“Ma Principe, il Senato è la camera alta del Regno! In essa il fiore degli uomini
politici italiani, prescelti dalla saggezza del Sovrano, esaminano, discutono,
approvano o respingono quelle leggi che il governo propone per il progresso del
paese."
venerdì 11 febbraio 2022
L'Italia che ... va avanti malgrado tutto
venerdì 13 agosto 2021
Essere governato significa - Pierre-Joseph Proudhon
- Pierre-Joseph Proudhon -
domenica 18 luglio 2021
La favola delle scimmie e delle banane
Nel 1967 il Dott. Stephenson ha
condotto un esperimento in cui erano coinvolte 10 scimmie, una gabbia, una
banana, una scala e uno spruzzatore di acqua gelata. Stephenson rinchiude 5
scimmie in una grande gabbia. All’interno della gabbia mette una scala e sulla
scala un casco di banane.
Le scimmie si accorgono immediatamente
delle banane e una di loro si arrampica sulla scala. Appena lo fa, però, lo
sperimentatore la spruzza con dell’acqua gelida. Poi riserva lo stesso
trattamento alle altre 4 scimmie.
La scimmia sulla scala torna a terra e
tutte e 5 restano sul pavimento, bagnate, al freddo e disorientate. Presto però
la tentazione delle banane è troppo forte e un’altra scimmia comincia ad
arrampicarsi sulla scala. Di nuovo lo sperimentatore spruzza l’ambiziosa
scimmia e le sue compagne con l’acqua gelata. Quando una terza scimmia prova ad
arrampicarsi per arrivare alle banane le altre scimmie, volendo evitare di
essere spruzzate, la tirano via dalla scala malmenandola. Da questo momento le
scimmie non proveranno più a raggiungere le banane.
La seconda parte dell’ esperimento
prevede l’introduzione di una nuova scimmia nella gabbia. Appena questa si
accorge delle banane prova naturalmente a raggiungerle. Ma le altre scimmie,
conoscendo l’esito, la obbligano a scendere e la picchiano. Alla fine anche
lei, come le altre 4 scimmie, rinuncia a mangiare la banana senza mai essere
stata spruzzata con l’acqua gelata, quindi senza sapere perché non potesse
farlo.
A questo punto un’altra scimmia scelta
tra le 4 originarie rimaste, è stata sostituita con una nuova. Il nuovo gruppo
era composto da 3 delle scimmie iniziali (che sapevano perché non tentare di
prendere la banana), 1 scimmia che aveva imparato a rinunciare alla banana a
causa della reazione violenta delle altre e 1 scimmia nuova.
Qui la storia si fa interessante. La
scimmia nuova, come previsto, tenta di raggiungere la banana. Come era avvenuto
con la scimmia precedente, le altre scimmie le impediscono di raggiungere il
frutto senza che il ricercatore dovesse spruzzare dell’acqua. Anche la prima
scimmia sostituita, quella che non era mai stata spruzzata ma era stata
dissuasa dalle altre, si è attivata per impedire che l’ultima arrivata
afferrasse la banana.
LA CONCLUSIONE DELL’ ESPERIMENTO
La procedura della sostituzione delle
scimmie viene ripetuta finché nella gabbia sono presenti solo scimmie “nuove”,
che non sono mai state spruzzate con l’acqua.
L’ultima arrivata tenta naturalmente
di avvicinarsi alle banane ma tutte le altre glielo impediscono: nessuna di
esse però conosce il motivo del divieto!
Stephenson descrive l’atteggiamento
inquisitore dell’ultima scimmia arrivata, come se cercasse di capire il perché
del divieto di mangiare quella banana così invitante. Nel suo racconto le altre
scimmie si sono guardate tra loro, quasi a cercare questa risposta. Il problema
è che nessuna delle scimmie presenti la conosceva, perché nessuna era stata
punita dallo sperimentatore per averci provato, era stato il gruppo a opporsi.
