Card. Carlo Maria Martini -


Buona giornata a tutti. :-)