2. Riconciliazione con se stessi
Il primo e nello stesso tempo il più difficile compito
della nostra «umanizzazione» consiste nel riconciliarci con noi stessi.
La condizione per realizzare questo compito è la fiducia di essere accolti da Dio incondizionatamente.
La pacificazione con me stesso ha diversi aspetti.
Anzitutto mi devo rappacificare con la storia della mia vita. Sono diventato così come sono.
Non posso far sì che la mia nascita ritorni nuovamente al punto di partenza. Non posso far finta che le mie ferite non siano avvenute.
Far la pace con se stessi significa dire di sì alle ferite e alle offese che abbiamo ricevuto nel corso della vita.
Molte persone rimangono per tutta la vita dei querelanti. Accusano i genitori di averli feriti. Rifiutano di prendersi la responsabilità della propria vita.
Ma in questo modo non riescono mai a trovare la pace con se stessi. Preferiscono soffrire invece di rappacificarsi con se stessi e con la storia della propria vita.
La condizione per realizzare questo compito è la fiducia di essere accolti da Dio incondizionatamente.
La pacificazione con me stesso ha diversi aspetti.
Anzitutto mi devo rappacificare con la storia della mia vita. Sono diventato così come sono.
Non posso far sì che la mia nascita ritorni nuovamente al punto di partenza. Non posso far finta che le mie ferite non siano avvenute.
Far la pace con se stessi significa dire di sì alle ferite e alle offese che abbiamo ricevuto nel corso della vita.
Molte persone rimangono per tutta la vita dei querelanti. Accusano i genitori di averli feriti. Rifiutano di prendersi la responsabilità della propria vita.
Ma in questo modo non riescono mai a trovare la pace con se stessi. Preferiscono soffrire invece di rappacificarsi con se stessi e con la storia della propria vita.
Fa parte della
riconciliazione con la propria storia di vita anche la riconciliazione con il
proprio corpo, così come esso è diventato.
Incontro molti cristiani che mi
assicurano di sentirsi bene accolti da Dio, ma questa fede nell’accettazione da
parte di Dio non va tanto in profondità nel loro cuore, così che possano
accogliere se stessi anche nel proprio corpo.
Sono così fortemente condizionati
dalle immagini esterne di come dovrebbe essere il loro corpo, che respingono se
stessi come sono realmente cresciuti. Non riescono ad accettare il proprio
volto, perché sarebbe troppo banale, non abbastanza bello, non corrisponde ai
canoni attuali della bellezza.
Si arrabbiano perché sono troppo grassi, tentano
di nascondere le gambe e preferirebbero non mostrarsi mai così come sono.
Talvolta questo odio verso il proprio corpo si manifesta nell’anoressia o nella
bulimia.
Ildegarda di Bingen sostiene che l’anima dovrebbe rallegrarsi di
abitare nel nostro corpo. Ma molti cristiani non hanno interiorizzato questo
atteggiamento di santa Ildegarda.
Si vergognano – come si racconta del filosofo greco Plotino – di essere nel loro corpo.
Si vergognano – come si racconta del filosofo greco Plotino – di essere nel loro corpo.
Ci vuole un amore umile per il
proprio corpo.
Devo coscientemente accettarlo volentieri, affinché la mia anima
vi si senta a suo agio. Un altro aspetto della riconciliazione con se stessi
esige la pacificazione con i propri lati oscuri. Lo psicoterapeuta svizzero
Karl Gustav Jung ha coniato il concetto di «ombra». Intende con ciò tutto
quello che abbiamo escluso dalla nostra sfera cosciente. Jung concepisce la
persona umana come un essere «polarizzato».
Abbiamo sempre due poli: amore e
aggressività, ragione e sentimento, disciplina e indisciplina, virilità e
femminilità.
Ogni volta che accentuiamo troppo uno dei poli, l’altro cade
nell’ombra e di là agisce distruttivamente sulla nostra vita.
Quando reprimiamo
i nostri sentimenti, spesso finiscono per esternarsi in un sentimentalismo, in
cui siamo sopraffatti dalle emozioni e non sappiamo più come trattare con esse.
San Benedetto esige dal monaco l’umiltà, humilitas. Questa virtù consiste nel
discendere nel regno delle nostre ombre, nell’accettare la condizione terrena e
nel pacificarsi con i nostri lati oscuri.
Tale pacificazione non significa
semplicemente lasciarli sfogare.
