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martedì 30 luglio 2019

Il bicchiere – Paulo Coelho

Il vino rendeva le cose più facili per lui. E per me.  
– Perché ti sei interrotto all’improvviso? Perché non vuoi parlare di Dio, della Vergine, del mondo spirituale?
– Voglio parlare di un altro tipo di amore – insistette lui. – Quello che  provano un uomo e una donna, e in cui pure si manifestano i miracoli.
Presi le sue mani. Poteva anche conoscere i grandi misteri della Dea – ma di amore ne sapeva quanto me. Anche se aveva viaggiato tanto.
E io avrei dovuto pagare un prezzo: l’iniziativa. Perché la donna paga il prezzo più alto: la resa.
Restammo lì tenendoci per mano a lungo. 
Leggevo nei suoi occhi le paure ancestrali che il vero amore suscita come prove da vincere. 
Vi lessi il ricordo del rifiuto della sera precedente, il lungo tempo che avevamo trascorso separati, gli anni nel monastero alla ricerca di un mondo dove queste cose non accadevano.
Leggevo nei suoi occhi le migliaia di volte in cui si era prefigurato questo momento, gli scenari che aveva creato intorno a noi, la pettinatura che avrei potuto avere in quel momento e il colore dei miei vestiti. Io avrei voluto dirgli che “sì”, sarebbe stato il benvenuto, che il mio cuore aveva vinto la battaglia. Avrei voluto dirgli quanto lo amavo, quanto lo desideravo in quel momento.
Ma rimasi in silenzio. Assistetti, come se fosse un sogno, alla sua lotta interiore. Vidi che aveva davanti a sé il mio “no”, la paura di perdermi, le dure parole che aveva udito in momenti simili – perché ci passiamo tutti, e accumuliamo cicatrici.
I suoi occhi cominciarono a brillare. Sapevo che stava superando tutte quelle barriere.
Allora liberai una delle mie mani, presi un bicchiere e lo spostai sul bordo del tavolo.
– Cadrà – disse lui.
– Proprio così. Voglio che tu lo faccia cadere.
– Rompere un bicchiere?
Sì, rompere un bicchiere. Un gesto apparentemente semplice, ma che implicava certi terrori che non riusciremo mai a comprendere bene. Cosa c’è di sbagliato nel rompere un bicchiere di poco valore – quando a tutti è capitato di farlo nella vita?
– Rompere un bicchiere? – ripetè lui. – Perché?
– Potrei darti varie spiegazioni – risposi. - Ma, in realtà, è solo per romperlo.
– Per te?
– Ovviamente no.
Guardava il bicchiere di vetro sul bordo del tavolo – preoccupato che cadesse.
"È un rito di passaggio, come dici anche tu”, mi venne voglia di dirgli. 
“ È ciò che è proibito. I bicchieri non si rompono di proposito. 
Quando entriamo in un ristorante, o anche quando siamo a casa, stiamo attenti a che i bicchieri non finiscano sul bordo del tavolo. Il nostro universo esige da noi che si faccia attenzione a che i bicchieri non cadano a terra.
Eppure - continuai a pensare - se involontariamente li rompiamo, ci accorgiamo che non era poi così tanto grave. 
Il cameriere dice “non ha importanza”, e a me non è mai capitato di vedere che un bicchiere rotto venisse incluso nel conto di un ristorante. 
Rompere bicchieri fa parte della vita, e non causiamo alcun danno a noi, al ristorante, o al prossimo.
Diedi uno spinta al tavolo. Il bicchiere ondeggiò, ma non cadde.
– Attenzione! – esclamò lui, istintivamente.
– Rompi il bicchiere – insistetti.
Rompi questo bicchiere, pensavo fra me e me, perché è un gesto simbolico. Cerca di capire che io, dentro di me, ho rotto cose ben più importanti di un bicchiere, e ne sono felice. 
Pensa alla tua lotta interiore e rompi questo bicchiere.
Perché i nostri genitori ci hanno insegnato a fare attenzione con i bicchieri, e con i corpi. 
Ci hanno insegnato che le passioni dell’infanzia sono impossibili, che non si devono allontanare gli uomini dal sacerdozio, che gli uomini non fanno miracoli, e che nessuno parte per un viaggio senza conoscere la meta.
Rompi questo bicchiere, ti prego – e liberaci da tutti questi maledetti concetti, da questa mania che tutto si deve spiegare e che si deve fare solo quello che gli altri approvano.
– Rompi questo bicchiere – lo pregai ancora una volta.
Fissò i suoi occhi nei miei. Poi, lentamente, fece scivolare la mano sul ripiano del tavolo, fino a sfiorare il bicchiere. Con un movimento rapido, lo fece cadere a terra.
Il rumore del vetro che andava in frantumi attirò l’attenzione di tutti. 
Invece di dissimulare il gesto con una richiesta di scuse, lui mi guardava sorridendo – e io ricambiavo il suo sorriso.
– Non ha importanza – esclamò il giovane che serviva ai tavoli.

