La speranza è essenziale per la vita ed è una straordinaria medicina.
Sono convinto che il medico debba
essere portatore di speranza e la sua umanità sia la prima chiave d’accesso
all’umanità del malato o del potenziale malato.
Qui il fattore personale diventa
fattore professionale, non inferiore alla preparazione tecnico- scientifica.
La speranza è quasi una necessità
biologica dell’individuo. La gente ne ha un grande bisogno e nessuno ha il
diritto di togliergliela, ma ha il dovere di mantenerla viva.
Il che non significa dare illusioni e sogni, non è un non dire la verità, ma
fargli capire che non resterà mai solo nei momenti difficili e che oggi il
sistema sanitario è più pronto a gestire l’infezione.
E, poiché la medicina non è una scienza esatta, ci sarà sempre un margine di
ottimismo su cui puntare.
Un medico è completo se unisce tecnica e umanità e
sa dare al suo paziente anche questi messaggi.
I malati ascoltano chi li cura o li curerà e traggono fiducia e speranza,
oltre che dalle parole, anche dal loro atteggiamento.
Il malato non vuole atteggiamenti
autoritari, distaccati, irritazione, indisponibilità al colloquio, ma calore e
comprensione per guardare a un futuro di speranza.
La buona medicina è fatta anche da tutte queste cose.
- Professore Matteo Bassetti -
direttore della Clinica Malattie Infettive dell'Ospedale San Martino di Genova (Italy)
Ha scritto il sociologo Mauro
Magatti: “Gli storici dicono che le grandi epidemie – insieme alle guerre e
alle carestie – hanno la forza di scuotere intere civiltà provocandone la
rigenerazione morale e spirituale”. Forse è davvero questa la speranza da
coltivare insieme: dopo la grande tribolazione arriverà la ripartenza, che
possiamo preparare attraverso una riflessione condivisa sui “fondamentali” del
vivere insieme, oltre ai gesti di vicinanza e di solidarietà che già ora
condividiamo con la comunità delle donne e degli uomini del nostro tempo.
Il tributo a Cesare va pagato, perché l’immagine sulla moneta è la sua; ma l’uomo, ogni uomo, porta in sé un’altra immagine, quella di Dio, e pertanto è a Lui, e a Lui solo, che ognuno è debitore della propria esistenza (anche Cesare n.d.r).
- papa Benedetto XVI -
Buona giornata a tutti. :-)
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