"Una fredda mattina di una domenica di dicembre noi ragazze del gruppo di
undici anni ci ritrovammo tutte elettrizzate alla fermata dell'autobus per
aspettare la nostra capogruppo, la signora Taylor.
"Come fanno a sapere il nostro canto di Natale?" chiese una di noi alla capogruppo. Era incredibile! Loro erano i nostri nemici!
Ascoltammo quel canto ammutolite per lo stupore. Per uno strano, indimenticabile momento quegli uomini nella caverna diventarono padri e fratelli di qualcuno, proprio come noi eravamo figlie e sorelle di qualcuno che ci amava.
Avevamo con noi dei sacchetti di carta dove avevamo messo pentole, ciotole e
vari viveri. In quel giorno, che tutte aspettavamo con ansia, noi ragazze della
truppa 11 ci saremmo guadagnate la medaglia per la cucina.
"Non c'è niente di più buono del primo pasto che si cucina da soli,
specialmente se si prepara su un fuoco da campo" ci diceva sorridendo la
signora Taylor.
Dovemmo cambiare tre autobus per arrivare fino ai margini del deserto. Mentre
salivamo a bordo stringevamo i nostri sacchetti come se fossero pieni di
gioielli. Diverse mamme avevano generosamente rinunciato alle loro preziose
tessere per le razioni di modo che potessimo comprare il necessario per una
colazione completa a base di frittelle fatte con vero burro, pancetta e persino
zucchero di canna per fare lo sciroppo da mettere sulle frittelle!
Ci saremmo guadagnate le nostre medaglie nonostante il duro lavoro, nonostante
la guerra. Eravamo convinte che non avremmo soltanto imparato a cucinare con
mezzi di fortuna, ma che avremmo contribuito anche noi a far sì che la vita
continuasse sul fronte casalingo.
Alla fine arrivammo al Papango Park, una meravigliosa riserva naturale
disseminata di arbusti e cespugli legnosi e di enormi rocce massicce, come è
tipico delle zone desertiche. Mentre eravamo in marcia sul sentiero polveroso
che conduceva all'interno della riserva, un camion dell'esercito americano ci
superò. Era pieno di prigionieri di guerra tedeschi e andava verso la riserva.
"Ecco dove vanno a finire quei tedeschi!" disse soddisfatta una delle
ragazze. "Li odio!"
"Perchè hanno cominciato la guerra?" seguì a ruota un'altra.
"Mio padre è partito da tanto tempo".
Tutte noi avevamo padri, zii o altri parenti che stavano combattendo in Europa.
Proseguimmo imperterrite fino al nostro campo e di lì a poco la pancetta
friggeva già allegramente in padella e le frittelle cominciavano a prendere un
bel colorito dorato.
Quella colazione fu un successo. Le previsioni gastronomiche della signora
Taylor si rivelarono corrette. Dopo mangiato cominciammo a ripulire la zona
dove avevamo cucinato mentre una delle ragazze intonava una canzone scout. Una
dopo l'altra seguimmo tutte il suo esempio e ci mettemmo a cantare. Poi la
nostra capogruppo intonò un'altra canzone e tutte facemmo lo stesso cantando
con gioia.
Ad un certo punto, del tutto inaspettatamente, sentimmo in lontananza un coro
di voci maschili. Stavano cantando una bellissima melodia dai toni forti e
profondi che riempiva l'aria di quella mattina di dicembre e volava fino a noi.
Alzammo lo sguardo e vedemmo la caverna naturale scavata nella roccia rossa che
veniva chiamata "buco nella roccia". Era piena di prigionieri
tedeschi e di guardie.
Quando quegli uomini terminarono la canzone noi ne cominciammo un'altra e loro
ricambiarono intonando un'altra struggente melodia. Non capivamo una parola di
quelle canzoni ma continuammo quel piacevole scambio in quella limpida mattina
nel deserto.
Poi una delle ragazze intonò Astro del ciel e tutte noi la seguimmo per cantare
in coro quel bellissimo canto di Natale. Seguì qualche momento di silenzio e
poi sentimmo quella melodia familiare tornare verso di noi.
Stille Nacht, Heilige nacht..."Come fanno a sapere il nostro canto di Natale?" chiese una di noi alla capogruppo. Era incredibile! Loro erano i nostri nemici!
Ascoltammo quel canto ammutolite per lo stupore. Per uno strano, indimenticabile momento quegli uomini nella caverna diventarono padri e fratelli di qualcuno, proprio come noi eravamo figlie e sorelle di qualcuno che ci amava.
Probabilmente negli anni che seguirono altre persone videro le nostre medaglie
come una prova della nostra capacità di cucinare su un fuoco da campo.
Però per
noi quelle medaglie erano il ricordo del bisogno di pace che tutti provavamo a
quel tempo e del profondo cambiamento che avvenne in noi durante quelle vacanze
di Natale."
- Gerry Niskern -
Immagine by "Arteide"
Dipende da noi modellare il nostro temperamento come un giardino.
Piantarvi le esperienze, estirparne altre: costruire un tranquillo e bel viale
dell’amicizia, conoscere segrete prospettive di silenzio – tenere pronti gli accessi a tutti
questi begli angoli del proprio giardino perchè non ci venga a mancare
quando ne abbiamo bisogno.
- Friedrich Nietzsche -
Le diverse civiltà sono diversi climi spirituali, ciascuno
dei quali è particolarmente dannoso o benefico per questo o quell'organismo.
- Friedrich Nietzsche -
da: Il viandante e la sua ombra
"Si può perfettamente concepire
un mondo dominato da una dittatura invisibile nel quale tuttavia siano state
mantenute le forme esteriori del governo democratico."
Buona giornata a tutti. :-)
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