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venerdì 11 novembre 2016

Che cos'è un sacerdote? Egli è un uomo - Karl Rahner

Quando Paolo, nella lettera agli Ebrei, parla del prete, la prima cosa che dice è che il prete è scelto fra gli uomini. A tal punto che perfino l'eterno sommo sacerdote Gesù Cristo, nato da donna, soggetto alla legge, pellegrino attraverso la valle di questa realtà peritura, volle essere il figlio dell'uomo, un uomo, trovato in tutto simile a noi. 
Il prete è un uomo. 
Non è fatto, dunque, di un legno diverso da quello di cui tutti siete fatti: è vostro fratello. 
Egli continua a condividere la sorte dell'uomo anche dopo che la destra di Dio, attraverso la mano del vescovo, si è posata su di lui: la sorte dei deboli, la sorte di quelli che sono stanchi, scoraggiati, inadeguati, peccatori. 
Gli uomini, però, se l'hanno a male, se uno si presenta nel nome di Dio, pur essendo soltanto un uomo: vogliono messaggeri più splendidi, araldi più convincenti, cuori più ardenti. 
Accoglierebbero volentieri  dei  vittoriosi,  di quegli uomini che hanno sempre una risposta a tutto e un rimedio per tutto. 
Terribile illusione! Quelli che vengono sono deboli, in timore e tremore, uomini che devono anch'essi continuamente pregare: Signore, io credo, aiuta la mia incredulità! 
Che devono anch'essi continuamente battersi il petto: Signore, abbi pietà di me, povero peccatore! Eppure essi proclamano la fede che vince il mondo e portano la grazia, che trasforma i peccatori e i perduti in santi e redenti. 
Sono uomini quelli che vengono. Vengono e dicono, con la loro povera umanità: vedete, Dio ha misericordia di uomini come noi; vedete, per i poveri e per gli stolti, per i disperati e per i moribondi è sorta la stella della grazia. Dicono, come messaggeri umani dell'eterno Dio: non vi adirate contro di noi! Noi sappiamo di portare il tesoro di Dio in vasi di argilla; sappiamo che la nostra ombra offusca continuamente la divina luce che dobbiamo portarvi. Siate misericordiosi verso di noi, non giudicate, abbiate pietà della debolezza sulla quale Dio ha posato il fardello troppo pesante della sua grazia. Considerate come una promessa per voi stessi il fatto che noi siamo uomini: riconoscete da ciò che Dio non ha orrore degli uomini. Voi avrete un giorno paura e orrore di voi stessi, quando avrete sperimentato anche in voi che cosa è l'uomo, che cosa c'è nell'uomo. Beati voi, allora, che non vi siete scandalizzati dell'uomo che è nel prete. Egli è un uomo, affinché voi crediate che la grazia di Dio può essere concessa all'uomo, al pover'uomo, così com'è.

- Karl Rahner - 
Tratto da: "Sul sacerdozio", Brevi Pubblicazioni - autore: Karl Rahner



"Sento che Gesù desidera che noi gli spegniamo la sua sete di anime, dandogli in modo speciale il cuore dei sacerdoti...pregare per i sacerdoti è fare un buon affare; noi preghiamo per quelli che salveranno migliaia di anime." 
                                                                      
- Santa Teresa di Gesù Bambino -




"Un prete o in Paradiso o all'inferno non va mai solo, vanno sempre con lui un gran numero di anime, o salvate col suo santo ministero e col suo buon esempio, o perdute con la sua negligenza nell'adempimento dei propri doveri e col suo cattivo esempio."

