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domenica 12 marzo 2023

da: Il sergente nella neve - Mario Rigoni Stern

Durante la campagna di Russia del 1942/1943
Che facciamo qui da soli? Non abbiamo quasi più munizioni. Abbiamo perso il collegamento con il capitano. Non abbiamo ordini. Se avessimo almeno munizioni! Ma sento anche che ho fame, e il sole sta per tramontare. Attraverso lo steccato e una pallottola mi sibila vicino. I russi ci tengono d’occhio. Corro e busso alla porta di un’isba. Entro.
Vi sono dei soldati russi, là. Dei prigionieri? No. Sono armati. Con la stella rossa sul berretto! Io ho in mano il fucile. Li guardo impietrito. Essi stanno mangiando attorno alla tavola. Prendono il cibo con il cucchiaio di legno da una zuppiera comune. E mi guardano con i cucchiai sospesi a mezz’aria.
“Mnié khocetsia iestj” (“datemi da mangiare”) – dico.
Vi sono anche delle donne. Una prende un piatto, lo riempie di latte e miglio, con un mestolo, dalla zuppiera di tutti, e me lo porge. Io faccio un passo avanti, mi metto il fucile in spalla e mangio. Il tempo non esiste più. I soldati russi mi guardano. Nessuno fiata. C’è solo il rumore del mio cucchiaio nel piatto. E d’ogni mia boccata.
“Spaziba” (“grazie”) – dico quando ho finito.
E la donna prende dalle mie mani il piatto vuoto.
“Pasausta” (“prego”) – mi risponde con semplicità.
I soldati russi mi guardano uscire senza che si siano mossi. Nel vano dell’ingresso vi sono delle arnie. La donna che mi ha dato la minestra, è venuta con me per aprirmi la porta e io le chiedo a gesti di darmi un favo di miele per i miei compagni. La donna mi dà il favo e io esco.
Così è successo questo fatto. Ora non lo trovo affatto strano, a pensarvi, ma naturale di quella naturalezza che una volta dev’esserci stata tra gli uomini. Dopo la prima sorpresa tutti i miei gesti furono naturali, non sentivo nessun timore, né alcun desiderio di difendermi o di offendere. Era una cosa molto semplice. Anche i russi erano come me, lo sentivo. In quell’isba si era creata tra me e i soldati russi, e le donne e i bambini, un’armonia che non era un armistizio. Era qualcosa di molto più del rispetto che gli animali della foresta hanno l’uno per l’altro. Una volta tanto le circostanze avevano portato degli uomini a saper restare uomini».
- Mario Rigoni Stern - 
da: Il sergente nella neve, Einaudi, Torino, 2008

 

Come fai a spaventare un uomo quando quella che lo tormenta non è fame nella sua pancia ma fame nella pancia dei suoi figli? Non puoi spaventarlo: conosce una paura peggiore di tutte le altre.

- John Steinbeck -


Buona giornata a tutti :-)

www.leggoerifletto.it



giovedì 4 febbraio 2021

La volpe con la pancia piena - Esopo

L'inverno era ormai alle porte. Gli alberi privi di foglie non offrivano più alcun riparo ed i piccoli animali si erano già preparati ad affrontare il freddo. Una giovane volpe vagava solitaria in cerca di un po' di cibo con il quale placare quella fame terribile che l'aveva colpita. 
Erano molti giorni che non mangiava. 
Le sue abituali prede si erano rifugiate in caldi ripari nutrendosi con le scorte alimentari raccolte durante l'estate ed era impossibile stanarli. Così, il povero animale camminava sconsolato pensando che la fame era veramente una brutta nemica. All'improvviso, un profumo delizioso le stuzzicò le narici. 
La volpe si avvicinò al punto da cui si propagava l'inaspettata fragranza e finalmente vide un enorme pezzo d'arrosto premurosamente sistemato nell'incavo di una quercia. Sicuramente era il pranzo dimenticato da qualche pastore.
L'animale si intrufolò nella cavità della pianta, riuscendo ad entrarvi con molta fatica.
Quando si trovò all'interno del buco poté placare la propria irresistibile fame, divorando la carne in un boccone. Trascorsi alcuni minuti, la volpe con la pancia spaventosamente piena, decise di uscire dall'incavo per tornare all'aperto. Ma appena tentò di oltrepassare il buco dal quale era entrata scoprì di non essere più in grado di superarlo! Aveva mangiato troppo ed era diventata molto più grossa rispetto a prima. Spaventatissima si sforzò cosi tanto per uscire che alla fine rimase irreparabilmente incastrata nella fenditura!
Lo sfortunato animale iniziò a gridare finché una seconda volpe passando la vide e saputo quanto accaduto disse: "E' inutile strillare. Avresti dovuto avere pazienza ed aspettare tranquilla all'interno della pianta fino a quando la tua pancia non diminuiva. Invece l'impulsività ti ha ridotto in questa condizione e dovrai comunque aspettare finché non smaltirai ciò che hai mangiato". 
Così, la povera volpe rimase incastrata nella cavità per più di un giorno, rimpiangendo il calduccio che avrebbe trovato se avesse aspettato paziente all'interno della quercia.

