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giovedì 18 settembre 2025

Preghiera al padre della verità, della sapienza e della felicità - Sant’Agostino

"O Dio, creatore dell’universo, concedimi prima di tutto che io ti preghi bene, quindi che mi renda degno di essere esaudito, e infine di ottenere da te la redenzione.
O Dio, per la cui potenza tutte le cose che da sé non sarebbero, si muovono verso l’essere;
o Dio, che non permetti che cessi d’essere neanche quella realtà i cui elementi hanno in sé le condizioni di distruggersi a vicenda;
o Dio, che hai creato dal nulla questo mondo, di cui gli occhi di tutti avvertono l’alta armonia;
o Dio, che non fai il male ma lo permetti perché non avvenga il male peggiore; o Dio, che manifesti a pochi, i quali si rivolgono a ciò che veramente è, che il male non è reale;
o Dio, per la cui potenza l’universo, nonostante la parte non adatta al fine, egualmente lo raggiunge;
o Dio, dal quale la dissimilitudine non produce l’estrema dissoluzione, poiché le cose peggiori si armonizzano con le migliori;
o Dio, che sei amato da ogni essere che può amare, ne sia esso cosciente o no;
o Dio, nel quale sono tutte le cose, ma che la deformità esistente nell’universo non rende deforme, né il male meno perfetto, né l’errore meno vero;
o Dio, che hai voluto che soltanto gli spiriti puri conoscessero il vero;
o Dio, padre della verità, padre della sapienza, padre della vera e somma vita, padre della felicità, padre del buono e del bello, padre della luce intelligibile, padre del nostro risveglio e della nostra illuminazione, padre del pegno che ci ammonisce di tornare a te!

Te invoco, Dio verità, fondamento, principio e ordinatore della verità di tutti gli esseri che sono veri;
o Dio sapienza, fondamento, principio e ordinatore della sapienza di tutti gli esseri che posseggono sapienza,
o Dio vera e somma vita, fondamento, principio e ordinatore della vita degli esseri che hanno vera e somma vita;
Dio beatitudine, fondamento, principio e ordinatore della beatitudine di tutti gli esseri che sono beati;
o Dio bene e bellezza, fondamento, principio e ordinatore del bene e della bellezza di tutti gli esseri che sono buoni e belli;
o Dio luce intelligibile, fondamento, principio e ordinatore della luce intelligibile di tutti gli esseri che partecipano alla luce intelligibile;
o Dio, il cui regno è tutto il mondo che è nascosto al senso;
o Dio, dal cui regno deriva la legge per i regni della natura;
o Dio, dal quale allontanarsi è cadere, verso cui voltarsi è risorgere, nel quale rimanere è avere sicurezza;
o Dio, dal quale uscire è morire, al quale avviarsi è tornare a vivere, nel quale abitare è vivere;
o Dio, che non si smarrisce se non si è ingannati, che non si cerca se non si è chiamati, che non si trova se non si è purificati;
o Dio, che abbandonare è andare in rovina, a cui tendere è amare, che vedere è possedere;
o Dio, al quale ci stimola la fede, ci innalza la speranza, ci unisce la carità;
o Dio, per mezzo del quale trionfiamo dell’avversario: ti scongiuro!
O Dio, che abbiamo accolto per non soggiacere a morte totale;
o Dio, da cui siamo stimolati alla vigilanza;
o Dio, col cui aiuto sappiamo distinguere il bene dal male;
o Dio, col cui aiuto fuggiamo il male e operiamo il bene; o Dio, col cui aiuto non cediamo ai perturbamenti;
o Dio, col cui aiuto siamo soggetti con rettitudine al potere e con rettitudine l’esercitiamo;
o Dio, col cui aiuto apprendiamo che sono anche di altri le cose che una volta reputavamo nostre e sono anche nostre le cose che una volta reputavamo di altri;
o Dio, col cui aiuto non ci attacchiamo agli adescamenti e irretimenti delle passioni;
o Dio, col cui aiuto la soggezione al plurimo non ci toglie l’essere uno;
o Dio, col cui aiuto il nostro essere migliore non è soggetto al peggiore;
o Dio, col cui aiuto la morte è annullata nella vittoria;
o Dio, che ci volgi verso di te; o Dio, che ci spogli di ciò che non è e ci rivesti di ciò che è;
o Dio, che ci rendi degni di essere esauditi;
o Dio, che ci unisci;
o Dio, che ci induci alla verità piena;
o Dio, che ci manifesti la pienezza del bene e non ci rendi incapaci di seguirlo né permetti che altri lo faccia;
o Dio, che ci richiami sulla vita;
o Dio, che ci accompagni alla porta;
o Dio, che fai sì che si apra a coloro che picchiano;
o Dio, che ci dai il pane della vita;
o Dio, che ci asseti di quella bevanda, sorbendo la quale non avremo più sete; o Dio, che accusi il mondo sul peccato, la giustizia e il giudizio;
o Dio, col cui aiuto non siamo influenzati da coloro che non credono;
o Dio, col cui aiuto riproviamo coloro i quali affermano che le anime non possiedono alcun merito dinanzi a te;
o Dio, col cui aiuto non diveniamo adoratori degli elementi inetti e impotenti; o Dio, che ci purifichi e ci prepari ai premi divini: viemmi incontro benevolo!
 
