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giovedì 9 maggio 2024

Attenzione: la famiglia può danneggiare gravemente la vostra salute - Erma Bombeck

 Ci sono parecchie teorie sul perché la famiglia stia perdendo terreno come istituzione. Alcuni sostengono che il problema è economico. . altri ecologico... altri ancora danno la colpa alla mancanza di gratificazioni... alcuni pensano che tutta la questione vada inserita in un sistema di priorità....
A me personalmente, la famiglia americana piace. 
Ha un sacco di potenziale. E poi, il mondo non è fatto per le coppie senza figli. I servizi da tavola sono per sei o per dodici, le sedie della cucina per quattro, le gomme da masticare cinque per pacchetto. 
Secondo il mio punto di vista, la famiglia ha cominciato a degenerare nel momento in cui i genitori si sono messi in mente di comunicare con i figli. Quando abbiamo cominciato a «mettere le carte in tavola», a «scambiarci i punti di vista», a «vuotare il sacco». Tutte cose alle quali le madri non erano abituate e che avrebbero preferito lasciar perdere.
La principale responsabile della decadenza della famiglia è stata l'istruzione. Ha dato il via a uno scontro di titani......
L'abisso aperto tra genitori e figli dai nuovi metodi di insegnamento della matematica, per esempio, non ha nemmeno cominciato a colmarsi. 
Prima di allora, conservavo ancora un misterioso potere. Non dicevo mai niente, ma i miei figli erano convinti che avessi scoperto il fuoco.
Quando cominciammo lo scambio di idee e nozioni, mia figlia un giorno mi chiese:
«Mamma, che cos'è un esponente?»
«È un tipo strano che gira intorno ai cortili delle scuole. Ma dove l'hai trovata questa parola? Sulla parete dei gabinetti pubblici?»
«È nel mio nuovo libro di matematica», disse lei. «Speravo che potessi aiutarmi. Vogliono che trovi la mantissa sulla tavola, determini Pantilogaritmo e scriva la caratteristica come esponente di base dieci.»
Ci pensai su un minuto buono. «Da quanto tempo manca, questa mantissa?»
Mia figlia andò in camera sua, chiuse la porta a chiave e non la vidi più fino a quando prese il diploma.
Le cose non andavano meglio con il sistema metrico. Una volta che un bambino sa che un millimetro quadrato equivale a 0,00155 pollici quadrati, come potrà nutrire ancora un minimo di rispetto per una madre che una volta prese le misure del pavimento del bagno per metterci la moquette e finì col comprarne abbastanza da rivestire l'intero territorio del New Jersey?
E quale madre moderna non si è sentita una nullità tutte le volte che ha dovuto comunicare con l'insegnante dei suoi figli?
Non credo ci sia cosa che temo di più al mondo di un bambino che alza la testa dai fiocchi d'avena e dice senza parere: «Ho bisogno della giustificazione altrimenti la maestra non mi riammette in classe». «Suppongo di doverla scrivere su un pezzo di carta», chiedo.
«Quella che hai scritto sulla carta oleata era illeggibile. Ma se non hai un pezzo di carta posso sempre restare a casa un altro giorno», disse lui.
Strappai via un pezzetto di carta da parati e dissi: «Dammi una matita».
Gli ci volle un po'. Alla fine, dopo un quarto d'ora di ricerche, trovammo un
mozzicone nella lavatrice.
«Mi sembra che esageri, con questa giustificazione», gli dissi sospirando.
«Non capisci», disse lui. «Senza giustificazione non è proprio possibile tornare a scuola.»
Cominciai a scrivere. «La tua maestra è una signora, una signorina o una femminista?»
«Non so», disse lui pensieroso. «Ha una macchina tutta sua e si porta i libri da sé.» «Cara Weems», cominciai.
«D'altra parte è stata alzata fino a tardi per vedere chi vinceva il concorso di Miss America.»
«Cara signorina Weems», ricominciai.
«Non importa», disse lui scrollando le spalle. «Quando avrà il bambino, verrà un'altra maestra.»
