nella Poesia di saluto:
[…] Vedo le città della terra, e ne divento
parte,
Sono un vero londinese, parigino, viennese,
Sono un abitante di San Pietroburgo,
Berlino, Costantinopoli,
Sono di Adelaide, Sidney, Melbourne,
Sono di Manchester, Bristol, Edimburgo,
Limerick,
Sono di Madrid, Cadige, Bercellona, Oporto,
Lione, Brussels, Berna,
Francoforte, Stoccarda, Torino, Firenze,
Appartengo a Mosca, Cracovia, Varsavia – o
più a nord a Cristiana o
Stoccolma – o a qualche strada in Islanda,
Scendo in tutte queste città, e di nuovo
riemergo.
Vedo vapori che esalano da paesi
inesplorati,
Vedo tipi selvaggi, l’arco e le frecce, la
punta avvelenata, il feticcio e
l’obi.
Vedo le città africane e asiatiche,
Vedo Algeri, Tripoli, Derna, Mogadore,
Timbuctu Monrovia,
Vedo le brulicanti folle di Pechino,
Canton, Benares, Deli, Calcutta,
Vedo il crumano nella sua capanna, e il
dahomey e l’ascianti nelle
loro capanne,
Vedo il turco che fuma l’oppio ad Aleppo,
Vedo le folle pittoresche alle fiere di
Kiva e a quelle di Herat,
Vedo Teheran, vedo Muscat e Medina, e le
sabbie tra loro – vedo le
carovane che procedono a fatica;
Vedo l’Egitto e gli Egiziani, vedo le
piramidi e gli obelischi,
Guardo le storie incise, le canzoni, le
filosofie, cesellate su lastre di
arenaria e blocchi di granito,
Vedo a Menfi le tombe di mummie,
imbalsamate, fasciate in teli di
lino, che giacciono lì da secoli,
Guardo del Tebano deceduto le grandi orbite
vuote, il collo piegato da
un lato, le mani incrociate sul petto.
Vedo i servi di tutto il mondo che
lavorano,
Vedo i prigionieri in prigione,
Vedo i corpi umani imperfetti in tutto il
mondo,
Vedo il cieco, il sordo-muto, gl’idioti, i
gobbi, i pazzi,
Vedo i pirati, i ladri, i traditori, gli
assassini, gli schiavisti della terra,
Vedo i bimbi indifesi, e i vecchi e le
vecchie indifese.
Vedo maschi e femmine ovunque,
Vedo la serena confraternita dei filosofi,
Vedo l’atteggiamento costruttivo della mia
razza,
Vedo i risultati della perseveranza e
dell’attività della mia razza,
Vedo classi, colori, barbarie, civiltà e
vado tra loro, mi mescolo
indiscriminatamente,
E saluto tutti gli abitanti della terra.
Tu, dove ti trovi inevitabilmente!
Tu, figlia e figlio d’Inghilterra!
Tu uomo libero d’Australia! Tu della
Tasmania! Tu della Papuasia!
Tu donna libera degli stessi luoghi!
Tu delle possenti tribù e imperi slavi! Tu
Russo in Russia!
Tu nero di oscura origine, anima divina
africana, grande, bella testa,
nobili fattezze, dal superbo destino,
perfettamente mio pari!
Tu norvegese! Svedese! Danese! Islandese!
Tu prussiano!
Tu spagnolo di Spagna! Tu portoghese!
Tu donna e uomo di Francia!
Tu belga! Tu libero amante dei Paesi Bassi!
Tu austriaco risoluto! Tu lombardo! Unno!
Boemo! Contadino della
Stiria!
Tu ai confini del Danubio!
Tu operaio del Reno, dell’Elba, o del
Weser! E anche tu operaia!
Tu sardo! Tu bavarese! Tu svevo! Sassone!
Valacco! Bulgaro!
Tu cittadino di Praga! Tu romano!
Napoletano! Greco!
Tu agile torero nell’arena di Siviglia!
Tu montanaro che vivi senza legge sul Tauro
o sul Caucaso!
Tu guardiano di cavalli di bucara, che
sorvegli le giovenche e gli
stalloni che pascolano!