In qualsiasi modo io possa averti pensato, il Dio uno sei tu, e tu vieni in mio aiuto, una eterna e vera essenza, dove non ci sono discordia, oscurità, cangiamento, bisogno, morte, ma somma concordia, somma chiarezza, somma costanza e durata, somma pienezza, somma vita; dove nulla manca, nulla ridonda, dove colui che genera e colui che è generato sono una medesima cosa;
Dio, cui sono soggette tutte le cose prive di autosufficienza, cui obbedisce ogni anima buona; per le cui leggi ruotano i poli, le stelle compiono le loro orbite, il sole rinnova il giorno, la luna mitiga la notte, e tutto il mondo, mediante le successioni e i ritorni dei tempi, conserva, per quanto la materia sensibile lo comporta, la grande uniformità dei fenomeni, attraverso i giorni con l’alternarsi del giorno e della notte, attraverso i mesi con le lunazioni, attraverso gli anni con i ritorni di primavera, estate, autunno e inverno, attraverso i lustri col compimento del corso solare, attraverso i secoli col ritorno delle stelle alle loro origini; o
 Dio, per le cui leggi esistenti per tutta la durata della realtà non si permette che il movimento difforme delle cose mutevoli sia turbato, ma che venga ripetuto, sempre secondo uniformità, nella dimensione rotante dei tempi; per le cui leggi è libera la scelta dell’anima e sono stati stabiliti premi per i buoni e pene per i cattivi con leggi fisse e universali;
o Dio, da cui provengono a noi tutti i beni e sono allontanati tutti i mali;
o Dio, sopra del quale, fuori del quale e senza il quale non c’è nulla;
o Dio, sotto il quale è il tutto, nel quale è il tutto, col quale è il tutto; che hai fatto l’uomo a tua immagine e somiglianza, il che può comprendere chi conosce te stesso: ascolta, ascolta, ascolta me, mio Dio, mio Signore, mio re, mio padre, mio fattore, mia speranza, mia realtà, mio onore, mia casa, mia patria, mia salvezza, mia luce, mia vita; ascolta, ascolta, ascolta me nella maniera tua, soltanto a pochi ben nota!"

(Sant'Agostino)
Soliloqui, 1,1.2-4

 

 

Quando si prendono il timpano e il salterio, le mani si accordano alla voce. Così per te.

Quando canti l'alleluia, devi porgere il pane all'affamato, vestire il nudo, ospitare il pellegrino. Se fai questo, non è solo la voce che canta, ma alla voce si armonizzano le mani, in quanto con le parole concordano le opere.

(Sant'Agostino)


Quelli che ci hanno lasciato non sono assenti, 
sono invisibili, 
tengono i loro occhi pieni di gloria fissi nei nostri pieni di lacrime.
(S.Agostino)
 
 

Ma dove cerchi?? (dimmi dov'è il tuo cuore e ti dirò chi sei!)

Si racconta di un uomo che piegato per terra
cercava qualcosa nel mezzo della piazza del suo paesino.
Un suo amico vedendolo incuriosito gli chiese:
"Cosa fai? che cerchi? ti vedo un pò disperato!"

Lui rispose: "sto cercando una chiave"
L'amico si piego per terra e tutti e due
a carpon carponi cercavano questa chiave.
Dopo un po’ di tempo l'amico un pò stanco chiese:
"ma più o meno ti ricordi dove ti è cascata la chiave?"
"Sì me lo ricordo bene" rispose, "mi è cascata nella mia stanza a casa".
All'udir questo l'amico si alzò sbalordito e domandò:
"scusa ma sei scemo! Allora perchè la cerchi qui?!"
L'altro rispose: "Perchè qui c'è più luce!"

Ci sono persone che cercano Dio, l'amore, la verità e tutte le cose essenziali della vita in posti inadatti (templi, discoteche, agenzie matrimoniali, corsi di meditazioni, facebook, ecc...) soltanto perchè credono che in questi posti c'è più LUCE (evidenza, propaganda, pubblicità, fama, riconoscenza, ecc).

A voi la scelta.... e sapere che altri vi aiutano pure a cercarla !!! 