«Cara signora Weems», scrissi alla fine. «La prego di voler giustificare Brucie per l'assenza di ieri. Si è svegliato la mattina lamentando crampi allo stomaco e...» «Cancella i crampi allo stomaco», ordinò lui, «raccontale che stavo troppo male perfino per guardare la TV.»
«Cara signora Weems, Brucie ha avuto una disfunzione intestinale e...» «Che cos'è una disfunzione intestinale?» «Crampi alla pancia.»
«No! L'ultima volta che hai scritto crampi sulla giustificazione quella mi ha messo vicino alla porta e non mi ha tolto gli occhi di dosso per tutta la mattina.» «Te lo sei immaginato», dissi io. «La vuoi o no la giustificazione?» «Te l'ho detto che non posso tornare a scuola senza.» «OK, prendi il dizionario e guarda alla C.»
Guardò il dizionario sopra la mia spalla. «Che cosa significa C-O-L-I-C-A?» «Significa che ti metterà di nuovo vicino alla porta», dissi io, leccando la busta. 
Per scrivere la giustificazione mi ci vollero venticinque minuti, vale a dire otto di più di quelli che sono stati necessari per firmare la Dichiarazione di Indipendenza. Non ne avrei parlato affatto, ma proprio ieri, mentre ripulivo un giubbotto, ho trovato la giustificazione in una tasca: mai letta, inutile.
Secondo me i moderni sistemi educativi sono una contraddizione. È come dare un calcolatore a un bambino di tre anni: riuscirà a trovare subito il 10,6 per cento di 11,653 dollari, ma non saprà se è più grossa una moneta da dieci cent o una da cinque.
È come vostra figlia che parte per l'università portandosi dietro tutta la vostra roba, biancheria, lenzuola, mobili, valigie, televisore e automobile, e poi dice: «Devo prendere le distanze dal vostro stupido atteggiamento consumistico». I miei figli fanno un gran parlare di ecologia. Eppure si portano in giro la causa numero uno dell'inquinamento di questo paese: la roba da ginnastica. Mercoledì scorso un paio di calzoncini, una camicia e un paio di scarpe da ginnastica sono entrati da soli in guardaroba e si sono appoggiati stancamente alla parete. Sono rimasta lì a guardare un vaso di edera appassire e morire davanti ai miei occhi. Ricacciando indietro le lacrime, ho urlato a mio figlio: «Da quanto tempo non lavi questi vestiti?»
«Dall'inizio dell'anno scolastico», mi ha urlato di rimando.
«Quale anno scolastico?»
«1972-73.»
«Lo sapevo. Sai, non capisco come faccia il tuo insegnante di educazione fisica a sopportare una cosa del genere.»
«Ha detto che eravamo sopportabili fino a ieri.»
«E cos'è successo ieri?»
«Pioveva e siamo dovuti rientrare in palestra.»
«Non c'è un regolamento sui vestiti... quando bisogna lavarli e roba del genere?» «Sì. Dobbiamo lavarli ogni quattro mesi, che ce ne sia bisogno o meno.» Spiegai attentamente i calzoncini sporchi di fango, la maglietta che scricchiolava e i calzini all'ultimo stadio del rigor mortis.
Mentre cercavo di districare una patata fritta rimasta impigliata in una stringa delle scarpe, non potei fare a meno di pensare che quello era un bambino allevato in un mondo completamente asettico. Quand'era piccolo, gli facevo bollire i giocattoli e sterilizzavo le bende per l'ombelico. Mettevo una mascherina al cane tutte le volte che entrava nella sua stanza. Mi lavavo le mani PRIMA di cambiargli i pannolini. Dove avevo sbagliato?
Sotto il suo letto c'erano mucchi di vestiti sporchi brulicanti di fauna assortita. Nei suoi cassetti c'erano capi di biancheria sporca internamente rifoderati in plastica: da quanto tempo pensate che fossero là dentro? Nel suo armadio c'erano tute e jeans che non avevano bisogno di attaccapanni per star su.
Aprii lo sportello della lavatrice e tastai alla ricerca della roba da ginnastica appena lavata. Trovai solo una stringa, due etichette e una patata fritta immacolata.
«Che cos'è successo alla mia roba da ginnastica?» chiese mio figlio.
«Questo è tutto quello che ne è rimasto, una volta eliminati la sporcizia e il sudore.»

