giovedì 28 febbraio 2013

28 febbraio 2013, ore 20.00 Ciao Santo Padre. Prega per noi e per la Chiesa.



































In cinque discorsi radiofonici poco conosciuti – ripubblicati tempo fa dalla Ignatius Press nel volume “Faith and the Future” – il futuro Papa in quel complesso anno 1969, tracciava la propria visione sul futuro dell’uomo e della Chiesa. E’ soprattutto l’ultima lezione, letta il giorno di Natale ai microfoni della “Hessian Rundfunk”, ad assumere i toni della profezia.

Ratzinger si diceva convinto che la Chiesa stesse vivendo un’epoca analoga a quella successiva all’Illuminismo e alla Rivoluzione francese. 

“Siamo a un enorme punto di svolta – spiegava – nell’evoluzione del genere umano. 
Un momento rispetto al quale il passaggio dal Medioevo ai tempi moderni sembra quasi insignificante”. 
Il professor Ratzinger paragonava l’era attuale con quella di Papa Pio VI, rapito dalle truppe della Repubblica francese e morto in prigionia nel 1799. La Chiesa si era trovata allora alle prese con una forza che intendeva estinguerla per sempre, aveva visto i propri beni confiscati e gli ordini religiosi dissolti.

Una condizione non molto diversa, spiegava, potrebbe attendere la Chiesa odierna, minata secondo Ratzinger dalla tentazione di ridurre i preti ad “assistenti sociali” e la propria opera a mera presenza politica. 


“Dalla crisi odierna – affermava – emergerà una Chiesa che avrà perso molto.
Diverrà piccola e dovrà ripartire più o meno dagli inizi. Non sarà più in grado di abitare gli edifici che ha costruito in tempi di prosperità. Con il diminuire dei suoi fedeli, perderà anche gran parte dei privilegi sociali”. Ripartirà da piccoli gruppi, da movimenti e da una minoranza che rimetterà la fede al centro dell’esperienza. “Sarà una Chiesa più spirituale, che non si arrogherà un mandato politico flirtando ora con la Sinistra e ora con la Destra. Sarà povera e diventerà la Chiesa degli indigenti”.

Quello che Ratzinger delineava era “un processo lungo, ma quando tutto il travaglio sarà passato, emergerà un grande potere da una Chiesa più spirituale e semplificata”. 

A quel punto gli uomini scopriranno di abitare un mondo di “indescrivibile solitudine” e avendo perso di vista Dio, “avvertiranno l’orrore della loro povertà”.

Allora, e solo allora, concludeva Ratzinger, vedranno “quel piccolo gregge di credenti come qualcosa di totalmente nuovo: lo scopriranno come una speranza per se stessi, la risposta che avevano sempre cercato in segreto”.



 “Dalla crisi odierna emergerà una Chiesa che avrà perso molto. Diverrà piccola e dovrà ripartire più o meno dagli inizi. Non sarà più in grado di abitare gli edifici che ha costruito in tempi di prosperità. Con il diminuire dei suoi fedeli, perderà anche gran parte dei privilegi sociali. Ripartirà da piccoli gruppi, da movimenti e da una minoranza che rimetterà la Fede al centro dell’esperienza. Sarà una Chiesa più spirituale, che non si arrogherà un mandato politico flirtando ora con la Sinistra e ora con la Destra. Sarà povera e diventerà la Chiesa degli indigenti. Allora la gente vedrà quel piccolo gregge di credenti come qualcosa di totalmente nuovo: lo scopriranno come una speranza per se stessi, la risposta che avevano sempre cercato in segreto.”


-card.  Joseph Ratzinger, 1969 - 


«La parola greca per convertirsi significa ripensare, mettere in questione il proprio ed il comune modo di vivere; lasciare entrare Dio nei criteri della propria vita; non giudicare più semplicemente secondo le opinioni correnti. Convertirsi significa, di conseguenza, non vivere come vivono tutti, non fare come fanno tutti, non sentirsi giustificati in azioni dubbiose, ambigue, malvagie, dal fatto che altri fanno lo stesso; cominciare a vedere la propria vita con gli occhi di Dio; cercare quindi il bene, anche se è scomodo; non puntare sul giudizio dei molti, degli uomini, ma sul giudizio di Dio».


 - Papa Benedetto XVI -


 La Chiesa è di Cristo il Quale non le farà mai mancare la sua guida e la sua cura.


