sabato 21 ottobre 2017

Ombre e luci di ogni comunità - - Padre André Louf

In un certo gruppo posso trovarmi più o meno a mio agio, più o meno nel mio elemento naturale, sentirmi più o meno accettato. 
Ogni gruppo ha le sue ombre e le sue luci. 
Ci sono anche giorni o periodi durante i quali mi sento quasi sopraffatto dagli aspetti oscuri.
Le forze e i desideri che vivono in ciascuno si riflettono anche nel gruppo e in qualche modo sono legati a esso. 
Possono svilupparsi positivamente quando sono saggiamente dominati nella vita comune e nel dialogo. Ma possono anche evolvere negativamente e sconvolgere la vita del gruppo, demolirla e renderla alla lunga impossibile. “L’inferno sono gli altri”.
E’ importante avere il coraggio di guardare in faccia le debolezze del gruppo e poterlo fare, perché sono proprio esse gli elementi principali per la crescita del gruppo. 
Si ha invece l’impressione che tutto ciò che può spaventare o creare scandalo viene accuratamente nascosto e velato. 
La comunità in quanto tale viene posta molto in alto, fortemente idealizzata e questo ideale è presente inconsciamente nelle attese di chi ne fa parte. Chiunque non arriva a corrispondere a queste attese viene tenuto in disparte e talora perde anche l’amore e la fiducia degli altri. 
La comunità rischia di diventare una sorta di setta, che raccoglie un’èlite di gente omologata che si allontana sempre più dalla realtà di una comunità cristiana che vive l’evangelo.

- Padre André Louf - 
edizioni Qiqajon, Magnano 2001




Ciascuno di noi è il luogo in cui Gesù risiede, e noi possiamo essere assolutamente sicuri di trovarlo sempre a casa, dentro di noi.

- Padre André Louf - 


„Ogni credente riceve la Parola di cui ha bisogno e nella misura in cui può accoglierla e assimilarla.“

- Padre André Louf - 


„Qualsiasi opera l'uomo intraprenda, se persevera in essa, possederà la quiete. La preghiera invece richiede lotta fino all'ultimo respiro.“

- Padre André Louf - 



Buona giornata a tutti. :-)





venerdì 20 ottobre 2017

Perdonare è dimenticare - Madeleine Delbrel

La vita comune è fatta di piccoli perdoni e di conseguenza di piccoli oblii. 
Il non volere dimenticare ci irrigidisce ed il nostro irrigidimento radica ancor più il nostro fratello nell’atteggiamento che ci ha ferito. 
Quasi tutti siamo suscettibili. 
La suscettibilità è un rifiuto della nostra croce personale. 
Essere riconoscenti per un atteggiamento che ci ferisce è una ricetta insuperabile per vincere la suscettibilità. 
Non prendere ciò che è umano per ciò che è soprannaturale, ma neppure scambiare malumori umani per mancanza di carità. 
Ci si può amare molto e sinceramente anche se vi sono malumori. 
Bisogna lottare contro di essi valutandoli per quello che sono: delle piccole cose. 
Considerarli cose grosse, può suscitare delle tentazioni a mancare gravemente di carità. 
La carità, qui come altrove, ha sempre come base la verità. 
La suscettibilità richiama tenerezza: rischia invece di richiamare l’educazione e l’educazione rovina tutto. 
L’educazione è quasi un istinto difesa contro reazioni che noi temiamo. 
La tenerezza è l’amore del cuore di Gesù verso i nostri fratelli e sorelle sempre infermi. 
La rigidità è un altro istinto di difesa. Sembra dire: “attenzione!”. 
Il cuore di Gesù non ci dice “attenzione”, esso è disposto in partenza ad accogliere le piccole sofferenze che ripara soffrendole. 
Il dimenticare le pene sopportate da noi o da coloro che amiamo ci colloca nella semplicità di un cuore “liberale”, cioè libero verso ogni ricordo, fuorchè il ricordo del cuore di Cristo che sempre si dona, che sempre mostra benevolenza e fiducia, che sempre spera il meglio dal cuore che incontra.