Ma lui non mi udì. Si era alzato, mi aveva afferrata per i capelli e mi stava baciando.

Afferrai anch’io i suoi capelli, lo abbracciai con tutta la forza, morsi le sue labbra, sentii la sua lingua muoversi nella mia bocca. 

Era un bacio che avevo atteso a lungo – che era nato presso i fiumi della nostra infanzia, quando ancora non comprendevamo il significato dell’amore. 
Un bacio che era rimasto in sospeso quando eravamo cresciuti, che aveva viaggiato nel mondo attraverso il ricordo di una medaglia, che era rimasto nascosto dietro pile di libri di studio per un concorso pubblico. 
Un bacio che si era smarrito tante volte e che ora era stato ritrovato. 
In quel minuto di bacio c’erano anni di ricerche, di delusioni, di sogni impossibili. 

Lo baciai con forza. Le poche persone presenti nel bar devono averci guardato, e forse pensavano di assistere a un semplice bacio. 
Non sapevano che in quel minuto di bacio c’era la somma della mia vita, della vita di lui, della vita di chiunque speri, sogni e ricerchi il proprio cammino sotto il sole.
Nel minuto di quel bacio c’erano tutti i momenti di gioia che ho vissuto.

- Paulo Coelho -
Fonte: "Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto", di Paulo Coelho


Buona giornata a tutti. :-)







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domenica 28 luglio 2019

L'incidente - don Bruno Ferrero

Una giovane donna tornava a casa dal lavoro in automobile. 
Guidava con molta attenzione perché l'auto che stava usando era nuova fiammante, ritirata il giorno prima dal concessionario e comprata con i risparmi soprattutto del marito che aveva fatto parecchie rinunce per poter acquistare quel modello.
Ad un incrocio particolarmente affollato, la donna ebbe un attimo di indecisione e con il parafango andò ad urtare il paraurti di un'altra macchina.
La giovane donna scoppiò in lacrime. Come avrebbe potuto spiegare il danno al marito? 

Il conducente dell'altra auto fu comprensivo, ma spiegò che dovevano scambiarsi il numero della patente e i dati del libretto.
La donna cercò i documenti in una grande busta di plastica marrone. Cadde fuori un pezzo di carta.
In una decisa calligrafia maschile vi erano queste parole: "In caso di incidente..., ricorda, tesoro, io amo te, non la macchina!".





Lo dovremmo ricordare tutti, sempre. 
Le persone contano, non le cose. 
Quanto facciamo per le cose, le macchine, le case, l'organizzazione, l'efficienza materiale! 
Se dedicassimo lo stesso tempo e la stessa attenzione alle persone, il mondo sarebbe diverso. 
Dovremmo ritrovare il tempo per ascoltare, guardarsi negli occhi, piangere insieme, incoraggiarsi, ridere, passeggiare...
Ed è solo questo che porteremo con noi davanti a Dio. Noi e la nostra capacità d'amare. Non le cose, neanche i vestiti, neanche questo corpo...





Un papà e il suo bambino camminavano sotto i portici di una via cittadina su cui si affacciavano negozi e grandi magazzini. 
Il papà portava una borsa di plastica piena di pacchetti e sbuffò, rivolto al bambino. 
"Ti ho preso la tuta rossa, ti ho preso il robot trasformabile ti ho preso la bustina dei calciatori... Che cosa devo ancora prenderti?".

- don Bruno Ferrero - 
da: "A volte basta un raggio di sole" , Editore Elledici


La più grande scoperta della mia generazione è che l’uomo può cambiare la propria vita semplicemente cambiando il proprio atteggiamento mentale. 