Buona giornata a tutti :-)


www.leggoerifletto.it





sabato 6 settembre 2025

Il falso benefattore - Padre Livio Fanzaga

 Satana è ostile a Dio e a tutto ciò che è di Dio. Il suo odio contro l’uomo, che è il capolavoro della creazione divina, è testimoniato da Gesù stesso, quando lo chiama «omicida fin da principio» (Gv 8, 44). Eppure la sua astuzia nel coprire le sue intenzioni perverse è talmente grande che alcuni lo considerano un benefattore dell’umanità. 
Sotto questa veste egli infatti si manifesta nel momento della tentazione.
Quando satana si avvicina ha sempre qualcosa in mano da offrirti.
Egli è il più grande venditore di merce falsa che esista.
Studia la tua fame, poi ti presenta il cibo più allettante.
Vuoi avere ricchezze? Ti prospetta il denaro facile.
Vuoi il potere? Ecco che ti mostra i regni del mondo a portata di mano.
Vuoi il successo? Ecco che ti indica la scorciatoia sicura.
Egli conosce la fame di felicità che tormenta l’uomo ed è abilissimo nel mostrarsi come l’unico che la può soddisfare.
È impressionante come l’astuta serpe riesca a ingannare persone anche intelligenti e colte con una facilità che lascia sbigottiti.
Mi permetto di raccontare al riguardo un fatto al quale non crederei se non l’avessi vissuto personalmente. Avevo incontrato dopo molti anni una ragazza che aveva frequentato l’oratorio fino alle soglie dell’università, ma che poi si era allontanata per motivi di studio e professionali. 
Mi disse che in tutti quegli anni aveva perso la fede ed era diventata atea.
Volli approfondire il discorso della fede con lei, fino a quando mi confidò di essere tentata di vendere l’anima a satana per sfondare nella carriera.
Compresi in quel momento il sottile lavoro che l’abile falsario aveva compiuto nei confronti di quell’anima.
Dopo averle rubato Dio e la preghiera, le aveva prospettato la carriera come un miraggio da raggiungere a tutti i costi. Una volta che quel desiderio aveva conquistato l’anima uccidendo tutti gli altri valori, ecco che egli si era presentato come l’unico che potesse aiutarla a conseguirlo. 
Dovetti constatare con amara meraviglia che mentre alcuni teologi mettevano in dubbio l’esistenza di satana, egli nell’ombra comprava le anime dei cosiddetti atei.

Ad Adamo satana si esibisce come colui che svela all’uomo il segreto per diventare come Dio. A Cristo come colui che offre la soluzione del problema del vivere e che può dare all’uomo una gloria e un potere sconfinati. 
Se ci pensi bene, il tentatore non ti propone mai la croce. 
La via che ti indica è sempre quella più facile e più larga. Egli non cessa di sibilarti all’orecchio che i comandamenti di Dio sono superati e ti convince che devi godere fino in fondo di quest’unica vita, assaporandone ogni istante che ti viene concesso.
Satana, l’eternamente infelice, non ha ritegno nel presentarsi agli uomini come dispensatore di felicità.
Essi abboccano come pesci all’amo.
Ma una volta che, commettendo il peccato, sono entrati sotto il suo dominio, si rendono conto del tremendo inganno. Si illudevano di essere felici: ora gemono sotto il giogo opprimente della disperazione e non sarà facile liberarsene.

Anche Gesù offre la felicità, ma non come una merce a basso prezzo. Il maligno ha buon gioco nel convincere gli stolti che la via di Dio è per i bigotti. Egli ti insinua che chi segue Gesù non si gode la vita. Tu però puoi sempre chiedere a uno che ha seguito Dio se si è pentito di averlo fatto. Domanda poi a chi ha creduto alle promesse del tentatore se è veramente contento della sua vita. Satana vuole comprarti con due soldi, Gesù al contrario per acquistare la tua anima ha versato il suo sangue.

(Padre Livio Fanzaga)
Fonte: Il Falsario



Dio si serve dei venti contrari per condurci in porto.

 - Charles de Foucauld -



Quando saremo giunti a Te, cesseranno le molte e inutili nostre parole. Tu solo rimarrai tutto in tutti; e noi Ti diremo senza fine una sola parola, lodandoTi in un modo solo, divenuti noi pure una sola cosa con Te. Amen.

 - Sant'Agostino - 




La mente non può da sola aver ragione dell’immagine demoniaca e non lo osi neppure: i demoni, infatti, sono scaltri, fingono perfino di darsi per vinti, mentre l’ingannano subdolamente con le vanità.

Però, dinanzi all’invocazione di Gesù Cristo, essi non possono, neppure per un attimo, sopportare di rimanere a tenderti insidie.