- Madeleine Delbrel - 
da: "Comunità secondo il vangelo", Gribaudi, 1996 



Ciò che logora le nostre anime nel modo più rapido e peggiore possibile è perdonare senza dimenticare.


- Arthur Schnitzler -
Aphorismen und Betrachtungen



Preghiera per restare svegli

O Signore,
che continuamente c'incitasti
a star svegli
a scrutare l'aurora
a tenere i calzari
e le pantofole,
fa' che non ci appisoliamo
sulle nostre poltrone
nei nostri anfratti
nelle culle in cui ci dondola
questo mondo di pezza,
ma siamo sempre attenti a percepire
il mormorio della tua Voce,
che continuamente passa
tra fronde della vita
a portare frescura e novità.
Fa' che la nostra sonnolenza
non divenga giaciglio di morte
e - caso mai - dacci Tu un calcio
per star desti
e ripartire sempre.

- Madeleine Delbrel -


Buona giornata a tutti. :-)





giovedì 19 ottobre 2017

Dio è nel sussurro - don Angelo Casati

Quando ero un ragazzino il signor Maestro stava insegnandomi a leggere. 
Una volta mi mostrò nel libro di preghiere due minuscole lettere, simili a due puntini quadrati. E mi disse: «Vedi Uri, queste due lettere, una accanto all'altra? È il monogramma del nome di Dio; e, ovunque, nelle preghiere, scorgi insieme questi due puntini, devi pronunciare il nome di Dio, anche se non è scritto per intero».
Continuammo a leggere con il Maestro, finché non trovammo, alla fine di una frase, i due punti. Erano ugualmente due puntini quadrati, solo non uno accanto all'altro, ma uno sotto l'altro. Pensai che si trattasse del monogramma di Dio perciò pronunciai il suo nome.
Il Maestro disse però: «No, no, Uri. Quel segno non indica il nome di Dio. 
Solo là dove i puntini sono a fianco l'uno dell'altro, dove uno vede nell'altro un compagno a lui uguale, solo là c'è il nome di Dio. 
Ma dove i due puntini sono uno sotto e l'altro sopra, là non c'è il nome di Dio».

Dio non è nell'arroganza. Nemmeno nell'arroganza della verità. È nel suono di un silenzio sottile. È nel sussurro.

- don Angelo Casati -
Midrash - pubblicato su "Il Gallo" - settembre 2011



L'arrogante, mentre crede di imporsi con la forza, in realtà è schiavo di se stesso e non ha intelligenza per valutarsi e definirsi. 

