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giovedì 21 novembre 2019

Se da noi stessi ci giudicassimo, non saremmo giudicati - san Giovanni Crisostomo

Vuoi giudicare! Ebbene, tu hai a disposizione un tribunale che offre molti vantaggi e non espone a condanna alcuna. 
Fa` sedere come giudice al tribunale della coscienza la tua ragione e qui presenta tutte le tue colpe. 
Esamina i peccati della tua anima ed esigi un esatto rendiconto, chiedendole: 
- Perché hai osato fare questo o quest`altro?  -
Ma se l`anima evita di considerare le proprie colpe e indaga, invece, e giudica quelle altrui, dille: 
- Non ti giudico per i peccati altrui, né delle loro colpe tu devi giustificarti. Che ti importa se quel tale è malvagio? Ma tu, perché hai commesso questo e quel peccato? Difenditi, non accusare; bada a te stessa e non ai fatti altrui. -
A tale angustia tu devi sottomettere continuamente la tua anima. 
Ogni giorno convoca questo tribunale e fa` presente alla tua anima il fiume di fuoco, il verme velenoso e gli altri tormenti dell`inferno.
Non permetterle di presentare come giustificazione il fatto che il diavolo le sta accanto, né di rispondere con impudenza che è lui che viene a cercarla, che le tende insidie e la tenta. 
Rispondile che, se essa non vuole, tutti gli artifici del demonio sono vani e inefficaci. E se la tua anima si scusa ancora, adducendo che è congiunta al corpo, che è rivestita di carne, che vive nel mondo e abita su questa terra, rispondile che tutti questi sono pretesti e sotterfugi. 
Falle presente che altri uomini come lei vestiti di carne hanno dimorato in questo mondo, sono vissuti sulla terra e tuttavia hanno brillato per la loro virtù. 
Anch`essa, quando compie qualche azione buona, agisce così, pur essendo rivestita di carne. 
Se essa di nuovo replica che il tizio l`ha fatta incollerire, rispondile che è in suo potere non adirarsi e che spesso ha saputo reprimere l`ira. 
Se dice ancora: la bellezza di quella donna mi ha colpito, ribatti che poteva tuttavia dominarsi. 
Portale l`esempio di coloro che furono vittoriosi. Procura che nessuno sia presente e ti disturbi quando esamini e giudichi così la tua anima. Ma come i giudici deliberano ritirandosi dietro a una cortina, così anche tu, invece di cortine, ricerca un luogo e un momento di quiete. 
Ed esigi un severo rendiconto anche delle piccole colpe, in modo da essere sicuro di non cadere nelle grandi. 
Se sei costante nel fare questo ogni giorno, allora comparirai con fiducia davanti all`altro tribunale che farà tremare tutti. In questo modo Paolo si è purificato, e perciò affermava: 
Se da noi stessi ci giudicassimo, non saremmo giudicati (1Cor 11,31). 

- San Giovanni Crisostomo -
 Commento al Vangelo di san Matteo




Ritessi la nostra fede 

Signore, riconoscerti significa amarti.
Tutto esiste grazie a te:

sii lodato per questa meraviglia!
Insegnaci la delicatezza e il rispetto
dei nostri fratelli.
Tu scruti il nostro cuore
e ne conosci i limiti e le barriere.
Non ignorare le nostre ferite segrete,
sorridi delle nostre fantasie.
Tu sei il Dio del perdono,
sei il Signore ricco di misericordia.
Insegnaci a camminare con umiltà
sulle vie della riconciliazione.
Un popolo avanza verso di te:
colma le sue lacune, ritessi le sue lacerazioni,
affinché ti possa servire in spirito e verità
con un amore che cerca di imitare il tuo.

- Pierre Griolet - 



Buona giornata a tutti. :-)







martedì 12 novembre 2019

La scelta – don Bruno Ferrero

Un uomo si sentiva perennemente oppresso dalle difficoltà della vita e se ne lamentò con un famoso maestro di spirito.

"Non ce la faccio più! Questa vita mi è insopportabile".

