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sabato 7 luglio 2018

Invito agli sposi – cardinale Carlo Maria Martini

La famiglia alla prova

Il Signore chiama solo per rendere felici. Le possibili scelte di vita, il matrimonio e la vita consacrata, la dedizione al ministero del prete e del diacono, l'assunzione della professione come una missione possono essere un modo di vivere la vocazione cristiana se sono motivate dall'amore e non dall'egoismo, se comportano una dedizione definitiva, se il criterio e lo stile della vita quotidiana è quello del Vangelo.

La prima è quella di essere marito e moglie, papà e mamma. L'inerzia della vita con le sue frenesie e le sue noie, il logorio della convivenza, il fatto che ciascuno sia prima o poi una delusione per l'altro quando emergono e si irrigidiscono difetti e cattiverie, tutto questo finisce per far dimenticare la benedizione del volersi bene, del vivere insieme, del mettere al mondo i figli e introdurli nella vita. L'amore che ha persuaso al matrimonio non si riduce all'emozione di una stagione un po' euforica, non è solo un'attrazione che il tempo consuma. L'amore sponsale è vocazione: nel volersi bene, marito e moglie possono riconoscere la chiamata del Signore.

Il matrimonio non è solo la decisione di un uomo e di una donna: è la grazia che attrae due persone mature, consapevoli, contente, a dare un volto definitivo alla propria libertà. Il volto di due persone che si amano rivela qualcosa del mistero di Dio. Vorrei pertanto invitare a custodire la bellezza dell'amore sponsale e a perseverare in questa vocazione: ne deriva tutta una concezione della vita che incoraggia la fedeltà, consente di sostenere le prove, le delusioni, aiuta ad attraversare le eventuali crisi senza ritenerle irrimediabili.

Chi vive il suo matrimonio come una vocazione professa la sua fede: non si tratta solo di rapporti umani che possono essere motivo di felicità o di tormento, si tratta di attraversare i giorni con la certezza della presenza del Signore, con l'umile pazienza di prendere ogni giorno la propria croce, con la fierezza di poter far fronte, per grazia di Dio, alle responsabilità. Non sempre gli impegni professionali, gli adempimenti di famiglia, le condizioni di salute, il contesto in cui si vive, aiutano a vedere con lucidità la bellezza e la grandezza di questa vocazione. È necessario reagire all'inerzia indotta dalla vita quotidiana e volere tenacemente anche momenti di libertà, di serenità, di preghiera.
Invito pertanto a pregare insieme: una preghiera semplice per ringraziare il Signore, per chiedere la sua benedizione per sé, i figli, gli amici, la comunità: qualche Ave Maria per tutte quelle attese e quelle pene che forse non si riescono neppure a dire tra i coniugi.
Invito ad aver cura di qualche data, a distinguerla con un segno, come una visita a un santuario, una messa anche in giorno feriale, una lettera per dire quelle parole che inceppano la voce: la data del matrimonio, quella del battesimo dei figli, quella di qualche lutto familiare, tanto per fare qualche esempio.
Invito a trovare il tempo per parlare l'uno all'altro con semplicità, senza trasformare ogni punto di vista in un puntiglio, ogni divergenza in un litigio: un tempo per parlare, scambiare delle idee, riconoscere gli errori e chiedersi scusa, rallegrarsi del bene compiuto, un tempo per parlare passeggiando tranquillamente la domenica pomeriggio, senza fretta. E invito a stare per qualche tempo da soli, ciascuno per conto suo: un momento di distacco può aiutare a stare insieme meglio e più volentieri.
Invito infine gli sposi ad avere fiducia nell'incidenza della loro opera educativa: troppi genitori sono scoraggiati dall'impressione di una certa impermeabilità dei loro figli, che sono capaci di pretendere molto, ma risultano refrattari a ogni interferenza nelle loro amicizie, nei loro orari, nel loro mondo. 
La vocazione dei genitori a educare è benedetta da Dio: perciò occorre che essi trasformino le loro apprensioni in preghiera, meditazione, confronto pacato. Educare è come seminare: il frutto non è garantito e non è immediato, ma se non si semina è certo che non ci sarà raccolto. Educare è una grazia che il Signore fa: occorre accoglierla con gratitudine e senso di responsabilità. Talora richiederà pazienza e amabile condiscendenza, talora fermezza e determinazione, talora, in una famiglia, capita anche di litigare e di andare a letto senza salutarsi: ma non bisogna perdersi d'animo, non c'è niente di irrimediabile per chi si lascia condurre dallo Spirito di Dio. Ed esorto ad affidare spesso i figli alla protezione di Maria, a non tralasciare una decina del rosario per ciascuno di loro, con fiducia e senza perdere la stima né di se stessi né dei propri figli. Educare è diventare collaboratori di Dio perché ciascuno realizzi la sua vocazione.

