Essere solo: la natura del tuo sé La
solitudine è un fiore, un loto che sboccia nel tuo cuore. Essere soli è
positivo, è salutare.
È la gioia di essere se stessi. È la gioia di avere il
proprio spazio. Meditazione significa questo: la beatitudine dell'essere soli.
Si è veramente vivi quando si è in grado di stare soli, allorché non esiste più
dipendenza da qualcun altro, da nessuna situazione contingente, da nessuna
condizione imposta. E poiché ti appartiene, può perdurare il mattino, la sera,
il giorno, la notte, nella gioventù oppure nella vecchiaia, quando sei sano,
oppure malato. Nella vita, come nella morte, può perdurare perché non viene a
te dall'esterno. È qualcosa che nasce in te. È la tua stessa natura, è la
natura del tuo sé. Un viaggio interiore è un viaggio verso la solitudine
assoluta; non puoi portare nessuno con te. Non puoi condividere il tuo centro
con nessuno, neppure con colui o colei che ami. La natura delle cose non lo
permette: non ci si può fare nulla. Nell'istante in cui entri in te stesso,
tutti i collegamenti con il mondo esterno si spezzano; tutti i ponti vengono
infranti. Di fatto, il mondo intero scompare. Ecco perché i mistici hanno
definito maya, illusorio, il mondo: non che sia inesistente, ma per chi medita,
per colui che è entrato in se stesso, è pressoché inesistente. Tale è la
profondità del silenzio che nessun rumore lo penetra. La solitudine è così
intensa, che occorre coraggio. Ma da quella solitudine si sprigiona la beatitudine.
Da quella solitudine, si esperimenta Dio. Non esiste altra via: non è mai
esistita, né mai esisterà. Celebra la
solitudine, celebra il tuo spazio puro, e nel tuo cuore sorgerà un canto
sublime. E sarà un canto di consapevolezza, sarà un canto di meditazione. Sarà
il canto di un uccello solitario che da lontano lancia il suo richiamo: non
chiama qualcuno in particolare, si limita a chiamare perché il suo cuore è
colmo e vuol chiamare, perché le nuvole sono gonfie e desiderano sciogliersi in
pioggia, perché il fior è pieno e i petali si aprono e si sprigiona una
fragranza che non ha una meta, non ha indirizzo. Lascia che la tua solitudine
diventi una danza.
- Osho -
Milioni di persone si lasciano sfuggire la
meditazione solo perché questa ha assunto la connotazione sbagliata. Si
presenta come una cosa seria, lugubre, ricorda qualcosa di clericale; sembra
essere adatta a qualcuno che è già morto, o sta per morire: a persone fosche,
serie, dal volto lugubre, che hanno perso ogni allegria, ogni senso del
piacere, del gioco, della festa... In realtà, sono proprio queste le qualità
della meditazione: una persona che medita veramente è allegra; per lei la vita
è un divertimento, la vita è leggera, è un gioco. Chi medita gioisce
immensamente. Non è serio. È rilassato.
- Osho -
Sii paziente Non aver fretta. Troppo spesso
la fretta provoca ritardi.
Anche se muori di sete, aspetta con pazienza: più profonda è l'attesa, prima la tua sete verrà lenita.
Hai seminato, ora siedi all'ombra e aspetta che accada.
Il seme si romperà, fiorirà, ma tu non puoi accelerare questo processo. Forse che ogni cosa non richiede il suo tempo?
Devi lavorare, ma lascia a Dio i frutti del tuo lavoro.
Nulla nella vita va mai sprecato, specialmente i passi compiuti verso la verità. Ma a volte si è presi dall'impazienza; l'impazienza accompagna la sete, ma è un ostacolo. Conserva la tua sete e scaccia l'impazienza. Non confondere l'impazienza con la tua sete.
La sete comporta un'ardente aspirazione, ma non la lotta; l'impazienza comporta lotta, ma nessuna aspirazione ardente.
Un'ardente aspirazione porta con sé l'attesa priva di pretese; l'impazienza comporta pretese, senza attesa alcuna. La sete è accompagnata da lacrime silenti; l'impazienza è conflitto irrequieto.
Non è possibile mettersi a cavallo della verità e guidarla a proprio piacimento: la si consegue arrendendosi, non lottando. La si conquista attraverso una resa totale.
Anche se muori di sete, aspetta con pazienza: più profonda è l'attesa, prima la tua sete verrà lenita.
Hai seminato, ora siedi all'ombra e aspetta che accada.
Il seme si romperà, fiorirà, ma tu non puoi accelerare questo processo. Forse che ogni cosa non richiede il suo tempo?
Devi lavorare, ma lascia a Dio i frutti del tuo lavoro.
Nulla nella vita va mai sprecato, specialmente i passi compiuti verso la verità. Ma a volte si è presi dall'impazienza; l'impazienza accompagna la sete, ma è un ostacolo. Conserva la tua sete e scaccia l'impazienza. Non confondere l'impazienza con la tua sete.
La sete comporta un'ardente aspirazione, ma non la lotta; l'impazienza comporta lotta, ma nessuna aspirazione ardente.
Un'ardente aspirazione porta con sé l'attesa priva di pretese; l'impazienza comporta pretese, senza attesa alcuna. La sete è accompagnata da lacrime silenti; l'impazienza è conflitto irrequieto.
Non è possibile mettersi a cavallo della verità e guidarla a proprio piacimento: la si consegue arrendendosi, non lottando. La si conquista attraverso una resa totale.
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