Nato a Treviri da famiglia romana cristiana ed educato
a Roma, Ambrogio era diventato governatore della Liguria e dell’Emilia.
Recatosi a Milano per impedire tumulti fra cattolici e ariani nell’elezione del
nuovo vescovo, venne improvvisamente acclamato lui vescovo dal popolo.
Era ancora catecumeno, ma dovette accettare.
Ordinato otto giorni dopo, il 7 dicembre 374, si
dimostrò pastore autentico. Lottò a tutt’uomo contro il paganesimo,
l’arianesimo, la disgregazione della società. Padre del poveri, soccorritore di
ogni oppresso, si oppose più volte con forza al senato, all’imperatrice
filoariana, all’imperatore Teodosio. Energico, costante, con vivo senso del
pratico e dell’effettuabile, aveva rare doti di amministratore e d’uomo di
governo. Nell’azione pastorale portò idee chiare e fermezza, dirittura di mire
e senso della misura, ma soprattutto bontà e amore. Tempra di statista, avviò
una politica integralmente cristiana ed ebbe altissimo il senso della libertà
della Chiesa di fronte al potere imperiale e civile.
Riformò la liturgia, che da lui prese nome di «ambrosiana» e scrisse inni religiosi per il popolo.
Fu un vero apostolo della carità: tutti potevano ricorrere a lui per qualunque bisogno, e giunse a vendere i vasi sacri per riscattare degli schiavi, affermando: «Se la Chiesa ha oro, non l’ha per custodirlo, ma per darlo a chi ne ha bisogno» (De officiis, II, 136). Sant’Agostino, che lo ascoltava entusiasta, fu da lui avviato alla conversione e accolto nella Chiesa.
Il segreto della predicazione penetrante di Ambrogio sta in ampie e profonde meditazioni sulla sacra Scrittura. Egli è uno dei quattro grandi dottori dell’Occidente, e un vero «maestro di vita».
Della Preghiera eucaristica della Chiesa di Roma, Ambrogio nel suo libro I Sacramenti mette in rilievo la parte della Chiesa nell’offrire se stessa insieme a Cristo. Se la Messa non ci trasforma in «offerte vive, gradite al Padre», non porta il suo frutto in noi e nelle nostre comunità. Proprio perché egli si è«offerto completamente a Dio», ha potuto farsi «tutto a tutti» in una straordinaria carità verso i fratelli.
Riformò la liturgia, che da lui prese nome di «ambrosiana» e scrisse inni religiosi per il popolo.
Fu un vero apostolo della carità: tutti potevano ricorrere a lui per qualunque bisogno, e giunse a vendere i vasi sacri per riscattare degli schiavi, affermando: «Se la Chiesa ha oro, non l’ha per custodirlo, ma per darlo a chi ne ha bisogno» (De officiis, II, 136). Sant’Agostino, che lo ascoltava entusiasta, fu da lui avviato alla conversione e accolto nella Chiesa.
Il segreto della predicazione penetrante di Ambrogio sta in ampie e profonde meditazioni sulla sacra Scrittura. Egli è uno dei quattro grandi dottori dell’Occidente, e un vero «maestro di vita».
Della Preghiera eucaristica della Chiesa di Roma, Ambrogio nel suo libro I Sacramenti mette in rilievo la parte della Chiesa nell’offrire se stessa insieme a Cristo. Se la Messa non ci trasforma in «offerte vive, gradite al Padre», non porta il suo frutto in noi e nelle nostre comunità. Proprio perché egli si è«offerto completamente a Dio», ha potuto farsi «tutto a tutti» in una straordinaria carità verso i fratelli.
Hai ricevuto il sacerdozio e, stando a poppa della Chiesa, tu guidi la nave sui
flutti. Tieni saldo il timone della fede in modo che le violente tempeste di
questo mondo non possano turbare il suo corso. Il mare è davvero grande,
sconfinato; ma non aver paura, perché«è lui che l’ha fondata sui mari, e sui
fiumi l’ha stabilita»(Sal 23, 2).
