lunedì 18 novembre 2013

Essere lievito - San Giovanni Crisostomo



C’è nulla di peggio di un cristiano che non si cura della salvezza degli altri? Non puoi qui tirar fuori la povertà; infatti quella donnetta che mise le due monetine ti accuserà (Mc 12,48). 
Anche Pietro diceva al paralitico: Non ho né argento né oro (At 3,6). 
Così Paolo era talmente povero da patire spesso la fame e mancare del cibo necessario. 
Non puoi mettere avanti la tua umile condizione; gli apostoli infatti erano umili e di basse origini. 
Non puoi addurre il pretesto dell’ignoranza; anche loro erano illetterati. Fossi schiavo o fuggiasco, puoi sempre fare ciò che dipende da te. 
Così era la situazione di Onesimo di cui Paolo fa l’elogio (Fil; Col 4,9). 
Non puoi obiettare che sei debole; così era anche Timoteo. 
Chiunque può essere utile al prossimo, se vuole compiere la sua parte.
Non vedete gli alberi delle foreste, come sono rigogliosi, come sono belli, sviluppati, snelli e alti? Ma se avessimo un orto vorremmo avere melograni e olivi fecondi piuttosto che quelli sterili... Così sono coloro che vedono soltanto i propri interessi...
Se il lievito mescolato alla farina non porterà tutto a fermentazione, è davvero lievito? 

E che dire di un profumo che non investa quanti si accostano? Lo si chiamerà ancora profumo? 
E non dire che è impossibile influenzare gli altri al bene, perché, se sei cristiano, è impossibile che qualcosa non si trasmetta; fa parte della natura stessa del cristiano... 
Dire che un cristiano non può essere utile al prossimo è come negare al sole la possibilità di illuminare e riscaldare.


(San Giovanni Crisostomo)
sacerdote ad Antiochia poi vescovo di Costantinopoli, dottore della Chiesa, ca 345-407
Omelie sugli Atti degli Apostoli, 20






Alberi inutili

"Quest'albero non dà frutti...Taglialo dunque! Perché sfruttare il 
 terreno?”. Ma quello rispose: “Padrone, lascialo ancora quest'anno, 
 finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime...tra un anno.."


E' brutto accorgersi, che non ci sono frutti.
Nel rapporto con gli altri.
Che non ti capiscono nel modo che vorresti.
Nella propria vita,
Quando e come te li aspetti.

E subito, potente, una sola tentazione.
Tagliare tutto e con tutti.
Superba disperazione del "tutto o nulla".
Subito.
E invece Tu sei un Dio lento.
"all'ira e ricco di amore".
Lontano da gesti eclatanti,
ci chiedi solo di continuare.

A "zappettare e a concimare."
A curare quello che ci umilia vedere.
La nostra povertà.
A maneggiare concime.
A sperare che dia frutti tra un anno.
Tempo di attesa,
che riteniamo "troppo "umiliante.
Perchè "troppo" orgogliosi. E impazienti. 




"Il concime bisogna farlo riposare, seccare, deve decomporsi lentamente.
Con il tempo diventa malleabile, inodore, leggero, fecondo. E' allora che dà i fiori più belli e la crescita migliore.Dio si serve del nostro passato come concime per la nostra vita. Per farci crescere.
Ma se tieni la testa nel tuo passato ancora caldo, quello ti soffoca.
Bisogna lasciarlo riposare. Dentro di noi, col tempo e con la grazia, senza accorgercene, ciò che non va si decompone.
Dobbiamo amare ciò di cui proviamo vergogna e che ci sembra ignobile. Quel concime diventerà fonte di fecondità. ” .