- San Giovanni Bosco - 











Sacerdoti, io non sono prete e non sono stato mai degno di poterlo diventare. Come fate a vivere dopo aver celebrato la Messa?
Ogni giorno avete il Figlio di Dio nelle vostre mani! Ogni giorno avete una potenza che Michele Arcangelo non ha. Con la vostra bocca voi trasformate la sostanza del pane in quella del Corpo di Cristo; voi obbligate il Figlio di Dio a scendere sull'altare. Siete grandi, siete creature immense, le più potenti che possano esistere!!!
Sacerdoti, ve ne scongiuriamo, siate santi. Se siete santi voi, noi saremo salvi, se non siete santi voi, noi saremo perduti. Sì, noi vogliamo il sacerdote santo, il sacerdote saggio, il sacerdote semplice, il sacerdote crocifisso ogni giorno per amore delle anime e per l'ardore dei cuori.
Tu sei la nostra fede, tu sei la nostra luce e guai se la fiaccola si spegne o se il sale della terra perde il suo sapore. Perché il sacerdote è il giovane di Dio, è l'astronauta di Dio.
Ricordati, o servo del Signore, che tu non sei un uomo come gli altri. Il giorno in cui lo Spirito Santo ha inciso sopra di te un carattere eterno, hai cessato di essere un uomo comune! Come quando Amstrong o Collins o White entrano nella capsula e il Saturno 5 li lancia verso la luna, non sono più uomini come gli altri, a loro non è lecito perdere un milionesimo di secondo, sbagliare una manovra, tornare indietro, stancarsi o arrabbiarsi: sono uomini del Cielo.
E tu, o sacerdote di Dio che devi portare il satellite della salvezza, non sulla luna, ma travalicando gli infiniti spazi fin nel cuore del Creatore, pensa alle tue immense e infinite responsabilità.
Se tu, o sacerdote, sei santo, sei grande, sei umile, sacrificato, moribondo di giorno in giorno, consumato dall'amore del Divino Spirito e dall'incanto di Maria, la giovinezza sarà salva, avremo vocazioni, avremo amore di sacrificio e il mondo troverà la strada della luce.

A voi che siete gli atleti di Dio, i difensori di Dio, gli appassionati di Dio, di Colui che è il dolce Padrone dell'essere e il Fremito di tutte le cose, di Colui che non dimentica il volo di una rondine, la lacrima di un uomo, il sorriso di un bimbo, il palpito d'amore di un cuore, a voi è riservato il compito sublime e stupendo di annunciarlo con forza e coraggio perché lui, che è tutto e solo Amore, ha bisogno di voi, ministri prediletti, per donare la sua infinita gioia a tutti e in tutti rinascere ogni giorno, grazie al vostro sì.

- Enrico Medi, servo di Dio - 
Fonte: Donarsi  è l'unico guadagno! ,  card. Angelo Comastri, edizioni San Paolo 2010, pagine 28 e 29


























Buona giornata a tutti. :-)



