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sabato 29 aprile 2017

Dal «Dialogo della Divina Provvidenza» di santa Caterina da Siena - 29 aprile















O Deità eterna, o eterna Trinità, che, per l’unione con la divina natura, hai fatto tanto valere il sangue dell’Unigenito Figlio! Tu, Trinità eterna, sei come un mare profondo, in cui più cerco e più trovo, e quanto più trovo, più cresce la sete di cercarti. Tu sei insaziabile; e l’anima, saziandosi nel tuo abisso, non si sazia, perché permane nella fame di te, sempre più te brama, o Trinità eterna, desiderando di vederti con la luce della tua luce.
Io ho gustato e veduto con la luce dell’intelletto nella tua luce il tuo abisso, o Trinità eterna, e la bellezza della tua creatura. Per questo, vedendo me in te, ho visto che sono tua immagine per quella intelligenza che mi vien donata della tua potenza, o Padre eterno, e della tua sapienza, che viene appropriata al tuo Unigenito Figlio. Lo Spirito Santo poi, che procede da te e dal tuo Figlio, mi ha dato la volontà con cui posso amarti.
Tu infatti, Trinità eterna, sei creatore e io creatura; e ho conosciuto – perché tu me ne hai data l’intelligenza, quando mi hai ricreata con il sangue del Figlio – che tu sei innamorato della bellezza della tua creatura.
O abisso, o Trinità eterna, o Deità, o mare profondo! E che più potevi dare a me che te medesimo? Tu sei un fuoco che arde sempre e non si consuma. Sei tu che consumi col tuo calore ogni amor proprio dell’anima. Tu sei fuoco che toglie ogni freddezza, e illumini le menti con la tua luce, con quella luce con cui mi hai fatto conoscere la tua verità.
Specchiandomi in questa luce ti conosco come sommo bene, bene sopra ogni bene, bene felice, bene incomprensibile, bene inestimabile. Bellezza sopra ogni bellezza. Sapienza sopra ogni sapienza. Anzi, tu sei la stessa sapienza. Tu cibo degli angeli, che con fuoco d’amore ti sei dato agli uomini.

- Santa Caterina da Siena -
(Cap. 167, Ringraziamento alla Trinità: libero adattamento; cfr. ed. I. Taurisano, Firenze, 1928. II, pp. 586-588)



Io vorrei che l’inferno fosse distrutto, o almeno che nessuna anima, di qui in avanti, vi scendesse. Se, salva l’unione della tua carità, io fossi posta sulla bocca dell’inferno per chiuderla sì che nessuno vi potesse entrare, sarebbe per me cosa graditissima, perché così si salverebbero tutti i miei prossimi.

- Santa Caterina da Siena -















La carità è quel dolce e santo legame, che lega l’anima col suo creatore: ella lega Dio nell’uomo, e l’uomo in Dio.

- Santa Caterina da Siena -



Noi siamo immagine tua, e tu immagine nostra per l`unione che hai stabilito fra te e l`uomo, velando la divinità eterna con la povera nube dell`umanità corrotta di Adamo. Quale il motivo? Certo l`amore. Per questo amore ineffabile ti prego e ti sollecito a usare misericordia alle tue creature.

- Santa Caterina da Siena - 


Santa Caterina da Siena scrivente
sec. XVII (terzo decennio)
Rutilio Manetti, (Siena, 1571-1639)


O Dio, pazzo d'amore!

Non ti bastò incarnarti,

ma volesti anche morire!

Vedo che la tua misericordia

ti costrinse a dare anche di più all'uomo,

lasciandogli te stesso in cibo.

E così noi deboli abbiamo conforto,

e noi ignoranti smemorati

non perdiamo il ricordo dei tuoi benefici.

Ecco, tu dai il tuo cibo ogni giorno all'uomo,

facendoti presente nell'eucaristia

e nel corpo misterioso della tua chiesa.

Chi ha fatto questo ?

La tua misericordia.

