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martedì 10 giugno 2014

Sant'Alfonso de Liguori ai cardinali del Conclave 1775 -

Alla morte di Papa Clemente XIV, il cardinale Castelli chiese al vescovo sant'Alfonso de Liguori, suo amico, una lettera che aiutasse gli elettori del conclave del 1775. 
Leggete che meraviglia:

«Amico mio e Signore, circa il sentimento che si desidera da me intorno agli affari presenti della Chiesa e circa l’elezione del Papa che sentimento voglio dar io miserabile ignorante, e di tanto poco spirito qual sono?

Dico solo che vi bisognano orazioni e grandi orazioni, mentre, per sollevare la Chiesa dallo stato di rilassamento e confusione in cui si trovano universalmente tutti i ceti, non può darvi rimedio tutta la scienza e prudenza umana, ma vi bisogna il braccio onnipotente di Dio.


Tra’ vescovi, pochi sono quelli che hanno vero zelo delle anime. 
Le comunità religiose quasi tutte, e senza quasi, sono rilassate; poiché nelle religioni, nella presente confusione delle cose, l’osservanza è mancata e l’ubbidienza è perduta.

Nel clero secolare vi è di peggio: onde vi è necessità precisa di una riforma generale per tutti gli ecclesiastici, per indi dar riparo alla grande corruzione de’ costumi, che vi è ne’ secolari.


E perciò bisogna pregar Gesù Cristo che ci dia un Capo della Chiesa, il quale, più che di dottrina e di prudenza umana, sia dotato di spirito e di zelo per l’onore di Dio, e sia totalmente distaccato da ogni partito e rispetto umano; perché se mai, per nostra disgrazia, succede un Papa che non ha solamente la gloria di Dio avanti gli occhi, il Signore poco l’assisterà, e le cose, come stanno nelle presenti circostanze, andranno di male in peggio. Sicché le orazioni possono dar rimedio a tanto male, con ottenere da Dio che egli vi metta la sua mano e dia riparo…

Aggiungo: Amico, anch’io desidererei, come V. S. Ill.ma, vedere riformati tanti sconcerti presenti; e sappia che su questa materia mi girano mille pensieri nella mente, che bramerei di farli noti a tutti; ma rimirando poi la mia meschinità, non ho animo di farli comparire in pubblico, per non parere ch’io volessi riformare il mondo. Le partecipo non però con confidenza, per mio sfogo, i miei desideri.

Bramerei primieramente che il Papa venturo (giacché ora mancano molti Cardinali che si han da provvedere) scegliesse, fra quelli che gli verranno proposti, i più dotti e zelanti del bene della Chiesa, ed intimasse preventivamente a’ Principi, nella prima lettera in cui darà loro parte della sua esaltazione, che, quando gli domanderanno il Cardinalato per qualche loro favorito, non gli proponessero se non soggetti di provata pietà e dottrina; perché altrimenti non potrà ammetterli in buona coscienza.


Bramerei inoltre che usasse fortezza in negare più benefizi a coloro che stanno già provveduti de’ beni della Chiesa, per quanto basta al loro mantenimento secondo quel che conviene al loro stato. Ed in ciò si usasse tutta la fortezza avverso gl’impegni che s’affacciano.

Bramerei, di più, che s’impedisse il lusso nei prelati, e perciò si determinasse per tutti (altrimenti a niente si rimedierà) si determinasse, dico, il numero della gente di servizio, giusta ciò che compete a ciascun ceto de’ prelati: tanti camerieri e non più; tanti servitori e non più; tanti cavalli e non più; per non dare più a parlare agli eretici. Di più, che si usasse maggior diligenza nel conferire i benefizi solamente a coloro che han servito la Chiesa, non già alle persone particolari.

Di più, che si usasse tutta la diligenza nell’eleggere i vescovi (da’ quali principalmente dipende il culto divino e la salute dell’anime) con prendersi da più parti le informazioni della loro buona vita e dottrina necessaria a governare le diocesi; e che, anche per quelli che siedono nelle loro chiese, si esigesse da’ metropolitani e da altri, segretamente, la notizia di quei vescovi, che poco attendono al bene delle lor pecorelle.

