Nel 1967 il Dott. Stephenson ha
condotto un esperimento in cui erano coinvolte 10 scimmie, una gabbia, una
banana, una scala e uno spruzzatore di acqua gelata. Stephenson rinchiude 5
scimmie in una grande gabbia. All’interno della gabbia mette una scala e sulla
scala un casco di banane.
Le scimmie si accorgono immediatamente
delle banane e una di loro si arrampica sulla scala. Appena lo fa, però, lo
sperimentatore la spruzza con dell’acqua gelida. Poi riserva lo stesso
trattamento alle altre 4 scimmie.
La scimmia sulla scala torna a terra e
tutte e 5 restano sul pavimento, bagnate, al freddo e disorientate. Presto però
la tentazione delle banane è troppo forte e un’altra scimmia comincia ad
arrampicarsi sulla scala. Di nuovo lo sperimentatore spruzza l’ambiziosa
scimmia e le sue compagne con l’acqua gelata. Quando una terza scimmia prova ad
arrampicarsi per arrivare alle banane le altre scimmie, volendo evitare di
essere spruzzate, la tirano via dalla scala malmenandola. Da questo momento le
scimmie non proveranno più a raggiungere le banane.
La seconda parte dell’ esperimento
prevede l’introduzione di una nuova scimmia nella gabbia. Appena questa si
accorge delle banane prova naturalmente a raggiungerle. Ma le altre scimmie,
conoscendo l’esito, la obbligano a scendere e la picchiano. Alla fine anche
lei, come le altre 4 scimmie, rinuncia a mangiare la banana senza mai essere
stata spruzzata con l’acqua gelata, quindi senza sapere perché non potesse
farlo.
A questo punto un’altra scimmia scelta
tra le 4 originarie rimaste, è stata sostituita con una nuova. Il nuovo gruppo
era composto da 3 delle scimmie iniziali (che sapevano perché non tentare di
prendere la banana), 1 scimmia che aveva imparato a rinunciare alla banana a
causa della reazione violenta delle altre e 1 scimmia nuova.
Qui la storia si fa interessante. La
scimmia nuova, come previsto, tenta di raggiungere la banana. Come era avvenuto
con la scimmia precedente, le altre scimmie le impediscono di raggiungere il
frutto senza che il ricercatore dovesse spruzzare dell’acqua. Anche la prima
scimmia sostituita, quella che non era mai stata spruzzata ma era stata
dissuasa dalle altre, si è attivata per impedire che l’ultima arrivata
afferrasse la banana.
LA CONCLUSIONE DELL’ ESPERIMENTO
La procedura della sostituzione delle
scimmie viene ripetuta finché nella gabbia sono presenti solo scimmie “nuove”,
che non sono mai state spruzzate con l’acqua.
L’ultima arrivata tenta naturalmente
di avvicinarsi alle banane ma tutte le altre glielo impediscono: nessuna di
esse però conosce il motivo del divieto!
Stephenson descrive l’atteggiamento
inquisitore dell’ultima scimmia arrivata, come se cercasse di capire il perché
del divieto di mangiare quella banana così invitante. Nel suo racconto le altre
scimmie si sono guardate tra loro, quasi a cercare questa risposta. Il problema
è che nessuna delle scimmie presenti la conosceva, perché nessuna era stata
punita dallo sperimentatore per averci provato, era stato il gruppo a opporsi.
Una nuova regola era stata tramandata
alla generazione successiva, ma le sue motivazioni erano scomparse con la
scomparsa del gruppo che l’aveva appresa.
Se fosse stato possibile chiedere alle
scimmie perché picchiavano le compagne che provavano a salire sulla scala, la
risposta sarebbe stata più o meno questa: ” Non lo so, è così che si fa da
queste parti!” Suona familiare?
Non smettere di indagare, di chiedere,
di trovare nuovi paradigmi. Spesso il nostro modo di agire è solo il frutto di
azioni che ripetiamo perché l’abbiamo visto fare da altri, senza sapere bene il
perché. Cambiate le vostre abitudini. Non abbiate paura. Sfuggite al più grande
esperimento sociale mai visto nella storia, quello di consumare quello che
altri (gli sperimentatori) vogliono che consumiamo, quello di evitare che ci
poniamo domande, che troviamo nuove soluzioni per vecchi problemi.
Bibliografia:
Stephenson, G. R. (1967). Cultural
acquisition of a specific learned response among rhesus monkeys. In: Starek,
D., Schneider, R., and Kuhn, H. J. (eds.), Progress in Primatology, Stuttgart:
Fischer, pp. 279-288.
Siate l'anomalia. L'aberrazione. L'errore. L'inconveniente. La diversità.
Il dato indecifrabile. Lasciate che guardandovi scuotano le loro teste uniformate.
Lasciate che si vergognino di voi. Che si imbarazzino. Che si incazzino.
Vi insulteranno. Voi lasciateli fare. Lasciate che si prendano gioco di voi.
Che vi additino. Che ridano. Resistete al loro scherno.
Siate la loro vittima, il loro zimbello.
Siate ai loro occhi un clamoroso fallimento.
Una tigre non perde il sonno curandosi di
ciò che pensano le pecore. Andate avanti. Siate la cicatrice sul loro modo di
vedere le cose e sulla loro normalità. Vi detesteranno.
Vi temeranno.
Desidereranno essere come voi.
(David Icke)