Alla morte di Papa Clemente XIV, il cardinale Castelli
chiese al vescovo sant'Alfonso de Liguori, suo amico, una lettera che aiutasse
gli elettori del conclave del 1775.
Leggete che meraviglia:
«Amico mio e Signore, circa il sentimento che si desidera da me intorno agli
affari presenti della Chiesa e circa l’elezione del Papa che sentimento voglio
dar io miserabile ignorante, e di tanto poco spirito qual sono?
Dico solo che vi bisognano orazioni e grandi orazioni, mentre, per sollevare la
Chiesa dallo stato di rilassamento e confusione in cui si trovano
universalmente tutti i ceti, non può darvi rimedio tutta la scienza e prudenza
umana, ma vi bisogna il braccio onnipotente di Dio.
Tra’ vescovi, pochi sono quelli che hanno vero zelo delle anime.
Le comunità
religiose quasi tutte, e senza quasi, sono rilassate; poiché nelle religioni,
nella presente confusione delle cose, l’osservanza è mancata e l’ubbidienza è
perduta.
Nel clero secolare vi è di peggio: onde vi è necessità precisa di una riforma
generale per tutti gli ecclesiastici, per indi dar riparo alla grande
corruzione de’ costumi, che vi è ne’ secolari.
E perciò bisogna pregar Gesù Cristo che ci dia un Capo della Chiesa, il quale,
più che di dottrina e di prudenza umana, sia dotato di spirito e di zelo per
l’onore di Dio, e sia totalmente distaccato da ogni partito e rispetto umano;
perché se mai, per nostra disgrazia, succede un Papa che non ha solamente la
gloria di Dio avanti gli occhi, il Signore poco l’assisterà, e le cose, come
stanno nelle presenti circostanze, andranno di male in peggio. Sicché le
orazioni possono dar rimedio a tanto male, con ottenere da Dio che egli vi
metta la sua mano e dia riparo…
Aggiungo: Amico, anch’io desidererei, come V. S. Ill.ma, vedere riformati tanti
sconcerti presenti; e sappia che su questa materia mi girano mille pensieri
nella mente, che bramerei di farli noti a tutti; ma rimirando poi la mia
meschinità, non ho animo di farli comparire in pubblico, per non parere ch’io
volessi riformare il mondo. Le partecipo non però con confidenza, per mio
sfogo, i miei desideri.
Bramerei primieramente che il Papa venturo (giacché ora mancano molti Cardinali
che si han da provvedere) scegliesse, fra quelli che gli verranno proposti, i
più dotti e zelanti del bene della Chiesa, ed intimasse preventivamente a’
Principi, nella prima lettera in cui darà loro parte della sua esaltazione,
che, quando gli domanderanno il Cardinalato per qualche loro favorito, non gli
proponessero se non soggetti di provata pietà e dottrina; perché altrimenti non
potrà ammetterli in buona coscienza.
Bramerei inoltre che usasse fortezza in negare più benefizi a coloro che stanno
già provveduti de’ beni della Chiesa, per quanto basta al loro mantenimento
secondo quel che conviene al loro stato. Ed in ciò si usasse tutta la fortezza
avverso gl’impegni che s’affacciano.
Bramerei, di più, che s’impedisse il lusso nei prelati, e perciò si
determinasse per tutti (altrimenti a niente si rimedierà) si determinasse,
dico, il numero della gente di servizio, giusta ciò che compete a ciascun ceto
de’ prelati: tanti camerieri e non più; tanti servitori e non più; tanti
cavalli e non più; per non dare più a parlare agli eretici. Di più, che si
usasse maggior diligenza nel conferire i benefizi solamente a coloro che han
servito la Chiesa, non già alle persone particolari.
Di più, che si usasse tutta la diligenza nell’eleggere i vescovi (da’ quali
principalmente dipende il culto divino e la salute dell’anime) con prendersi da
più parti le informazioni della loro buona vita e dottrina necessaria a
governare le diocesi; e che, anche per quelli che siedono nelle loro chiese, si
esigesse da’ metropolitani e da altri, segretamente, la notizia di quei
vescovi, che poco attendono al bene delle lor pecorelle.
Bramerei ancora che si facesse intendere da per tutto che i vescovi trascurati,
e che difettano o nella residenza o nel lusso della gente che tengono al loro
servizio, o nelle soverchie spese di arredi, conviti e simili, saranno puniti
colla sospensione o con mandar vicari apostolici a riparare i loro difetti; con
darne l’esempio da quando in quando, secondo bisogna.
Ogni esempio di questa sorta farebbe stare attenti a moderarsi tutti gli altri
prelati trascurati. Bramerei ancora che il Papa futuro fosse molto riserbato
nel concedere certe grazie che guastano la buona disciplina; come sarebbe il concedere
alle monache l’uscir dalla clausura per mera curiosità di vedere le cose del
secolo, il concedere facilmente a’ religiosi la licenza di secolarizzarsi, per
mille inconvenienti che ne vengono.
