Amen.
mercoledì 1 novembre 2023
La santità non è un lusso, non è un privilegio per pochi - papa Benedetto XVI
Amen.
martedì 1 novembre 2022
1° novembre - Giornata della Santificazione Universale
O spiriti celesti e voi tutti Santi del Paradiso,
Questa beatitudine che dà loro il condividere in questo momento la vita stessa della Santa Trinità è un frutto di sovrabbondanza che il sangue di Cristo ha loro acquistato. Nonostante le notti, attraverso le purificazioni costanti che l’amore esige per essere vero amore, e a volte al di là di ogni speranza umana, tutti hanno voluto lasciarsi bruciare dall’amore e scomparire affinché Gesù fosse progressivamente tutto in loro. È Maria, la Regina di tutti i Santi, che li ha instancabilmente riportati a questa via di povertà, è al suo seguito che essi hanno imparato a ricevere tutto come un dono gratuito del Figlio; è con lei che essi vivono attualmente, nascosti nel segreto del Padre.
«Nel grande disegno di Dio ogni dettaglio è importante, anche la tua, la mia piccola e umile testimonianza, anche quella nascosta di chi vive con semplicità la sua fede nella quotidianità dei rapporti di famiglia, di lavoro, di amicizia.
Ci sono i santi di tutti i giorni, i santi “nascosti”, una sorta di “classe media della santità”, come diceva uno scrittore francese, quella “classe media della santità” di cui tutti possiamo fare parte.»
- papa Francesco -
è un’affermazione più provocatoria
di quel che possa sembrare:
significa infatti affermare che solo l’uomo
che vive intensamente il rapporto col Dio
può godere del rapporto con la realtà mondana
in modo autentico.
Significa attaccare frontalmente
quel sottile dualismo tra valori mondani e valori spirituali,
tra naturale e soprannaturale,
tra mondo e Dio,
in cui molto cattolicesimo moderno
ha sempre più rischiato di lasciarsi intrappolare.
Il rapporto con Dio - scrive ancora don Giussani -
è l’ipotesi di lavoro più adeguata
all’incremento e alla realizzazione dell’unità della personalità.
Per questo il mondo ha ancora,
anzi soprattutto oggi,
bisogno dello “spettacolo della santità”
nel pensiero di Luigi Giussani
e Divo Barsotti
lunedì 1 novembre 2021
Che bella la festa di Tutti i Santi - Padre Rohrbacher
Che bella festa! È come se Tutti i Santi e la Festa dei Morti fossero un’unica festa. Da un lato la Chiesa militante, sulla terra, supplica alla Chiesa trionfante del cielo; dall’altro prega per la Chiesa sofferente e paziente del purgatorio.
La
carità, più forte della morte, le ha unite, dal cielo alla terra, e dalla terra
al purgatorio. Ed è per lo stesso sacrificio che noi ringraziamo Dio, per la
gloria con cui colma i santi del cielo, e imploriamo la misericordia ai santi
del purgatorio, santi ancora non perfetti.
Tale sacrificio è Gesù stesso, che santifica, gli uni e gli altri, da chi
aspettiamo la grazia di santificare noi stessi. Così, tutti si riuniscono in
Voi, o Gesù! Siamo felici!
Tutti i santi pregarono per i morti. Sant’Odilon, abate di Cluny, nell’XI secolo, aveva una cura particolare per ciò che riguardava il refrigerio delle anime del purgatorio. Fu, mosso dalla compassione e pensando alla sofferenza delle anime del purgatorio, che, anticipandosi alla Chiesa, ordinò che si pregasse per le anime, avendo destinato a questo un giorno speciale. Ecco come Sant’Odilon animò tale istituzione, cominciando dalle terre che erano votate al sacerdozio. (...)
Riguardo al purgatorio, non si sa nulla di sicuro. Ecco tuttavia, ciò che si
legge nelle rivelazioni di Santa Francesca Romana, rivelazioni che la Chiesa ci
autorizza a credere, senza però, obbligarci a farlo.
In una visione, la santa fu condotta dall’inferno al purgatorio, che,
ugualmente è diviso in tre zone o sfere, una sull’altra.
Al suo ingresso, Santa Francesca lesse quest’iscrizione:
Questo è il purgatorio, luogo di speranza, dove si fa un intervallo.
La zona inferiore è tutta di fuoco, che è diverso da quello dell’inferno, che è
nero e tenebroso. Questo del purgatorio ha fiamme grandi, molto grandi e rosse.
E le anime. Lì, sono illuminate, internamente, dalla grazia. Perché conoscono
la verità, così come la determinazione del tempo.
Coloro che hanno peccati gravi sono inviati a questo fuoco dagli angeli, e lì
restano secondo la qualità dei peccati che commisero.
La santa diceva che, per ogni peccato mortale non espiato, l’anima sarebbe
rimasta in quel fuoco per sette anni.
Nonostante in questa zona o sfera inferiore le fiamme del fuoco avvolgano tutte
le anime, tuttavia le tormentano, alcune più di altre, secondo la gravità dei
propri peccati, più gravi o più leggeri.
Al di là di questo luogo del purgatorio, a sinistra vi sono i demoni che fecero
commettere a quelle anime i peccati che ora espiano. Le censurano, ma non
infliggono loro nessun altro tormento.
Povere anime! Le fa soffrire di più, molto di più, la visione di questi demoni
che il proprio fuoco che le avvolge. E, con tale sofferenza, gridano e
piangono, senza che, in questo mondo, qualcuno riesca a farsene un’idea. Lo
fanno, tuttavia, umilmente, perché sanno che se lo meritano, che la giustizia
divina ha ragione. Sono grida quasi affettuose, che portano loro una sorta di consolazione.