Tim Guénard




"Spesso diciamo che non siamo nulla, anzi che siamo la miseria in persona, la spazzatura del mondo; ma resteremmo molto male se ci prendessero alla lettera e se ci considerassero in pubblico secondo quanto diciamo ... fingiamo di fuggire e di nasconderci solo perché ci inseguano e ci cerchino; dimostriamo di voler essere gli ultimi, seduti proprio all’ultimo angolino della tavola, ma soltanto per passare con grande onore a capotavola.
L’uomo sinceramente umile sarebbe più contento se fosse un altro, anzichè lui stesso, a dire di lui che è un miserabile, un nulla, un buono a nulla; o, perlomeno, se sa che si dice, non si oppone, ma approva di cuore. 
Perché, se è vero che ne è convinto, è naturale che ne sia contento di vedere condivisa la sua opinione."

- San Francesco di Sales - 



Buona giornata a tutti :-)


domenica 17 novembre 2013

Fare deserto (sulle strade del mondo) - Padre Carlo Carretto -

Quando si parla di deserto all'anima, quando si dice che il deserto deve essere presente nella tua vita, non devi intendere solo la possibilità di andare nel Sahara o nel deserto di Giudea, o dell'Alta Valle del Nilo. È certo che non tutti possono procurarsi questo lusso o attuare praticamente questo distacco dal vivere comune. Il Signore mi ha condotto nel vero deserto per la durezza della mia pelle. Per me, fu necessario così; e tanta sabbia non mi è bastata a raschiare la sporcizia della mia anima, come capitò alla marmitta di Ezechiele. 
Ma non per tutti c'è la stessa via. E se tu non potrai andare nel deserto, devi però "fare il deserto"nella tua vita.
Fare un po' di deserto, lasciare di tanto in tanto gli uomini, cercare la solitudine per rifare nel silenzio e nella preghiera prolungata il tessuto della tua anima, questo è indispensabile, e questo è il significato del "deserto" nella tua vita spirituale.

Un'ora al giorno, un giorno al mese, otto giorni all'anno, per un periodo più lungo, se necessario, devi abbandonare tutto e tutti e ritirarti solo con Dio. Se non cerchi questo, se non ami questo, non illuderti; non arriverai alla preghiera contemplativa; perché essere colpevole di non volersi - potendo - isolare per gustare l'intimità con Dio, è un segno che manca l'elemento primo del rapporto con l'Onnipotente: l'amore. E senza amore non c'è rivelazione possibile.

Ma il deserto non è il luogo definitivo; è una tappa. Perché, come ti dissi, la nostra vocazione è la contemplazione sulle strade. Lungo la via dobbiamo tornare dopo la pausa del deserto. A me, questo, costa assai. È così forte il desiderio di continuare a vivere qui per sempre, nel Sahara, che sento di già la sofferenza in previsione di un ordine dei Superiori, che certamente verrà: 

"Fratel Carlo, parti per Marsiglia, parti per il Marocco, parti per il Venezuela, parti per Detroit ...".

Devi tornare tra gli uomini, devi mescolarti a loro, devi vivere la tua intimità con Dio nel chiasso della loro città. Sarà più difficile; ma devi farlo. E non ti mancherà, per questo, la Grazia di Dio. 
Ogni mattina prenderai la strada, dopo la S. Messa e la Meditazione, e andrai a lavorare in una bottega, in un cantiere; e quando tornerai la sera, stanco, come tutti gli uomini poveri costretti a guadagnarsi il pane, entrerai nella Cappellina della fraternità e resterai lungamente in adorazione; portando con te, alla preghiera, tutto quel mondo di sofferenza, di oscurità e sovente di peccato in mezzo al quale hai vissuto per otto ore, pagando la tua razione di pena e di fatica quotidiana.

Contemplazione sulle strade: è una bella frase, ma costa assai. Certo, sarebbe più facile e più dolce restare qui, nel deserto; ma sembra che Dio non voglia.
La voce stessa della Chiesa si fa sempre più sentire per indicare ai cristiani la realtà del Corpo Mistico e l'apostolato in esso, per richiamare alla carità vissuta, per invitare tutti ad un'azione, che partendo dalla contemplazione, ritorna ad essa sul versante della testimonianza e della presenza tra gli uomini.  
I muri dei conventi si fan sempre più sottili e più bassi; si moltiplicano coloro che vivono la verginità nel mondo; i laici stessi prendono coscienza della loro missione e cercano la loro spiritualità.
È davvero l'alba di un mondo nuovo, al quale non parrebbe retorico dare come consegna "la contemplazione sulle strade" e gli esempi  per attuarla.

