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domenica 28 febbraio 2016

Omaggio a papa Benedetto XVI, 28 febbraio 2016





...La vita umana è anzitutto ricerca del senso, ricerca di una parola che possa indicarmi una via e donarmi un orientamento. 
Concepita a partire dal suo senso, la vita è ricerca di "comunione", capace di dare all'uomo il sostegno di cui ha bisogno, perché l'uomo è stato creato per il Noi. Si tratta di ricerca di amore, che partecipa, che insegna a fidarsi e che è affidabile fino alla forma estrema di donazione reciproca...
Il fatto che il vero Signore, il Creatore, davvero non si ritenga troppo grande per piegarsi su di noi, solo questo - che egli ci conosca, sia capace e voglia prendersi cura di noi - è il messaggio della salvezza; è questo fatto che spazza via l'isolamento, la nebbia delle domande, l'oscura solitudine, e permette alla luce di irrompere. Ma poiché questo Signore del mondo, che è la sua verità e che è amore, lo è fino al punto di morire per gli uomini, proprio per questo il messaggio che viene da lui è la vera "buona notizia", che è buona proprio perché ci strappa dalla nostra tranquillità piccolo borghese, dalle nostre voglie e dall'autocompiacenza che proviamo nel restare chiusi nelle nostre idee, per accompagnarci fin dentro la grandezza, inizialmente dolorosa, della verità e dell'amore autentico...


- card. Joseph Ratzinger - 
da "Il Dio vicino - L'eucarestia cuore della vita cristiana" 


"La guarigione completa e radicale è la "salvezza". 
In verità, la lebbra che realmente deturpa l'uomo e la società è il peccato; sono l'orgoglio e l'egoismo che generano nell'animo umano indifferenza, odio e violenza. 
Questa lebbra dello spirito, che sfigura il volto dell'umanità, nessuno può guarirla se non Dio, che è Amore. Aprendo il cuore a Dio, la persona che si converte viene sanata interiormente dal male".

- papa Benedetto XVI - 
Angelus, 14 ottobre 2007





L’importanza del gesti esteriori nella vita cristiana: inginocchiarsi, alzarsi, sedersi
«Dato che il Signore, come risorto, si dà nel corpo, noi dobbiamo rispondere con l'anima e con il corpo. Tutte le possibilità spirituali del nostro corpo entrano necessariamente a far parte della forma dell'eucarestia: cantare, parlare, tacere, sedersi, stare in piedi, inginocchiarsi. In passato abbiamo forse troppo trascurato il cantare e il parlare e siamo rimasti gli uni accanto agli altri esclusivamente in silenzio. Oggi, al contrario, corriamo il rischio di dimenticare proprio il silenzio. Ma solo queste tre cose - cantare, parlare, tacere - costituiscono la risposta in cui la pienezza della nostra vita si apre per il Signore. La stessa cosa vale per i tre atteggiamenti fondamentali del corpo: sedersi, stare in piedi, inginocchiarsi. Ancora una volta, in passato abbiamo forse troppo dimenticato lo stare in piedi e, in parte, anche il sedersi, come espressione di un ascolto disteso e siamo rimasti esclusivamente in ginocchio; oggi ci troviamo, anche in questo caso, nel pericolo opposto. Eppure anche qui è necessario che trovino espressione tutti e tre questi atteggiamenti. Della liturgia fa parte anche lo star seduti ad ascoltare con attenzione la parola di Dio. Di essa fa parte lo stare in piedi come espressione di disponibilità...Stare in piedi è, inoltre, espressione della vittoria di Gesù Cristo...Infine, è essenziale anche l'inginocchiarsi come gesto fisico dell'adorazione, in cui noi restiamo diritti, disponibili, pronti, ma allo stesso tempo ci inchiniamo di fronte alla grandezza di Dio vivente»

- card. Joseph Ratzinger -
da "Il Dio vicino - L'eucarestia cuore della vita cristiana" 


...dobbiamo di nuovo rinascere. Abbiamo bisogno di essere accettati e di farci accettare. Dobbiamo trasformare la nostra dipendenza in amore e diventare così liberi. Dobbiamo di nuovo rinascere e deporre l'orgoglio, diventare bambini, riconoscere e accettare nel Bambino Gesù il frutto della vita...
Il vero albero della vita non è lontano da noi, da qualche parte in un mondo perduto. 