Non che siano allontanate dal fuoco. No, la misericordia di Dio, toccata
da quella rassegnazione, delle anime sofferenti, lancia verso di loro uno sguardo
favorevole, sguardo che allegerisce la loro sofferenza e permette loro di
intravedere la gloria della beatitudine, verso la quale passeranno.
Santa Francesca Romana vide un angelo glorioso condurre a quel luogo l’anima
che le era stata confidata, alla sua custodia, e ad aspettare fuori, a destra.
È che i suffraggi e le buone opere che i parenti, gli amici, o chiunque sia,
fanno specialmente in intenzione dell’anima, mossi dalla carità, sono
presentati, dagli angeli custodi, alla divina maestà. E gli angeli, nel
comunicare alle anime, ciò che noi facciamo per loro, le calmano, le rallegrano
e le confortano. I suffraggi e le opere buone che fanno gli amici, per carità,
specialmente per gli amici del purgatorio, giova principalmente a chi li
compie, a causa della carità. Ci guadagnano le anime e ci guadagniamo noi.
Le preghiere, i suffragi e l’elemosine fatte caritatevolmente per le anime che
già sono in gloria, e che già non lo necessitano, sono rivertite alle anime che
lo necessitano ancora, giovando anche a noi.
E i suffragi che si fanno per le anime che giacciono all’inferno? Non se ne
approfittano né le une né le altre – né quelle dell’inferno, né quelle del
purgatorio, ma unicamente chi le fa.
La zona o regione media del purgatorio è divisa in tre parti: la prima, piena
di una neve eccessivamente fredda; la seconda piena di pece fusa, mescolata ad
olio in ebollizione; la terza piena di certi metalli fusi, come oro e argento,
trasparenti. Trentotto angeli lì ricevono le anime che non commisero peccati
così gravi da meritare la regione inferiore. Le ricevono e le trasportano da un
luogo all’altro con grande carità: non sono i loro angeli custodi, ma altri che
sono obbligati a questo servizio dalla misericordia divina.
Santa Francesca nulla disse, oppure non l’autorizzò a dirlo il superiore, sulla
piú elevata regione del purgatorio.
Nei cieli, gli angeli fedeli hanno la loro gerarchia: tre ordini e nove cori.
Le anime sante che salgono dalla terra, restano nei cori e negli ordini che Dio
indica loro, secondo i propri meriti. È una festa per tutta la milizia celeste,
ma particolarmente per il coro, dove l’anima santa dovrà rallegrarsi
eternamente in Dio.
Ciò che Santa Francesca vide nella bontà di Dio la lasciò profondamente
impressionata, senza che potesse parlare dell’allegria che aveva nel cuore.
Spesso, nei giorni di festa, soprattutto dopo la comunione, quando meditava sul
mistero del giorno, con lo spirito, trasportato in cielo, vedeva lo stesso
mistero celebrato dagli angeli e dai santi.
Tutte le visioni che aveva, Santa Francesca Romana le sottometteva alla Madre,
Santa Chiesa. E, dalla stessa madre, la Chiesa, Francesca fu canonizzata, senza
che si trovasse nulla di riprovevole nelle visioni avute.
Noi, poi, vi salutiamo, o anime che vi purificate nelle fiamme del purgatorio.
Condividiamo i vostri dolori, le sofferenze, principalmente di quell’immenso e
torturante dolore di non poter vedere Dio.
Poveri noi! Senza dubbio vi sono tra voi parenti vostri e amici: soffriranno,
forse per nostra colpa. Chi dirà che non abbiamo dato loro, in questa o
quell’occasione, motivi per peccare? Manca loro poco tempo perché diventino
anime pure. Che succederà, a noi che vegliamo così poco per noi stessi? Anime
sante e sofferenti, che Dio ci liberi dal dimenticarvi!
Tutti i giorni, nella messa e nelle preghiere, ci ricorderemo di tutte voi.
Ricordatevi, dunque, anche di noi. Ricordatevi, principalmente, quando sarete
in Cielo. Come vogliamo vedervi là! Come vogliamo vederci con voi! Così sia.
da: Vida dos Santos di Padre Rohrbacher -
Volume XVIII, p.111 a 118 e 129 a 137)
venerdì 29 ottobre 2021
Halloween = Festa delle zucche (vuote...)
… per il moderno satanismo, Halloween continua ad essere una festa privilegiata. E’ uno dei quattro sabba delle streghe, delle quattro grandi “solennità” coincidenti con alcune delle principali festività pagane e dell’antica stregoneria.
Non c'è alcun motivo di festeggiare una festa satanica, non hanno neppure la scusa di dire che è una festa della cultura del nostro paese!!!
domenica 1 novembre 2020
Uniamoci al sentiero delle Beatitudini - don Tonino Lasconi
Allora, niente pessimismo.
- don Tonino Lasconi -
Ebbene, mi chiedo: che cosa diventeremmo noi senza i Santi che organizzano il traffico?
Certo, da duemila anni questa compagnia di trasporto ha avuto non poche catastrofi: l'arianesimo, il nestorianesimo, il pelagianesimo, il grande scisma d'Oriente, Lutero..., per ricordare solo i deragliamenti e gli scontri più noti.
Ma senza i Santi, ve lo dico io, la cristianità sarebbe un gigantesco ammasso di locomotive capovolte, di carrozze incendiate, di rotaie contorte e di ferraglia che finisce di arrugginirsi sotto la pioggia.
Nessun treno circolerebbe più sulla strada ferrata invasa dall'erba.
da: I santi nostri amici, 1947
venerdì 1 novembre 2019
La santità non è un lusso, non è un privilegio per pochi - papa Benedetto XVI -
Amen.