Devo soltanto prenderli sul serio: vogliono che si presti loro attenzione e allora sono soddisfatti. Invece quanto più li si combatte, tanto più intervengono in modo sgradevole, spesso in reazioni spropositate oppure in sogni che procurano ansia. Ancora più difficile è riconciliarsi con le nostre colpe.
Possiamo perdonarci solo perché Dio ci ha perdonato.
Devo soltanto prenderli sul serio: vogliono che si presti loro attenzione e allora sono soddisfatti. Invece quanto più li si combatte, tanto più intervengono in modo sgradevole, spesso in reazioni spropositate oppure in sogni che procurano ansia. Ancora più difficile è riconciliarsi con le nostre colpe.
Possiamo perdonarci solo perché Dio ci ha perdonato.
Ma è necessario far scorrere la fede nel perdono divino anche in
tutti i sensi di colpa e i rimproveri che ci facciamo per i nostri sbagli.
Molti affermano di credere nel perdono da parte di Dio, ma continuano a
rinfacciarsi di aver fatto questo o quell’errore.
Non riescono a perdonare se
stessi per il fatto di aver commesso certe colpe. Spesso i sensi di colpa li
dilaniano anche su cose di cui non hanno colpa alcuna.
Una donna continuava a
rimuginare sensi di colpa per il fatto di non essere stata presente
nell’istante in cui la madre era morta, benché per molti anni si fosse presa cura
di lei.
Far pace con le proprie colpe e con i sensi di colpa richiede che mi
distacchi dall’illusione di poter andare in giro per tutta la vita con una
veste candida. Che lo voglia o no, mi macchio di qualche colpa.
Dobbiamo per
forza ricorrere al perdono di Dio, per poter perdonare a noi stessi. Ma spesso
in noi c’è un giudice spietato, il nostro Super-io, che continuamente ci
giudica quando non obbediamo alle norme che abbiamo appreso dai nostri
genitori.
Riconciliazione significa gettare giù dal trono questo giudice
spietato e credere alla misericordia di Dio.
Su questo punto ci può aiutare la
meditazione sulle parole della Prima Lettera di Giovanni: «Se anche il nostro
cuore ci condanna, Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa» (1Gv
3,20).
La riconciliazione con me stesso non avviene mai una volta per sempre.
È un processo che dura per tutta la vita: in me scopro continuamente aspetti che non posso accettare bene. Quindi sono di nuovo sfidato a dire di sì a quello che vorrei ben volentieri far finta di non vedere.
Si richiede una grande umiltà per guardare i propri lati oscuri e metterli davanti a Dio, perché disturbano l’immagine di noi stessi che ci siamo costruiti e perché ci mettono a confronto con la nostra vera realtà.
È un processo che dura per tutta la vita: in me scopro continuamente aspetti che non posso accettare bene. Quindi sono di nuovo sfidato a dire di sì a quello che vorrei ben volentieri far finta di non vedere.
Si richiede una grande umiltà per guardare i propri lati oscuri e metterli davanti a Dio, perché disturbano l’immagine di noi stessi che ci siamo costruiti e perché ci mettono a confronto con la nostra vera realtà.
Ma è la verità che ci farà
liberi, come Gesù ci ha già promesso (Gv 8,32).
(.....continua)
- Anselm Grün -
scrittore, terapeuta, monaco dell’abbazia
benedettina di Münsterschwarzach (Germania)
Chi non riesce a dire di no
si ammala.
Molti vivono al di sopra delle proprie forze oppure al di sopra delle loro relazioni.
Ma, a un certo punto, si rendono conto di aver perduto il proprio centro.
Molti vivono al di sopra delle proprie forze oppure al di sopra delle loro relazioni.
Ma, a un certo punto, si rendono conto di aver perduto il proprio centro.
Solo chi conosce i propri
limiti e i propri confini può anche oltrepassarli ogni volta per andare incontro all'altra persona e incontrarla davvero.
- Anselm Grün -
- Anselm Grün -
Da: “Il senso del limite - Impulsi spirituali per riuscire a
incontrarci”,Grün Anselm, Robben , Ramona,Queriniana Edizioni - 9/2015
Chi
ha gli occhi purificati da Dio può salire dalla bellezza del mondo a quella di
Dio. E vede la bellezza del mondo nella luce della bellezza di Dio.
- Anselm Grün -
da: Bellezza
Siamo tutti sulla stessa barca sotto l'incessante diluvio del tempo.
- Carlo Cassola -
Buona giornata a tutti. :-)
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