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venerdì 17 ottobre 2014

Veder cadere le foglie e altre poesie - Nazim Hikmet -

Veder cadere le foglie mi lacera molto 
soprattutto le foglie dei viali 
soprattutto se sono ippocastani 
soprattutto se passano bimbi 
soprattutto se il cielo è sereno 
soprattutto se ho avuto, quel giorno, 
una buona notizia 
soprattutto se il cuore, quel giorno, 
non mi fa male 
soprattutto se credo, quel giorno, 
che quella che amo mi ami 
soprattutto se quel giorno 
mi sento d’accordo 
con gli uomini e con me stesso. 
Veder cadere le foglie mi lacera dentro 
Soprattutto le foglie dei viali 
Dei viali d'ippocastano.

- Nazim Hikmet -




L’autunno è una seconda primavera, quando ogni foglia è un fiore.

- A. Camus -




Albero autunnale - Jorge Guillén

Già matura
a foglia pel sereno suo distacco 
discende 
nel cielo sempre verde dello stagno. 
In calmo 
languore della fine, l’autunno s’immedesima.
Dolcissima 
la foglia s’abbandona al puro gelo. 
Sott’acqua 
con incessanti foglie va l’albero al suo dio.






Quando, in autunno, raccogliete l'uva dalle vigne per il torchio, dite in cuor vostro: "Anch'io sono una vigna, e i miei frutti saranno raccolti per il torchio, e come vino nuovo sarò tenuto in botti eterne". 

Kahlil Gibran - 




Alle fronde dei salici

E come potevamo noi cantare

con il piede straniero sopra il cuore, 

tra i morti abbandonati nelle piazze 
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento 
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero 
della madre che andava incontro al figlio 
crocifisso sul palo del telegrafo? 
Alle fronde dei salici, per voto, 
anche le nostre cetre erano appese: 
oscillavano lievi al triste vento.


- Salvatore Quasimodo - 




Buona giornata a tutti. :-)

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venerdì 3 ottobre 2014

Berlino, 1960 - Nazim Hikmet

In questa stagione calda penso a te
la tua nudità il tuo collo il tuo polso
il tuo piede sdraiato sul divano
come una rondine bianca
quello che mi dicevi

in questa stagione calda penso a te
non so che cosa penso di più
quello che vedevo con gli occhi
il tuo collo il tuo polso il tuo piede nudo
oppure quello che mi dicevi
donandoti a me

in questo calore giallo penso a te
in questo calore giallo in una stanza d’albergo
pensando a te
mi spoglio della mia solitudine
della mia solitudine che somiglia alla morte.


- Nazim Hikmet - 





Solo i battiti uniti del sesso
e del cuore insieme possono
creare l’estasi.

- Anaìs Nin - 





Mi hai chiamato
da una regione lontana.
Quando creammo il miracolo,
era tempo di nostalgia.
E con la tua bocca
hai sfiorato le valli
e i boschi fin nel profondo.

- Oskar Pastior -








Buona giornata a tutti :-)



lunedì 25 agosto 2014

Sono cent'anni che non ho visto il tuo viso - Nazim Hikmet -

Sono cent'anni che non ho visto il suo viso
che non ho passato il braccio
attorno alla sua vita
che non mi son fermato nei suoi occhi
che non ho interrogato
la chiarità del suo pensiero
che non ho toccato
il calore del suo ventre
eravamo sullo stesso ramo insieme
eravamo sullo stesso ramo
caduti dallo stesso ramo ci siamo separati
e tra noi il tempo è di cent'anni
di cent'anni la strada
e da cent'anni nella penombra
corro dietro a te.



- Nazim Hikmet -



La ferita è il luogo attraverso cui la luce entra in te.

- Rumi - 




"Esiste una linea sottile che divide gli addii, da quelli pronunciati a quelli taciuti, i primi fanno male al cuore, i secondi toccano il punto più sensibile dell'anima."

(Floriana Antonelli)



La natura non tradisce mai il cuore che la ama.

(W. Wordsworth)




Buona giornata a tutti :-)

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venerdì 20 giugno 2014

Addormentarsi adesso svegliarsi tra cent'anni - Nazim Hikmet -

Addormentarsi adesso
svegliarsi tra cento anni, amor mio..."
"No,
non sono un disertore.
Del resto, il mio secolo non mi fa paura
il mio secolo pieno di miserie e di scandali
il mio secolo coraggioso grande ed eroico.
Non ho mai rimpianto d'esser venuto al mondo troppo presto
sono del ventesimo secolo e ne son fiero.