Bramerei ancora che si facesse intendere da per tutto che i vescovi trascurati, e che difettano o nella residenza o nel lusso della gente che tengono al loro servizio, o nelle soverchie spese di arredi, conviti e simili, saranno puniti colla sospensione o con mandar vicari apostolici a riparare i loro difetti; con darne l’esempio da quando in quando, secondo bisogna.

Ogni esempio di questa sorta farebbe stare attenti a moderarsi tutti gli altri prelati trascurati. Bramerei ancora che il Papa futuro fosse molto riserbato nel concedere certe grazie che guastano la buona disciplina; come sarebbe il concedere alle monache l’uscir dalla clausura per mera curiosità di vedere le cose del secolo, il concedere facilmente a’ religiosi la licenza di secolarizzarsi, per mille inconvenienti che ne vengono.

Sovra tutto desidererei che il Papa riducesse universalmente tutti i religiosi all’osservanza del loro primo Istituto, almeno nelle cose più principali. 
Or via, non voglio più tediarla. Altro non possiamo fare che pregare il Signore, che ci dia un Pastore pieno del suo spirito, il quale sappia stabilir queste cose da me così accennate in breve, secondo meglio converrà alla gloria di Gesù Cristo».

                                                                        (Sant'Alfonso de Liguori)


Il tempo dopo la venuta di Gesù Cristo non è più tempo di timore, ma tempo d'amore, come predisse il profeta: Tempus tuum, tempus amantium (Ezech. XVI, 8), poiché si è veduto un Dio morire per noi: Christus dilexit nos, et tradidit semet ipsum pro nobis (Eph. V, 2). Nell'antica legge, prima che il Verbo s'incarnasse, potea l'uomo dubitare se Dio l'amasse con tenero amore, ma dopo averlo veduto morire dissanguato e vilipeso su d'un patibolo infame, non possiamo più dubitare ch'egli ci ami con tutta la tenerezza. 
E chi mai potrà arrivare a comprendere qual eccesso d'amore sia stato mai questo del Figlio di Dio, di voler egli pagar la pena de' peccati nostri? 
Eppure ciò è di fede: Vere languores nostros ipse tulit et dolores nostros ipse portavit (Is. LIII, 4). Tutta è stata opera del grande amore che ci porta: Dilexit nos, et lavit nos in sanguine suo (Apoc. I, 5). 
Per lavarci dalle sozzure delle nostre colpe volle egli essere svenato, e col suo sangue farci un bagno di salute. Oh misericordia infinita! Oh bontà infinità! Oh amore infinito di Dio!
Ah mio Redentore, troppo mi avete obbligato ad amarvi: troppo vi sarei ingrato, se non vi amassi con tutto il cuore. Gesù mio, io vi ho disprezzato, perché son vivuto scordato del vostro amore: ma voi non vi siete scordato di me. Io vi ho voltato le spalle, e voi mi siete venuto appresso; io v'ho offeso e voi mi avete invitato al perdono e mi avete perdonato; io v'ho tornato ad offendervi, e voi siete tornato a perdonarmi. Deh Signore, per quell'affetto con cui mi amaste sulla croce, legatemi ora a voi colle catene del vostro santo amore: ma legatemi tanto ch'io non abbia più a vedermi separato da voi. V'amo, o sommo bene, e voglio sempre amarvi.
- Sant' Alfonso Maria de' Liguori - 


Io prego per voi:
pregate anche per me,
perché possiamo
in tutti i problemi della vita
sentire anche sempre
la bontà del Signore
e così andare andare
nei giorni difficili e nei giorni belli.
A voi tutti la mia preghiera
e la mia benedizione.
Il nome di Dio sia lodato.

Papa Benedetto  XVI - 03 agosto 2008 -
























"Sto cercando di impedire che qualcuno dica del Cristo quella sciocchezza che spesso si sente ripetere: "Sono pronto ad accettare Gesù come un grande maestro di morale, ma non accetto la sua pretesa di essere Dio".
Questa è proprio l'unica cosa che non dobbiamo dire. Un uomo che fosse soltanto uomo e dicesse il genere di cose che dette da Gesù non sarebbe un grande maestro di morale. 
Sarebbe stato un folle - come un uomo che affermasse di essere un uovo alla coque - o sarebbe il diavolo in persona. 
Dovete scegliere. 
O quest'uomo era, ed è, il Figlio di Dio, oppure è un pazzo o qualcosa di peggio.... ma non caviamocela con qualche condiscendente assurdità del tipo che era un grande maestro dell'umanità. Non ci ha lasciato questa alternativa, non intendeva farlo."

