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mercoledì 11 ottobre 2017

san Giovanni XXIII, papa - memoria liturgica 11 ottobre

La sera dell’ 11 ottobre 1962 c’era una gran folla riunita in piazza san Pietro per la fiaccolata serale di apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II. 
La folla chiamava a gran voce il Santo Padre che si affacciò e pronunciò “a braccio” quello che è passato alla storia come uno dei più grandi discorsi di papa Roncalli e della storia della Chiesa:  “Il discorso della luna”



«Cari figliuoli, sento le vostre voci. La mia è una voce sola, ma riassume la voce del mondo intero; qui tutto il mondo è rappresentato. Si direbbe che persino la luna si è affrettata, stasera – osservatela in alto! – a guardare a questo spettacolo.
Noi chiudiamo una grande giornata di pace; di pace: « Gloria a Dio, e pace agli uomini di buona volontà ». Ripetiamo spesso questo augurio e quando possiamo dire che veramente il raggio, la dolcezza della pace del Signore ci unisce e ci prende, noi diciamo: “Ecco qui un saggio di quello che dovrebbe essere la vita, sempre, di tutti i secoli, e della vita che ci attende per l’eternità”.
Dite un poco: se domandassi, potessi domandare a ciascuno: “Voi da che parte venite?”, i figli di Roma che sono qui specialmente rappresentanti [risponderebbero]: “Noi siamo i vostri figliuoli più vicini, Voi siete il Vescovo di Roma”. Ma voi, figliuoli di Roma, voi sentite di rappresentare veramente la Roma caput mundi, così come nella Provvidenza è stata chiamata ad essere: per la diffusione della verità e della pace cristiana.
In queste parole c'è la risposta al vostro omaggio. La mia persona conta niente, è un fratello che parla a voi, diventato padre per la volontà di Nostro Signore, ma tutt’insieme: paternità e fraternità e grazia di Dio, tutto, tutto!
Continuiamo, dunque, a volerci bene, a volerci bene così, a volerci bene così, guardandoci così nell’incontro, cogliere quello che ci unisce, lasciar da parte quello - se c’è – qualche cosa che ci può tenere un po’ in difficoltà.
Niente: Fratres sumus! La luce che splende sopra di noi, che è nei nostri cuori, che è nelle nostre coscienze, è luce di Cristo, il quale veramente vuol dominare, con la grazia sua, tutte le anime.
Stamattina è stato uno spettacolo che neppure la Basilica di San Pietro, che ha quattro secoli di storia, non ha mai potuto contemplare.
Apparteniamo quindi ad un'epoca, nella quale siamo sensibili alle voci dall'alto: e vogliamo essere fedeli e stare secondo l'indirizzo che il Cristo benedetto ci ha fatto.
Finisco, dandovi la benedizione. Accanto a me amo invitare la Madonna santa e benedetta, di cui oggi ricordiamo il grande mistero.
Ho sentito qualcuno di voi che ha ricordato Efeso e le lampade accese intorno alla basilica di là, che io ho veduto con i miei occhi, non a quei tempi, si capisce, ma recentemente, e che ricorda la proclamazione del dogma della divina maternità di Maria.
Ebbene, invocando lei, alzando tutti insieme lo sguardo verso Gesù benedetto, il figliol suo, ripensando a quello che è con voi, a quello che è nelle vostre famiglie, di gioia, di pace e anche, un poco, di tribolazione e di tristezza, la grande benedizione accoglietela di buon animo.
Questa sera lo spettacolo offertomi è tale da restare ancora nella mia memoria, come resterà nella vostra. 
Facciamo onore alla impressione di questa sera. Che siano sempre i nostri sentimenti come ora li esprimiamo davanti al cielo e davanti alla terra: fede, speranza, carità, amore di Dio, amore dei fratelli; e poi, tutti insieme, aiutati così nella santa pace del Signore, alle opere del bene !
Tornando a casa, troverete i bambini; date una carezza ai vostri bambini e dite: “Questa è la carezza del Papa”. Troverete qualche lacrima da asciugare. Fate qualcosa, dite una parola buona. Il Papa è con noi specialmente nelle ore della tristezza e dell'amarezza.

E poi, tutti insieme ci animiamo cantando, sospirando, piangendo, ma sempre sempre pieni di fiducia nel Cristo che ci aiuta e che ci ascolta, continuare e riprendere il nostro cammino. »

- San Giovanni XXIII, papa -
(Sera dell’11 ottobre 1962, al termine della giornata di apertura del Concilio Vaticano II)



Preghiera del Papa Giovanni XXIII

“Questa è la preghiera che io recito d’abitudine durante la Messa ma che tutti voi, se lo desiderate, potete adottare. E il mio augurio è che dia a voi gli stessi benefici che sempre ha procurato, da quando la recito, a me”.