Il maestro prese una manciata di cenere e la lasciò cadere in un bicchiere pieno di limpida acqua da bere che aveva sul tavolo, dicendo: "Queste sono le tue sofferenze".
Tutta l'acqua del bicchiere s'intorbidì e s'insudiciò.
Il maestro la buttò via.
Il maestro prese un'altra manciata di cenere, identica alla precedente, la fece vedere all'uomo, poi si affacciò alla finestra e la buttò nel mare.
La cenere si disperse in un attimo e il mare rimase esattamente com'era prima.
"Vedi?" spiegò il maestro. "Ogni giorno devi decidere se essere un bicchiere d'acqua o il mare".

Troppi cuori piccoli, troppi animi esitanti, troppe menti ristrette e braccia rattrappite.
Una delle mancanze più serie del nostro tempo è il coraggio. Non la stupida spavalderia, la temerarietà incosciente, ma il vero coraggio che di fronte ad ogni problema fa dire tranquillamente: "Da qualche parte certamente c'è una soluzione ed io la troverò".


- don Bruno Ferrero -
Fonte: "Il segreto dei pesci rossi", Elledici ed.




"Per essere santi non è necessario essere vescovi, sacerdoti, religiose o religiosi. Molte volte abbiamo la tentazione di pensare che la santità sia riservata a coloro che hanno la possibilità di mantenere le distanze dalle occupazioni ordinarie, per dedicare molto tempo alla preghiera. 
Non è così. Tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si trova. 
Sei una consacrata o un consacrato? Sii santo vivendo con gioia la tua donazione. 
Sei sposato? Sii santo amando e prendendoti cura di tuo marito o di tua moglie, come Cristo ha fatto con la Chiesa. 
Sei un lavoratore? Sii santo compiendo con onestà e competenza il tuo lavoro al servizio dei fratelli. 
Sei genitore o nonna o nonno? Sii santo insegnando con pazienza ai bambini a seguire Gesù. 
Hai autorità? Sii santo lottando a favore del bene comune e rinunciando ai tuoi interessi personali." 

- Papa Francesco - 

Da “Gaudete et exsultate”



Ci sazieremo, Signore, contemplando il Tuo Volto.

Ascolta, Signore, la mia giusta causa,
sii attento al mio grido.
Porgi l’orecchio alla mia preghiera:
sulle mie labbra non c’è inganno.

Tieni saldi i miei passi sulle tue vie
e i miei piedi non vacilleranno.
Io t’invoco poiché tu mi rispondi, o Dio;
tendi a me l’orecchio, ascolta le mie parole.

Custodiscimi come pupilla degli occhi,
all’ombra delle tue ali nascondimi,
io nella giustizia contemplerò il tuo volto,
al risveglio mi sazierò della tua immagine.





Buona giornata a tutti. :-)

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domenica 10 novembre 2019

Parlami d’Amore - Padre Michel Quoist

L'amore non è la folgorazione della bellezza
davanti a un volto che d'improvviso s'illumina per te,
perché la vera bellezza è il riflesso dell'anima,
ma l'anima è oltre, e la cerchi tremando.

L'amore non è seduzione di un'intelligenza viva e sciolta
che scorre in parole e idee per piacerti,
perché l'intelligenza può splendere di mille barbagli
senza essere autentico diamante nascosto nelle profondità dell'amato.

L'amore non è l'emozione di fronte a un cuore
che batte per te
più di quanto non batta per gli altri,
né quella meraviglia d'essere scelto, eletto,
senza motivo ai tuoi occhi
che valga questa follia,
perché un cuore può un giorno turbarsi per un altro,
e lasciarti sanguinare, in lacrime,
senza che il tuo amore muoia.

L'amore non è voglia di catturare, di afferrare
l'oggetto del tuo desiderio,
sia esso cuore, corpo, mente o tutti e tre insieme,
perché l'altro non è "oggetto";
e se lo prendi per te, lo mangi e lo distruggi,
è te che ami credendo di amare l'altro.

Folgorazione e seduzione, fame e fremiti,
emozione e sgorgare di desideri,
tutto ciò è bello e necessario, nell'uomo, nella donna,
ma soltanto per aiutare ad amare chi accetta di amare.

E' la porta socchiusa e le finestre spalancate,
è il vento che entra a folate,
è il richiamo del largo, è il mormorio di Dio
che invitano a uscire dalla casa sbarrata
per andare verso un altro
che hai scelto per colmare la tua vita
perché lo ami e lo vuoi amare.

Amare è volere l'altro libero e non sedurlo,
è liberarlo dai suoi lacci se ne rimane prigioniero,
perché anche lui possa dire: ti amo,
senza esservi spinto dai suoi desideri non domati.