Mi basta esser là dove sono, tra i nostri,
e battermi per un mondo nuovo..."

"Tra cento anni, amor mio..."

"No,
prima e malgrado tutto.

Il mio secolo che muore e rinasce
il mio secolo
i cui ultimi giorni saranno belli
la mia terribile notte lacerata dai gridi dell'alba
il mio secolo splenderà di sole, amor mio
come i tuoi occhi..."

- Nazim Hikmet -





Ti amo....

Ti amo come se mangiassi il pane
spruzzandolo di sale
come se alzandomi la notte bruciante di febbre
bevessi l'acqua con le labbra sul rubinetto
ti amo come guardo il pesante sacco della posta
non so che cosa contenga e da chi pieno di gioia
pieno di sospetto agitato
ti amo come se sorvolassi il mare per la prima volta in aereo
ti amo come qualche cosa che si muove in me quando
il crepuscolo scende su Istanbul poco a poco
ti amo come se dicessi Dio sia lodato son vivo.


(Nazim Hikmet)
                                                           


Ci spogliammo.
Chiudemmo fuori dalla porta
le case, i cani,
i giardini, le statue,
la morte.

- Ghiannis Ritsos -


Dipinto: (Emile Friant)

Non è vero che l'amore non ha dubbi. 
Non è vero che chi si ama non cade, non piange, non perde. 
Solo che l'amore vero poi si rialza, 
poi si guarda negli occhi e si asciuga le lacrime, 
si prende per mano e si ricostruisce. 
Non è vero che l'amore regala solo sorrisi, 
che è perfetto, che non ferisce mai. 
L'amore, quello vero, cade, sembra svanire, 
si logora e si sporca, 
ma è amore e va avanti. 
L'amore, quello vero, non è mai perfetto. 
E' quello che in tutte le sue imperfezioni 
prende coraggio e resiste. 
E ad ogni prova superata è sempre più forte. 






































Buona giornata a tutti :-)

www.leggoerifletto.it





giovedì 12 dicembre 2013

Ti amo.... - Nazim Hikmet -

Ti amo come se mangiassi il pane 
spruzzandolo di sale
come se alzandomi la notte bruciante di febbre
bevessi l'acqua con le labbra sul rubinetto
ti amo come guardo il pesante sacco della posta
non so che cosa contenga e da chi pieno di gioia
pieno di sospetto agitato
ti amo come se sorvolassi il mare per la prima volta in aereo
ti amo come qualche cosa che si muove in me quando
il crepuscolo scende su Istanbul poco a poco
ti amo come se dicessi Dio sia lodato son vivo.



(Nazim Hikmet)
un pò di biografia: http://leggoerifletto.blogspot.it/2010/09/nazim-hikmet-biografia.html



Se nessuno ci avesse mai toccato saremmo infermi. 
Se nessuno ci avesse mai parlato saremmo muti. 
Se nessuno ci avesse mai sorriso e guardato saremmo ciechi. 
Se nessuno ci avesse mai amato non saremmo persone. 

- Paul Baudiquey -




“D’un tratto mi resi conto che avevo finalmente trovato un posto dove volevo rimanere.”

- Vanessa Diffenbaugh -





Come levare via il profumo al fiore? 

Come togliere al vento l'armonia?

Come negar che ti amo vita mia?

Come levar dall'anima questa passione?!..


Come levare alle stelle via il bagliore?
Come impedir che corra il fiume al mare?
Come negar che ti amo vita mia?
Come levar dall'anima questa passione?!


Vinicio Capossela 
Pena de l'Alma







Amo in te - Nazim Hikmet

Amo in te
l’avventura della nave che va verso il polo
amo in te
l’audacia dei giocatori delle grandi scoperte
amo in te le cose lontane
amo in te l’impossibile
entro nei tuoi occhi come in un bosco
pieno di sole
e sudato affamato infuriato
ho la passione del cacciatore
per mordere nella tua carne.
amo in te l’impossibile
ma non la disperazione.


Buona giornata a tutti :-)
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martedì 9 aprile 2013

Amare perdendo di vista se stesse - Simona Oberhammer -



Ci sono donne che amano con tutte se stesse, fino a perdere il proprio cuore - e la propria anima- da qualche parte.
Quando l'amore femminile viene dato perdendo di vista se stesse, ci si smarrisce. Si vaga disconnesse dal proprio nucleo interiore, dalla propria anima.
Ma se perdiamo la connessione interiore, l'amore diventa ben poca cosa: l'albero maturo pronto a donare i suoi frutti si trasforma in rami secchi. 