 Esichio presbitero

 


Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it

martedì 1 aprile 2025

Dai Soliloqui 1, 1, 2-6 . Sant'Agostino

O Dio, creatore dell'universo, concedimi prima di tutto che io ti preghi bene, quindi che mi renda degno di essere esaudito, ed infine di ottenere da te la redenzione.
O Dio, per la cui potenza tutte le cose che da sé non sarebbero, si muovono verso l'essere; o Dio, il quale non permetti che cessi d'essere neanche quella realtà i cui elementi hanno in sé le condizioni di distruggersi a vicenda; o Dio, che hai creato dal nulla questo mondo di cui gli occhi di tutti avvertono l'alta armonia; o Dio, che non fai il male ma lo permetti perché non avvenga il male peggiore; o Dio, che manifesti a pochi, i quali si rivolgono a ciò che veramente è, che il male non è reale.
O Dio, per la cui potenza l'universo, nonostante la parte non adatta al fine, è perfetto; o Dio, dal quale la dissimilitudine non produce l'estrema dissoluzione poiché le cose peggiori si armonizzano con le migliori; o Dio, che sei amato da ogni essere che può amare, ne sia esso cosciente o no; o Dio, nel quale sono tutte le cose ma che la deformità esistente nell'universo non rende deforme né il male meno perfetto né l'errore meno vero; o Dio, il quale hai voluto che soltanto gli spiriti puri conoscessero il vero; o Dio, padre della verità, padre della sapienza, padre della vera e somma vita, padre della beatitudine, padre del bene e del bello, padre della luce intelligibile, padre del nostro risveglio e della nostra illuminazione, padre della caparra mediante la quale siamo ammoniti di ritornare a te: ti invoco.
O Dio verità, fondamento, principio e ordinatore della verità di tutti gli esseri che sono veri.
O Dio sapienza, fondamento, principio e ordinatore della sapienza di tutti gli esseri che posseggono sapienza.
O Dio, vera e somma vita, fondamento, principio e ordinatore della vita degli esseri che hanno vera e somma vita.
O Dio beatitudine, fondamento, principio e ordinatore della beatitudine di tutti gli esseri che sono beati.
O Dio bene e bellezza, fondamento, principio e ordinatore del bene e della bellezza di tutti gli esseri che sono buoni e belli.
O Dio luce intelligibile, fondamento, principio e ordinatore della luce intelligibile di tutti gli esseri che partecipano alla luce intelligibile.
O Dio, il cui regno è tutto il mondo che è nascosto al senso; o Dio, dal cui regno deriva la legge per i regni della natura.
O Dio, dal quale allontanarsi è cadere, verso cui voltarsi è risorgere, nel quale rimanere è aver sicurezza; o Dio, dal quale uscire è morire, al quale avviarsi è tornare a vivere, nel quale abitare è vivere.
O Dio, che non si smarrisce se non si è ingannati, che non si cerca se non si è chiamati, che non si trova se non si è purificati.
O Dio, che abbandonare è andare in rovina, a cui tendere è amare, che vedere è possedere.
O Dio, al quale ci stimola la fede, ci innalza la speranza, ci unisce la carità.
O Dio, con la cui potenza vinciamo l'Avversario: ti scongiuro.
O Dio, che abbiamo accolto per non soggiacere a morte totale; o Dio, dal quale siamo stimolati alla vigilanza.
O Dio, col cui aiuto sappiamo distinguere il bene dal male; o Dio, col cui aiuto fuggiamo il male e operiamo il bene.
O Dio, col cui aiuto non cediamo ai perturbamenti.
O Dio, col cui aiuto siamo soggetti con rettitudine al potere e con rettitudine l'esercitiamo.
O Dio, col cui aiuto apprendiamo che sono anche di altri le cose che una volta reputavamo nostre e sono anche nostre le cose che una volta reputavamo di altri.
O Dio, col cui aiuto non ci attacchiamo agli adescamenti e irretimenti delle passioni.
O Dio, col cui aiuto la soggezione al plurimo non ci toglie l'essere uno.
O Dio, col cui aiuto il nostro essere migliore non è soggetto al peggiore.
O Dio, col cui aiuto la morte è annullata nella vittoria.
O Dio, che ci volgi verso di te.
O Dio, che ci spogli di ciò che non è e ci rivesti di ciò che è.
O Dio, che ci rendi degni di essere esauditi; o Dio, che ci unisci.
O Dio, che ci induci alla verità piena.
O Dio, che ci manifesti la pienezza del bene e non ci rendi incapaci di seguirlo né permetti che altri lo faccia.
O Dio, che ci richiami sulla via.
O Dio, che ci accompagni alla porta.
O Dio, il quale fai sì che si apra a coloro che picchiano.
O Dio, che ci dai il pane della vita 3.
O Dio, che ci asseti di quella bevanda sorbendo la quale non avremo più sete;
O Dio, che accusi il mondo sul peccato, la giustizia e il giudizio.
O Dio, col cui aiuto non ci sottraggono la convinzione coloro che non credono.
O Dio, col cui aiuto riproviamo coloro i quali affermano che le anime non possono meritare presso di te.
O Dio, col cui aiuto non diveniamo schiavi degli elementi che causano debolezza e privazione.
O Dio, che ci purifichi e ci prepari ai premi divini: viemmi incontro benevolo.