(continua...)

- Erma Bombeck -



Figuriamoci se non sappiamo che la famiglia è anche il luogo della nostra miseria, della fatica, delle nevrosi a volte, del sudore delle lacrime. Dello scontro, delle litigate furibonde in alcune, oppure del grigiore. Sappiamo che la famiglia non è mai perfetta, a volte è proprio un disastro, altre volte invece funziona, ma sempre a prezzo di fatica e impegno. Soprattutto di una decisione di fondo. Noi che andiamo in giro a difendere la famiglia non abbiamo nessuna intenzione di farne un quadretto a tinte pastello. Noi sappiamo che un padre e una madre sono una condizione necessaria ma non sufficiente alla crescita serena dei figli. Ci sono pessimi padri e pessime madri. Però che la condizione è necessaria dobbiamo dirlo, e se questa è percepita come omofobia, non so che farci. Se le lettere in cui dico alle mie amiche che vale la pena sposarsi sono oscurantiste, non so che farci. Se i capitoli in cui scrivo che maschi e femmine sono diversi e parlano due lingue sono considerati stereotipi da bigotta, non so che farci.

(Costanza Miriano)




Questo è il matrimonio!
Partire e camminare insieme, mano nella mano, affidandosi alla grande mano del Signore. Mano nella mano sempre, per tutta la vita, senza fare caso a questa cultura del provvisorio che fa la vita a pezzi...
. Coloro che si sposano pregano insieme e con la comunità. Perché?
Solo perché si usa fare così? No!
Lo fanno perché ne hanno bisogno, per il lungo viaggio che devono fare insieme, un lungo viaggio che non è a pezzi dura tutta la vita, hanno bisogno dell’aiuto di Gesù, per camminare insieme con fiducia, per accogliersi l’un l’altro ogni giorno, e perdonarsi ogni giorno!
Bisogna avere il coraggio di chiedere scusa quando in famiglia sbagliamo.
Per portare avanti una famiglia è necessario usare tre parole: permesso, grazie e scusa.
Chiediamo permesso, per non essere invadenti. Diamo grazie per l'amore: quante volte al giorno dici grazie a tua moglie o a tuo marito? E per ultima scusa: tante volte sbagliamo... alcune volte dico che volano i piatti, si dicono parole forti! Ma sentite questo consiglio: mai finire la giornata senza fare la pace e ricominciare di nuovo. 

- Papa Francesco -



C'è chi dice che tra noi ci sono Angeli che si presentano come persone normali. Le mamme sono senza dubbio tra queste persone speciali. Sanno meravigliarci ogni giorno per le infinite energie che esprimono nelle cose ordinarie ed ancor più nei momenti difficili. Ai loro figli fanno i regali più preziosi: il primo è la vita, poi il loro tempo, le loro energie ed il loro amore. Abbiamo mille ragioni per ringraziarle ogni giorno. Ma le mamme vogliono da noi un solo grande regalo. Vederci sereni ed essere ricambiate nell'amore incondizionato che ci donano ogni giorno.

- Agostino Degas - 




Buona giornata a tutti. :-)

domenica 14 maggio 2023

La mamma "speciale" – Erma Bombeck

 Vi è mai capitato di chiedervi come vengano scelte le madri di figli handicappati? In qualche maniera riesco a raffigurarmi Dio che dà istruzioni agli angeli, che prendono nota in un registro gigantesco.

"Armstrong, Beth, figlio. Santo patrono Matteo". "Forrest, Marjorie, figlia. Santa patrona Cecilia". "Rutledge, Carrie, gemelli. Santo patrono ... diamo Gerardo. E'abituato alla scarsa religiosità".
Finalmente, passa un nome a un angelo che sorride: "A questa diamole un figlio handicappato". L'angelo è curioso. "Perché a questa qui, Dio? E' così felice". "Esattamente" risponde Dio sorridendo "Potrei mai dare un figlio handicappato a una donna che non conosce l'allegria? Sarebbe una cosa crudele".
"Ma ha pazienza?" chiede l'angelo. "Non voglio che abbia troppa pazienza, altrimenti affogherà in un mare di autocommiserazione e pena. Una volta superati lo shock e il risentimento, di sicuro ce la farà". "Ma, Signore, penso che quella donna non creda nemmeno in Te".
Dio sorride: "Non importa. Posso provvedere. Quella donna è perfetta, è dotata del giusto egoismo". L'angelo resta senza fiato. "Egoismo? E' una virtù?".