 - papa Benedetto XVI -


"I Papi si succedono ma Cristo rimane in Eterno."

- papa Benedetto XVI - 


              Te ne vai per la strada che ti è stata indicata da Dio, ma sei sempre con noi! ♥

Buona giornata a tutti. :-)




Lettera di Sant’Agostino all’uomo per amare una donna in pienezza e per sempre -


Giovane amico, se ami questo è il miracolo della vita.
Entra nel sogno con occhi aperti e vivilo con amore fermo.
Il sogno non vissuto è una stella da lasciare in cielo.
Ama la tua donna senza chiedere altro all’ infuori dell’eterna domanda che fa vivere di nostalgia i vecchi cuori.
Ma ricordati che più ti amerà e meno te lo saprà dire. 
Guardala negli occhi affinché le dita si vincolino con il disperato desiderio di unirsi ancora; e le mani e gli occhi dicano le sicure promesse del vostro domani. Ma ricorda ancora, che se i corpi si riflettono negli occhi, le anime si vedono nelle sventure.
Non sentirti umiliato nel riconoscere una sua qualità che non possiedi.
Non crederti superiore poiché solo la vita dirà la vostra diversa sventura.
Non imporre la tua volontà a parole, ma soltanto con l’esempio.
Questa sposa, tua compagna di quell’ignoto cammino che è la vita, amala e difendila, poiché domani ti potrà essere
di rifugio.
E sii sincero giovane amico, se l’amore sarà forte ogni destino vi farà sorridere.
Amala come il sole che invochi al mattino.
Rispettala come un fiore che aspetta la luce dell’amore.
Sii questo per lei, e poiché questo deve essere lei per te, ringraziate insieme Dio, che vi ha concesso la grazia più luminosa della vita!

(S. Agostino)




























Mantieni coloro che ami vicini a te, dì loro all'orecchio quanto ne hai bisogno, amali e trattali bene... prenditi tempo per dirgli "mi dispiace", "perdonami", "per piacere", "grazie", e tutte le parole d'amore che conosci. (G. G. Márquez)




La vera preghiera non è nella voce, ma nel cuore. Non sono le nostre parole, ma i nostri desideri a dar forza alle nostre suppliche. Se invochiamo con la bocca la vita eterna, senza desiderarla dal profondo del cuore, il nostro grido è un silenzio. Se senza parlare, noi la desideriamo dal profondo del cuore, il nostro silenzio è un grido.

S. Agostino




Noi ti benediciamo, o Dio, in questo giorno che comincia, per il periodo santo della Quaresima, che tu ci concedi in preparazione alla Pasqua. Portaci, attraverso il digiuno, ad avere fame di te e a non essere schiavi delle creature. Insegnaci, attraverso la pratica dell'astinenza, a dividere i nostri beni con coloro che ne hanno bisogno. Aiutaci, attraverso la preghiera e il silenzio, a trovare nella croce di tuo Figlio il nostro riposo e la nostra gioia 

(Pensieri di Fenelon per la Quaresima).



"In questo momento il mio animo si allarga per abbracciare tutta la Chiesa sparsa nel mondo. Sono veramente commosso e vedo la Chiesa viva e penso che dobbiamo dire grazie anche perchè il tempo oggi è bello."

- Papa Benedetto XVI -
27 febbraio 2013











mercoledì 27 febbraio 2013

Tu che sei anche in noi - Dag Hammarskjold -


"Tu che sei al di sopra di noi,
Tu che sei uno di noi,
Tu che sei anche in noi,
possano tutti vedere Te anche in me,
possa io preparare la strada per Te,
possa io rendere grazie per tutto ciò che mi accade.

Possa io non scordare in ciò i bisogni altrui.
Tienimi nel Tuo Amore
così come vuoi che tutti dimorino nel mio.

Possa tutto in questo mio essere volgersi a Tua gloria
e possa io non disperare mai.

Poiché io sono sotto la Tua mano,
e in Te è ogni forza e bontà.

Dammi puri sensi, per vederti...
Dammi umili sensi, per udirti...
Dammi sensi d'amore, per servirti...
Dammi sensi di fede, per dimorare in Te."

(Dag Hammarskjold)




O corpo di Cristo
e sangue inebriante,
sei unguento di pace
e fuoco di amore;

dolcezza del pascolo verde
e abbondanza delle acque.

