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mercoledì 7 aprile 2021

Il termosifone chiuso

C’era una volta uno strano termosifone. Era sempre freddo, anche durante l’inverno. Il fatto di non aver mai funzionato non gli permetteva di capire il senso del suo stare lì attaccato alla parete di un ufficio tra l’indifferenza di tutti gli impiegati che vi lavoravano.
Infatti, vi erano nello stesso stabile anche altri termosifoni che funzionavano bene; per tale motivo gli impiegati preferivano radunarsi accanto a questi, nei momenti di pausa, per riscaldarsi e chiacchierare un po’.
Tuttavia, lo strano termosifone non aveva mai capito il perché la gente non si accostasse a lui. Eppure esteriormente era uguale agli altri, non aveva né pezzi in più, né pezzi in meno. Lo strano termosifone non sapeva di non aver mai funzionato.
Un giorno, da lontano, vide un uomo simpatico che si fermava davanti ad ogni termosifone per la manutenzione e, dopo aver fatto una piccola chiacchierata col termosifone ed aver aggiustato ciò che non andava, passava a quello successivo.
Così, dopo tutti gli altri, arrivò finalmente il suo turno.
L’uomo dopo aver esaminato la situazione disse al termosifone:
“Sei freddo e non hai mai funzionato perché sei chiuso.
C’è una caldaia che invia acqua calda a tutti i termosifoni, anche a quelli che, come te, sono chiusi; perciò basterà aprirti e anche tu sarai attraversato da quest’acqua e darai calore.”

Dopo aver detto ciò, l’uomo aprì il termosifone con degli arnesi e di colpo il termosifone iniziò a sentire l’acqua calda che gli inviava la caldaia. 
Il termosifone fu molto contento perché finalmente tanta gente si accostava a lui per riscaldarsi. Il termosifone aveva scoperto un modo nuovo di vivere che non aveva mai sperimentato prima di allora.

Spesso anche noi siamo come questo termosifone. Il Signore dona il suo Amore e la sua Grazia ad ogni uomo, ma fin quando resteremo chiusi a lui non sperimenteremo mai il vero significato della vita e cosa significa “servire”.
Se ci apriremo al Signore molti si accosteranno a noi per ricevere il Suo calore.

Fraternità Francescana Secolare


“Sai qual è un errore che si fa sempre? Quello di credere che la vita sia immutabile, che una volta preso un binario lo si debba percorrere fino in fondo. Il destino, invece, ha molta più fantasia di noi. Proprio quando credi di trovarti in una situazione senza via di scampo, quando raggiungi il picco di disperazione massima, con la velocità di una raffica di vento tutto cambia, si stravolge, e da un momento all’altro ti trovi a vivere una nuova vita.”

- Susanna Tamaro -


Il ventesimo secolo avrà visto ogni tipo di crimini - Auschwitz, Hiroshima, genocidi - ma il solo vero crimine perfetto è, con le parole di Heidegger, “la seconda caduta dell’uomo, la caduta nella banalità”.
Violenza omicida della banalità che, proprio nella sua indifferenza e nella sua monotonia, è la forma più sottile di sterminio. 
Un vero teatro della crudeltà, della nostra crudeltà, completamente sdrammatizzata e senza traccia di sangue. 
Crimine perfetto perché abolisce tutte le poste in gioco e cancella le sue proprie tracce – ma soprattutto perché, di questo omicidio, siamo al tempo stesso gli artefici e le vittime.

- J.Baudrillard -
 
Patafisica e arte del vedere



Buona giornata a tutti. :-)


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domenica 20 settembre 2020

Segreteria telefonica

Che succederebbe se Gesú decidesse di installare una segreteria telefonica in Cielo?
Immagina, mentre stai pregando, di ricevere il seguente messaggio:


"Grazie per aver chiamato la Casa del Padre mio, per favore selezioni una delle seguenti opzioni:


Prema 1 per - Richieste
Prema 2 per - Azioni di Grazia
Prema 3 per - Invocazioni
Prema 4 per - Qualsiasi altra questione "

Immagina anche che Dio usi la famosa scusa: 


"E' nostro interesse ascoltarLa; però al momento, tutti gli Angeli sono impegnati ad ascoltare altri peccatori, per favore resti a pregare in linea per non perdere la priorità acquisita: la sua chiamata sarà accolta nell'ordine in cui e stata ricevuta."