Dio annuisce: "Se non sarà capace di separarsi ogni tanto dal figlio, non sopravviverà mai. Si, ecco la donna cui darò la benedizione di un figlio meno che perfetto. Ancora non se ne rende conto, ma sarà da invidiare. Non darà mai per certa una parola. Non considererà mai che un passo sia un fatto comune.

Quando il bambino dirà "mamma" per la prima volta, lei sarà testimone di un miracolo e ne sarà consapevole. Quando descriverà un albero o un tramonto al suo bambino cieco, lo vedrà come poche persone sanno vedere le mie creazioni. Le consentirò di vedere chiaramente le cose che vedo Io - ignoranza, crudeltà, pregiudizio - , e le concederò di levarsi al di sopra di esse. Non sarà mai sola.

Io sarò al suo fianco ogni minuto di ogni giorno della sua vita, poiché starà facendo il mio lavoro infallibilmente, come se fosse al mio fianco". "E per il santo patrono?" chiede l'angelo, tenendo la penna sollevata a mezz'aria.
Dio sorride ancora: "Basterà uno specchio".

(Erma Bombeck)

 “I genitori devono dare tanto, ma per poter dare hanno bisogno a loro volta di ricevere, altrimenti si svuotano, si prosciugano. 
I genitori non sono la fonte, come anche noi sacerdoti non siamo la fonte: siamo piuttosto come dei canali, attraverso cui deve passare la linfa vitale dell’amore di Dio. 
Se ci stacchiamo dalla sorgente, noi stessi per primi ne risentiamo negativamente e non siamo più in grado di educare altri”. 

- Papa Benedetto XVI -

Le due madri di Giovanni Segantin

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lunedì 19 luglio 2021

"Perché non possiamo avere la nostra serie di telefilm?" - Erma Bombeck

Ieri sera stavo guardando la puntata di un telefilm sulla famiglia americana tipo: ridevano tutti come matti. Tutte le volte che il papà apriva bocca si sentiva uno scroscio di risa. La mamma gli faceva da spalla e i bambini erano assolutamente geniali nello scovare battute spiritose da piazzare qua e là. Mi sono guardata intorno. Mio marito leggeva il giornale con espressione afflitta. Ha quell'espressione in volto dal giorno in cui ha lasciato estinguere l'assicurazione dei reduci di guerra. Uno dei ragazzi era al telefono ed esclamava in continuazione: «Non è possibile!» Un altro era chiuso in camera sua con il giradischi acceso, e l'altro ancora fissava cupamente il frigorifero aperto in cerca di chissà cosa.
«Sapete che cosa c'è che non va in questa famiglia? Non siamo divertenti. Tutte le famiglie del mondo non fanno altro che lanciarsi battute spiritose e piegarsi in due dal ridere. Noi invece siamo un disastro... si ride di più al telegiornale delle sei che in questa famiglia. Dobbiamo adeguarci, altrimenti non faranno mai una serie di telefilm su di noi.»
La sera dopo, quando sentii la macchina di mio marito imboccare il vialetto, gridai: «Ehi, gente! Eeeeeecco papà!»
«Be'», disse nostro figlio, «è proprio il nostro babbo, col suo portafoglio gonfio... di conti da pagare.»
«Che cosa ti succede?» chiese mio marito. «Stai camminando. Ti hanno sequestrato la macchina?»
«Faaaaaaantastico!» disse il più piccolo. (Mancò poco che cadessi dalla sedia.) «Ehi, mamma», disse uno dei ragazzi, «che cosa si ottiene prendendo il parafango di una Chevrolet, il paraurti di una Ford e la ruota di scorta di una Pontiac?» Scossi la testa. «Sei mesi!»
«Un letto in ospedale!» feci io, tra le risa.
«Allora», disse mio marito, «pensavo che volessi dare una sistemata alla casa.» «Perché?» dissi io, dandogli una gran gomitata nelle costole. «È stata cattiva? A proposito, hai saputo che Bob ha preso un barboncino per sua moglie?» «Ah! Io non potrei mai fare un errore del genere.»
«Ehi, papà», disse nostra figlia, «il cane ha appena mangiato il polpettone della mamma.»
«Non piangere», disse lui, «ti comprerò un altro cane.»
In quel momento mia madre aprì la porta e mise dentro la testa. «Hai un po' di caffè?»