Perciò non senza motivo, fra le tante correnti del mondo, la Chiesa resta immobile, costruita sulla pietra apostolica, e rimane sul suo fondamento incrollabile contro l’infuriare del mare in tempesta. È battuta dalle onde ma non è scossa e, sebbene di frequente gli elementi di questo mondo infrangendosi echeggino con grande fragore, essa ha tuttavia un porto sicurissimo di salvezza dove accogliere chi è affaticato.
Se tuttavia essa è sbattuta dai flutti sul mare, pure sui fiumi corre, su quei fiumi soprattutto di cui è detto: «Alzano i fiumi la loro voce» (Sal 92,3).
Vi sono infatti fiumi che sgorgano dal cuore di colui che è stato dissetato da Cristo e ha ricevuto lo Spirito di Dio. Questi fiumi, quando ridondano di grazia spirituale, alzano la loro voce.
Vi è poi un fiume che si riversa sui suoi santi come un torrente. Chiunque abbia ricevuto dalla pienezza di questo fiume, come l’evangelista Giovanni, come Pietro e Paolo, alza la sua voce; e come gli apostoli hanno diffuso la voce della predicazione evangelica con festoso annunzio sino ai confini della terra, così anche questo fiume incomincia ad annunziare il Signore. Ricevilo dunque da Cristo, perché anche la tua voce si faccia sentire.
Raccogli l’acqua di Cristo, quell’acqua che loda il Signore. Raccogli da più luoghi l’acqua che lasciano cadere le nubi dei profeti. Chi raccoglie acqua dalle montagne e la convoglia verso di sé, o attinge alle sorgenti, lui pure come le nubi la riversa su altri. Riempine dunque il fondo della tua anima, perché il tuo terreno sia innaffiato e irrigato da proprie sorgenti. Si riempie chi legge molto e penetra il senso di ciò che legge; e chi si è riempito può irrigare altri. La Scrittura dice: «Se le nubi sono piene di acqua, la rovesciano sopra la terra» (Qo 11,3).
I tuoi sermoni siano fluenti, puri, cristallini, si che il tuo insegnamento morale suoni dolce alle orecchie della gente e la grazia delle tue parole conquisti gli ascoltatori, perché ti seguano docilmente dove tu li conduci. Il tuo dire sia pieno di sapienza. Anche Salomone afferma: Le labbra del sapiente sono le armi della Sapienza (cfr. Prv 15, 7), e altrove: Le tue labbra siano ben aderenti all’idea: vale a dire, l’esposizione dei tuoi discorsi sia lucida, splenda chiaro il senso senza bisogno di spiegazioni aggiunte; il tuo discorso si sappia sostenere e difendere da se stesso e non esca da te parola vana o priva di senso.
Perciò non senza motivo, fra le tante correnti del mondo, la Chiesa resta immobile, costruita sulla pietra apostolica, e rimane sul suo fondamento incrollabile contro l’infuriare del mare in tempesta. È battuta dalle onde ma non è scossa e, sebbene di frequente gli elementi di questo mondo infrangendosi echeggino con grande fragore, essa ha tuttavia un porto sicurissimo di salvezza dove accogliere chi è affaticato.
Se tuttavia essa è sbattuta dai flutti sul mare, pure sui fiumi corre, su quei fiumi soprattutto di cui è detto: «Alzano i fiumi la loro voce» (Sal 92,3).
Vi sono infatti fiumi che sgorgano dal cuore di colui che è stato dissetato da Cristo e ha ricevuto lo Spirito di Dio. Questi fiumi, quando ridondano di grazia spirituale, alzano la loro voce.
Vi è poi un fiume che si riversa sui suoi santi come un torrente. Chiunque abbia ricevuto dalla pienezza di questo fiume, come l’evangelista Giovanni, come Pietro e Paolo, alza la sua voce; e come gli apostoli hanno diffuso la voce della predicazione evangelica con festoso annunzio sino ai confini della terra, così anche questo fiume incomincia ad annunziare il Signore. Ricevilo dunque da Cristo, perché anche la tua voce si faccia sentire.