E' eretto in mezzo a noi, al centro, non solo come immagine e segno, bensì realmente. 
Gesù, che è il frutto dell'albero della vita e la stessa vita, è diventato così piccolo che le nostre mani lo possono racchiudere. 
Egli si fa dipendente da noi per renderci liberi, per sollevarci dal nostro male caduco.
Non deludiamo la sua fiducia. Mettiamoci nelle sue mani come Lui si è messo nelle nostre...

- card. Joseph Ratzinger - 
da "La benedizione del Natale" 



...Il Verbo si è fatto carne. accanto a questa verità giovannea, deve stare anche l'altra, quella mariana, questa volta proclamata da Luca: Dio si è incarnato. Si tratta non soltanto di un evento incommensurabilmente grande e lontano, ma anche qualcosa di molto vicino e umano: Dio è diventato un bimbo, che ha avuto bisogno d'una madre...
Il Bambino bussa alla porta del nostro mondo. Il Bambino bussa. 

Questa ricerca di rifugio e protezione si spinge in profondità. Non c'è solo un ambiente esteriore ostile all'infanzia, bensì già prima è intervenuta un'opzione per la quale al Bambino vengono chiuse per principio le porte di questo mondo, che asserisce di non avere più alcun posto per lui.
Il Bambino bussa. Se lo accettassimo, dovremmo rivedere interamente il nostro personale rapporto con la vita. Qui è in gioco qualcosa di molto profondo, cioè come concepiamo, in ultima analisi, l'essere uomini: come uno sconfinato egoismo o come una libertà fiduciosa, che si sa chiamata alla comunione e alla libertà della condivisione?...

- card. Joseph Ratzinger  - 
da "Munchener Katholische Kirchenzeitung" - 14 gennaio 1979 -



...La sollecitudine per la bellezza della casa di Dio e la sollecitudine per i poveri di Dio sono inseparabili tra loro. L'uomo non ha bisogno soltanto di ciò che è utile, ma anche di ciò che è bello; non solo di una propria casa, ma anche della vicinanza di Dio e dei segni che l'attestano. Là dove Dio viene onorato, anche il nostro cuore è rischiarato...
La bellezza, della quale è stato circondato il bimbo di Betlemme, è destinata a tutti gli uomini ed è necessaria a noi tanto quanto il pane. 

Chi sottrae qualcosa di bello al Bambino, per convertirla in qualcosa di utile, costui non arreca vantaggio, ma provoca danno; spegne quella luce, via la quale anche qualsiasi calcolo o stima diventano futili e freddi. 
Certo, se vogliamo unirci al pellegrinaggio dei secoli che vuole offrire le cose più belle di questo mondo al Re appena nato, non dobbiamo però anche dimenticare che egli vive ancora in stalle, nelle prigioni e nelle favelas, e che noi non lo onoriamo davvero, se ci rifiutiamo di andarlo a cercare in quei luoghi. Ma questa consapevolezza non deve obbligarci a finire tra le braccia di una "dittatura dell'utile", che disprezzi la gioia e dogmatizzi una serietà opprimente...

- card. Joseph Ratzinger  - 
da "Gottes Angesichts suchen" 



Ciao Santo Padre, sempre nei nostri cuori!!!

Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it




venerdì 28 febbraio 2014

Papa Benedetto XVI sempre vivo nei nostri cuori!