giovedì 15 settembre 2016

Se il tuo Dio - don Andrea Gallo

Se il tuo Dio è bambino di strada umiliato, maltrattato, assassinato,
bambina, ragazza, donna violentata, venduta, usata,
omosessuale che si dà fuoco senza diritto di esistere,
handicappato fisico, mentale, compatito, prostituta dell'Africa,
dei Paesi dell'est, che tenta di sfuggire la fame e la miseria
creata dai nostri stessi Paesi,
transessuale deriso e perseguitato, emigrato sfruttato e senza diritti, barbone senza casa
né considerazione, popolo del Terzo mondo al di sotto della soglia di povertà,
ragazza mai baciata, giovane senza amore, donna e uomo cancellati in carcere, prigioniero politico
che non svende i suoi ideali, ammalato di Aids accantonato,
vittima di sacre inquisizioni, roghi, guerre, intolleranze religiose,
indigeno sterminato dall'invasione cattolica dell'America,
africano venduto come schiavo a padroni cristiani,
ebreo, rom, omosessuale o altro
dissidente sterminato ad Auschwitz e negli altri lager nazisti o nei gulag sovietici,
morto sul lavoro sacrificato alla produzione, palestinese, maya o indigeno derubato della sua terra,
vittima della globalizzazione; se il tuo Dio ti spinge a condividere con loro ciò che hai e ciò che sei,
a difendere i diritti degli omosessuali e degli handicappati,
a rispettare quelli che hanno altre religioni e opinioni, a stare dalla parte degli ultimi
a preferire loro all'oppressore che vive nei fasti di palazzi profani o sacri,
viaggia con aerei privati, viene ricevuto con gli onori militari e osannato dalle folle;
se egli considera la terra e i beni non come privilegio di alcuni,
ma come proprietà di tutti, se ama ricchi e oppressori
strappando loro le ingiustizie che li divorano come cancro
togliendo il superfluo rubato e rovesciando i potenti dai loro troni sacri o profani,
se non gli piacciono le armi, le guerre e le gerarchie, se non fa gravare,
come i farisei, pesi sugli altri che lui stesso non può portare,
se non proibisce il preservativo che ostacola la diffusione dell'Aids,
se ha rispetto per chi vive delle gravidanze non desiderate,
se non impone alle donne le sue convinzioni sull'aborto ma sta
loro vicino con amore e solidarietà, se non è maschilista e
non discrimina le donne, se non toglie alle persone non sposate il diritto di amare,
se non consacra la loro subordinazione, se non impone nulla,
ma favorisce la libertà di coscienza, se rispetta gli altri dei e le altre dee,
se non pensa di essere il solo vero Dio,
se non è convinto di avere la verità in tasca e cerca con gli altri;
se è umile, tenero, dolce, a volte smarrito e incerto, se si arrabbia quando è necessario
e butta fuori dal tempio commercianti e sacri banchieri,
se ama madre terra, piante, animali, fiori e stelle; se è povero tra i poveri,
se annuncia a tutti il vangelo di liberazione degli oppressi
e ci libera da tutte le religioni degli oppressori;
allora
qualunque sia il suo nome, il suo sesso, la sua etnia il colore della pelle, nera, gialla, rossa o
pallida, qualunque sia la sua religione, animista, cattolica, protestante, induista, musulmana,
maya, valdese, shintoista, ebrea, buddista, dei testimoni di Geova,
Chiesa dei santi degli ultimi giorni, di qualsiasi Chiesa o setta
non m'importa egli sarà anche il mio Dio perché manifestandosi negli ultimi è Amore
con l'universo delle donne e degli uomini, nello spazio e nel tempo e
con la totalità dell'essere, amore cosmico che era,
sta e viene nell'amore di tutte le donne e di tutti gli uomini, nei loro sforzi per
la giustizia, la libertà, la felicità e la pace.

- Don Andrea Gallo - 
Estratto dal libro “Il Vangelo di un utopista” (Aliberti Editore, 2011, con prefazione di Loris Mazzetti)


