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mercoledì 29 gennaio 2020

Il buio interiore

Ilaria, una pia casalinga di mezz'età di quella città, benestante, era convinta di essere una persona onesta e virtuosa. Lo si intuiva non solo dalle conversazioni che aveva con le sue amiche, ma anche dall'atteggiamento. Sosteneva che tutti i mendicanti erano dei fannulloni e che non bisognava dar loro retta, evitava certi individui ritenuti da lei troppo volgari, frequentava i primi posti della chiesa parrocchiale e chiacchierava con alcune sue amiche sui molti difetti che trovava disdicevoli in persone di sua conoscenza.
Si era iscritta anche ad una associazione in difesa degli animali abbandonati e ad un ente morale per la salvaguardia del pubblico pudore. Intimamente, però, non era soddisfatta. 

Non riusciva a capire perché cadeva in certe forme di depressione, nonostante le sue molteplici attività filantropiche.

Su consiglio di una sua amica, andò a trovare il saggio Elia e gli spiegò la sua situazione.

Elia le diede un libro da leggere : era una biografia di madre di Teresa di Calcutta. Si fece promettere la restituzione.

Dopo averlo letto, Ilaria ritornò dal saggio dicendogli:

- Questo libro mi ha sconvolta. Sono ancora più depressa di prima e non capisco ancora perché. - 

Allora Elia le prestò un altro libro: "Storia di un'anima" di Teresa di Lisieux, raccomandandole la lettura a qualsiasi costo.

Quando Ilaria venne per restituirlo, riferì al saggio che il libro l'aveva ancora più sconvolta. Poi Elia le diede una copia del Vangelo facendosi promettere una lettura molto attenta.

Così fece, ma quando ritornò per restituirgli il libro, gli disse che non trovava più pace, rimpiangendo il passato in cui si sentiva a posto con la coscienza. Allora Elia le disse:

- Entra in quella stanza e dimmi se è pulita!

Ilaria aveva sentito parlare delle sue stranezze, ma questa era veramente assurda per lei.

Fece come le disse, ma siccome i balconi erano socchiusi, accese la luce. Guardò attorno, scrutò la superficie della scrivania e vide che c'era polvere.
- Te la sentiresti di eliminare tutta la polvere di questa stanza? - le chiese Elia.
Ilaria fu per un momento esitante, poi esclamò:
- Certo! La farò diventare come uno specchio!
E si mise all'opera: lo spazio era piccolo con pochissimi mobili. Non fu difficile per lei spazzare, strofinare e ripassare tutto.
Poi chiamò fieramente Elia, il quale osservò attorno attentamente e disse:
Ti ringrazio. Comunque è rimasta ancora della polvere che tu non vedi!
Ilaria, sbigottita, osservò meglio i mobili, il pavimento, ogni angolo e il davanzale. Poi disse, un po' irretita:
- No! So fare le pulizie io! ...Non c'è più polvere in questa stanza!
Elia spense la luce dicendole:
- Osserva in quella direzione e avvicinati!
- Vedo un raggio di luce... - disse.
- Avvicinati al raggio e dimmi cosa vedi! - l'esortò il saggio.
Ilaria vide il pulviscolo ben illuminato da quel raggio di sole. - Allora c'è ancora polvere? - chiese Elia. Poi aggiunse:
- Vedi... è un po' quello che succede al nostro animo. Ci illudiamo di averlo pulito, ma quando un raggio di verità filtra nel buio interiore, vediamo ciò che prima non volevamo vedere!
Ilaria tornò a casa. Dopo qualche settimana di riflessione su ciò che le era accaduto, smise di chiacchierare sui difetti degli altri e cambiò atteggiamento.
Così guarì anche dalla depressione.
E' più difficile scoprire i propri difetti che quelli degli altri.



Io voglio ricordare le mie colpe passate, le oscurità della mia anima, non perché io le amo, ma perché voglio amare Te, o mio Dio.
Lo faccio per amore del Tuo amore, rievocando le mie strade perverse. 


- Sant’Agostino - 



O Padre, sei indulgente verso colui che si riconosce peccatore.
O Padre noi ritorniamo a Te con umiltà. 
Tu ci purifichi dalle cattive abitudini, sei indulgente verso colui che si riconosce peccatore. 
Ascolti il pianto di coloro che hanno i ceppi ai piedi, ci liberi dalle catene con cui siamo imprigionati da noi stessi.