Immagina di ricevere magari questo tipo di risposta: 


"Se desidera parlare con :


Maria - prema 5 
San Pietro - prema 6 
Arcangelo Michele - prema 7
altro Angelo - prema 8
Re Davide - prema 9 "

Ti immagini la scena seguente nella tua preghiera? 


"Il nostro computer segnala che Lei ha già chiamato oggi, riappenda immediatamente e liberi la linea per permettere che altri possano chiamare."

Oppure la seguente: 



"I nostri uffici sono chiusi nel fine settimana, per favore chiami lunedì."


Grazie a Dio: 
questo non succede. 

Grazie a Dio:
lo puoi chiamare nella preghiera quante volte ne hai necessità.

Grazie a Dio:
alla prima chiamata, Egli ti ascolta.

Grazie a Dio:
Egli risponde personalmente e ti conosce per nome.

Grazie a Dio:
Egli conosce le tue necessità ancora prima che le manifesti.

Grazie a Dio:
perché da noi dipende chiamarlo.

GRAZIE A DIO.



L'amicizia percorre danzando la terra,
recando a noi tutti l'appello di aprire gli occhi sulla felicità.

Epicuro
Sentenze Vaticane, 52



Noi siamo una lettera di Dio. 
Egli ha mandato te al mio indirizzo e me al tuo.


Buona giornata a tutti :-)

www.leggoerifletto.it


mercoledì 9 ottobre 2019

da: Le sentenze dei padri del deserto

«Abba Poemen diceva che vi sono tre cose importanti: 
“Temere il Signore, pregare senza posa e fare del bene al prossimo”. 
Ritirandosi nel deserto, i discepoli di Antonio non cercavano chi sa quali distrazioni, ma la possibilità di dedicare ogni momento della vita alla salvezza dell’anima e all’incontro con Dio. 
Nella giornata dell’eremita vi era, quindi, una sapiente alternanza di lavoro e di preghiera, per vincere la noia che nasce fatalmente dalla ripetizione monotona degli stessi gesti. 
Significativo, a questo riguardo, è l’apoftegma che apre la serie alfabetica greca. 

Un giorno Antonio fu preso dallo sconforto e chiese al Signore: “Che posso fare nella mia afflizione?”. 
Poco dopo, vide un altro eremita che stava seduto a lavorare e che di tanto in tanto si alzava in piedi a pregare e poi di nuovo si metteva seduto a intrecciare corde. 
Era un angelo mandato per guidarlo e dargli forza. 
E Antonio, udendo l’angelo che diceva: “Fa così e sarai salvo”, capì in qual modo organizzare la sua vita. 

Il consiglio dell’angelo fu trasmesso da Antonio ai suoi discepoli e divenne pratica corrente: gli anacoreti trascorrevano buona parte del tempo nella loro cella a intrecciare corde, stuoie, panieri e a pregare. 
Ma, quale che fosse il lavoro manuale, l’importante era lasciare lo spirito libero per le cose spirituali. 
Ecco perché i padri accompagnavano talvolta il lavoro recitando brani delle Sacre Scritture. 
Poteva essere sempre lo stesso versetto, ripetuto incessantemente, o qualche brano più lungo. 
Molti anacoreti conoscevano a memoria interi libri della Bibbia. 
Abba Daniele, per esempio, era capace di recitare diecimila versetti al giorno.





Per molti anni due uomini erano vissuti insieme senza mai litigare. 
Un giorno, uno disse: “E se litigassimo almeno una volta come fanno tutti?”. L'altro rispose: “Io non so come si fa a litigare... 
Il primo disse: "Ecco: io colloco un mattone fra noi due e io dico che è mio e tu dici che è tuo. È così che comincia un litigio. 
Collocarono quindi il mattone fra di loro. 
Uno disse: “È mio”. L'altro disse: “No, è mio”. 
Riprese il primo: “Sì  è tuo; prendilo e vattene. 
E si separarono senza riuscire a litigare.