- cardinale Carlo Maria Martini -



Non esiste una famiglia perfetta. 
Non abbiamo genitori perfetti, non siamo perfetti, non sposiamo una persona perfetta, non abbiamo figli perfetti. Abbiamo lamentele da parte di altri. 
Ci siamo delusi l'un l'altro. Pertanto, non esiste un matrimonio sano o una famiglia sana senza l'esercizio del perdono. Il perdono è vitale per la nostra salute emotiva e per la nostra sopravvivenza spirituale. Senza perdono la famiglia diventa un'arena di conflitto e una ridotta di punizioni.
Senza perdono, la famiglia si ammala. Il perdono sterilizza dell'anima, pulisce la mente, libera il cuore. Colui che non perdona non ha pace nell'anima o comunione con Dio. Il dolore è un veleno che intossica e uccide. Mantenere il dolore nel cuore è un gesto autodistruttivo. Colui che non perdona diventa fisicamente, emotivamente e spiritualmente malato.
Ed è per questo che la famiglia ha bisogno di essere un luogo di vita e non di morte, il territorio della cura e non della malattia, lo scenario del perdono e non della colpa.
Il perdono porta gioia dove il dolore produce tristezza e dove il dolore ha causato la malattia.


Testo erroneamente attribuito a Papa Francesco, non se ne conosce la fonte corretta.




Preghiera alla Santa Famiglia

Gesù, Maria e Giuseppe,
in voi contempliamo
lo splendore dell'amore vero,
a voi con fiducia ci rivolgiamo.
Santa Famiglia di Nazareth,
rendi anche le nostre famiglie
luoghi di comunione e cenacoli di preghiera,
autentiche scuole del Vangelo
e piccole Chiese domestiche.
Santa Famiglia di Nazareth,
mai più nelle famiglie si faccia esperienza
di violenza, chiusura e divisione:
chiunque è stato ferito o scandalizzato
conosca presto consolazione e guarigione.
Santa Famiglia di Nazareth,
il prossimo Sinodo dei Vescovi
possa ridestare in tutti la consapevolezza
del carattere sacro e inviolabile della famiglia,
la sua bellezza nel progetto di Dio.

Gesù, Maria e Giuseppe,
ascoltate, esaudite la nostra supplica. Amen.




Buona giornata a tutti. :-)



martedì 22 maggio 2018

Matrimonio - Adélia Prado

Ci sono donne che dicono:
mio marito, se vuol pescare,
peschi pure,
ma che pulisca i pesci.

Io no. A qualsiasi ora 
della notte mi sveglio, 
aiuto a desquamare, aprire, 
tagliare e salare.

E’ così bello, solo noi soli 
in cucina,
a volte i gomiti 
si urtano,
lui dice cose come “questo è stato 
difficile”
“ha luccicato in aria 
scuotendo la coda”
e fa il gesto con la mano.

Il silenzio di quando ci siamo visti la 
prima volta
attraversa la cucina come un fiume 
profondo.
Infine, i pesci sul vassoio,
andiamo a dormire.

Cose argentate irrompono:
siamo marito e moglie.

- Adélia Prado -



O Signore,
nel mio cuore,
si è acceso l’amore per una creatura
che anche tu conosci e ami.
Tu ci hai fatti incontrare l’uno all’altro,
perché non restassimo soli.
O divino Spirito,
ti ringrazio di questo dono
che mi inonda di una gioia profonda,
mi rende simile a te che sei l’amore,
e mi fa comprendere il valore
della vita che tu mi hai donato.
Fa’ che io non sciupi questa immensa ricchezza,
che tu mi hai messo nel cuore:
insegnami che l’amore è un dono
e non può mescolarsi con nessun egoismo.

Ti prego, Signore,
per chi mi aspetta e mi pensa,
per chi ha messo in me il suo avvenire,
per chi mi starà accanto per tutta la vita:
rendici degni l’uno dell’altro,
rendici l’uno all’altro di esempio e aiuto.
Preparaci al matrimonio,
alla sua grandezza, alle sue responsabilità,
così che fin d’ora le nostre anime
posseggano i nostri corpi
e regnino nell’ amore.