Padre Carlo Carretto


Sorridi… perché l’allegria è il segno più evidente della saggezza.
La vita è davanti a te, il cielo è sopra di te, il sorriso è dentro di te. Il mondo ama le anime chiare, le persone che hanno il sorriso negli occhi e la festa nel cuore. 

- Romano Battaglia -






Quando sei triste, compi un atto d'amore e la tristezza passerà.
Se ti senti morire, ama, e la vita pulserà in te.
La pienezza dell'uomo è morire d'amore.


- Carlo Carretto - 



Quando canto le sue lodi, io canto stonato come un asino. 
Lui allora ride, ride di cuore e il suo riso trasforma le strettoie 
del mio vecchio cammino in una pista da ballo e i miei pesanti zoccoli in sandali alati.
Io vado avanti come un asino che porta Cristo sulle sue spalle.


- Mons. Roger Etchegaray - 






Buona giornata a tutti :-)




sabato 16 novembre 2013

Svegliati, alzati! - Rabindranath Tagore -


Svegliati, alzati! 
All'alba la luce stessa di Dio viene a rompere il nostro sonno. 
Il sonno profondo di tutta la notte si rompe in un momento. 
Ma chi può spezzare le illusioni della sera? Come potrò togliere dall'animo l'involucro magico che il lavoro e le preoccupazioni del lungo giorno hanno gettato su di esso e condurlo in mezzo alla pace pura e tranquilla? 
Tutto il giorno, come un ragno, in diverse maniere, ci ha avvolto con reti molto vaste, una rete dopo l'altra. L'Onnipotente, l'Eterno è stato messo da parte. Tagliate tutte queste reti, come potrò risvegliare lo spirito in mezzo all'infinito? 
Svegliati, alzati! 
Il giorno con lavori vari, con preoccupazioni ed attrazioni innumerevoli cerca di legarci stretti da tutte le parti: cerca di alzare un muro tra la mia anima e l'universo. 
Così, se noi non risvegliamo la nostra attenzione, se non usiamo questa formula magica: Svegliati, alzati... 
Se non risuona ogni momento questa voce dentro l'anima, in mezzo a tutte le mille vicende della giornata, un nodo dopo l'altro, un laccio dopo l'altro esse ci legheranno e ci renderanno insensibili. Allora non ci sarà alcuna forza di volontà che possa distoglierci dalla nostra inerzia.
Pensiamo che quanto ci lega da tutte le parti sia la verità e non avremo più fede nelle verità pure e passate, non ci passerà neppure per la mente di sospettare della nostra situazione. Perciò in mezzo al frastuono dei vari affari di ogni giorno si alzi dalle profondità del nostro animo, nello strumento che ha una sola corda, il richiamo: Svegliati, alzati!

(Rabindranath Tagore)
Fonte: Santinicheton, 
1 dicembre 1908



“Ogni uomo è una parte di me, perché io sono parte e membro del genere umano.  
Ogni uomo fa parte del mio stesso corpo, perché noi tutti siamo membra dell’Universo. 
Quello che faccio viene fatto per gli altri, con loro e da loro: quello che essi fanno è fatto in me, da me e per me. 
Ma ad ognuno di noi rimane la responsabilità della parte che egli ha nella vita dell’intero corpo”.


(Padre Thomas Merton – da “Nessun uomo è un’isola”)



Ogni giorno porta con sé una sorpresa, ma possiamo vederla, udirla o sentirla quando essa giunge solamente se l’aspettiamo. Non dobbiamo avere paura di accogliere la sorpresa di ogni giorno, sia che essa ci venga come un dolore o come una gioia. Essa aprirà un nuovo spazio nel nostro cuore, un luogo in cui possiamo accogliere nuovi amici e celebrare in modo più pieno la nostra umanità condivisa.


