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giovedì 19 aprile 2018

Ah vastità di pini e Bella - Pablo Neruda

Ah vastità di pini, rumore d'onde che si frangono,
lento gioco di luci, campana solitaria,
crepuscolo che cade nei tuoi occhi, bambola
chiocciola terrestre, in te la terra canta!
In te i fiumi cantano e in essi l'anima mia fugge
come tu desideri e verso dove tu vorrai.
Segnami la mia strada nel tuo arco di speranze
e lancerò in delirio il mio stormo di frecce.
Intorno a me sto osservando la tua cintura di nebbia
e il tuo silenzio incalza le mie ore inseguite,
e sei tu con le tue braccia di pietra trasparente
dove i miei baci si ancorano e la mia umida ansia s'annida.
Ah la tua voce misteriosa che l'amore tinge e piega
nel crepuscolo risonante e morente!
Così in ore profonde sopra i campi ho visto
piegarsi le spighe sulla bocca del vento.

- Pablo Neruda -


Hubert Robert (1733-1808), The Bathing Pool


Bella,
come nella pietra fresca
della sorgente, l'acqua
apre un ampio lampo di spuma,
così è il sorriso del tuo volto,
bella.

Bella,
dalle fini mani e dagli esili piedi
come un cavallino d'argento,
che cammina, fiore del mondo,
così ti vedo,
bella.

Bella,
con un nido di rame intricato
sulla testa, un nido
color di miele cupo
dove il mio cuore arde e riposa,
bella.

Bella,
gli occhi non ti stanno nel volto,
non ti stanno nella terra.

Vi son paesi, vi son fiumi
nei tuoi occhi,
la mia patria sta nei tuoi occhi,
io cammino in mezzo ad essi,
essi danno luce al mondo
dove io cammino,
bella.

Bella,
i tuoi seni sono come due pani fatti
di terra cereale e luna d'oro,
bella.

Bella,
la tua cintura
il mio braccio l'ha fatta come un fiume quando
è passato mill'anni per il tuo dolce corpo.

Bella.

Bella,
non v'è nulla come i tuoi fianchi,
forse la terra possiede
in qualche luogo occulto
la curva e l'aroma del tuo corpo.
forse in qualche luogo
bella.

Bella, mia bella,
la tua voce, la tua pelle, le tue unghie.

Bella, mia bella,
il tuo essere, la tua luce, la tua ombra,
bella,
tutto è mio, bella,
tutto è mio, mia,
quando cammini o riposi,
quando canti o dormi,
quando soffri o sogni,
sempre,
quando sei vicina o lontana,
sempre
sei mia, mia bella,
sempre.


- Pablo Neruda -

Fonte: “I versi del Capitano” di Pablo Neruda, Ed. Passigli, 2001


Boleslaw Von Szankowski (1873-1953)



Buona giornata a tutti. :-)





domenica 15 aprile 2018

da: "Perché Signore? Il dolore: segreto nascosto nei secoli" - Fratel Carlo Carretto

