Visualizzazione post con etichetta depressione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta depressione. Mostra tutti i post

venerdì 20 febbraio 2015

"A domani" - Blaga Dimitrova

- A domani! – dici tu e già te ne vai.
Con sguardo impaurito io t’accompagno.
A domani?… Ma domani è immensamente lontano.
Davvero tante ore fra noi si porranno?

Fino a domani per me sarà ignota
l’ombra mutevole della tua fronte,
il discorso ardente e pulsante della mano,
dei tuoi pensieri il fluire segreto.

Prima di domani, se vorrai bere, non potrò
essere la tua fonte. Se il freddo
ti avvolge – non sarò il tuo fuoco.
Se hai timore del buio – la tua luce.

- A domani! – tu dici e parti
e non senti nemmeno che non hai risposta.
- Al giorno estremo! – mi aspettavo dicessi
e rimanessi con me fino al giorno estremo.

- Blaga Dimitrova -


La schiena è la parte che non puoi vederti, quella che lasci agli altri. Sulla schiena pesano i pensieri, le spalle che hai voltato quando hai deciso di andare.

- Margaret Mazzantini -



Se qualcuno mi chiedesse oggi da che si riconosce l'amore, se dovessi dare una diagnosi dell'amore, direi: "Il bisogno di presenza, anzitutto".
Intendo proprio un bisogno, necessario, assoluto e vitale come un bisogno fisico.
"Poi la smania di spiegarsi".
La smania di spiegare noi stessi e l'altro, perchè siamo così estasiati.
Così consapevoli di essere di fronte a un miracolo, abbiamo tanta paura di perdere quella cosa in cui non avevamo mai sperato, che il destino non ci doveva, che forse ci è stata donata per caso, da sentire continuamente il bisogno di rassicurarci e, per rassicurarci, di capire.

- Georges Simenon -
da "Lettera al mio giudice"






La maggior parte delle persone non sa amare né lasciarsi amare, perché è vigliacca o superba, perché teme il fallimento. Si vergogna a concedersi a un’altra persona, e ancor più ad aprirsi davanti a lei, poiché teme di svelare il proprio segreto. Il triste segreto di ogni essere umano: un gran bisogno di tenerezza, senza la quale non si può resistere. 

- Sándor Márai -






Buona giornata a tutti. :-)








domenica 8 febbraio 2015

Notturno ed altre poesie – Cesare Pavese -

La collina è notturna, nel cielo chiaro.
Vi s’inquadra il tuo capo, che muove appena
e accompagna quel cielo. Sei come una nube
intravista fra i rami. Ti ride negli occhi
la stranezza di un cielo che non è il tuo.
La collina di terra e di foglie chiude
con la massa nera il tuo vivo guardare,
la tua bocca ha la piega di un dolce incavo
tra le coste lontane. Sembri giocare
alla grande collina e al chiarore del cielo:
per piacermi ripeti lo sfondo antico
e lo rendi più puro.
Ma vivi altrove.
Il tuo tenero sangue si è fatto altrove.
Le parole che dici non hanno riscontro
con la scabra tristezza di questo cielo.
Tu non sei che una nube dolcissima, bianca
impigliata una notte fra i rami antichi.

- Cesare Pavese -
[19 ottobre 1940]

da “Lavorare stanca”, 1936-1943 (Poesie aggiunte),
in “Cesare Pavese, Le poesie, Einaudi Editore, 1998


Immagine di Tomasz Alen Kopera

Dove sei tu luce, è il mattino

Tu eri la vita e le cose. 
In te desti respiravamo 
sotto il cielo che ancora è in noi. 
Non pena non febbre allora, 
non quest'ombra greve del giorno 
affollato e diverso. O luce, 
chiarezza lontana, respiro 
affannoso, rivolgi gli occhi 
immobili e chiari su noi. 
È buio il mattino che passa 
senza la luce dei tuoi occhi.


- Cesare Pavese -




Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi.

- Cesare Pavese - 





La foglia

Io sono come quella foglia, guarda,
sul nudo ramo, che un prodigio ancora
tiene attaccata.
Negami dunque. Non ne sia rattristata
la bella età che a un’ansia ti colora,
e per me a slanci infantili s’attarda.

Dimmi tu addio, se a me dirlo non riesce.
Morire è nulla; perderti è difficile.