Padre celeste. Padre di misericordia, accogli la preghiera del tuo servo:

1)  in soddisfazione e remissione di tutti i miei peccati;

2)  a salute e forza della mia anima, della mia casa e di quelli ai quali mi legano le obbligazioni del mio servizio;

3)  in soddisfazione e remissione dei peccati dei governanti, dei prelati, delle anime consacrate e di tutti, affinché ti degni di concedere a tutti la grazia dello Spirito Santo;

4)  per tutti i peccatori del mondo, perché tu li converta e li riconduca sulla strada della salvezza;

5)  a conforto dei tribolati, affinché tu dia ad essi il sostegno e la vera pazienza;

6)  a refrigerio e liberazione delle anime del purgatorio, principalmente di quelle che hanno diritto alla mia preghiera;

e infine a illuminazione di tutte le genti che non hanno ricevuto la luce del Vangelo e dei nostri fratelli separati, perché tutti conoscano e amino Te, Padre Onnipotente, che col Figlio e lo Spirito Santo sei benedetto nei secoli dei secoli. Così sia.

- san Giovanni XXIII, papa - 



Papa Giovanni XXIII (Sotto il Monte 25 novembre 1881-Città del Vaticano 3 giugno 1963). Fu eletto papa il 28 ottobre 1958, in meno di cinque anni di pontificato riuscì ad avviare il rinnovato impulso evangelizzatore della Chiesa Universale. 
E’ ricordato con l’appellativo di “Papa buono”. 
Indisse il Consiglio Vaticano II e riuscì a programmarlo e ad organizzarlo in pochi mesi, Il 4 ottobre 1962, ad una settimana dall’inizio del Consiglio si recò in pellegrinaggio a Loreto ed Assisi, per affidare le sorti del Concilio alla Madonna e a San Francesco.
Ancor prima dell’apertura del Concilio Vaticano II il Santo Padre manifestò la malattia, un tumore allo stomaco, che lo portò alla nascita in cielo il 3 giugno 1963. Pur visibilmente provato dalla malattia, Papa Giovanni firmò l'11 aprile 1963 l'enciclica Pacem in terris e, un mese più tardi, l'11 maggio 1963 ricevette dal Presidente della Repubblica italiana Antonio Segni il premio Balzan per il suo impegno in favore della pace. Fu il suo ultimo impegno pubblico.
Durante il Concilio Vaticano II molti vescovi avrebbero voluto proclamare Giovanni XXIII santo per acclamazione. Ma Paolo VI preferì percorrere la strada istituzionale, e aprì nel 1965 la causa di beatificazione.  
Nel 1966 al termine del processo canonico  vennero raccolte più di 300 testimonianze nel corso di diciotto processi informativi.
Papa Giovanni XXIII fu dichiarato beato da papa Giovanni Paolo II il 3 settembre 2000.
Il miracolo richiesto per la beatificazione di Giovanni XXIII fu la guarigione improvvisa, avvenuta a Napoli il 25 maggio 1966, di suor Caterina Capitani, delle Figlie della Carità, affetta da una gastrite ulcerosa emorragica gravissima che l'aveva ridotta in fin di vita. 
La guarigione fu dichiarata scientificamente inspiegabile dalla Consulta Medica della Congregazione per le Cause dei Santi; i Consultori teologi e i Padri, Cardinali e Vescovi della Congregazione hanno riconosciuto gli estremi del miracolo di III grado, e Giovanni Paolo II lo approvò come tale con decreto del 27 gennaio 2000.
La canonizzazione avvenne la domenica 27 aprile 2014, in piazza San Pietro, insieme a quella di Giovanni Paolo II, ad opera di papa Francesco, alla presenza di un milione di fedeli.



Buona giornata a tutti. :-)







sabato 30 settembre 2017

Hai dimenticato una cosa! Vita di san Girolamo (30 settembre 2017)