- Sant’Agostino –


"Va’ dal tuo confessore, aprigli il tuo cuore; esponi a lui tutti i recessi della tua anima; fa’ tesoro del consiglio che egli ti darà con la massima umiltà e semplicità. 
Perché Dio, che ha un amore infinito per l’obbedienza, rende sovente proficui i consigli che ascoltiamo dagli altri, ma sopra tutto da quelli che sono le guide delle nostre anime".


- San Francesco di Sales – 




Resta con noi Signore 

Tu che vieni come luce
per accompagnarci lungo un cammino di fatica e di speranza.
Resta con noi, Signore,
quando i dubbi contro la fede ci assalgono
e lo scoraggiamento atterra la nostra speranza.
Quando l'indifferenza raffredda il nostro amore,
e la tentazione sembra troppo forte.
Quando qualcuno deride la nostra fiducia,
e le nostre giornate sono piene di distrazioni.
Quando la sconfitta ci coglie di sorpresa
e la debolezza invade ogni desiderio.
Quando ci troviamo soli, abbandonati da tutti,
e il dolore ci porta alle lacrime disperate.
Signore, nella gioia e nel dolore,
nella vita e nella morte, resta con noi!

Padre Maior




Buona giornata a tutti. :-)


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venerdì 24 gennaio 2020

Con questi quattro stracci - Eric Pearlam

Con questi quattro stracci addosso,
non devo abbassare il capo
di fronte a nessuno,
non devo battere i pugni
sul tavolo della vita
per ottenere l’attenzione del cielo,
non devo sentirmi a disagio
alla mensa del tempo
e al brindisi della pace.

Mi bastano questi quattro stracci,
per entrare a pieno titolo
nel mondo delle creature di Dio,
per sfilare sulla passerella
di quanti sono amati
fin dall’eternità.

Con questi quattro stracci addosso,
assaporo l’eleganza di un universo
che abbraccia il mio orizzonte
più di quanto io possa immaginare.

Con questi quattro stracci addosso,
io sono al tuo cospetto,
un re,
un angelo,
un figlio prediletto,
Padre mio.

- Eric Pearlam -




Dovevo fare una scelta e così mi affidai ad una moneta. Dentro di me sapevo quello che realmente volevo ma ero indeciso, avevo paura. Alla fine decisi ugualmente di lanciarla, mi preparai. Tremavo perché ciò che scaturiva doveva essere la mia scelta. 
La mano sudava, il cuore batteva. Per la strada non passava nessuno, ero io stesso il giudice, l'arbitro che doveva verificare la correttezza... sceglierò ciò che esce... ma all'improvviso, quando ero quasi pronto mi si avvicina un bambino malconcio, sporco, denutrito ma con un sorriso meraviglioso. Lui non mi chiese nulla mi guardava. 
Non aveva scelto, lo aveva fatto qualcuno al suo posto ed ora stava cosi a pagarne le conseguenze. 
Smisi di sudare, aprii la mia mano e diedi a lui quella moneta. 
O testa o croce, quella era la miglior scelta che potevo fare.


- Domenico Torelli -

dipinto di Agim Sulaj


Cari giovani……. Che cosa lascerete voi alla prossima generazione? 
State voi costruendo le vostre esistenze su fondamenta solide, state costruendo qualcosa che durerà? 
State vivendo le vostre vite in modo da fare spazio allo Spirito Santo in modo da fare spazio allo Spirito Santo in mezzo ad un mondo che vuole dimenticare Dio, o addirittura rigettarlo in nome di un falso concetto di libertà? 
Come state usando i doni che vi sono stati dati, la “forza” che lo Spirito Santo è anche ora pronto a effondere su di voi? 
Che eredità lascerete ai giovani che verranno? Quale differenza voi farete? 
La forza dello Spirito Santo non ci illumina soltanto né solo ci consola. 
Ci indirizza anche verso il futuro, verso l’avvento del Regno di Dio. 
Che magnifica visione di una umanità redenta e rinnovata noi scorgiamo nella nuova era promessa dal vangelo odierno!


