Signore Gesù, sono
qui dinanzi a te, in salute.
Sento la vita palpitare dentro di me,
Sento la vita palpitare dentro di me,
e gioisco
infinitamente contemplando il creato,
ascoltando il canto
degli uccelli,
sperimentando la tenerezza di quanti mi circondano.
sperimentando la tenerezza di quanti mi circondano.
Il futuro si apre
dinanzi come una ricca pianura
nella quale seminare
i miei progetti,
realizzare i miei
sogni, raccogliere le mie opere.
E, benché ne senta
difficoltà,
faccio uno sforzo su
me stesso per accettare che la mia vita finirà,
e che un giorno dovrò
dar conto delle mie parole e delle mie azioni.
In quel giorno mi
chiederai il più costoso ma il più bel sacrificio,
il sacrificio di
tutto ciò che mi hai dato sulla terra.
Ma, in compenso, tu
ti consegnerai a me interamente,
e secondo le tue promesse mi darai il centuplo
e secondo le tue promesse mi darai il centuplo
di quanto ho
sacrificato per te.
Sin da ora, Signore,
nel pieno uso della mia libertà,
con tutta la lucidità della mia mente,
con tutta la lucidità della mia mente,
con tutta la forza
della mia volontà, ti presento,
come fascio di fiori
appena colto,
i miei affetti e i miei sogni, le mie opere e i miei progetti.
i miei affetti e i miei sogni, le mie opere e i miei progetti.
Nelle tue mani pongo
l'offerta della mia vita:
accetto la sua fine, quando e come vorrai.
Ti chiedo solo un dono: la tua grazia e la tua amicizia.
accetto la sua fine, quando e come vorrai.
Ti chiedo solo un dono: la tua grazia e la tua amicizia.
Vita e morte non sono due estremi lontani l’uno
dall’altro. Sono come due gambe che camminano insieme, ed entrambe ti
appartengono. In questo stesso istante stai vivendo e morendo allo stesso
tempo. Qualcosa in te muore a ogni istante. Nell’arco di settant’anni la morte
arriverà a compimento. In ogni istante continui a morire, e alla fine morirai
davvero.
- Osho -
Ognuno che perdiamo prende una parte di noi;
Uno spicchio alla fine rimane,
Che come la luna, una torbida notte,
È chiamato dalle maree.
Il cardinale Schuster diceva che il purgatorio è come un
corso di esercizi spirituali: uno riflette, pensa, vede le cose sbagliate che
ha fatto, gli dispiace, si purifica. Mi piace pensare che il nostro purgatorio,
il purgatorio di ciascuno, sia quello di vedere tutte le stupidaggini che
abbiamo fatto nella vita. Ce ne verrà un tale rossore che ci purifica e ci
manda in Paradiso...
Mi è congeniale in questo senso la descrizione dantesca
delle anime “che vanno a farsi belle”.
- Card. Giacomo Biffi -
Avvenga di me secondo la tua parola.
Per i nostri morti
questo si è attuato definitivamente.
Essi sono nella dolce casa
per cui l'uomo nasce,
alla quale l'uomo è chiamato.
Adesso vedono il rapporto
che c'è fra quella dolce casa
definitiva ed eterna
e il segno fragile,
ma reale di essa,
che è la compagnia in cui sono vissuti.
E chiedono a noi,
dopo l'esperienza fatta,
di essere generosi, vigili, sensibili,
impegnati senza paura del sacrificio nel vivere
questo anticipo della dolce casa
a cui siamo incamminati.
Ci supplicano di poter dire
con maggiore verità quello che cantiamo sovente:
"Troppo perde il tempo chi ben non t'ama".
Essi lo sanno.
Senza paragone più che prima.
E per questo ci incitano che
"avvenga di noi secondo la sua parola".
Ci aiutano a dire l' Angelus
con profondità di attenzione,
come raramente ci avviene
per la distrazione che ci consuma.