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sabato 13 aprile 2019

Non disarmiamoci, rimaniamo vigilanti - cardinale Giacomo Biffi

Gesù, «pieno di Spirito Santo», fu condotto dallo stesso Spirito alla celebrazione della prima ed esemplare quaresima dell’era cristiana. 
Lo Spirito lo guida lontano dagli uomini, in un luogo solitario dove la desiderosa e perfetta comunione col Padre – sempre viva nell’animo di Gesù di Nazaret – avrebbe avuto tutto l’agio di esprimersi, senza essere disturbata da nessuna delle distrazioni che abitualmente disperdono l’esistenza; dove egli avrebbe potuto attendere tranquillamente alla preghiera, alla meditazione, alla penitenza, cioè proprio a quelle attività che dovrebbero trovare un po’ di posto anche nei nostri programmi quaresimali. 
Eppure anche in questo «tempo dello Spirito», dove tutto è santo e conforme alla divina volontà, il Tentatore trova modo di insinuarsi e azzardare i suoi colpi. 
Finché siamo in questo mondo, non c’è condizione di vita, non c’è luogo sacro, non c’è impegno contemplativo o apostolico, non c’è impresa nobile e degna, che sia al riparo dall’arte malefica dell’Avversario di Dio. 
Il che non deve né meravigliarci né intimorirci: se ci manteniamo uniti al nostro Salvatore, saremo sì, con lui, sottoposti alla tentazione, ma in lui e per lui saremo anche capaci di vincere. 
Piuttosto, questo deve farci evitare l’ingenuità sconsiderata di chi ritiene che il mondo per il cristiano sia una specie di paradiso terrestre senza serpente, e non invece – come è – il luogo dove il Vangelo è largamente osteggiato, l’azione salvifica di Dio ostacolata, la Chiesa di Cristo spesso fraintesa nelle sue intenzioni e combattuta nei valori che presenta e difende; il luogo, cioè, dove Satana è ancora così libero di agire da poter essere chiamato il «principe di questo mondo». 
Questo stato di cose deve persuaderci a non disarmare, a mantenerci vigilanti, a irrobustirci quotidianamente con la parola di Dio 
e col Pane di vita. 

- cardinale Giacono Biffi - 
(15 febbraio 1986)




Mettiamo l’orgoglio sotto i piedi e saremo liberi, sereni e fraterni: saremo creature che vivono e testimoniano la risurrezione di Cristo.

- San Giovanni XXIII, papa –




Breve è il giorno, perché ricolmarlo di pene, perché riempirlo di cruccio?
Effimeri siamo, chiusi tra l'aurora e il tramonto.
Breve è lo spazio di luce, ma colmo di riflessi e di richiami all'eterno. 

- Giovanni Vannucci -


Buona giornata a tutti. :-)






mercoledì 25 ottobre 2017

Preghiere allo Spirito Santo - don Tonino Bello

Spirito di Dio, fa' della tua Chiesa un roveto che arde di amore per gli ultimi. Alimentane il fuoco col tuo olio, perché l'olio brucia anche.
Da' alla tua Chiesa tenerezza e coraggio.
Lacrime e sorrisi.
Rendila spiaggia dolcissima per chi è solo e triste e povero.
Disperdi la cenere dei suoi peccati.
Fa' un rogo delle sue cupidigie.
E quando, delusa dei suoi amanti, 
tornerà stanca e pentita a Te, 
coperta di fango e di polvere dopo tanto camminare, 
credile se ti chiede perdono.
Non la rimproverare.
Ma ungi teneramente le membra di questa sposa di Cristo 
con le fragranze del tuo profumo e con l'olio di letizia.
E poi introducila, divenuta bellissima 
senza macchie e senza rughe, 
all'incontro con Lui perché 
possa guardarlo negli occhi senza arrossire, 
e possa dirgli finalmente:
"Sposo mio".