...Il senso del bene è stato impresso in noi, dice Agostino. 
A partire da ciò siamo ora in grado di comprendere correttamente il brindisi di Newman prima per la coscienza e solo dopo per il Papa. 
Il Papa non può imporre ai fedeli cattolici dei comandamenti, solo perché egli lo vuole o lo ritiene utile. 
Una simile concezione moderna e volontaristica dell'autorità può soltanto deformare l'autentico significato teologico del papato. 
Così la vera natura del ministero di Pietro è diventata del tutto incomprensibile nell'epoca moderna precisamente perché in questo orizzonte mentale si può pensare all'autorità solo con categorie che non consentono più alcun ponte fra soggetto e oggetto. Pertanto tutto ciò che non proviene dal soggetto può essere solo una determinazione imposta dall'esterno. Ma le cose si presentano del tutto diverse a partire da un'antropologia della coscienza [...]. 
L'anamnesi infusa nel nostro essere ha bisogno, per così dire, di un aiuto dall'esterno per diventare cosciente di sé. Ma questo "dal di fuori" non è affatto qualcosa di contrapposto, anzi è piuttosto qualcosa di ordinato ad essa: esso ha una funzione maieutica, non le impone niente dal di fuori, ma porta a compimento quanto è proprio dell'anamnesi, cioè la sua interiore specifica apertura alla verità [...]
Il significato autentico dell'autorità dottrinale del Papa consiste nel fatto che egli è il garante della memoria cristiana. Il Papa non impone dall'esterno, ma sviluppa la memoria cristiana e la difende...

- card. Joseph Ratzinger  - 

da "L'elogio della coscienza" La verità interroga il cuore



«Chi crede in Dio, nel Dio che proprio nelle sembianze alterate del Crocifisso si manifestato come amore “sino alla fine” (Gv 13,1), sa che la bellezza è verità e che la verità è bellezza, ma nel Cristo sofferente apprende anche che la bellezza della verità include offesa, dolore e persino l’oscuro mistero della morte. 
Bellezza e verità possono rinvenirsi soltanto nell’accettazione del dolore, e non nel suo rifiuto». 

- card. Joseph Ratzinger il 10 marzo 2004 - 


"Per quanto riguarda il restare fedeli alla propria identità: sarebbe troppo poco se il cristiano con la sua decisione per la propria identità interrompesse, per così dire, in base alla sua volontà, la via verso la verità. 
Allora il suo essere cristiano diventerebbe qualcosa di arbitrario, una scelta semplicemente fattuale. 
Allora egli, evidentemente, non metterebbe in conto che nella religione si ha a che fare con la verità. 
Rispetto a questo direi che il cristiano ha la grande fiducia di fondo, anzi, la grande certezza di fondo di poter prendere tranquillamente il largo nel vasto mare della verità, senza dover temere per la sua identità di cristiano. 
Certo, non siamo noi a possedere la verità, ma è essa a possedere noi: Cristo, che è la Verità, ci ha presi per mano, e sulla via della nostra ricerca appassionata di conoscenza sappiamo che la sua mano ci tiene saldamente. L’essere interiormente sostenuti dalla mano di Cristo ci rende liberi e al tempo stesso sicuri. Liberi: se siamo sostenuti da Lui, possiamo entrare in qualsiasi dialogo apertamente e senza paura. 
Sicuri, perché Egli non ci lascia, se non siamo noi stessi a staccarci da Lui. Uniti a Lui, siamo nella luce della verità".

- papa Benedetto XVI, 21 dicembre 2012 -




Ratzinger – prima da cardinale, braccio destro di Giovanni Paolo II – e poi come Papa Benedetto XVI, ha rappresentato e rappresenta infatti non solo l’ortodossia, la fedeltà alla tradizione della Chiesa, ma anche una straordinaria intelligenza cattolica, capace di dialogare col mondo senza sottomettersi ad esso e – anzi – affascinando e attraendo le migliori intelligenze laiche.

- Antonio Socci -


Un Gesù che sia d'accordo con tutto e con tutti, un Gesù senza la Sua santa ira, senza la durezza della verità e del vero amore, non è il vero Gesù come lo mostra la Scrittura, ma una Sua miserabile caricatura.

Joseph Ratzinger, "Guardare a Cristo", pag. 76, Jaca Book 1986

http://leggoerifletto.blogspot.it/2013/02/28-febbraio-2013-ore-2000-ciao-santo.html


Ciao Santo Padre, sempre vivo nei nostri cuori! 


Buona giornata a tutti.  :-)

www.leggoerifletto.it








giovedì 28 febbraio 2013

28 febbraio 2013, ore 20.00 Ciao Santo Padre. Prega per noi e per la Chiesa.



































In cinque discorsi radiofonici poco conosciuti – ripubblicati tempo fa dalla Ignatius Press nel volume “Faith and the Future” – il futuro Papa in quel complesso anno 1969, tracciava la propria visione sul futuro dell’uomo e della Chiesa. E’ soprattutto l’ultima lezione, letta il giorno di Natale ai microfoni della “Hessian Rundfunk”, ad assumere i toni della profezia.

