Se il tuo Dio è bambino di strada umiliato,
maltrattato, assassinato,
bambina, ragazza, donna violentata, venduta, usata,
omosessuale che si dà fuoco senza diritto di esistere,
handicappato fisico, mentale, compatito, prostituta dell'Africa,
dei Paesi dell'est, che tenta di sfuggire la fame e la miseria
creata dai nostri stessi Paesi,
transessuale deriso e perseguitato, emigrato sfruttato e senza
diritti, barbone senza casa
né considerazione, popolo del Terzo mondo al di sotto della soglia
di povertà,
ragazza mai baciata, giovane senza amore, donna e uomo cancellati
in carcere, prigioniero politico
che non svende i suoi ideali, ammalato di Aids accantonato,
vittima di sacre inquisizioni, roghi, guerre, intolleranze
religiose,
indigeno sterminato dall'invasione cattolica dell'America,
africano venduto come schiavo a padroni cristiani,
ebreo, rom, omosessuale o altro
dissidente sterminato ad Auschwitz e negli altri lager nazisti o
nei gulag sovietici,
morto sul lavoro sacrificato alla produzione, palestinese, maya o
indigeno derubato della sua terra,
vittima della globalizzazione; se il tuo Dio ti spinge a
condividere con loro ciò che hai e ciò che sei,
a difendere i diritti degli omosessuali e degli handicappati,
a rispettare quelli che hanno altre religioni e opinioni, a stare
dalla parte degli ultimi
a preferire loro all'oppressore che vive nei fasti di palazzi
profani o sacri,
viaggia con aerei privati, viene ricevuto con gli onori militari e
osannato dalle folle;
se egli considera la terra e i beni non come privilegio di alcuni,
ma come proprietà di tutti, se ama ricchi e oppressori
strappando loro le ingiustizie che li divorano come cancro
togliendo il superfluo rubato e rovesciando i potenti dai loro
troni sacri o profani,
se non gli piacciono le armi, le guerre e le gerarchie, se non fa
gravare,
come i farisei, pesi sugli altri che lui stesso non può portare,
se non proibisce il preservativo che ostacola la diffusione
dell'Aids,
se ha rispetto per chi vive delle gravidanze non desiderate,
se non impone alle donne le sue convinzioni sull'aborto ma sta
loro vicino con amore e solidarietà, se non è maschilista e
non discrimina le donne, se non toglie alle persone non sposate il
diritto di amare,
se non consacra la loro subordinazione, se non impone nulla,
ma favorisce la libertà di coscienza, se rispetta gli altri dei e
le altre dee,
se non pensa di essere il solo vero Dio,
se non è convinto di avere la verità in tasca e cerca con gli
altri;
se è umile, tenero, dolce, a volte smarrito e incerto, se si
arrabbia quando è necessario
e butta fuori dal tempio commercianti e sacri banchieri,
se ama madre terra, piante, animali, fiori e stelle; se è povero
tra i poveri,
se annuncia a tutti il vangelo di liberazione degli oppressi
e ci libera da tutte le religioni degli oppressori;
allora
qualunque sia il suo nome, il suo sesso, la sua etnia il colore
della pelle, nera, gialla, rossa o
pallida, qualunque sia la sua religione, animista, cattolica,
protestante, induista, musulmana,
maya, valdese, shintoista, ebrea, buddista, dei testimoni di
Geova,
Chiesa dei santi degli ultimi giorni, di qualsiasi Chiesa o setta
non m'importa egli sarà anche il mio Dio perché manifestandosi
negli ultimi è Amore
con l'universo delle donne e degli uomini, nello spazio e nel
tempo e
con la totalità dell'essere, amore cosmico che era,
sta e viene nell'amore di tutte le donne e di tutti gli uomini,
nei loro sforzi per
la giustizia, la libertà, la felicità e la pace.
- Don Andrea Gallo -
Estratto dal libro “Il Vangelo di un utopista” (Aliberti Editore, 2011, con prefazione di Loris Mazzetti)
C’è un episodio che vorrei ricordarvi, che riguarda Einstein, lo scienziato. Einstein,
ebreo, doveva lasciare la Germania perché era iniziata la persecuzione degli
ebrei, dei rom, degli omosessuali. Arrivato all’ufficio immigrazione a New
York, gli chiesero i documenti, e un funzionario gli domandò, quasi urlandogli
contro: «Di che razza sei?»
Einstein lo guardò sorridendo e rispose: «Umana!»
Io sono un prete, sono un cattolico. Ma prima di tutto, come ogni mio fratello e sorella, appartengo alla razza umana.