"...Dio aveva infiniti modi di fare un mondo diverso.
Lui è Dio, è il dio dell'impossibile.
Poteva fare un mondo senza sofferenze, poteva fare un mondo non assoggettato al dolore, poteva fare suo figlio immerso nelle gioie dell'eros come in un perenne viaggio di nozze. No! Non l'ha fatto.
Gli ha lasciato un po' di eros ma gli ha chiesto di abituarsi all'agape del sacrificio.
Gli ha regalato albe stupende, ma gliele ha mescolate a notti di tragedia.
Gli ha dato salute e forza fatte apposta per soffocarlo nel momento in cui non se l'attende. Come terribile metastasi del male.
E' inutile trovare la scusa che non è Dio che vuole il male, che il dolore è colpa dell'uomo e dell'ecologia distrutta.
No,no!
Io so che Dio può tutto e, se volesse, potrebbe bloccarmi il cancro che ho addosso e mi distrugge.
Non lo fa.
A me piace la soluzione di Giacobbe: mi sembra più semplice.
E' lui che mi ha azzoppato.
Discutete pure all'infinito, come i quattro teologi accanto a Giobbe, sul perchè del dolore e del perchè Dio lasci il dolore su questa terra.
Io preferisco dire: "E' Lui".
E' Lui che mi ha distrutto i campi. E' Lui che ha permesso che i nemici uccidano i miei figli.
E' Lui che mi ha portato su questo letamaio.
Non ci sono due potenze.
Ce n'è una sola: Dio!
Lui può.
Però non interviene e lascia che io soffra, permette che la guerra venga dichiarata, non dice nulla quando quattro boss della mafia mi avvelenano una provincia, lascia che la mano crudele del soldato e del poliziotto torturi il fratello per farlo parlare.
Qui sta una parte del mistero del dolore.
Dio permette.
Dio mi ferisce
Dio mi distrugge i raccolti.
Dio imperversa nella tempesta.
Dio mi conduce alla morte.
Ma è proprio nel ferirmi che tira fuori il meglio di me.
Se non fossi ferito, sarei insopportabile nelle mie diaboliche sicurezze.
Ferito, rimango calmo e imparo a piangere; piangendo imparo a capire gli altri, imparo la beatitudine della povertà.
E' così.
Se l'uomo non avesse il dolore, se non passasse nel limite della sofferenza, difficilmente infilerebbe la strada della salvezza.
Se in Egitto il popolo avesse avuto la libertà, Mosè non avrebbe potuto convincerlo a tentare l'avventura della liberazione.
Se nel deserto avesse trovato al posto dei serpenti, della fame e della sete, oasi incantate, non sarebbe mai giunto alla terra promessa.
Non esiste stimolo a marciare verso il nostro domani, più efficace della nostra sofferenza.
Ed è per questo che Dio colpì Giacobbe all'anca."

- Fratel Carlo Carretto -
da:  "Perché Signore? Il dolore: segreto nascosto nei secoli"


"Quanto sei contestabile, Chiesa, eppure quanto ti amo! 
Quanto mi hai fatto soffrire, eppure quanto a te devo! 
Vorrei vederti distrutta, eppure ho bisogno della tua presenza. Mi hai dato tanti scandali, eppure mi hai fatto capire la santità! Nulla ho visto nel mondo di più oscurantista, più compromesso, più falso, e nulla ho toccato di più duro, di più generoso, di più bello.

Quante volte ho avuto la voglia di sbatterti in faccia la porta della mia anima, e quante volte ho pregato di poter morire tra le tue braccia sicure.

No, non posso liberarmi di te, perché sono te, pur non essendo completamente te.
E poi, dove andrei? A costruirne un'altra?
Ma non potrò costruirla se non con gli stessi difetti, perché sono i miei che porto dentro. E se la costruirò sarà la Mia Chiesa, non più quella di Cristo.
L'altro ieri un amico ha scritto una lettera ad un giornale: "Lascio la Chiesa perché, con la sua compromissione con i ricchi non è più credibile". Mi fa pena!
O è un sentimentale che non ha esperienza e lo scuso; o è un orgoglioso che crede di essere migliore degli altri.
Nessuno di noi è credibile finché è su questa terra. San Francesco urlava: "Tu mi credi santo, e non sai che posso ancora avere dei figli con una prostituta, se Cristo non mi sostiene".
La credibilità non è degli uomini, è solo di Dio e del Cristo. Degli uomini è la debolezza e semmai la buona volontà di fare qualcosa di buono con l'aiuto della grazia che sgorga dalle vene invisibili della Chiesa visibile.
Forse la Chiesa di ieri era migliore di quella di oggi? Forse che la Chiesa di Gerusalemme era più credibile di quella di Roma?".
(…)
"Quando ero giovane non capivo perché Gesù, nonostante il rinnegamento di Pietro, lo volle capo, suo successore, primo papa. Ora non mi stupisco più e comprendo sempre meglio che avere fondato la Chiesa sulla tomba di un traditore, di un uomo che si spaventa per le chiacchiere di una serva, era un avvertimento continuo per mantenere ognuno di noi nella umiltà e nella coscienza della propria fragilità.
No, non vado fuori di questa Chiesa fondata su una pietra così debole, perché ne fonderei un'altra su una pietra ancora più debole che sono io".
(…)
"Ma poi c'è ancora un'altra cosa che è forse più bella. Lo Spirito Santo, che è l'Amore, è capace di vederci santi, immacolati, belli, anche se vestiti da mascalzoni e adulteri.
Il perdono di Dio, quando ci tocca, fa diventare trasparente Zaccheo il pubblicano, e immacolata la Maddalena, la peccatrice.