 C’è un episodio che vorrei ricordarvi, che riguarda Einstein, lo scienziato. Einstein, ebreo, doveva lasciare la Germania perché era iniziata la persecuzione degli ebrei, dei rom, degli omosessuali. Arrivato all’ufficio immigrazione a New York, gli chiesero i documenti, e un funzionario gli domandò, quasi urlandogli contro: «Di che razza sei?»
Einstein lo guardò sorridendo e rispose: «Umana!»
Io sono un prete, sono un cattolico. Ma prima di tutto, come ogni mio fratello e sorella, appartengo alla razza umana. 
Ricordate il dibattito sulla questione del crocifisso nelle scuole? Qualche anno fa il movimento universitario leghista ha chiesto al rettore dell’Università di Bergamo l’urgente acquisto di crocifissi da appendere alle pareti delle aule dell’ateneo statale.
Si strepitava con orgoglio padano: «Il crocifisso è simbolo di valori cristiani, ultimo baluardo di fronte al fondamentalismo», come se fossimo alla viglia di una guerra di religione, come se si stesse per partire per una battaglia di Lepanto.
Ma il crocifisso bisogna portarlo nel cuore, o appenderlo ai muri di uno spazio pubblico, anche quando la sua presenza non esprime un sentimento condiviso? La fede è forse salva, in questo modo? Gesù, umile e mite di cuore, non si è mai imposto a nessuno, mentre noi abbiamo la pretesa di appenderlo sul muro delle classi e degli edifici pubblici.
Mi domando ancora: se in questi luoghi non c’è il crocifisso, un cattolico viene meno alla sua fede e forse è esentato dal praticare quotidianamente, tra i fratelli, i consigli evangelici? 
C’è vera relazione tra il crocifisso ostentato, magari con sentenza del magistrato, e la testimonianza cristiana?
Il primato della parola di Dio esige che la Chiesa sappia far sorgere ambiti comunitari, luoghi di libertà, di presa di parola, di comunicazione fraterna, di ascolto dell’altro
Tutto quello starnazzare intorno al crocifisso è veramente sorto per difendere la croce del Vangelo? Non credo proprio!
Il cristiano, nel suo impegno sociale e politico, non creda di costruire il regno di Dio sulla Terra, tanto meno di edificare la città di Dio nella città dell’uomo: il cristiano deve trarre dal regno 
veniente i criteri di relativizzazione delle realtà quotidiane, la lucidità per il discernimento degli idoli, la distanza critica rispetto all’opera delle proprie mani, l’umiltà di chi si colloca accanto agli altri uomini, non in posizioni di superiorità.
La Repubblica italiana, con la sua Costituzione, è democratica, laica, antifascista (non è un optional, l’antifascismo, per nessun cittadino).
La decadenza della nostra classe politica (di sinistra, di centro, di destra) è preoccupante. 
Si potranno abrogare tutte le leggi (altre sono in arrivo), ma chi ci salverà da questa vergognosa decadenza da basso impero
Si vuole andare dallo Stato laico, ancora così imperfetto, allo Stato pluriteocratico? 
Quale ecumenismo si cerca? C’è veramente nell’aria uno Stato confessionale nuovo?
È necessario, oggi più che mai, aprire una riflessione, un vero approfondimento dei segni dei tempi, del nuovo millennio.
I cristiani, con gli altri uomini, riconoscendo di non aver nessun titolo che li abiliti più degli altri a tentare di realizzare qualunque progetto sociale, faranno la fatica della riproposizione, che non è imposizione, dei valori
evangelici. 
Di tempo in tempo, di luogo in luogo, reinventeranno i segni di comunicazione e i segni del linguaggio culturale, ricercheranno una nuova antropologia in mezzo agli altri, apriranno cammini di giustizia e di pace, interculturali, interreligiosi e soprattutto democratici.
La Chiesa non ha bisogno di alleanze strategiche con i responsabili di una società alla deriva, incapace di governarsi, una società smarrita fondata sulla monopolizzazione della comunicazione, la cui arma principale è la menzogna.
L’obiettivo prioritario, a mio avviso, deve essere la lucida difesa della laicità di tutti: apparteniamo tutti a un’unica famiglia umana.
La libertà religiosa per tutti, e per me, prete cattolico, impedire che il pernicioso 
fascino di una religione civile abbia il sopravvento. 
Per questo le argomentazioni di chi vuol ridurre il crocifisso a simbolo ed emblema della cultura nazionale mi hanno provocato un’amarezza profonda.
Non sappiamo più «dare a Cesare quel che è di Cesare»… e lo vogliamo dare a Dio.
Sono queste le prospettive del mio cristianesimo?

- Don Andrea Gallo - 
Estratto dal libro “Il Vangelo di un utopista” (Aliberti Editore, 2011, 89 pp, 9,90 Eu)  con prefazione di Loris Mazzetti.



"Il Vangelo è vita, è liberazione, è il gusto e il rischio della vita (…) 
Quando sei convinto che a trecento metri ci sia quello che vuoi raggiungere, li percorri e ti rendi conto che l’utopia è trecento metri più in là. Per questo ti dici: “Allora è veramente irrealizzabile”. 
Invece no, perché c’è un aspetto positivo: che si sta camminando, e l’utopia si realizza strada facendo (…) 
Quando gli uomini e le donne cercano di entrare in contatto con Dio, allora nascono le preghiere: ci sono anche delle formule prefissate, ma la vera preghiera è l’espressione che viene dal profondo del cuore (…) 
Sono un cattolico, ma prima di tutto appartengo alla razza umana (…) 
Ho avuto cinque cardinali, non mi hanno mai scomunicato! Una volta uno di loro mi ha chiamato, aveva un mucchio di lettere, e mi ha detto: “Guarda cosa scrivono i fedeli di te! Sei sempre con i delinquenti, i farabutti, le puttane, i transessuali!” Io ho replicato: “Ma scusi eminenza, ma Gesù come si sarebbe comportato?” “Ah se la metti su questo piano....” E su che piano la deve mettere un povero cristiano come me? A me piace pregare, rivolgermi a questo grande amore, al cosmo... perché l'inferno non c'è. Tutte le volte che sentite parlare dell'inferno e di Dio con un aspetto punitivo o vendicativo non credeteci! (…) Sperate nell’impossibilità, perché Dio è oltre l’impossibile…"

- Don Andrea Gallo - 
Estratto dal libro “Il Vangelo di un utopista” (Aliberti Editore, 2011, 89 pp, 9,90 Eu)  con prefazione di Loris Mazzetti.