- Papa Benedetto XVI GMG Sidney 20 luglio 2008 -


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sabato 11 gennaio 2020

Era in mezzo alla strada, vacillante – Padre Michel Quoist

Era in mezzo alla strada, vacillante. 
Cantava a squarciagola con la sua voce rauca
da ubriacone inveterato.
La gente si voltava, si fermava, si divertiva.
È arrivato un vigile, silenzioso, alle spalle.
Lo ha preso brutalmente per la spalla e portato dentro.
Cantava ancora.
La gente rideva.
Non ho riso.
Ho pensato, o Signore, alla donna che questa sera
attenderebbe invano.
Ho pensato a tutti gli altri ubriaconi della città,
quelli dei bar e dei caffè,
quelli dei ritrovi e dei night-club.
Ho pensato al loro ritorno, alla sera, in casa,
ai bimbi spaventati,
al portafoglio vuoto,
ai colpi,
alle grida,
alle lacrime,
ai bambini che nascerebbero dalle strette puzzolenti.
Ora hai steso la tua notte sulla città, o Signore.
E mentre s'intrecciano e snodano drammi
gli uomini che hanno difeso l'alcool,
fabbricato l'alcool,
venduto l'alcool,
nella stessa notte s'addormentano in pace.
Penso a tutti questi, mi fanno pietà;
hanno fabbricato e venduto miseria,
hanno fabbricato e venduto peccato.
Penso a tutti gli altri, la folla degli altri che lavorano
per distruggere e non per costruire,
per insozzare e non per nobilitare,
per istupidire e non per rasserenare,
per avvilire e non per accrescere.
Penso particolarmente, o Signore, a quella moltitudine
che lavora per la guerra,
che per nutrire la famiglia deve lavorare e distruggerne altre,
che per vivere deve preparare la morte.
Non ti chiedo di strapparli tutti al loro lavoro: non è possibile.
Ma fa', o Signore, che si pongano dei problemi,
che non dormano tranquilli,
che lottino in questo mondo in disordine,
che siano fermento,
che siano redentori.
Per tutti i feriti nell'anima e nel corpo, vittime del lavoro
dei loro fratelli.
Per tutti i morti, di cui migliaia di uomini hanno
coscienziosamente preparato la morte.
Per quell'ubriacone, grottesco clown in mezzo alla strada.
Per l'umiliazione e le lacrime della moglie.
Per la paura e le grida dei bambini.
Signore, abbi pietà di me troppo spesso sonnolento.
Abbi pietà degli infelici completamente addormentati e complici
di un mondo in cui fratelli si uccidono tra loro
per guadagnare il pane.

- Padre Michel Quoist -


Io non amo la gente perfetta, 
quelli che non sono mai caduti, 
non hanno inciampato.
A loro non si è svelata la bellezza della vita


- Boris Pasternak -



La pace del tuo cuore rende bella la vita di coloro che ti circondano.
Inabissarsi nell’ inquietudine non è mai stata una via evangelica. Costruire la propria fede sul tormento sarebbe come costruire la propria casa sulla sabbia. 
Ascolti in ogni momento questa parola di Gesù: «Vi lascio la mia pace, vi do la mia pace. Non tremi e non tema il vostro cuore»? La pace delle profondità ti rende più leggero per ri­prendere il cammino quando il fallimento o gli sco­raggiamenti pesano sulle tue spalle. E nascono lo stupore, un soffio poetico, una sem­plicità di vita e, per chi può capirlo, una visione mi­stica dell’essere umano. 
Per te questa preghiera del Vangelo: «Benedici noi, o Cristo, noi e coloro che ci hai affi­dati. Mantienici, nello spirito delle beatitudini, la gioia, la semplicità, la misericordia».


- Roger Schutz –



La civiltà non è né il numero né la forza, né il denaro. 
La civiltà è il desiderio paziente, appassionato, ostinato, 
che vi siano sulla terra meno ingiustizie, meno dolori, meno sventure. 
La civiltà è amarsi.


