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venerdì 1 gennaio 2021

Preghiera per il nuovo anno. Benvenuto 2021!

"Indovinami, indovino
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?
Bello, brutto, o metà e metà?

“Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un carnevale e un ferragosto,
e il giorno dopo del lunedì
avrà sempre un martedì.

Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell’anno nuovo:
per il resto anche quest’anno
sarà come gli uomini lo faranno”."

- Gianni Rodari -


“Il miracolo è la realtà umana vissuta quotidianamente, senza enfasi eccezionali, senza necessità di eccezioni, senza fortune particolari, è la realtà del mangiare, del bere, del vegliare e del dormire investita dalla coscienza di una Presenza che ha i suoi terminali in mani che si toccano, in facce che si vedono, in un perdono da dare, in soldi da distribuire, in una fatica da compiere, in un lavoro da accettare.”

- Luigi Giussani - 


Preghiera per il nuovo anno

Un nuovo anno comincia e invano scruto l'orizzonte per scorgere in anticipo quello che accadrà.
Davanti al tempo, Signore, lo devo ammettere, avverto tutta la mia fragilità e il mio smarrimento.
Non posso sapere con certezza quello che accadrà di qui a poche ore e come posso prevedere ciò che mi riserverà questa nuova carovana di giorni?
Non riesco neppure a intravedere le sorprese che mi attendono dietro l'angolo e come posso riconoscere ciò che sta nel cuore di questi mesi?
E tuttavia, Signore, anche se televisioni e giornali continuano a rovesciare su di me la loro valanga di sciagure, di notizie sconfortanti, di previsioni nere, io non voglio lasciarmi vincere dall'ansia o dallo scoraggiamento dal pessimismo o dalla tensione.
No, Signore, vado incontro a questo nuovo anno con fiducia e con speranza. E sai perché? Qualunque cosa accada, ne sono certo, tu sarai con me.
Amen.


I ricordi e i pensieri invecchiano
proprio come le persone.
Ma ci sono pensieri che non invecchiano mai.
Ricordi che non sbiadiscono.

- Haruki Murakami -



Buon 2021 (speriamo in bene.....)

Happy New Years! J

giovedì 26 novembre 2020

La sala d'aspetto - Gianni Rodari

Chi non ha casa e non ha letto
si rifugia in sala d'aspetto.

Di una panca si contenta,
tra due fagotti s'addormenta.

Il controllore pensa: "Chissà
quel viaggiatore dove anderà?"

Ma lui viaggia solo di giorno,
sempre a piedi se ne va attorno:

cammina, cammina, eh, sono guai,
la sua stazione non la trova mai!

Non trova lavoro, non ha tetto,
di sera torna in sala d'aspetto:

e aspetta, aspetta, ma sono guai,
il suo treno non parte mai.

Se un fischio echeggia di prima mattina,
lui sogna d'essere all'officina.

Controllore non lo svegliare:
un poco ancora lascialo sognare.

- Gianni Rodari -




Nel paese della bugia, la verità è una malattia.

- Gianni Rodari -


Nel nostro tipo di civiltà, un uomo senza un soldo 
è inerme come un bimbo in fasce.

- Robert Anson Heinlein - 



 È solo un caso che tu sia bianco o nero, 
è solo un caso che tu sia gay o etero,
è solo un caso che tu sia diversamente abile 
o abile soltanto. 
Chi nota differenze si fa solo vanto 
della propria ignoranza.

- Antonio Recanatini -



Al povero non va dato ciò che è possibile a noi, ma ciò di cui lui ha bisogno. 

- don Oreste Benzi -



La nostra vita deve essere il nostro messaggio.