È come se il male non avesse potuto toccare la profondità metafisica dell'uomo. E' come se l'Amore avesse impedito di lasciare imputridire l'anima lontana dall'Amore. 
"Io ho buttato i tuoi peccati dietro le mie spalle", dice Dio a ciascuno di noi, e continua: "Ti ho amato di amore eterno, per questo ti ho riservato la mia bontà. Ti edificherò di nuovo e tu sarai riedificata, vergine Israele" (Ger 31,3-4).
Ecco, ci chiama "vergini" anche quando siamo di ritorno dall'ennesima prostituzione nel corpo e nello spirito e nel cuore.
In questo, Dio è veramente Dio, cioè l'unico capace di fare le "cose nuove".
Perché non m'importa che Lui faccia i cieli e la terra nuovi, e più necessario che faccia "nuovi" i nostri cuori.
E questo è il lavoro di Cristo.
E questo è il lavoro divino della Chiesa.
Volete voi impedire questo "far nuovi i cuori", scacciando qualcuno dall'assemblea del popolo di Dio?
O volete voi, cercando altro luogo più sicuro, mettervi in pericolo di perdervi lo Spirito?".


- Fratel Carlo Carretto -

La chiamata alla Fede di Abramo


Buona giornata a tutti. :-)










venerdì 13 aprile 2018

Due Storie Sulle Montagne - Paulo Coelho


·       Qui dove sono

Dopo aver vinto numerose gare di arco e freccia, il campione della città  andò a trovare il maestro Zen.
– Sono il migliore di tutti – disse. – Non ho appreso la religione, non ho ricercato l’aiuto dei monaci, e sono riuscito ad arrivare ad esser considerato il miglior arciere di tutta la regione.
Ho saputo che, per un certo periodo, il miglior arciere della regione siete stato voi, e vi domando: c’era bisogno di diventare un monaco per apprendere a tirare?
– No – rispose il maestro Zen.
Ma il campione non si ritenne soddisfatto: estrasse una freccia, la mise nell’arco, la scagliò e colpì una ciliegia che si trovava molto lontana.
Sorrise, come a dire: “Avreste potuto risparmiare il vostro tempo, dedicandovi solo alla tecnica.”
E disse: – Dubito che riuscirete a ripeterlo -
Senza mostrare la minima preoccupazione, il maestro andò dentro, prese il suo arco e cominciò a camminare in direzione di una montagna vicina.
Lungo la strada c’era un abisso che si poteva attraversare solo grazie a un vecchio ponte di corda ormai marcia, quasi pericolante: con la massima calma, il maestro Zen arrivò sino alla metà del ponte, tese il suo arco, vi inserì la freccia, puntò un albero sull’altro lato del burrone e centrò il bersaglio.
– Ora tocca a te – disse gentilmente al giovane, mentre tornava verso il terreno sicuro.
Terrorizzato, guardando l’abisso sotto i suoi piedi, il giovane andò fino al luogo indicato, tirò, ma la sua freccia atterrò molto distante dal bersaglio.
– Ecco a cosa sono valse la disciplina e la pratica della meditazione – concluse il maestro quando il giovane tornò accanto a lui. – Tu puoi avere molta abilità con lo strumento che hai scelto per guadagnarti da vivere, ma è tutto inutile se non riesci a dominare la mente che utilizza quello strumento. -