- Santa Caterina da Siena -


Buona giornata a tutti. :-)






venerdì 21 aprile 2017

Voglio Te solo, Signore - Sant'Anselmo di Aosta

Ti ho cercato, o Signore della vita,
e tu mi hai fatto il dono di trovarti: te io voglio amare, mio Dio.
Perde la vita, chi non ama te:
chi non vive per Te, Signore, è niente e vive per il nulla.
Accresci in me, ti prego, il desiderio di conoscerti
e di amarti, Dio mio:
dammi, Signore, ciò che ti domando;
anche se tu mi dessi il mondo intero,
ma non mi donassi te stesso,
non saprei cosa farmene, Signore.
Dammi te stesso, Dio mio!
Ecco, ti amo, Signore: aiutami ad amarti di più.

- Sant'Anselmo di Aosta -



Sant'Anselmo d'Aosta 
(Aosta, 1033/1034 – Canterbury, 21 aprile 1109)

Cominciai a chiedermi se non si potesse trovare un unico argomento che dimostrasse da solo, senza bisogno di nessun altro, che Dio esiste veramente e che è il sommo bene, che non ha bisogno di nulla e di cui tutto il resto ha bisogno per essere e per avere valore, e bastasse pure a dimostrare le altre verità che crediamo della sostanza divina. 
Ci pensavo spesso e con impegno, e talora mi pareva di afferrare quello che cercavo, talora l'argomento, sfuggiva del tutto all'acume del mio pensiero [...]. 
Mentre, dunque, un giorno facevo ogni sforzo per resistere alla sua importunità, nello stesso conflitto di pensieri, mi balzò alla mente ciò che ormai disperavo di trovare, sì che afferrai con ogni impegno quel pensiero che prima mi sforzavo tanto di allontanare. 
(dal proemio)





“Insegnami a cercarti, e mostrati a me che ti cerco.
Io non posso cercarti se tu non mi insegni, 
né trovarti se tu non ti mostri.
Che io ti cerchi desiderandoti, 
che ti desideri cercandoti, 
che ti trovi amandoti, e che ti ami trovandoti.
Io ti riconosco, Signore, 
e ti ringrazio di aver creato in me questa tua immagine 
affinché di te sia memore, ti pensi e ti ami; 
ma essa è così consunta dal logorio dei vizi, 
così offuscata dal cumulo dei peccati, 
che non può fare quello per cui fu fatta, 
se tu non la rinnovi e non la ricostituisci.
Non tento, o Signore, di penetrare la tua altezza 
perché non paragono affatto ad essa il mio intelletto, 
ma desidero in qualche modo di intendere la tua volontà, 
che il mio cuore crede ed ama.
Né cerco di intendere per credere; 
ma credo per intendere. 
E anche per questo credo: 
che se prima non crederò, non potrò intendere” .

- Sant’Anselmo d’Aosta -
dal Proslogion 1,1





Sant'Anselmo d'Aosta chiamato anche Anselmo di Bec o Anselmo di Canterbury è stato un teologo italiano. Considerato un dottore della Chiesa e venerato come santo dalla Chiesa cattolica, è stato arcivescovo di Canterbury dal 1093 alla morte.
È soprannominato Doctor magnificus e padre della Scolastica.




Sant'Anselmo dona la sua opera alla contessa Matilde
- Codex Admont 289, Sec. XIII, Admont - Austria

Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it


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venerdì 17 marzo 2017

17 marzo San Patrizio e il sogno angelico

La vita di questo apostolo dell’Irlanda, nato nella Britannia romana (l’attuale Inghilterra) nel 385  è stata avventurosa.
Pochi santi hanno la popolarità e la fama quasi universale di san Patrizio. Con la sua forza di carattere e la sua grande spiritualità (e naturalmente con miracoli), non solo convertì il popolo dell’Irlanda, ma contribuì a diffondere la fede in molte altre terre. 
Era il quinto secolo quando questo ragazzo di sedici anni, a suo dire sventato e senza religione, venne rapito in Britania da una ricca famiglia. 
Fu portato in Irlanda e venduto come schiavo a un capo corsaro, che servì come pastore per sei anni a Mayo. Durante questo periodo apprese la lingua celtica locale, fu colpito dalla grazia e si convertì.
A proposito di questo tempo di vita dura, Patrizio diceva: “Ero solito pregare di continuo, lungo tutto il giorno.
La mia fede crebbe e il mio spirito ne venne vivificato. Dicevo più di cento preghiere di giorno e altrettante di notte”. 
Durante un sogno  una voce angelica diede a Patrizio indicazioni chiare e precise su come fuggire e raggiungere l’Irlanda meridionale. 
Fuggito in Gallia (sospinto da una voce arcana), dove fu discepolo di san Germano di Auxerre, visitò pure in Italia le comunità monastiche nelle isole del Tirreno (Palmaria, Gorgonia, Capraia, Gallinara); e i suoi maestri consigliarono di ritornare in Irlanda (inviato dalla voce di un misterioso personaggio irlandese), dove egli si recò (432), dopo essere stato consacrato vescovo da san Gennaro. 
Poiché aveva ricevuto in Gallia una  formazione biblica, questa divenne una caratteristica irlandese., l’apostolo convertì alcuni re indigeni e seppe armonizzare le nuove comunità con le condizioni sociali del luogo e del tempo.
L’Irlanda fu l’unico paese dell’Europa occidentale in cui l’evangelizzazione si attuò senza martiri. 
Pochi anni prima della morte, rimise nelle mani di altri vescovi il governo della Chiesa di Irlanda, ritirandosi in silenzio in Ulidiaper prepararsi alla morte, che lo colse il 17 marzo 461. 
Fu sepolto a Down –Patrick: è stato sempre venerato in tutta l’Irlanda dal secolo VIII, e dal secolo X anche in Inghilterra; mentre è entrato nel calendario Romano solo nel 1632.

Immagine: Mosaico di San Patrizio, dalla Cattedrale di s. Anna a Leeds. 
Foto di don Lawrence Lew, O.P.

Benedizione del Viaggiatore Irlandese

May the road rise to meet you,
may the wind be always at your back,
may the sun shine warm upon your face,
and the rains fall soft upon your fields and,
until we meet again,
may God hold you in the palm of His hand.

“Sia la strada al tuo fianco,
il vento sempre alle tue spalle,
che il sole splenda caldo sul tuo viso,
e la pioggia cada dolce nei campi attorno e,
finché non ci incontreremo di nuovo,
possa Dio proteggerti nel palmo della sua mano.”




Preghiera di San Patrizio contro incantesimi e malefici
  
Mi alzo, in questo giorno che sorge,
Per una grande forza, per l’invocazione della Trinità,
Per la fede nella Trinità,
Per l’affermazione dell’unità
Del Creatore del Creato.
Mi alzo in questo giorno che sorge
Per la forza della nascita di Cristo nel Suo Battesimo,
Per la forza della crocifissione e della sepoltura,
Per la forza della resurrezione e dell’ascensione,
Per la forza della discesa al Giudizio Finale.
Mi alzo, in questo giorno che sorge,
Per la forza dell’amore dei Cherubini,
In obbedienza agli Angeli,
Al servizio degli Arcangeli,
Per la speranza della resurrezione e della ricompensa,
Per la preghiera dei Patriarchi,
Per le previsioni dei Profeti,
Per la predicazione degli Apostoli,
Per la fede dei Confessori,
Per l’innocenza delle Vergini sante,
Per le azioni dei Beati.
Mi alzo in questo giorno che sorge,
Per la forza del cielo:
Luce del sole,
Chiarore della luna,
Splendore del fuoco,
Velocità del lampo,
Impetuosità del vento,
Profondità dei mari,
Solidità della terra,
Solidità della roccia.
Mi alzo in questo giorno che sorge,
Per la forza di Dio che mi spinge,
Per la forza di Dio che mi protegge,
Per la saggezza di Dio che mi guida,
Per lo sguardo di Dio che vigila sul mio cammino,
Per l’orecchio di Dio che mi ascolta,
Per la parola di Dio che mi parla,
Per la mano di Dio che mi custodisce,
Per il cammino di Dio davanti a me,
per lo scudo di Dio che mi protegge,
Per l’ostia di Dio che mi salva,
Dalle trappole del demonio,
Dalle tentazioni del vizio,
Da tutti coloro che vogliono il mio male,
Lontano e vicino a me,
Agendo da soli o in gruppo.
Invoco oggi queste forze a proteggermi dal male,
Contro qualsiasi forza crudele che minacci il mio corpo e la mia anima,
Contro l’incanto dei falsi profeti,
Contro le legge oscure del paganesimo,
Contro le false leggi degli eretici,
Contro l’arte dell’idolatria,
Contro gli incantesimi di streghe e maghi,
Contro saperi che corrompono il corpo e l’anima.
Cristo mi custodisca oggi,
Contro il veleno, contro il fuoco,
Contro l’affogamento, contro le ferite,
perché io possa ricevere e godere la ricompensa.
Cristo con me, Cristo davanti a me, Cristo dietro di me,
Cristo in me, Cristo sotto di me, Cristo sopra di me,
Cristo alla mia destra, Cristo alla mia sinistra,
Cristo quando mi stendo,
Cristo quando mi siedo,
Cristo quando mi alzo,
Cristo nel cuore di tutti coloro che pensano a me,
Cristo sulla bocca di tutti coloro che parlano di me,
Cristo in tutti gli occhi che mi guardano,
Cristo in tutti gli orecchi che mi ascoltano.
Mi alzo, in questo giorno che sorge,
Per una grande forza, per l’invocazione della Trinità,
Per la fede nella Trinità,
Per l’affermazione dell’unità
Del Creatore del Creato.