<< La pazienza e il tempo sono degli ottimi alleati per affrontare qualsiasi difficoltà >>






Due cose impariamo dall’esperienza: la prima, che dobbiamo correggere molto; la seconda, che non dobbiamo correggere troppo.

- Charles-François Delacroix - 




 Nessun gesto di gentilezza, per quanto piccolo, è mai sprecato. 

- Esopo -



Guarda, Signore, il pane della sofferenza,
il pane impastato dalla miseria,
il pane della morte,
il vino amaro della guerra...
Che diventi il pane della festa,
che diventi il vino della gioia sulla terra.
Guarda, Signore, il pane della fatica,
il pane seminato nei solchi
delle nostre campagne,
il pane del sudore,
il vino amaro della croce.
Che diventi il pane dell'amore,
il pane spezzato, diviso tra fratelli,
il cuore donato, aiuto per i poveri.
Guarda, Signore, il Pane della vita,
Pane del cielo e strada di luce,
il Pane del cammino
che conduce al regno:
dacci sempre di questo Pane.


- Guglielmo da Sant Thierry -


Buona giornata a tutti. :-)


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mercoledì 29 maggio 2019

Alla sera ... posiamo i nostri fardelli

Uno psicologo stava spiegando come gestire meglio lo stress. Quando sollevò un bicchiere d’acqua, tutto il pubblico immaginò che avrebbe posto la solita domanda: “Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?”
Quello che invece domandò fu: “Quanto credete che pesi questo bicchiere d’acqua?”
Le risposte variarono da 250 a 400 grammi.
“Il peso assoluto non conta, - replicò lo psicologo - dipende dal tempo per cui lo reggo. Se lo sollevo per un minuto, non è un problema. Se lo sostengo per un’ora, il braccio mi farà male. Se lo sollevo per tutto il giorno, il mio braccio sarà intorpidito e paralizzato. 
In ogni caso il peso del bicchiere non cambia, ma più a lungo lo sostengo, più pesante diventa.” E continuò: “Gli stress e le preoccupazioni della vita sono come quel bicchiere d’acqua. Se ci pensate per un momento, non accade nulla. Pensateci un po’ più a lungo e incominciano a far male. E se ci pensate per tutto il giorno, vi sentirete paralizzati e incapaci di far qualunque cosa.” 
E’ importante ricordarsi di lasciare andare i nostri stress. 
Alla sera, il più presto possibile, posiamo i nostri fardelli. 
Non portiamoceli addosso per tutta la sera e tutta la notte. 
Ricordiamoci di posare il bicchiere.



Al principio, Eva non voleva mangiare la mela. "Mangiala - le disse il serpente - e sarai come gli Angeli". 
"No" rispose Eva imbronciata. 
"Sarai immortale". "No". 
"Sarai come Dio". "No no e no!". 
Il serpente, esasperato, imprecò dio per aver creato le donne così complicate, poi gli venne un'idea. 
Le porse la mela e le disse: "Mangiala, non ingrassa". 



Illustrazione by Laura Watson


Di tutte le passioni, la più complicata, la più difficile a praticare in modo superiore, la più inaccessibile ai comuni mortali, la più sensuale nel vero senso della parola, la più degna degli artisti più raffinati, è sicuramente quella che riguarda il piacere della gola.