- Papa Paolo VI -  




Entrambi credete di avere ragione: ma vale davvero così tanto questa ragione?

Tanti auguri a Laura & Marco, 
assidui lettori da sempre,  nell'anniversario del loro matrimonio. 

Buona giornata a tutti. :-)

Oggi ricordiamo Santa Rita da Cascia, 
"quando l'impossibile diventa possibile". 

E' fra le mie sante preferite 

su: hhhp://www.lapreghieraquotidiana.blogspot.it

la preghiera di intercessione 




lunedì 22 maggio 2017

Preghiera per gli sposi - Santa Rita da Cascia, 22 maggio 2017

Subito dopo la morte, santa Rita da Cascia era già venerata come protettrice dalla peste, probabilmente per il fatto di essersi dedicata in vita alla cura degli appestati, senza contrarre mai la malattia. Fu questo uno dei motivi, forse il primo, a farle ottenere popolarmente l’epiteto di Santa degli impossibili.

Preghiera a Santa Rita per una causa impossibile

Sotto il peso del dolore, a te, cara Santa Rita, io ricorro fiducioso di essere esaudito. 
Libera, ti prego, il mio povero cuore dalle angustie che l’opprimono e ridona la calma al mio spirito, ricolmo di affanni.
Tu che fosti prescelta da Dio per avvocata dei casi più disperati, impetrami la grazia che ardentemente ti chiedo 
[chiedere la grazia che si desidera].
Se sono di ostacolo, al compimento dei miei desideri, le mie colpe, ottienimi da Dio la grazia del ravvedimento e del perdono mediante una sincera confessione.
Non permettere che più a lungo io sparga lacrime di amarezza.
O santa della spina e della rosa, premia la mia grande speranza in te, e dovunque farò conoscere le grandi tue misericordie verso gli animi afflitti.
O Sposa di Gesù Crocifisso, aiutami a ben vivere e a ben morire. Amen. 



Preghiera per gli sposi

O’ gloriosa Santa Rita, 
Ottienici dal Signore la forza necessaria 
per mantenerci fedeli a Dio e verso di noi.
Prenditi cura delle nostre persone, 
benedici il nostro cammino, 
perché tutto torni a gloria di Dio 
e a nostro comune vantaggio.
Nulla mai turbi la nostra concordia. 
Sia prospera la nostra casa, o
Santa Rita; l’assistano gli angeli della
pace, l’abbandoni ogni maligna discordia, 
vi regni sovrana la carità,
e non venga mai meno quell’amore 
che unisce due cuori, che lega
due anime redente dal Sangue purissimo di Gesù.
Amen



Tanti auguri a Laura e Marco che oggi festeggiano i tredici anni di matrimonio e buona giornata a tutti. :-)

domenica 19 giugno 2016

Daniela e Gabriele oggi sposi


Amici ed amiche che seguite le mie letture e le mie fantasie, oggi è una giornata speciale perchè mio figlio Gabriele si sposa con Daniela.
La pagina di oggi è dedicata a loro due e alla vita in comune che stanno intraprendendo, alla famiglia che stanno costruendo. 
L’augurio è di una vita che sia lunga, felice, piena d'amore, di felicità.
L’esperienza dei miei 45 anni di matrimonio mi insegna che i momenti difficili, gli ostacoli, … saranno tanti. Il desiderio di buttare tutto all'aria.... i momenti di sconforto saranno tanti.
Eppure se faccio un bilancio della mia vita familiare... rifarei tutto da capo senza cambiare una virgola. 
Mi è sembrato adatto questo scritto di don Cesare Lodeserto.