- Domenico Sigalini -


Ti voglio per amico


Ti voglio per amico
ed è importante per me che tu lo sappia.
Però, anche se tu non lo sapessi e non ti interessasse saperlo,
ti vorrei bene lo stesso!
Non ti voglio bene per me, ti voglio bene per te!
Non sei una persona che voglio possedere,
sei una persona che voglio vedere sbocciare ogni giorno di più.
Se avrai tempo per me, sarò felice di stare insieme a te.
Se sarai occupato e non mi vorrai accanto, cercherò di capire.
Se cercherai il mio tempo, farò in modo di sbrigarmi,
perché immagino che non mi cercheresti senza una ragione:
per me la tua ragione sarà sempre importante.
Se vuoi piangere, ti offro le mie spalle.
Se vuoi urlare contro il mondo ti offro la mia voce,
se vuoi sorridere, ci sarò anch'io a sorridere con te.
Se vuoi pace e silenzio, cercherò di parlare, ma non troppo.
Se per caso cercherai di vedere in me l'unico amico che hai,
cercherò di farti trovare altri amici,
perché non potrei mai darti tutto ciò di cui hai bisogno.
Non voglio essere il tuo unico amico,
sembra bello, però non ti fa bene.
Hai bisogno di altri, come io ne ho bisogno.
Se si spegnerà la tua luce, prendi la mia.
Se la tua pace se ne va, ci sarà ancora la mia, prendila pure.
Se la tua fede si farà confusa, credi con me: in due si crede meglio.
Se avrai paura, uniamo le nostre paure,
forse troveremo il coraggio di vivere.
Allora non ti prometto di non deluderti mai!
Sai che sono umano e perciò posso sbagliare.
Non ti prometto di amarti come vuoi essere amato!
non ti prometto niente di più
che cercare di essere vicino a te e camminare insieme.
Voglio essere il tuo compagno, il tuo amico, il tuo fratello,
senza la presunzione di essere la tua unica forza.
Guardami negli occhi e cerca di immaginarmi come un ponte:
non devi restare in me, devi passare attraverso di me,
perché io sono tuo amico, perché sono tua strada verso l'Infinito,
perché sono il ponte che ti porta all'al di là,
e se non riuscissi a portarti più vicino a Dio,
non sarei stato un vero amico.
Ti voglio per amico.
Pensa a me come a un ponte nel tempo,
dopo di me troverai il vero amico: Dio.
Mi vuoi?


- Padre Zezhino -


Buona giornata a tutti. :-)







mercoledì 18 ottobre 2017

Riflessioni sul silenzio - Anthony Bloom

Il silenzio di Dio 

L’incontro fra Dio e noi nell’orazione continua parte sempre dal silenzio. Dobbiamo imparare a distinguere due generi di silenzio: il silenzio di Dio e il nostro silenzio interiore. 
Anzitutto il silenzio di Dio, spesso più difficile da sopportare del suo rifiuto, quel silenzio assente di cui già abbiamo detto. 
In secondo luogo, il silenzio dell’uomo, più fecondo del nostro parlare, in una comunione più stretta con Dio di quella mediata da qualsiasi parola.
Il silenzio di Dio di fronte alla nostra preghiera può durare solo per un attimo, o può sembrare che vada avanti all’infinito. 
Cristo restò in silenzio di fronte alle suppliche della cananea, e questo lo condusse a raccogliere tutta la propria fede, la speranza e l’amore umano per offrirli a Dio, per far sì che egli potesse estendere i confini del suo regno al di là del popolo eletto. 
Il silenzio di Cristo suscitò quindi la risposta della donna, la fece crescere di qualità.
E Dio può fare lo stesso nei nostri riguardi, con silenzi di maggiore o minore durata, che chiamano a raccolta le nostre forze e la nostra fedeltà e ci conducono a un rapporto più profondo con lui rispetto a quello che si sarebbe potuto realizzare se la via fosse stata facile. 
Ma a volte il silenzio per noi assume il suono tetro dell’irrevocabile.

Anthony Bloom - 
(1914 – 2003) Da “La preghiera giorno dopo giorno” , Gribaudi Editore




Il silenzio della sequela
 
La sequela inizia con il silenzio e l’ascolto. 
Quando ascoltiamo qualcuno, pensiamo di essere in silenzio perché non parliamo; ma le nostre menti continuano a lavorare, le nostre emozioni reagiscono, la nostra volontà si schiera pro o contro quel che stiamo ascoltando; possiamo anche spingerei oltre, in pensieri e sentimenti che ronzano nella testa e che nulla hanno a che vedere con quello che viene detto. Questo non è il silenzio di cui la sequela ha bisogno.
Il vero silenzio al quale dobbiamo tendere come punto di partenza è un riposo totale della mente, del cuore e della volontà, il silenzio totale di tutto ciò che è in noi, compreso il nostro corpo, di modo che possiamo essere pienamente consapevoli delle parole che stiamo udendo, completamente all’erta e tuttavia nella quiete più totale.
Il silenzio di cui sto parlando è il silenzio della sentinella che monta la guardia in un momento critico: vigile, immobile, con lo sguardo fisso e tuttavia attenta a ogni suono, a ogni movimento. 
Questo silenzio di attesa è il primo requisito della sequela, e non lo si ottiene senza un certo sforzo. 
Richiede da parte nostra che alleniamo l’attenzione, il corpo, la mente e le emozioni, perché ogni cosa sia mantenuta completamente e perfettamente in ordine.