- Don Tonino Bello -



Spirito Santo, dono del Cristo morente,
fa' che la Chiesa dimostri di averti ereditato davvero.
Trattienila ai piedi di tutte le croci.
Quelle dei singoli e quelle dei popoli.
Ispirale parole e silenzi, perché sappia dare significato al dolore degli uomini.
Così che ogni povero comprenda che non è vano il suo pianto,
e ripeta con il salmo: "le mie lacrime, Signore, nell'otre tuo raccogli".
Rendila protagonista infaticabile di deposizione dal patibolo,
perché i corpi schiodati dei sofferenti trovino pace 
sulle sue ginocchia di madre.
In quei momenti poni sulle sue labbra canzoni di speranza.
E donale di non arrossire mai della Croce,
ma di guardare ad essa come all'antenna della sua nave,
le cui vele tu gonfi di brezza e spingi con fiducia lontano.

- don Tonino Bello -




Spirito Santo,
che riempivi di luce i Profeti e accendevi parole di fuoco sulla loro bocca, torna a parlarci con accenti di speranza.
Frantuma la corazza della nostra assuefazione all'esilio.
Ridestaci nel cuore nostalgie di patrie perdute.
Dissipa le nostre paure.
Scuotici dall'omertà.
Liberaci dalla tristezza di non saperci più indignare 
per i soprusi consumati sui poveri.
E preservaci dalla tragedia di dover riconoscere che le prime officine della violenza e della ingiustizia sono ospitate nei nostri cuori.
Donaci la gioia di capire che tu non parli solo dai microfoni delle nostre Chiese. Che nessuno può menar vanto di possederti.
E che, se i semi del Verbo sono diffusi in tutte le aiuole,  
è anche vero che i tuoi gemiti si esprimono nelle lacrime dei maomettani 
e nelle verità dei buddisti, 
negli amori degli indù e nel sorriso degli idolatri, 
nelle parole buone dei pagani e nella rettitudine degli atei.

- don Tonino Bello -


Buona giornata a tutti. :-)








domenica 4 giugno 2017

Invocazione allo Spirito Santo - San Simone (Pentecoste 4 giugno 2017)

Vieni, luce vera.
Vieni vita eterna.
Vieni, mistero nascosto.
Vieni tesoro senza nome.
Vieni realtà ineffabile.
Vieni persona inconcepibile.
Vieni, felicità senza fine.
Vieni, luce senza tramonto.
Vieni, risveglio di chi dorme.
Vieni, risurrezione dei morti.
Vieni, o potente, 
che sempre fai e trasformi le cose col tuo volere.
Vieni, invisibile, intangibile e impalpabile.
Vieni, tu che sempre rimani immobile,
e ad ogni istante ti muovi e vieni a noi
addormentati negli inferi, tu che sei sopra i cieli.
Vieni, nome diletto e ovunque ripetuto,
di cui non possiamo esprimere l’essere
né conoscere la natura.

Vieni, gioia eterna. Vieni corona incorruttibile.
Vieni, porpora del grande re nostro Dio.
Vieni cintura cristallina e costellata di gioielli.
Vieni destra sovrana.
Vieni, tu che hai desiderato la nostra povera anima.
Vieni tu il Solo verso chi è solo.
Vieni tu che mi hai separato da tutto
e fatto solitario in questo mondo.
Vieni, tu diventato in me desiderio.
Vieni mio soffio e mia vita.
Vieni, consolazione della mia povera anima.
Vieni, mia gioia, mia gloria, mia delizia senza fine.

Ti ringrazio d’essere sceso a diventare
un solo spirito con me, senza confusione,
senza mutazione, senza trasformazione,
tu il Dio al di sopra di tutto,
e d’esserti fatto a tutti cibo ineffabile e gratuito
che senza fine straripi inesauribilmente
e zampilli alla fonte del mio cuore.

Grazie per esserti fatto per me luce senza tramonto,
sole senza declino, perché non hai dove nasconderti,
tu che riempi l’universo della tua gloria.
Siamo noi invece a volerci nascondere da te.

Vieni Signore, pianta oggi in me la tua tenda ;
costruisci la tua casa e rimani eternamente
inseparabilmente in me, tuo servo, 
perchè alla fine anch’io mi ritrovi in te
e con te regni, Dio al di sopra di tutto.