- Lucien Regnault - 
da: Le sentenze dei padri del deserto



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giovedì 3 ottobre 2019

L' amicizia e l' amore

Non aspettare.
Se sei arrabbiato con qualcuno, e nessuno dei due fa nulla per sistemare le cose, fallo tu. 
Può darsi che oggi questa persona voglia ancora essere tua amica, e se non fai qualcosa, forse domani potrebbe essere troppo tardi. 
Se sei innamorato di qualcuno, però questa persona non lo sa, diglielo. 
Magari oggi anche questa persona è innamorata di te e, se non glielo dici oggi, può darsi che domani sarà troppo tardi. 
Se muori dalla voglia di dare un bacio a qualcuno, daglielo. 
Forse anche questa persona vorrebbe avere un tuo bacio, e, se non glielo dai oggi, può darsi che domani sarà troppo tardi. 
Se ami ancora una persona che credi ti abbia dimenticato, diglielo. 
Forse questa persona ha sempre continuato ad amarti, e se non glielo dici oggi, forse domani sarà troppo tardi. 
Se hai bisogno dell'abbraccio di un amico, chiediglielo. 
Magari lui ne ha bisogno ancora più di te, e se non glielo chiedi oggi, forse domani sarà troppo tardi. 
Se hai degli amici che apprezzi veramente, diglielo. 
Forse anche loro ti apprezzano, e, se lasci che se ne vadano, o che si allontanino da te, forse domani sarà troppo tardi. 
Se vuoi bene ai tuoi, e non hai mai avuto l'opportunità di dimostrarglielo, fallo ora. 
Oggi sono lì con te, e puoi ancora dimostrarglielo, ma se se ne andassero... ….. domani potrebbe essere troppo tardi. 



Amici 

Il mio amico si interessa a me e lo dimostra.
Il mio amico nota e apprezza i miei sforzi. 
Il mio amico accetta le mie debolezze.
Il mio amico mi aiuta a migliorare.
Il mio amico mi ascolta.
Il mio amico gioisce con me per i miei successi.
Il mio amico è partecipe della mia vita.
Il mio amico dà e riceve da me.
Il mio amico mi difende.
Il mio amico ha tempo per me.
Il mio amico rinforza la mia autostima.

Quanti amici ho? Per chi sono un amico? 



Buona giornata a tutti. :-)