Ben prima di diventare un sapiente e stimato esegeta, brillante consigliere di nobildonne dell'alta società romana, Girolamo aveva tentato un periodo di vita da eremita in una grotta del deserto di Giuda.
Con la presunzione tipica dell'età, il giovane Girolamo si era dedicato con ardore alle molteplici forme di ascesi allora in uso tra i monaci. Ma i risultati si facevano attendere: il tempo gli avrebbe fatto presto capire che la sua vera vocazione era altrove nella Chiesa e che il suo soggiorno tra i monaci della Palestina ne costituiva solo il preludio.
Tuttavia Girolamo doveva ancora imparare molte cose e intanto, da giovane novizio si trovava immerso nella disperazione: nonostante i suoi sforzi generosi, non riceveva alcuna risposta dal cielo.
Andava alla deriva, senza timone, in mezzo alle tempeste interiori, al punto che le vecchie tentazioni, già così familiari, non tardarono a rialzare la cresta. Girolamo era scoraggiato: cosa aveva fatto di male? Dov'era la causa di questo cortocircuito tra Dio e lui?
Come ristabilire il contatto con la grazia? Mentre Girolamo si arrovellava il cervello, notò all'improvviso un crocifisso che era comparso tra i rami secchi di un albero. Girolamo si gettò a terra e si percosse il petto con gesto solenne e vigoroso. E' in questa posizione umile e supplicante che lo raffigura la maggior parte dei pittori.
Subito Gesù rompe il silenzio e si rivolge a Girolamo dall'alto della croce: «Girolamo - gli dice - cos'hai da darmi? Cosa riceverò da te?». 
Girolamo non esita un attimo. Certo che aveva un sacco di cose da offrire a Gesù: «Naturalmente, Signore: i miei digiuni, la fame, la sete. Mangio solo al tramonto del sole!»
Di nuovo Gesù risponde: «Ottimo Girolamo, ti ringrazio. Lo so, hai fatto del tuo meglio. Ma hai ancora altro da darmi?» 
Girolamo ripensa a cosa potrebbe ancora offrire a Gesù. Ecco allora le veglie, la lunga recita dei salmi, lo studio assiduo giorno e notte della Bibbia, il celibato nel quale si impegnava con più o meno successo, la mancanza di comodità, la povertà, gli imprevisti che si sforzava di accogliere senza brontolare e infine il caldo di giorno e il freddo di notte
Ad ogni offerta, Gesù si complimenta e lo ringrazia.
Lo sapeva da tempo: Girolamo ci tiene così tanto a fare del suo meglio! 
Ma ad ogni offerta, Gesù, con un sorriso astuto sulle labbra, lo incalza ancora e gli chiede: «Girolamo, hai qualcos'altro da darmi?»
Alla fine, dopo che Girolamo ha enumerato tutte le cose buone che ricorda e siccome Gesù gli pone per l'ennesima volta la stessa domanda, un po' scoraggiato e non sapendo più a che santo votarsi, finisce per balbettare: «Signore, ti ho dato già tutto, non mi resta davvero più niente!».
Allora un grande silenzio piomba nella grotta e fino alle estremità del deserto di Giuda; Gesù replica un'ultima volta: «Eppure Girolamo hai dimenticato una cosa: dammi anche i tuoi peccati affinché possa perdonarteli...».



 Per quanto tu scenda in basso non sarai mai più umile di Cristo. 

San Girolamo -



Oggi, la bibbia è il libro più letto e tradotto al mondo e la si può trovare nelle lingue più diverse.

Ma è stato percorso un lungo cammino per renderla accessibile a tutte le lingue. È in questo scenario che entra la figura di San Girolamo. Dottore nell’interpretazione delle Sacre Scritture, filosofo, teologo, e storico, curò la prima traduzione dei testi originali in ebraico e greco verso il latino, la lingua parlata dal popolo a quell’epoca. Per questo, la sua traduzione fu chiamata vulgata, ovvero, popolare.

- Padre Eugenio Alliata -  ofm
Dir. Museo Studium Biblicum Franciscanum


”San Girolamo chiamava questa operazione ‘il ritorno alla verità ebraica’, che era la verità del testi originali ”. 

La conoscenza che Girolamo aveva della parola di Dio e la chiarezza delle sue idee giunsero all’allora papa Damaso, che gli affidò la missione di tradurre in latino i quattro vangeli nella forma più fedele possibile agli originali. A Roma, Girolamo completò la traduzione dei vangeli e anche una versione dei salmi, tradotta dal testo greco.
- Padre Eugenio Alliata -  ofm
Dir. Museo Studium Biblicum Franciscanum



Una volta partito da Roma, Girolamo venne in Terra Santa, conobbe i luoghi santi per comprendere meglio le sacre scritture e decise di stabilirsi a Betlemme. Fu in questa grotta, che si trova nella Basilica della Natività, accanto al luogo ove nacque Gesù, che egli si dedicò a lavori di traduzione.

“San Girolamo visse a Betlemme per 40 anni e in questo periodo scrisse qui numerosi commentari sulla Bibbia. Sono molto famose anche le sue lettere, e qui completò la traduzione dalla lingua ebraica di tutto l’antico testamento”

La grotta è molto visitata da pellegrini provenienti da tutte le parti del mondo e che rimangono incantati dinanzi alla storia di questo luogo.