In qualsiasi modo io possa averti pensato, il Dio Uno sei tu e tu vieni in mio aiuto, una eterna e vera sussistenza, dove non ci sono discordia, oscurità, cangiamento, bisogno, morte, ma somma concordia, somma chiarezza, somma attuosità, somma ricchezza, somma vita, dove nulla manca, nulla ridonda, dove colui che genera e colui che è generato sono una medesima cosa.
O Dio, cui sono soggette tutte le cose prive di autosufficienza, cui obbedisce ogni anima buona; per le cui leggi ruotano i poli, le stelle compiono le loro orbite, il sole rinnova il giorno, la luna soffonde la notte, e tutto il mondo, mediante le successioni e i ritorni dei tempi, conserva, per quanto la materia sensibile lo comporta, la grande uniformità dei fenomeni attraverso i giorni con l'alternarsi del giorno e della notte, attraverso i mesi con le lunazioni, attraverso gli anni con i ritorni di primavera, estate, autunno e inverno, attraverso i lustri col compimento del corso solare, attraverso i secoli col ritorno delle stelle alle loro origini.
O Dio, per le cui leggi esistenti per tutta la durata della realtà non si permette che il movimento difforme delle cose mutevoli sia turbato, ma che venga ripetuto, sempre secondo uniformità, nella dimensione rotante dei tempi; per le cui leggi è libera la scelta dell'anima e sono stati stabiliti premi per i buoni e pene per i cattivi con leggi fisse e universali.
O Dio dal quale provengono a noi tutti i beni e sono allontanati tutti i mali.
O Dio, sopra del quale non c'è nulla, fuori del quale nulla e senza del quale nulla.
O Dio, sotto il quale è il tutto, nel quale il tutto, col quale il tutto.
Che hai fatto l'uomo a tua immagine e somiglianza, il che può comprendere chi conosce se stesso: ascolta, ascolta, ascolta me, mio Dio, mio signore, mio re, mio padre, mio fattore, mia speranza, mia realtà, mio onore, mia casa, mia patria, mia salvezza, mia luce, mia vita; ascolta, ascolta, ascolta me nella maniera tua, soltanto a pochi ben nota.
Ormai io te solo amo, te solo seguo, te solo cerco e sono disposto ad essere soggetto a te soltanto, poiché tu solo con giustizia eserciti il dominio ed io desidero essere di tuo diritto. Comanda ed ordina ciò che vuoi, ti prego, ma guarisci ed apri le mie orecchie affinché possa udire la tua voce.
Guarisci ed apri i miei occhi affinché possa vedere i tuoi cenni. Allontana da me i movimenti irragionevoli affinché possa riconoscerti.
Dimmi da che parte devo guardare affinché ti veda, e spero di poter eseguire tutto ciò che mi comanderai.
Riammetti, ti prego, il tuo schiavo fuggitivo, o Signore e Padre clementissimo. Dovrei ormai aver sufficientemente scontato, abbastanza dovrei esser stato schiavo dei tuoi nemici che tu conculchi sotto i tuoi piedi, abbastanza dovrei esser stato ludibrio di cose ingannevoli.
Ricevi me tuo servo che fugge da queste cose che mi accolsero non tuo mentre da te fuggivo. Sento che devo ritornare a te; a me che picchio si apra la tua porta; insegnami come si può giungere fino a te. Non ho altro che il buon volere; so soltanto che le cose caduche e passeggere si devono disprezzare, le cose immutabili ed eterne ricercare.
Ciò so, o Padre, poiché questo solo ho appreso, ma ignoro da dove si deve partire per giungere a te. Tu suggeriscimelo, tu mostrami la via e forniscimi ciò che necessita al viaggio. Se con la fede ti ritrovano coloro che tornano a te, dammi la fede; se con la virtù, dammi la virtù; se con il sapere, dammi il sapere.
Aumenta in me la fede, aumenta la speranza, aumenta la carità. O bontà tua ammirevole e singolare.
A te io anelo e proprio a te chiedo i mezzi con cui il mio anelito sia soddisfatto.
Infatti se tu abbandoni, si va in rovina; ma tu non abbandoni perché sei il sommo bene che sempre si è raggiunto se si è rettamente cercato; ed ha rettamente cercato chiunque sia stato da te reso capace di cercare rettamente.
Fa', o Padre, che anche io ti cerchi, ma difendimi dall'errore affinché mentre io ti cerco, nessun'altra cosa mi venga incontro in vece tua.
Se non desidero altra cosa che te, ti ritrovi al fine di grazia, o Padre.
Ma se in me v'è il desiderio di qualche cosa di superfluo, purificami e rendimi degno di vederti.
Per il resto affido alle tue mani, o Padre sapientissimo ed ottimo, la salute di questo mio corpo fintantoché non so quale vantaggio posso avere da esso per me e per coloro che amo. Per esso ti chiederò ciò che secondo l'opportunità tu m'ispirerai. Prego soltanto l'altissima tua clemenza che tu mi volga tutto verso di te e che non mi si creino ostacoli mentre tendo a te e mi conceda che io, mentre ancora porto e trascino questo mio corpo, sia temperante, forte, giusto e prudente, perfetto amatore e degno di apprendere la tua sapienza e degno di abitare e abitatore del beatissimo tuo regno. Amen, amen.