- Thich Nhat Hanh - 


Buona giornata a tutti. :-)

Voglia di preghiera (qui c'è il link):  leggoerifletto

Sono presente anche su YouTube, (il link e il  nome del canale): LeggoeRifletto











martedì 17 novembre 2020

La vecchia zia Ada - Gianni Rodari

La vecchia zia Ada, quando fu molto vecchia, andò ad abitare al ricovero dei vecchi, in una stanzina con tre letti, dove già stavano due vecchine, vecchie quanto lei. La vecchia zia Ada si scelse subito
una poltroncina accanto alla finestra e sbriciolò un biscotto secco sul davanzale.
- Brava, così verranno le formiche, - dissero le altre due vecchine, stizzite.
Invece dal giardino del ricovero venne un uccellino, beccò di gusto il biscotto e volò via.
- Ecco, - borbottarono le vecchine, - che cosa ci avete guadagnato? Ha beccato ed è volato via. Proprio come i nostri figli che se ne sono andati per il mondo, chissà dove, e di noi che li abbiamo allevati non si ricordano più - La vecchia zia Ada non disse nulla, ma tutte le mattine sbriciolava un biscotto sul davanzale e l'uccellino veniva a beccarlo, sempre alla stessa ora, puntuale come un pensionante, e se non era pronto bisognava vedere come si innervosiva.
Dopo qualche tempo l'uccellino portò anche i suoi piccoli, perché aveva fatto il nido e gliene erano nati quattro, e anche loro beccarono di gusto il biscotto della vecchia zia Ada, e venivano tutte le mattine, e se non lo trovavano facevano un gran chiasso.
- Ci sono i vostri uccellini, - dicevano allora le vecchine alla vecchia zia Ada, con un po' d'invidia. E lei correva, per modo di dire, a passettini passettini, fino al suo cassettone, scovava un biscotto secco tra il cartoccio del caffè e quello delle caramelle all'anice e intanto diceva:
- Pazienza, pazienza, sono qui che arrivo. -
- Eh, - mormoravano le altre vecchine, - se bastasse mettere un biscotto sul davanzale per far tornare i nostri figli. E i vostri, zia Ada, dove sono i vostri? -
La vecchia zia Ada non lo sapeva più: forse in Austria, forse in Australia; ma non si lasciava confondere, spezzava il biscotto agli uccellini e diceva loro: - Mangiate, su, mangiate, altrimenti non avrete abbastanza forza per volare. -
E quando avevano finito di beccare il biscotto: - Su, andate, andate. Cosa aspettate ancora? Le ali sono fatte per volare. -
Le vecchine crollavano il capo e pensavano che la vecchia zia Ada fosse un po' matta, perché vecchia e povera com'era aveva ancora qualcosa da regalare e non pretendeva nemmeno che le dicessero grazie.
Poi la vecchia zia Ada morì, e i suoi figli lo seppero solo dopo un bel po' di tempo, e non valeva piú la pena di mettersi in viaggio per il funerale. 
Ma gli uccellini tornarono per tutto l'inverno sul davanzale della finestra e protestavano perché la vecchia zia Ada non aveva preparato il biscotto.

(Gianni Rodari)
Fonte: Favole al telefono



Quando invecchiamo, Dio fa in modo che la nostra vista s'indebolisca così che guardandoci allo specchio possiamo dire: "Non sono cambiata affatto". 

 - Helen Hayes -



Buona giornata a tutti. :-)

lunedì 31 dicembre 2018

Dopo un anno di cammino, ci voltiamo indietro e guardiamo le orme dei nostri passi