Stramazzammo esausti sulle rispettive sedie. Grazie a Dio ci sono gli intervalli pubblicitari.


(Erma Bombeck)




Noi crediamo che la fiaba e il gioco appartengano alla fanciullezza: miopi che siamo! Come se in una qualsiasi età della vita potessimo vivere senza fiaba e senza gioco!...Il fanciullo considera il gioco come il suo lavoro e la fiaba come la sua verità. 

(Friedrich Nietzsche)




Il legame che unisce la tua vera famiglia non è quello del sangue, ma quello del rispetto e della gioia per le reciproche vite.

Raramente gli appartenenti ad una famiglia crescono sotto uno stesso tetto.

(Richard Bach)



Ogni persona saggia sa che le favole vanno prese molto sul serio. 
Non esistono solo per essere ascoltate e lette. Esistono per insegnarci a vivere e a crescere. Per insegnarci che è possibile realizzare i propri sogni. 
Oggi non ci sono più Principesse, Orchi, Elfi, castelli incantati. Ma le favole ci sono ancora. Far parte di una bella famiglia unita dall’amore . 
Vivere in una casa dove si respira amore. Ecco cos’è oggi una meravigliosa favola!

(Agostino Degas)







con un sorriso... Buona giornata a tutte/i :-)



mercoledì 19 maggio 2021

Bellezza - Erma Bombeck

È anemica, ha una spalla più bassa dell'altra e si mangia le unghie. 
È la donna più bella che io abbia mai visto. 
Ci ha messo più di sessant'anni a diventare così. Il processo per ottenere quel genere di bellezza non può essere accelerato.
Le rughe sulla faccia se le è guadagnate... una alla volta. 
Quella ostinata all'angolo della bocca, che diventava più profonda a ogni «No». 
Quelle sottili sulla fronte, che fecero la loro misteriosa comparsa quando le nacque il primo figlio. 
Ora ha gli occhi protetti da lenti, ma le zampe di gallina si vedono lo stesso. Gli occhi sono giovani, vivaci, irrequieti. 
Sono occhi maturi, che riflettono la storia di una vita. 
Occhi che hanno luccicato di gioia, che si sono riempiti di lacrime di dolore, che si sono serrati all'improvviso per la rabbia, occhi brucianti per il sonno perduto. 
Ora sono limpidi e penetranti, e ti guardano dritto in faccia.
E quel gonfiore diffuso? I bambini troppo stanchi per camminare che bisognava portare in braccio dalla nonna, i sacchetti della spesa da trasportare dalla macchina alla cucina. Ora viene mantenuto dalla vita sedentaria, dal frigorifero pieno e dalla TV.
Il doppio mento viene con l'uso, ci vogliono anni a perfezionarlo. A volte lo si vede solo di profilo, ma c'è. 
Le donne viziate non hanno il doppio mento.
Lo fanno sparire con creme e massaggi. Questo mento invece c'è sempre stato, a sostenere la testa ciondolante quando vegliava in poltrona, la notte, china a lavorare a maglia, a pregare.
Le gambe sono ancora belle, ma il passo è stanco. 
Sono state le corse per prendere l'autobus, le lunghe ore in piedi quando lavorava ai grandi magazzini, le cadute per insegnare alla figlia ad andare in bicicletta. L'incavo delle ginocchia è viola. 
Le mani? Sono piccole, solcate da vene, hanno tremato, accarezzato, si sono rovinate nell'acqua, con i detersivi, le tinture, le schegge, sono state morsicate, piagate, ma non si può fare a meno di restare colpiti quando ci si accorge che l'anulare si è rimpicciolito portando l'anello nuziale. Ci vuol tempo, e altro, per rimpicciolire un dito.
L'altro giorno ho guardato a lungo, attentamente mia madre, e le ho detto: «Mamma, non ti ho mai visto così bella».

«Mi curo molto», è stata la secca risposta.