(Henry Nouewen)



È sopraggiunta la nuvolaglia della svogliatezza, della caduta d'interesse. 
Sono scesi acquazzoni di tristezza, con la netta sensazione di trovarti legato. E, per completare, ti ha teso l'agguato una spossatezza che nasce da una realtà più o meno oggettiva: tanti anni di lotta..., e sei ancora così indietro, così lontano. 
Tutto questo è necessario, e Dio vi fa assegnamento: per conseguire il «gaudium cum pace» la vera pace e la vera gioia, dobbiamo aggiungere alla convinzione di essere figli di Dio, che ci riempie di ottimismo, il riconoscimento della nostra personale debolezza. 

(Solco, 78)



Buona giornata a tutti :-)

venerdì 15 novembre 2013

Soffriamo - Carlos Drummond de Andrade -


Definitivo, come tutto ciò che è semplice.
Il nostro dolore non deriva dalle cose vissute, ma dalle cose che sogniamo e che non si realizzano.
Perché soffriamo tanto per amore?
Sarebbe meglio che la gente non soffrisse, e ringraziasse anche solo per aver conosciuto una persona tanto buona, che generò in noi un sentimento intenso che ci ha accompagnato per un tempo ragionevole, un tempo felice.
Perché soffriamo?
Per tutti i baci cancellati, per l’eternità.
Soffriamo, non perché il nostro lavoro è stressante e paga poco, ma per tutte le ore libere che non abbiamo avuto per andare al cinema, per conversare con un amico, per nuotare, per innamorarci.
Perché automaticamente dimentichiamo quello che abbiamo goduto e cominciamo a soffrire per i nostri progetti irrealizzati, per tutte le città che avremmo potuto conoscere a fianco del nostro amore, per tutti i figli che avremmo avuto piacere ad avere vicino, per tutti gli show, i libri e i silenzi che avremmo gradito condividere.
Soffriamo, non perché nostra madre è impaziente con noi, ma per tutti i momenti in cui le avremmo potuto confidarle nostre più profonde angosce e fosse interessata a comprenderci.
Soffriamo, non perché la nostra squadra ha perso, ma per l’euforia soffocata.
Soffriamo non perché invecchiamo, ma perché il futuro è da noi confiscato, impedendo così che ci accadano mille avventure, tutte quelle con le quali sogniamo e mai tentiamo di sperimentare.
Come alleviare il dolore di ciò che non fu vissuto?
La risposta è semplice come un verso:
Avere meno illusioni e vivere di più!!!
Ogni giorno che vivo, mi convinco sempre più che lo spreco della vita è nell’amore che non diamo, nelle forze che non usiamo, nella prudenza egoista che non rischia mai, e che, schivando la sofferenza, fa perdere anche la felicità. Il dolore è inevitabile.
La sofferenza è un accessorio extra.

(Carlos Drummond de Andrade)



L'amore è passione, ossessione, qualcuno senza cui non vivi. Io ti dico: "Buttati a capofitto! Trovati qualcuno da amare alla follia e che ti ami alla stessa maniera!" 
Come trovarlo? Be', dimentica il cervello e ascolta il cuore. Io non sento il tuo cuore. Perché la verità, tesoro, è che non ha senso vivere se manca questo. Fare il viaggio e non innamorarsi profondamente, be', equivale a non vivere. Ma devi tentare perché se non hai tentato non hai mai vissuto.

dal film Vi presento Joe Black



Quando sei davanti a due decisioni, lancia in aria una moneta. Non perché farà la scelta giusta al posto tuo, ma perché , nell'esatto momento in cui essa è in aria, saprai improvvisamente in cosa stai sperando di più.

- Bob Marley -



Una volta è stato detto: "se vuoi qualcuno a tutti i costi lascialo libero..se torna da te è tuo per sempre..se non lo fa allora tanto per cominciare non è mai stato tuo".