Clive Staples Lewis 
(scrittore e filologo britannico)


Accettazione del martirio

Signore, Dio onnipotente,
Padre del tuo Figliolo amato e benedetto, Gesù Cristo,
per il quale ti abbiamo conosciuto,
Dio degli angeli, delle potenze, di tutta la creazione
e della stirpe dei giusti che vivono alla tua presenza.
Ti benedico, perché mi hai giudicato degno di questo giorno e di quest’ora,
degno di entrare nel numero dei martiri, nel calice del tuo Cristo,
per risorgere alla vita eterna dell’anima e del corpo,
nell’incorruttibilità dello Spirito Santo.
Con loro possa io oggi essere ammesso alla tua presenza
in sacrificio prezioso e gradito:
tu mi hai preparato, tu me l’hai mostrato, tu l’hai compiuto,
Dio della fedeltà e della verità.
Per questa grazia e per tutte le altre ti lodo, ti benedico,
ti glorifico per mezzo del sacerdote eterno e celeste Gesù Cristo,
tuo Figlio diletto.
Per lui, a te, a lui stesso e allo Spirito Santo
sia gloria ora e nei secoli che verranno. Amen.


Policarpo di Smirne (II secolo)

Buona giornata a tutti :-)


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mercoledì 28 maggio 2014

Arrivare fino in fondo -

Un giovane monaco andò un giorno a trovare un vecchio monaco, carico di anni e di esperienza e gli disse:
“Padre mio, spiegami come mai tanti vengono alla vita monastica e tanto pochi perseverano, tanti tornano indietro”.
Il monaco rispose: 
“Vedi, succede come quando un cane ha visto la lepre. Si mette a correre dietro la lepre e abbaia forte. Altri cani sentono il cane che abbaia correndo dietro alla lepre e anch'essi si mettono a correre: sono in tanti che corrono insieme, abbaiando, però uno solo ha visto la lepre, uno solo la segue con gli occhi. E a un certo punto, uno dopo l'altro, tutti quelli che non hanno veramente visto la lepre e corrono solo perché uno l'ha vista, si stancano, si sfiancano. Colui che invece ha fissato gli occhi sulla meta in maniera personale, arriva fino in fondo e acchiappa la lepre”.
E diceva: 
“Vedi, ai monaci accade così. Soltanto quelli che hanno fissato gli occhi veramente sulla persona di Gesù Cristo, nostro Signore crocefisso, arrivano fino in fondo”.

Dagli Apoftegmi dei Padri del deserto,
citato dal card. C. M. Martini nelle meditazioni "E' il Signore"



"Lotta sino alla morte per la verità e il Signore Dio combatterà per te."

- Siracide  4,28 - 



Preti di strada .....

Il curato d'Ars non si mosse mai dal suo modesto villaggio, e non solcò mai le strade della Francia. In compenso, tutte le strade della Francia condussero ad Ars.


Buona giornata a tutti :-)







domenica 13 aprile 2014

L'elemosina - dom Prosper Guéranger -



"L'elemosina contiene tutte le opere di misericordia verso il prossimo; e i santi Dottori della Chiesa l'hanno all'unanimità raccomandata, come il complemento necessario del Digiuno e della Preghiera durante la Quaresima. È una legge stabilita da Dio, alla quale egli stesso ha voluto assoggettarsi, che la carità esercitata verso i nostri fratelli, con l'intenzione di piacere a lui, ottiene sul suo cuore paterno lo stesso effetto che se fosse esercitata direttamente su di Lui; tale è la forza e la santità del legame col quale ha voluto unire gli uomini fra di loro. 
E, come egli non accetta l'amore di un cuore chiuso alla misericordia, così riconosce per vera, e come diretta a sé, la carità del cristiano che, sollevando il proprio fratello, onora quel vincolo sublime, per mezzo del quale tutti gli uomini sono uniti a formare una sola famiglia, il cui Padre è Dio. 
Appunto in virtù di questo sentimento, l'elemosina non è semplicemente un atto di umanità, ma s'innalza alla dignità d'un atto di religione, che sale direttamente a Dio e ne placa la giustizia.

