Quando ero sovrintendente delle scuole di Pablo Alto, in California,
Polly Tyner, presidente del nostro consiglio di amministrazione, scrisse una
lettera che fu pubblicata sul Palo Alto Times.
Il figlio di Polly, Jim, aveva
grandi difficoltà a scuola.
Era inserito nella categoria degli handicap
educativi e richiedeva moltissima pazienza da parte dei genitori e degli
insegnanti. Ma Jim era un ragazzo felice con un grande sorriso che illuminava
la stanza.
I suoi genitori riconobbero le sue difficoltà nell'istruzione, ma
cercarono sempre di aiutarlo a vedere i propri punti di forza perché potesse
camminare a testa alta. Poco dopo aver portato a termine la scuola superiore,
Jim fu ucciso in un incidente motociclistico.
Dopo la sua morte, sua madre
inviò al quotidiano questa lettera.
"Oggi abbiamo seppellito nostro figlio,
ventenne. E' rimasto ucciso sul colpo in un incidente motociclistico venerdì
sera. Come vorrei aver saputo quando gli ho parlato l'ultima volta che sarebbe
stata davvero l'ultima. Se soltanto l'avessi saputo gli avrei detto: "Jim,
ti voglio bene e sono tanto orgogliosa di te." Avrei passato un po' di
tempo a enumerare le tante benedizioni che ha portato alla vita dei molti che
gli hanno voluto bene. Avrei passato un po' di tempo a lodare il suo bellissimo
sorriso, il suono della sua risata, il suo autentico amore per la gente. Se si
mettono sulla bilancia tutte le caratteristiche positive e si cerca di porre
sull'altro piatto tutti i tratti irritanti, come la radio sempre troppo alta,
il taglio di capelli che non ci piaceva, i calzini sporchi sotto il letto, le
irritazioni non sono poi molto pesanti. Non avrò un'altra possibilità di dire a
mio figlio tutto ciò che avrei voluto fargli ascoltare, ma voi, genitori, avete
questa possibilità. Dite ai vostri ragazzi ciò che vorreste far loro ascoltare,
se sapeste che sarà la vostra ultima conversazione. L'ultima volta che ho
parlato con Jim era il giorno in cui è morto. Mi telefonato per dirmi:
"Ciao, mamma! Ho chiamato solo per dirti che ti voglio bene! Devo andare
al lavoro. Ciao."
Mi ha lasciato qualcosa di cui farò tesoro per sempre.
Se nella morte di Jim vi è uno scopo, forse è quello di indurre gli altri ad
apprezzare di più la vita e di indurre la gente, specialmente le famiglie, a
passare un po' di tempo a dire agli altri quanto ci stanno a cuore.
Potreste
non avere un'altra possibilità. Fatelo oggi!
- Robert Reasoner -
da "Brodo Caldo per l'anima"
Nelle nostre preghiere troppo spesso divaghiamo,
evitiamo i discorsi più impegnativi, non poniamo le questioni serie, stiamo
accuratamente lontani dal nostro punto dolente, scansiamo i problemi scomodi.
Riempiamo le nostre orazioni di banalità devozionali.
Dicendo a Maria “prega per noi”, la autorizziamo, sì, a trattare i nostri interessi, ma anche ad affrontare i nostri mali segreti, a scoprire le magagne che teniamo nascoste, a formulare le diagnosi più impietose.
Riempiamo le nostre orazioni di banalità devozionali.
Dicendo a Maria “prega per noi”, la autorizziamo, sì, a trattare i nostri interessi, ma anche ad affrontare i nostri mali segreti, a scoprire le magagne che teniamo nascoste, a formulare le diagnosi più impietose.
Nella preghiera ci affidiamo a Maria perché ci presenti
a Dio nella nostra miseria e nudità, spogliati delle apparenze.
- Fraternità Francescana Secolare -
"Quando mi avvertiranno che alla fine del mondo
non manca che un solo anno, non rinuncerò ad amare mia moglie, ad avere con lei
un altro bambino, a fare scoprire agli altri miei cinque figli la poesia di
Dante...
Perché so che questa vita non serve per avere un futuro ma perché
ciascuno abbia la vita eterna"
- Fabrice Hadjadj -
"L'Osservatore
Romano", 4 marzo 2011
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