La situazione del mondo è tale, che ci è
impossibile non interrogare Dio.
Dio che è eterno Amore, Amore infinito.
Personalmente, nei miei 93 anni ormai, avendo anche avuto l'occasione di vedere
e di toccare con mano, in ogni angolo della terra, tante miserie, tante
ingiustizie, tanti mali, tanti crimini, tanti delitti di ogni sorta, più di una
volta ho osato chiedere: "Dio mio, ma perché? A che gioco stai giocando?
Forse al massacro dell'umanità?".
Ho letto da qualche parte che anche
Woody Allen, lui pure ferito da questa crudele realtà, ha esclamato: "se
Dio esiste, spero abbia una spiegazione di tutto questo...".
E' comprensibile non capire questa
"assenza" di Dio, e gridargli con tutto l'Amore e anche la rabbia che
abbiamo dentro di noi: "Signore basta! Quanti miliardi di persone innocenti
devono ancora soffrire e morire ingiustamente?". Certo, amo Dio
profondamente e credo con tutte le mie forze che Lui può tutto, anzi è Tutto,
ma non posso stare zitto. Di questa situazione del mondo, non capisco nulla.
Non capisco nulla, ma a differenza di Woody Allen che "spera", io
sono che Dio ha una spiegazione.
Credo nella perfezione infinita di Dio, ma
nello stesso tempo mi interrogo, devo interrogarmi sul perché di questa
sofferenza così ingiusta e detestabile.
E so benissimo che mentre io sento il
bisogno, il dovere di gridare a Dio: "Mio Dio, basta!".
Lui pure, a
sua volta, avendoci dotati di intelligenza e di responsabilità, potrebbe
gridarci ugualmente: "Basta!". E chiederci conto di come mai, anziché
utilizzare la nostra intelligenza, le nostre risorse e le nostre conoscenze per
alimentare sulla terra solo paure e guerre, per disumani sfruttamenti dei più
deboli, per rompere l'armonia del creato spezzando le regole che regolano
l'ambiente, non mettiamo le nostre qualità migliori al servizio dell'umanità,
cominciando dai più deboli e dai più sofferenti. Gridiamo pure
"Basta" a Dio, ma sappiamo anche ascoltare i suoi
"Basta"... questo non ci impedisce di vedere la bellezza e la bontà
che pur esistono nel mondo: nella vita che comincia, ovunque e comunque,
nell'immensità del mare, nell'incanto delle stelle, soprattutto nella gioia del
sorriso dei bimbi... questi doni che Dio ci fa di continuo possono essere una
prima spiegazione alle nostre giuste interpellanze di Dio. E devono essere
anche le ragioni per dare, da parte nostra, la risposta alle interpellanze di
Dio nei nostri confronti.
Non possiamo dimenticare che la prima risposta di Dio
ai nostri interrogativi sull'esistenza del male nel mondo è la reale presenza
di Gesù nell'Eucaristia. Questa presenza esige coerenza nella vita di noi
cristiani. Pur non dandoci la risposta, l'Eucaristia ci indica da che parte
stare, concretamente, in questo mondo minato dall'odio, dal terrorismo, dalla
miseria e dalla sofferenza, non solo materiale, di troppo miliardi di figli di
Dio. Innocenti.
Ci dà la forza di non scoraggiarci, pur così terribilmente
fragili.
Ci rende capaci, se lo vogliamo, di donarci tutti agli altri, ben
sapendo che non possiamo essere felici prendendo ma donandoci senza riserva,
senza altri calcoli, senza speculazione alcuna, agli altri.
E non dimentichiamo
che lo spirito di Dio soffia. Dove e come vuole. Una "sveglia" per
tutti gli umani.
- Padre Abbè Pierre -
Tutti dicono di essere per i diritti dell’uomo, e
l’uomo è sempre più minacciato e avvilito e oppresso.
Tutti dicono di volere la pace e nel loro cuore non fanno che ordire
sopraffazioni e rapine.
Signore, ti chiediamo che si avveri il canto di tua madre: rovescia dai loro
alti troni quanti si fidano solo del potere, continua a esaltare gli umili,a
ricolmare di beni gli affamati, a mandare a
mani vuote i ricchi.
- Padre Davide Maria Turoldo -
Perdonare da bene
Gesù ha insegnato a perdonare “settanta volte sette”,
cioè sempre. Si deve perdonare per non essere ulteriormente vittima del male
subito. Infatti, fino a quando non si perdona, il male subito agisce in noi
provocando malessere, desiderio di vendetta, collera, disarmonia. La nostra
energia interiore ne viene risucchiata, sporcata. Occorre perdonare anzitutto
per il bene di se stessi, un perdono primariamente come oblio, come cessazione
del rapporto, per evitare che il ricordo del male perpetuamente alimenti altro
male, in una perversa spirale che tira all’ingiù, a danno di chi la coltiva in
se stesso (non a caso Aristotele, sempre così attento alla concretezza
biologica, scriveva che “chi non è incline al pentimento è incurabile”). Solo
in un secondo tempo, per chi ne sarà capace, potrà sorgere il perdono anche
come attivo sentimento verso colui che ci ha procurato del male. Ma il primo
livello biologicamente necessario è alla portata di tutti, per evitare di
essere continuamente risucchiati dal gorgo del male subito, visto che il male
genera male, produce malessere.
- Vito Mancuso -
La grandezza
dell’Uomo e la benigna Misericordia di Dio….....
...L'incarnazione di Dio non è il risultato di
un'ascesa dell'uomo, ma il risultato di un abbassamento di Dio.
L'ascesa
dell'uomo, il tentativo di creare, di generare Dio da sé, di raggiungere il
superuomo, quest'impresa è già miseramente fallita nel paradiso terrestre.
L'uomo che vuole diventare egli stesso Dio, e che con sentimenti autoritari
cerca di prendere le stelle, approda sempre, alla fine,
all'autodistruzione...
Ciò che conta è l'obbedienza, l'umiltà nei confronti
della parola di Dio.
"Un bambino piccolo, un operaio carico di lavoro si
trovano, se credono, più in alto dei grandi asceti" (J. Daniélou), perché
la salvezza non scaturisce dalla grandezza dell'uomo, ma dalla benigna misericordia
di Dio...
- Papa Benedetto XVI -
da "Dogma e predicazione"
Buona giornata a tutti. :-)