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sabato 24 dicembre 2022

da: "La nascita di Gesù" - card. Angelo Comastri

Prefazione

Mi sento emozionato, caro Gesù, nel farti gli auguri di buon compleanno. 
In ogni Natale tu sei il festeggiato, ma quante volte noi ci appropriamo della festa... e ti lasciamo nell'angolo di un vago ricordo: senza impegno, senza cuore e senza ospitalità sincera!
Da più di duemila anni, a ogni Natale, noi ci scambiamo gli auguri perché avvertiamo che la tua nascita è anche la nostra nascita: la nascita della speranza, la nascita della vita, la nascita dell'amore, la nascita di Dio nella grotta della nostra povertà.
Però — quanto mi dispiace doverlo riconoscere! — il tuo Natale è minacciato da un falso natale, che prepotentemente ci invade e ci insidia e ci narcotizza fino al punto da non vedere più e non sentire più il richiamo del vero Natale: il tuo Natale!
Ma la gente sa che la Luce sei tu? E se interiormente gli uomini restano al buio, a che serve addobbare la notte con variopinte luminarie? Non è una beffa, o Gesù? Non è un tradimento del Natale?
Tante domande, caro Gesù, si affollano nel mio cuore e diventano un invito forte alla conversione.
E noi cristiani mandiamo luce con la nostra vita? E le famiglie e le parrocchie rassomigliano veramente a Betlemme?
Si vede la stella cometa nei nostri occhi pieni di bontà?
Dalle case e dai luoghi di divertimento in questi giorni escono musiche che vorrebbero essere invito alla gioia. Ma di quale gioia si tratta?
Gli uomini hanno scambiato il piacere con la gioia: quale mistificazione! 
Il piacere è il solletico della carne e, pertanto, sparisce subito e va continuamente e insaziabilmente ripetuto; la gioia, invece, è il fremito dell'anima che giunge a Betlemme e vede Dio e resta affascinata e coinvolta nella festa dell'amore puro.
Sarà questa la nostra gioia? Sarà questo il nostro Natale?
Gesù, come vorrei che fosse così!
Ma c'è un altro pensiero che mi turba e mi fa sentire tanto distante il nostro natale dal tuo Natale. A Natale, o Gesù, tu non hai fatto il cenone e non hai prenotato una stanza in un lussuoso albergo di una rinomata stazione sciistica: tu sei nato povero, tu hai scelto l'umiltà di una grotta e le braccia di Maria («la poverella», amava chiamarla Francesco d'Assisi, un grande esperto del Natale vero!). Come sarebbe bello se a Natale, invece di riempire le case di cose inutili, le svuotassimo per condividere con chi non ha, per fare l' esperienza meravigliosa del dono, per vivere il Natale insieme a te, o Gesù! Questo sarebbe il vero regalo natalizio!
A questo punto io ti auguro ancora con tutto il cuore: buon compleanno, Gesù! Ma ho paura che la tua festa non sia la nostra festa. 

- Card. Angelo Comastri -
da: "La nascita di Gesù", ed. San Paolo
Estratto dal Primo Capitolo, Perchè il 25 Dicembre?



Natale, più che un giorno, è una luce che illumina tutti i giorni. 
Sappiamo che Gesù non è nato il 25 dicembre: la data esatta della sua nascita non ci è stata tramandata dagli evangelisti. Essi non ebbero la preoccupazione di fissare la notizia di tanti particolari storici, ma di annunciare il fatto e di viverlo e di farlo vivere.
Perché allora è stato scelto il 25 dicembre per ricordare la nascita di Gesù?
Anticamente, nel mese di dicembre, i popoli pagani celebravano la festa del Sole nascente. Infatti, verso la fine di questo mese, le giornate cominciano ad allungarsi e la luce lentamente vince le tenebre.
Gli antichi cristiani dissero: «Noi non celebreremo la festa del dio Sole. Per noi il sole è Cristo e la sua nascita è l'inizio del vero trionfo della luce sulle tenebre».
Così, con una decisione coraggiosa e significativa, il 25 dicembre divenne per i cristiani la festa della nascita di Gesù, la festa della luce che vince le tenebre.
Del resto Zaccaria, parlando della imminente venuta del Messia, aveva detto: «Verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace» (Lc 1,78-79).
Ognuno di noi possa oggi sentire la verità delle parole di Paul Claudel: «Io so che non la mia notte, ma il giorno è vero».
Sì, il giorno è cominciato e c'è luce per chiunque voglia vederla.