- Umberto Saba - 





...
C'è una terra che tace
e non è terra tua.
C'è un silenzio che dura
sulle piante e sui colli.
Ci son acque e campagne.
Sei un chiuso silenzio
che non cede, sei labbra
e occhi blu. Sei la vigna.
...


- Cesare Pavese -



Buona giornata a tutti :-)






venerdì 23 gennaio 2015

Veleno gratuito - Simona Oberhammer -

Certe volte le parole non sono buone, scorrono avvelenate, come sorsate amare che uccidono poco a poco.
Sono le parole che diciamo quando parliamo male degli altri, sono le parole che lanciamo come coltelli affilati quando siamo arrabbiate, sono le parole che bisbigliamo a noi stesse quando non ci piacciamo, soffocano l’autostima e imbavagliando anima.
È il veleno gratuito delle critiche senza una rielaborazione positiva, delle offese buttate sul tavolo con la mano che sbatte sopra, dei rancori sputati in faccia, dei torti prima ingoiati e poi vomitati. 
Non è facile, lo so.
Il veleno gratuito certe volte sembra la soluzione più facile. 
“E’ più forte di me“. “Evitare di criticare gli altri mi riesce difficile“. “Quando sbaglio non riesco a non darmi della stupida“. “Quando mi arrabbio perdo la pazienza, vado in escandescenza e dico di tutto“.
Ci vuole poco ad avvelenarsi la vita perché certe volte è più semplice usare le critiche al posto degli apprezzamenti, la discussione arrabbiata al posto di quella serena, oppure stare zitte per un bel po’ subendo i comportamenti degli altri e poi allagare tutto come un fiume in piena quando non ne possiamo più. È veleno sputato contro gli altri, è veleno iniettato a se stesse come una punizione da subire.
Ma c’è un antidoto: la connessione con la nostra anima.
Se alziamo gli occhi lei c’è sempre, vicina a noi. Ci guarda con amore anche mentre spargiamo veleno gratuito nella vita. E poi ci mostra un nuovo modo di fare, in sintonia con le sue parole…

- Simona Oberhammer -
da : La Via Femminile 
https://www.facebook.com/simonaoberhammer




Esistono donne che meriterebbero solo giornate di sole. 
E invece arrivano anche i giorni di pioggia, di malinconia.
In cui chiudono la loro porta al mondo 
e si lasciano avvolgere dal silenzio. 

Per ascoltarsi, per tornare a volersi bene,
a riassaporare le belle giornate di sole.
Per asciugarsi l'anima.
Perché a queste donne è sufficiente aspettarsi,
per vedersi ritornare…
A vedere l’arcobaleno dopo la pioggia.
A sorridere, a risplendere.

(©Agostino Degas) - Copyright©2014 - L. 633/1941





Le delusioni della vita sono proporzionate alla stima ed alla fiducia che riponevamo nelle persone che ci tradiscono. Le più grandi delusioni arrivano proprio dalle persone a noi più vicine, quelle che credevano più amiche o che amavamo.

Perché le delusioni più dolorose e più difficili da accettare non sono mai anonime. Hanno nome, cognome e indirizzo che conosciamo benissimo. 



“Mi dispiace che il mio atteggiamento venga scambiato per la mia personalità.
La mia personalità è quello che sono.
Il mio atteggiamento dipende da chi sei.”






Io non risolvo i miei problemi.
Correggo i miei pensieri.
E i miei problemi si risolvono da soli.





Buona giornata a tutti.  :-)













martedì 21 ottobre 2014

Ci sono le Donne - Antonia Storace e poesie di Alda Merini

Ci sono le Donne. E poi ci sono le Donne Donne. E quelle non devi provare a capirle, sarebbe una battaglia persa in partenza. Le devi prendere e basta. 
Devi prenderle e baciarle, e non dare loro il tempo di pensare. 
Devi spazzare via, con un abbraccio che toglie il fiato, quelle paure che ti sapranno confidare una volta sola, una soltanto, a bassa, bassissima voce. Perché si vergognano delle proprie debolezze e, dopo avertele raccontate, si tormenteranno - in un’agonia lenta e silenziosa - al pensiero che, scoprendo il fianco, e mostrandosi umane e fragili e bisognose per un piccolo fottutissimo attimo, vedranno le tue spalle voltarsi ed tuoi passi allontanarsi. 
Perciò prendile e amale. 
Amale vestite, che a spogliarsi son brave tutte. 
Amale indifese e senza trucco, perché non sai quanto gli occhi di una donna possano trovare scudo dietro un velo di mascara. 
Amale addormentate, un po’ ammaccate quando il sonno le stropiccia. 
Amale sapendo che non ne hanno bisogno: sanno bastare a sé stesse. 
Ma, appunto per questo, sapranno amare te come nessuna prima di loro.