- Guy de Maupassant - 





Stressie Cat

Buona giornata a tutti. :-)





martedì 29 agosto 2017

da: "L'uomo di superficie" - Vittorino Andreoli

Il termine uomo di superficie vorrebbe descrivere una tipologia di uomo
analogamente ad altre, Marcuse ha parlato di “uomo ad una dimensione”, Bauman di “società liquida”.
L’uomo di superficie è una tipologia, un homo che c’è adesso e non c’era prima. Ecco perché la differenza tra “uomo di superficie” e “uomo superficiale” è enorme. 
Quando dico che l’uomo è superficiale penso che egli potrebbe essere profondo, quando dico ad un uomo “il tuo discorso è superficiale” è come invitarlo a fare delle considerazioni molto più critiche, più profonde.
Quindi l’uomo, il superficiale è uno che può diventare profondo.
L’uomo di superficie no, perché tutto è stato collocato ormai sulla sua cute, perché è lì che ha attaccato tutto ciò a cui dà valore. 
L’elemento primo a cui dà valore è la bellezza, la forma della cute, le cose che sono cutanee.
L’uomo di superficie è l’uomo che sa scivolare sulla cute.
Perché comincio a conoscere le malattie da bellezza, quella che è bella, ma teme di perdere le caratteristiche del seno, le labbra che si spengono.
Quindi quello che non è bello/a cerca di raggiungere la bellezza attraverso il trucco, la chirurgia.
Allora l’uomo di superficie non ha più niente dentro, per scherzare, dico che non hanno più neppure gli organi interni, perché se si chiede ad un giovane cos’è la milza, non lo sanno, al più sanno qualcosa del fegato, perché è responsabile del colesterolo che va sulla cute, sanno qualcosa dell’intestino perché non devono mangiare.
Non c’è più la mente, questa è solo qualcosa che serve a misurare la bellezza. Ecco perché, vedendo qual è il ruolo che la bellezza legata alla cute ha nelle persone di oggi - non solo i giovani o le donne, stiamo attenti, ma anche i vecchi, che sono malati di giovanilismo, che vogliono nascondere i loro limiti, prendono il viagra - questo è l’uomo di superficie, non ha più valore, l’unico valore è la bellezza, che è anche ricchezza, potere.
Naturalmente non ce l’ho con la bellezza, non voglio demonizzarla, non si può dire “che bella cute hai”, ma bisogna dire “che bella persona sei!” e la persona è fatta anche di corpo, ma è fatta di mente, di anima, per chi crede.

- Vittorio Andreoli -
da: "L'uomo di superficie", 2012, Rizzoli Editore




Ormai la vita è regolata dalla bilancia e dal colesterolo e la fame è domata nella stessa maniera con cui san Gerolamo domava il demonio, colpendosi crudamente con un sasso fino a martoriare il proprio corpo. 
Non è un caso che sempre in quegli anni salga la frequenza dell'anoressia, di quelle magrezze vissute come se il corpo fosse troppo vistoso, come se si volesse perderlo per diventare sottili come uno stelo che regge la testa, la mente.

- Vittorio Andreoli -
da: "L'uomo di superficie", 2012, Rizzoli Editore



Petra Brown

La golosità si trova nella squisita delicatezza del palato e nella molteplice raffinatezza del gusto, che può possedere e comprendere soltanto un'anima sensuale cento volte raffinata.

- Guy de Maupassant -
Amoureux et primeurs, 1881


by Janet Hill


Perché è così difficile darsi una misura nell'assunzione del cibo? 
Perché gusto e olfatto sono i sensi più arcaici che mettono in moto le zone più primitive del nostro cervello, quelle su cui i nostri ragionamenti, i nostri propositi, la nostra buona volontà hanno una scarsissima incidenza. 
Per questo la gola, più che un vizio capitale, è un richiamo alla nostra animalità, il retaggio della nostra antica condizione.

- Umberto Galimberti - 
I vizi capitali e i nuovi vizi, 2003
                                                                by Chuck Groenink










domenica 7 agosto 2016

Dai il meglio di te…e altre preghiere - Madre Teresa di Calcutta

Se fai il bene, ti attribuiranno
secondi fini egoistici
non importa, fa' il bene.

Se realizzi i tuoi obiettivi,
troverai falsi amici e veri nemici
non importa realizzali.

Il bene che fai verrà domani dimenticato.
Non importa fa' il bene.

L'onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile
non importa, sii franco e onesto.

Dà al mondo il meglio di te, e ti prenderanno a calci.
Non importa, dà il meglio di te.

(Madre Teresa di Calcutta)
30 luglio 1990



Non cercate Gesù in terre lontane: lui non è là.
E' vicino a voi. E' con voi.
Basta che teniate il lume acceso e lo vedrete sempre.
Continuate a riempire il lume con piccole gocce d'amore.