Io sono un prete, sono un cattolico. Ma prima di tutto, come ogni mio fratello e sorella, appartengo alla razza umana.
Ricordate il dibattito sulla questione
del crocifisso nelle
scuole? Qualche anno fa il movimento universitario leghista ha
chiesto al rettore dell’Università di Bergamo l’urgente acquisto di crocifissi
da appendere alle pareti delle aule dell’ateneo statale.
Si strepitava con orgoglio padano: «Il crocifisso è simbolo di valori cristiani, ultimo baluardo di fronte al fondamentalismo», come se fossimo alla viglia di una guerra di religione, come se si stesse per partire per una battaglia di Lepanto.
Ma il crocifisso bisogna portarlo nel cuore, o appenderlo ai muri di uno spazio pubblico, anche quando la sua presenza non esprime un sentimento condiviso? La fede è forse salva, in questo modo? Gesù, umile e mite di cuore, non si è mai imposto a nessuno, mentre noi abbiamo la pretesa di appenderlo sul muro delle classi e degli edifici pubblici.
Mi domando ancora: se in questi luoghi non c’è il crocifisso, un cattolico viene meno alla sua fede e forse è esentato dal praticare quotidianamente, tra i fratelli, i consigli evangelici?
Si strepitava con orgoglio padano: «Il crocifisso è simbolo di valori cristiani, ultimo baluardo di fronte al fondamentalismo», come se fossimo alla viglia di una guerra di religione, come se si stesse per partire per una battaglia di Lepanto.
Ma il crocifisso bisogna portarlo nel cuore, o appenderlo ai muri di uno spazio pubblico, anche quando la sua presenza non esprime un sentimento condiviso? La fede è forse salva, in questo modo? Gesù, umile e mite di cuore, non si è mai imposto a nessuno, mentre noi abbiamo la pretesa di appenderlo sul muro delle classi e degli edifici pubblici.
Mi domando ancora: se in questi luoghi non c’è il crocifisso, un cattolico viene meno alla sua fede e forse è esentato dal praticare quotidianamente, tra i fratelli, i consigli evangelici?
C’è vera relazione tra il crocifisso ostentato, magari con sentenza
del magistrato, e la testimonianza cristiana?
Il primato della parola di Dio esige che la Chiesa sappia far sorgere ambiti comunitari, luoghi di libertà, di presa di parola, di comunicazione fraterna, di ascolto dell’altro.
Il primato della parola di Dio esige che la Chiesa sappia far sorgere ambiti comunitari, luoghi di libertà, di presa di parola, di comunicazione fraterna, di ascolto dell’altro.
Tutto
quello starnazzare intorno al crocifisso è veramente sorto per
difendere la croce del Vangelo? Non credo proprio!
Il cristiano, nel suo impegno sociale e politico, non creda di costruire il regno di Dio sulla Terra, tanto meno di edificare la città di Dio nella città dell’uomo: il cristiano deve trarre dal regno veniente i criteri di relativizzazione delle realtà quotidiane, la lucidità per il discernimento degli idoli, la distanza critica rispetto all’opera delle proprie mani, l’umiltà di chi si colloca accanto agli altri uomini, non in posizioni di superiorità.
La Repubblica italiana, con la sua Costituzione, è democratica, laica, antifascista (non è un optional, l’antifascismo, per nessun cittadino).
La decadenza della nostra classe politica (di sinistra, di centro, di destra) è preoccupante.
Il cristiano, nel suo impegno sociale e politico, non creda di costruire il regno di Dio sulla Terra, tanto meno di edificare la città di Dio nella città dell’uomo: il cristiano deve trarre dal regno veniente i criteri di relativizzazione delle realtà quotidiane, la lucidità per il discernimento degli idoli, la distanza critica rispetto all’opera delle proprie mani, l’umiltà di chi si colloca accanto agli altri uomini, non in posizioni di superiorità.
La Repubblica italiana, con la sua Costituzione, è democratica, laica, antifascista (non è un optional, l’antifascismo, per nessun cittadino).
La decadenza della nostra classe politica (di sinistra, di centro, di destra) è preoccupante.
Si potranno abrogare tutte le leggi (altre sono in arrivo), ma
chi ci salverà da questa vergognosa decadenza da basso impero?
Si vuole
andare dallo Stato laico, ancora così imperfetto, allo Stato pluriteocratico?
Quale ecumenismo si cerca? C’è veramente nell’aria uno Stato confessionale nuovo?
