Ragazza del Terzo Millennio, ti credo
anche quando sei cattiva. Quando con i maschi ti comporti da maschio e ci bruci
il cuore. Quando ci soffi il posto, usando le tue arti femminili con un nostro
superiore; e quando sei atleticamente più forte dei nostri polmoni fumati e ci
cavalchi in letti di frontiera.
Ragazza del Terzo Millennio, ti consegno la bandiera del progressismo, tu sei
l'uomo moderno, m'inchino. E voi datemi pure del disertore, fratelli
maschietti, ma io questo spettacolo non me lo perdo, questi fuochi femminili
d'artificio, soltanto perché non sappiamo accettare una sconfitta della specie.
Onore ai caduti per le belle donne, invece: venite con me in tribuna ad
assistere all'evoluzione del genere umano!
Ragazza del Terzo Millennio, nelle officine, nelle multinazionali, nelle
università, negli studi professionali, tra le mura domestiche: nelle tue mani
deposito il mio logoro primato di maschio. Mi raccomando, incassa il futuro
anche per me. Sì, ragazza credo alla tua leggerezza infaticabile, alle tue
gambe di gazzella, al ritmo elettrico del tuo cuore d'assalto.
Sei migliore di
me, parli di meno, conquisti di più.
Negli ultimi cinquant'anni ha posseduto
tutti i traguardi maschili, attaccando i nostri secolari imperi: in campo
sessuale, politico, organizzativo, amministrativo, domestico e militare.
Sei
ancora in minoranza, ragazza, ma sei dentro, sei ovunque, ci sei.
A nome del
genere maschile ti dichiaro più lucida, più generosa, più determinata, più
audace, più scaltra, più colta e più creativa.
Non sono femminista, né un maschilista fallito.
Sono l'uomo che brucia, sono il
tuo compagno, quello che ti conosce, che non ha paura del tuo grido di
femminilità, né di notte, che hai il ruggito delle tigri, né di giorno, che usi
la lingua del lavoro.
E sono felice che tu sia avanti, perché te lo sei
meritato nell'arco dei secoli, ragazza del Terzo Millennio. E so che da un
momento all'altro irromperai nella stanza dei bottoni, e farai ammutolire
generali e presidenti. Perché sono sinceramente convinto, ragazza, che se tu
avessi in pugno già adesso le redini dell'umanità, le guerre comincerebbero a
spegnersi e la grande industria a tirare. Ma questo il vecchio potere maschile
non l'ha capito né troppo né poco.
Non demordere, stringi i denti, sfonda i beceri luoghi comuni, il razzismo
sessuale, le sacre opportunità, le pigre consuetudini. Càlati prepotentemente
in te stessa, assumi tutte le tue infinite sfaccettature, disorientaci fino a
farci perdere il controllo e rassicuraci assumendo tu il comando. Sei già in
grado di farlo, ragazza del Terzo Millennio, senza eroismi e senza vittimismi,
perseguendo fino alle estreme conseguenze il tuo essere completamente donna.
Tu sei la mia speranza, ragazza, e la mia ultima bandiera. Quest'uomo di
confine che ti augura di vincere, sogna di entrare nel vero Terzo Millennio con
a fianco una compagna come te. Sì, è già quasi possibile, adesso, ora.
Resisti, ragazza del Terzo Millennio, e soprattutto: osa.
- Diego Cugia -
da: "Jack l'uomo della Folla". Mondadori, 2002, pp. 105-106
Donne in rinascita
Più dei tramonti, più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa in assoluto
è una donna in rinascita.
Quando si rimette in piedi dopo la catastrofe, dopo la caduta.
Che uno dice: è finita.
No, non è mai finita per una donna.
Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede, anche se non vuole.
Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite da mina anti-uomo che ti fa
la morte o la malattia.
Parlo di te, che questo periodo non finisce più, che ti stai giocando
l'esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina è un esame, peggio che a
scuola.
Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo capo ti guarderà
deciderai se sei all'altezza o se ti devi condannare.
Così ogni giorno, e questo noviziato non finisce mai.
E sei tu che lo fai durare.
Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo; che sei
terrorizzata che una storia ti tolga l'aria, che non flirti con nessuno perché
hai il terrore che qualcuno s'infiltri nella tua vita.
Peggio: se ci rimani presa in mezzo tu, poi soffri come un cane.
Sei stanca: c'è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che ti vuole
cambiare, o che devi cambiare tu per tenertelo stretto.
Così ti stai coltivando la solitudine dentro casa.
Eppure te la racconti, te lo dici anche quando parli con le altre: "Io sto
bene così. Sto bene così, sto meglio così".
E il cielo si abbassa di un altro palmo.
Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere, ci hai abitato Natali e Pasqua.
In quell'uomo ci hai buttato dentro l'anima ed è passato tanto tempo, e ne hai
buttata talmente tanta di anima, che un giorno cominci a cercarti dentro lo
specchio perché non sai più chi sei diventata.
Comunque sia andata, ora sei qui e so che c'è stato un momento che hai guardato
giù e avevi i piedi nel cemento.
Dovunque fossi, ci stavi stretta: nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua
solitudine.
Ed è stata crisi, e hai pianto.
Dio quanto piangete!
Avete una sorgente d'acqua nello stomaco.
Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata, alla fermata della metro,
sul motorino.
Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo.
E quella notte che hai preso la macchina e hai guidato per ore, perché l'aria
buia ti asciugasse le guance?
E poi hai scavato, hai parlato, quanto parlate, ragazze!
Lacrime e parole. Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri che
dia un senso al tuo dolore.
"Perché faccio così? Com'è che ripeto sempre lo stesso schema? Sono forse
pazza?"
Se lo sono chiesto tutte.
E allora vai giù con la ruspa dentro alla tua storia, a due, a quattro mani, e
saltano fuori migliaia di tasselli. Un puzzle inestricabile.
Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo
sapevi?
E' da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così, scomposta in mille
coriandoli, che ricomincerai.
Perché una donna ricomincia comunque, ha dentro un istinto che la trascinerà
sempre avanti.
Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova forma per la tua nuova
te.
Perché ti è toccato di conoscerti di nuovo, di presentarti a te stessa.
Non puoi più essere quella di prima. Prima della ruspa.
Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente.
Innamorarsi di nuovo di se stessi, o farlo per la prima volta, è come un
diesel.
Parte piano, bisogna insistere.
Ma quando va, va in corsa.
E' un'avventura, ricostruire se stesse.
La più grande.
Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende o dal taglio
di capelli.
Vi ho sempre adorato, donne in rinascita, per questo meraviglioso modo di
gridare al mondo "sono nuova" con una gonna a fiori o con un fresco
ricciolo biondo.
Perché tutti devono capire e vedere: "Attenti: il cantiere è aperto,
stiamo lavorando anche per voi. Ma soprattutto per noi stesse".
Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande
meraviglia.
Per chi la incontra e per se stessa.
È la primavera a novembre.
Quando meno te l'aspetti...
Testo originale Diego Cugia, alias Jack Folla
Buona giornata a tutti. :-)
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