Buona giornata a tutti. :-)



lunedì 4 luglio 2016

Signore, ricordati dei preti – Padre Andrea Gasparino

Signore,
donaci dei preti nuovi plasmati su di te.
Preti adatti al mondo di oggi,
che resistono a tutti gli sbandamenti e a tutte le mode.
Preti pieni di Spirito Santo,
preti innamorati di te, dell’Eucaristia, della Parola.
Preti spezzati alla preghiera.
Preti che non guardano l’orologio quando stanno davanti a te,
preti capaci di pregare di giorno e di notte,
capaci come Gesù di passare anche le notti in preghiera.
Preti che insegnano a pregare.
Preti appassionati dei giovani, dei poveri, degli ultimi.
Preti rotti a tutte le carità,
che sanno accogliere il drogato, il carcerato, la ragazza che abortisce, l’omosessuale, la coppia sfasciata,
capaci di tenerezza e di misericordia per tutte le disperazioni del mondo di oggi.
Signore,
mandaci dei preti da battaglia,
umili,
senza storie per la testa,
umili e fedeli alla chiesa,
che insegnano ad amare la chiesa,
correggendo su se stessi i mali della chiesa,
che si puntano il dito addosso prima di puntarlo sulla chiesa.
Mandaci preti senza storie borghesi,
allenati al sacrificio,
che sanno parlare ai giovani di sacrificio,
che vivono la povertà evangelica,
che sanno dividere tutto quello che hanno con il povero.
Mandaci preti aggiornati con una teologia dagli scarponi ferrati che sa resistere alle mode di pensiero e ai compromessi mondani.
Preti che non si aggiogano al carro di chi la sa più lunga dei Vescovi e del Papa.
Mandaci preti di punta,
preti creativi,
dal cuore grande come il cuore di Cristo,
instancabili nell’insegnare,
nel guidare, nel formare.
Preti costanti, resistenti, tenaci.
Mandaci preti profeti,
forti e umili che non si scandalizzano di nessuna miseria umana.
Mandaci preti che si sentano peccatori come noi,
fedeli e fieri del loro celibato,
preti limpidi che portino il Vangelo stampato nella loro vita più che nella loro parola.
Signore,
donaci il coraggio di chiedere preti santi e di meritarli un poco almeno con la preghiera umile, costante e coraggiosa.
Maria,
madre dei preti,
madre della chiesa,
aggiungi tu quello che manca a questa preghiera e presentala a Cristo per noi.
Amen.

(Padre Andrea Gasparino)
un pò di biografia: http://leggoerifletto.blogspot.com/2011/03/padre-andrea-gasparino-biografia.html





"Quando il nemico sembra prevalere in battaglia, quando le sue forze sembrano soverchianti, quando la strategia di combattimento sembra far indietreggiare le truppe .... allora la battaglia sia portata avanti in maniera diversa, si moltiplichino  le "cellule"  del bene, i guerrieri restino uniti, la guerriglia si faccia intensa e fastidiosa; si ritrovi lo spirito di corpo, si serrino i ranghi della fraternità, si sopporti l'andare controcorrente, non si perda occasione per, agili e leggeri, colpire al cuore il nemico potente ... 
"A noi la battaglia,  a Dio la vittoria." 