È necessario, oggi più che mai, aprire una riflessione, un vero approfondimento dei segni dei tempi, del nuovo millennio.
I cristiani, con gli altri uomini, riconoscendo di non aver nessun titolo che li abiliti più degli altri a tentare di realizzare qualunque progetto sociale, faranno la fatica della riproposizione, che non è imposizione, dei valori
evangelici.
È necessario, oggi più che mai, aprire una riflessione, un vero approfondimento dei segni dei tempi, del nuovo millennio.
I cristiani, con gli altri uomini, riconoscendo di non aver nessun titolo che li abiliti più degli altri a tentare di realizzare qualunque progetto sociale, faranno la fatica della riproposizione, che non è imposizione, dei valori
evangelici.
Di tempo in tempo, di luogo in luogo, reinventeranno i segni di
comunicazione e i segni del linguaggio culturale, ricercheranno una nuova
antropologia in mezzo agli altri, apriranno cammini di giustizia e di pace,
interculturali, interreligiosi e soprattutto democratici.
La Chiesa non ha bisogno di alleanze strategiche con i responsabili di una società alla deriva, incapace di governarsi, una società smarrita fondata sulla monopolizzazione della comunicazione, la cui arma principale è la menzogna.
L’obiettivo prioritario, a mio avviso, deve essere la lucida difesa della laicità di tutti: apparteniamo tutti a un’unica famiglia umana.
La libertà religiosa per tutti, e per me, prete cattolico, impedire che il pernicioso fascino di una religione civile abbia il sopravvento.
La Chiesa non ha bisogno di alleanze strategiche con i responsabili di una società alla deriva, incapace di governarsi, una società smarrita fondata sulla monopolizzazione della comunicazione, la cui arma principale è la menzogna.
L’obiettivo prioritario, a mio avviso, deve essere la lucida difesa della laicità di tutti: apparteniamo tutti a un’unica famiglia umana.
La libertà religiosa per tutti, e per me, prete cattolico, impedire che il pernicioso fascino di una religione civile abbia il sopravvento.
Per questo le
argomentazioni di chi vuol ridurre il crocifisso a simbolo ed emblema della
cultura nazionale mi hanno provocato un’amarezza profonda.
Non sappiamo più «dare a Cesare quel che è di Cesare»… e lo vogliamo dare a Dio.
Sono queste le prospettive del mio cristianesimo?
Non sappiamo più «dare a Cesare quel che è di Cesare»… e lo vogliamo dare a Dio.
Sono queste le prospettive del mio cristianesimo?
- Don Andrea Gallo -
Estratto dal libro “Il
Vangelo di un utopista” (Aliberti Editore, 2011, 89 pp, 9,90 Eu) con prefazione di Loris Mazzetti.
"Il Vangelo è
vita, è liberazione, è il gusto e il rischio della vita (…)
Quando
sei convinto che a trecento metri ci sia quello che vuoi raggiungere,
li percorri e ti rendi conto che l’utopia è trecento metri più in là. Per
questo ti dici: “Allora è veramente irrealizzabile”.
Invece no, perché c’è un
aspetto positivo: che si sta camminando, e l’utopia si realizza strada facendo (…)
Quando
gli uomini e le donne cercano di entrare in contatto con Dio, allora nascono le
preghiere: ci sono anche delle formule prefissate, ma la vera preghiera è
l’espressione che viene dal profondo del cuore (…)
Sono un cattolico,
ma prima di tutto appartengo alla razza umana (…)
Ho avuto cinque
cardinali, non mi hanno mai scomunicato! Una volta uno di loro mi ha chiamato,
aveva un mucchio di lettere, e mi ha detto: “Guarda cosa scrivono i fedeli di te!
Sei sempre con i delinquenti, i farabutti, le puttane, i transessuali!” Io ho
replicato: “Ma scusi eminenza, ma Gesù come si sarebbe comportato?” “Ah se la
metti su questo piano....” E su che piano la deve mettere un povero cristiano
come me? A me piace pregare, rivolgermi a questo grande amore, al cosmo...
perché l'inferno non c'è. Tutte le volte che sentite parlare dell'inferno e di
Dio con un aspetto punitivo o vendicativo non credeteci! (…) Sperate
nell’impossibilità, perché Dio è oltre l’impossibile…"
- Don Andrea Gallo -
Estratto dal libro “Il Vangelo di un utopista” (Aliberti Editore, 2011, 89 pp, 9,90 Eu) con prefazione di Loris Mazzetti.
Buona giornata a tutti. :-)
Nessun commento:
Posta un commento