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martedì 18 giugno 2019

L' amicizia prima di Facebook - Alessandro Baricco


Quel che ricordo dell' amicizia ai tempi in cui non esisteva Facebook e nemmeno la Rete, le mail, gli sms l'ho scritto in Emmaus, nell'amicizia di quei quattro ragazzini diciassettenni che muovono il romanzo.
I libri non sono mai, stupidamente, la verità, ma è vero che noi eravamo più o meno così, come quei quattro. 
Una cosa che ricordo bene, ad esempio, è che pensavamo l' amicizia come il prolungamento di una fede: fosse religiosa, come nel nostro caso, o anche laica, o politica, non importava. Anche il Toro andava bene. Ma era importante quel credere comune, non sarebbe bastata la simpatia né qualsiasi altra prossimità sentimentale. 
A tenerci uniti era la certezza che stavamo combattendo insieme una qualche sotterranea guerra, di cui poi non capivamo neanche molto. In definitiva negli amici cercavamo meno un sollievo alle nostre solitudini che non l'iscrizione a un qualche eroismo collettivo. Ciò dava ai legami un tratto di necessità, o forse di sacralità, che ci faceva impazzire.
Vi trovavamo una fermezza, un'inevitabilità, che non trovavamo altrove. Va da sé che non c'erano amici che non lo fossero per la pelle. Come i quattro di Emmaus, da ragazzi costruivamo le amicizie su una bolla di dolore. Quando non c'era, ce la inventavamo, credo. Ma sempre ci si riconosceva a partire da una ferita, e ci si voleva bene - e quanto - scambiandoci il segreto della nostra tristezza.
Ne sapevano poco le nostre famiglie, e niente il mondo: ma lo spazio di quel penare, che tenevamo segreto, dettava il perimetro di una luogo riservatissimo a cui proprio le amicizie, e solo loro, accedevano. Così essere amici significava condividere un segreto. E scambiare malinconia. 
Non voglio dire che fossimo depressi o pateticamente romantici (magari lo eravamo anche un po', ma non è quello il punto), voglio dire che quando cercavamo il massimo della vicinanza ci riusciva più facile farlo entrando nell'ombra dei nostri pensieri cupi, perché lì trovavamo la perfezione. 
L' allegria era meno interessante. Della felicità non ci accorgevamo.
E poiché non esisteva Facebook, essere amici significava fare delle cose. 
Non parlarne, o raccontarle: farle. Se cerco di ricordare momenti precisi che significassero amicizia, vedo scene in cui sempre stavamo facendo qualcosa. E mai in casa. Esisteva un nesso preciso tra l' alzare il culo per andare a fare cose e il vivere le amicizie. Anche quando ci scrivevamo, era una cosa particolare, accadeva di rado, e allora una lettera era molto più un fatto che un modo di comunicare. Era un gesto. Le telefonate interminabili (ciò che di più vicino riesco a immaginare al chattare odierno) ce le tenevamo per le fidanzate: tra noi sarebbe stato ridicolo. 
Parlavamo molto, naturalmente, ma era sempre roba cucita in un gesto, e tempo legittimato da altro tempo, speso in un qualche lavorio.
Ci sarebbe parso tremendamente vacuo frequentarci via computer. Non avremmo saputo cosa dirci. Quando invece anche solo il "tornare da giocare a pallone" diventava uno spazio perfetto, di camminate memorabili, e parole a lungo covate.
C'entravano il sudore addosso, le scarpe slacciate, e il pallone, sporco da far schifo, tra le mani, e farlo rimbalzare. Una finestrella su uno schermo, quello ci sarebbe apparso come un ripiego inspiegabile. Tutto ciò ci costringe a concludere spesso, usando un termine che è tramontato, che quelle erano amicizie profonde.
Tacitamente, intendiamo dire che quelle di Facebook non lo sono.
Ma la realtà non è così semplice. Se un termine tramonta un perché ci sarà, e l'estinguersi di un profilo certo, per la parola profondità, qualcosa deve insegnarci. Era il nome che davamo a una certa intensità, ma era un nome probabilmente inesatto. Alludeva a coordinate (superficie profondità) che il mondo quasi certamente non ha: oggi appaiono come una semplificazione un po' infantile, e stanno all'esperienza reale come un cartone sta al 3D.
Strumenti poveri, verrebbe da dire. Così ci resta la memoria di una certa intensità, ma pochi nomi certi per nominarla con esattezza. 
Per questo trarre delle conclusioni che non siano da bar sembra difficile. 
Io posso giusto annotare un'osservazione che oltre tutto ha il limite di riferirsi alla mia esperienza personale: in genere la "profondità" che tendo ad attribuire retrospettivamente a quelle amicizie non sembra aver influito sulla loro resistenza al tempo. 
Alcune se ne sono sparite, altre sono rimaste, come se una regola non ci fosse: ha tutta l'aria di essere una faccenda dannatamente casuale.
E se mi trovo ancora appiccicato addosso persone con cui tornavo da giocare a pallone, è vero che tante altre amicizie che erano analogamente "profonde" se ne sono andate con un fare liquido strabiliante, come se non avessero agganci da nessuna parte, e la benché minima forma di necessità. 
È bastato alle volte uno spostamento minimo, un' inezia, e già non c' erano più. Così quelle che sembravano pietre incastonate si sono svelate pietre appoggiate su qualcosa di sdrucciolevole: e la petrosità una categoria che solo nella fantasia ha un nesso necessario con la permanenza. 
Da giovani non potevamo immaginarlo, ma la verità è che si può essere petrosi e provvisori, noi lo eravamo. Rolling Stones, come ci insegnò poi qualcuno che, senza saperlo, aveva già capito tutto.

