«Madre
mia,
Ti
chiamo madre anche se a mia volta sono diventata mamma. Sono anni che ti penso,
e sebbene tutti dicano che sono impazzita per amore, sbagliano. Io sono
impazzita per te. Sei stata la donna che ho odiato di più nella mia vita,
perché eri bella, stupenda, regale, e perché sapevi tutto di tutti.
Ti
devo la vita, non una ma cento volte, e a te devono la vita anche i miei figli.
Questo mi fa rabbia. La tua bontà ha salvato tante persone, ma non mi hai mai
insegnato che cosa è il male e da che parte va affrontato. Consideravo il male
i tuoi rimproveri, i tuoi semplici castighi, quella guerra da cui mi salvavi
tenendomi tra le braccia. Se tu avessi visto la tua piccola, gracile bambina
alle prese coi cancelli di un manicomio, ne saresti morta. Invece sei morta in
pace, memore dell'amore per noi.
Tu
non sai che cosa vuol dire lottare contro un mostro. Non sai che cosa vuol dire
scoprire in un giorno qualsiasi qualcuno che ha detto che io non avevo avuto
una madre. Certo era qualcuno che non aveva visto i tuoi occhi, il tuo amore, i
tuoi gesti imperiali, né quando mi carezzavi i capelli con mano lenta e
conoscitrice dicendomi sottovoce: "Ho paura per te, perché un giorno
diventerai un genio". Non mi hai detto: "una madre, una sposa",
ma un genio e forse per obbedirti sono diventata grande, ma agli occhi di chi?
Ogni sera vorrei consolarti e dirti che la tua bambina aspetta che tu le misuri la febbre, e che tu la baci sulla fronte, e che tu picchi e punisca il vicino di casa che non mi saluta, e che tu urli contro l'uomo che mi ha abbandonato. Così sono le madri, le madri che guardano negli occhi i loro figli capendo di che cosa hanno paura».
- Alda Merini -
Sulla
tua bianca tomba
sbocciano i fiori bianchi della vita.
oh quanti anni sono già spariti
senza di te – quanti anni?
Sulla
tua bianca tomba
ormai chiusa da anni
qualcosa sembra sollevarsi:
inesplicabile come la morte.
Sulla
tua bianca tomba,
Madre, amore mio spento,
dal mio amore filiale
una prece:
A lei dona l'eterno riposo.
(Karol
Wojtyla - Cracovia, primavera 1939)
Se
hai la fortuna di avere ancora la mamma al tuo fianco, tienila stretta. Ridi
insieme a lei, parlale e goditi ogni momento in sua compagnia. Questi sono i
ricordi che un giorno ti scalderanno il cuore.
Se
invece la tua mamma ti veglia dal cielo, possa tu sentire il suo amore in un
soffio di vento, il suo sorriso nella luce del sole e la sua gentile presenza
in ciò che ancora ti circonda.
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