- William James - 



Buona giornata a tutti. :-)






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lunedì 22 luglio 2019

Preghiera per la vita nascente – papa Benedetto XVI

Signore Gesù, 
che fedelmente visiti e colmi con la tua Presenza
la Chiesa e la storia degli uomini;
che nel mirabile Sacramento del tuo Corpo e del tuo Sangue
ci rendi partecipi della Vita divina
e ci fai pregustare la gioia della Vita eterna;
noi ti adoriamo e ti benediciamo.

Prostráti dinanzi a Te, sorgente e amante della vita
realmente presente e vivo in mezzo a noi, ti supplichiamo.

Ridesta in noi il rispetto per ogni vita umana nascente, 

rendici capaci di scorgere nel frutto del grembo materno
la mirabile opera del Creatore,
disponi i nostri cuori alla generosa accoglienza di ogni bambino
che si affaccia alla vita.

Benedici le famiglie,
santifica l'unione degli sposi,
rendi fecondo il loro amore.

Accompagna con la luce del tuo Spirito
le scelte delle assemblee legislative,
perché i popoli e le nazioni riconoscano e rispettino
la sacralità della vita, di ogni vita umana.

Guida l'opera degli scienziati e dei medici,
perché il progresso contribuisca al bene integrale della persona
e nessuno patisca soppressione e ingiustizia.

Dona carità creativa agli amministratori e agli economisti,
perché sappiano intuire e promuovere condizioni sufficienti
affinché le giovani famiglie possano serenamente aprirsi
alla nascita di nuovi figli.

Consola le coppie di sposi che soffrono
a causa dell'impossibilità ad avere figli,
e nella tua bontà provvedi.

Educa tutti a prendersi cura dei bambini orfani o abbandonati,
perché possano sperimentare il calore della tua Carità,
la consolazione del tuo Cuore divino.

Con Maria tua Madre, la grande credente,
nel cui grembo hai assunto la nostra natura umana,
attendiamo da Te, unico nostro vero Bene e Salvatore,
la forza di amare e servire la vita,
in attesa di vivere sempre in Te,
nella Comunione della Trinità Beata.

- papa Benedetto XVI -
Basilica Vaticana
Sabato, 27 novembre 2010





La perfezione è solo di Dio, ma noi possiamo assomigliargli molto!




Santa Maria, donna gestante, grazie perché, se Gesù l'hai portato nel grembo nove mesi, noi ci stai portando tutta la vita. Donaci le tue fattezze. Modellaci sul tuo volto. Trasfondici i lineamenti del tuo spirito.
Perché, quando giungerà per noi il dies natalis, se le porte del Cielo ci si spalancheranno dinanzi senza fatica, sarà solo per questa nostra, sia pur pallida, somiglianza con te.


- don Tonino Bello - 




«Solo il precedere di Dio rende possibile il camminare nostro, il cooperare nostro, che è sempre un cooperare, non una nostra pura decisione. Perciò è importante sempre sapere che la prima parola, l’iniziativa vera, l’attività vera viene da Dio e solo inserendoci in questa iniziativa divina, solo implorando questa iniziativa divina, possiamo anche noi divenire
 - con Lui e in Lui - evangelizzatori. 
Dio è l’inizio sempre»

- Papa Benedetto XVI -
 8 ottobre 2012





venerdì 12 luglio 2019

Dubiti Amore Mio? - Fernando Pessoa

Temi forse che la mia timidezza
che viene dall’Amore, io non so come, sia
indifferenza.. no.. ah, non pensarlo!
Io non ho l’osare ne’ l’ardore
di certe donne, tremo di me stessa
e del mio amore, e non lo so perchè….
Ma ti amo…
Se ti amo perchè dubiti di me?
Ah Faust, se le parole
possono portare in sè l’anima,
se l’amore questo amore come io lo sento,
lo si può dire senza tentennamenti,
se quello che sento nell’animo a vederti
nell’avvertire i tuoi passi, nel pensare
a te, amore, a te; se gli sguardi, i baci
possono palesare l’amore, tutto l’amore:
devi credere che le mie parole, i miei baci,
il mio sguardo hanno quell’amore.
Se non riesco a gridare:
amore, amore, ardentemente e smisuratamente,
con la voce in fuoco,
è perchè dentro di me nasce un pudore
di dirlo troppo forte. (Ma non credere
che sia perchè ti amo poco, che invece
è l’amarti molto, così come ti amo)
Se non lo faccio, non dubitare, no..
E più non so dire; non l’ho imparato,
perchè l’amore non parla, non può
raccontare se stesso, chè non sarebbe
amore, o almeno questo amore che sento.
Non so, non so dirtelo… Non dubitare!
Forse fredda sembro agli occhi tuoi;
ma non dubitare che soffra molto, molto
perchè tu dubiti.