- Don Severino Gallo - 
dall' Omelia di Natale, 25 dicembre 2014 




Il racconto di Luca
Quale luce Gesù ha portato dentro il nostro buio?
Racconta san Luca:

«Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme a Maria... Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto» (Lc 2,4-6).

- Card. Angelo Comastri -
da: "La nascita di Gesù", ed. San Paolo




Dio, quasi con pudore, ha svelato lentamente il Suo Volto, affinché non restassimo accecati dalla luce della divinità.  

- Cardinale Angelo Comastri -
da: “L'attesa del Messia”, ed. San Paolo




Il mistero di Dio è un infinito non possedersi: il Padre si dona al Figlio e il Figlio si dona al Padre nell'abbraccio eterno dello Spirito, che è la Persona-Dono. In Dio esiste una sola azione: l'azione del donare!
Ma chi dona non possiede: proprio perché dona!
E chi non possiede è povero: infatti chi dona tutto, non ha nulla!
Allora Dio che è Dono infinito di sé è anche infinitamente povero. 

- Cardinale Angelo Comastri - 
da: "La nascita di Gesù", ed. San Paolo

Adorazione dei pastori, Rubens, 
Pinacoteca Civica di Fermo

Il nostro credere e il nostro amare sono sempre in cammino ... sono un vero e proprio Avvento ...

...Finché viviamo in questo mondo, il nostro credere e il nostro amare sono in cammino, e sempre incombe la minaccia che possano inaridirsi. Ciò è un vero e proprio avvento. Nessuno può dire di sé: io sono definitivamente salvo. 
Nel tempo della vita terrena la salvezza non si dà come una grandezza passata, già definitiva e compiuta, né come un presente stabile e definitivo, bensì solo nella forma della speranza. 
La luce di Dio risplende in questo mondo non altrimenti che nei segnali di speranza che la sua bontà ha disposto lungo la nostra via. 
Quanto spesso ci rattrista il fatto che noi vorremmo di più, che desidereremmo una presenza piena, completa e indefettibile. Ma in fondo dobbiamo pur ammettere: potrebbe esserci una modalità più umana di redenzione di quella che dice a noi - a noi, che siamo in cammino lungo il divenire del tempo, del mondo e persino di noi stessi - che possiamo sperare? Potrebbe darsi una luce migliore per noi viandanti, di quella che ci dà la libertà di procedere senza timore, perché sappiamo che alla fine della strada c'è la luce dell'amore eterno?...

- Cardinale Joseph Ratzinger  -
Da:  "Vom Sinn des Christseins" - (Il senso dell'esistenza cristiana), ed. Paoline



Carissimi amici ed amiche, siamo nella notte di preziosa dell'anno. Cena in famiglia e poi Santa Messa. Tanti tanti auguri per un serena Vigilia di Natale. Stefania


giovedì 22 dicembre 2022

Il ritratto di Dio

Un giorno, l'Angelo pittore, Michelangelo, decise di fare il ritratto di Dio!
Era consapevole, che sarebbe stata l'opera d'arte, più complicata, della sua vita e pensava:
"Dio è immenso: come si fa, a farlo stare, in un quadro?"
Si decise a schizzare qualche bozza, senza aver bene idea, di quel che avrebbe disegnato!
Cominciò, un foglio, dopo l'altro, a tracciare qualcosa di Dio...
Lavorava, freneticamente, e, ogni volta, scopriva qualcosa di nuovo, guidato da una nuova idea!
Riempì milioni di fogli, finché il suo studio straripò di carta...
Un giorno, cercando di mettere un po' d'ordine, dimenticò la finestra aperta!
Un vento, birichino, sparpagliò qualche milione di fogli, fuori dalla finestra e disse:
«Che disastro, i miei disegni!»
I disegni piovvero, dappertutto, e, in gran quantità, finirono anche sulla Terra...
Trovandoli, gli uomini li guardarono, e li studiarono, felici di scoprire, finalmente, com'era Dio!
Poi, cominciarono a interpretare i disegni, uno disse:
«Dio, è come il sole!»
diceva un altro:
«No, Dio è forte, come un toro!»
Ciascuno, era convinto, di aver trovato l'unica, vera immagine, di Dio: così, cominciarono a litigare...
Dio si rattristò molto, per questo, e decise di intervenire, 
e disse :
«Andrò, io stesso, in mezzo a loro! Così, mi potranno vedere, toccare, ascoltare!»
Quello, che decide, Dio lo fa... Nacque, come un bambino, in mezzo agli uomini, e si chiamò Gesù!