Ricordiamo l'ultima raccomandazione che fece l'Arcangelo san Raffaele alla famiglia di Tobia, prima di risalire al cielo: "Buona cosa è la preghiera col digiuno, e l'elemosina val più dei monti di tesori d'oro, perché l'elemosina libera dalla morte, purifica dai peccati, fa trovare la misericordia e la vita eterna" (Tb 12,8-9). 
Non è meno precisa la dottrina dei Libri Sapienziali: "L'acqua spegne la fiamma, e l'elemosina resiste ai peccati" (Eccl 3,33). "Nascondi l'elemosina nel seno del povero, ed essa pregherà per te contro ogni male" (ivi 29,15). 
Che tali consolanti promesse siano sempre presenti alla mente del cristiano, e ancor più nel corso di questa santa Quarantena; e che il povero, il quale digiuna per tutto l'anno, s'accorga che questo è un tempo in cui anche il ricco s'impone delle privazioni. 
Di solito una vita frugale genera il superfluo, relativamente agli altri tempi dell'anno; che questo superfluo vada a sollievo dei Lazzari. 
Niente sarebbe più contrario allo spirito della Quaresima, che gareggiare in lusso e in spese di mensa con le stagioni in cui Dio ci permette di vivere nell'agiatezza che ci ha data. 
È bello che, in questi giorni di penitenza e di misericordia, la vita del povero si addolcisca, a misura che quella del ricco partecipa di più a quella frugalità ed astinenza, che sono la sorte ordinaria della maggior parte degli uomini. Allora, sia poveri che ricchi, si presenteranno con sentimento veramente fraterno a quel solenne banchetto della Pasqua che Cristo risorto ci offrirà fra quaranta giorni."

dom Prosper Guéranger


Fonte: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, pp. 496-505



"Parlare impropriamente è l'origine delle eresie. Per questo, con gli eretici non dobbiamo nemmeno avere il linguaggio in comune, per non favorire i loro errori."


- San Girolamo - 



Quando sarete tentati...gettatevi prontamente fra le braccia della Madre di Dio, reclamando la sua protezione. Allora sarete sicuri di riuscire vittoriosi sopra i vostri nemici e li vedrete ben presto coperti di confusione.

(Santo Curato d'Ars)


Quando il pastore si cambia in lupo, tocca soprattutto al gregge difendersi. Di regola, senza dubbio, la dottrina discende dai vescovi ai fedeli; e non devono i sudditi giudicare nel campo della fede, i capi. 
Ma nel tesoro della Rivelazione vi sono dei punti essenziali, dei quali ogni cristiano, perciò stesso ch'è cristiano, deve avere la necessaria conoscenza e la dovuta custodia. 
Il principio non muta, sia che si tratti di verità da credere che di norme morali da seguire, sia di morale che di dogma. I tradimenti simili a quelli di Nestorio non sono frequenti nella Chiesa; tuttavia può darsi che alcuni pastori tacciano, per un motivo o per l'altro, in talune circostanze in cui la stessa religione verrebbe ad essere coinvolta. In tali congiunture, i veri fedeli sono quelli che attingono solo nel loro battesimo l'ispirazione della loro linea di condotta; non i pusillanimi che, sotto lo specioso pretesto della sottomissione ai poteri costituiti attendono, per aderire al nemico o per opporsi alle sue imprese, un programma che non è affatto necessario e che non si deve dare loro.

