Visualizzazione post con etichetta Pasqua 2011. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Pasqua 2011. Mostra tutti i post

sabato 22 ottobre 2011

Una prova schiacciante – Padre Andrea Gasparino -

Gesù crocefisso! Come posso guardarti
con tranquillità, con indifferenza?
Gesù crocefisso! Ma esiste un’altra prova
più schiacciante del tuo amore?
Gesù crocefisso, parla,
scuoti il mio torpore, ma per sempre!

Povera la Madre tua,
crocefissa senza nemmeno una croce,
crocefissa con te
senza poter far nulla per te,
crocefissa accanto a te
mentre ti aiuta a sopportare.

Cristo, sei nato tra i poveri,
hai voluto il posto più povero per nascere,
hai voluto per primi intorno a te
i disprezzati;
ora vuoi morire tra i ladri.

Certo,non dai alcun valore
alle valutazioni umane;
sembra che per te debbano essere
tutte capovolte, tanto sono fallaci.

Penso a quando issarono la croce:
che tortura fu la tu!

Gesù, non riesco a pensare
alla tua posizione, al respiro spasimante,
al peso del tuo corpo,
a quelle mani inchiodate.

Ma perché hai scelto proprio
la morte più terribile?

Lo so perché:
volevi dare una prova che sfidasse i secoli,
per chiamare all’amore gli uomini.

Grazie per la scritta sul capo:
mi dici che sei venuto e sei morto
per essere re,mio re:
vuoi regnare nel mio cuore.

(Padre Andrea Gasparino)

Fonte: “Davanti al crocefisso. Preghiere, invocazioni, litanie” a cura di L. Guglielmoni, F. Negri, Ed. Paoline

Giotto di Bondone, conosciuto solo come Giotto (1267-1337)
   Crocifissione (1314-1320 circa)
  Basilica di San Francesco, Basilica inferiore,Assisi (Italy)


Buona giornata a tutti. :-)


domenica 9 ottobre 2011

Tu vuoi salvarmi! – Cardinale Angelo Comastri -

O Gesù, mi fermo pensoso
ai piedi della croce:
anch’io l’ho costruita con i miei peccati!
La tua bontà, che non si difende
e si lascia crocifiggere,
è un mistero che mi supera
e mi commuove profondamente.

Signore, tu sei venuto nel mondo per me,
per cercarmi, per portarmi
l’abbraccio del Padre.

Tu sei il volto della bontà
e della misericordia:
per questo vuoi salvarmi!

Dentro di me ci sono le tenebre:
vieni con la tua limpida luce.
Dentro di me c’è tanto egoismo:
vieni con la tua sconfinata carità.
Dentro di me c’è rancore e malignità:
vieni con la tua mitezza e la tua umiltà.

Signore, il peccatore da salvare sono io:
il figlio prodigo che deve ritornare sono io!
Signore, concedimi il dono delle lacrime
per ritrovare la libertà e la vita,
la pace con te e la gioia in te,
Amen.

(Cardinale Angelo Comastri)
Fonte: “Davanti al crocefisso. Preghiere, invocazioni, litanie”a cura di L. Guglielmoni, F. Negri. Ed. Paoline
papa Benedetto XVI e il Cardinale Angelo Comastri
“....Non c'è nessun rapporto di causa ed effetto tra celibato e pedofilia. La pedofilia è una perversione, una malattia, una fragilità che si ritrova anche nelle persone sposate.… Il sacerdote vive in continua tensione spirituale, ma lo scenario in cui vive è tutt'altro che esaltante. Se non è in grado di difendersi inciampa nel fango...” (Card. Comastri intervistato da Vito Magno, Un canto nella bufera, in Rai Vaticano 31 marzo 2010)



Buona giornata a tutti. :-)



giovedì 6 ottobre 2011

O Signore risorto….- Madre Teresa di Calcutta -

O Signore risorto,
fa’ che ti apra
quando bussi alla mia porta.

Donami gioia vera
per testimoniare al mondo
che sei morto e risorto
per sconfiggere il male.
Fa’ che ti veda e ti serva
nel fratello sofferente,
malato, abbandonato, perseguitato…
aiutami a riconoscerti
in ogni avvenimento della vita
e donami un cuore sensibile
alle necessità del mondo.