Fine anno.
Tempo di riflessioni, di bilanci. Soprattutto tempo di speranze. Perché, come diceva Leopardi nel suo “Dialogo di un venditore d'almanacchi e di un passeggero”, “Quella vita ch'è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll'anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?”.
Pensieri si rincorrono nella mente, attimi bui mitigati da quelli felici: una girandola vorticosa di emozioni variegate.
Ma, giustamente, il nostro cuore è già lanciato oltre il traguardo della mezzanotte, e si aggira speranzoso nelle prime luci del nuovo anno per assaporarne il gusto ancora acerbo.
In questa circostanza anch’io non mi sottraggo al vaticinio dei sogni, auspicando un nuovo umanesimo che trasformi le menti e i cuori, in un mondo dove l’odio sia bandito e la ragione conquisti l’agone. Dove nessuno venga più lasciato solo, ma accompagnato nella dimensione autentica di solidarietà.
Un mondo dove i bambini siano tali e non soldati, le ragazze possano crescere libere, le donne non vengano uccise in nome di una tragica parodia d’amore. Dove la miseria sia sconfitta.
Soprattutto lasciatemi rivolgere un immenso augurio a voi, amiche mie carissime e amici cari, che mi avete accompagnato in questa pagina con affetto, intelligenza e partecipazione. Che l’anno in arrivo vi doni le emozioni più belle e s’affanni a realizzare i vostri sogni. Che i giorni futuri si accapiglino per esservi complici.
Che l’amore vi sommerga: senza misura, perché come diceva Sant’Agostino “La misura dell'amore è amare senza misura”.
E per me l’augurio di percorrere il nuovo anno imparando: da voi, dalla vita, da ogni sentire.
Di essere portatore di valori di profonda umanità. Sperando di poter essere qualcosa per tanti. Per cogliere in uno sguardo l’essenza di ogni parola, ormai divenuta inutile. Ma per avere sempre parole per chi le desidera. Parole che siano semplici e tenere come lievi carezze, mai sferzanti e intrise di giudizi.
Vorrei donare emozioni, con cuore di creta e braccia di ferro.
Vorrei essere migliore.
Rinnovando spesso le mie speranze e i miei impegni, perché, come disse Gramsci, “voglio che ogni mattino sia per me un capodanno. Ogni giorno voglio fare i conti con me stesso, e rinnovarmi ogni giorno”.
Felice anno a Voi!

- Stefano Marchesotti -  



Filastrocca di Capodanno:
fammi gli auguri per tutto l’anno
voglio un gennaio col sole d’aprile;
un luglio fresco, un marzo gentile;
voglio un giorno senza sera:
voglio un mare senza bufera;
voglio un pane sempre fresco;
sul cipresso il fior del pesco;
che siano amici il gatto e il cane;
che diano latte le fontane.
Se voglio troppo, non darmi niente,
dammi una faccia allegra solamente.” 

- Gianni Rodari -



Quest’oggi, ultimo giorno dell’anno, volgendo lo sguardo ai mesi trascorsi, sgorga naturale il desiderio di rendere grazie a Dio: chiedere perdono per le colpe commesse e le mancanze registrate, confidando tutto alla misericordia divina; e, poi, rendere grazie per quanto Dio, ogni giorno, ci ha donato. 

Per questo cantiamo il Te Deum, lodiamo Dio e gli diciamo grazie per il bene che ci ha elargito e che ha segnato i vari momenti dell’anno ormai al suo termine: «Salva il tuo popolo, Signore, e benedici la tua eredità… Per tutti i giorni ti benediciamo e lodiamo il tuo nome nei secoli dei secoli. Amen!». 

- San Giovanni Paolo II - 
Roma, 31 dicembre 1997




Carissimi amici ed amiche, 
dopo un anno di cammino, ci voltiamo indietro e guardiamo le orme dei nostri passi. 

Non cancelliamo il percorso fatto, ma lo rileggiamo con il senno di poi.



Guardiamo in faccia i successi e gli errori e troviamo il coraggio di chiamarli con il loro nome. 
Senza presunzione e senza falsa umiltà.
Quindi si può ripartire. 
Con un cuore meno vecchio.
Con un'anima più trasparente. 
Sbaglieremo ancora.
Ancora usciremo di strada. 
Ancora ripartiremo.
Chi ha accettato nella propria vita il dono della fede percorrerà il proprio cammino con la speranza che c'è una meta: un Dio di misericordia - Padre, Figlio e Spirito Santo - che ancora si ostina ad amarci. 

Vivere in questa speranza è il miglior augurio che io possa formulare per il nuovo anno.

Buon 2019







lunedì 17 dicembre 2018

Il semaforo blu - Gianni Rodari

Una volta il semaforo che sta a Milano, in piazza del Duomo fece una stranezza.
Tutte le sue luci, ad un tratto, si tinsero di blu, e la gente non sapeva più come regolarsi.