“Oggi, è facile, per tutti, conoscere Dio! Basta conoscere Gesù...".




Vi prego in ginocchio, vi prego per la vostra gioia: uscite tutti dalla prigione del vostro egoismo, uscite tutti dalla freddezza dell'indifferenza [...] È soltanto nella via dell'amore che potremo fare l'esperienza di Dio. E in Dio troveremo la pace che ci manca.  

- Cardinale Angelo Comastri -
da: “La nascita di Gesù”, ed. San Paolo


«Mentre si trovavano in quel luogo [Betlemme], si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio» (Lc 2,6s).
Cominciamo il nostro commento dalle ultime parole di questo passo: per loro non c’era posto nell’alloggio. La meditazione, nella fede, di tali parole ha trovato in quest’affermazione un parallelismo interiore con la parola, ricca di contenuto profondo, del Prologo di san Giovanni: «Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto» (Gv 1,11).
Per il Salvatore del mondo, per Colui, in vista del quale tutte le cose sono state create (cfr. Col 1,16), non c’è posto.
«Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo» (Mt 8,20).
Colui che è stato crocifisso fuori della porta della città (cfr. Eb 13,12) è anche nato fuori della porta della città.
Questo deve farci pensare, deve rimandarci al rovesciamento di valori che vi è nella figura di Gesù Cristo, nel suo messaggio. Fin dalla nascita Egli non appartiene a quell’ambiente che, secondo il mondo, è importante e potente. Ma proprio quest’uomo irrilevante e senza potere si rivela come il veramente Potente, come Colui dal quale, alla fine, dipende tutto. Fa quindi parte del diventare cristiani l’uscire dall’ambito di ciò che tutti pensano e vogliono, dai criteri dominanti, per entrare nella luce della verità sul nostro essere e, con questa luce, raggiungere la via giusta.

Joseph Ratzinger – papa Benedetto XVI

Da: “L’infanzia di Gesù”, 2012


La svolta del tempo 

Perché il tempo possa cambiare,
c'è bisogno di uno spazio.
La svolta del tempo c'è stata.
Quando egli nacque.
Ma dove era lo spazio per lui?
Nelle locande non c'era posto.
Ma in un cuore,
che si aprì all'impossibile,
e lungo il cammino
che due percorsero insieme
sperando contro ogni speranza.
E i pastori, che credettero
alla parola dell'angelo,
si unirono a loro.
Lo spazio crebbe.
C'è spazio nelle nostre locande?
C'è spazio
per una svolta del tempo?
Tutti noi abbiamo un cuore
e ognuno ha gli altri
per compagni di strada.
Speranza per il tempo
e per l'eternità.

- Mons. Klaus Hemmerle - 



Buona giornata a tutti. :-)