- San Giovanna d'Arco - 










Buona giornata a tutti. :-)



lunedì 28 dicembre 2015

Amore - Piero Gribaudi -

C'era una volta un uomo di nome George Thomas, era pastore protestante e viveva in un piccolo paese. Una mattina della Domenica di Pasqua stava recandosi in Chiesa, portando con sé una gabbia arrugginita. La sistemò vicino al pulpito. La gente era alquanto scioccata. Come risposta alla motivazione, il pastore cominciò a parlare...
Ieri stavo passeggiando, quando vidi un ragazzo con questa gabbia. Nella gabbia c'erano tre uccellini, tremavano dal freddo e per lo spavento. Fermai il ragazzo e gli chiesi:
"Cos'hai lì, figliolo?" "Tre vecchi uccelli" fu la risposta.
"Cosa farai di loro?" Chiese
"Li porterò a casa e mi divertirò con loro", rispose il ragazzo.
"Li stuzzicherò e strapperò le piume così litigheranno. Mi divertirò tantissimo".
"Ma presto o tardi ti stancherai di loro. Allora cosa farai?"
"Oh, ho dei gatti," disse il ragazzo." A loro piacciono gli uccelli, li darò a loro".
Il pastore rimase in silenzio per un momento." Quanto vuoi per questi uccelli, figliolo?"
"Cosa!? Perché, mica li vuoi, Signore, sono uccelli di campo, niente di speciale. Non cantano. Non sono nemmeno belli!"
"Quanto?" Chiese di nuovo il pastore.
Pensando fosse pazzo il ragazzo disse: "10$".
Il pastore prese 10$ dalla sua tasca e li mise in mano al ragazzo.
Come un fulmine il ragazzo sparì. Il pastore prese la gabbia e con delicatezza andò in un campo dove c'erano alberi e erba. Aprì la gabbia e con gentilezza lasciò liberi gli uccellini. Cosi si spiega il motivo per la gabbia vuota accanto al pulpito. Poi iniziò a raccontare questa storia.

Un giorno Satana e Gesù stavano conversando. Satana era appena ritornato dal Giardino di Eden, era borioso e si gonfiava di superbia.
"Sì, Signore, ho appena catturato l'intera umanità. Ho usato una trappola che sapevo non avrebbe trovato resistenza, ho usato un'esca che sapevo ottima. Li ho presi tutti!"
"Cosa farai con loro?" Chiese Gesù.
Satana rispose: "Oh, mi divertirò con loro! Gli insegnerò come odiare e farsi male a vicenda, come bere e fumare e bestemmiare. Gli insegnerò a fabbricare armi da guerra, fucili e bombe e ammazzarsi fra di loro. Mi divertirò un mondo!"
"E poi, quanto hai finito di giocare con loro, cosa ne farai?" , chiese Gesù.
"Oh, li ucciderò!" Esclamò Satana con superbia.
"Quanto vuoi per loro?" Chiese Gesù.
"Ma va, non la vuoi questa gente. Non sono per niente buoni, sono cattivi. Li prenderai e ti odieranno. Ti sputeranno addosso, ti bestemmieranno e ti uccideranno. No, non puoi volerli!"
"Quanto?" Chiese di nuovo Gesù.
Satana guardò Gesù e sogghignando disse: "Tutto il tuo sangue, tutte le tue lacrime e la tua vita."
Gesù disse: "affare fatto!"
E poi pagò il prezzo. Il pastore prese la gabbia e lasciò il pulpito.

- Piero Gribaudi - 

dal libro "Il libro della saggezza interiore. 99 storie intorno all'uomo" di Piero Gribaudi



La sete 

Un giovane si presentò a un sacerdote e gli disse: "Cerco Dio".
Il reverendo gli propinò un sermone. Concluso il sermone, il giovane se ne andò triste in cerca del vescovo. "Cerco Dio".
Monsignore gli lesse una sua lettera pastorale. 

Terminata la lettura, il giovane, sempre più triste, si recò dal papa. "Cerco Dio".
Sua santità cominciò a riassumergli la sua ultima enciclica, ma il giovane scoppiò in singhiozzi.
"Perché piangi?", gli chiese il papa del tutto sconcertato. 