Il valore dei sacrifici… 
Il cammino della vita esige non pochi sacrifici, spesso difficili, sofferti e nello stesso tempo incompresi. 
Tutte le famiglie hanno nel cassetto dei propri racconti tanti sacrifici e pochi possono affermare di aver raggiunto risultati positivi senza aver dovuto oltrepassare la porta stretta del sacrificio. 
Raccontarli commuove ed accade che i genitori non li raccontino neanche ai propri figli, perché non conoscano le umiliazioni, le privazioni ed i distacchi che hanno dovuto subire. 
Ma i sacrifici dei padri e delle madri sono segnati nei solchi delle loro rughe, negli acciacchi, negli sguardi silenziosi e sereni rivolti ai loro figli che godono i frutti dei loro sacrifici. 
Ma i figli hanno il dovere di leggere nel silenzio dei genitori i sacrifici vissuti e le tante privazioni fatte per dare loro la possibilità di studiare, avere qualcosa come gli altri, non essere inferiori agli amici, pagare le raccomandazioni per ottenere un posto di lavoro. Si, perché i sacrifici dei genitori arrivano, per il sol bene dei figli, a sottomettersi anche alle malefatte dei parassiti e degli sfruttatori della sofferenza umana. 
Realtà non raccontate, umiliazioni vissute, lacrime nascoste, e tutto ciò perché figli non vivano le stesse situazioni, abbiano una casa, tanta dignità e possano trasmettere ai loro altri figli una vita migliore. 
E’ triste il comportamento di quei figli che non hanno consapevolezza e rispetto dei sacrifici dei genitori, fino ad arrivare a togliere loro il gruzzoletto di una pensione per consumarla nella dissolutezza. 
Questa è una violenza inaccettabile, perché i sacrifici dei genitori sono sacri, e vanno rispettati quando sono ancora in vita e non solo ricordati nel tempo della loro scomparsa.
La memoria di quanto hanno fatto non basta, quando è oggi che bisogna andare ad abbracciarli, dire loro grazie, far sentire il caloroso successo dei loro sacrifici, dimostrando con la vita che non sono stati assolutamente sacrifici inutili. 
No, il sacrificio non sarà mai inutile, quando a raccoglierne i benefici sarà un altro che ne comprenderà il valore ed avrà lo stesso coraggio di compiere sacrifici per costruire il mondo di chi verrà dopo. 
Grazie a tutti coloro che per me hanno fatto sacrifici, ad iniziare dai genitori 

- don Cesare Lodeserto - 
(22 aprile 2016)


Quando l’amore vi chiama,
seguitelo, anche se le sue vie
sono dure e scoscese.
E quando le sue ali vi abbracciano,
arrendetevi a lui.
Quando vi parla, credete in lui,
anche se la sua voce
può cancellare i vostri sogni,
come il vento scompiglia il giardino.
Come covoni di grano, vi raccoglie in sé.
Vi batte fino a farvi spogli.
Vi setaccia per liberarvi dalla pula.
Vi macina per farvi farina bianca.
Vi impasta finché non siete docili alle mani;
e vi consegna al fuoco sacro,
perché siete pane consacrato
alla mensa del Signore.
L’amore non dà altro che se stesso e
non prende niente se non da sé.
L’amore non possiede
né vuol essere posseduto,
perché l’amore basta all’amore.


- Kahlil Gibran -


La donna che hai al fianco, emozionata, con l’abito da sposa, è mia.

Io l’ho creata. Io le ho voluto bene da sempre; ancor prima di te e ancor più di te. Per lei non ho esitato a dare la mia vita. 
Te l’affido. La prenderai dalle mie mani e ne diventerai responsabile.

Quando l’hai incontrata l’hai trovata bella e te ne sei innamorato. 
Sono le mie mani che hanno plasmato la sua bellezza, è il mio cuore che ha messo dentro di lei la tenerezza e l’amore, è la mia sapienza che ha formato la sua sensibilità, la sua intelligenza e tutte le belle qualità che hai trovato in lei.
Però non potrai limitarti a godere del suo fascino. Dovrai impegnarti a rispondere ai suoi bisogni e ai suoi desideri. 

Ha bisogno di tante cose: di casa, di vestito, di serenità, di gioia, di rapporti umani, d’affetto e tenerezza, di piacere e di divertimento, di presenza umana e di dialogo, di relazioni sociali e familiari, di soddisfazioni nel lavoro e di tante altre cose…

Ma dovrai renderti conto che avrà bisogno soprattutto di Me, e di tutto quello che aiuta e favorisce quest’incontro con Me; la pace del cuore, la purezza di spirito, la preghiera, la parola, il perdono, la speranza e la fiducia in Me, la Mia vita.

La ameremo insieme. Io la amo da sempre. Tu hai cominciato ad amarla da qualche anno, da quando l’hai incontrata. Sono io che ho messo nel tuo cuore l’amore per lei. 