- Alessandro Barrico -



Ecco.... temo... cosa ne pensate? Già ci siamo?


Gimli: "Chi avrebbe immaginato di dover morire combattendo fianco a fianco con un elfo..."
Legolas: "E al fianco di un amico, invece?"
Gimli: "Si, questo credo di poterlo fare..."


(dal film "Il Signore degli Anelli")



Ogni tanto pensaci 
● Al mondo ci sono almeno due persone che morirebbero per te; 
● Almeno 15 persone ti vogliono bene in una qualche maniera; 
● L'unica ragione per cui qualcuno potrebbe odiarti è proprio perchè vorrebbe essere come te;
● Il tuo sorriso può portare gioia a chiunque, anche a qualcuno a cui non sei caro;
● Ogni notte qualcuno pensa a te prima di addormentarsi;
● Per qualcuno tu significhi tutto;
● Tu sei speciale e unico;
● Qualcuno di cui non conosci neanche l'esistenza ti ama e ti ammira;
● Anche quando fai l'errore più madornale ne deriva qualcosa di bello;
● Quando pensi che ormai tutto il mondo ti ha voltato le spalle, guarda di nuovo;
● Ricordati sempre i complimenti che ti sono stati fatti, dimentica le offese;
● Quando la vita ti offre limoni, recupera il necessario e preparati una limonata;
● I buoni amici sono come le stelle: non li vedi sempre, ma sai che sono al tuo fianco;

● Offri una rosa ed un sorriso ad un amico intanto che vive, piuttosto che inviargli un camion di rose quando ormai se n'è già andato. 




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lunedì 20 maggio 2019

Un vero amico

Un giorno, un giovane volle consultare un anziano, su un problema che gli stava a cuore , gli disse :
"Mio signore! Voglio confessarti una cosa: non riesco ad avere un amico!

Mi sapresti dare un consiglio?"

L’anziano sorrise, e rispose:
"Posso solo dirti di me. Quand’ero ragazzo, fra cento ragazzi, ne ebbi uno, di amico. Fu una cosa bellissima, che diede i suoi frutti, e poi terminò.
Quando divenni adulto, fra mille adulti, ne ebbi un altro, di amico, fu una cosa bellissima, ma l’amico morì, ed anch’io mi sentii morire.

Ora che sono diventato anziano, fra diecimila anziani, adulti e giovani, ho rinunciato ad avere un amico, ed ho preferito esserlo io, un amico, ogni giorno ed ogni ora, di qualcuno che non so chi sia, e non so dove sia!"

Mormorò il giovane :

"Non dev’essere facile", continuò l'anziano :
“Forse non lo è, perché cercare di essere amico significa, prima di tutto, rinunciare ad averne uno ! Ma forse lo è perché, proprio rinunciando ad averne uno, se ne possono avere tanti! "
domandò il giovane :
"Non si saprà mai chi saranno?"
rispose l'anziano :

"Mai! bisogna tenere il cuore spalancato, perché tutti vi possano entrare, dare sempre fiducia, perché tutti ne possano attingere, rispettare ognuno, perché ognuno si senta se stesso, ti rende, insieme, amato ed odiato, incomprensibile ed imprendibile. Chi cerca di essere amico, è un po’ come il mare, fatto di tenera acqua, ma acqua salata! 
Chi ha come amico il mare, me lo sai dire?"

rispose il giovane :

"Il cielo!"

replicò l'anziano:

"Infatti! Chi cerca di essere amico, può solo sperare che il cielo gli sorrida ; e che i gabbiani non smettano di posarglisi sopra!"

A questo punto, il giovane tacque a lungo, avvolto in profondi pensieri.