"Cerco Dio e mi offrono parole."
Quella notte il sacerdote, il vescovo e il papa fecero un medesimo sogno. Sognarono che morivano di sete e che qualcuno cercava di dar loro sollievo con un lungo discorso sull'acqua.

da: "Agenda Missionaria"


Senza comunione non può esserci testimonianza: la grande testimonianza è proprio la vita di comunione. Lo disse chiaramente Gesù: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,35). 
Questa comunione è la vita stessa di Dio che si comunica nello Spirito Santo, mediante Gesù Cristo. 
E’ dunque un dono, non qualcosa che dobbiamo anzitutto costruire noi con le nostre forze. 
Ed è proprio per questo che interpella la nostra libertà e attende la nostra risposta: la comunione ci chiede sempre conversione, come dono che va sempre meglio accolto e realizzato.

- Papa Benedetto XVI - 
Omelia, 10 ottobre 2010



Buona giornata a tutti. :-)




martedì 20 ottobre 2015

da: "Filosofia campestre nel Mondo Piccolo" . Giovannino Guareschi

"Non ti crucciare, don Camillo" sussurrò il Cristo.
"Lo so che il vedere uomini che lasciano deperire la grazia di Dio è per te peccato mortale perché sai che sono sceso da cavallo per raccogliere una briciola di pane. 
Ma bisogna perdonarli perché non lo fanno per offendere Dio.
Essi cercano affannosamente la giustizia in terra perché non hanno più fede nella giustizia divina, e ricercano affannosamente i beni della terra perché non hanno fede nella ricompensa divina. 
E perciò credono soltanto a quello che si tocca e si vede, e le macchine volanti sono per essi gli angeli infernali di questo inferno terrestre che essi tentano invano di trasformare in Paradiso.
Così è la troppa cultura che porta all'ignoranza, perché se la cultura non è sorretta dalla fede ad un certo punto l'uomo vede soltanto la matematica delle cose e l'armonia di questa matematica diventa il suo dio, dimenticando che è Dio che ha creato questa matematica e questa armonia. Ma il tuo Dio non è fatto di numeri, don Camillo, e nel cielo del tuo paradiso volano gli angeli del bene. 
Il progresso fa diventare sempre più piccolo il mondo per gli uomini: un giorno quando le macchine correranno a cento miglia al minuto, il mondo sembrerà agli uomini microscopico, e allora l'uomo si troverà come un passero sul pomolo di un altissimo pennone e si affaccerà sull'infinito e nell'infinito ritroverà Dio e la fede nella vera vita. e odierà le macchine che hanno ridotto il mondo ad una manciata di numeri e le distruggerà con le sue stesse mani. Ma ci vorrà del tempo ancora, don Camillo."
Il Cristo sorrise e don Camillo lo ringraziò di averlo messo al mondo! »

- Giovannino Guareschi -
da: "Filosofia campestre nel Mondo Piccolo", 1980, ed. Rizzoli


Parole che ogni sacerdote dovrebbe pronunciare: "Ho pregato bene, stamane, per la mia parrocchia, la mia povera parrocchia la mia prima ed ultima parrocchia, forse; poiché m'augurerei di morirvi. 
- La mia parrocchia! Una frase, questa, che non si può pronunciare senza emozione - che dico! - senza uno slancio d'amore. 
E, tuttavia, questa frase richiama in me solo una confusa idea. So che la mia parrocchia esiste realmente, che siamo l'un dell'altra per l'eternità, che è una cellula vivente della Chiesa imperitura e non una finzione amministrativa" 

- Georges Bernanos -
da: Diario di un curato di campagna



- Gesù: Toh, guarda chi si rivede: Don Camillo! Be', hai perso la favella? 
- Don Camillo: Signore, quante volte vi ho chiamato in questi tre anni e mai mi avete risposto, mentre ora, ecco di nuovo la vostra voce. Dio è più vicino qui che a Roma.
- Gesù: Don Camillo, Dio è sempre alla stessa quota, qui ti pare più vicino perché qui sei più vicino a te stesso.

- Giovanni Guareschi -




"Siamo d'accordo, figliolo - disse con dolcezza don Camillo - Il guaio è che l'amnistia per le coscienze non l'hanno fatta. 
Quindi qui si continua ancora col sistema di prima, e per essere assolti occorre pentirsi e poi dimostrare di essere pentiti e poi fare in modo di meritare di essere perdonati. Roba lunga."


Buona giornata a tutti. :-)