Una volta per tutte
ti è dato questo breve precetto:
"ama e fà quel che vuoi".

Se tu taci
taci per amore.

Se tu parli
parla per amore.

Se tu correggi
correggi per amore.

Se tu perdoni
perdona per amore.

Metti in fondo al cuore la radice dell'amore.
Da questa radice non può che maturare del bene.

(S.Agostino d'Ippona)



Al Signore non siamo ancora arrivati, ma il prossimo lo abbiamo sempre con noi. Prendi su di te il peso di chi cammina con te, e arriverai a colui con il quale vuoi rimanere.

(S. Agostino)




S. Agostino: Tu in realtà temi che più del non pregare possa nuocerti il non farlo come si dovrebbe. Te lo posso dire in poche parole: prega (per ottenere) la vita beata. La desiderano tutti; anche coloro che menano una vita sregolata e pessima, non vivrebbero affatto così, se non fossero convinti di essere o di poter divenire beati in quel modo. Che altro dunque conviene chiedere nelle preghiere se non quel bene che bramano tanto i cattivi che i buoni, ma al quale arrivano solo i buoni?

Buona giornata a tutti :-)



domenica 10 novembre 2024

Un Tempo per te - don Franco Locci

  Non ho mai tempo: sempre di corsa. Con tutte le cose che ho da fare!
Tremendo nel suo sarcasmo questo epitaffio:

"Non aveva tempo di buttare giù una riga.
Non aveva tempo di andare a trovare un vecchio.
Non aveva tempo di cantare una canzone.
Non aveva tempo di raddrizzare un torto.
Non aveva tempo di amare e di donare.
Non aveva tempo di vivere per davvero.
D'ora in poi avrà tempo a non finire.
Oggi è morto il mio amico "sempre occupato".

E allora per non correre il rischio di morire senza aver vissuto, fermati, trova un po' di tempo! 
Se ti rimangono "cinque minuti", sai che cosa devi farne? 
Usali per te, per riflettere ci vuole un po' di silenzio, un po' di raccoglimento. Diceva Madeleine Delbrel a proposito di raccoglimento:
"Bisogna ‘raccogliere’ le tracce, gli indizi, gli inviti, gli ordini della volontà di Dio", così come il contadino raccoglie il suo raccolto nel granaio o il saggio raccoglie il frutto di un'esperienza. 
E raccogliersi o raccogliere non è possibile senza silenzio. 
Stacca dunque la radio dei bombardamenti esterni, la televisione delle immagini aggressive e dissipanti. 
Chiudi per un momento i giornali. 
Sfuggi alla stretta della società dei consumi. 
Costruisciti il silenzio. 
Impara di nuovo ad ascoltare il battito del tuo cuore per renderti conto se sei ancora vivo o sei già morto, sepolto nella materia, schiavo della moda o dei soldi. 
Entra in te stesso per chiederti per che cosa e per chi stai correndo i giorni della tua vita. 
Entra in te per scoprire l'immensità dei valori e dei doni che sono sepolti nel tuo cuore. 
Entra in te stesso per scoprire gli altri con cui vivi. 
Essi non sono numeri, non sono solo avversari, sono persone come te, anche loro alla ricerca disperata di un po' di gioia.

