C'è chi meglio degli altri realizza la sua vita.
E' tutto in ordine dentro e attorno a lui.
Per ogni cosa ha metodi e risposte.
E' lesto a indovinare il chi il come il dove
e a quale scopo.
Appone il timbro a verità assolute,
getta i fatti superflui nel tritadocumenti,
e le persone ignote
dentro appositi schedari.
Pensa quel tanto che serve,
non un attimo di più,
perché dietro quell'attimo sta in agguato il dubbio.
E quando è licenziato dalla vita,
lascia la postazione
dalla porta prescritta.
A volte un po' lo invidio
- per fortuna mi passa -
E' tutto in ordine dentro e attorno a lui.
Per ogni cosa ha metodi e risposte.
E' lesto a indovinare il chi il come il dove
e a quale scopo.
Appone il timbro a verità assolute,
getta i fatti superflui nel tritadocumenti,
e le persone ignote
dentro appositi schedari.
Pensa quel tanto che serve,
non un attimo di più,
perché dietro quell'attimo sta in agguato il dubbio.
E quando è licenziato dalla vita,
lascia la postazione
dalla porta prescritta.
A volte un po' lo invidio
- per fortuna mi passa -
- Wislawa Szymborska -
«È importante sapersi ritirare in se
stessi: un eccessivo contatto con gli altri, spesso così dissimili da noi,
disturba il nostro ordine interiore, riaccende passioni assopite, inasprisce
tutto ciò che nell’animo vi è di debole o di non ancora perfettamente guarito.
Vanno opportunamente alternate le due dimensioni della solitudine e della socialità: la prima ci farà provare nostalgia dei nostri simili, l’altra di noi stessi; in questo modo, l’una sarà proficuo rimedio dell’altra.
La solitudine guarirà l’avversione alla folla, la folla cancellerà il tedio della solitudine.»
Vanno opportunamente alternate le due dimensioni della solitudine e della socialità: la prima ci farà provare nostalgia dei nostri simili, l’altra di noi stessi; in questo modo, l’una sarà proficuo rimedio dell’altra.
La solitudine guarirà l’avversione alla folla, la folla cancellerà il tedio della solitudine.»
- Lucio Anneo Seneca -
da: “De tranquillitate animi”
“Un anno fa sono stato sospeso dall’Università per avere rifiutato il green pass. In tutta Italia siamo stati sospesi in due su 70.000 docenti (oltre a me, Marco Villoresi di Firenze).
Oggi torno a lezione, nel generale silenzio dei colleghi, per i quali tutto procede tranquillo, come se non fosse accaduto niente.
Non parlerò agli studenti della cultura che non ha nemmeno più vergogna di se stessa, né della vigliaccheria di chi dovrebbe invece insegnare lo spirito critico.
Parlerò solo di bellezza, di
barlumi di luce da proteggere e dei solitari cavalieri erranti che salvarono il
mondo dallo sfacelo».
- Francesco Benozzo -
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