Nella tua carne mi abbracci
all’Amore infinito
che scorre dal Padre, dal Figlio:
nutrimento, sazietà,
sicurezza, beatitudine,

Eucaristia!
Pane e vino,
memoria della passione del Signore,
mistero della terra e dell’Immenso,
grano e uva di letizia,
sole di umanità e Divinità,
ci raccogli nella grazia
della tua umilissima presenza,
nostro Paradiso.

(Bianca Gaudiano)



Quando crediamo che tutto sia perduto, non abbiamo altro da fare che gridare: Signore, salvaci, stiamo perendo!".Nostro Signore, infatti, è là, proprio vicino a noi e ci guarda con compiacimento, ci sorride e ci dice: "Allora tu Mi ami davvero, riconosco che Mi ami!.. ".
E' proprio nelle lotte contro l'inferno e nella resistenza alle tentazioni che proviamo a Dio il nostro amore.
(S. Giovanni Maria Vianney - Curato d'Ars)



Se la Buona Novella della vostra Bibbia fosse scritta anche sul vostro volto, voi non avreste bisogno di insistere così ostinatamente perché si creda nell’ autorità di questo libro: le vostre opere, le vostre azioni dovrebbero rendere quasi superflua la Bibbia perché voi stessi dovreste continuamente costituire la Bibbia nuova.

- Friedrich Nietzsche - 





"Dio mi chiama sul monte, ma non abbandono la Chiesa. 
Se Dio mi chiede questo è per servirla con la stessa dedizione. 
Grazie per il vostro affetto e il vostro amore. 
Dio vi benedica tutti.

- Papa Benedetto XVI - 



Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it

















martedì 26 febbraio 2013

La favoletta di Don Camillo - Giovannino Guareschi -

Don Camillo raccontò questa favoletta: «Un feroce lupo pieno di fame girava per la campagna e arrivò a un gran prato recinto da una altissima rete metallica. 
Dentro pascolavano tranquille le pecorelle. 
Il lupo girò tutt’attorno per vedere se qualche maglia si fosse allentata nella rete, ma non trovò buchi. 
Scavò con le zampe per fare un buco nella terra e passar sotto la rete, ma ogni fatica fu vana. 
Tentò di saltare la siepe, ma non riusciva neppure ad arrivare a metà. 
Allora si presentò alla porta del recinto e gridò: “Pace! Siamo tutti creature di Dio e dobbiamo vivere secondo le sue leggi!”. 
Le pecorelle si appressarono e allora il lupo disse con voce ispirata: “Viva la legalità! Finisca il regno della violenza! Facciamo una tregua!”. “Bene!”, risposero le pecorelle. “Facciamo una tregua!”. 
Il lupo si accucciò davanti alla porta del recinto e passava il tempo cantando. Ogni tanto si levava e andava a brucare l’erba ai piedi della rete metallica. “Uh! Guarda, guarda!”, si stupirono le pecore. “Mangia l’erba anche lui, come noi! Non ci avevano mai detto che i lupi mangiano l’erba!…”. “Io non sono un lupo!”, rispose il lupo. “Io sono una pecora come voi. Una pecora di un’altra razza”. 
Poi spiegò che le pecore di tutte le razze avrebbero dovuto fare causa comune. “Perché”, disse alla fine, “non fondiamo un Fronte Pecorale Democratico? ("Fronte popolare democratico" era il nome dell'alleanza politico-elettorale ).
Io ci sto volentieri e non pretendo nessun posto di comando. 
È ora che ci uniamo contro chi ci tosa, ci ruba il latte e ci manda al macello!”. “Parla bene!”, osservarono alcune pecore. “Bisogna fare causa comune!”. 
E aderirono al Fronte Pecorale Democratico e, un bel giorno, aprirono le porte. 
Il lupo, diventato capo del piccolo gregge, cominciò, in nome dell’Idea, la epurazione di tutte le pecore antidemocratiche e le prime furono quelle che gli avevano aperto la porta. 
Alla fine l’opera di epurazione terminò, e quando non rimase più neppure una pecora il lupo esclamò trionfante: “Ecco finalmente il popolo tutto unito e concorde! 
Andiamo a democratizzare un altro gregge!”»