- don Franco Locci - 




Com’è morire?
«Uno svuotamento. Si comincia svuotandosi. Ma, si potrebbe chiedere, che cos’è o dov’è il vuoto? 
Il vuoto è nella perdita. 
E che cosa si perde? Io non ho “perso” nel senso comune di “perdere”. 
Non c’è perdita in quel senso. C’è la fine dell’ambizione. La fine di ciò che si chiede a se stessi. 
E’ molto importante. Non si chiede più niente a se stessi. 
Si comincia a svuotarsi degli obblighi e dei vincoli, delle necessità che si pensavano importanti. E quando queste cose cominciano a sparire, resta un’enorme quantità di tempo. E poi scivola via anche il tempo. E si vive senza tempo. Che ore sono? Le nove e mezza. Di mattina o di sera? Non lo so».

- James Hillman -  nell’ultima intervista rilasciata a Silvia Ronchey e pubblicata su La Stampa il 29 Ottobre 2011


Questa è infatti la volontà del Padre mio: che chi vede il Figlio e crede in lui abbia vita eterna, e io lo risusciterò nell’ultimo giorno." (Gv 6,40)
La volontà di Dio, come appare nel vangelo è una e positiva: che l’uomo si realizzi pienamente sviluppando al massimo la sua umanità per avere la condizione divina che consente di superare la soglia della morte.
Giovanni omette l’articolo a vita eterna. 

Quel che Gesù assicura non è LA vita eterna, ovvero una vita che inizia dopo questa esistenza, ma è questa stessa vita che è eterna.

- Padre Alberto Maggi - 



Possiamo senz'altro immaginare la Chiesa come una vasta impresa di trasporto, di trasporto in paradiso; perché no? 
Ebbene, mi chiedo: che cosa diventeremmo noi senza i Santi che organizzano il traffico? 
Certo, da duemila anni questa compagnia di trasporto ha avuto non poche catastrofi: l'arianesimo, il nestorianesimo, il pelagianesimo, il grande scisma d'Oriente, Lutero..., per ricordare solo i deragliamenti e gli scontri più noti.
Ma senza i Santi, ve lo dico io, la cristianità sarebbe un gigantesco ammasso di locomotive capovolte, di carrozze incendiate, di rotaie contorte e di ferraglia che finisce di arrugginirsi sotto la pioggia. 

Nessun treno circolerebbe più sulla strada ferrata invasa dall'erba.

- Georges Bernanos -
da: I santi nostri amici, 1947



Sant’Agostino riferisce che la sua mamma Monica, prima di morire, gli aveva raccomandato: “Seppellite pure questo mio corpo dove volete, senza darvi pena. Di una sola cosa vi prego: ricordatevi di me, dovunque siate, dinanzi all’altare del Signore” 

(Confessioni 9, 11,27)


Buona giornata a tutti. :-)


martedì 9 aprile 2024

A coloro che non trovano pace - Tonino Bello

 Carissimi,

l'idea di rivolgermi a voi mi è venuta stasera quando, recitando i vespri, ho trovato questa invocazione: «Metti, Signore, una salutare inquietudine in coloro che si sono allontanati da te, per colpa propria o per gli scandali altrui».
Per prima cosa mi son chiesto se, nel numero delle mie conoscenze, ci fosse qualcuno che poteva essere raggiunto da questa preghiera.
E mi sono ricordato di te, Giampiero, che, dopo essere passato per tutta la trafila dei gruppi giovanili della parrocchia, un giorno te ne sei andato e non ti sei fatto più vedere.
L'altra sera ti ho incontrato per caso. Pioveva. Eri fermo sul marciapiede e ti ho dato un passaggio. In macchina mi hai chiesto con sufficienza se durante la quaresima continuavo a predicare le «solite chiacchiere» ai giovani, riuniti in cattedrale. Ci son rimasto male, perché mi hai detto chiaro e tondo che tu ormai a quelle cose non ci credevi più da un pezzo, e che al politecnico stavi trovando risposte più utili di quelle che ti davano i preti.
Mi hai raccontato che a Torino hai conosciuto Gigi, ex seminarista e mio alunno di ginnasio, il quale ti parla spesso di me. Ho notato che avevi una punta d'ironia e sembrava che ti divertissi quando hai aggiunto che ora sta con una ragazza, bestemmia come un turco, e fuma lo spinello.
Quando all'improvviso ti ho chiesto se eri felice, mi hai risposto che ne avremmo parlato un'altra volta, perché dovevi scendere e poi era troppo tardi.
Addio, Giampiero! L'invocazione del breviario stasera la rivolgo al Signore per te. E per Gigi. 
E la rivolgo anche per te, Maria, che ti sei allontanata senza una plausibile ragione. Facevi parte del coro. Ora a messa non ci vai nemmeno a Pasqua. 
Tu dici che hai visto troppe cose storte anche in chiesa, e che non ti aspettavi certe pugnalate alle spalle proprio da coloro che credono in Dio. 
Non so che cosa ti sia successo di preciso. Ma l'altro giorno, quando sei venuta da me per implorare un ricovero urgente al Gemelli a favore del tuo bambino che sta male, e io ti ho esortata ad aver fiducia in Dio, e tu sei scoppiata a piangere dicendomi che in Dio non ci credi più... mi è parso di leggere in quelle lacrime, oltre alla paura di poter perdere il figlio, anche l'amarezza di aver perduto il Padre.
Non temere, Maria. Pregherò io per il tuo bambino, perché guarisca presto. 
Ma anche per te, perché il Signore ti metta nel cuore una salutare inquietudine.
Vedo che non afferri il senso di una preghiera del genere. Di inquietudini nei hai già tante e non è proprio il caso che mi metta anch'io ad aumentartene la dose. Tu sai bene, però, che in fondo io imploro la tua pace. Ecco, infatti, come il breviario prolunga l'invocazione su coloro che si sono allontanati da Dio: «Fa' che ritornino a te e rimangano sempre nel tuo amore».
E ora, visto che mi sono messo ad assicurare preghiere un po' per tutti, vorrei rivolgermi anche a voi che, pur non essendovi mai allontanati da Dio, non riuscite ugualmente a trovar riposo nella vostra vita.
Per sè parrebbe un controsenso. Perché Dio è la fontana della pace, e chi si lascia da lui possedere non può soffrire i morsi dell'inquietudine. Però sta di fatto che, o per difetto di affido alla sua volontà, o per eccesso di calcolo sulle proprie forze, o per uno squilibrio di rapporti tra debolezza e speranza, o chi sa per quale misterioso disegno, è tutt'altro che rara la coesistenza di Dio con l'insoddisfazione cronica dello spirito.