lunedì 19 dicembre 2022

Voglia di Natale - Padre Gianni Fanzolato

Non 
avete notato?
C'è nell'aria e nel cuore
tanta voglia di natale. Vi siete
chiesti il perché? Si dice che a Natale
tutti ci si sente più buoni. Ma perché Dio si è messo
in cammino per incontrare i suoi figli che si erano perduti,
e la bontà, il perdono, la gioia vera si sono sposati in ogni uomo che nasce
nel Dio che si è fatto bambino, per regalarci il perdono e la pace. Il canto di gloria e di gioia
e di pace
degli angeli
nella stalla di Betlemme,
lungo la storia l'abbiamo sfumato,
trasformato, dimenticato e stonato. E' sì rimasto
il Natale ma ha camminato altrove, la gioia e la pace del
Bambino Santo si è cambiata in festa di regali, lucette sfolgoranti,
ferie esotiche, ma il mondo non ha ancora trovato la Pace. Forse ci stiamo
dimenticando che è Natale perché Dio si è incarnato per ridarci la vita, insegnarci il
perdono, abbattere i muri creare famiglia. Ecco perché quest'anno sentiamo tanta voglia
di natale. Che Dio nasca nell'Iraq martoriato, che Gesù
rinasca fra
le macerie
di terremoti
e tsunami,
che rinasca
nei cuori di
milioni di
bambini
sfruttati, violentati, sfigurati e uccisi;
che rinasca nella sua Betlemme
dilaniata e nella Gerusalemme divisa
e nel cuore di ogni uomo di buona
volontà. Sì, la voglia di natale, del
natale vero si respira nell'aria e
negli occhi di tutti gli uomini.
Vieni Signore Gesù.

- Padre Gianni Fanzolato -


La vita è troppo bella per alzarsi la mattina con dei rimpianti. Quindi ama le persone che ti trattano bene, ma anche quelle che non lo fanno e credi che tutto accade per una ragione. 
Se arriva una occasione coglila! Se essa ti cambia la vita, lasciala fare!
Nessuno ha detto che sarebbe stato facile, hanno solo promesso che ne sarebbe valsa la pena.

- Harvey Mackay -



Mentre prosegue il cammino dell’Avvento, mentre ci prepariamo a celebrare il Natale di Cristo, risuona nelle nostre comunità questo richiamo di Giovanni Battista alla conversione. E’ un invito pressante ad aprire il cuore e ad accogliere il Figlio di Dio che viene in mezzo a noi per rendere manifesto il giudizio divino. Il Padre – scrive l’evangelista Giovanni – non giudica nessuno, ma ha affidato al Figlio il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo (cfr Gv 5,22.27). Ed è oggi, nel presente, che si gioca il nostro destino futuro; è con il concreto comportamento che teniamo in questa vita che decidiamo della nostra sorte eterna.
Al tramonto dei nostri giorni sulla terra, al momento della morte, saremo valutati in base alla nostra somiglianza o meno con il Bambino che sta per nascere nella povera grotta di Betlemme, poiché è Lui il criterio di misura che Dio ha dato all’umanità.
Il Padre celeste, che nella nascita del suo Unigenito Figlio ci ha manifestato il suo amore misericordioso, ci chiama a seguirne le orme facendo, come Lui, delle nostre esistenze un dono di amore. E i frutti dell’amore sono quei "degni frutti di conversione" a cui fa riferimento san Giovanni Battista, mentre con parole sferzanti si rivolge ai farisei e ai sadducei accorsi, tra la folla, al suo battesimo.
Mediante il Vangelo, Giovanni Battista continua a parlare attraverso i secoli, ad ogni generazione. Le sue chiare e dure parole risultano quanto mai salutari per noi, uomini e donne del nostro tempo, in cui anche il modo di vivere e percepire il Natale risente purtroppo, assai spesso, di una mentalità materialistica. La "voce" del grande profeta ci chiede di preparare la via al Signore che viene, nei deserti di oggi, deserti esteriori ed interiori, assetati dell’acqua viva che è Cristo.
Ci guidi la Vergine Maria ad una vera conversione del cuore, perché possiamo compiere le scelte necessarie per sintonizzare le nostre mentalità con il Vangelo.

papa Benedetto XVI, Angelus, 9 dicembre 2007
Mausoleo Galla Placidia, Ravenna


L'entusiasmo, l'affetto, la dolcezza:
sono queste le cose che rendono magica la vita.
Per noi, per tutti c'è sempre una speranza:
dobbiamo ricordarci che non siamo mai soli.