(Giovannino Guareschi), 
Fonte: da “Don Camillo e il suo gregge”




‎" ...Cattolici che su divorzio, fecondazione artificiale , matrimoni gay, testamento biologico , eutanasia, educazione, concezione dello stato, esprimono pacatamente un pensiero non cattolico. 
Un 8 settembre dottrinale e culturale che produce, inevitabilmente, cumuli di macerie nell'azione politica di tutti i giorni. 
Ma il politico similcattolico non demorde. 

Egli sa che nell'accampamento dei credenti ancora tanta brava gente si aggira ignara, pronta a farsi sbranare il suo voto in serena letizia."


( Alessandro Gnocchi- Mario Palmaro in " Cattivi maestri. Inchiesta sui nemici della verità")



"La Madonna, negli ultimi tempi, ha chiesto di pregare molto per i Pastori. 
A mio parere, la Madonna ha fatto ciò, perchè è in atto, da parte del potere mediatico massonico mondiale, un grande attacco alla Chiesa. 
Dopo la caduta dell'impero sovietico, infatti, è cominciata la globalizzazione atea, materialistica, massonica, anticristiana.
E' l'ideologia dell' elite finanziaria e politica, che ha in mano tutto e, purtroppo, traduce i suoi progetti in leggi dello Stato (aborto, matrimoni gay, eutanasia ecc)".

(Padre Livio Fanzaga - Catechesi del 22 Febbraio 2013)



"Non abbiate paura di apparire diversi e di venire criticati per ciò che può sembrare perdente o fuori moda: coloro che sembrano più lontani dalla mentalità e dai valori del Vangelo, hanno un profondo bisogno di vedere qualcuno che osi vivere secondo la pienezza di umanità manifestata da Gesù Cristo."

- Papa Benedetto XVI -































Buona giornata a tutti :-)








lunedì 25 febbraio 2013

L’ Eternità – Don Bruno Ferrero -


C'era una volta un monaco che conduceva una vita serena e tranquilla.
Una sola inquietudine lo tormentava.
Aveva paura dell'eternità.
Gli eletti in Paradiso cantano le lodi di Dio come fanno i monaci.
Un conto è farlo per un po' di tempo. Ma per l'eternità! Per felici che si possa essere alla presenza di Dio, dopo qualche milione d'anni chissà che noia...

Un giorno di primavera, se ne andò secondo la sua abitudine a passeggiare nel bosco che circondava il monastero.
L'aria era viva e leggera, profumata di erba e di fiori.
Il monaco sospirò pensando al suo problema.
Sopra la sua testa un usignolo cominciò a cantare. Un canto così puro, modulato, melodioso che il monaco dimenticò i suoi pensieri per ascoltarlo. Non aveva mai sentito niente di più bello. Per un istante ascoltò estasiato.

Poi pensò che era ora di raggiungere il coro per la preghiera e si affrettò. Stranamente avevano sostituito il frate portinaio con uno che non conosceva. Passò un altro monaco e poi un altro che non aveva mai visto. "Che cosa desidera?" gli chiese il portinaio.
Vagamente irritato, il nostro monaco rispose che voleva soltanto entrare per non essere in ritardo. L'altro non capiva. Il monaco protestò e chiese con veemenza di vedere l'abate. Ma anche l'abate era uno sconosciuto e il povero monaco fu preso dalla paura.
Balbettando un po', spiegò che era uscito dal monastero per una breve passeggiata e che si era attardato un attimo ad ascoltare il canto di un usignolo, ma che si era affrettato a rientrare per l'ufficio pomeridiano.
L'abate lo ascoltava in silenzio.
"Cento anni fa", disse alla fine, "un monaco di questa abbazia, proprio in questa stagione e in quest'ora, è uscito dal monastero. Non è più ritornato e nessuno l'ha più rivisto".

Allora il monaco capì che Dio l'aveva esaudito. Se cento anni gli erano parsi un istante nello stato d'estasi in cui l'aveva rapito il canto dell'usignolo, l'eternità non era che un istante nell'estasi in Dio.

Un profeta importunava Dio continuamente: "Perché non fai questo? Perché non sistemi quello? Vuoi che le cose continuino così? Avanti intervieni! Presto, non tardare! Che sarà del mondo se va avanti di questo passo?".
Finalmente Dio gli parlò.
"Perché te la prendi tanto?" gli disse: 

"Lascia passare questi trentacinquemila anni e poi vedremo...".

Il tempo di Dio non è il tempo degli uomini.