- dom Prosper Gueranger -


A volte capita di sentire qualcuno che sostiene di confessarsi direttamente con Dio…. Sì, come dicevo prima, Dio ti ascolta sempre, ma nel sacramento della Riconciliazione manda un fratello a portarti il perdono, la sicurezza del perdono, a nome della Chiesa. Il servizio che il sacerdote presta come ministro, da parte di Dio, per perdonare i peccati è molto delicato ed esige che il suo cuore sia in pace, che il sacerdote abbia il cuore in pace; che non maltratti i fedeli, ma che sia mite, benevolo e misericordioso; che sappia seminare speranza nei cuori e, soprattutto, sia consapevole che il fratello o la sorella che si accosta al sacramento della Riconciliazione cerca il perdono e lo fa come si accostavano tante persone a Gesù perché le guarisse. Il sacerdote che non abbia questa disposizione di spirito è meglio che, finché non si corregga, non amministri questo Sacramento. I fedeli penitenti hanno il diritto, tutti i fedeli hanno il diritto di trovare nei sacerdoti dei servitori del perdono di Dio.

(Papa Francesco, Udienza del 20 novembre 2013)







Buona giornata a tutti :-)




lunedì 17 marzo 2014

La corazza di San Patrizio -


Io sorgo oggi
Grazie a una forza possente, l’invocazione della Trinità,
Alla fede nell’Essere Uno e Trino,
Alla confessione dell’unità
Del Creatore del Creato.

Io sorgo oggi
Grazie alla forza della nascita di Cristo e del suo battesimo,
Alla forza della sua crocifissione e della sua sepoltura,
Alla forza della sua resurrezione e della sua ascesa,
Alla forza della sua discesa per il Giudizio Universale.

Io sorgo oggi
Grazie alla forza dell’amore dei cherubini,
In obbedienza agli angeli,
Al servizio degli arcangeli,
Nella speranza della resurrezione e della ricompensa,
Nelle preghiere dei patriarchi,
Nelle predizioni dei profeti,
Nella predicazione degli Apostoli,
Nella fede dei confessori,
Nell’ innocenza delle sante vergini,
Nelle imprese degli uomini giusti.

Io sorgo oggi
Grazie alla forza del cielo:
Luce del sole,
Fulgore della luna,
Splendore del fuoco,
Velocità del lampo,
Rapidità del vento,
Profondità del mare,
Stabilità della terra,
Saldezza della roccia.

Io sorgo oggi
Grazie alla forza del Signore che mi guida:
Il potere di Dio per sollevarmi,
La saggezza di Dio per guidarmi,
L’occhio di Dio per guardare davanti a me,
L’orecchio di Dio per udirmi,
La parola di Dio a parlare per me,
La mano di Dio a difendermi,
la via di Dio che si apre davanti a me,

Lo scudo di Dio che mi protegge,
L’esercito di Dio che mi salva dai tranelli dei diavoli,
Dalle tentazioni del vizio,
Da chiunque mi voglia del male, vicino e lontano,
Solo e nella moltitudine.

Io invoco oggi tutte queste forze tra me e questi mali,
Contro ogni crudele e impietoso potere che si opponga
al mio corpo e alla mia anima
Contro le stregonerie di falsi profeti,
Contro le leggi nere del paganesimo,
Contro le leggi false degli eretici,
Contro la pratica dell’idolatria,
Contro i sortilegi di streghe e fabbri e maghi,
Contro ogni conoscenza che corrompe il corpo e l’anima dell’uomo.

Cristo fammi da scudo oggi
Contro il veleno, contro il fuoco,
Contro l’annegamento, contro ogni ferita,
Così che io possa avere un’abbondanza di ricompense,
Cristo con me, Cristo davanti a me, Cristo dietro di me,
Cristo in me, Cristo sotto di me, Cristo sopra di me,
Cristo alla mia destra, Cristo alla mia sinistra,
Cristo quando mi corico,
Cristo quando mi siedo,
Cristo quando mi alzo,
Cristo nel cuore di ogni uomo che mi pensa,
Cristo sulle labbra di tutti coloro che parlano di me,
Cristo in ogni occhio che mi guarda,
Cristo in ogni orecchio che mi ascolta.

Io sorgo oggi
Grazie a una forza possente, l’invocazione della Trinità,
Alla fede nell’ Essere Uno e Trino,
Alla confessione dell’unità
Del Creatore del Creato.


May the road rise to meet you,
may the wind be always at your back,

may the sun shine warm upon your face,
and the rains fall soft upon your fields and,
until we meet again,
may God hold you in the palm of His hand.