- dal film “Proposta indecente” -



Il sorriso, la dignità e le mutande 
sono le uniche cose che nessuno deve riuscire a toglierti senza il tuo permesso.

Buona giornata a tutti :-)

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giovedì 14 novembre 2013

La scelta – don Bruno Ferrero -


Un uomo si sentiva perennemente oppresso dalle difficoltà della vita e se ne lamentò con un famoso maestro di spirito.
"Non ce la faccio più! Questa vita mi è insopportabile".
Il maestro prese una manciata di cenere e la lasciò cadere in un bicchiere pieno di limpida acqua da bere che aveva sul tavolo, dicendo: "Queste sono le tue sofferenze".
Tutta l'acqua del bicchiere s'intorbidì e s'insudiciò.
Il maestro la buttò via.
Il maestro prese un'altra manciata di cenere, identica alla precedente, la fece vedere all'uomo, poi si affacciò alla finestra e la buttò nel mare.
La cenere si disperse in un attimo e il mare rimase esattamente com'era prima.
"Vedi?" spiegò il maestro. "Ogni giorno devi decidere se essere un bicchiere d'acqua o il mare".

Troppi cuori piccoli, troppi animi esitanti, troppe menti ristrette e braccia rattrappite.
Una delle mancanze più serie del nostro tempo è il coraggio. Non la stupida spavalderia, la temerarietà incosciente, ma il vero coraggio che di fronte ad ogni problema fa dire tranquillamente: "Da qualche parte certamente c'è una soluzione ed io la troverò".



(don Bruno Ferrero)
Fonte: "Il segreto dei pesci rossi"



Non sempre gli occhi chiusi dormono.
Non sempre gli occhi aperti vedono.



Nessuno è più pericoloso di un uomo privo di idee, il giorno che ne avrà una gli darà alla testa come il vino a un astemio.

- Gilbert Keith Chesterton -



Quando perdi, non perdere la lezione.

- Dalai Lama - 


Chiedi, domanda, guardati attorno e vedrai che niente sfugge all'infelicità.
Non c'è una sola persona su questa terra che sia felice per tutta la vita.

- Budda - 



Ci sazieremo, Signore, contemplando il Tuo Volto.

Ascolta, Signore, la mia giusta causa,
sii attento al mio grido.
Porgi l’orecchio alla mia preghiera:
sulle mie labbra non c’è inganno.

Tieni saldi i miei passi sulle tue vie
e i miei piedi non vacilleranno.
Io t’invoco poiché tu mi rispondi, o Dio;
tendi a me l’orecchio, ascolta le mie parole.

Custodiscimi come pupilla degli occhi,
all’ombra delle tue ali nascondimi,
io nella giustizia contemplerò il tuo volto,
al risveglio mi sazierò della tua immagine.



Buona giornata a tutti. :-)