Mi rivolgo perciò a voi, icone sacre dell'irrequietezza, per dirvi che un piccolo segreto di pace ce l'avrei anch'io da confidarvelo.
A voi, per i quali il fardello più pesante che dovete trascinare siete voi stessi. 
A voi, che non sapete accettarvi e vi crogiolate nelle fantasie di un vivere diverso. 
A voi, che fareste pazzie per tornare indietro nel tempo e dare un'altra piega all'esistenza. 
A voi, che ripercorrete il passato per riesaminare mille volte gli snodi fatali delle scelte che oggi rifiutate. 
A voi, che avete il corpo qui, ma l'anima ce l'avete altrove. 
A voi, che avete imparato tutte le astuzie del «bluff» perché sapete che anche gli altri si sono accorti della vostra perenne scontentezza, ma non volete farla pesare su nessuno e la mascherate con un sorriso quando, invece, dentro vi sentite morire. 
A voi, che trovate sempre da brontolare su tutto, e non ve ne va mai a genio una, e non c'è bicchiere d'acqua limpida che non abbia il suo fondiglio di detriti.
A tutti voi voglio ripetere: non abbiate paura. La sorgente di quella pace, che state inseguendo da una vita, mormora freschissima dietro la siepe delle rimembranze presso cui vi siete seduti.

Non importa che, a berne, non siate voi. Per adesso, almeno.
Ma se solo siete capaci di indicare agli altri la fontana, avrete dato alla vostra vita il contrassegno della riuscita più piena. 
Perché la vostra inquietudine interiore si trasfigurerà in «prezzo da pagare» per garantire la pace degli altri.
O, se volete, non sarà più sete di «cose altre», ma bisogno di quel «totalmente Altro» che, solo, può estinguere ogni ansia di felicità.
Vi auguro che stasera, prima di andare a dormire, abbiate la forza di ripetere con gioia le parole di Agostino, vostro caposcuola: «O Signore, tu ci hai fatti per te, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te».

- donTonino Bello - 


Il legno per attraversare il mare

E' come se uno vedesse da lontano la patria, e ci fosse di mezzo il mare: egli vede dove arrivare, ma non ha come arrivarvi. Così è di noi, che vogliamo giungere a quella stabilità dove ciò che è è, perché esso solo è sempre così com'è. E anche se già scorgiamo la meta da raggiungere, tuttavia c'è di mezzo il mare di questo secolo. Ed è già qualcosa conoscere la meta, poiché molti neppure riescono a vedere dove debbono andare.

Ora, affinché avessimo anche il mezzo per andare, è venuto di là colui al quale noi si voleva andare. E che ha fatto? Ci ha procurato il legno con cui attraversare il mare. Nessuno, infatti, può attraversare il mare di questo secolo, se non è portato dalla croce di Cristo.

Anche se uno ha gli occhi malati, può attaccarsi al legno della croce. E chi non riesce a vedere da lontano la meta del suo cammino, non abbandoni la croce, e la croce lo porterà.

- Sant'Agostino -

Commento al Vangelo di Giovanni (Gv 1,6-14)


Buona giornata a tutti :-)

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