“Sia la strada al tuo fianco,
il vento sempre alle tue spalle,

che il sole splenda caldo sul tuo viso,
e la pioggia cada dolce nei campi attorno e,
finché non ci incontreremo di nuovo,
possa Dio proteggerti nel palmo della sua mano.”





"Cristo non si è fatto crocifiggere per salvare gli uomini dalla guerra, dalla povertà, dall’invidia, dal matrimonio andato male, dalla tristezza. 
Lo ha fatto per salvarli dalla dannazione eterna. 
E i sacramenti sono il mezzo per uscire da questa terribile malattia."

Gnocchi & Palmaro



Buona giornata a tutti :-)







sabato 1 febbraio 2014

Caro sacerdote -


Caro Sacerdote,

non mi interessano i campetti di calcio, i cineforum, i teatrini, le conferenze, i baretti con videogiochi e biliardini, i porticati coi ping pong e il calciobalilla, le vacanze organizzate, il grest, le pizze dei sabato sera.

In una parola, tutto il ribollente attivismo che ruota intorno alle parrocchie, lo trovo anche fuori, nel freddo "mondo", e magari organizzato meglio, più nuovo, luccicante, efficiente, coinvolgente, appassionante.

Non c'è concorrenza: il "mondo" è specializzato in divertimenti, passatempi, sport, intrattenimenti vari, in cui ha profuso studi, energie e investimenti.
Voi curatemi l'anima.
Datemi un direttore spirituale che abbia tempo e pazienza per la mia conversione.
Datemi confessori che mi permettano di riconciliarmi con Dio.
Datemi l’Eucarestia da adorare, non tenetela chiusa a doppia mandata nei Tabernacoli d'oro ad aspettare mentre brucia d'Amore.

Dissetatemi col Vangelo dei semplici, non spiegatemi troppo, sono piccolo, una cosa sola ma ripetuta, così che possa ritornarmene a casa con la perla preziosa.

Insegnatemi quel digiuno che tutti hanno dimenticato, ma che ho voglia di tentare, non come un atto di superba autodeterminazione della volontà, ma come fiduciosa invocazione della grazia dello
Spirito.
Mostratemi i Santi, voglio farmeli amici. I filosofi mi hanno condotto su strade sbagliate, inquinato la mente, divorato la gioia. I Santi sono felici: ditemi il perchè, fatemi scoprire quel filo segreto che li legava alla SS. Trinità.

Il rosario, ho fame di rosario. Perchè non lo recitate più?
Persino nelle veglie funebri, a volte ci si ferma a tre decine, come se quello intero fosse troppo lungo anche per chi davanti ha l'eternità.

Arricchitemi della Divina Misericordia, fatemi gustare soavemente le invocazioni, le giaculatorie, le novene- beneditemi e consacratemi ai SS. Cuori di Gesù e Maria.

Parlatemi del mio Papa, di ciò che dice e di ciò che fa. Del Papa si parla raramente fuori dalle grandi occasioni, se voglio sapere qualcosa devo arrangiarmi con i suoi libri o qualche rivista.
E' poco presente nelle omelie, nelle catechesi.
Mi parlate spesso di voi, di quello che vi sembra giusto, di quello che si dovrebbe fare.
Ma è il Papa la mia bussola, il mio porto sicuro, è lui il "dolce Cristo in terra per favore, fatemelo gustare.

Incoraggiatemi nella via della carità, dell'altruismo, dell'occuparmi del prossimo, nel nome di Cristo.
Plasmate in me uno spirito missionario, inalatemi la voglia di santità.
Pregate per me qualche volta.
Come sarebbe edificante per me trovarvi in ginocchio davanti al Tabernacolo e sapere che stavate pregando per me, per la mia salvezza!