- Padre Eugenio Alliata -  ofm
Dir. Museo Studium Biblicum Franciscanum

San Gerolamo scrivente - Caravaggio (Michelangelo Merisi)
Galleria Borhese, Roma (Italy)


Buona giornata a tutti. :-)




lunedì 28 agosto 2017

L’eternità e il Tempo - Sant'Agostino - 28 agosto

Forse perché è tua l'eternità tu ignori, mio Signore, ciò che ti dico, o vedi in successione temporale ciò che avviene nel tempo?
Perché ti faccio allora una cronaca fitta di tanti avvenimenti?
Non certo perché tu da me li apprenda: ma a questo modo io risveglio il sentimento di te in me stesso e negli altri che li leggeranno, finché diremo tutti - grande è il Signore e ben degno di lode.
L'ho già detto, e lo voglio dire ancora: è per amore dell'amore di te che faccio questo.
Del resto noi preghiamo anche se la verità stessa dice: il padre vostro sa cosa vi occorre prima ancora che glielo domandiate.
Noi dunque riveliamo la nostra disposizione d'animo nei tuoi confronti confessando le nostre miserie e i doni della tua misericordia, perché tu porti a compimento la nostra liberazione, visto che le hai dato principio, perché cessi la miseria che troviamo in noi e cominci la felicità d'essere in te.
Sei tu che ci hai chiamato a esser poveri per lo spirito e miti e piangenti e affamati e assetati di giustizia e pietosi e candidi e pacifici.
Ecco, è una lunga storia che io ti ho narrato, per quanto ho potuto e voluto - perché sei stato tu il primo a volere che mi confessassi a te, Dio mio Signore, perché sei buono, perché dura nei secoli la tua misericordia. 

- Sant’Agostino - 

“Le Confessioni”. Libro Undicesimo, L’eternità e il Tempo




Essere Chiesa non significa separarsi dagli altri, ma lasciarsi accendere dal fuoco di Dio per correre dagli altri ad annunciare l’unica grande notizia: 
Dio è amore. 
Se non si è missionari di Dio, non si è cristiani. 
I “lontani” dalla Chiesa ufficiale possono essere vicinissimi a Dio, mentre i “vicini” alla Chiesa possono essere lontanissimi da Dio. 
Quanti lupi sono dentro l’ovile (della Chiesa) e quante pecore sono fuori di esso.

- Sant'Agostino - 




Fratelli, fate vostra la mia avidità,
partecipate con me a questo desiderio;
amiamo insieme,
insieme bruciamo per questa sete,
insieme corriamo alla fonte di ogni conoscenza.
Presso Dio c’è la fonte della vita,
 una fonte inesauribile,
nella luce di lui c’è una luce che non si oscurerà mai.
Desidera questa luce,
questa fonte;
una luce che i tuoi occhi non hanno mai conosciuto;
vedendo questa luce l’occhio interiore si aguzza,
bevendo a questa fonte la sete interiore diventa più ardente.
Corri alla fonte, anela alla fonte.

- Sant'Agostino -
(Commento sul Salmo 41, 2)


Buona giornata a tutti. :-)






lunedì 14 agosto 2017

14 agosto 2017 - San Massimiliano Kolbe

O Dio, dammi il coraggio di chiamarti Padre.
Sai che non sempre riesco a pensarti con l'attenzione che meriti.
Tu non ti sei dimenticato di me, anche se io vivo spesso lontano dalla luce del tuo volto.
Fatti sentire vicino, nonostante tutto, nonostante il mio peccato grande o piccolo, segreto o pubblico che sia.
Avrei tante richieste da farti poiché, come sai, qui c'è bisogno di molte cose. Ma oggi non voglio fermarmi ad esse, poiché il mio cuore mi suggerisce altro.
Dammi la pace interiore, non quella a buon mercato che viene dal sentirsi giusti, ma quella che solo tu sai dare.
Dammi la forza di essere vero, sincero; strappa dal mio volto le maschere che oscurano la consapevolezza pura e semplice che io valgo qualcosa perché sono tuo figlio.
Toglimi i sensi di colpa, ma dammi insieme la possibilità di fare il bene.
Accorcia le mie notti insonni; spazza via le tante paure che mi vengono dietro come ombre; dammi la grazia della conversione del cuore.
Fammi comprendere che si è persone anche quando ci si riconosce vulnerabili, e si ha la libertà di piangere sul male del mondo.
Ricordati, Padre, di coloro che sono fuori di qui e che provano ancora interesse per me, perché io mi ricordi, pensando a loro, che solo l'Amore crea, l'odio distrugge e il rancore trasforma in inferno le mie lunghe e interminabili giornate.
Ricordati di me, o Dio, poiché sono sempre tuo figlio e come tale desidero cominciare a vivere.