Amare è con tutte le forze volere il bene dell'altro,
anche prima del tuo,
è fare di tutto perché l'amato cresca, e poi sbocci e fiorisca
diventando ogni giorno l'uomo che deve essere
e non quello che tu vuoi modellare
sull'immagine dei tuoi sogni.

Amare è dare il tuo corpo, e non prendere il suo,
ma accogliere il suo quando si offre per essere condiviso,
è raccoglierti, arricchirti,
per offrire all'amato più che mille carezze e folli abbracci,
la tua vita intera raccolta nelle braccia del tuo "io".

Amare è offrirti all'altro,
anche se questi ad un certo momento si rifiuta,
è dare senza tenere il conto di quello che l'altro ti dà,
pagando il prezzo alto senza mai reclamare il resto,
ed è supremo amore perdonare
quando l'amato purtroppo si sottrae,
tentando di consegnare ad altri ciò che ti aveva promesso.

Amare è credere nell'altro e dargli fiducia,
credere nelle sue forze nascoste, nella vita che ha in sé;
e quali che siano le pietre da tagliare
per appianare la strada,
è decidere da uomo ragionevole
di avviarsi coraggiosamente per il viaggio del tempo.

Non per cento giorni, per mille, e neppure per diecimila,
ma per un pellegrinaggio che non finirà,
perché è un pellegrinaggio che durerà
"sempre"…

Se amare è questo, come potrò riuscirci?
Ero scoraggiato…
Non avevo ancora capito…
che l'amore era un fine da raggiungere
e non un punto di partenza
e che, per cercare di riuscirci,
bisognava lottare per tutto il tempo della vita.
Io volevo tutto e subito.

Questo era il mio errore.
Dovevo accettare di adottare
il passo lento e regolare,
il passo dell'autentico montanaro.




- Padre Michel Quoist -
Fonte: Parlami d'amore, Sei, Torino 1987, pp. 104-107




Dobbiamo impegnarci in scelte di percorso, in tabelle di marcia: non possiamo parlare di pace indicando le tappe ultime e saltando le intermedie!

Se non siamo capaci di piccoli perdoni quotidiani fra individuo e individuo, tra familiari, tra comunità e comunità... è tutto inutile!

La pace non è soltanto un pio sospiro, un gemito favoloso, un pensiero romantico... è, soprattutto, prassi.


- Don Tonino Bello -






"Carissimi amici, il Regno di Dio non è una questione di onori e di apparenze, ma, come scrive San Paolo è "giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo". (Rm 14,17).

Al Signore sta a cuore il nostro bene, cioè che ogni uomo abbia la vita, e che specialmente i suoi figli più "piccoli" possano accedere al banchetto che Lui ha preparato per tutti. 
Perciò, non sa che farsene di quelle forme ipocrite di chi dice: 
"Signore, Signore" e poi trascura i suoi comandamenti".

- Papa Benedetto XVI - 



Buona giornata :-)


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lunedì 4 novembre 2019

Preghiera a San Carlo Borromeo

Signore Gesù,
ti contempliamo sulla croce,
nel gesto supremo del tuo amore per noi.
Donaci il tuo Santo Spirito
perché, sull’esempio di san Carlo,
possiamo soffrire e gioire con te.
Infondi nel nostro cuore uno spirito di preghiera,
un sentimento di pietà e di misericordia
e uno sguardo di amore su di noi e sul mondo.
Signore Gesù,
ti ringraziamo per la tua Chiesa,
vigna feconda che cresce nella storia,
luogo di santità e di speranza.
Insegnaci ad amarla,
donaci compassione per curare le sue ferite,
rendici umili per capire la sua grandezza,
infondi in noi il desiderio della santità
per lavorare in essa con amore.
Signore Gesù,
sorgente di ogni vocazione,
dona ai tuoi figli la gioia
di conoscerti e la grazia di seguirti.
I giovani sentano la tua chiamata,
gli adulti siano perseveranti e fedeli.
San Carlo guidi nostri passi,
e tu, Maestro buono, per sua intercessione
rinnova nella fede la tua santa Chiesa. Amen.

Dopo una pausa di silenzio tutti si alzano in piedi. 