O Signore risorto,
riempi il mio cuore
di piccole opere di carità,
quelle che si concretizzano in un sorriso,
in un atto di pazienza e di accettazione,
in un dono di benevolenza e di compassione,
in un atteggiamento di perdono cordiale,
in un aiuto materiale secondo le mie possibilità.
Amen.

(Madre Teresa di Calcutta)
Fonte: “Vivi davvero! Da madre Teresa parole di saggezza” a cura di L. Guglielmoni, F.Negri. Ed.Paoline

Inizia e concludi la giornata con la preghiera. Vai a Dio come un bambino. Basta che tu gli parli. Digli tutto. E’ tuo Padre! Prenditi cura di pregare fino a quando il tuo cuore sarà capace di contenere il dono che Dio fa di se stesso.
 (Beata Madre Teresa di Calcutta)



Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it

martedì 26 luglio 2011

La Pasqua senza la croce è vuota - padre Ermes Ronchi -

«Se non vedo, se non tocco, io non credo». Non cre­de Tommaso neppure a die­ci apostoli: «non viene da voi la prova di cui ho bisogno. Io voglio sentire Cristo che toc­ca Lui la mia vita, Cristo che entra, apre, solleva, e traccia strade. Non mi accontento di parole, ho bisogno di 'senti­re' Dio, di un Dio sensibile, u­dibile, visibile; non di un rac­conto, ma di un avvenimen­to. Ho bisogno che la sua vi­ta scuota la mia vita, e senti­re che è per me, che è mio». Ed ecco che Tommaso non ricerca segni gloriosi o trion­falistici, ma vuole toccare le ferite vive e aperte della pas­sione, rivedere il corpo dato, il sangue versato: lì è con­densata l'essenza della fede. Finché non partecipi, finché non sei coinvolto nell'im­menso gioco dell'amore e del dolore di Dio, non puoi dire: io credo, Signore!
«Metti qui il tuo dito, tendi la tua mano!». Gesù si fa vicino, voce che non giudica ma in­coraggia, e i segni dei chiodi sono a distanza di mano e di cuore: il risorto è il crocifisso.
La Pasqua senza la croce è vuota.
La croce senza la Pa­squa è cieca.
Tommaso si arrende a un crocifisso amore che accondiscende alla sua fatica di credere e consegna ancora il suo corpo; si arrende a quel foro nel fianco e neppure si dice che lo abbia toccato. Si arrende all'amore che ha scritto il suo racconto sul cor­po di Gesù con l'alfabeto del­le ferite. Indelebile alfabeto, come l'amore. A ciascuno di noi Gesù ripete: «guarda, stendi la mano, tocca le pia­ghe, ritorna ai giorni della croce; guarda a fondo, fino alla vertigine, in quei fori; porta i tuoi dubbi al legno della croce, troveranno ri­sposta; non stancarti di a­scoltare la passione di Dio».
E Tommaso passa dall'incre­dulità all'estasi: «Mio Signo­re e mio Dio». Voglio custo­dire in me questo aggettivo, come una riserva di coraggio per la mia fede: «Mio». Pic­cola parola che cambia tutto, che non evoca il Dio dei libri o degli altri, ma il Dio intrec­ciato con la mia vita, mia lu­ce e mia ombra, assenza e poi più ardente presenza. Tom­maso come l'amata del Cantico dei Cantici dice: «Il mio amato è per me e io sono per lui». Mio, non di possesso, ma di appartenenza. Mio, in cui mi riconosco perché da lui sono riconosciuto. Mio, per­ché esiste per me, mia luce e mio dolore. Mio come lo è il cuore e, senza, non sarei. Mio come lo è il respiro e, senza, non vivrei.

(Padre Ermes Ronchi)
Fonte: Omelia della II Domenica di Pasqua (Anno A)
(30 marzo 2008)
Ermes Maria Ronchi (Attimis, 16 agosto 1947)
Sacerdote e teologo italiano dell’Ordine dei Servi di Maria.
Dal novembre 2009 ha sostituito Padre Raniero Cantalamessa nella conduzione della rubrica Le ragioni della Speranza all'interno del programma di cultura cattolica "A Sua immagine". Padre Ronchi sovente associa il commento del Vangelo alla visita di una comunità di ispirazione religiosa, ed ogni puntata si conclude con la lettura di una poesia devozionale tra quelle dei più vari autori.