(Don Bruno Ferrero)
Fonte: Il segreto dei pesci rossi



La vecchiaia mi ha portato almeno questi doni: so ascoltare e nessuno può costringermi a fare una cosa che non mi piace. (Stefano Benni)


La saggezza consiste semplicemente nel non insegnare a Dio come si debbano fare le cose. Dipendere solo dalla Sua volontà è la nostra vera autonomia.
In verità i progetti dell’uomo sono privi di interesse.
Solo la storia è interessante: ovvero quello che Dio fa dei progetti dell’uomo.

(N. Gòmez Dàvila)


"Uomini che cominciano a combattere la Chiesa per amore della libertà e dell'umanità, finiscono per combattere anche la libertà e l'umanità pur di combattere la Chiesa"

- G.K. Chesterton - 



«Quando, in un momento simbolico, stava ponendo le basi della Sua grande società, Cristo non scelse come pietra angolare il geniale Paolo o il mistico Giovanni, ma un imbroglione, uno snob, un codardo: in una parola, un uomo. 
E su quella pietra Egli ha edificato la Sua Chiesa, e le porte dell'Inferno non hanno prevalso su di essa. 
Tutti gli imperi e tutti i regni sono crollati, per questa intrinseca e costante debolezza, che furono fondati da uomini forti su uomini forti. 
Ma quest'unica cosa, la storica Chiesa cristiana, fu fondata su un uomo debole, e per questo motivo è indistruttibile. 
Poiché nessuna catena è più forte del suo anello più debole. » 

G.K.Chesterton - Eretici (1905)


Buona giornata a tutti. :-)





domenica 24 febbraio 2013

Le uniche armi: sciopero e voto - don Lorenzo Milani -




"Non discuterò qui l’idea di Patria in sé, non mi piacciono queste divisioni. Se voi però avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati ed oppressori dall’ altro. 
Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri. E se voi avete il diritto, senza essere richiamati dalla Curia, di insegnare che italiani e stranieri possono lecitamente anzi eroicamente squartarsi a vicenda, allora io reclamo il diritto di dire che anche i poveri possono e debbono combattere i ricchi, e almeno nella scelta dei mezzi sono migliore di voi: le armi che voi approvate sono orribili macchine per uccidere, mutilare, distruggere, far orfani e vedove. Le uniche armi che approvo io sono nobili e incruente: lo sciopero e il voto".

(don Lorenzo Milani)



"In quanto alla loro vita di giovani sovrani domani, non posso dire ai miei ragazzi che l’unico modo d’amare la legge è d’obbedirla. 
Posso solo dir loro che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste (cioè quando sono la forza del debole). 
Quando invece vedranno che non sono giuste (cioè quando sanzionano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perchè siano cambiate".

(don Lorenzo Milani)




‎" Si può fare politica al di fuori della libertà o al di fuori del concetto di libertà o al di fuori della ricerca della libertà?"

" Sì, in effetti ho un concetto di politica elevato. O se preferite, molto ingenuo, che Dio benedica gli ingenui. 

L'uomo che ho amato, l'uomo sul quale scrissi questo libro, "Un uomo", Alekos Panagulis, soleva ripetere che la politica è un dovere del cittadino. 

Un dovere, prima di essere un diritto. 

E tra l'altro, lo stesso diceva della libertà: "La libertà è un dovere, prima di essere un diritto."

Bè, io concordo pienamente: si può fare politica al di fuori della libertà o al di fuori del concetto di libertà o o al di fuori della ricerca di libertà? Ma, soprattutto, concordo con la scelta del termine "dovere". 
Se una persona non sente questo dovere, vi dico che non è un cittadino. 
Non è neppure un uomo, non è neppure una donna, ma un vegetale che vegeta in attesa di morire, per essere divorato come un soufflè di spinaci o un'insalata dagli impostori, dai tiranni , dai signori della guerra. E dovremmo starcene come vegetali ad assistere ai loro dannati omicidi , in attesa di essere uccisi nelle loro dannate guerre (diciamo dalla Terza guerra mondiale), senza protestare, senza intervenire, senza fare politica o essere politici?" 