- Raoul Follereau -



Buona giornata a tutti. :-)

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mercoledì 8 gennaio 2020

Preghiera per mettere ordine nella vita – Patrizio Righero

In un barattolo di vetro,
ho rinchiuso i giorni da ricordare,
in una bottiglia scura,
le ore d'ansia e le sere di lacrime.
In una valigia,
i rancori,
i conti in sospeso,
le paure e le vigliaccherie.
Per i miei capricci,
gli errori e le cattiverie,
ho dovuto cercare un baule,
di quelli grandi,
per le coperte e i vestiti pesanti.
Voglio fare
il cambio di stagione.
Voglio mettere ordine, Signore.

Ma il vetro si incrina,
la tela si strappa,
il legno
si screpola.

Non c’è chiusura ermetica,
serratura o chiavistello
che possano reggere alla realtà.

Tutto, di nuovo, si confonde:
i dubbi macchiano la fede,
la malinconia scolora la speranza,
i peccati corrodono la carità.

Da sola non ci riesco, Signore.
Aiutami tu,
che mi conosci come nessun altro,
che sei l’autore della mia biografia,
che mi hai voluta fin dall’eternità.
Riordinami, Signore.
In te solo,
posso trovare la mia pace.


 - Patrizio Righero -
http://editrice.effata.it/autori/157/patrizio-righero/

Ispira le nostre azioni, Signore,
e accompagnale con il tuo aiuto,
perchè ogni nostro parlare ed agire
abbia sempre da te il suo inizio e in te il suo compimento.

Ogni passo della nostra vita, ogni azione, anche della chiesa, deve essere fatta davanti a Dio, alla luce della sua Parola. 

- Papa Benedetto XVI -
dalla Catechesi 25 aprile 2012

L'indifferenza così diffusa oggi verso la verità non sarà scossa dalla teoria, dal confronto dialettico, ma dalla testimonianza di vita, in cui viene incarnata la verità. 
L'indifferenza religiosa attuale non ha il carattere di una teoria; è piuttosto un materialismo pratico, cioè più vissuto che ragionato. 
Le nostre circostanze hanno qualcosa di simile a quelle dei primi cristiani. Essi testimoniarono la verità nella vita quotidiana e anche spesso con il martirio. 
E il mondo fu scosso da questa testimonianza.

- Lluìs Clavell -

  

Un giorno, a un luminare della medicina venne chiesto quale fosse la più grave malattia del secolo..
I presenti si aspettavano che dicesse il cancro o l’infarto..
Grande fu lo stupore generale quando lo scienziato rispose:
“L’indifferenza!”
Tutti allora si guardarono negli occhi e ognuno si accorse di essere gravemente ammalato..
Infine gli domandarono quale ne fosse la cura..
E lo scienziato disse ..
Accorgersene !! 




Buona giornata a tutti. :-)



venerdì 3 gennaio 2020

Destrezza? - Jairo Aníbal Niño


Quell'uomo era convinto che tutto si vendeva e che tutto si comprava. 

Un giorno sua moglie gli diede un figlio e l'uomo aspettò con impazienza che il bambino acquisisse la capacità di chiedere molte cose per provare la soddisfazione di insegnargli a contrattare per ciascuno dei suoi capricci.
Quando il figlio ebbe l'eta giusta, l'uomo lo invitò a sottoporgli l'elenco delle sue esigenze. 

Il bambino chiese il sipario dei tramonti, la chiave del sole, un meteorite, il solletico che sentirono alla bocca dello stomaco gli astronauti che scesero per la prima volta sulle praterie della luna, il bosco degli abbracci, un corso di lingue per sapere cosa dicono ballando le code dei cani, i ruscelli d'acqua che mormorano nei tronchi degli alberi e le parole fosforescenti che cantano negli occhi dei gatti, la corrente elettrica generata dai baci, un mouse di computer che gli insegnasse a evitare le trappole per topi delle risposte e lo guidasse invece sempre al formaggio delle domande, e un po' del suono del mare con la possibilità di infilarlo dentro una conchiglia. 
L'uomo non seppe che fare perché quelle cose non erano in vendita da nessuna parte.
Sua moglie, allora, lo condusse per mano al negozio dell'infanzia.
 

- Jairo Aníbal Niño -
Fonte:  "Preguntario", 1998


Il bambino al papà:
- é vero che le carote fanno bene alla vista?
il papà:
- certo! hai mai visto un coniglio con gli occhiali?  




Preghiera per la sera


.......Signore intorno a me è già tutto silenzio e tranquillità.