Tu persiano dal magnifico corpo, a tutta
velocità sulla sella, che
scagli la freccia centrando il bersaglio!
Tu uomo e donna della Cina! Tu tartaro
della tua terra!
Tu donna del mondo sottomessa ai tuoi
doveri!
Tu ebreo errante ancora in tarda età che ti
esponi a ogni rischio pur di
toccare una volta la terra siriana!
Tu altro ebreo che attendi in ogni terra il
tuo Messia!
Tu armeno pensoso che rifletti accanto a un
affluente dell’Eufrate! Tu
che scruti tra le rovine di Ninive! Tu che
scali il monte Ararat!
Tu pellegrino dal piede stanco che accogli
con gioia il lontano
baluginare dei minareti della Mecca!
Tu sceicco lungo la striscia che va da Suez
a Babel-mandel, che guidi
le tue famiglie e le tue tribù!
Tu coltivatore di olive che curi i tuoi
frutti nei campi fuori Nazareth,
Damasco o Lago di Tiberiade!
Tu mercante del Tibet nelle distese
dell’interno, o che contratti nelle
botteghe di Lassa!
Tu uomo o donna del Giappone! Tu che vivi
in Madagascar, Cylon,
Sumatra, Borneo!
Tutti voi dei continenti dell’Asia, Africa,
Europa, Australia, poco
importa dove siate!
Tutti voi sulle innumerevoli isole degli
arcipelaghi del mare!
E voi dei secoli futuri, quando mi
ascolterete!
E voi in qualunque luogo che non specifico
meglio ma che
ugualmente includo!
Vi saluto a nome mio e dell’America.
Ognuno di noi inevitabile,
Ognuno di noi illimitato – ognuno o ognuna
con il suo diritto su
questa terra,
Ognuno di noi partecipe dell’eterno disegno
su questa terra,
Ognuno di noi altrettanto divino qui come
chiunque altro.
Tu ottentotto con il palato che schiocca!
Voi orde con i capelli lanosi! Voi bianchi
o neri possessori di schiavi!
Voi schiavi che spargete gocce di sudore o
gocce di sangue!
Voi delinquenti, persone deformi, idioti!
Voi forme umane con imperscrutabili e
sempre inquietanti espressioni
da bruti!
Tu povero kobu che il più miserabile guarda
dall’alto in basso,
nonostante il tuo luminoso linguaggio e la
tua spiritualità!
Voi aborigeni quasi estinti delle colline
dello Hutah, Oregon,
California!
Tu pigmeo del Camciatka, groenlandese,
lappone!
Tu negro australe, nudo, rosso,
fuligginoso, con labbra carnose che
prostrato ti cerchi il cibo!
Tu cafri, berbero, sudanese!
Tu sparuto, rozzo, ignorante beduino!
Voi sciami di appestati a Madras, Nankin,
Kabul, Cairo!
Tu che ti bagni nel Gange!
Tu vagabondo disperso in Amazzonia! Tu
della Patagonia! Tu uomo
delle Figi!
Tu peone del Messico! Tu servo della gleba
russo! Tu mulatto della
Carolina, Texas, Tennessee!
Non rifiuto di darti la mano, né metto
altri davanti a te,
Non dico nemmeno un parola contro di te.
Il mio spirito pieno di compassione e
determinazione ha attraversato
tutta la terra,
Ho cercato fratelli, sorelle, amanti e li
ho trovati che mi aspettavano
ovunque.
Penso di essere sorto con voi, voi nebbie,
e di essermi spostato verso
lontani continenti, ed essermi calato lì,
con le mie buone
ragioni,
Penso di aver soffiato con voi, voi venti,
Penso, acque, di aver accarezzato ogni
sponda insieme a voi,
Penso di aver solcato quanto ogni fiume o
ogni stretto del globo ha
solcato,
Penso di aver preso posizione sul fondo
delle penisole e in ogni
incavo della roccia.
In ogni città penetrata da luce o calore,
in quelle città sono penetrato
anch’io,
In ogni isola dove gli uccelli inseguono il
loro percorso, anch’io mi
alzo in volo seguendo il mio percorso,
Trovo la mia casa ovunque ci siano dimore
di uomini.
Buona giornata a tutti. :-)