- Oriana Fallaci, dalla conferenza tenuta il 27 gennaio 1983 al Annemberg Center for Health Sciences, Rancho Mirage , California in Oriana Fallaci " Il mio cuore è più stanco della mia voce" 





"Prima di ogni libertà, datemi la libertà di conoscere, di esprimermi e di discutere liberamente secondo coscienza" 

(John Milton, Areopagitica, 1644)





































Lo spread sociale di Benedetto XVI

Se preoccupa l’indice differenziale tra i tassi finanziari, dovrebbero destare sgomento le crescenti differenze fra pochi, sempre più ricchi, e molti, irrimediabilmente più poveri. Si tratta, insomma, di non rassegnarsi allo “spread del benessere sociale”, mentre si combatte quello della finanza.

- Discorso al Corpo diplomatico, 8 gennaio 2012 - 

Buona giornata a tutti :-)





sabato 23 febbraio 2013

Riflessione e criteri di orientamento sul voto elettorale - card. Carlo Caffara

Nella presente circostanza che, attraverso l’imminente chiamata all’espressione del voto, coinvolge il futuro civile del Paese, l’Arcivescovo S. Em. il Card. Carlo Caffarra offre questa riflessione e criteri di orientamento.


 Cari fedeli, solo dopo lunga riflessione ho deciso di dirvi parole di orientamento per il prossimo appuntamento elettorale. Di parole ne avete sentite tante in queste settimane; di promesse ne sono state fatte molte. Io non ho nessuna promessa da farvi. Spero solo che le mie parole non siano confuse con altre, perché non nascono da preoccupazioni politiche.

E’ come pastore della Chiesa che vi parlo.

1. La vicenda culturale dell’Occidente è giunta al suo capolinea: una grande promessa largamente non mantenuta.
I fondamenti sui quali è stata costruita vacillano, perché il paradigma antropologico secondo cui ha voluto coniugare i grandi vissuti umani [per esempio l’organizzazione del lavoro, il sistema educativo, il matrimonio e la famiglia …] è fallito, e ci ha portato dove oggi ci troviamo.
Non è più questione di restaurare un edificio gravemente leso. E’ un nuovo edificio ciò di cui abbiamo bisogno. Non sarà mai perdonato ai cristiani di continuare a essere culturalmente irrilevanti.

2. E’ necessario avere ben chiaro quali sono le linee architettoniche del nuovo edificio; e quindi anche quale profilo intendiamo dare alla nostra comunità nazionale. Ve lo indico, alla luce del grande Magistero di Benedetto XVI.

٭ La vita di ogni persona umana, dal concepimento alla sua morte naturale, è un bene intangibile di cui nessuno può disporre. Nessuna persona può essere considerata un peso di cui potersi disfare, oppure un oggetto – ottenuto mediante procedimenti tecnici [procreazione artificiale] – il cui possesso è un’esigenza della propria felicità.

٭ La dicotomia Stato–Individuo è falsa perché astratta. Non esiste l’individuo, ma la persona che fin dalla nascita si trova dentro relazioni che la definiscono. Esiste pertanto una società civile che deve essere riconosciuta.
Lo Stato è un bene umano fondamentale, purché rispetti i suoi confini: troppo Stato e niente Stato sono ugualmente e gravemente dannosi.

٭ Nessuna civiltà, nessuna comunità nazionale fiorisce se non viene riconosciuto al matrimonio e alla famiglia la loro incomparabile dignità, necessità e funzione. Incomparabile significa che nel loro genere non hanno uguali. Equipararle a realtà che sono naturalmente diverse, non significa allargare i diritti, ma istituzionalizzare il falso. «Non parlare come conviene non costituisce solo una mancanza verso ciò che si deve dire, ma anche mettere in pericolo l’essenza stessa dell’uomo» [Platone].

٭ Il sistema economico deve avere come priorità il lavoro: l’accesso al e il mantenimento del medesimo. Esso non può essere considerato una semplice variabile del sistema.
Il mercato, bene umano fondamentale, deve configurarsi sempre più come cooperazione per il mutuo vantaggio e non semplicemente come competizione di individui privi di legami comunitari.

٭ Tutto quanto detto sopra è irrealizzabile senza libertà di educazione, che esige un vero pluralismo dell’offerta scolastica pubblica, statale e non statale, pluralismo che consenta alle famiglie una reale possibilità di scelta.

3. Non possiamo astenerci dal prendere posizione su tali questioni anche mediante lo strumento democratico fondamentale del voto. 

La scelta sia guidata dai criteri sopraindicati, che sintetizzo: 

rispetto assoluto di ogni vita umana; costruzione di un rapporto giusto fra Stato, società civile, persona; salvaguardia dell’incomparabilità del matrimonio – famiglia e loro promozione; priorità del lavoro in un mercato non di competizione, ma di mutuo vantaggio; affermazione di una vera libertà di educazione.