- Fernando Pessoa -
da Faust, a cura di Teresa Sobral Cunha, traduzione di Maria Josè de Lancastre, Einaudi, 1989


Due persone dicono reciprocamente “ti amo”, o lo pensano, e ciascuno vuol dire una cosa diversa, una vita diversa, perfino forse un colore diverso o un aroma diverso, nella somma astratta di impressioni che costituisce l’attività dell’anima.

- Fernando Pessoa -
(Il libro dell’inquietudine)



Amore è il fatto che tu sei per me il coltello col quale frugo dentro me stesso.
Il titolo è tratto da una lettera di Kafta a Milena. Questa frase, titolo del romanzo di Grossman, è l'implorazione di Miriam che anela alla fusione totale di corpo e anima.

Anche solo immaginare il tuo modo di parlare mi calma. E mi rende felice. 
Mi scorre nel corpo come una medicina, facendoti gorgogliare dentro di me. Non smettere. Non smettere mai.
Dopo aver fatto l’amore, dormiremo abbracciati. 
La tua schiena contro il mio ventre. 
E io stringerò le dita dei piedi attorno alle tue caviglie, come delle mollette, perché tu non possa volar via la notte. 
Saremo come un’immagine in un libro di scienze: un frutto tagliato a metà, tu la buccia e io il torsolo.
Mi stringerai ancora più forte e mi bacerai con tutta l’anima, come se, così facendo, riversassi in me tutto quello che è racchiuso e celato in te, che si aprirà e si svelerà nel mio corpo, piano piano, finché tutto si scioglierà.
Se potessi ti comprerei una casa grande enorme capace di contenere la tua anima e la riempirei con tutti i tuoi sogni grandi e piccoli.

- David Grossman - 






Buona giornata a tutti :-))


Buona giornata a tutti. :-)




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mercoledì 10 luglio 2019

Ti amo bambina (1927) - Cesare Pavese

Ti amo bambina,
di una febbre sensuale
che mi rugge nel sangue
quando dal primo bacio,
carezzevole sulla guancia fresca,
ti passo sulle labbra,
le serro nelle mie
e ti lambisco la lingua
umida di amore,
libidinosamente,
e scontro i denti forti
nitidi nei miei denti,
e tutti e due mordiamo,
suggiamo senza posa
e una mia mano timida
dalla tua gola fresca
ti scivola sul petto
e si contragge e stringe sopra un seno,
piccolo, cedevole,
molle di amore
come la tua bocca è bagnata.
O quando lontano da te
dinanzi al tuo ritratto
mi struggo a contemplare
dove di tra lo scialle
il tuo corpo è nascosto,
ma s'indovina nitido
e in basso tra le frange,
appaiono accavallate
le belle gambe nervose,
ma molli come i seni,
e le lunghe fila nere s'indugiano
in perfide ambagi
sulle ginocchia
sulle cosce strette
che mai amerò.
E questo è pure quell'amore triste
- ma oh come lontano
in questa sera trepidante di speranza -
che si perdeva in sogno a contemplare
i tuoi capelli lievi,
il tuo viso distrutto
dal segreto soffrire,
i tuoi grandi occhi spalancati
vigili sul dolore
- ma come tutto questo è stanco e pallido! -
Mi tenta questa sera
una gioia più forte,
una speranza più ardente,
che mi freme nel cuore
al pensiero sensuale di te.
Eppure tu eri bella
in quel sogno lontano,
in quell'ardore triste,
e ancora mi riafferri,
tentatrice, così.
Oh potere divino
di confondere in te
le due gioie diverse
e lambirti d'amore
in un'oscurità piena di luce,
che mi lasci negli occhi
il tuo sogno e il tuo pianto,
ma mi bruci e mi scuota le membra
sussultanti,
strette contro le tue membra
frementi,
in un delirio d'anima e di sangue.
Questo, bambina,
Non ti fa paura?