- Paulo Coelho - 



Contemplando il deserto

Tre persone che passavano in una piccola carovana videro un uomo che contemplava l’imbrunire nel deserto del Sahara dall’alto di una montagna.
– Dev’essere un pastore che ha perduto una pecora e cerca di scoprire dove sia – disse il primo.
– No, non credo che stia cercando qualcosa, e tanto meno al tramonto, quando la vista si confonde. Penso che aspetti un amico.
– Vi garantisco che è un sant’uomo, e cerca l’illuminazione – commentò il terzo.
Si misero a discutere su cosa stesse facendo quell’uomo, e tanto s’infervorarono nella discussione che finirono quasi per litigare. 
Infine, per stabilire chi avesse ragione, decisero di salire sulla montagna e di raggiungere l’uomo.
– Lei sta cercando la sua pecora? – domandò il primo.
– No, non ho nessun gregge.
– Allora, di sicuro, aspetta qualcuno – affermò il secondo.
– Sono un uomo solitario, che vive nel deserto – fu la risposta.
– Poiché vive nel deserto, e in solitudine, dobbiamo credere che lei è un santo, alla ricerca di Dio, e sta meditando! – esclamò, contento, il terzo uomo.
– C’è davvero bisogno che tutto, sulla Terra, abbia una spiegazione? 
Allora vi spiego. Io me ne sto qui unicamente a guardare il tramonto: questo non basta per dare un senso alle nostre vite?


- Paulo Coelho - 






Io direi che sono i sogni a tenerci in vita e la possibilità di realizzarli è la nostra forza vitale, il motivo per cui al mattino trovare forza per alzarci e vivere ogni giorno con la sensazione che proprio oggi il sogno si realizzerà, che oggi faremo un piccolo passo verso la sua realizzazione, che oggi finalmente ci sentiremo realizzati, e guarderemo alle fatiche affrontate felici di avercela fatta. 
A volte ci convincono che i sogni sono irrealizzabili, da non perseguire se si vogliono evitare delusioni ma soltanto una cosa rende impossibile un sogno: la paura di fallire.


- Paulo Coelho - 



 Buona giornata a tutti. :-)



giovedì 12 aprile 2018

Io penso che una foglia d’erba - Walt Whitman

Io penso che una foglia d’erba non sia affatto
da meno della quotidiana fatica delle stelle,
e la formica è altrettanto perfetta, al pari di un

granello di sabbia o dell’uovo di uno scricciolo,
e la piccola rana è un’opera d’arte simile alle più famose,
e il rovo rampicante potrebbe ornare gli spazi eterei,
e la giuntura più piccola della mia mano
la più perfetta macchina può deridere,
e la mucca che rumina a capo chino supera
qualsiasi monumento,
e un topo è un miracolo tanto grande
da convincere gli scettici.


- Walt Whitman -



Non lasciate che la giornata termini senza essere cresciuti un po’, senza aver sorriso molto, senza aver alimentato i propri sogni.
Non fatevi vincere dallo scoraggiamento.
Non permettete a nessuno di togliervi il diritto di esprimervi, che è quasi un dovere.
Non desistete dal desiderio di rendere la vostra vita straordinaria.


- Walt Withman - 




«Questo è ciò che dovete fare: amate la terra e il sole e gli animali, disprezzate le ricchezze, fate l'elemosina a tutti quelli che la chiedono, proteggete gli stupidi e i poveri, destinate il vostro reddito e il vostro lavoro agli altri, odiate i tiranni, non discutete su Dio, mostrate pazienza e indulgenza verso la gente, non toglietevi il cappello dinanzi a nulla, noto o ignoto, a nessun uomo o folla d'uomini – uscite liberamente con gente possente e non istruita, e con i giovani, con le madri di famiglia – riesaminate tutto ciò che vi è stato detto, a scuola o in chiesa o in qualsivoglia libro, e ripudiate quanto insulta l'anima vostra; e la vostra stessa carne diverrà un grande poema, e possederà la più grande fluidità non solo nelle sue parole, ma nel silente disegno delle labbra e del volto, e tra le palpebre degli occhi, e in ogni moto, ogni giuntura del corpo vostro.
Il poeta non consumerà il suo tempo in lavori non necessari.
Egli saprà che la terra è già stata arata e concimata; altri magari non lo sanno, ma lui lo sa. 
Egli si dichiarerà direttamente alla creazione. 
La sua fiducia gli meriterà la fiducia di tutto ciò che tocca – e gli permetterà di dominare ogni attaccamento.»

- Walt Whitman - 
Prefazione di Foglie d'erba, 1855


Buona giornata a tutti. :-)