Il sacerdote (il diacono o il laico) 
introducono la preghiera composta dal Cardinal Martini:

Ringraziamo il Padre per la santità del vescovo Carlo e chiediamo di poterne seguire le orme.

Tutti Dio, Padre di misericordia,
noi ti adoriamo e ti lodiamo
nel ricordo del nostro santo vescovo Carlo
e ti ringraziamo
perché gli hai dato di contemplare intensamente
l’amore del Figlio tuo crocifisso.
Tu hai sostenuto in lui la preghiera e il digiuno
con la consolazione dello Spirito
e gli hai acceso nel cuore
il fuoco di una carità immensa.
Lo hai fatto amico dei poveri e dei malati,
gli hai dato coraggio contro ogni ingiustizia,
lo hai reso forte nelle lacrime e nelle prove.
Ti preghiamo, o Padre,
per l’intercessione di questo nostro santo Vescovo:
accendi anche nel nostro cuore
la fiamma che illumina e riscalda
la notte del mondo e sorreggi il nostro desiderio
di contemplare il volto del tuo Figlio
insieme con Maria, nostra Madre
e con tutti gli amici, i santi del cielo e della terra. Amen.



Ascolta ciò che ti dico. Se già qualche scintilla del divino amore è stata accesa in te, non cacciarla via, non esporla al vento.
Tieni chiuso il focolare del tuo cuore, perché non si raffreddi e non perda calore.
Fuggi, cioè le distrazioni per quanto puoi.
Rimani raccolto con Dio, evita le chiacchiere inutili.


- san Carlo Borromeo -



Prèdica prima di tutto con la vita e la santità, perché non succeda che essendo la tua condotta in contraddizione con la tua prèdica tu perda ogni credibilità!

- San Carlo Borromeo -
in Uff. d. Lett. 4 Novembre, T.O. 


Buona giornata a tutti. :)







venerdì 1 novembre 2019

La santità non è un lusso, non è un privilegio per pochi - papa Benedetto XVI -

La santità non è un lusso, non è un privilegio per pochi, un traguardo impossibile per un uomo normale; essa, in realtà, è il destino comune di tutti gli uomini chiamati ad essere figli di Dio, la vocazione universale di tutti i battezzati. La santità è offerta a tutti; naturalmente non tutti i santi sono uguali: sono infatti, come ho detto, lo spettro della luce divina. 
E non necessariamente è grande santo colui che possiede carismi straordinari. Ce ne sono infatti moltissimi i cui nomi sono noti soltanto a Dio, perché sulla terra hanno condotto un’esistenza apparentemente normalissima. E proprio questi santi "normali" sono i santi abitualmente voluti da Dio. 
Il loro esempio testimonia che, soltanto quando si è a contatto con il Signore, ci si riempie della sua pace e della sua gioia e si è in grado di diffondere dappertutto serenità, speranza e ottimismo. Considerando proprio la varietà dei loro carismi, Bernanos, grande scrittore francese che fu sempre affascinato dall’idea dei santi - ne cita molti nei suoi romanzi - nota che “ogni vita di santo è come una nuova fioritura di primavera”. 
Che ciò avvenga anche per noi! 
Lasciamoci per questo attrarre dal soprannaturale fascino della santità! 
Ci ottenga questa grazia Maria, la Regina di tutti i Santi, Madre e Rifugio dei peccatori!

- papa Benedetto XVI - 
Udienza generale, Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, 20 agosto 2008



Ma come possiamo divenire santi, amici di Dio? All'interrogativo si può rispondere anzitutto in negativo: per essere santi non occorre compiere azioni e opere straordinarie, né possedere carismi eccezionali. Viene poi la risposta in positivo: è necessario innanzitutto ascoltare Gesù e poi seguirlo senza perdersi d'animo di fronte alle difficoltà.

L'esperienza della Chiesa dimostra che ogni forma di santità, pur seguendo tracciati differenti, passa sempre per la via della croce,

La santità esige uno sforzo costante, ma è possibile a tutti perché, più che opera dell’uomo,…….In Cristo ci ha fatto dono di tutto se stesso, e ci chiama a una relazione personale e profonda con Lui. Quanto più pertanto imitiamo Gesù e Gli restiamo uniti, tanto più entriamo nel mistero della santità divina. Scopriamo di essere amati da Lui in modo infinito, e questo ci spinge, a nostra volta, ad amare i fratelli. Amare implica sempre un atto di rinuncia a se stessi, il "perdere se stessi", e proprio così ci rende felici.