Manda l’Angelo della Pace in questa casa.
Rilassa i miei nervi, calma il mio spirito,

sciogli le mie tensioni,

inonda il mio essere di silenzio e di serenità.

Veglia su di me, Padre amato,

mentre mi affido fiducioso al sonno,

come un bambino che dorme felice fra le Tue braccia.

Nel Tuo nome Signore,

riposerò tranquillo.
Amen



Buona giornata a tutti. :-)





giovedì 2 gennaio 2020

Caro Gesù - don Tonino Bello

Ho faticato non poco a trovarti.
Ero persuaso che tu stessi laggiù,
dove il Giordano rallenta la sua corsa tra i canneti e i ciottoli,
scintillando sotto il velo tremante dell'acqua,
rendendo più agevole il guado.
C'è tanta folla in questi giorni che si accalca lì,
sulla ghiaia del greto, per ascoltare Giovanni,
il profeta di fuoco che non si lascia spegnere neppure nel fiume.
Immerso fino ai fianchi dove il letto sprofonda
e la corrente crea mulinelli di schiuma,
invita tutti a entrare nell'acqua,
per rivivere i brividi di un esodo antico
e mantenere vive le promesse, gonfie di salvezza.
In un primo momento,
conoscendo la tua ansia di convivere con la gente,
e sapendo che la tua delizia è stare con i figli dell'uomo,
pensavo di trovarti in quell'alveare di umanità brulicante sugli argini.
Qualcuno, però, che pure ti ha visto uscire dal Giordano,
grondante di acqua e di Spirito,
e mescolarti tra la turba di pubblicani e peccatori,
di leviti e farisei, di soldati e prostitute,
mi ha detto che da qualche giorno eri scomparso dalla zona.
Ora, finalmente, ti ho trovato.
Ed eccomi qui, accanto a te,
non so bene se condotto anch'io dallo Spirito,
in questo misterioso deserto di Giuda,
tana di fiere e landa di ululati solitari.


- Don Tonino Bello -


Per seguire Gesù più da vicino e vivere con gioia e generosità la missione affidata ci vuole:
un Cuore libero, rimanendo poveri, dipendenti da Dio:
un Cuore innamorato di Cristo, gettandosi nell’abisso della sua luce:
un Cuore umano, che batta secondo i ritmi di Gesù;
un Cuore di compassione, capace di capire la gente
un Cuore fedele consapevole che è Dio che ci dà la mano e la tiene stretta;
Guardare avanti con fierezza, superando ogni difficoltà e la lusinghe del mondo;
Vivere in mezzo alla gente, sentendo il sapore, il profumo del popolo;
Abbandonarsi in Dio!

Così resi felici da Gesù, possiamo essere in grado di trasferire questa felicità agli altri!



Preghiera della sera

Gesù, luce da luce,
sole senza tramonto,
tu rischiari le tenebre
nella notte del mondo.

In te, santo Signore,
noi cerchiamo il riposo
dall'umana fatica,
al termine del giorno.

Se i nostri occhi si chiudono,
veglia in te il nostro cuore;
la tua mano protegga
coloro che in te sperano.

Difendi, o Salvatore,
dalle insidie del male
i figli che hai redenti
col tuo sangue prezioso.

A te sia gloria, o Cristo,
nato da Maria vergine,
al Padre e allo Spirito
nei secoli dei secoli. Amen.


Buona giornata a tutti. :-)