Anthony Bloom - 
(1914 – 2003) Da “La preghiera giorno dopo giorno” , Gribaudi Editore.



“Perdonare ai propri nemici è la prima, la più elementare caratteristica del cristiano; se non l’abbiamo non siamo affatto cristiani”

- Anthony Bloom -



Bloom è stato vescovo della diocesi di Sourozh, nella chiesa ortodossa russa. È un autore spirituale molto conosciuto per i suoi scritti e predicazioni sulla preghiera e la vita cristiana, caratterizzati dalla semplicità coniugata alla profondità spirituale.



Buona giornata a tutti. :-)





martedì 17 ottobre 2017

Canzone e altre poesie - Juan Ramón Jiménez

Quando le tue mani erano luna,
colsero dal giardino del cielo
i tuoi occhi, violette divine.
Che nostalgia, quando i tuoi occhi
ricordano, di notte, il loro cespo
alla luce morta delle tue mani!
Tutta la mia anima, col suo mondo,
metto nei miei occhi della terra,
per ammirarti, moglie splendida!
Non incontreranno le tue due violette
il leggiadro luogo a cui elevo
cogliendo nella mia anima l’increato?


Vita!
Giorno difficile, in cui il sole
e le nuvole combattono
a tratti aperto, fiore,
a volte chiuso, frutto,
per confondersi nella notte!


Vita!
Veglia in cui gli occhi
si aprono e si chiudono,
in un gioco stanco
di verità e menzogna,
per confondersi nel sogno!

Vita!

- Juan Ramón Jiménez -

The mirror di Frank Bernard Dicksee (1896), collezione privata

Il Ricordo 

Non te ne andare, ricordo, non te ne andare!
Volto, non svanire così,
come nella morte!
Continuate a guadarmi, occhi fissi,
come un momento mi guardaste!
Labbra sorridetemi,
come un momento mi sorrideste!
Ah fronte mia, datti da fare;
non lasciare che si sparga
la sua forma fuori del suo ambiente!
Comprimi il suo sorriso ed il suo sguardo,
fino a farli divenir mia vita eterna!
Sebbene mi dimentichi di me stesso;
sebbene prenda il mio volto, nel soffrir tanto per lui,
la forma del suo volto;
sebbene io sia lei,
sebbene si perda in lei la mia struttura! -
Oh ricordo, sii me!
Tu – lei – sii ricordo, tutto e solo, per sempre;
ricordo che mi guardi e mi sorrida
nel nulla;
e ricordo, vita con mia vita,
divenuto eterno cancellandomi, cancellandomi!

- Juan Ramón Jiménez  -

The Mirror by Frank Dicksee -The foolish virgins

Io non sono io 

Io non sono io
Sono colui
che cammina accanto a te senza che io lo veda;
che, a volte, sto per vedere,
e che, a volte, dimentico.
Colui che tace, sereno, quando parlo,
colui che perdona, dolce, quando odio,
colui che passeggia là dove non sono,
colui che resterà qui quando morirò.