- Antonia Storace  -
da"Donne al quadrato"
erroneamente attribuita dal web ad Alda Merini




Le mie impronte digitali  

Le mie impronte digitali
prese nel manicomio
hanno perseguitato le mie mani
come un rantolo che salisse
la vena della vita,
quelle impronte digitali dannate
sono state registrate nel cielo
e vibrano insieme ahimè
alle stelle dell'Orsa maggiore.

- Alda Merini -





La pelle nuda fremente,
che di notte raccoglie i sogni,
la tua pelle nuda e fremente,
che vive senza emozioni
paga soltanto del mondo,
che la circonda indifeso,
la tua pelle non è profonda,
resta soltanto una resa:
una resa a un corpo malato
che nella notte sprofonda,
un grido tuo disperato,
a quello che ti circonda.
La tua pelle che fa silenzio,
e lievita piano l’ora,
la tua pelle di dolce assenzio
forse può darti l’aurora,
l’aurora tetra e gentile
di un primo canto di aprile.

- Alda Merini -

La pelle nuda fremente, da La Terra Santa



Buona giornata a tutti :-)








giovedì 9 ottobre 2014

Elogio dell’ombra - Jorge Luis Borges

La vecchiaia (è questo il nome che gli altri le danno)
può essere il tempo della nostra felicità.
L’animale è morto o è quasi morto.
rimangono l’uomo e la sua anima.
Vivo tra forme luminose e vaghe
che non sono ancora le tenebre.
Buenos Aires,
che prima si lacerava in suburbi
verso la pianura incessante,
è diventata di nuovo la Recoleta, il Retiro,
le sfocate case dell’Once
e le precarie e vecchie case
che chiamiamo ancora il Sur.
Nella mia vita sono sempre state troppe le cose;
Democrito di Abdera si strappò gli occhi per pensare;
il tempo è stato il mio Democrito.
Questa penombra è lenta e non fa male;
scorre per un mite pendio
e assomiglia all’eternità.
I miei amici non hanno volto,
le donne sono quel che erano molti anni fa,
gli incroci delle strade potrebbero essere altri,
non ci sono lettere sulle pagine dei libri.
Tutto questo dovrebbe intimorirmi,
ma è una dolcezza, un ritorno.
Delle generazioni di testi che ci sono sulla terra
ne avrò letti solo alcuni,
quelli che continuo a leggere nella memoria,
a leggere e a trasformare.
Dal Sud, dall’Est, dall’Ovest, dal Nord,
convergono i cammini che mi hanno portato
nel mio segreto centro.
Quei cammini furono echi e passi,
donne, uomini, agonie, resurrezioni,
giorni e notti,
dormiveglia e sogni,
ogni infimo istante dello ieri
e di tutti gli ieri del mondo,
la ferma spada del danese e la luna del persiano,
gli atti dei morti, il condiviso amore, le parole,
Emerson e la neve e tante cose.
Adesso posso dimenticarle. Arrivo al mio centro,
alla mia algebra, alla mia chiave,
al mio specchio.
Presto saprò chi sono.

- Jorge Luis Borges - 

Fonte:  Jorge Luis Borges, Poesie (1923-1976), traduzione di Livio Bacchi Wilcock, Bur


 Émile Villa (1836 - 1900), "La giapponese"

La vasta notte
non è ora altra cosa
che una fragranza.

- Jorge Luis Borges -
da "I 17 haiku" 



 George F. Henry (1858 - 1943), "Dama giapponese con ventaglio"


Esiste o no
il sogno che smarrii
prima dell'alba?

- Jorge Luis Borges - 
da "I 17 haiku"





Qualcosa m'han detto
la sera e la montagna
ma l'ho perduto.

- Jorge Luis Borges - 
da "I 17 haiku"




Sopra il deserto
avviene l'aurora.
Qualcuno lo sa.