- papa Benedetto XVI - 
dall'omelia del 1° novembre 2006



Preghiera ai Santi del Paradiso

O spiriti celesti e voi tutti Santi del Paradiso, volgete pietosi lo sguardo sopra di noi, ancora peregrinanti in questa valle di dolore e di miserie.

Voi godete ora la gloria che vi siete meritata seminando nelle lacrime in questa terra di esilio. Dio è adesso il premio delle vostre fatiche, il principio, l'oggetto e il fine dei vostri godimenti. O anime beate, intercedete per noi!


Ottenete a noi tutti di seguire fedelmente le vostre orme, di seguire i vostri esempi di zelo e di amore ardente a Gesù e alle anime, di ricopiare in noi le virtù vostre, affinché diveniamo un giorno partecipi della gloria immortale.
Amen.















Buona giornata a tutti. :-)

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venerdì 25 ottobre 2019

O Dio, mandaci dei matti!! - Louis Joseph Lebret

"L'appartenenza non è un insieme casuale di persone, non è un consenso a un'apparente aggregazione, l'appartenenza è avere gli altri dentro di sé."

Non ci crederete, ma a mandarmi questa citazione desunta da una canzone di Giorgio Gaber (appunto "La canzone dell'appartenenza") sono le suore Clarisse dal loro convento di clausura di Rimini. Spero mi perdoneranno se le evoco esplicitamente, ma lo faccio anche per demolire il mito che dietro le grate incombano solo silenzio e rinuncia, negazione e rigore.

Una volta, di passaggio per una conferenza in quella città, sono stato accolto da loro con festosità e con mille attenzioni: la separatezza della clausura è in realtà un orizzonte ben più popolato di presenze e di voci di quanto lo siano le nostre case rumorose. E le parole di Gaber sono proprio la spiegazione profonda di un'esperienza, spesso ignota a chi vive in una folla, muovendosi in spazi immensi e in mezzo a tante cose.
Infatti per avere una presenza autentica, per vivere in pienezza le relazioni, per scoprire vicende vere non è sufficiente e neppure necessario aggregarsi e incontrarsi: quanti giovani sono soli, pur vivendo in un branco, quante solitudini nelle città sono a folla, quanti contatti si fermano alla pelle, quanti rapporti si trascinano stancamente e senza ardore.
Ecco, allora, la vera appartenenza che altro non è se non la genuina declinazione del vero amore: «Avere gli altri dentro di sé», come carne della tua carne, pensiero dei tuoi pensieri, parte della tua stessa vita.
Le suore di clausura spesso, senza che noi lo sappiamo, ci portano con loro, strappandoci dalla nostra superficialità, custodendoci dai rischi del male, offrendoci a Dio, anche se noi siamo distratti e protesi verso gli idoli.

- Cardinale Gianfranco Ravasi -
Fonte: "Mattutino, Avvenire 4 gennaio 2007


Bisogna inondare la terra con un diluvio di stampa cristiana e mariana, in ogni lingua, in ogni luogo, per affogare nei gorghi della verità ogni manifestazione di errore che ha trovato nella stampa la più potente alleata; fasciare il mondo di carta scritta con parole di vita per ridare al mondo la gioia di vivere. 

- San Massimiliano Maria Kolbe -


A noi mancano matti, o Signore,
ma di quelli che sappiano amare
con opere e non con parole,
di quelli che siano totalmente a disposizione del prossimo.

A noi mancano matti, o Signore,
mancano temerari, appassionati,
persone capaci di saltare
nel vuoto insicuro, sconosciuto
e ogni giorno più profondo della povertà;
di quelli che non utilizzano il prossimo per i loro fini.

Ci mancano questi matti, o mio Dio!
Matti nel presente,
innamorati di una vita semplice,
liberatori del povero,
amanti della pace,
liberi da compromessi,
decisi a non tradire mai,
disprezzando le proprie comodità
o la propria vita,
totalmente decisi per l'abnegazione,
capaci di accettare tutti i tipi di incarichi,
di andare in qualsiasi luogo per ubbidienza,
e nel medesimo tempo liberi, obbedienti,
spontanei e tenaci,
allegri, dolci e forti.