Questo desidero, ma tutto insieme, e in ogni parrocchia; non scegliete quello che più vi aggrada, non discriminate tra ciò che vi sembra più o meno moderno, più o meno consono o proponibile.
Voglio tutti gli strumenti di salvezza che la Chiesa ha preparato per me, ho fame di salvezza piena, traboccante, luminosa, ho voglia di Verità.
Che abbia 4 o 100 anni, non starò con voi per il grest o il bel campetto o gli amici che ho incontrato.
Ci starò per quel banco consunto in cui mi sono inginocchiato e per quel santo sacerdote che ho incontrato.
Ci starò perchè Cristo, per mezzo loro, mi ha convertito.
Ecco Chi mi salverà l'anima!

Ti prego, sacerdote, torna ad essere nuovamente ciò che devi essere perchè io, pecorella smarrita e figliol prodigo, possa tornare alla Casa del Padre.
In questo modo tu riavrai la tua dignità umana e sacerdotale, ed io mi salverò, e tutti saremo spronati a supplicare il Padrone della messe perchè mandi operai, questi operai, e non assistenti sociali, ma dispensatori dei misteri di Dio.

Da "La Chiesa Cattolica"
Dio si perde dietro anche a uno solo, uno solo di noi, è sufficiente.
( A. Casati)

Il crocefisso di don Camillo

"Quando tu vedi il Signore che giace lì, immolato, e il sacerdote inclinato a sacrificare e ornate, e tutti gli astanti che rosseggiano di quel sangue onorando, di', credi d'essere ancora tra gli uomini e di sta sulla faccia della terra, e non piuttosto di essere traslocato in un istante nei cieli?"

San Giovanni Crisostomo


Don Giuseppe De Luca (1898-1962) 
nel suo studio con primo volume Archivio italiano per la Storia della Pietà (1951)

"A parte il problema storico, delle responsabilità nostre di preti nell'apostasia del mondo contemporaneo, che non si possono né affermare né negare a vanvera e in astratto, c'è un problema più umile, quello del nostro formalismo o del nostro sonnecchiare: non si parla neppure dell'infedeltà o del tradimento. Ci contentiamo, a volte, di essere preti come si è ragionieri, con un disimpegno tecnico delle nostre competenze e spettanze; e spesso indugiamo a un sonnellino, quando non è un sonno pesante, mentre nella notte Gesù suda sangue e Giuda gli si avvicina".

Don Giuseppe De Luca (il grande studioso della Storia della Pietà)



















"Li farà mettere a tavola e passerà a servirli."
E' il capovolgimento dell'idea di padrone: il punto commovente, sublime di questo racconto: il momento straordinario, quando accade l'impossibile: il Signore si mette a fare il servo! Dio viene e si pone a servizio della mia felicità.

- Padre Ermes Ronchi  - 



Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. 
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».



























