- Padre Michel Quoist -
martedì 29 luglio 2025
Il tempo è uno splendido regalo - Padre Michel Quoist
- Padre Michel Quoist -
martedì 25 marzo 2025
Sul tempo - Kahlil Gibran
- Kahlil Gibran -
- Charles Dickens -
Passano le sofferenze e i dolori,
passano il sangue, la fame, la pestilenza.
La spada sparirà, le stelle invece resteranno,
e ci saranno, le stelle, anche quando dalla terra
saranno scomparse le ombre persino dei nostri corpi
e delle nostre opere. Non c’è uomo che non lo sappia.
Ma perché allora non vogliamo rivolgere lo sguardo alle stelle? Perché?
- Michail Bulgakov -
da: "La guardia bianca"
- Marie Von Ebner- Eschenbach -
mercoledì 15 gennaio 2025
La vita è come una partita a scacchi - Tommaso Notarstefano
conosceremo il sapore delle vittorie e delle sconfitte,
apprezzeremo il gusto delle gioie e dei dolori,
conosceremo il significato del sacrificio e della sofferenza,
daremo estro e senso ad una combinazione creativa,
vedremo i nostri sbagli e cercheremo di porvi rimedio,
sprigioneremo la nostra fantasia e il nostro talento,
misureremo la nostra pazienza e la nostra crescita,
sopporteremo con più serenità il peso della fatica,
miglioreremo il nostro carattere, mossa dopo mossa,
comprenderemo l'importanza del nostro tempo,
di quello consumato e di quell'altro rimasto a disposizione.
Solleveremo il calice per brindare alla felicità e alla vittoria!
- Tommaso Notarstefano -
domenica 10 novembre 2024
Un Tempo per te - don Franco Locci
Se ti rimangono "cinque minuti", sai che cosa devi farne?
Usali per te, per riflettere ci vuole un po' di silenzio, un po' di raccoglimento. Diceva Madeleine Delbrel a proposito di raccoglimento:
"Bisogna ‘raccogliere’ le tracce, gli indizi, gli inviti, gli ordini della volontà di Dio", così come il contadino raccoglie il suo raccolto nel granaio o il saggio raccoglie il frutto di un'esperienza.
E raccogliersi o raccogliere non è possibile senza silenzio.
Stacca dunque la radio dei bombardamenti esterni, la televisione delle immagini aggressive e dissipanti.
Chiudi per un momento i giornali.
Sfuggi alla stretta della società dei consumi.
Costruisciti il silenzio.
Impara di nuovo ad ascoltare il battito del tuo cuore per renderti conto se sei ancora vivo o sei già morto, sepolto nella materia, schiavo della moda o dei soldi.
Entra in te stesso per chiederti per che cosa e per chi stai correndo i giorni della tua vita.
Entra in te per scoprire l'immensità dei valori e dei doni che sono sepolti nel tuo cuore.
Entra in te stesso per scoprire gli altri con cui vivi.
Essi non sono numeri, non sono solo avversari, sono persone come te, anche loro alla ricerca disperata di un po' di gioia.
- don Franco Locci -
Il vuoto è nella perdita.
E che cosa si perde? Io non ho “perso” nel senso comune di “perdere”.
Non c’è perdita in quel senso. C’è la fine dell’ambizione. La fine di ciò che si chiede a se stessi.
Si comincia a svuotarsi degli obblighi e dei vincoli, delle necessità che si pensavano importanti. E quando queste cose cominciano a sparire, resta un’enorme quantità di tempo. E poi scivola via anche il tempo. E si vive senza tempo. Che ore sono? Le nove e mezza. Di mattina o di sera? Non lo so».
La volontà di Dio, come appare nel vangelo è una e positiva: che l’uomo si realizzi pienamente sviluppando al massimo la sua umanità per avere la condizione divina che consente di superare la soglia della morte.
Giovanni omette l’articolo a vita eterna.
Quel che Gesù assicura non è LA vita eterna, ovvero una vita che inizia dopo questa esistenza, ma è questa stessa vita che è eterna.
Ebbene, mi chiedo: che cosa diventeremmo noi senza i Santi che organizzano il traffico?
Certo, da duemila anni questa compagnia di trasporto ha avuto non poche catastrofi: l'arianesimo, il nestorianesimo, il pelagianesimo, il grande scisma d'Oriente, Lutero..., per ricordare solo i deragliamenti e gli scontri più noti.
Ma senza i Santi, ve lo dico io, la cristianità sarebbe un gigantesco ammasso di locomotive capovolte, di carrozze incendiate, di rotaie contorte e di ferraglia che finisce di arrugginirsi sotto la pioggia.