- Craig Warwick - 


Buona giornata a tutti :-)



domenica 18 dicembre 2022

Il flauto del pastore

C'era una volta un vecchio pastore, che amava la notte e conosceva bene il percorso degli astri. Appoggiato al suo bastone, con lo sguardo rivolto verso le stelle, il pastore stava immobile sul campo.
"Egli verrà!" disse.
"Quando verrà?" chiese il suo nipotino.
"Presto!".
Gli altri pastori risero.
"Presto!", lo schernirono. "Lo dici da tanti anni!".
Il vecchio non si curò del loro scherno. Soltanto il dubbio che vide sorgere negli occhi del nipote lo rattristò. Quando fosse morto, chi altri avrebbe riferito la predizione del profeta? Se lui fosse venuto presto! Il suo cuore era pieno di attesa.
"Porterà una corona d'oro?". La domanda del nipote interruppe i suoi pensieri. "Sì!".
"E una spada d'argento?". "Sì!".
"E un mantello purpureo?". "Sì! Sì!".
Il nipotino era contento. Il ragazzo era seduto su un masso e suonava il suo flauto. Il vecchio stava ad ascoltare. Il ragazzo suonava sempre meglio, la sua musica era sempre più pura. Si esercitava al mattino e alla sera, giorno dopo giorno. Voleva essere pronto per quando fosse venuto il re. Nessuno sapeva suonare come lui.
"Suoneresti anche per un re senza corona, senza spada e senza mantello purpureo?", chiese il vecchio.
"No!", disse il nipote.
Un re senza corona, senza spada e senza mantello purpureo, come avrebbe potuto ricompensarlo per la sua musica? Non certo con oro e argento! Un re con corona, con spada e mantello purpureo l'avrebbe fatto ricco e gli altri sarebbero rimasti a bocca aperta, l'avrebbero invidiato.
Il vecchio pastore era triste. Ahimé, perché aveva promesso al nipote ciò a cui egli stesso non credeva? Come sarebbe venuto? Su nuvole dal cielo? Dall'eternità? Sarebbe stato un bambino? Povero o ricco? Di certo senza corona, senza spada e senza mantello purpureo, e tuttavia sarebbe stato più potente di tutti gli altri re. Come poteva farlo capire al suo nipotino?
Una notte in cielo comparvero i segni che il nonno così a lungo aveva cercato con gli occhi. Le stelle splendevano più chiare del solito. Sopra la città di Betlemme c'era una grande stella. E poi apparvero gli angeli e dissero: "Non abbiate paura! Oggi è nato il vostro Salvatore!".
Il ragazzo corse avanti, verso la luce. Sotto il mantello sentiva il flauto sul suo petto. Corse più in fretta che poteva. Arrivò per primo e guardò fisso il bambino, che stava in una greppia ed era avvolto in fasce. Un uomo e una donna lo contemplavano lieti. Gli altri pastori, che l'avevano raggiunto, si misero in ginocchio davanti al bambino. Il nonno lo adorava. Era dunque questo il re che gli aveva promesso?
No, doveva esserci un errore. Non avrebbe mai suonato qui.
Si voltò deluso, pieno di dispetto. Si allontanò nella notte. Non vide né l'immensità del cielo, né gli angeli che fluttuavano sopra la stalla.
Ma poi sentì piangere il bambino. Non voleva sentirlo. Si tappò le orecchie e corse via. Ma quel pianto lo perseguitava, gli toccava il cuore e infine lo costrinse a tornare verso la greppia.
Eccolo là, per la seconda volta.
Vide che Maria, Giuseppe e anche i pastori erano spaventati e cercavano di consolare il bambino piangente. Ma tutto era inutile. Che cosa poteva avere il bimbo?
Non c'era altro da fare. Tirò fuori il suo flauto da sotto il mantello e si mise a suonare. Il bambino si quietò subito. Si spense anche l'ultimo, piccolo singhiozzo che aveva in gola. Guardò il ragazzo e gli sorrise.
Allora egli si rallegrò, e sentì che quel sorriso lo arricchiva più di tutto l'oro e l'argento del mondo.


Dal Magistero di Giovanni Paolo II:

“Il Figlio di Dio, 
della stessa sostanza del Padre, 
Dio da Dio e Luce da Luce, 
ha preso corpo dalla Vergine 
ed ha assunto la nostra natura umana...

Il suo regno nulla ha però di terreno, 
proteso com’è nell’infinità dell’eterno”.

dipinto: Natività del Murillo

Provo sfiducia nei confronti di un immaginario un po’ troppo caloroso, romantico, “zuccherato”.
Natale non è una bella storia, un bel sogno. A Natale, vedo venirmi incontro un neonato che, già, è il mio maestro.
Un bambino che sta per darmi da mangiare come si dà da mangiare ad un neonato. Un bambino che sta per insegnarmi verità elementari già tanto essenziali.