- San Massimiliano Kolbe -





«Bisogna pregare molto.
Non occorrono molte parole, e non sempre ne abbiamo il tempo, ma possiamo innalzare frequenti giaculatorie.
Dio vuole che gli uomini diffondano la Sua Gloria, e lo stesso vuole anche da noi.
Perciò dobbiamo aspergere di preghiera ogni lavoro».

"Nelle opere di Dio nulla di grande nasce senza dolore!".


- San Massimiliano M. Kolbe - 



Preghiera all'Immacolata

Concedimi di lodarti, o Vergine santissima!

Concedimi di lodarti 
con il mio impegno e sacrificio personale!

Concedimi di vivere, lavorare, soffrire, 
consumarmi e morire per Te, solamente per Te!

Concedimi di condurre a Te il mondo intero!

Concedimi di contribuire 
ad una sempre maggior esaltazione di Te,
alla più grande esaltazione possibile di Te!

Concedimi di renderti una tale gloria 
quale nessuno mai Ti ha tributato finora!

Concedi ad altri di superarmi 
nello zelo per la tua esaltazione, 
e a me di superare loro, 
così che in una nobile emulazione 
la tua gloria si accresca 
sempre più profondamente, 
sempre più rapidamente, 
sempre più intensamente, 
come desidera Colui 
che Ti ha innalzata in modo così ineffabile 
al di sopra di tutti gli esseri!

Deh, concedimi di lodarti, o Vergine santissima! 

- San Massimiliano M. Kolbe -

Buona giornata a tutti. :-)




domenica 14 maggio 2017

Mamma... è poco dedicarti un solo giorno

Cara figlia mia,
voglio narrarti una storia. Molto tempo fa, un uomo che aveva ricevuto da Dio il dono di dipingere con pennelli e colori le meraviglie che vedeva attorno a sè, pensò che era giusto insegnare la sua arte ad altri giovani così che non morisse con lui.
Spiegò ai suoi allievi come usare i pennelli, a diluire i colori per ottenere le sfumature più infinite per rappresentare il creato. 
Quando, secondo lui, furono pronti, mostrò loro un suo dipinto e li esortò a riprodurlo il più fedelmente possibile, seguendo i suoi insegnamenti concedendo loro una settimana di tempo.
Trascorsi i sette giorni ogni allievo si recò da lui con la propria opera. 
Quale fu la meraviglia del maestro quando vide che ogni riproduzione era simile nei tratti alla sua originale, ma i toni e le sfumature li distinguevano una dall'altra. Deluso e amareggiato li rimproverò per non aver ascoltato i suoi insegnamenti.
Prima che gli allievi avessero modo di difendersi, intervenne la sposa del maestro pittore, che aveva assistito a tutto restando fino ad allora in disparte. "Marito mio, tu hai trasmesso a questi giovani il tuo dono, mostrando loro come usarlo, secondo il loro cuore e la loro anima. E sai bene che ogni anima è dono di Dio ed è unica. Come puoi chiedere, anche ad uno solo di loro, di guardare il mondo coi tuoi occhi...tu puoi insegnargli a osservare la natura e la tecnica per riprodurla, ma è con i suoi occhi che egli la vedrà e la esprimerà attraverso la sua anima, unica e ineguagliabile. E ogni opera che uscirà dalle sue mani, grazie al dono che tu gli hai fatto, sarà mirabile e unica, degna di onore e ammirazione. Tu hai donato loro il pennello per dipingere la vita... ma lascia che lo usino secondo il loro cuore e sii sempre e comunque fiero di loro".
Fu così che il pittore capì che se facciamo un dono non possiamo ipotecare l'uso che ne verrà fatto.
Ecco figlia mia Dio ha fatto dono ad ogni donna di cooperare alla creazione delle vita, attraverso la maternità e in tantissimi altri modi. 
Ogni madre userà il pennello avuto in dono, per insegnare ai figli a dipingere, secondo coscienza e amore, la vita che decideranno di avere per volontà e aspirazione.
Ogni opera sarà unica, frutto di insegnamenti ricevuti attraverso atti di amore, rispetto, compassione, riconoscenza, carità e umiltà. 
Poiché tutti siamo fallibili, gli errori nel tuo dipinto lo renderanno ancora più prezioso e unico.
Ma ricorda che col tuo pennello potrai dipingere qualunque cosa, secondo il tuo cuore e i tuoi desideri, in piena libertà. 
Ecco ora il pennello è tuo, è un dono, usalo come meglio senti di fare; ricorda i miei insegnamenti sempre, perché son frutto della vita che ho ricevuto e che ti ho dato, ma dipingi la tua vita coi colori che vedono i tuoi occhi, attraverso il cuore.
Fai lo stesso coi tuoi figli e quando verrà il momento lascia loro in dono questo pennello, come faccio ora con te. 
Così che in futuro tutti possano godere degli insegnamenti ma mantengano la libertà di utilizzarli.
Ciò che ti lascio, è la tela dove ho dipinto la mia vita, perché tu la possa osservare e prenderne spunto per dipingere la tua, secondo le tue sole aspirazioni;è la forza di camminare con le tue gambe, ma mai da sola, perché il filo con il quale il Padre ci ha legato non può essere spezzato e io sarò sempre parte di te come tu di me.
Prendi questo dono e sii sempre fiera delle tue capacità, in esso c'è anche il mio cuore che da sempre batte assieme al tuo, per l'eternità.
Con amore la tua mamma.