- Erma Bombeck -





Sono belle le donne mature,
quelle che accolgono
sui loro visi le tracce lasciate dal tempo.
Donne che non si ostinano
a voler apparire perennemente giovani.
Donne dignitose che si accettano come sono,
che curano se stesse e loro interiorità.
Sembrano preziosi ricami le loro rughe,
che un alito di vento improvviso
ha inciso sul volto sorridente.
Sono ricordi, illusioni, delusioni, gioie, sogni.
Sono libri scritti da antichi monaci amanuensi le loro rughe,
ricche di gioventù che sembra recente,
di amore mai spento,
di fuoco sempre acceso sotto il sottile strato di cenere.
Bello guardare dalla finestra dalla vita
l’ennesimo giorno di sole e di aria fresca
per non dimenticare le antiche primavere.
E’ bello leggere tra le rughe
il sorriso di sempre, l’attimo ormai vissuto,
il ricordo sempre vivo, la passione mai sopita.
Grazie al cuore che non è mai stanco di emozioni,
grazie alla vita che non smette mai di sorprendere.

- Agostino Degas -





Essere giovani vuol dire tenere aperto l'oblò della speranza, anche quando il mare è cattivo e il cielo si è stancato di essere azzurro. 

- Bob Dylan - 





Buona giornata a tutti. :-)


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domenica 16 agosto 2020

Aria condizionata o era glaciale? - Bombeck Erma

L'altro giorno ho letto che nel lago Michigan è stato ripescato quello che si credeva un cadavere. Portato in un ambiente caldo, cominciò a sgelarsi e tornò in vita. Questo non è niente in confronto a quello che succede a me da un po' di tempo a questa parte.
Grazie a tutti i benintenzionati che tengono l'aria condizionata a un livello da museo delle cere, io vivo allo stato solido da maggio a settembre. E nessuno mostra di accorgersene.
Vado al cinema con il soprabito sul braccio. Vado al supermercato e passo metà del tempo a scaldarmi davanti allo spiedo della rosticceria. 
In macchina mi tengo sulla corsia sbagliata solo per avere un po' di sole sul braccio. L'altra sera, in un ristorantino intimo, a metà della cena, ho detto a mio marito: «Mi metti un braccio intorno alle spalle?»
«Sei venuta qui per mangiare o per pomiciare?» mi ha chiesto lui, imburrando un pezzo di pane strofinato d'aglio.
«No», ho detto io. «È solo che sto gelando. Vedi altra gente intorno?»
«Non saprei», ha detto lui socchiudendo gli occhi nel tentativo di penetrare l'oscurità.
«Perché?»
«Se gli altri sono appesi ad un uncino, vuol dire che siamo entrati per sbaglio nella cella frigorifero.»
«Io sto benissimo», ha detto lui, crogiolandosi nella giacca sportiva di pura lana. «Forse hai un'anemia o qualcosa del genere. Se senti sempre freddo, dovresti andare dal dottore.»
Dal dottore l'infermiera mi ha sorriso e mi ha detto: «Buongiorno». 
«Sarà buono per lei», ho borbottato io, «con quel golf addosso.» Mi ha fatto entrare in una stanza e mi ha detto: «Si spogli e indossi questo». 
Ho indossato un camicione di carta con uno spacco sulla schiena sufficiente a farci passare un camion e mi sono lasciata andare sul tavolo di metallo freddo. Un condizionatore sopra la porta ha fatto volar via la mia cartella clinica dal tavolo. Quando è arrivato il dottore, ero ormai scossa da un tremito incontrollabile. Lui ha preso uno stetoscopio dal frigorifero e me l'ha piazzato sul petto. Mi sono soffiata sulle mani e ho tossito.
Lui si è raddrizzato lentamente, si è tolto lo stetoscopio dal collo ed è andato lentamente alla scrivania. «Se non fossi certo del contrario, penserei di aver di fronte un cadavere.» 
«Che cosa mi ha tradito?»
«Le lacrime agli occhi quando le ho alitato sugli occhiali e si sono appannati.»

- Erma Bombeck -


Illustrazione : Duane Bryers

Odio spendere soldi in scarpe e vestiti….
Ma anch’io devo fare la mia parte: l’economia ha bisogno di me!
Come faccio a dirle di no?



Non accontentatevi della felicità, aspirate alla serenità.

(Aldo Busi)


 Lo dice il mio servizio previsioni meteo. Per i prossimi giorni si segnalano inondazioni seguite dalla fine del mondo! Con un probabile miglioramento per il week-end”

Dal film  Era Glaciale 2



Il mondo ha bisogno di persone felici. Ne ha bisogno come l’aria, il sole… Non c'è regalo più bello che possiamo fare a noi stessi ed agli altri che essere felici.