- Cesare Pavese -

 6 settembre 1927


“Tutte quante le cose e la carne del mondo
e le voci, non valgono l’accesa carezza
di quel corpo e quegli occhi.”

- Cesare Pavese -


Tu sei come una terra
che nessuno ha mai detto.
Tu non attendi nulla
se non la parola
che sgorgherà dal fondo
come un frutto tra i rami.
C'è un vento che ti giunge.
Cose secche e rimorte
t'ingombrano e vanno nel vento.
Membra e parole antiche.
Tu tremi nell'estate.

- Cesare Pavese -


"Il futuro verrà da un lungo dolore e da un lungo silenzio."


- Cesare Pavese -
(Il mestiere di vivere - 16 febbraio 1936)


Buona giornata a tutti. :-)





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martedì 2 luglio 2019

La Marioneta - Johnny Welch

Se per un istante Dio si dimenticherà che sono una marionetta di  stoffa e mi regalerà un pezzo di vita, probabilmente non direi tutto quello che penso, ma
in definitiva penserei tutto quello che dico.
Darei valore alle cose, non per quello che valgono, ma per quello che significano. 
Dormirei poco, sognerei di più, andrei quando gli altri si fermano, starei sveglio quando gli altri dormono, ascolterei quando gli altri parlano come gusterei un buon gelato al cioccolato!!
Se Dio mi regalasse un pezzo di vita, vestirei semplicemente, mi sdraierei al sole lasciando scoperto non solamente il mio corpo ma anche la mia anima.
Dio mio, se io avessi un cuore,scriverei il mio odio sul ghiaccio e aspetterei che si sciogliesse al sole.

Dipingerei con un sogno di Van Gogh sopra le stelle un poema di Benedetti e una canzone di Serrat sarebbe la serenata che offrirei alla luna.

Irrigherei con le mie lacrime le rose, per sentire il dolore delle loro spine e il carnoso bacio dei loro petali.
Dio mio, se io avessi un pezzo di vita non lascerei passare un solo giorno senza dire alla gente che amo, che la amo. 

Convincerei tutti gli uomini e le donne che sono i miei favoriti e vivrei innamorato dell'amore.
Agli uomini proverei quanto sbagliano al pensare che smettono di innamorarsi quando invecchiano, senza sapere che invecchiano quando smettono di innamorarsi.
A un bambino gli darei le ali, ma lascerei che imparasse a volare da solo. 

Agli anziani insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia ma con la dimenticanza.
Tante cose ho imparato da voi, gli Uomini!
Ho imparato che tutto il mondo ama vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel risalire la scarpata.
Ho imparato che quando un neonato stringe con il suo piccolo pugno, per  la prima volta, il dito di suo padre, lo tiene stretto per sempre.
Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardarne un altro dall'alto al basso solamente quando deve aiutarlo ad alzarsi.
Sono tante le cose che ho potuto imparare da voi, ma realmente, non mi serviranno a molto, perché quando mi metteranno dentro quella valigia, infelicemente starò morendo.


- Johnny Welch -
Inizialmente attribuita a Gabriel Garcia Marquez 




Avevo sempre creduto che morire d’amore non fosse altro che una licenza poetica. 
Quel pomeriggio, di nuovo a casa senza il gatto e senza lei, constatai che non solo era possibile morire, ma che io stesso, vecchio e senza nessuno, stavo morendo d’amore.

- Gabriel Garcia Marquez -
da: "Memoria delle mie puttane tristi"

Ignace Spiridon (1889-1920), La Gondole d' Amour


Quando fai sesso con una donna, e non la ami, è facile essere sicuri di sé.
Non ti poni il problema di piacere.
Vederla godere è solo la conferma che ci sai fare, per questo ti piace.
Ma tu prova a fare sesso con una donna che ami... comprenderai le mie paure.
Proverai la tremenda ansia di non essere abbastanza.
L’amore ci rende fragili...

- Gabriel García Márquez - 


Buona giornata a tutti. :-)