Ratzinger si diceva convinto che la Chiesa stesse vivendo un’epoca analoga a quella successiva all’Illuminismo e alla Rivoluzione francese. 

“Siamo a un enorme punto di svolta – spiegava – nell’evoluzione del genere umano. 
Un momento rispetto al quale il passaggio dal Medioevo ai tempi moderni sembra quasi insignificante”. 
Il professor Ratzinger paragonava l’era attuale con quella di Papa Pio VI, rapito dalle truppe della Repubblica francese e morto in prigionia nel 1799. La Chiesa si era trovata allora alle prese con una forza che intendeva estinguerla per sempre, aveva visto i propri beni confiscati e gli ordini religiosi dissolti.

Una condizione non molto diversa, spiegava, potrebbe attendere la Chiesa odierna, minata secondo Ratzinger dalla tentazione di ridurre i preti ad “assistenti sociali” e la propria opera a mera presenza politica. 


“Dalla crisi odierna – affermava – emergerà una Chiesa che avrà perso molto.
Diverrà piccola e dovrà ripartire più o meno dagli inizi. Non sarà più in grado di abitare gli edifici che ha costruito in tempi di prosperità. Con il diminuire dei suoi fedeli, perderà anche gran parte dei privilegi sociali”. Ripartirà da piccoli gruppi, da movimenti e da una minoranza che rimetterà la fede al centro dell’esperienza. “Sarà una Chiesa più spirituale, che non si arrogherà un mandato politico flirtando ora con la Sinistra e ora con la Destra. Sarà povera e diventerà la Chiesa degli indigenti”.

Quello che Ratzinger delineava era “un processo lungo, ma quando tutto il travaglio sarà passato, emergerà un grande potere da una Chiesa più spirituale e semplificata”. 

A quel punto gli uomini scopriranno di abitare un mondo di “indescrivibile solitudine” e avendo perso di vista Dio, “avvertiranno l’orrore della loro povertà”.

Allora, e solo allora, concludeva Ratzinger, vedranno “quel piccolo gregge di credenti come qualcosa di totalmente nuovo: lo scopriranno come una speranza per se stessi, la risposta che avevano sempre cercato in segreto”.



 “Dalla crisi odierna emergerà una Chiesa che avrà perso molto. Diverrà piccola e dovrà ripartire più o meno dagli inizi. Non sarà più in grado di abitare gli edifici che ha costruito in tempi di prosperità. Con il diminuire dei suoi fedeli, perderà anche gran parte dei privilegi sociali. Ripartirà da piccoli gruppi, da movimenti e da una minoranza che rimetterà la Fede al centro dell’esperienza. Sarà una Chiesa più spirituale, che non si arrogherà un mandato politico flirtando ora con la Sinistra e ora con la Destra. Sarà povera e diventerà la Chiesa degli indigenti. Allora la gente vedrà quel piccolo gregge di credenti come qualcosa di totalmente nuovo: lo scopriranno come una speranza per se stessi, la risposta che avevano sempre cercato in segreto.”


-card.  Joseph Ratzinger, 1969 - 


«La parola greca per convertirsi significa ripensare, mettere in questione il proprio ed il comune modo di vivere; lasciare entrare Dio nei criteri della propria vita; non giudicare più semplicemente secondo le opinioni correnti. Convertirsi significa, di conseguenza, non vivere come vivono tutti, non fare come fanno tutti, non sentirsi giustificati in azioni dubbiose, ambigue, malvagie, dal fatto che altri fanno lo stesso; cominciare a vedere la propria vita con gli occhi di Dio; cercare quindi il bene, anche se è scomodo; non puntare sul giudizio dei molti, degli uomini, ma sul giudizio di Dio».


 - Papa Benedetto XVI -


 La Chiesa è di Cristo il Quale non le farà mai mancare la sua guida e la sua cura.


 - papa Benedetto XVI -


"I Papi si succedono ma Cristo rimane in Eterno."

- papa Benedetto XVI - 


              Te ne vai per la strada che ti è stata indicata da Dio, ma sei sempre con noi! ♥

Buona giornata a tutti. :-)