Raccogli l’acqua di Cristo, quell’acqua che loda il Signore. Raccogli da più luoghi l’acqua che lasciano cadere le nubi dei profeti. Chi raccoglie acqua dalle montagne e la convoglia verso di sé, o attinge alle sorgenti, lui pure come le nubi la riversa su altri. Riempine dunque il fondo della tua anima, perché il tuo terreno sia innaffiato e irrigato da proprie sorgenti. Si riempie chi legge molto e penetra il senso di ciò che legge; e chi si è riempito può irrigare altri. La Scrittura dice: «Se le nubi sono piene di acqua, la rovesciano sopra la terra» (Qo 11,3).
I tuoi sermoni siano fluenti, puri, cristallini, si che il tuo insegnamento morale suoni dolce alle orecchie della gente e la grazia delle tue parole conquisti gli ascoltatori, perché ti seguano docilmente dove tu li conduci. Il tuo dire sia pieno di sapienza. Anche Salomone afferma: Le labbra del sapiente sono le armi della Sapienza (cfr. Prv 15, 7), e altrove: Le tue labbra siano ben aderenti all’idea: vale a dire, l’esposizione dei tuoi discorsi sia lucida, splenda chiaro il senso senza bisogno di spiegazioni aggiunte; il tuo discorso si sappia sostenere e difendere da se stesso e non esca da te parola vana o priva di senso.
Dalle «Lettere» di sant'Ambrogio, vescovo.
Tutto è per noi
Cristo.
Se desideri medicare le tue ferite,
egli è medico.
Se bruci di febbre,
egli è la sorgente ristoratrice.
Se sei oppresso dalla colpa,
egli è la giustizia.
Se hai bisogno di aiuto,
egli è la forza.
Se temi la morte,
egli è la vita.
Se desideri il cielo,
egli è la via.
Se fuggi le tenebre,
egli è la luce.
Se cerchi il cibo,
egli è il nutrimento.
Gustate, dunque, e vedete
quanto è buono il Signore;
felice l'uomo che spera in lui.
egli è medico.
Se bruci di febbre,
egli è la sorgente ristoratrice.
Se sei oppresso dalla colpa,
egli è la giustizia.
Se hai bisogno di aiuto,
egli è la forza.
Se temi la morte,
egli è la vita.
Se desideri il cielo,
egli è la via.
Se fuggi le tenebre,
egli è la luce.
Se cerchi il cibo,
egli è il nutrimento.
Gustate, dunque, e vedete
quanto è buono il Signore;
felice l'uomo che spera in lui.
(Sant'Ambrogio)
"L’educazione dei figli è impresa per adulti
disposti ad una dedizione che dimentica se stessa: ne sono capaci marito e
moglie che si amano abbastanza da non mendicare altrove l’affetto
necessario"
- Sant'Ambrogio -
Il Signore ci
conceda di navigare,
allo spirare di un vento favorevole,
sopra una nave veloce;
di fermarci in un porto sicuro;
di non conoscere dagli spiriti maligni,
tentazioni più forti
di quelle che siamo in grado di sostenere;
di ignorare i naufragi della fede;
di possedere una calma profonda,
e, se qualche avvenimento suscita contro di noi
i flutti di questo mondo,
di avere, vigile al timone per aiutarci, il Signore Gesù,
il quale con la sua parola
comandi alla tempesta di placarsi
e ridistenda sul mare la bonaccia.
A lui onore e gloria, lode perenne nei secoli. Amen.
allo spirare di un vento favorevole,
sopra una nave veloce;
di fermarci in un porto sicuro;
di non conoscere dagli spiriti maligni,
tentazioni più forti
di quelle che siamo in grado di sostenere;
di ignorare i naufragi della fede;
di possedere una calma profonda,
e, se qualche avvenimento suscita contro di noi
i flutti di questo mondo,
di avere, vigile al timone per aiutarci, il Signore Gesù,
il quale con la sua parola
comandi alla tempesta di placarsi
e ridistenda sul mare la bonaccia.
A lui onore e gloria, lode perenne nei secoli. Amen.
Buona giornata a tutti. :-)
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