Buona giornata a tutti. :-)










mercoledì 9 novembre 2016

Mio Dio, Trinità che adoro - Santa Elisabetta della Trinità

O mio Dio, Trinità che adoro, aiutami a dimenticarmi interamente per stabilirmi in te, immobile e quieta come se la mia anima fosse già nell'eternità.
Che nulla possa turbare la mia pace o farmi uscire da te, o mio Immutabile Bene, ma che ogni minuto mi porti più addentro nella profondità del tuo Mistero.
Pacifica la mia anima, fanne il tuo cielo, la tua dimora amata e il luogo del tuo riposo.
Che non ti ci lasci mai solo, ma sia là tutta quanta desta nella mia fede, tutta adorante, tutta abbandonata alla tua Azione creatrice.
O mio Cristo amato, crocifisso per amore, vorrei essere una sposa del tuo Cuore, vorrei coprirti di gloria, vorrei amarti fino a morirne! Ma sento la mia impotenza e ti chiedo di "rivestirmi di te stesso", di immedesimare la mia anima con tutti i movimenti della tua anima, di sommergermi, d'invadermi di sostituirti a me, affinché la mia vita non sia che un'irradiazione della tua Vita.
Vieni nella mia anima come Adoratore, come Riparatore e come Salvatore.
O Verbo eterno, Parola del mio Dio, voglio passare la mia vita ad ascoltarti, voglio farmi tutta docilità, per imparare tutto da te, poi, attraverso tutte le notti, tutti i vuoti, tutte le impotenze, voglio fissarti sempre e rimanere sotto la tua grande luce; o mio Astro amato, incantami, perché io non possa più uscire dallo splendore dei tuoi raggi.
O Fuoco consumatore, Spirito d'amore, scendi sopra di me, affinché si faccia nella mia anima come un'incarnazione del Verbo : che io sia per Lui una umanità aggiunta nella quale Egli rinnovi tutto il suo Mistero.
E tu, o Padre, chinati verso la tua povera piccola creatura, "coprila con la tua ombra", non vedere in lei che il "Prediletto nel quale hai posto tutte le tue compiacenze".
O miei “Tre”, mio Tutto, mia Beatitudine, Solitudine infinita, Immensità in cui mi perdo, mi abbandono a voi come una preda.
Seppellitevi in me perché io mi seppellisca in voi, nell’attesa di venire a contemplare nella vostra luce l'abisso delle vostre grandezze.

- Santa Elisabetta della Trinità -



"E' qualche cosa di così grande, di così divino la sofferenza! Mi sembra che se i Beati in Cielo potessero invidiarci qualche cosa, ci invidierebbero questo tesoro.
E' una leva così potente sul Cuore del buon Dio! E poi, che cosa vi può essere di più dolce che donare a Colui che si ama? La Croce è l'eredità del Carmelo." 