Dacci questo tipo di matti,
o mio Signore!!!


- Louis Joseph Lebret - 


Louis-Joseph Lebret nacque a Minihic, nei pressi di Saint-Malo, in Bretagna, il 26 giugno 1897. Prese parte alla Prima Guerra Mondiale come ufficiale di marina. Nel 1923, sentendo la chiamata alla vita religiosa, lasciò la marina e entrò nell’Ordine domenicano. Negli anni successivi all’ordinazione, si sensibilizzò alla situazione dei piccoli pescatori bretoni, colpiti dalla crisi economica di quegli anni, aiutandoli a fronteggiarla e fornendo loro gli strumenti per un’analisi critica della realtà socio-economica, in vista di un’alternativa che vedesse finalmente l’economia al servizio dell’uomo. Sviluppando questa visione, creò nel 1941 l’istituto Economia e Umanesimo. A partire dal 1947, riconosciuto internazionalmente per la serietà dei suoi studi, venne ripetutamente invitato in diversi paesi del Sud del mondo per offrire il suo contributo ad uno sviluppo globale, armonizzato e autopropulsivo. Negli anni '60 il papa Paolo VI lo chiamò a Roma come perito al Concilio Vaticano II e lo volle come sue maggior collaboratore nella redazione della sua enciclica sullo sviluppo dei popoli, la Populorum Progressio. Padre Lebret morì a Parigi il 20 luglio 1966.

Buona giornata a tutti. :-)



venerdì 18 ottobre 2019

Preghiera contro ogni male – Padre Gabriele Amorth

Spirito del Signore, Spirito di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, SS.Trinità, Vergine Immacolata, Angeli, Arcangeli e Santi del Paradiso, scendete su di me: 

Fondimi, Signore, plasmami, riempimi di te, usami.

Caccia via da me le forze del male, annientale, distruggile, perché io possa stare bene e operare il bene.

Caccia via da me i malefici, le stregonerie, la Magia nera, le messe nere, le fatture, le legature, le maledizioni, il malocchio; l'infestazione diabolica, la possessione diabolica, l'ossessione diabolica; tutto ciò che è male, peccato, invidia, gelosia, perfidia; la malattia fisica, psichica, spirituale, diabolica.

Brucia tutti questi mali nell'Inferno, perché non abbiano mai più a toccare me e nessun'altra creatura al mondo.

Ordino e comando con la forza di Dio onnipotente, nel nome di Gesù Cristo Salvatore, per intercessione della Vergine Immacolata, a tutti gli spiriti immondi, a tutte le presenze che mi molestano, di lasciarmi immediatamente, di lasciarmi definitivamente, e di andare nell'Inferno eterno, incatenati da S.Michele arcangelo, da S.Gabriele, da S.Raffaele, dai nostri angeli custodi, schiacciati sotto il calcagno della Vergine Santissima. Amen.

- Padre Gabriele Amorth -


















“Durante un esorcismo, attraverso la persona posseduta, Satana mi ha detto: Ogni Ave Maria del Rosario, è per me una mazzata in testa; se i cristiani conoscessero la potenza del Rosario, per me sarebbe finita!” 

(Padre Gabriele Amorth)

“I Demòni sono così numerosi che se potessero assumere la forma di una granello di sabbia, oscurerebbero il sole! 
Sono tantissimi ma gli angeli sono immensamente più numerosi, non c’è dubbio.” 

(Padre Gabriele Amorth)



“Le sofferenze sono inevitabili nella vita, ma un cuore che sforza di essere in comunione con Gesù affronta meglio le difficoltà. 
E’ stato tolto Cristo nella vita della gente, è stato tolto Cristo come punto di riferimento: è questo il guaio dell’umanità.” 

(Padre Gabriele Amorth)

“Satana fa credere che l’inferno non c’è, che il peccato non esiste ma è solo un’esperienza in più da fare. 
Basta seguire i comandamenti per salvarsi. 
Qui c’è la medicina per ogni male dell’anima.” 

(Padre Gabriele Amorth)



“Dio oggi appare come nemico della gioia e della libertà, gioia e libertà che ci si illude di trovare lontano da Lui e contro di Lui. 
E’ questo il grande inganno che i demòni sono riusciti a seminare in tutto il mondo.” 

(Padre Gabriele Amorth)




Buona giornata a tutti. :-)


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