Buona giornata a tutti. :-)

martedì 3 maggio 2011

Collocazione provvisoria – don Tonino Bello -

“Nel Duomo vecchio di Molfetta c’è un grande crocifisso di terracotta. Il parroco, in attesa di sistemarlo definitivamente, l’ha addossato alla parete della sagrestia e vi ha apposto un cartoncino con la scritta: collocazione provvisoria.
La scritta, che in un primo momento avevo scambiato come intitolazione dell’opera, mi è parsa provvidenzialmente ispirata, al punto che ho pregato il parroco di non rimuovere per nessuna ragione il crocifisso di lì, da quella parete nuda, da quella posizione precaria, con quel cartoncino ingiallito. Collocazione provvisoria. Penso che non ci sia formula migliore per definire la croce. La mia, la tua croce, non so quella di Cristo.
Coraggio, allora, tu che soffri inchiodato su una carrozzella. Animo, tu che provi i morsi della solitudine. Abbi fiducia, tu che bevi al calice amaro dell’abbandono. Non imprecare, sorella, che ti vedi distruggere giorno dopo giorno da un male che non perdona. Asciugati le lacrime, fratello, che sei stato pugnalato alle spalle da coloro che ritenevi tuoi amici. Non tirare i remi in barca, tu che sei stanco di lottare e hai accumulato delusioni a non finire. Coraggio.
La tua croce, anche se durasse tutta la vita, è sempre "collocazione provvisoria". Il Calvario, dove essa è piantata, non è zona residenziale. E il terreno di questa collina, dove si consuma la tua sofferenza, non si venderà mai come suolo edificatorio. Anche il Vangelo ci invita a considerare la provvisorietà della croce.
C’è una frase immensa, che riassume la tragedia del creato al momento della morte di Cristo. "Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio, si fece buio su tutta la terra". Forse è la frase più scura di tutta la Bibbia. Per me è una delle più luminose. Proprio per quelle riduzioni di orario che stringono, come due paletti invalicabili, il tempo in cui è concesso al buio di infierire sulla terra. Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Ecco le sponde che delimitano il fiume delle lacrime umane. Ecco le saracinesche che comprimono in spazi circoscritti tutti i rantoli della terra. Ecco le barriere entro cui si consumano tutte le agonie dei figli dell’uomo. Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Solo allora è consentita la sosta sul Golgota. Al di fuori di quell’orario, c’è divieto assoluto di parcheggio. Dopo tre ore, ci sarà la rimozione forzata di tutte le croci. Una permanenza più lunga sarà considerata abusiva anche da Dio.
Coraggio, fratello che soffri. Mancano pochi istanti alle tre del tuo pomeriggio. Tra poco, il buio cederà il posto alla luce, la terra riacquisterà i suoi colori verginali e il sole della Pasqua irromperà tra le nuvole in fuga.

(don Tonino Bello)
Tratto da : Don Tonino Bello, Alla Finestra la Speranza, Milano, Paoline editoriale libri, 1988


Buona giornata a tutti :-)




domenica 24 aprile 2011

Pasqua, festa dei macigni rotolati – don Tonino Bello -

Vorrei che potessimo liberarci dai macigni che ci opprimono, ogni giorno: Pasqua è la festa dei macigni rotolati. E' la festa del terremoto.
La mattina di Pasqua le donne, giunte nell'orto, videro il macigno rimosso dal sepolcro.
Ognuno di noi ha il suo macigno. Una pietra enorme messa all'imboccatura dell'anima che non lascia filtrare l'ossigeno, che opprime in una morsa di gelo; che blocca ogni lama di luce, che impedisce la comunicazione con l'altro.
E' il macigno della solitudine, della miseria, della malattia, dell'odio, della disperazione del peccato.
Siamo tombe alienate. Ognuno con il suo sigillo di morte.
Pasqua allora, sia per tutti il rotolare del macigno, la fine degli incubi, l'inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi e se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererà per rimuovere il macigno del sepolcro accanto, si ripeterà finalmente il miracolo che contrassegnò la resurrezione di Cristo.

(Tonino Bello)

Fonte : Pietre di Scarto di don Tonino Bello


"Sante Donne nel sepolcro"-  Beato Angelico
Museo di San Marco, Firenze

(Quando, la mattina della domenica, Maddalena, Maria Cleofe e Salomè,
 arrivarono al sepolcro, il corpo del Signore non c'era più!)


Buona giornata a tutti. :-)