(Agostino Degas)





Iniziamo la giornata con un sorriso :-)





mercoledì 24 giugno 2020

La lettera mai spedita - Bombeck Erma

L'altro giorno ho trovato una lettera per mia sorella che mi ero dimenticata di imbucare.
Bastava aggiornarla un po', per spedirla. Dopo «Il piccolo ormai...» ho cancellato «ha imparato a stare sul vasino» e ho scritto «finisce gli esami delle scuole superiori il mese prossimo».
E nel PS, dove avevo scritto «oggi ho trovato il primo capello bianco» ho cancellato «bianco» e ci ho scritto «nero».
Il resto della lettera andava ancora bene. «Mi sono messa a dieta perché ormai scoppio anche dalla pelle. I ragazzi sono impossibili e io mi sento sempre più fuori dalla realtà. La settimana prossima dipingerò il bagno e scriverò al resto della famiglia.» Il mio guaio è che non mi piace scrivere lettere, a meno che abbia qualcosa di veramente eccitante da raccontare. 
La gente capace di scrivere lettere emozionanti o elettrizzanti mi fa soggezione.
Ho un gruppo di amici che mi scrivono solo una volta all'anno... dalla crociera. Sanno che impazzirò di invidia e mandano cartoline con paesaggi stupendi, che cominciano con «Tesoro: ti pensiamo tanto, saltando da un'isola all'altra», e finiscono con «Devo scappare. C'è un tipo che assomiglia come una goccia d'acqua a Robert Redford che mi insegue per tutta la nave».
Altri amici delle cui lettere farei volentieri a meno sono quelli che hanno i figli superdotati. Le loro missive traboccano di notizie su Roberto che ha appena vinto una borsa di studio per Harvard. (E così intelligente che per laurearsi gli basterà starsene con il sedere su una sedia e respirare per quattro anni l'aria dell'università.) 
C'è anche Emy, nove anni, che vince tutte le gare di atletica leggera, si fa i vestiti da sé, ha appena venduto un articolo a Selezione e ha intenzione di passare le vacanze estive a leggere la Bibbia. E non dimentichiamo il piccolo Tom, che si alza durante la notte e si cambia i pannolini da sé. (E tu-sai-chi porta ancora le mutandine di plastica sotto la tenuta da football?)
Quelle che veramente non posso sopportare, però, sono le persone che scrivono su carta da lettera e busta coordinate. È facile scrivere quando si ha tutto il necessario a disposizione! Per me invece è già difficile trovare un pezzo di carta senza macchie o scarabocchi, una matita e un francobollo.
Oggi nella cassetta delle lettere ho trovato una lettera di mia sorella. 
Nella frase «Sono contenta che la guerra sia finita», ha cancellato la parola «guerra» e l'ha sostituita con «Natale». Dice che la loro nuova Dauphine va benissimo, poi ha cancellato Dauphine e ha scritto Toyota.
Io e mia sorella abbiamo lo stesso carattere recessivo, il Crampo dello Scrittore.

- Erma Bombeck - 
Fonte: "Se la vita è un piatto di ciliege perchè a me solo i noccioli?"



Non esiste un genitore perfetto, quindi basta essere un genitore vero.





Il rapporto tra madre e figlio è paradossale e, per un senso, tragico. Richiede il più intenso amore da parte della madre, e tuttavia questo stesso amore deve aiutare il figlio a staccarsi dalla madre e a diventare indipendente.

- Erich Fromm - 



Se tutti lo facessero anche solo una volta al giorno...
regalare un sorriso,
immagini che incredibile contagio di buon umore si espanderebbe sulla terra???? 




Preghiera della sera

 Signore, al termine di un altro giorno ti consegno la mia storia:
le mie afflizioni e le mie gioie,
i miei dubbi e le mie certezze,
lo sconforto e la speranza,
gli affetti e le delusioni.
Ti ringrazio,
per l'aiuto e il bene ricevuto:
la pazienza nelle cose irrisolte,
la serenità nelle emergenze,
la calma negli imprevisti.
Non abbandonare chi è solo,
allevia le sofferenze di chi è stremato dal dolore,
solleva chi è depresso e sfiduciato,
sorreggi chi vacilla nella fede.
Signore, al termine di un altro giorno ascolta e benedici.





Buona giornata a tutti. :-)