Non si possono formare frutti sani e rigogliosi se non c'è più la nostra calda presenza interiore. Se non c'è un fuoco vivo e palpitante che alimenta il nostro amore. Diventiamo fredde senza il nostro calore. 
Oppure possessive, nel tentativo di scaldarci. 
O ancora ossessive, nella ricerca di una stabilità che manca.
Certe volte le donne mi raccontano:
«Se non sono sempre con lui ho la sensazione di essere inutile, di non avere un mio valore ».
« Sono sospettosa, gelosa. Dove si troverà adesso? Con chi sarà in questo momento? Cosa starà facendo senza di me?» »Se lui mi lascia io cosa farò?».
«Gli piacerò abbastanza? Ho paura di perderlo».
«Sembrava una bellissima storia d'amore, di quelle che durano…invece, se mi guardo come sono ora, ecco come mi sento: invecchiata, risucchiata, ripiegata. Sono morta dentro».
«Con lui mi capita di sentirmi la metà di nulla ».
Sono frasi che parlano di un amore che guarda solo al di fuori.

Un amore che non è scaldato dalla propria presenza viva e intensa, dalla passione prima di tutto per se stesse.
Ma se amiamo in questo modo è difficile diventare delle persone interessanti, vitali e intensamente presenti. 
Si perde fiducia, dignità, capacità di far emergere le proprie potenzialità.
Ci si svaluta.
Amare perdendo di vista se stesse… significa camminare nel mondo dell' amore …senza la propria forza ... senza la propria anima ...

(Simona Oberhammer )

Fonte: Simona Oberhammer - La Via Femminile
Se vuoi saperne di più:
http://www.macrolibrarsi.it/libri/__codice-deu.php?pn=2668



La magia è un modo di percepire ciò che ci circonda.
La vita è piena di magia, per chi la vuole vedere.
Ed è quando inizi a guardati intorno con occhi diversi che iniziano ad accadere cose meravigliose.

- Simona Barè Neighbors -




Si dice che ogni persona è un’isola, e non è vero,
ogni persona è un silenzio,
questo sì, un silenzio,
ciascuna con il proprio silenzio,
ciascuna con il silenzio che è.

[José Saramago - La caverna]

 


Che ti diano gioia

Che il sole e la luna ti diano gioia,
che le stagioni ti diano gioia.
O tu che abiti il mondo sapendo
che è la Casa di tuo Padre,
a te soprattutto l'uomo tuo fratello
dia grande gioia.

- N. Hikmet -




Ama la Vita!
Perché è l’unico regalo che non riceverai due volte.



L’amore non è cieco, è presbite:
prova ne sia che comincia a scorger i difetti man mano che s’allontana.

- Oscar Wilde -





Buona giornata a tutti. :-)