Conservami incrollabile nella fede, e vedendoti,
io che son morto, vivrò ; e possedendoti,
io il povero, sarò sempre ricco più di tutti i re ;
e mangiandoti e bevendoti, 
vestendomi di te, 
vada di delizia in delizia :
tu sei il vero bene, la vera gloria, la vera gioia ;
a te appartiene la gloria,
o santa, consustanziale e vivificante Trinità,
ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen
  

San Simone nuovo teologo (X-XI sec.)

Pentecoste, Jean Restout, (1732), Musée du Louvre, Parigi

La Pentecoste è il giorno in cui si riversa nella prima comunità dei credenti la Verità dello Spirito di Dio che rimarrà con essa lungo tutto il corso della storia.

Nel giorno della Pentecoste, lo Spirito scende per restare. Egli è il Dono divino per eccellenza, e come ogni dono del Padre non può venir ritirato poiché Dio è fedele. Per questo, permanentemente Egli risiede nella Chiesa e viene continuamente manifestato dai segni che pongono nel mondo i successori di coloro sui quali Egli per primo discese. È lo Spirito che consente il trasmettersi dei segni certi della salvezza. È lo Spirito che obbliga i discepoli del Risorto a comunicare questi segni dell’amore invincibile di Dio. Per questa ragione i segni dello Spirito sono trasmissibili nei secoli di generazione in generazione. Ed è ancora lo Spirito che mediante questi segni guida i discepoli del Risorto verso la Verità tutta intera, verità che è la Vita eterna dell’uomo.

Predicazione di San Pietro, Masolino da Panicale (1426), 
Santa Maria del Carmine, Firenze.

È lo Spirito Santo che ha dato agli Apostoli il coraggio di predicare e di porre sempre Gesù al primo posto nella loro vita. 


Signore, i fedeli, anche ora, ti vedono accanto a loro, tu il creatore di tutte le cose; tu vivi e abiti con loro nell'oscurità di questa vita, come sole senza tramonto, come lampada che non si può spegnere, che mai la tenebra potrà vincere e sempre illumina quanti la vedono.
E come tu sei in tutto, ma al di sopra di tutto, così noi tuoi servi, immersi nelle cose di questo mondo, ci fai uscire e ci trascini a te splendenti di luce, e da mortali ci rendi immortali; rimanendo quello che siamo, diventiamo tuoi figli, simili a te, e creature, che per tua grazia vedono Dio.
Chi oserà non seguirti, a queste condizioni, e rifiutare di venire a te ?

(San Simeone)
 il nuovo teologo (949-1022)


Buona giornata a tutti. :-)




mercoledì 8 marzo 2017

Lacrime di donna

Un bambino chiede alla mamma: «Perché piangi?».
«Perché sono una donna» gli risponde.
«Non capisco» dice il bambino.
La mamma lo stringe a sé e gli dice: «E non potrai mai capire...»
Più tardi il bambino chiede al papà: «Perché la mamma piange?»
«Tutte le donne piangono senza ragione», fu tutto quello che il papà seppe dirgli.
Divenuto adulto, chiese a Dio: «Signore, perché le donne piangono così facilmente?»
E Dio rispose:
«Quando l'ho creata, la donna doveva essere speciale.
Le ho dato delle spalle abbastanza forti per portare i pesi del mondo,
e abbastanza morbide per renderle confortevoli.
Le ho dato la forza di donare la vita,
quella di accettare il rifiuto che spesso le viene dai suoi figli.
Le ho dato la forza per permettele di continuare quando tutti gli altri abbandonano.
Quella di farsi carico della sua famiglia senza pensare alla malattia e alla fatica.
Le ho dato la sensibilità di amare i suoi figli di un amore incondizionato,
anche quando essi la feriscono duramente.
Le ho dato la forza di sopportare il marito nelle sue debolezze
e di stare al suo fianco senza cedere.
E finalmente, le ho dato lacrime da versare quando ne sente il bisogno.
Vedi figlio mio, la bellezza di una donna
non è nei vestiti che porta, né nel suo viso, o nella sua capigliatura.
La bellezza di una donna risiede nei suoi occhi.
Sono la porta d'entrata del suo cuore, la porta dove risiede l'amore.
Ed è spesso con le lacrime che vedi passare il suo cuore».