"Attraversiamo o non attraversiamo? Stiamo o non stiamo?"
Da tutti i suoi occhi, in tutte le direzioni, il semaforo diffondeva l'insolito segnale blu, di un blu che così blu il cielo di Milano non era stato mai.
In attesa di capirci qualcosa gli automobilisti strepitavano e strombettavano, i motociclisti facevano ruggire lo scappamento e i pedoni più grassi gridavano:
"Lei non sa chi sono io!"
Gli spiritosi lanciavano frizzi:
"Il verde se lo sarà mangiato il commendatore, per farci una villetta in campagna.
Il rosso lo hanno adoperato per tingere i pesci ai Giardini.
Col giallo sapete che ci fanno? Allungano l'olio d'oliva."
Finalmente arrivò un vigile e si mise in mezzo all'incrocio a districare il traffico. Un altro vigile cercò la cassetta dei comandi per riparare il guasto, e tolse la corrente.
Prima di spegnersi il semaforo blu fece in tempo a pensare:
"Poveretti! Io avevo dato il segnale di - via libera - per il cielo. Se mi avessero capito, ora tutti saprebbero volare. Ma forse gli è mancato il coraggio."


Gli uomini sono abituati, come gli automobilisti, a vivere con la testa china sul volante, badando alla strada, ciascuno chiuso nella sua scatola di ferro, preoccupati del lavoro, del denaro, delle mille "grane" quotidiane.

L'Avvento è come il semaforo blu.
E' qualcosa che ti dice:
"Fermati! Stai buttando via un tesoro!
Non c'è solo la terra! Guarda su! C'è anche il cielo!"
Ma è una voce esile e molti, spesso, la ignorano...

(Commento di Bruno Ferrero)



- Gianni Rodari -
da: "Favole al telefono"



Anche tu


Anche tu sei una voce, un riflesso;
anche tu sei il "precursore"
di Colui che viene.
Egli vuole raggiungere ogni uomo
anche attraverso la tua vita,
vuole seguire le tracce
e vuole cogliere le occasioni
che tu sei disposto ad offrirgli.
Lasciati sedurre da Lui,
restagli accanto,
esci allo scoperto e permetti
alla luce di avvolgerti
e di entrare fin nelle fibre
più nascoste del tuo cuore.
Allora tutto parlerà in te
e Gesù ne sarà felice.
Te ne accorgerai
perché sarai felice anche tu!


 Buona giornata a tutti. :)



martedì 11 settembre 2018

da: "Grammatica della fantasia" - Gianni Rodari

Il sasso nello stagno - Gianni Rodari

“Un sasso gettato in uno stagno suscita onde concentriche che si allargano sulla superficie, coinvolgendo nel loro moto, a distanze diverse, con diversi effetti, la ninfea e la canna, la barchetta di carta e il galleggiante del pescatore. 
Oggetti che se ne stavano ciascuno per conto proprio, nella sua pace o nel suo sonno, sono come richiamati alla vita, obbligati a reagire, a entrare in rapporto tra di loro. 
Altri movimenti invisibili si propagano in profondità, in tutte le direzioni, mentre il sasso precipita smuovendo alghe, spaventando pesci, causando sempre nuove agitazioni molecolari. 
Quando poi tocca il fondo, sommuove la fanghiglia, urta gli oggetti che vi giacevano dimenticati, alcuni dei quali ora vengono dissepolti, altri ricoperti a turno dalla sabbia. 
Innumerevoli eventi, o microeventi, si succedono in un tempo brevissimo. Forse nemmeno ad avere tempo e voglia si potrebbero registrare tutti, senza omissioni.