Nessun treno circolerebbe più sulla strada ferrata invasa dall'erba.
sabato 25 maggio 2024
Il Tempo che scorre - Oriana Fallaci e Mario de Andrade
Sono stupendi i trent'anni, ed anche i
trentuno, i trentadue, i trentatré, i trentaquattro, i trentacinque! Sono
stupendi perché sono liberi, ribelli, fuorilegge, perché è finita l'angoscia
dell'attesa, non è incominciata la malinconia del declino, perché siamo lucidi,
finalmente, a trent'anni! Se siamo religiosi, siamo religiosi convinti. Se
siamo atei, siamo atei convinti. Se siamo dubbiosi, siamo dubbiosi senza
vergogna. E non temiamo le beffe dei ragazzi perché anche noi siamo giovani,
non temiamo i rimproveri degli adulti perché anche noi siamo adulti.
Non temiamo il peccato perché abbiamo capito che il peccato è un punto di vista, non temiamo la disubbidienza perché abbiamo scoperto che la disubbidienza è nobile.
Non temiamo la punizione perché
abbiamo concluso che non c'è nulla di male ad amarci se ci incontriamo, ad
abbandonarci se ci perdiamo: i conti non dobbiamo più farli con la maestra di
scuola e non dobbiamo ancora farli col prete dell'olio santo. Li facciamo con
noi stessi e basta, col nostro dolore da grandi. [...]
Siamo un campo di grano maturo, a trent'anni, non più acerbi e non ancora secchi: la linfa scorre in noi con la pressione giusta, gonfia di vita. È viva ogni nostra gioia, è viva ogni nostra pena, si ride e si piange come non ci riuscirà mai più, si pensa e si capisce come non ci riuscirà mai più.
Abbiamo raggiunto la cima della montagna e tutto
è chiaro là in cima: la strada per cui siamo saliti, la strada per cui
scenderemo. Un po' ansimanti e tuttavia freschi, non succederà più di sederci
nel mezzo a guardare indietro e in avanti, a meditare sulla nostra fortuna.
Il tempo prezioso delle persone mature
“Ho contato i miei anni ed ho scoperto
che ho meno tempo da vivere rispetto a quanto ho vissuto finora.
Mi sento come quel bimbo cui regalano
un pacchetto di dolci: i primi li mangia con piacere, ma quando si accorge che
gliene rimangono pochi, comincia a gustarli intensamente.
Non ho più tempo per riunioni
interminabili, in cui si discutono statuti, procedimenti e regolamenti interni,
sapendo che alla fine non si concluderà nulla. Non ho più tempo per sopportare
persone assurde che, oltre che per l’età anagrafica, non sono cresciute per
nessun altro aspetto. Non ho più tempo, da perdere per sciocchezze. Non voglio
partecipare a riunioni in cui sfilano solo “Ego” gonfiati. Non ho più tempo per
i manipolatori, gli arrivisti, gli approfittatori. Mi disturbano gli invidiosi.
Ho poco tempo per discutere di beni materiali o posizioni sociali.
Amo l’essenziale, perché la mia anima
ora ha fretta. Adesso voglio vivere tra esseri umani sensibili. Gente che
sappia amare e burlarsi dei suoi errori. Gente che non si vanti dei suoi lussi
e delle sue ricchezze. Gente che non sfugga alle sue responsabilità. Gente che
difenda la dignità umana. Voglio circondarmi di gente che desideri vivere con
onestà e rettitudine. Perché solo l’essenziale fa sì che la vita valga la pena
viverla.
Ho fretta per vivere con l’intensità
che solo la maturità ci può dare. Il mio obiettivo, é andar via in pace con i
miei cari e con la mia coscienza. Abbiamo due vite e la seconda inizia quando
ti rendi conto che ne hai solo una.”
sabato 11 maggio 2024
La Madre, 1933 - Giuseppe Ungaretti
Per condurmi, Madre, sino al Signore,
Come una volta mi darai la mano.
In ginocchio, decisa,
Sarai una statua di fronte all’Eterno,
Come già ti vedeva
Quando eri ancora in vita.
Alzerai tremante le vecchie braccia,
Come quando spirasti
Dicendo: Mio Dio, eccomi.
E solo quando m’avrà perdonato,
Ti verrà desiderio di guardarmi.
Ricorderai d’avermi atteso tanto,
E avrai negli occhi un rapido sospiro.
- Giuseppe Ungaretti -
«Allora abbracciami», disse Ben stringendosi alla mamma.