"...Maria allora, presa una libbra di olio profumato, di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli..." (Gv. 12)

"...quell'amore che si sta manifestando come abbraccio totale che parte dalla punta dei piedi di Gesù e arriva alla cima dei capelli di Maria..." 

- Fr. Michael Davide Semeraro -



La donna tutto crede, tutto spera, tutto sopporta...

La donna sfida le convenzioni,
la donna rischia la sua immagine e la sua vita,
la donna tutto dona con generosità grande,
la donna vince la paura.
La donna intuisce, incontra, anticipa,
abbraccia, ama, dona,
unge, lenisce, eterna,
nell'illogicità dell'amore.



 Credo in Dio Padre
che creò la donna e l'uomo
a sua immagine e somiglianza
e consegnò ai due la cura del mondo:
e vide che questo era molto buono;
che chiese il consenso ad una donna
per realizzare la sua opera di salvezza.
Credo in Gesù nato da una donna;
che ascoltava e valorizzava le donne
e le proteggeva contro le accuse degli uomini.
Che aveva donne discepole 
che lo seguivano e servivano.
Che apparve per primo a Maria Maddalena ed altre donne
e le invia per prime ad annunciare
la buona novella della sua Resurrezione 
proprio ai suoi discepoli.
Credo nello Spirito Santo,
soffio e principio di vita che è disceso
sopra uomini e donne nel giorno della Pentecoste
e che spinge la comunità della Chiesa verso l'uguaglianza.



Carissime amiche lettrici.... buona festa della donna. :-)






venerdì 21 ottobre 2016

Quella sera – Padre David Maria Turoldo

Anche il sole tardava a morire quella sera: 
sostava una luce strana sulle case 
e sopra le facce della gente, e dalle strade 
saliva un silenzio ancora più strano:
solo dalla Grande Piazza - il palco ove 
si affrontano Speranza e Delusione 
da sempre - si spandeva nell'aria un murmure 
che mai nessuno aveva udito finora: 
un murmure da sottosuolo, sommesso: 
un sospiro delle cose pareva 
ancor prima di farsi umana coscienza, 
voce fusa del mondo: quella sera 
tutto il mondo si era fermato,

la gente era sulle porte, in silenzio, 
solo con il capo qualcuno accennava a quell'unica Cosa:
nessuno osava dire all'altro 
quanto era impossibile dire, e tutti
piangevamo di gioia e di dolore: 
tutti improvvisamente orfani!
Forse solo alla tua morte, Francesco
- tra le morti umane - così 
la gente che sapeva, deve 
aver cantato e pianto 
come tutto il mondo e noi, 
quella sera! E subito 
udito "l'Ite" della preghiera 
posto per Caso divino a sigillo 
della favolosa "Leggenda", oh quanti 
per le vie si abbracciavano! Perfino 
il fratello ateo (ma chi era ateo, almeno quella sera!)

e il mussulmano e l'ebreo e il fratello riformato piangevano
quella sera! E il negro e l'olivastro... Uno aveva appena 
scritto: "sono un buddista: Dio vi ama"! 
Anche il bianco era un fratello quella sera...
E tutti a dire:
sì, il genere umano è uno
il mondo può essere uno
sì, ogni terra può essere in pace.
Avevi appena varcato la Notte del Fuoco:
era la feria prima di Pentecoste:
per te ora di nuova fiamma splendeva la Chiesa,
o Papa Giovanni, tu padre del mondo!
E tutti noi, per giorni, a narrare
la tua lunga agonia in faccia all'universo:
la enciclica più vera: una morte
ancora all'antica, la bella
morte fra tanta nostra
morte organizzata: questa
nostra morte "industriale"...
Tutti, quei giorni, a evocare le tue
parole di addio:

"Figlioli cercate ciò che vi unisce e non quanto divide!"
Dicevi di offrir la tua vita per la pace:
"saremo sempre amici!", dicevi!
E dal palco la Speranza bandiva
la Delusione: almeno quella sera!