Sta per insegnarmi che da un lato ci sono strategie, calcoli, forza, potenza, gelosia, denaro. E che, all’opposto, ci sono attenzione all’altro, dimenticanza di sé, apertura, bontà, dono. 
A Natale giunge un bambino che ci renderà la vita impossibile, ma senza quest'impossibile, non c’è assolutamente niente .

(Christian Bobin)

dipinto di Arthur Hughes (1832-1915)

"Il Natale è assolutamente inadatto al mondo moderno. 
Presuppone la possibilità che le famiglie siano unite, o si riuniscano, e persino che gli uomini e le donne che si sono scelti si parlino. 
Così, migliaia di spiriti giovani e avventurosi, pronti ad affrontare i fatti della vita umana e a incontrare la vasta varietà di uomini e donne come sono realmente, altrettanto pronti a volare fino ai confini della terra e a tollerare ogni qualità stravagante o accidentale dei cannibali o degli adoratori del demonio, sono crudelmente obbligati ad affrontare un’ora – no: talvolta persino due ore! – in compagnia di uno zio Giorgio o di qualche zia di Cheltenham che non trovano particolarmente simpatici. 
Non si possono, in tempi come i nostri, sopportare tali abominevoli torture. Una fraternità più ampia, una sensibilità più vera, ha già insegnato a ogni donna giovane e ardente – con sufficiente ricchezza e tempo libero a disposizione – a sentirsi elettrizzata al solo pensiero di fare colazione con un malvivente, di pranzare con uno sceicco o cenare con un Apache a Parigi. 
È quindi intollerabile che tale sensibilità possa patire il trauma della comparsa inaspettata della propria madre, se non addirittura quella del proprio figlio. 
Nessuno ha mai neanche ipotizzato che i «Genitori» fossero inclusi in quella bellissima astrazione democratica chiamata «Popolo». 
Né che il concetto di fratellanza potesse estendersi ai propri fratelli."

- Gilbert Keith  Chesterton - 
Da " Il Natale deve andarsene" 


Buona giornata a tutti. :-)


giovedì 8 dicembre 2022

Preghiera all’ Immacolata Concezione (8 dicembre) - papa Francesco


O Maria, Madre nostra,
oggi il popolo di Dio in festa
ti venera Immacolata,
preservata da sempre dal contagio del peccato. 

Accogli l’omaggio che ti offro
a nome della Chiesa che è in Roma
e nel mondo intero.
Sapere che Tu, che sei nostra Madre, 
sei totalmente libera dal peccato
ci dà grande conforto.
Sapere che su di te il male non ha potere,
ci riempie di speranza e di fortezza
nella lotta quotidiana che noi dobbiamo compiere 

contro le minacce del maligno.
Ma in questa lotta non siamo soli, non siamo orfani,
perché Gesù, prima di morire sulla croce,
ci ha dato Te come Madre.
Noi dunque, pur essendo peccatori, 
siamo tuoi figli, figli dell’Immacolata,
chiamati a quella santità che in Te risplende
per grazia di Dio fin dall’inizio.
Animati da questa speranza,
noi oggi invochiamo la tua materna protezione per noi, 

per le nostre famiglie,
per questa Città, per il mondo intero.
La potenza dell’amore di Dio,
che ti ha preservata dal peccato originale,
per tua intercessione liberi l’umanità 

da ogni schiavitù spirituale e materiale,
e faccia vincere, nei cuori e negli avvenimenti, 

i1 disegno di salvezza di Dio.
Fa’ che anche in noi, tuoi figli, 
la grazia prevalga sull’orgoglio
e possiamo diventare misericordiosi
come è misericordioso il nostro Padre celeste.
In questo tempo che ci conduce
alla festa del Natale di Gesù,
insegnaci ad andare controcorrente:
a spogliarci, ad abbassarci, a donarci, ad ascoltare, a fare silenzio,
a decentrarci da noi stessi,
per lasciare spazio alla bellezza di Dio, fonte della vera gioia.
O Madre nostra Immacolata, prega per noi!