Elisabetta della Trinità è una dei patroni dei malati e degli orfani.  
Fu beatificata da Giovanni Paolo II il 25 novembre 1984 (memoria liturgica il 9 novembre):

«A Digione in Francia, beata Elisabetta della Santissima Trinità Catez, vergine dell’Ordine delle Carmelitane Scalze, che sin dalla fanciullezza cercò e contemplò nel profondo del cuore il mistero della Trinità e, ancora giovane, tra molte tribolazioni, giunse, come aveva desiderato, all’amore, alla luce, alla vita.»






Buona giornata a tutti. :-)

venerdì 4 novembre 2016

Tutti siamo certamente deboli - San Carlo Borromeo, vescovo -

Tutti siamo certamente deboli, lo ammetto, ma il Signore Dio mette a nostra disposizione mezzi tali che, se lo vogliamo, possiamo far molto. Senza di essi però non sarà possibile tener fede all'impegno della propria vocazione.
Facciamo il caso di un sacerdote che riconosca bensì di dover essere temperante, di dover dar esempio di costumi severi e santi, ma che poi rifiuti ogni mortificazione, non digiuni, non preghi, ami conversazioni e familiarità poco edificanti; come potrà costui essere all'altezza del suo ufficio?
Ci sarà magari chi si lamenta che, quando entra in coro per salmodiare, o quando va a celebrare la Messa, la sua mente si popoli di mille distrazioni. Ma prima di accedere al coro o di iniziare la Messa, come si é comportato in sacrestia, come si é preparato, quali mezzi ha predisposto e usato per conservare il raccoglimento?
Vuoi che ti insegni come accrescere maggiormente la tua partecipazione interiore alla celebrazione corale, come rendere più gradita a Dio la tua lode e come progredire nella santità?
Ascolta ciò che ti dico.
Se già qualche scintilla del divino amore é stata accesa in te, non cacciarla via, non esporla al vento.
Tieni chiuso il focolare del tuo cuore, perché non si raffreddi e non perda calore.
Fuggi, cioé le distrazioni per quanto puoi.
Rimani raccolto con Dio, evita le chiacchiere inutili.
Hai il mandato di predicare e di insegnare?
Studia e applicati a quelle cose che sono necessarie per compiere bene questo incarico.
Dà sempre buon esempio e cerca di essere il primo in ogni cosa.
Prédica prima di tutto con la vita e la santità, perché non succeda che essendo la tua condotta in contraddizione con la tua prèdica tu perda ogni credibilità.
Eserciti la cura d'anime?
Non trascurare per questo la cura di te stesso, e non darti agli altri fino al punto che non rimanga nulla di te a te stesso.
Devi avere certo presente il ricordo delle anime di cui sei pastore, ma non dimenticarti di te stesso.
Comprendete, fratelli, che niente é così necessario a tutte le persone ecclesiastiche quanto la meditazione che precede, accompagna e segue tutte le nostre azioni: Canterò, dice il profeta, e mediterò (cfr. Sal 100, 1 volg.)
Se amministri i sacramenti, o fratello, medita ciò che fai.
Se celebri la Messa, medita ciò che offri.
Se reciti i salmi in coro, medita a chi e di che cosa parli.
Se guidi le anime, medita da quale sangue siano state lavate; e «tutto si faccia tra voi nella carità» (1 Cor 16, 14).
Così potremo facilmente superare le difficoltà che incontriamo, e sono innumerevoli, ogni giorno.
Del resto ciò é richiesto dal compito affidatoci.
Se così faremo avremo la forza per generare Cristo in noi e negli altri...

- San Carlo Borromeo - 

Acta Ecclesiae Mediolanensis, Milano 1599, 1177-1178



"Tutte le vostre cose si facciano nell’amore,
così potremo superare tutte le difficoltà
che innumerevoli dobbiamo sperimentare
giorno per giorno;
e così avremo le forze
per generare Cristo in noi e negli altri”.

Dagli insegnamenti di san Carlo Borromeo,
nel suo ultimo Sinodo Diocesano

"San Carlo Borromeo"
di Orazio Borgianni, 1610-16

"Le anime si conquistano
con le ginocchia".