II°
Papa Giovanni, tu padre del mondo, uomo della pace per tutte le terre: così 
hai scritto: a rispetto di tutte le fedi e razze e culture: "in terris", quale necessaria e libera armonia per tutto l'universo: tu
che hai creduto alla Ragione perciò hai bollato di follia la guerra:
Papa Giovanni, tu padre del mondo, uomo
che eri serenamente timorato del divino mistero
perciò non amavi i profeti di sventura
e dicevi di quale pace soave lo spirito
gode pur dentro la bufera: e tu per primo
lassù così in alto, finalmente hai distinto
l'errante dall'errore e perciò eri
amico di tutto l'universo umano,
e dicevi che verità antica
per nuova lingua si fa novella...
Papa Giovanni, tu padre del mondo
che mai dalla terra hai tagliato le radici
mai rinnegata la origine tua
di uomo della terra:
i poveri sono ancora traditi e soli,
impedita anche da noi
la loro liberazione;
e fratelli continuano ancora
a morire di morte caina;
e il Grande Potere subito calpesta
appena germogli di speranza
accennino a fiorire: poiché nulla
di nuovo deve avvenire
e meno ancora se da Oriente!...
E intanto il mondo é di nuovo ferito e più
neppure alla porta del tempio attende:
Papa Giovanni, tu padre del mondo, uomo
di fede, ritorna...
ritorna almeno tu a dirci: "poiché
non ho né oro né argento...
io vi dico: alzatevi
e riprendete il cammino!..."

(Padre David M. Turoldo)
Priorato S. Egidio 24039 Sotto il Monte (BG)

Pubblicata in Servitum quaderni di spiritualità n. 59/60 sett.-dic. 1988, numero monografico: "L'eredità spirituale di Papa Giovanni" pagg. 7-10.



 Mettiamo l’orgoglio sotto i piedi e saremo liberi, sereni e fraterni: saremo creature che vivono e testimoniano la risurrezione di Cristo. 


- San Giovanni XXIII, papa -




 Mi lascerò schiacciare, ma voglio essere paziente e buono fino all’eroismo. Solo allora sarò meritevole di partecipare al sacerdozio di Gesù Cristo. 


Papa Giovanni XXIII -
da: Il giornale dell'anima



Non mi occorre adoperare forme dure per tenere il buon ordine. 
La bontà vigilante, paziente e longanime arriva ben più in là e più rapidamente che non il rigore e il frustino. E non soffro neanche illusioni o dubbi su questo punto. 



Papa Giovanni XXIII -
da: Il giornale dell'anima 


Buona giornata a tutti. :-)



domenica 15 maggio 2016

I due specchi

Un giorno Satana scoprì un modo per divertirsi. Inventò uno specchio diabolico che aveva una magica proprietà: faceva vedere meschino e raggrinzito tutto ciò che era bello e buono.
Satana se ne andava in giro dappertutto con il suo terribile specchio. E tutti quelli che ci guardavano dentro rabbrividivano: ogni cosa appariva deformata e mostruosa.
Il maligno si divertiva moltissimo con il suo specchio: più le cose erano ripugnanti più gli piacevano. Un giorno, lo spettacolo che lo specchio gli offriva era così piacevole ai suoi occhi che scoppiò a ridere in modo scomposto: lo specchio gli sfuggì dalle mani e si frantumò in milioni di pezzi.
Un uragano potente e maligno fece volare i frammenti dello specchio in tutto il mondo. Alcuni frammenti erano più piccoli di granelli di sabbia ed entrarono negli occhi di molte persone. Queste persone cominciarono a vedere tutto alla rovescia: si accorgevano solo di ciò che era cattivo e vedevano cattiveria dappertutto.
Altre schegge diventarono lenti per occhiali. La gente che si metteva questi occhiali non riusciva più a vedere ciò che era giusto ed a giudicare rettamente.
Non hai, per caso, già incontrato degli uomini così?
Qualche pezzo di specchio era così grosso, che venne usato come vetro da finestra. I poveretti che guardavano attraverso quelle finestre vedevano solo vicini antipatici, che passavano il tempo a combinare cattiverie.
Quando Dio si accorse di quello che era successo si rattristò. Decise di aiutarli.
Disse: "Manderò nel mondo mio Figlio. E' Lui la mia immagine, il mio specchio. Rispecchia la mia bontà, la mia giustizia, il mio amore. Riflette l'uomo come io l'ho pensato e voluto.".
Gesù venne come uno specchio per gli uomini. Chi si specchiava in Lui riscopriva la bontà e la bellezza e imparava a distinguerle dall'egoismo e dalla menzogna, dall'ingiustizia e dal disprezzo.
I malati ritrovavano il coraggio di vivere, i disperati riscoprivano la speranza. Consolava gli afflitti e aiutava gli uomini a vincere la paura della morte.
Molti uomini amavano lo specchio di Dio e seguirono Gesù. Si sentivano infiammati da Lui.
Altri invece ribollivano di rabbia: decisero di rompere lo specchio di Dio. 
Gesù fu ucciso. Ma ben presto si levò un nuovo possente uragano: lo Spirito Santo.
Sollevò i milioni di frammenti dello specchio e li soffiò in tutto il mondo.
Chi riceve anche una piccolissima scintilla di questo specchio nei suoi occhi comincia a vedere il mondo e le persone come li vedeva Gesù: si riflettono negli occhi prima tutto le cose belle e buone, la giustizia e la generosità, la gioia e la speranza; le cattiverie e le ingiustizie invece appaiono modificabili e vincibili.