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mercoledì 13 novembre 2013

La lettera mai spedita - Bombeck Erma -

L'altro giorno ho trovato una lettera per mia sorella che mi ero dimenticata di imbucare.
Bastava aggiornarla un po', per spedirla. Dopo «Il piccolo ormai...» ho cancellato «ha imparato a stare sul vasino» e ho scritto «finisce gli esami delle scuole superiori il mese prossimo».
E nel PS, dove avevo scritto «oggi ho trovato il primo capello bianco» ho cancellato «bianco» e ci ho scritto «nero».
Il resto della lettera andava ancora bene. «Mi sono messa a dieta perché ormai scoppio anche dalla pelle. I ragazzi sono impossibili e io mi sento sempre più fuori dalla realtà. La settimana prossima dipingerò il bagno e scriverò al resto della famiglia.» Il mio guaio è che non mi piace scrivere lettere, a meno che abbia qualcosa di veramente eccitante da raccontare. 
La gente capace di scrivere lettere emozionanti o elettrizzanti mi fa soggezione.
Ho un gruppo di amici che mi scrivono solo una volta all'anno... dalla crociera. Sanno che impazzirò di invidia e mandano cartoline con paesaggi stupendi, che cominciano con «Tesoro: ti pensiamo tanto, saltando da un'isola all'altra», e finiscono con «Devo scappare. C'è un tipo che assomiglia come una goccia d'acqua a Robert Redford che mi insegue per tutta la nave».
Altri amici delle cui lettere farei volentieri a meno sono quelli che hanno i figli superdotati. Le loro missive traboccano di notizie su Roberto che ha appena vinto una borsa di studio per Harvard. (E così intelligente che per laurearsi gli basterà starsene con il sedere su una sedia e respirare per quattro anni l'aria dell'università.) 
C'è anche Emy, nove anni, che vince tutte le gare di atletica leggera, si fa i vestiti da sé, ha appena venduto un articolo a Selezione e ha intenzione di passare le vacanze estive a leggere la Bibbia. E non dimentichiamo il piccolo Tom, che si alza durante la notte e si cambia i pannolini da sé. (E tu-sai-chi porta ancora le mutandine di plastica sotto la tenuta da football?)
Quelle che veramente non posso sopportare, però, sono le persone che scrivono su carta da lettera e busta coordinate. È facile scrivere quando si ha tutto il necessario a disposizione! Per me invece è già difficile trovare un pezzo di carta senza macchie o scarabocchi, una matita e un francobollo.
Oggi nella cassetta delle lettere ho trovato una lettera di mia sorella. 
Nella frase «Sono contenta che la guerra sia finita», ha cancellato la parola «guerra» e l'ha sostituita con «Natale». Dice che la loro nuova Dauphine va benissimo, poi ha cancellato Dauphine e ha scritto Toyota.
Io e mia sorella abbiamo lo stesso carattere recessivo, il Crampo dello Scrittore.

- Erma Bombeck - 
Fonte: "Se la vita è un piatto di ciliege perchè a me solo i noccioli?"



Non esiste un genitore perfetto, quindi basta essere un genitore vero.


Il rapporto tra madre e figlio è paradossale e, per un senso, tragico. Richiede il più intenso amore da parte della madre, e tuttavia questo stesso amore deve aiutare il figlio a staccarsi dalla madre e a diventare indipendente.

- Erich Fromm - 


Non sei da accordare, devi solo trovare chi ascolta la tua melodia.



Io ringrazio me stesso per aver trovato sempre la forza di rialzarmi e andare avanti, sempre.

- Oscar Wilde -





Se tutti lo facessero anche solo una volta al giorno...
regalare un sorriso, 
immagini che incredibile contagio di buon umore si espanderebbe sulla terra????

Buona giornata a tutti :-)





Preghiera della sera

 Signore, al termine di un altro giorno ti consegno la mia storia:
le mie afflizioni e le mie gioie,
i miei dubbi e le mie certezze,
lo sconforto e la speranza,
gli affetti e le delusioni.
Ti ringrazio,
per l'aiuto e il bene ricevuto:
la pazienza nelle cose irrisolte,
la serenità nelle emergenze,
la calma negli imprevisti.
Non abbandonare chi è solo,
allevia le sofferenze di chi è stremato dal dolore,
solleva chi è depresso e sfiduciato,
sorreggi chi vacilla nella fede.
Signore, al termine di un altro giorno ascolta e benedici.

Buona giornata a tutti. :-)

























martedì 12 novembre 2013

Il Girasole – don Bruno Ferrero -


In un giardino ricco di fiori di ogni specie, cresceva, proprio nel centro, una pianta senza nome. Era robusta, ma sgraziata, con dei fiori stopposi e senza profumo. Per le altre piante nobili del giardino era né più né meno una erbaccia e non gli rivolgevano la parola.
Ma la pianta senza nome aveva un cuore pieno di bontà e di ideali.

Quando i primi raggi del sole, al mattino, arrivavano a fare il solletico alla terra e a giocherellare con le gocce di rugiada, per farle sembrare iridescenti diamanti sulle camelie, rubini e zaffiri sulle rose, le altre piante si stiracchiavano pigre.