Se con giudizio maturo riteniamo che nessun programma politico rispetti tutti e singoli i suddetti beni umani, diamo la nostra preferenza a chi secondo coscienza riteniamo meno lontano da essi, considerati nel loro insieme e secondo la loro oggettiva gerarchia.

4. Raccomando ai sacerdoti e ai diaconi permanenti di rimanere completamente fuori dal pubblico dibattito partitico, come richiesto dalla natura stessa del ministero sacro e da precise norme canoniche.

5.  Invochiamo infine con perseveranza e fede i santi patroni d’Italia Francesco e Caterina da Siena affinché, per loro intercessione, la nostra preghiera per il Paese trovi ascolto presso il Padre nostro che ‘ci libera dal male’.

Bologna, 16 febbraio 2013
+ Carlo Card. Caffarra
Arcivescovo


Leggi di Più: Caffarra: orientamenti per il voto | Tempi.it 




Il voto è l'unico modo che abbiamo di esprimere il nostro parere su ciò che ci è sembrato giusto e ciò che è sbagliato.Io lo considero prima di tutto un DIRITTO.Si deve votare per un ideale, si deve votare perchè si crede in qualcosa.Il voto è un DOVERE , perchè lo stato siamo noi, e siamo noi che dobbiamo comunque scegliere ciò che riteniamo migliore, noi scegliamo un ideale da perseguire, noi scegliamo lo stato che vorremmo e questo non si può delegare ad altri.


Quando in nome della non discriminazione si vuole costringere la Chiesa Cattolica a cambiare la propria posizione riguardo all'omosessualità o all'ordinazione sacerdotale delle donne, sull'uccidere bambini con l'aborto, sull'uccidere anziani e ammalati o su altri temi "caldi", questo significa che non le è più concesso vivere la propria identità, ergendo invece un'astratta religione "negativa" a prepotente criterio ultimo, al quale tutti devono piegarsi! Questo è spaventoso!
Esiste una "nuova" religione che pretende di essere valida per tutti perché "razionale" ... nessuno è costretto ad essere cristiano, ma nemmeno nessuno deve essere costretto a vivere secondo la "nuova religione" come fosse l'unica e vera, vincolante per tutta l'umanità. 
Questa nuova religione (laica? atea? razionale? laicista?) è peggio del peggior oscurantismo religioso. La Francia, che tanti additano a paese civile e moderno, mi spaventa moltissimo: questa nuova religione ha spinto le donne ad abortire il 95% dei bambini down (e c'è stata un ministro che si è pure lamentato per quel restante 5% di donne che ha coraggiosamente deciso di portare avanti comunque la gravidanza...) per non parlare di tutta la questione dei matrimoni gay... si alla tolleranza e civiltà NON al far passare per normale ciò che normale non è. Rispetto ogni religione e pretendo che ogni religione rispetti la mia fede... 
La "religione laica" invece NON rispetta la mia fede, vuole togliere i miei simboli dal mondo pubblico, vuole zittirmi, vuole costringermi a dire che matrimoni gay sono ok, che abortire è normale, che l'eutanasia è un diritto... no, non sono una laica, per nulla. Sono una cristiana. Tutto qua. Ciò non significa che sono un' oscurantista, ma che la mia fede, nel momento in cui si scontra con la religione laica, ha priorità che non possono essere capite da coloro che pensano che la Verità sia ciò che dice la maggioranza... la verità va oltre la maggioranza, sta più sopra e nessuna maggioranza può manipolarla senza che un cristiano vero non se ne accorga... scusate la lunghezza di questo "sermone"  :-)




Preghiera per la sera

Signore, mio Dio, io ti ringrazio
che hai portato a termine questo giorno;
io ti ringrazio che hai dato riposo al corpo e all'anima.


La tua mano era su di me e mi hai protetto e difeso.


Perdona tutti i momenti di poca fede
e tutte le ingiustizie di questo giorno
e aiutami a perdonare tutti coloro
che sono stati ingiusti con me.


Fammi dormire in pace sotto la tua protezione
e preservami dalle insidie delle tenebre.


Ti affido i miei cari,
ti affido il mio corpo e la mia anima.


Dio, sia lodato il tuo santo nome.