Dedicato a tutte le donne che insegnano a dipingere la vita attraverso la loro, e a tutte le mamme con e senza ali.




Cara mamma
Oggi ho fatto una riflessione:
ho pensato a quando sono nato.
Prima di nascere stavo benone
dentro al tuo pancione:
comodo e sicuro
non avevo paura, anche se ero allo scuro.
Nuotavo nell’acqua senza rumore
e ascoltavo il dolce”tuu tuu” del tuo cuore.
Mi ciucciavo il dito per un momento
ed era un gran divertimento.
Poi il grande giorno è arrivato
e io sono nato.
Che emozione uscire dal tuo pancione:
tu mi hai abbracciato
e tenuto al calduccio
stretto sul tuo petto.
Poi ti ho guardato e subito ti ho pensato.
“Evviva, questa è la mamma che ho sempre sognato”.



Grazie a te, donna-madre, che ti fai grembo dell'essere umano nella gioia e nel travaglio di un'esperienza unica, che ti rende sorriso di Dio per il bimbo che viene alla luce, ti fa guida dei suoi primi passi, sostegno della sua crescita, punto di riferimento nel successivo cammino della vita.

Grazie a te, donna-sposa, che unisci irrevocabilmente il tuo destino a quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono, a servizio della comunione e della vita.

Grazie a te, donna-figlia e donna-sorella, che porti nel nucleo familiare e poi nel complesso della vita sociale le ricchezze della tua sensibilità, della tua intuizione, della tua generosità e della tua costanza.

Grazie a te, donna-lavoratrice, impegnata in tutti gli ambiti della vita sociale, economica, culturale, artistica, politica, per l'indispensabile contributo che dai all'elaborazione di una cultura capace di coniugare ragione e sentimento, ad una concezione della vita sempre aperta al senso del «mistero», alla edificazione di strutture economiche e politiche più ricche di umanità.

Grazie a te, donna-consacrata, che sull'esempio della più grande delle donne, la Madre di Cristo, Verbo incarnato, ti apri con docilità e fedeltà all'amore di Dio, aiutando la Chiesa e l'intera umanità a vivere nei confronti di Dio una risposta «sponsale», che esprime meravigliosamente la comunione che Egli vuole stabilire con la sua creatura.

Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani.

- san Giovanni Paolo II, papa - 
Fonte:  Lettera di Giovanni Paolo II alle donne del 1995






Grazie mamma

Grazie, mamma
perché mi hai dato 
la tenerezza delle tue carezze,
il bacio della buona notte,
il tuo sorriso premuroso,
la dolce tua mano che mi dà sicurezza. 
Hai asciugato in segreto le mie lacrime,
hai incoraggiato i miei passi,
hai corretto i miei errori,
hai protetto il mio cammino,
hai educato il mio spirito,
con saggezza e con amore
mi hai introdotto alla vita.
E mentre vegliavi con cura su di me 
trovavi il tempo
per i mille lavori di casa. 
Tu non hai mai pensato
di chiedere un grazie.
Grazie mamma.
 

- Judith Bond - 




Tantissimi Auguri a tutte le mamme del mondo!

Il Signore Vi Benedica e Vi protegga sempre per quello che fate ogni giorno. 
Un pensiero speciale anche per le mamme che sono in Cielo. 
E una preghiera alla nostra Mamma Celeste!

- Stefania -



sabato 13 maggio 2017

13 Maggio 1982 - Preghiera del Santo Padre Giovanni Paolo II di Affidamento e di Consacrazione alla Vergine di Fatima -



“Sotto la tua protezione 
cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio”!