- Jorge Luis Borges - 
da "I 17 haiku"










Buona giornata a tutti :-)



mercoledì 20 agosto 2014

Spero che non perderai mai il senso di meraviglia - Hwang Jin Yi -

Spero che non perderai mai il senso di meraviglia.
Sentiti sazia mangiando, ma non perdere mai quella fame.
Possa tu non dare mai per scontato neppure un singolo respiro
e dio non voglia, amore, che io ti lasci mai a mani vuote.
Spero che tu ti senta ancora piccola, quando stai di fronte all’oceano.
Quando una porta si chiude, io spero che un’altra si apra.
Promettimi che darai a ciò in cui credi una possibilità di lottare.
E quando ti si presenterà la scelta di star seduta in disparte, o di danzare,
io spero che danzerai, spero che danzerai.
Spero che non avrai mai paura delle montagne che vedi in distanza.
Non prendere mai il sentiero più facile.
Vivere può voler dire fare scelte, ma vale la pena di farle.
Amare può rivelarsi un errore, ma vale la pena di farlo.
Non lasciare che qualche inferno ti pieghi il cuore, ti lasci amareggiata.
Quando ti senti vicina a mollare tutto, riconsidera.
Offri ai cieli sopra di te qualcosa di più di uno sguardo fuggevole.
E quando ti si presenterà la scelta di star seduta in disparte, o di danzare, danza.
Io spero che danzerai, spero che danzerai, spero che danzerai, spero che danzerai.
Hwang Jin Yi
 poetessa, danzatrice Coreana del 1500

Immagine di Brooke Shaden


Non ho mai voluto essere perfetta, ma solo me stessa, dannatamente me stessa.
Disordinata, tanto che nella borsetta ho proprio tutto, ma non trovo mai niente.
Libera, prima di tutto. E disinteressata ai giudizi degli altri. Che ascolto, ma faccio sempre di testa mia.
Fragile ma allo stesso tempo forte. 
Distratta nella piccole cose, quanto dannatamente determinata nelle cose che contano.
Non rinuncerei mai ai miei capelli lunghi e neri, la mia “coperta di Linus”.
Mi sento perfettamente me stessa e mi piaccio come sono, anche nei miei difetti piccoli e grandi. 
Che sono miei, soli miei. E senza di loro, non sarei io.
Completamente disinteressata a ciò che non posso essere.
Testarda e fiera di quel che sono. 

(Agostino Degas)





Se io potrò impedire
a un cuore di spezzarsi
non avrò vissuto invano
Se allevierò il dolore di una vita
o guarirò una pena
o aiuterò un pettirosso caduto
a rientrare nel nido
non avrò vissuto invano.


- Emily Dickinson -


Non chiederti oggi cosa farai domani, non fare progetti così a lungo termine.

- Giovanni Soriano -


http://www.unavignettadipv.it/



Buona giornata a tutte. :-)









sabato 16 ottobre 2010

Momenti di depressione - Ignacio Larrañaga -

Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Improvvisamente un'immensa pesantezza è caduta su di me,
e non so dove fuggire.
Non ho più voglia di vivere.
Dove sei Signore?
Trascinato senza vita, verso un deserto immobile,
soltanto ombre circondano le mie frontiere.
Come posso uscirne?
Pietà di me, mio Dio...
Come una città assediata,
mi circondano, mi opprimono,
mi soffocano l'angoscia,
la tristezza, l'amarezza, l'agonia.
Come si chiama tutto questo?
Nausea? Tedio della vita?
Non ti dimentico, Gesù,
Figlio di Dio e servo del Padre,
che là, nel Getsemani, il tedio e l'agonia
ti oppressero fino a farti versare lacrime e sangue.
Una pesante tristezza di morte inondò la tua anima,
come un mare amaro... Ma tutto passò!
Io so, che anche la mia notte passerà.
So che squarcerai queste tenebre, mio Dio,
e domani spunterà la consolazione.
Cadranno le grosse mura e di nuovo potrò respirare.
La mia anima sarà visitata e tornerà a vivere.
Grazie, mio Dio, perché tutto è stato un incubo,
soltanto l'incubo di una notte che è già passata.
Adesso donami pazienza e speranza.
E si compia in me, la Tua volontà, mio Dio. Amen.

(Ignacio Larrañaga)



Foto di Pierpaolo Lo Monaco - Indonesia 2010

Buona giornata a tutti. :-)