- Papa Francesco -

(Lunedì 8 Dicembre 2014)


« Perciò, dopo aver presentato senza interruzione, nell'umiltà e nel digiuno, le Nostre personali preghiere e quelle pubbliche della Chiesa, a Dio Padre per mezzo del suo Figlio, perché si degnasse di dirigere e di confermare la Nostra mente con la virtù dello Spirito Santo; dopo aver implorato l'assistenza dell'intera Corte celeste e dopo aver invocato con gemiti lo Spirito Paraclito; per sua divina ispirazione, ad onore della santa, ed indivisibile Trinità, a decoro e ornamento della Vergine Madre di Dio, ad esaltazione della Fede cattolica e ad incremento della Religione cristiana, con l'autorità di Nostro Signore Gesù Cristo, dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, dichiariamo, affermiamo e definiamo rivelata da Dio la dottrina che sostiene che la beatissima Vergine Maria fu preservata, per particolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, immune da ogni macchia di peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento, e ciò deve pertanto essere oggetto di fede certa ed immutabile per tutti i fedeli. »

dall'Ineffabilis Deus, la Costituzione Apostolica con la quale il papa Pio IX proclamò l'8 dicembre 1854 il dogma dell'Immacolata Concezione di Maria




Già celebrata dal sec. XI, questa solennità si inserisce nel contesto dell’ Avvento-Natale, congiungendo l’attesa messianica e il ritorno glorioso di Cristo con l’ammirata memoria della Madre.
In tal senso questo periodo liturgico deve essere considerato un tempo particolarmente adatto per il culto della Madre del Signore.
Maria è la tutta santa, immune da ogni macchia di peccato, dallo Spirito Santo quasi plasmata e resa nuova creatura. 
Già profeticamente adombrata nella promessa fatta ai progenitori della vittoria sul serpente, Maria è la Vergine che concepirà e partorirà un figlio il cui nome sarà Emmanuele.
 Il dogma dell’Immacolata Concezione fu proclamato da Pio IX nel 1854.