Poi guardò l’anziano, con uno strano sorriso, e gli chiese:


"Mi permetti di essere un tuo gabbiano? "

L’anziano gli rispose:

"Benvenuto! "




"Vuoi essere un grande? Comincia con l'essere piccolo. 
Vuoi erigere un edificio che arrivi fino al cielo? 
Costruisci prima le fondamenta dell'umiltà"


- Sant’Agostino -



Coltiviamo l'allegria, lo stupore, e la leggerezza. È un bene prezioso. 
Il nostro spirito si nutrirà di questi sentimenti e si trasformerà in ciò di cui lo nutriamo.


- Gustav Birth - 





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lunedì 6 maggio 2019

I 10 Comandamenti dell' Amicizia


1. Stimerai l'amicizia come la più preziosa delle perle.

«Nessun rimedio ha più valore, nessuno è più efficace di un amico presso il quale troviamo conforto nelle giornate cattive e insieme al quale condividiamo la gioia nei momenti di felicità» (A. Rievaulx).


2. Amerai tutti i tuoi amici senza gelosie.


« I veri amici non permettono alla gelosia e allo spirito di competizione di degradare o alterare il loro rapporto; l'amicizia non è esclusiva né possessiva».
E’ dunque importante amare prima se stessi: «non ci si può innamorare di nessuno, se prima di tutto non si è amici di se stessi » (E. Strachen).

3. Aprirai generosamente la tua amicizia ad altri cuori.

« Se il cuore si apre agli altri, si allarga e si riempie di gioia: questo è il bellissimo segreto della vita interiore». 
«L'amicizia rinchiusa in se stessa finisce per stancare e deludere; a essere sempre e solo in due, si finisce per intristirsi ed annoiarsi».

4. Manterrai l'amicizia con il dialogo.

«L'amicizia ha bisogno della comunicazione fra amici. Altrimenti non può nascere né vivere» (Francesco di Sales). 


Gli uomini hanno bisogno di parlare e di essere ascoltati: «la loro anima colma di preoccupazioni, di noia o di gioie aspira ad esprimersi. 

Le parole permettono una comunicazione reciproca».

5. Ai tuoi amici confiderai le tue pene e le tue gioie in tutta semplicità.

«Un amico è qualcuno che sa tutto di voi e che ciononostante vi ama» (Bibbia).

«Una delle grandi felicità della vita è l'amicizia, e una delle felicità dell'amicizia è aver qualcuno cui confidare un segreto» (A. Manzoni).

6. Ai tuoi amici ti mostrerai come sei veramente.

Quale conforto è provare una completa fiducia in qualcuno, poter dire le cose come vengono, senza dover pesare le parole, poter stare in silenzio se la desideriamo. 
Sì, il segno della vera amicizia é il fatto che il silenzio non pesa.

7. Fornirai loro un valido sostegno nelle difficoltà.


«La vera amicizia nasce nel momento in cui decido di essere un amico, e non solo di averne uno». 
«Amico è colui che è al vostro fianco nei momenti difficili».


«Quando un amico è in difficoltà, non annoiatelo chiedendogli cosa potete fare per lui; pensate a quello che sarebbe opportuno fare e fatelo» (E. W. Howe).

8. Ai tuoi amici perdonerai i loro difetti senza esitazioni.

«Nell'amicizia non si va lontano, se non si sa perdonare».

« Per farsi un amico, bisogna chiudere un occhio. Per conservarlo, bisogna chiuderli tutti e due!» (N. Douglas).



9. Cercherai sempre di rendere migliori i tuoi amici.


Ci sono amicizie fatte di complicità che non fanno che alimentare la mediocrità. 


La vera amicizia è un'amicizia di emulazione: «Amare qualcuno, diceva Dostoiewski, significa vederlo come Dio voleva che fosse».

10. Con i tuoi amici costruirai appassionatamente un mondo migliore.

L'amicizia non cambia soltanto due cuori, ma cambia tutti i rapporti con gli altri e può cambiare il mondo, se è posta al servizio di un grande progetto.





Apri il libro della tua vita a poche persone. 

Solo una piccola parte capisce cosa c'è scritto, tutti gli altri sono curiosi.



Il valore dell'amicizia consiste nel mettere l'altro al centro, dove, per abitudine, mettiamo noi stessi .....