Sovra tutto desidererei che il Papa riducesse universalmente tutti i religiosi
all’osservanza del loro primo Istituto, almeno nelle cose più principali.
Or
via, non voglio più tediarla. Altro non possiamo fare che pregare il Signore,
che ci dia un Pastore pieno del suo spirito, il quale sappia stabilir queste
cose da me così accennate in breve, secondo meglio converrà alla gloria di Gesù
Cristo».
(Sant'Alfonso de Liguori)
Il tempo dopo la venuta di Gesù Cristo non
è più tempo di timore, ma tempo d'amore, come predisse il profeta: Tempus tuum,
tempus amantium (Ezech. XVI, 8), poiché si è veduto un Dio morire per noi:
Christus dilexit nos, et tradidit semet ipsum pro nobis (Eph. V, 2).
Nell'antica legge, prima che il Verbo s'incarnasse, potea l'uomo dubitare se
Dio l'amasse con tenero amore, ma dopo averlo veduto morire dissanguato e
vilipeso su d'un patibolo infame, non possiamo più dubitare ch'egli ci ami con tutta la tenerezza.
E chi mai potrà
arrivare a comprendere qual eccesso d'amore sia stato mai questo del Figlio di
Dio, di voler egli pagar la pena de' peccati nostri?
Eppure ciò è di fede: Vere
languores nostros ipse tulit et dolores nostros ipse portavit (Is. LIII, 4).
Tutta è stata opera del grande amore che ci porta: Dilexit nos, et lavit nos in
sanguine suo (Apoc. I, 5).
Per lavarci dalle sozzure delle nostre colpe volle
egli essere svenato, e col suo sangue farci un bagno di salute. Oh misericordia
infinita! Oh bontà infinità! Oh amore infinito di Dio!
Ah mio Redentore, troppo mi avete obbligato ad
amarvi: troppo vi sarei ingrato, se non vi amassi con tutto il cuore. Gesù mio,
io vi ho disprezzato, perché son vivuto scordato del vostro amore: ma voi non
vi siete scordato di me. Io vi ho voltato le spalle, e voi mi siete venuto
appresso; io v'ho offeso e voi mi avete invitato al perdono e mi avete perdonato;
io v'ho tornato ad offendervi, e voi siete tornato a perdonarmi. Deh Signore,
per quell'affetto con cui mi amaste sulla croce, legatemi ora a voi colle
catene del vostro santo amore: ma legatemi tanto ch'io non abbia più a vedermi
separato da voi. V'amo, o sommo bene, e voglio sempre amarvi.
- Sant' Alfonso Maria de' Liguori -
Io prego per voi:
pregate anche per me,
perché possiamo
in tutti i problemi della vita
sentire anche sempre
la bontà del Signore
e così andare andare
nei giorni difficili e nei giorni belli.
A voi tutti la mia preghiera
e la mia benedizione.
Il nome di Dio sia lodato.
Papa Benedetto XVI - 03 agosto 2008 -
"Sto cercando di impedire che qualcuno
dica del Cristo quella sciocchezza che spesso si sente ripetere: "Sono
pronto ad accettare Gesù come un grande maestro di morale, ma non accetto la
sua pretesa di essere Dio".
Questa è proprio l'unica cosa che non dobbiamo
dire. Un uomo che fosse soltanto uomo e dicesse il genere di cose che dette da
Gesù non sarebbe un grande maestro di morale.
Sarebbe stato un folle - come un
uomo che affermasse di essere un uovo alla coque - o sarebbe il diavolo in
persona.
Dovete scegliere.
O quest'uomo era, ed è, il Figlio di Dio, oppure è
un pazzo o qualcosa di peggio.... ma non caviamocela con qualche condiscendente
assurdità del tipo che era un grande maestro dell'umanità. Non ci ha lasciato
questa alternativa, non intendeva farlo."
Clive Staples Lewis
(scrittore e
filologo britannico)
Accettazione del
martirio
Signore, Dio
onnipotente,
Padre del tuo
Figliolo amato e benedetto, Gesù Cristo,
per il quale ti
abbiamo conosciuto,
Dio degli angeli,
delle potenze, di tutta la creazione
e della stirpe dei
giusti che vivono alla tua presenza.
Ti benedico, perché
mi hai giudicato degno di questo giorno e di quest’ora,
degno di entrare
nel numero dei martiri, nel calice del tuo Cristo,
per risorgere alla
vita eterna dell’anima e del corpo,
nell’incorruttibilità
dello Spirito Santo.
Con loro possa io
oggi essere ammesso alla tua presenza
in sacrificio
prezioso e gradito:
tu mi hai
preparato, tu me l’hai mostrato, tu l’hai compiuto,
Dio della fedeltà e
della verità.
Per questa grazia e
per tutte le altre ti lodo, ti benedico,
ti glorifico per
mezzo del sacerdote eterno e celeste Gesù Cristo,
tuo Figlio diletto.
Per lui, a te, a
lui stesso e allo Spirito Santo
sia gloria ora e
nei secoli che verranno. Amen.
Policarpo di Smirne
(II secolo)
Buona giornata a tutti :-)
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