Non diversamente una parola, gettata nella mente a caso, produce onde di superficie e di profondità, provoca una serie infinita di reazioni a catena, coinvolgendo nella sua caduta, suoni, immagini, analogie, ricordi, significati e sogni. In un movimento che interessa l’esperienza, la memoria, la fantasia, l’inconscio e che è complicato dal fatto che la stessa mente non assiste passiva alla rappresentazione, ma vi interviene continuamente per accettare e respingere, collegare, e censurare, costruire e distruggere […]”

- Gianni Rodari -
da: "Grammatica della fantasia"





“Intendo per «passione» la capacità di resistenza e di rivolta; l’intransigenza nel rifiuto del fariseismo, comunque mascherato; la volontà di azione e di dedizione; il coraggio di «sognare in grande»; la coscienza del dovere che abbiamo, come uomini, di cambiare il mondo in meglio, senza accontentarci dei mediocri cambiamenti di scena che lasciano tutto com’era prima; il coraggio di dire di no quand’è necessario, anche se dire di sì è più comodo, di non «fare come gli altri», anche se per questo bisogna pagare un prezzo.”

- Gianni Rodari -
scrittore, pedagogista e giornalista italiano





Alcuni vorranno toglierci la parola, sospetto che in questo momento stiano strillando ordini al telefono e che presto arriveranno gli uomini armati. Perché? Perché, mentre il manganello può sostituire il dialogo, le parole non perderanno mai il loro potere; perché esse sono il mezzo per giungere al significato, e per coloro che vorranno ascoltare, all'affermazione della verità. 

da: V per Vendetta 


Buona giornata a tutti. :-)








mercoledì 21 marzo 2018

Un'antichissima primavera e altre poesie - Salvatore Quasimodo

Già sulle rive del fiume ritornano i cavalli,
gli uccelli di palude scendono dal cielo,
dalle cime dei monti
si libera azzurra fredda l'acqua e la vite
fiorisce e la verde canna spunta.
Già nelle valli risuonano
canti di primavera.

- Salvatore Quasimodo -


Wojciech Gerson (1831-1901), Morning Mist

Margherite

Appena c'è nell'aria
odor di primavera
ecco le margherite
nevicare nei prati
mettendo il loro fiorellino
anche all'occhiello
del ciuffo d'erba più meschino.

- Corrado Govoni -

1884-1965

Charles Courtney Curran, (1861–1942), The Dawn of Spring

Filastrocca di primavera

Filastrocca di primavera
più lungo è il giorno, più dolce la sera.
Domani forse tra l’erbetta
spunterà la prima violetta.
O prima viola fresca e nuova
beato il primo che ti trova,
il tuo profumo gli dirà,
la primavera è giunta, è qua.
Gli altri signori non lo sanno
E ancora in inverno si crederanno:
magari persone di riguardo,
ma il loro calendario va in ritardo.

- Gianni Rodari -


Philip Hermogenes Calderon (1833 – 1898), 
Springtime follows, Winter has passed


Primavera

È venuto il tempo
che il ranuncolo limpido
rischiara
l’erba folta e amara,
fitte e stupite
si schierano sulle prode
le margherite,
già l’usignolo s’ode.
Sotto gli occhi di ogni fanciulla
una tenera ombra è fiorita
e con quell’ombra di viole
il giovane sole
si trastulla.

- Attilio Bertolucci -

Eva Francis (1887-1924), Snowdrops and violets


L’inverno è ormai passato,
l’epoca delle piogge se n’è andata.
I fiori sono apparsi sulla terra
Ed in questo momento è primavera.
E’ tempo di cantare.
La voce della tortora è nell’aria,
e il fico ha messo i primaticci teneri:
le viti in fiore mandano profumi.


- dal Cantico dei Cantici -

Walter Crane (1845-1915), Spring

La primavera ritorna sul mondo.
Guardo l'aprile, che non ha colori
Per me, finché tu venga,
Come prima del giungere dell'ape
Restano inerti i fiori,
Destati all'esistenza da un ronzio.

- Emily Dickinson -




Buona giornata a tutti. :-)

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mercoledì 6 gennaio 2016

La Befana - Giovanni Pascoli -

Viene viene la Befana,
vien dai monti a notte fonda.
Come è stanca! la circonda
neve, gelo e tramontana.
Viene viene la Befana.

Ha le mani al petto in croce,
e la neve è il suo mantello,
ed il gelo il suo pannello,
ed è il vento la sua voce.
Ha le mani al petto in croce.