Era il modo più bello per dirti: "Ecco te l’affido", perchè tu potessi godere della sua bellezza e delle sue qualità. Quando le hai detto: "Prometto di esserti fedele, di amarti e rispettarti per tutta la vita", è come se mi avessi risposto che sei lieto di accoglierla nella tua vita e di prenderti cura di lei.
Da quel momento siamo in due ad amarla. Anzi, ti renderò capace di amarla come Dio, regalandoti un supplemento d’amore, che trasforma il tuo amore di creatura e lo rende capace di produrre le opere di Dio nella donna che ami.

E’ il mio dono di nozze: quello che si chiama la grazia del sacramento del matrimonio.

Non ti lascerò mai solo in questa impresa. Sarò sempre con te e farò di te lo strumento del mio amore e della mia tenerezza; continuerò ad amare la Mia creatura, che è diventata tua sposa, attraverso i tuoi gesti d’amore.


- Giordano Muraro
Fonte: Prometto di esserti fedele


Commento su Matteo 5,27-32 di Paolo Curtaz

È esigente Gesù. Smonta pezzo per pezzo le nostre interpretazioni annacquate delle sue richieste... Quante volte ci avviciniamo alla fede come se Dio fosse l'Agenzia delle Entrate: le tasse bisogna pur pagarle, ma meno se ne pagano e meglio è! A qualcosa bisogna pur credere, ma se per credere bisogna anche convertirsi, allora contrattiamo il minimo sindacale. Negli affetti, ad esempio: qualche pensiero osceno non fa certo male, qualche fantasia non procura danni, tanto poi resto fedele al mio coniuge... Gesù propone un atteggiamento completamente diverso: Dio ha voluto sin dall'inizio la coppia, un uomo e una donna che si amassero per tutta la vita, compagni di viaggio verso la pienezza. L'interpretazione riduttiva e maschilista del rapporto di coppia non è il sogno di Dio, non è il progetto che egli ha voluto. Gesù ce lo ricorda, dicendo che vale la pena di sacrificare ogni cosa per perseguire questo sogno, per realizzare questo progetto. Prendiamo sul serio le parole del Maestro: la fede può davvero illuminare e cambiare radicalmente la nostra vita, anche quando si tratta della vita affettiva e di coppia. Che bello poterlo dire in questi fragili tempi in cui si ha paura di amare!

- Paolo Curtaz - 



Oggi chiedo a tutti una preghiera per gli sposi e per la mia famiglia. 




Buona giornata a tutti. :-)
Stefania



venerdì 28 settembre 2012

Preghiera degli sposi - Papa Paolo VI -

O Signore,
nel mio cuore,
si è acceso l’amore per una creatura
che anche tu conosci e ami.
Tu ci hai fatti incontrare l’uno all’altro,
perché non restassimo soli.

O divino Spirito,
ti ringrazio di questo dono
che mi inonda di una gioia profonda,
mi rende simile a te che sei l’amore,
e mi fa comprendere il valore
della vita che tu mi hai donato.

Fa’ che io non sciupi questa immensa ricchezza,
che tu mi hai messo nel cuore:
insegnami che l’amore è un dono
e non può mescolarsi con nessun egoismo.

Ti prego, Signore,
per chi mi aspetta e mi pensa,
per chi ha messo in me il suo avvenire,
per chi mi starà accanto per tutta la vita:
rendici degni l’uno dell’altro,
rendici l’uno all’altro di esempio e aiuto.

Preparaci al matrimonio,
alla sua grandezza, alle sue responsabilità,
così che fin d’ora le nostre anime
posseggano i nostri corpi
e regnino nell’ amore.

(Papa Paolo VI, Servo di Dio)






Ti amerò, Signore mio,
lavorando con le mani,
e perdonando chi mi offende,
camminando insieme alla mia donna
e appoggiando le mie labbra sulle sue.
Ti amerò
Crescendo i miei figli,
parlando loro di te
e cercandoti nei loro occhi.
Ti amerò
Anche senza appalusi,
anche senza gloria,
anche senza niente,
Ti amerò Signore,
senza misura, alla follia,
fino a fare indigestione
di eternità.

-       Eric Pearlman -



La  passione è  la linfa vitale dell'essere umano 
mentre la paura ne è la morte! 
Quando rinunciamo ad amare per paura di soffrire 
o rinunciamo ai nostri sogni per paura di fallire 
stiamo rinunciando a vivere!


 "Che cosa è Dio?" domanda il bambino.
La mamma lo stringe fra le braccia e gli chiede: "Che cosa provi?"
"Ti voglio bene" risponde il bambino.
"Ecco, Dio è questo".


Buona giornata a tutti. :-)