- Juan Ramón Jiménez  -



Buona giornata a tutti. :-)

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lunedì 16 ottobre 2017

Se i peccati... fossero pietre

Due donne si recarono da un saggio, che aveva fama di santo, per chiedere qualche consiglio sulla vita spirituale. Una pensava di essere una grande peccatrice. Nei primi anni del suo matrimonio aveva tradito la fiducia del marito. Non riusciva a dimenticare quella colpa, anche se poi si era sempre comportata in modo irreprensibile, e continuava a torturarsi per il rimorso. 
La seconda invece, che era sempre vissuta nel rispetto delle leggi, si sentiva perfettamente innocente e in pace con se stessa. Il saggio si fece raccontare la vita di tutte e due.
La prima raccontò tra le lacrime la sua grossa colpa. Diceva, singhiozzando, che per lei non poteva esserci perdono, perché troppo grande era il suo peccato. La seconda disse che non aveva particolari peccati da confessare.
Il sant'uomo si rivolse alla prima: «Figliola, vai a cercare una pietra, la più pesante e grossa che riesci a sollevare e portamela qui». Poi, rivolto alla seconda: «E tu, portami tante pietre quante riesci a tenerne in grembo, ma che siano piccole».
Le due donne sì affrettarono a eseguire l'ordine del saggio. 
La prima tornò con una grossa pietra, la seconda con un'enorme borsa piena di piccoli sassi. 
Il saggio guardò le pietre e poi disse: «Ora dovete fare un'altra cosa: riportate le pietre dove le avete prese, ma badate bene di rimettere ognuna di esse nel posto esatto dove l'avete presa. Poi tornate da me».
Pazientemente, le due donne cercarono di eseguire l'ordine del saggio. 
La prima trovò facilmente il punto dove aveva preso la pietrona e la rimise a posto. La seconda invece girava invano, cercando di ricordarsi dove aveva raccattato le piccole pietre della sua borsa. Era chiaramente un compito impossibile e tornò mortificata dal saggio con tutte le sue pietre.

Il sant'uomo sorrise e disse: «Succede la stessa cosa con i peccati. 
Tu, - disse rivolto alla prima donna - hai facilmente rimesso a posto la tua pietra perché sapevi dove l'avevi presa: hai riconosciuto il tuo peccato, hai ascoltato umilmente i rimproveri della gente e della tua coscienza, e hai riparato grazie al tuo pentimento. 
Tu, invece, - disse alla seconda - non sai dove hai preso tutte le tue pietre, come non hai saputo accorgerti dei tuoi piccoli peccati. Magari hai condannato le grosse colpe degli altri e sei rimasta invischiata nelle tue, perché non hai saputo vederle».




- Litanie dell’umiltà - 

O Gesù! mite ed umile di cuore!

R:Esauditemi.

Dal desiderio di essere stimato.

R: Liberatemi, Gesù  (ripetere ad ogni invocazione)

Dal desiderio di essere amato.
Dal desiderio di essere decantato.
Dal desiderio di essere onorato.
Dal desiderio di essere lodato.
Dal desiderio di essere preferito agli altri.
Dal desiderio di essere consultato.
Dal desiderio di essere approvato.
Dal timore di essere umiliato.
Dal timore di essere disprezzato.
Dal timore di soffrire ripulse.
Dal timore di essere calunniato.
Dal timore di essere dimenticato.
Dal timore di essere preso in ridicolo.
Dal timore di essere ingiuriato.
Dal timore di essere sospettato.

Che gli altri siano amati più di me.

R: Gesù, datemi la grazia di desiderarlo! (ripetere ad ogni invocazione)

Che  gli altri siano stimati più di me.
Che  gli altri possano crescere nell'opinione del mondo e che io possa diminuire.
Che  gli altri possano essere impiegati ed io messo in disparte.
Che  gli altri possano essere lodati ed io, non curato.
Che  gli altri possano essere preferiti a me in ogni cosa.
Che  gli altri possano essere più santi di me, purché io divenga santo in quanto posso.

(+ card. Raffaele Merry del Val)
Servo di Dio (1865-1930)
Fonte : Pensieri ascetici, traduzione dal francese, 2a ed., a cura della postulazione presso il Pontificio Collegio Spagnolo, Roma 1956, pp. 129-131.



Buona giornata a tutti. :-)