E si accosta piano piano
alla villa, al casolare,
a guardare, ad ascoltare,
or più presso or più lontano.
Piano piano, piano piano.

Che c'è dentro questa villa?
Uno stropiccìo leggero.
Tutto è cheto, tutto è nero.
Un lumino passa e brilla.
Che c'è dentro questa villa?

Guarda e guarda… tre lettini
con tre bimbi a nanna, buoni.
Guarda e guarda… ai capitoni
c'è tre calze lunghe e fini.
Oh! tre calze e tre lettini…

Il lumino brilla e scende,
e ne scricchiolan le scale:
il lumino brilla e sale,
e ne palpitan le tende.
Chi mai sale? Chi mai scende?

Coi suoi doni mamma è scesa,
sale con il suo sorriso.
Il lumino le arde in viso
come lampada di chiesa.
Coi suoi doni mamma è scesa.

La Befana alla finestra
sente e vede, e si allontana.
Passa con la tramontana,
passa per la via maestra:
trema ogni uscio, ogni finestra.

E che c'è nel casolare?
Un sospiro lungo e fioco.
Qualche lucciola di fuoco
brilla ancor nel focolare.
Ma che c'è nel casolare?

Guarda e guarda… tre strapunti
con tre bimbi a nanna, buoni.
Tra le cenere e i carboni
c'è tre zoccoli consunti.
Oh! tre scarpe e tre strapunti…

E la mamma veglia e fila
sospirando e singhiozzando,
e rimira a quando a quando
oh! quei tre zoccoli in fila…
Veglia e piange, piange e fila.

La Befana vede e sente;
fugge al monte, ch'è l'aurora.
Quella mamma piange ancora
su quei bimbi senza niente.
La Befana vede e sente.


La Befana sta sul monte.
Ciò che vede è ciò che vide:
c’è chi piange e c’è chi ride:
essa ha nuvoli alla fronte,
mentre sta sul bianco monte.

- Giovanni Pascoli - 




Viene viene la Befana

Da una terra assai lontana,
così lontana che non c’è…
la Befana, sai chi è?
La Befana viene viene,
se stai zitto la senti bene:
se stai zitto ti addormenti,
la Befana più non senti.
La Befana, poveretta,
si confonde per la fretta:
invece del treno che avevo ordinato
un po’ di carbone mi ha lasciato.


- Gianni Rodari -




Risplendete come Figli della Luce

“Il Signore ha manifestato la Sua salvezza, agli occhi dei popoli ha rivelato la Sua giustizia” (Salmo 97,2).
Questo noi lo sappiamo, perché si è realizzato quando i tre Re Magi, chiamati dai loro lontani paesi, furono condotti da una “stella” a conoscere e ad adorare il Re del Cielo e della terra.
Questa stella esorta noi, in modo particolare, a imitare il servizio che essa prestò, nel senso che noi dobbiamo seguire, con tutte le nostre forze, la Grazia che invita tutti al Cristo.
In questo impegno, miei cari, dovete tutti aiutarvi l’un l’altro.
Risplendete così come figli della Luce nel Regno di Dio, dove conducono la retta fede e le buone opere. 


Papa San Leone Magno - Dottore della Chiesa 



O Signore,
principe dei Re della terra,
la stella annuncia
il tuo Amore per gli uomini,
non permettere al male
di contagiare i granai
del bene con la zizzania
della divisione e dell'invidia.
Fa' brillare la gloria
sulle tenebre,
rischiara la nebbia fitta del peccato e della morte,
con la luce della speranza.
Libera il povero
che non trova aiuto.
Ascolta la preghiera
dei miseri e degli oppressi.
Fa' fiorire il giusto
nell'albero della vita;
conduci benigno
quanti ti invocano per contemplare la bellezza
della tua gloria.
Insieme ai Magi
e ai re della terra,
quest'oggi,
non offriamo
oro incenso e mirra,
ma colui che in questi doni
è immolato e ricevuto:
Gesù Cristo nostro Signore. 
Amen.




Buona giornata a tutti. :-)