Gli apostoli erano lì, seduti, in attesa della venuta dello Spirito. 
Erano lì come fiaccole pronte e in attesa di essere illuminate dallo Spirito Santo per illuminare con il loro insegnamento l'intera creazione. 
Erano lì come agricoltori che portano la semente nella falda del loro mantello in attesa di ricevere l'ordine di seminare. 
Erano lì come marinai la cui barca è legata al porto del Figlio e che attendono di ricevere la brezza dello Spirito. 
Erano lì come pastori che hanno appena ricevuto il bastone del comando dalle mani del grande Pastore dell'ovile e aspettano che siano loro distribuite le greggi.

O Cenacolo, nel quale venne gettato il lievito che fece fermentare l'intero universo! 
Cenacolo, madre di tutte le chiese! Grembo meraviglioso che ha generato templi per la preghiera! 
Cenacolo che vide il miracolo del roveto ardente! 
Cenacolo che stupì Gerusalemme con un prodigio ben più grande di quello della fornace che meravigliò gli abitanti di Babilonia! 
Il fuoco della fornace bruciava coloro che erano attorno, ma proteggeva coloro che erano in essa. 
Il fuoco del Cenacolo raduna coloro che dal di fuori desiderano vederlo, mentre conforta quanti lo ricevono. 
O fuoco la cui venuta è parola, il cui silenzio è luce! Fuoco che fissi i cuori nell'azione di grazie!

- Sant'Efrem il Siro - 


“Senza lo Spirito Dio è lontano, Cristo resta nel passato, l’evangelo è lettera morta, la Chiesa una semplice organizzazione, l’autorità dominio, la missione propaganda…Ma nello Spirito, il cosmo si solleva e geme nelle doglie del Regno, Cristo risorto è presente, l’evangelo è potenza di vita, la Chiesa significa comunione trinitaria, l’autorità è servizio liberante, la missione è Pentecoste”. 

- Ignazio IV Hazim  - 
Patriarca di Antiochia



O Spirito di Vita,
che in principio aleggiavi sull’abisso,
aiuta l’umanità del nostro tempo a comprendere
che l’esclusione di Dio la porta a smarrirsi nel deserto del mondo,
e che solo dove entra la fede fioriscono la dignità e la libertà
e la società tutta si edifica nella giustizia.
Spirito della Pentecoste,
che fai della Chiesa un solo Corpo,
restituisci noi battezzati a un’autentica esperienza di comunione;
rendici segno vivo della presenza del Risorto nel mondo,
comunità di santi che vive nel servizio della carità.
Spirito Santo, che abiliti alla missione,
donaci di riconoscere che,
anche nel nostro tempo,
tante persone sono in ricerca della verità
sulla loro esistenza e sul mondo.
Rendici collaboratori della loro gioia
con l’annuncio del Vangelo di Gesù Cristo,
chicco del frumento di Dio,
che rende buono il terreno della vita
e assicura l’abbondanza del raccolto.
Amen.


- papa Benedetto XVI - 
Discorso del Santo Padre Benedetto XVI 
all'assemblea della CEI, 24 maggio 2012



Buona giornata a tutti. :-)

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