venerdì 18 novembre 2011

Della morte (1946) – Nazim Hikmet

Entrate, amici miei, accomodatevi
siate i benvenuti
mi date molta gioia.
Lo so, siete entrati per la finestra della mia cella
mentre dormivo.
Non avete rovesciato la brocca
né la scatola rossa delle medicine.
I visi nella luce delle stelle
state mano in mano al mio capezzale.
Com'è strano
vi credevo morti
e siccome non credo né in Dio né all'aldilà
mi rammaricavo di non aver potuto
offrirvi ancora un pizzico di tabacco.
Com'è strano
vi credevo morti
e voi siete venuti per la finestra della mia cella
entrate, amici miei, sedetevi
siate i benvenuti
mi date molta gioia.
Hascìm, figlio di Osmàn,
perché mi guardi a quel modo?
Hascìm figlio di Osmàn
è strano
non eri morto, fratello,
a Istanbul, nel porto
caricando il carbone su una nave straniera?
Eri caduto col secchio in fondo alla stiva
la gru ti ha tirato su
e prima di andare a riposare
definitivamente
il tuo sangue rosso aveva lavato
la tua testa nera.
Chi sa quanto avevi sofferto.
Non restate in piedi, sedetevi.
Vi credevo morti.
Siete entrati per la finestra della mia cella
i visi nella luce delle stelle
siate i benvenuti
mi date molta gioia.
Yakùp, del villaggio di Kayalar
salve, caro compagno,
non eri morto anche tu?
Non eri andato nel cimitero senz'alberi
lasciando ai tuoi bambini la malaria e la fame?
Faceva terribilmente caldo, quel giorno
e allora, non eri morto?
E tu, Ahmet Gemìl, lo scrittore?
Ho visto coi miei occhi
la tua bara scendere nella fossa.
Credo anche di ricordarmi
che la tua bara fosse un po' corta per la tua statura.
Lascia stare, Gemìl
vedo che ce l'hai sempre, la vecchia abitudine
ma è una bottiglia di medicina, non di rakì.
Ne bevevi tanto
per poter guadagnare cinquanta piastre al giorno
e dimenticare il mondo nella tua solitudine.
Vi credevo morti, amici miei
state al mio capezzale la mano in mano
sedete, amici miei, accomodatevi.
Benvenuti, mi date molta gioia.
La morte è giusta, dice un poeta persiano,
ha la stessa maestà colpendo il povero e lo scià.
Hascìm, perché ti stupisci?
Non hai mai sentito parlare di uno scià
morto in una stiva con un secchio di carbone?
La morte è giusta, dice un poeta persiano.
Yakùp
mi piaci quando ridi, caro compagno
non ti ho mai visto ridere così
quando eri vivo...
Ma lasciatemi finire
la morte è giusta dice un poeta persiano...
Lascia quella bottiglia, Ahmer Gemìl,
non t'arrabbiare, so quel che vuol dire
affinché la morte sia giusta
bisogna che la vita sia giusta.
Il poeta persiano...
Amici miei, perché mi lasciate solo?
Dove andate?
(Nazim Hikmet)
http://leggoerifletto.blogspot.com/2010/09/nazim-hikmet-biografia.html


Tra il 1929 e il 1936 pubblica nove libri che rivoluzioneranno il modo di scrivere turco. Libera la poesia dalle convenzioni letterarie ottomane ed introduce versi liberi ed uno stile colloquiale.
Nel 1938 viene condannato a 28 anni di carcere per la sua opposizione al regime di Kemal  Ataturk. Le sue poesie, i suoi articoli, i suoi libri sono considerati un incitamento alla rivolta. Sotto accusa, in particolare, “L’epopea di Sherik Bedrettin”dove Hikmet racconta la ribellione contadina del 1500 contro l’impero ottomano.
Questo è l’ultimo libro divulgato in Turchia mentre Nazim Hikmet è in vita.
E’ Pablo Neruda a raccontare come l’amico Hikmet viene trattato durante la sua  prigionia
 “…accusato di aver tentato di incitare l’esercito turco alla ribellione, Nazim è stato condannato alle punizioni più terribili. Mi ha detto che è stato costretto a camminare sul ponte di una nave fino a non sentirsi troppo debole per rimanere in piedi, quindi lo hanno legato in una latrina dove gli escrementi arrivavano a mezzo metro sopra il pavimento…Il mio fratello poeta ha sentito le sue forze mancare : i miei aguzzini vogliono vedermi soffrire. Resiste con orgoglio. Comincia a cantare,all’inizio la sua voce è bassa, poi sempre più alta fino ad urlare. Ha cantato tutte le canzoni, tutti i poemi d’amore che riesce a ricordare, i suoi stessi versi, le ballate d’amore dei contadini, gli inni di battaglia della gente comune. Ha cantato qualsiasi cosa che la sua mente ricordasse. E così ha vinto i suoi torturatori.”
Nel 1949, a Parigi, una commissione internazionale della quale fanno parte, tra gli altri, Pablo Picasso, Paul Robeson, Jean Paul Sartre, si batte per la liberazione di Hikmet.
Nello stesso anno si forma il primo governo turco eletto democraticamente e Hikmet
viene nuovamente liberato in seguito ad una amnistia generale. Simone de Beavoir ricorda gli eventi di quei giorni “Mi raccontò come nell’anno successivo alla sua liberazione subì due attentati, con le macchine, nelle vie di Istanbul. In seguito provarono a costringerlo a fare il servizio militare nella frontiera russa: aveva quasi cinquant’anni.
Il dottore, un maggiore, gli disse: “Mezz’ora in piedi sotto il sole e sei un uomo morto. Ma io ti darò un certificato di buona salute”. Così riuscì a scappare, di notte, attraverso il Bosforo, con un motoscafo.