Una nuova regola era stata tramandata
alla generazione successiva, ma le sue motivazioni erano scomparse con la
scomparsa del gruppo che l’aveva appresa.
Se fosse stato possibile chiedere alle
scimmie perché picchiavano le compagne che provavano a salire sulla scala, la
risposta sarebbe stata più o meno questa: ” Non lo so, è così che si fa da
queste parti!” Suona familiare?
Non smettere di indagare, di chiedere,
di trovare nuovi paradigmi. Spesso il nostro modo di agire è solo il frutto di
azioni che ripetiamo perché l’abbiamo visto fare da altri, senza sapere bene il
perché. Cambiate le vostre abitudini. Non abbiate paura. Sfuggite al più grande
esperimento sociale mai visto nella storia, quello di consumare quello che
altri (gli sperimentatori) vogliono che consumiamo, quello di evitare che ci
poniamo domande, che troviamo nuove soluzioni per vecchi problemi.
Bibliografia:
Stephenson, G. R. (1967). Cultural
acquisition of a specific learned response among rhesus monkeys. In: Starek,
D., Schneider, R., and Kuhn, H. J. (eds.), Progress in Primatology, Stuttgart:
Fischer, pp. 279-288.
Siate l'anomalia. L'aberrazione. L'errore. L'inconveniente. La diversità.
Il dato indecifrabile. Lasciate che guardandovi scuotano le loro teste uniformate.
Lasciate che si vergognino di voi. Che si imbarazzino. Che si incazzino.
Vi insulteranno. Voi lasciateli fare. Lasciate che si prendano gioco di voi.
Che vi additino. Che ridano. Resistete al loro scherno.
Siate la loro vittima, il loro zimbello.
Siate ai loro occhi un clamoroso fallimento.
Una tigre non perde il sonno curandosi di
ciò che pensano le pecore. Andate avanti. Siate la cicatrice sul loro modo di
vedere le cose e sulla loro normalità. Vi detesteranno.
Vi temeranno.
Desidereranno essere come voi.
(David Icke)
venerdì 23 ottobre 2020
La buona medicina è fatta anche di speranza - Prof.Matteo Bassetti
La speranza è essenziale per la vita ed è una straordinaria medicina.
Sono convinto che il medico debba
essere portatore di speranza e la sua umanità sia la prima chiave d’accesso
all’umanità del malato o del potenziale malato.
Qui il fattore personale diventa
fattore professionale, non inferiore alla preparazione tecnico- scientifica.
La speranza è quasi una necessità
biologica dell’individuo. La gente ne ha un grande bisogno e nessuno ha il
diritto di togliergliela, ma ha il dovere di mantenerla viva.
Il che non significa dare illusioni e sogni, non è un non dire la verità, ma
fargli capire che non resterà mai solo nei momenti difficili e che oggi il
sistema sanitario è più pronto a gestire l’infezione.
E, poiché la medicina non è una scienza esatta, ci sarà sempre un margine di
ottimismo su cui puntare.
Un medico è completo se unisce tecnica e umanità e
sa dare al suo paziente anche questi messaggi.
I malati ascoltano chi li cura o li curerà e traggono fiducia e speranza,
oltre che dalle parole, anche dal loro atteggiamento.
Il malato non vuole atteggiamenti
autoritari, distaccati, irritazione, indisponibilità al colloquio, ma calore e
comprensione per guardare a un futuro di speranza.
La buona medicina è fatta anche da tutte queste cose.
- Professore Matteo Bassetti -
direttore della Clinica Malattie Infettive dell'Ospedale San Martino di Genova (Italy)
Ha scritto il sociologo Mauro
Magatti: “Gli storici dicono che le grandi epidemie – insieme alle guerre e
alle carestie – hanno la forza di scuotere intere civiltà provocandone la
rigenerazione morale e spirituale”. Forse è davvero questa la speranza da
coltivare insieme: dopo la grande tribolazione arriverà la ripartenza, che
possiamo preparare attraverso una riflessione condivisa sui “fondamentali” del
vivere insieme, oltre ai gesti di vicinanza e di solidarietà che già ora
condividiamo con la comunità delle donne e degli uomini del nostro tempo.