Solennità dell’Immacolata Concezione della beata Vergine Maria, che veramente piena di grazia e benedetta tra le donne, in vista della nascita e della morte salvifica del Figlio di Dio, fu sin dal primo momento della sua concezione, per singolare privilegio di Dio, preservata immune da ogni macchia della colpa originale, come solennemente definito da papa Pio IX, sulla base di una dottrina di antica tradizione, come dogma di fede, proprio nel giorno che oggi ricorre.
Non memoria di un Santo, ricorre oggi: ma la solennità più alta e più preziosa di Colei che dei Santi è chiamata Regina. L'Immacolata Concezione di Maria è stata proclamata nel 1854, dal Papa Pio IX.
Ma la storia della devozione per Maria Immacolata è molto più antica. Precede di secoli, anzi di millenni, la proclamazione del dogma che come sempre non ha introdotto una novità, ma ha semplicemente coronato una lunghissima tradizione. Già i Padri della Chiesa d'Oriente, nell'esaltare la Madre di Dio, avevano avuto espressioni che la ponevano al di sopra del peccato originale.
L'avevano chiamata: " Intemerata, incolpata, bellezza dell'innocenza, più pura degli Angioli, giglio purissimo, germe non- avvelenato, nube più splendida del sole, immacolata ".
In Occidente, però, la teoria dell'immacolatezza trovò una forte resistenza, non per avversione alla Madonna, che restava la più sublime delle creature, ma per mantenere salda la dottrina della Redenzione, operata soltanto in virtù del sacrificio di Gesù. Se Maria fosse stata immacolata, se cioè fosse stata concepita da Dio al di fuori della legge dei peccato originale, comune a tutti i figli di Eva, ella non avrebbe avuto bisogno della Redenzione, e questa dunque non si poteva più dire universale. 
L'eccezione, in questo caso, non confermava la regola, ma la distruggeva. 
Il francescano Giovanni Duns, detto Scoto perché nativo della Scozia, e chiamato il " Dottor Sottile ", riuscì a superare questo scoglio dottrinale con una sottile ma convincente distinzione. 
Anche la Madonna era stata redenta da Gesù, ma con una Redenzione preventiva, prima e fuori del tempo. Ella fu preservata dal peccato originale in previsione dei meriti del suo figlio divino. 
Ciò conveniva, era possibile, e dunque fu fatto. Giovanni Duns Scoto morì sui primi del '300. Dopo di lui, la dottrina dell'Immacolata fece grandi progressi, e la sua devozione si diffuse sempre di più.
Dal 1476, la festa della Concezione di Maria venne introdotta nel Calendario romano. Sulle piazze d'Italia, predicatori celebri tessevano le lodi della Vergine immacolata: tra questi, San Leonardo da Porto Maurizio e San Bernardino da Siena, che con la sua voce arguta e commossa diceva ai Senesi: " Or mi di’ : che diremo noi del cognoscimento di Maria essendo ripiena di Spirito Santo, essendo nata senza alcun peccato, e così sempre mantenendosi netta e pura, servendo sempre a Dio? ".
Nel 1830, la Vergine apparve a Santa Caterina Labouré, la quale diffuse poi una " medaglia miracolosa " con l'immagine dell'Immacolata, cioè della " concepita senza peccato ". Questa medaglia suscitò un'intensa devozione, e molti Vescovi chiesero a Roma la definizione di quel dogma che ormai era nel cuore di quasi tutti i cristiani.
Così, l'8 dicembre 1854, Pio IX proclamava la " donna vestita di sole " esente dal peccato originale, tutta pura, cioè Immacolata. 
Fu un atto di grande fede e di estremo coraggio, che suscitò gioia tra i fedeli della Madonna, e indignazione tra i nemici del Cristianesimo, perché il dogma dell'Immacolata era una diretta smentita dei naturalisti e dei materialisti. 
Ma quattro anni dopo, le apparizioni di Lourdes apparvero una prodigiosa conferma del dogma che aveva proclamato la Vergine " tutta bella ", " piena di grazia " e priva di ogni macchia del peccato originale. Una conferma che sembrò un ringraziamento, per l'abbondanza di grazie che dal cuore dell'Immacolata piovvero sull'umanità. E dalla devozione per l'Immacolata ottenne immediata diffusione, in Italia, il nome femminile di Concetta, in Spagna quello di Concepción: un nome che ripete l'attributo più alto di Maria, "sine labe originali concepta", cioè concepita senza macchia di peccato, e, perciò, Immacolata.

Fonte: Archivio Parrocchia



IN CONCEPTIONE IMMACULATA BEATAE MARIAE VIRGINIS
Lectio libri Sapientiae (Prov. VIII, 22-35).

Dominus possedit me in initio uiarum suarum, antequam quidquam faceret a principio. Ab aeterno ordinata sum, et ex antiquis, antequam terra fieret. Nondum erant abyssi, et ego iam concepta eram: necdum fontes aquarum eruperant: necdum montes graui mole constíiterant: ante colles ego parturiebar: adhuc terram non fecerat, et flumina, et cardines orbis terrae. Quando praeparabat caelos, aderam: quando certa lege et gyro uallabat abyssos: quando aethera firmabat sursum, et librabat fontes aquarum: quando circumdabat mari terminum suum, et legem ponebat aquis, ne transirent fines suos: quando appendebat fundamenta terrae. Cum eo eram cuncta componens: et delectabar per singulos dies, ludens coram eo omni tempore: ludens in orbe terrarum: et deliciae meae esse cum fíliis hominum. Nunc ergo, fílii, audite me: Beati, qui custodiunt uias meas. Audite disciplinam, et estote sapientes, et nolite abiicere eam. Beatus homo, qui audit me, et qui uigilat ad fores meas quotidie, et obseruat ad postes ostii mei. Qui me inuenerit, inueniet uitam, et hauriet salutem a Domino.



Inno

Ave, speranza nostra,
ave, benigna e pia,
ave, piena di grazia,
o Vergine Maria.

Ave, fulgida rosa,
roveto sempre ardente,
ave, pianta fiorita
dalla stirpe di Iesse.

In te vinta è la morte,
la schiavitù è redenta,
ridonata la pace,
aperto il paradiso.

O Trinità santissima,
a te l'inno di grazie,
per Maria nostra Madre,
nei secoli dei secoli. Amen.



Buona Festa dell'Immacolata a tutti  :-)


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