Lei lo tenne stretto a sé. Sentiva il cuore di Ben che batteva. Anche Ben sentiva il cuore della mamma e l’abbracciò forte forte.
«Adesso non sono solo», pensò mentre l’abbracciava, «adesso non sono solo. Adesso non sono solo».
«Vedi», gli sussurrò mamma, «proprio per questo hanno inventato l’abbraccio»"
"L'abbraccio"
dormono i tuoi nipoti dolci,
dormono, lavati, i piatti,
dorme fresco anche il bucato,
dormono le scale stanche
del mio nido di pietra,
dorme silenzioso il grillo
nel campanello della porta,
dorme la tua vecchia casa,
dorme, sotto terra, la vigna.
Dormi! E nel sogno, vicino al mare,
sentiti una ragazza,
e accanto ad una corda,
sentiti una bambina.
Rivediti ancor prima:
quando eri senza ricordi
una piccola piccina.
Dormi, madre mia incanutita,
dormi, madre mia amata!
ma Tu mi ami e desideri la mia salvezza.
Concedimi, benché la mia lingua sia immonda,
di poter sempre chiamare in mia difesa
il tuo santissimo e potentissimo nome,
perché il tuo nome è l’aiuto di chi vive e la salvezza di chi muore.
Maria purissima, Maria dolcissima, concedimi la grazia
che il tuo nome sia da oggi in poi il respiro della mia vita.
Signora, non tardare a soccorrermi ogni volta che Ti chiamo,
poiché in tutte le tentazioni e in tutte le mie necessità
non voglio smettere di invocarti ripetendo sempre: Maria, Maria.
Così voglio fare durante la mia vita
e spero particolarmente nell’ora della morte,
per venire a lodare eternamente in Cielo il tuo amato nome:
“O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria”.
Maria, amabilissima Maria,
che conforto, che dolcezza, che fiducia, che tenerezza
sente l’anima mia anche solo nel pronunciare il tuo nome,
o soltanto pensando a Te!
Ringrazio il mio Dio e Signore che Ti ha dato per mio bene
questo nome così amabile e potente.
O Signora, non mi basta nominarti qualche volta,
voglio invocarti più spesso per amore;
voglio che l’amore mi ricordi di chiamarti ad ogni ora,
in modo tale da poter esclamare anch’io insieme a Sant’Anselmo:
“O nome della Madre di Dio, tu sei l’amore mio!”.
Mia cara Maria, mio amato Gesù,
i vostri dolcissimi Nomi vivano sempre nel mio ed in tutti i cuori.
La mia mente si dimentichi di tutti gli altri,
per ricordarsi solo e per sempre di invocare i vostri Nomi adorati.
Mio Redentore Gesù e Madre mia Maria,
quando sarà giunto il momento della mia morte,
in cui l’anima dovrà lasciare il corpo,
concedetemi allora, per i vostri meriti,
la grazia di pronunciare le ultime parole dicendo e ripetendo:
“Gesù e Maria vi amo, Gesù e Maria vi dono il cuore e l’anima mia”.
- Stefania -
sabato 27 aprile 2024
Il Tempo
ci ha già cambiato e ci cambierà ancora,
ma c’è una cosa che il tempo pur passando
non farà mai invecchiare,
è quel sentimento che non conosce limiti e confini,
a cui poco importa se verrà urlato o solo bisbigliato,
in quanto esso non si misura
con la voce che dalla gola scaturisce,
ma con l’intensità di quella voce che batte e da esso fuoriesce.
- Xavier Wheel -
Il tempo della misericordia di Dio non ha anni, mesi o millenni programmati.
Il Padre vuole dare sempre la possibilità a questi figli ribelli, di fermarsi ad ascoltarlo.
L' amore non cerca vendetta, non vuole il castigo ma la comunione con se stesso.
Troppo
spesso siamo ripiegati su noi stessi, sui nostri problemi, sulle cose negate,
sul tanto da fare anche solo per cambiare.
E
in questo turbinio di propositi non ascoltiamo la voce che ci invita a
seguirlo, che non promette ricchezza, assenza dal dolore o infinita sapienza,
ma vuole darci la possibilità in questo tempo di entrare in sintonia con Lui.
Certamente
non mancheranno le fiere a impedircelo, ma non dimentichiamo anche la presenza
degli angeli, sempre pronti a sostenerci.
Coraggio
allora, pur riconoscendo i nostri infiniti limiti e le nostre molteplici
fragilità, riproviamo a fare spazio al Signore, chissà se non è questo il
nostro tempo?
A
piccoli passi avanziamo in questa nuova quaresima.
Con
te, in te, sempre.
- Silence -
Buona giornata a tutti :-)