mercoledì 1 gennaio 2020

Anno nuovo, vita nuova? - Ezio Risatti, sdb

"Anno nuovo, vita nuova. Da quest'anno smetto di fare cosa vogliono gli altri e faccio di testa mia!".
È l'impegno che ogni trecentosessantacinque giorni - trecentosessantasei negli anni bisestili - un gran numero di uomini e di donne prendono con se stessi man mano che si avvicina lo scoccare della mezzanotte. 
Una promessa che merita di essere mantenuta, ma ad alcune condizioni…
Un esercito di "maestri".
Anche se molti pensano di essere liberi e indipendenti, la realtà dimostra che - dal momento della nascita a quello della morte - si è sottoposti a messaggi che, in modo più o meno subdolo, tendono a orientare la volontà, le aspirazioni e i desideri. 
"Maestri" di vita che - talora consigliando e indirizzando, talaltra ammiccando o minacciando - inducono le persone a fare ciò essi reputano essere il loro bene.
Cominciano, quando si è ancora in fasce, i genitori e i famigliari impegnati a evitare che il neonato caschi dal passeggino e si faccia male e ad insegnargli a distinguere - man mano che acquista consapevolezza di sé e del mondo che lo circonda - ciò che gli fa bene da ciò che è nocivo. 
Continuano, negli anni della scuola e della giovinezza, i professori e gli amici, che - tra una lezione, una pizza e una partita di calcetto - propongono la propria visione della vita e del mondo. 
Si aggiunge, lungo tutto il corso della vita, l'influenza dei mezzi e delle tecniche di comunicazione sociale: radio, cinema, televisione, Internet e social network propongono instancabilmente - a ritmi sempre più frenetici - suggerimenti, strategie di comportamento, interventi di specialisti, "consigli per gli acquisti" più o meno invadenti per divulgare mode e modi di vivere e di pensare.
Si tratta, non di rado, di messaggi in conflitto tra loro. 
Come quando, per esempio, si assiste - nel corso del medesimo intervallo pubblicitario - a uno spot che invita a non rinunciare mai alla bontà di un dolce imbottito di creme e di zuccheri seguito da un altro che esalta l'importanza di una vita sana e senza grassi ed esorta a pranzare a base di barrette dietetiche. 
A dar retta a tutti c'è il rischio concreto di diventare pazzi…
Scavare nel profondo per essere più veri
Di fronte a questa cascata inesauribile di stimoli e di suggestioni è quanto mai fondamentale imparare a ragionare con la propria testa, a lavorare su se stessi per comprendere sempre più a fondo il proprio essere e la propria vocazione profonda. 
Non si tratta, naturalmente, di trasformarsi in "schegge impazzite" tese ad assecondare i capricci superficiali del momento ma di diventare progressivamente uomini e donne capaci di scavare dentro se stessi per depurare i desideri profondi da sensazioni, emozioni e stati d'animo passeggeri e, non di rado, fuorvianti. 
"Conosci te stesso" era scritto sulla facciata del tempio di Apollo, a Delfi, e non si stancavano di raccomandare Socrate e le scuole filosofiche dell'antica Grecia ai propri discepoli. E il loro ammonimento è ancora attuale. 
Conoscere se stessi è un lavoro, un cammino faticoso ma essenziale per essere sempre più in grado di valutare consapevolmente se e in quale misura accogliere o rifiutare la miriade di stimoli e di condizionamenti più o meno invadenti e subdoli che provengono quotidianamente dall'esterno.
Il sintomo che rivela che si sta "scavando" davvero dentro se stessi e si sta crescendo nella consapevolezza di sé è l'aumento della stima nei propri confronti, la soddisfazione - che si rinnova e si amplifica di volta in volta - per aver saputo dire dei sì e dei no coerenti con il proprio percorso di vita. Imparare a guidare sempre più responsabilmente la propria esistenza e a non diventare pedine nelle mani di chi ha tutto l'interesse a trasformare le persone in "burattini" è, senza dubbio, non solo la sfida di quest'anno, ma di tutti gli anni futuri.