1. Pronunciando le parole di questa antifona, 
con la quale la Chiesa di Cristo 
prega da secoli, 
mi trovo oggi in questo luogo 
da te scelto e da te, Madre, 
particolarmente amato.
Sono qui, unito con tutti i Pastori della Chiesa 
in quel particolare vincolo, 
mediante il quale costituiamo 
un corpo e un collegio, 
così come Cristo volle gli Apostoli 
in unità con Pietro.
Nel vincolo di tale unità, 
pronunzio le parole del presente Atto,
in cui desidero racchiudere, 
ancora una volta, 
le speranze e le angosce della Chiesa 
nel mondo contemporaneo.
Quaranta anni fa 
e poi ancora dieci anni dopo 
il tuo servo, il Papa Pio XII, 
avendo davanti agli occhi 
le dolorose esperienze 
della famiglia umana, 
ha affidato e consacrato 
al tuo Cuore Immacolato 
tutto il mondo 
e specialmente i popoli 
che erano particolare oggetto 
del tuo amore 
e della tua sollecitudine.
Questo mondo degli uomini 
e delle nazioni 
ho davanti agli occhi anch’io oggi, 
nel momento in cui desidero rinnovare 
l’affidamento e la consacrazione 
compiuta dal mio predecessore 
nella Sede di Pietro: 
il mondo del secondo millennio 
che sta per terminare, 
il mondo contemporaneo, 
il nostro mondo odierno!
La Chiesa memore delle parole del Signore: 
“Andate . . . e ammaestrate tutte le nazioni . . . 
Ecco, io sono con voi tutti i giorni, 
fino alla fine del mondo” (Mt 28, 19-20), 
ha rinnovato, nel Concilio Vaticano II, 
la coscienza della sua missione 
in questo mondo.
E perciò, o Madre degli uomini e dei popoli, 
tu che “conosci tutte le loro sofferenze 
e le loro speranze”, 
tu che senti maternamente tutte le lotte 
tra il bene e il male, 
tra la luce e le tenebre, 
che scuotono il mondo contemporaneo, 
accogli il nostro grido che, 
come mossi dallo Spirito Santo, 
rivolgiamo direttamente 
al tuo Cuore e abbraccia, 
con l’amore della Madre e della Serva, 
questo nostro mondo umano, 
che ti affidiamo e consacriamo, 
pieni di inquietudine 
per la sorte terrena ed eterna 
degli uomini e dei popoli.
In modo speciale 
ti affidiamo e consacriamo 
quegli uomini e quelle nazioni, 
che di questo affidamento 
e di questa consacrazione 
hanno particolarmente bisogno.
“Sotto la tua protezione 
cerchiamo rifugio, 
santa Madre di Dio”!
Non disprezzare le suppliche 
di noi che siamo nella prova! 
Non disprezzare!
Accogli la nostra umile fiducia 
e il nostro affidamento!


2. “Dio infatti ha tanto amato il mondo 
da dare il suo Figlio unigenito, 
perché chiunque crede in lui non muoia, 
ma abbia la vita eterna” (Gv 3, 16). 
Proprio questo amore ha fatto sì che il Figlio di Dio 
abbia consacrato se stesso: 
“Per loro io consacro me stesso, 
perché siano anch’essi consacrati 
nella verità” (Gv 17, 19).
In forza di quella consacrazione
i discepoli di tutti i tempi 
sono chiamati a impegnarsi 
per la salvezza del mondo, 
ad aggiungere qualcosa 
ai patimenti di Cristo 
a favore del suo Corpo 
che è la Chiesa (cf. 2 Cor 12, 15; Col 1, 24).
Davanti a te, 
Madre di Cristo, 
dinanzi al tuo Cuore Immacolato,
io desidero oggi, 
insieme con tutta la Chiesa, 
unirmi col Redentore nostro 
in questa sua consacrazione 
per il mondo e per gli uomini, 
la quale solo nel suo Cuore divino 
ha la potenza di ottenere il perdono 
e di procurare la riparazione.
La potenza di questa consacrazione 
dura per tutti i tempi 
ed abbraccia tutti gli uomini, 
i popoli e le nazioni, 
e supera ogni male, 
che lo spirito delle tenebre 
è capace di ridestare 
nel cuore dell’uomo 
e nella sua storia e che, 
di fatto, ha ridestato nei nostri tempi.
A questa consacrazione 
del nostro Redentore, 
mediante il servizio 
del successore di Pietro, 
si unisce la Chiesa, 
Corpo mistico di Cristo.
Oh, quanto profondamente 
sentiamo il bisogno 
di consacrazione per l’umanità 
e per il mondo: 
per il nostro mondo contemporaneo, 
nell’unità con Cristo stesso! 
L’opera redentrice di Cristo, infatti, 
deve essere partecipata dal mondo 
per mezzo della Chiesa.
Oh, quanto ci fa male, quindi, 
tutto ciò che nella Chiesa 
e in ciascuno di noi si oppone 
alla santità e alla consacrazione! 
Quanto ci fa male 
che l’invito alla penitenza, 
alla conversione, alla preghiera, 
non abbia riscontrato quell’accoglienza 
che doveva!
Quanto ci fa male 
che molti partecipino così freddamente 
all’opera della Redenzione di Cristo! 
Che così insufficientemente si completi 
nella nostra carne “quello che manca 
ai patimenti di Cristo” (Col 1, 24).
Siano quindi benedette tutte le anime, 
che obbediscono alla chiamata 
dell’eterno Amore! 
Siano benedetti coloro che, 
giorno dopo giorno, 
con inesausta generosità 
accolgono il tuo invito, 
o Madre, 
a fare quello che dice il tuo Gesù (cf. Gv 2, 5) 
e danno alla Chiesa e al mondo
una serena testimonianza di vita 
ispirata al Vangelo.
Sii benedetta sopra ogni cosa tu, 
Serva del Signore, 
che nel modo più pieno 
obbedisci alla Divina chiamata!
Sii salutata tu, che sei interamente unita 
alla consacrazione redentrice del tuo Figlio!
Madre della Chiesa! 
Illumina il Popolo di Dio 
sulle vie della fede, 
della speranza e della carità! 
Aiutaci a vivere 
con tutta la verità 
della consacrazione di Cristo 
per l’intera famiglia umana 
del mondo contemporaneo.