- San Carlo Borromeo - 


"Se già qualche scintilla del divino amore è stata accesa in te,
non cacciarla via, non esporla al vento.
Tieni chiuso il focolare del tuo cuore, perchè non si raffreddi e non perda calore.
Fuggi cioè le distrazioni per quanto puoi.
Rimani raccolto con Dio ed evita le chiacchiere inutili."


- San  Carlo Borromeo - 






Buona giornata a tutti. :-)











martedì 1 novembre 2016

1° Novembre - Tutti i Santi

La festa di oggi ha per oggetto la glorificazione di tutti i Santi che sono in cielo: Angeli, Martiri, Confessori, Vergini. La sua origine viene dalla commemorazione di tutti i martiri che fin dal secolo quarto si faceva in alcune chiese particolari. 
Bonifacio IV nell'anno 609 chiese ed ottenne dall'imperatore il Pantheon che Marco Agrippa aveva dedicato a Giove Vendicatore e lo consacrò dedicandolo a Maria SS. Regina di tutti i Martiri. Il tempio venne chiamato S. Maria ad Martires e nella Chiesa di Roma fu stabilita la festa della dedicazione per il giorno 13 maggio.
Terminata l'epoca della persecuzione, si sentì il bisogno di presentare alle preghiere dei fedeli anche le anime che si erano santificate nelle condizioni di tempo e di luogo comuni a tutti. 

Con questo nuovo indirizzo, la festa di tutti i Martiri venne trasportata dal 13 maggio al I novembre, e dedicata a tutti i Santi del Paradiso.
Per quanto sia grande il numero dei Santi di cui la Chiesa celebra la festa nel corso dell'anno, è certo molto più grande il numero di coloro dei quali non conosce il nome, le virtù, i meriti. 

Quante anime sante di tutte le età, di tutte le condizioni sociali, presso tutti i popoli! Santi nella gerarchia ecclesiastica, nei deserti, nei monasteri, tra i professionisti, tra gli operai, tra le donne di casa, tra i poveri, tra gli ammalati! 
Quanti servi fedeli di Dio nascosti nell'oscurità di una vita umile e sconosciuta! 
Quante anime grandi pur tra le occupazioni più basse e più comuni! Santi che Dio ha pienamente ricompensati! Era quindi giusto che la Chiesa li celebrasse ed onorasse, e ciò fece con l'istituzione della presente solennità.
In tal modo, tra quella immensa folla di cui parla l'evangelista S. Giovanni, « che nessuno può contare, di tutte le genti,tribù e popoli e lingue che stanno davanti al trono e davanti all'Agnello, rivestiti di bianche vesti, con le palme nelle mani » noi veneriamo quei virtuosi che nell'oscurità della loro condizione e tra privazioni di ogni sorta condussero una vita innocente e santa; quelli che non si sono lasciati abbagliare dalle cose del mondo, ma le hanno stimate nella loro realtà; rendiamo omaggio a quelle persone che pur tra gli splendori e gli onori mondani si sono conservate umili e pure; veneriamo quelli che si son fatti santi seguendo con purità di cuore le massime del Vangelo; onoriamo i nostri fratelli, che nella stessa casa, con le stesse regole di vita, con le medesime passioni, con le stesse tentazioni ed ostacoli, hanno raggiunto il cielo ed ora godono perfetta felicità. Certo, questa folla immensa che noi oggi festeggiamo, questa turba innumerevole di eroi che hanno raggiunto la mèta, pur passando attraverso le difficoltà della vita presente, devono essere per noi di grande consolazione e di incitamento ad imitarli.


"Il segno della santità non è la perfezione, ma la consacrazione. Un santo non è un uomo senza difetti, è un uomo che si è dato senza riserve a Dio." 

- Williams Richardson - 



"Santificate voi stessi e santificherete la società."

- San Francesco d’Assisi - 


"Il mondo è nato dall’amore, è sostenuto dall’amore, va verso l’amore ed entra nell’amore." 

- San Francesco di Sales -


"Dio non si raggiunge che attraverso l’amore." 

- Santa Teresa d’Avila - 


"L'umiltà è l'inizio della santità." 

- Madre Teresa di Calcutta - 



La santità non consiste nel fare cose straordinarie, ma nel fare straordinariamente bene le cose ordinarie. 

- Beato Luigi Monza - 






Buona giornata a tutti. :-)