- Ezio Risatti, sdb -



Ecco, Signore, un anno nuovo 

Ecco, Signore, un anno nuovo. Non sappiamo come sarà e possiamo solo sperare e farci auguri inutili che tuttavia carichiamo di buoni auspici.
"Buon anno! Buon anno!" ci diciamo; e l'esclamazione rimbalza e si diffonde come quando diciamo "buon giorno!" o "buona notte!" e il più delle volte si tratta quasi di un intercalare, privo di consistenza, privo di umana solidarietà: una vuota abitudine, a livello di pura cortesia. 
Potrebbe esprimere affetto, salire dall'umana simpatia fino a giungere alla cristiana carità; e invece non esprime più nulla: è una pura emissione di voce, una mera espressione di buone maniere prive ormai di sentimenti veri. 
Ci scivola, scialba, sulla lingua, impegnando soltanto i muscoli vocali, spesso neanche la mimica facciale, spesso neanche un sorriso accompagna la voce: "buon giorno" e basta, senza nulla dietro.
Forse, Signore, l'abbiamo detto troppe volte; e quel giorno non è più un giorno con l'alba e il tramonto, il sole che sorge e monta, alto, nel cielo e poi declina, nella sera; e l'augurarlo buono non è più un auspicio di gioia: è una specie di pedaggio obbligato, imposto dalla nostra civiltà, quando incrociamo un conoscente. Forse, Signore, l'abbiamo detto troppe volte e quel giorno non è più un giorno e la bontà non è più una bontà. 
L'uso continuo ce l'ha consumato nella bocca e nel cuore perché, di solito, noi non sappiamo reggere alla reiterazione senza perdere la verità e la partecipazione degli inizi. Ed invece dovremmo; e ricordarci che, ogni volta, è come se fosse la prima: anzi è in effetti la prima che, in quel momento, diciamo o facciamo o siamo; e dopo sarà un'altra, differente, anche se le somiglia, ma la stessa non è.
Esiste perfino un vecchio assioma, che ripetono i nostri moralisti, il quale afferma: "ab assuetis non fit passio", non ci commoviamo più, ai gesti consueti e ripetuti. 
Che triste filosofia, Signore! 
Se fosse vera distruggerebbe il matrimonio, l'amicizia: tutto distruggerebbe; e il nostro mondo farebbe naufragio in un mare piatto, senza onde, senza nessuna increspatura di stupore, di emozione, di passione, senza entusiasmo, senza nulla. 
Non ci credo, Signore, a quell'assioma che ho studiato a scuola; anche se so che grava su di noi, come una perenne minaccia; e che il tempo può rinnovare ma, più spesso, consuma. E il combattere questo incombente appiattimento è l'impegno primario della nostra vitalità e novità e perdurante fervore. E so anche che non ci può riuscire senza il tuo aiuto, perché tu non se il Dio delle cose vecchie e ripetute senza partecipazione: tu sei il Dio vivente delle cose viventi e risorgenti dalla tomba del tempo che le uccide; ma poi lo stesso tempo ce le rimette in mano, nuove. Questo, Signore, sei, e non il Dio della passione spenta: quella passione che la nostra omiletica ha sovente umiliato riducendola ai "bassi istinti" (e quali sono, poi gli istinti bassi se non quelli abbassati da noi?). 
La passione è l'emozione e l'entusiasmo che dovremmo versare su ogni cosa; e tu, Signore, tu sei il Dio della passione accesa, che non si spegne mai, come non si spegne la fede, la speranza, la carità. (Ed è ben vero che san Paolo dice che la speranza cessa nella vita futura, davanti a te, raggiunto. Ma tu, Signore, anche raggiunto, resti irraggiungibile, sempre al di là d'ogni possibile presa, e sempre oggetto di ogni ulteriore speranza.)
Tu, Signore, sei il Dio della passione sempre accesa, della speranza inestinguibile e della novità che non invecchia: sei il Signore che ci difende all'usura del già detto e ci ridà la gioia di ciò che è nuovamente da dirsi, da farsi, da viversi. Ed il "buon giorno" ritorna ad essere un "buon giorno", ricco di cielo e di sole; e il "buona notte" ricco di stelle e di luna; ed entrambi ricchi di simpatia e di amore.
Così, Signore, sia per il nostro "buon anno!" che, in questi giorni, diciamo tanto spesso. Fa che sia un anno pieno di stagioni, di erbe primaverili, e di affocate stoppie estive, e di frutti pendenti dell'autunno, e di silenzio candido e innevato, di fuochi accesi, di tavole imbandite come quelle che accoglievano te, quando pranzavi con gli amici.
Riempi, Signore, i nostri auguri; di questa densità esistenziale; e dacci la passione dell'amicizia e la capacità di auspici veri.

"Buon anno, amici, buon anno!" Più di trecento giorni pieni di sole, di luna, di nuvole, di neve; più di trecento giorni, pieni di solidarietà e di gioia; e, se verrà il dolore, che sia vissuto con amore.
"Buon anno, amici, buona vita!"

- Adriana Zarri -
(1919-2010)



Buon inizio d'anno!!

Il Dio di ogni consolazione
disponga nella sua pace i vostri giorni,
e vi conceda i doni della sua grazia.

Stefania