3. Affidandoti, o Madre, 
il mondo, tutti gli uomini e tutti i popoli, 
ti affidiamo anche la stessa consacrazione per il mondo, 
mettendola nel tuo Cuore materno.
Oh, Cuore Immacolato! 
Aiutaci a vincere la minaccia del male, 
che così facilmente si radica 
nei cuori degli stessi uomini d’oggi 
e che nei suoi effetti incommensurabili 
già grava sulla nostra contemporaneità 
e sembra chiudere le vie verso il futuro!
Dalla fame e dalla guerra, liberaci!
Dalla guerra nucleare, 
da una autodistruzione incalcolabile, 
da ogni genere di guerra, liberaci!
Dai peccati contro la vita dell’uomo sin dai suoi albori, liberaci!
Dall’odio e dall’avvilimento della dignità dei figli di Dio, liberaci!
Da ogni genere di ingiustizia nella vita sociale, 
nazionale e internazionale, liberaci!
Dalla facilità di calpestare i comandamenti di Dio, liberaci!
Dai peccati contro lo Spirito Santo, liberaci! liberaci!

Accogli, o Madre di Cristo, 
questo grido carico della sofferenza di tutti gli uomini! 
Carico della sofferenza di intere società!
Si riveli, ancora una volta, nella storia del mondo l’infinita potenza dell’Amore misericordioso! 
Che esso fermi il male!
Trasformi le coscienze!
Nel tuo Cuore Immacolato si sveli per tutti la luce della Speranza!

Una speciale preghiera 
voglio ancora rivolgerti, 
o Madre che conosci le ansie 
e le preoccupazioni dei tuoi figli.
Con invocazione accorata 
ti supplico di interporre la tua intercessione 
per la pace nel mondo, 
tra i popoli che, in diverse regioni, 
contrasti di interessi nazionali 
o atti di ingiusta prepotenza 
oppongono sanguinosamente fra di loro.
Ti supplico, in particolare, 
perché abbiano fine 
le ostilità che dividono 
ormai da troppi giorni 
due grandi Paesi 
nelle acque dell’Atlantico meridionale, 
cagionando dolorose perdite di vite umane. 
Fa’ che si trovi finalmente 
una soluzione giusta e onorevole 
fra le due parti, 
non solo per la controversia 
che le divide e minaccia 
con imprevedibili conseguenze, 
ma anche e soprattutto 
per il ristabilimento fra esse 
della più alta e profonda armonia, 
quale conviene alla loro storia, 
alla loro civiltà, 
alle loro tradizioni cristiane.

- San Giovanni Paolo II, papa - 
Fatima - Giovedì, 13 maggio 1982


Fatima, Portogallo, 13 luglio 1917

Lucia levò gli occhi sgranati al cielo e vide scendere la Signora. 
L'apparizione proveniva da oriente, come le due volte precedenti: un puntino luminoso che emergeva dalla profondità di un cielo ricoperto di nubi. 
Si avvicinò veloce, planando senza fluttuazioni, e la sua figura risplendette di luce non appena si fu posata sul leccio, a un paio di metri da terra.
La Signora stava in piedi, la sua immagine cristallizzata avvolta in un bagliore che sembrava risplendere più del sole. 
Di fronte a quella bellezza accecante, Lucia abbassò lo sguardo. 

- Steve Berry -




Lascia registrato su carta Suor Lucia: «un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo indicando la terra con la mano destra,  con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo (…) un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”. 
Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarci, attraversò una grande città mezza in rovina e tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. 
Sotto i due bracci della Croce c’erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio».




O Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell'inferno, porta in Cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia.
Cuore Immacolato di Maria, prega per noi.
Madonna del Rosario di Fatima, prega per noi.

Buona giornata a tutti :-)