Ci sono le Donne. E poi ci sono le Donne Donne. E
quelle non devi provare a capirle, sarebbe una battaglia persa in partenza. Le
devi prendere e basta.
Devi prenderle e baciarle, e non dare loro il tempo di
pensare.
Devi spazzare via, con un abbraccio che toglie il fiato, quelle paure
che ti sapranno confidare una volta sola, una soltanto, a bassa, bassissima
voce. Perché si vergognano delle proprie debolezze e, dopo avertele raccontate,
si tormenteranno - in un’agonia lenta e silenziosa - al pensiero che, scoprendo
il fianco, e mostrandosi umane e fragili e bisognose per un piccolo
fottutissimo attimo, vedranno le tue spalle voltarsi ed tuoi passi
allontanarsi.
Perciò prendile e amale.
Amale vestite, che a spogliarsi son
brave tutte.
Amale indifese e senza trucco, perché non sai quanto gli occhi di
una donna possano trovare scudo dietro un velo di mascara.
Amale addormentate,
un po’ ammaccate quando il sonno le stropiccia.
Amale sapendo che non ne hanno
bisogno: sanno bastare a sé stesse.
Ma, appunto per questo, sapranno amare te
come nessuna prima di loro.
- Antonia Storace -
da"Donne al quadrato"
erroneamente attribuita dal web ad Alda Merini
erroneamente attribuita dal web ad Alda Merini
Le mie impronte
digitali
Le mie impronte digitali
prese nel manicomio
hanno perseguitato le mie mani
come un rantolo che salisse
la vena della vita,
quelle impronte digitali dannate
sono state registrate nel cielo
e vibrano insieme ahimè
alle stelle dell'Orsa maggiore.
Le mie impronte digitali
prese nel manicomio
hanno perseguitato le mie mani
come un rantolo che salisse
la vena della vita,
quelle impronte digitali dannate
sono state registrate nel cielo
e vibrano insieme ahimè
alle stelle dell'Orsa maggiore.
- Alda Merini -
La pelle nuda
fremente,
che di notte raccoglie i sogni,
la tua pelle nuda e fremente,
che vive senza emozioni
paga soltanto del mondo,
che la circonda indifeso,
la tua pelle non è profonda,
resta soltanto una resa:
una resa a un corpo malato
che nella notte sprofonda,
un grido tuo disperato,
a quello che ti circonda.
La tua pelle che fa silenzio,
e lievita piano l’ora,
la tua pelle di dolce assenzio
forse può darti l’aurora,
l’aurora tetra e gentile
di un primo canto di aprile.
che di notte raccoglie i sogni,
la tua pelle nuda e fremente,
che vive senza emozioni
paga soltanto del mondo,
che la circonda indifeso,
la tua pelle non è profonda,
resta soltanto una resa:
una resa a un corpo malato
che nella notte sprofonda,
un grido tuo disperato,
a quello che ti circonda.
La tua pelle che fa silenzio,
e lievita piano l’ora,
la tua pelle di dolce assenzio
forse può darti l’aurora,
l’aurora tetra e gentile
di un primo canto di aprile.
- Alda Merini -
La pelle nuda
fremente, da La Terra Santa
Buona giornata a tutti :-)
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