Buona giornata a tutti J







giovedì 26 settembre 2013

San Giovanni-Maria Vianney (Curato d’Ars) - Biografia, preghiere

Nato in una famiglia di agricoltori, ebbe l’infanzia e la fanciullezza segnata dalla Rivoluzione francese. Farà la prima confessione ai piedi del grande orologio, nella sala comune della sua casa natale e non nella chiesa del villaggio, e ad impartire l’assoluzione sarà un prete
 « clandestino ».
Due anni più tardi arriverà il momento della prima comunione, questa volta in un granaio, durante una Messa clandestina, celebrata da un prete « refrattario » (che non aveva giurato fedeltà alla Rivoluzione). A 17 anni Giovanni-Maria decide di rispondere alla chiamata di Dio: «
Vorrei guadagnare delle anime al Buon Dio
», confiderà alla madre, Maria Béluze. Ma per due anni suo padre si oppone a questo progetto : c’è bisogno di braccia per mandare avanti il lavoro dei campi.
Così è a 20 anni che Giovanni-Maria comincia a prepararsi al sacerdozio, presso l'abbé Balley, parroco d'Écully. Fu ordinato prete nel 1815.Risvegliò la fede dei suoi parrocchiani attraverso la predicazione, lo stile di vita, la cura dei poveri. Ma soprattutto la sua fama di confessore attira da lui numerosi pellegrini che cercano il perdono di Dio e la pace del cuore. La sua unica preoccupazione è la salvezza delle anime. Fu un martire del confessionale: arrivò a starvi anche 18 ore al giorno. Benedetto XVI, sull’esempio di Vianney, invita a rimettere al centro delle preoccupazioni pastorali la confessione. Le sue lezioni di catechismo e le sue omelie parlano soprattutto della bontà e della misericordia di Dio. Sacerdote che si consuma d’amore davanti al Santissimo Sacramento, si dona interamente a Dio, ai suoi parrocchiani e ai pellegrini. Muore il 4 agosto 1859, dopo essersi votato fino in fondo all’Amore. La sua povertà era sincera e reale. Beatificato l’8 gennaio 1905, nello stesso anno viene dichiarato “patrono dei preti francesi”. canonizzato nel 1925 da Pio XI (lo stesso anno di Santa Teresina del Bambino Gesù), nel 1929 sarà proclamato “patrono di tutti i parroci del mondo”. Nel 1986, il venerabile Giovanni Paolo II, nel bicentenario della nascita del santo, andò in pellegrinaggio ad Ars.
Oggi Ars accoglie ogni anno 450.000 pellegrini e il Santuario propone diverse attività. Il Cuore incorrotto dell’abbé Vianney è custodito in un reliquiario donato, in occasione del centenario della beatificazione, dalla parrocchia di San Giovanni Maria Vianney (località Borghesiana) di Roma al Santuario di Ars. L'opera, in bronzo argentato, è stata fusa nella fonderia dei laboratori della Domus Dei di Albano su progetto dell'artista Alessia Bernabei di Roma. Il reliquiario è stato ideato prendendo spunto da una frase tratta dalle omelie del Curato: «Il cuore dei santi é saldo come una roccia tra i flutti del mare», e rielabora il portale della Cappella del Cuore di Ars, trasformandolo in un tempietto, edificato sopra una roccia, che si erge tra le onde del mare. Nel 1986 ad Ars è stato aperto un seminario, che forma i futuri preti alla scuola di Giovanni-Maria Vianney. Perché là dove passano i santi, Dio passa assieme a loro!



 fonte: http://santibeati.it/dettaglio/23900



"Ti amo, mio Dio, e il mio desiderio
é di amarti fino all’ultimo respiro della mia vita.
Ti amo, o Dio infinitamente amabile,
e preferisco morire amandoti,
piuttosto che vivere un solo istante senza amarti.
Ti amo, Signore, e l’unica grazia che ti chiedo
è di amarti eternamente.
Ti amo, mio Dio, e desidero il cielo,
soltanto per avere la felicità di amarti perfettamente.
Mio Dio, se la mia lingua non può dire ad ogni istante: ti amo,
voglio che il mio cuore te lo ripeta ogni volta che respiro.
Ti amo, mio divino Salvatore, perché sei stato crocifisso per me,
e mi tieni quaggiù crocifisso con te
Mio Dio, fammi la grazia di morire amandoti
e sapendo che ti amo".

Preghiera di S. Giovanni Maria Vianney




Diceva il Santo Curato d'Ars:

“Come mai fratelli miei, quando una persona non pensa affatto alla sua salvezza, ma vive nel peccato, non è per nulla tentata, mentre contro colui che decide di cambiare vita e di donarsi completamente al buon Dio, tutto l’inferno si scaglia contro ? 

Ascoltate quello che S. Agostino ci dice:

“Ecco, egli dice, come il demonio si comporta verso il peccatore: fa come un carceriere che custodisce nella sua prigione molti carcerati, ma avendo nelle sue tasche le chiavi, li lascia tranquilli, sapendo che non possono uscire.

E’ questo, dunque, il suo modo di agire, verso un peccatore che non intende lasciare il suo peccato: non si scomoda affatto per tentarlo, sarebbe tempo perso, dal momento che il peccatore, non solo non abbandona il peccato, ma ogni giorno che passa, rafforza le sue catene. 

Perciò, sarebbe inutile tentarlo, e allora lo lascia vivere in pace, ammesso che stando in peccato si possa godere la pace.

Gli nasconde il suo stato fino alla morte, quando si ripromette di mostrargli il quadro più orribile della sua vita, e così sprofondarlo nella disperazione. Ben altro discorso merita colui che ha deciso di cambiare vita e di donarsi tutto al buon Dio. 

(Santo Curato D'Ars)



Buona giornata a tutti. :-)