Il tributo a Cesare va pagato, perché l’immagine sulla moneta è la sua; ma l’uomo, ogni uomo, porta in sé un’altra immagine, quella di Dio, e pertanto è a Lui, e a Lui solo, che ognuno è debitore della propria esistenza (anche Cesare n.d.r).
- papa Benedetto XVI -
Buona giornata a tutti. :-)
venerdì 25 settembre 2020
Dialogo con un giovane diavolo
mercoledì 23 settembre 2020
Immagina di esser nato nel 1900 ....
Ne esci vivo e indenne, hai 20 anni.
Hai 39 anni quando inizia la Seconda guerra mondiale e finisce quando hai 45 anni.
Ci saranno oltre 60 milioni di morti in totale.
Eppure hanno elettricità, telefono, cibo, acqua calda e tetto sulla testa.
mercoledì 29 luglio 2020
Educare un figlio
perché il cuore si mette in mezzo
tra il sentimento che vorrebbe proteggerlo
e la necessità di educarlo.Non desideri che lui soffra,
ma devi dargli aiuto nel modificare sé stesso.
Non ti hanno insegnato a fare il genitore
quindi vai a tentoni...
i tuoi ricordi del passato bambino
ti aiutano...
ma non bastano a farti capire la diversità tra te e lui.
Cosa quindi conviene insegnargli?
Non tanto un mestiere,
perché lavorerà come meglio potrà,
per quanto la società di domani potrà offrirgli...
ma il tuo dovere è donargli l'onestà e l'umiltà
aborrendo il denaro come atto primario
della sua giovane vita.
Deve realizzare la sua crescita
e per farlo ha bisogno di calma e tranquillità,
quindi non stare lì a piangere miseria
...ma incoraggialo a far bene
quel che può fare.
I principi sono quelli donatici da Gesù
e non altri...
la misericordia, la bontà, l'amore e l'umiltà
...il primariato della famiglia che nega l'egoismo.
Quindi non confonderti cosa devi fare con lui,
perché il tuo compito di genitore
e di portarlo a Dio
e niente altro...
ti sembra poco o facile?
Provaci.
- Franco Nembrini -
domenica 19 luglio 2020
Recessione (1974) - Pier Paolo Pasolini
rossi tramonti sui borghi
vuoti di macchine
pieni di povera gente che sarà tornata da Torino o dalla Germania.
I vecchi saranno padroni dei loro muretti come poltrone di senatori
e i bambini sapranno che la minestra è poca e che cosa significa un pezzo di pane.
E la sera sarà più nera della fine del mondo e di notte sentiremmo i grilli o i tuoni
e forse qualche giovane tra quei pochi tornati al nido tirerà fuori un mandolino.
L'aria saprà di stracci bagnati
tutto sarà lontano
treni e corriere passeranno ogni tanto come in un sogno.
E città grandi come mondi saranno piene di gente che va a piedi
con i vestiti grigi
e dentro gli occhi una domanda che non è di soldi ma è solo d'amore
soltanto d'amore.
Le piccole fabbriche sul più bello di un prato verde
nella curva di un fiume
nel cuore di un vecchio bosco di querce
crolleranno un poco per sera
muretto per muretto
lamiera per lamiera.
E gli antichi palazzi
saranno come montagne di pietra
soli e chiusi com'erano una volta.
E la sera sarà più nera della fine del mondo
e di notte sentiremmo i grilli o i tuoni.
L'aria saprà di stracci bagnati
tutto sarà lontano
treni e corriere passeranno
ogni tanto come in un sogno.
E i banditi avranno il viso di una volta
con i capelli corti sul collo
e gli occhi di loro madre pieni del nero delle notti di luna
e saranno armati solo di un coltello.
Lo zoccolo del cavallo toccherà la terra leggero come una farfalla
e ricorderà ciò che è stato il silenzio il mondo
e ciò che sarà.