La pianta senza nome, invece, non si perdeva un solo raggio di sole. Se li beveva tutti uno dopo l'altro. Trasformava tutta la luce del sole in forza vitale, in zuccheri, in linfa. Tanto che, dopo un po', il suo fusto che prima era rachitico e debole, era diventato uno stupendo fusto robusto, diritto, alto più di due metri.

Le piante del giardino cominciarono a considerarlo con rispetto, e anche con un po' d'invidia.
«Quello spilungone è un po' matto», bisbigliavano dalie e margherite.

La pianta senza nome non ci badava. Aveva un progetto. Se il sole si muoveva nel cielo, lei l'avrebbe seguito per non abbandonarlo un istante.
Non poteva certo sradicarsi dalla terra, ma poteva costringere il suo fusto a girare all'unisono con il sole.
Così non si sarebbero lasciati mai.

Le prime ad accorgersene furono le ortensie che, come tutti sanno, sono pettegole e comari. «Si è innamorato del sole», cominciarono a propagare ai quattro venti.
«Lo spilungone è innamorato del sole», dicevano ridacchiando i tulipani. «Ooooh, com'è romantico!», sussurravano pudicamente le viole mammole.

La meraviglia toccò il culmine quando in cima al fusto della pianta senza nome sbocciò un magnifico fiore che assomigliava in modo straordinario proprio al sole. Era grande, tondo, con una raggiera di petali gialli, di un bel giallo dorato, caldo, bonario. E quel faccione, secondo la sua abitudine, continuava a seguire il sole, nella sua camminata per il cielo.
Così i garofani gli misero nome «girasole».
Glielo misero per prenderlo in giro, ma piacque a tutti, compreso il diretto interessato.

Da quel momento, quando qualcuno gli chiedeva il nome, rispondeva orgoglioso: «Mi chiamo Girasole».
Rose, ortensie e dalie non cessavano però di bisbigliare su quella che, secondo loro, era una stranezza che nascondeva troppo orgoglio o, peggio, qualche sentimento molto disordinato. Furono le bocche di leone, i fiori più coraggiosi del giardino, a rivolgere direttamente la parola al girasole.

«Perché guardi sempre in aria? Perché non ci degni di uno sguardo? Eppure siamo piante, come te», gridarono le bocche di leone per farsi sentire.
«Amici», rispose il girasole, «sono felice di vivere con voi, ma io amo il sole. Esso è la mia vita e non posso staccare gli occhi da lui. Lo seguo nel suo cammino. Lo amo tanto che sento già di assomigliargli un po'.

Che ci volete fare? il sole è la mia vita e io vivo per lui...».

Come tutti i buoni, il girasole parlava forte e l'udirono tutti i fiori del giardino. E in fondo al loro piccolo, profumato cuore, sentirono una grande ammirazione per «l'innamorato del sole».

Don Bruno Ferrero

Fonte:  Tutte Storie, ed. Elledici




Prendi l'abitudine di cercare il lato migliore nelle persone e nelle situazioni. Scoprirai che anche soltanto questo atteggiamento porta all'ottimismo e alla positività. 
E l'uno e l'altra portano alla serenità.

- Paul Wilson -






Io non conosco nessun altro segno di superiorità nell'uomo che quello di essere gentile. 

- Ludwig van Beethoven - 




Siamo produttori di muri, anche invisibili, anche internamente.

- A. Tabucchi -





Nelle fasi cruciali della vita , riflettere con prudenza ma agire con coraggio . 

- Antonio Curnetta - 




"La fede non è una cosa decorativa, ornamentale. Avere fede vuol dire mettere realmente Cristo al centro della nostra vita"

- Papa Francesco -





Proteggiamoci dalla tragica overdose di impegni.
Concediamo al nostro spirito inquieto i pascoli della preghiera,
della contemplazione, dell'abbandono in Dio.
Non è solo problema di igiene spirituale.
E' soprattutto, ricerca di un'autenticità che abbiamo smarrito.


- don Tonino Bello - 


Buona giornata a tutti. :-)

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