 
- Madre Teresa di Calcutta -



Signore, quando ho fame,
dammi qualcuno che ha bisogno di cibo;
quando ho un dispiacere,
mandami qualcuno da consolare;
quando la mia croce diventa pesante,
fammi condividere la croce di un altro;
quando non ho tempo,
dammi qualcuno che io possa aiutare per qualche momento;
quando sono umiliato,
fa che io abbia qualcuno da lodare;
quando sono scoraggiato,
mandami qualcuno da incoraggiare;
quando ho bisogno della comprensione degli altri,
dammi qualcuno che ha bisogno della mia;
quando ho bisogno che ci si occupi di me,
mandami qualcuno di cui occuparmi;
quando penso solo a me stesso,
attira la mia attenzione su un'altra persona.
Rendici degni, Signore, di servire i nostri fratelli,
che in tutto il mondo vivono poveri ed affamati.
Dà loro oggi, usando le nostre mani, il loro pane quotidiano,
e dà loro, per mezzo del nostro amore comprensivo, pace e gioia.

(Madre Teresa di Calcutta)


La santità non è un lusso per pochi, ma un semplice dovere per ciascuno di noi.

- Madre Teresa di Calcutta -




Buona giornata a tutti. :-)

venerdì 27 novembre 2015

Aiutaci a diffondere la tua fragranza - Madre Teresa di Calcutta -

O Gesù, aiutaci a diffondere la tua fragranza
ovunque noi andiamo.
Infondi il tuo Spirito nella nostra anima
e riempila del tuo amore
affinché penetri nel nostro essere
in modo così completo che tutta la nostra vita
possa essere soltanto fragranza
e amore trasmesso tramite noi e visto in noi,
e ogni anima con cui veniamo a contatto
possa sentire la tua presenza
nella nostra anima, e poi guardare in su
e vedere non più me, ma Gesù.
Resta con noi,
e noi cominceremo a brillare della tua luce,
a brillare per essere una luce per gli altri.
La luce, o Gesù, sarà la tua, non verrà da noi,
sarà la tua luce che brillerà sugli altri attraverso noi.
Lascia che ti rivolgiamo le nostre preghiere
nel modo che più ami, spargendo la luce
su quelli che ci circondano.
Lasciaci predicare senza predicare,
non con le parole, ma con l'esempio.
Con la forza che attrae
e l'influsso di quel che facciamo.
Con la pienezza dell'amore
che abbiamo per te nel nostro cuore.
Amen.

- Madre Teresa di Calcutta - 




L'umiltà non consiste nel considerarsi inferiori agli altri... ma nel liberarsi della presunzione della propria importanza.
E' uno stato di semplicità naturale in armonia con la nostra vera natura che consente di godere la freschezza del momento presente.
L'umiltà è un modo di essere non di apparire.

- Matthieu Ricard -



Il frutto del silenzio è la preghiera.
Il frutto della preghiera è la fede.
Il frutto della fede è l'amore.
Il frutto dell'amore è il servizio.
Il frutto del servizio è la pace.

- Madre Teresa di Calcutta - 




Buona giornata a tutti. :-)




venerdì 10 luglio 2015

La volpe con la pancia piena - Esopo -

L'inverno era ormai alle porte. Gli alberi privi di foglie non offrivano più alcun riparo ed i piccoli animali si erano già preparati ad affrontare il freddo. Una giovane volpe vagava solitaria in cerca di un po' di cibo con il quale placare quella fame terribile che l'aveva colpita. 
Erano molti giorni che non mangiava. 
Le sue abituali prede si erano rifugiate in caldi ripari nutrendosi con le scorte alimentari raccolte durante l'estate ed era impossibile stanarli. Così, il povero animale camminava sconsolato pensando che la fame era veramente una brutta nemica. All'improvviso, un profumo delizioso le stuzzicò le narici. 
La volpe si avvicinò al punto da cui si propagava l'inaspettata fragranza e finalmente vide un enorme pezzo d'arrosto premurosamente sistemato nell'incavo di una quercia. Sicuramente era il pranzo dimenticato da qualche pastore.
L'animale si intrufolò nella cavità della pianta, riuscendo ad entrarvi con molta fatica.
Quando si trovò all'interno del buco poté placare la propria irresistibile fame, divorando la carne in un boccone. Trascorsi alcuni minuti, la volpe con la pancia spaventosamente piena, decise di uscire dall'incavo per tornare all'aperto. Ma appena tentò di oltrepassare il buco dal quale era entrata scoprì di non essere più in grado di superarlo! Aveva mangiato troppo ed era diventata molto più grossa rispetto a prima. Spaventatissima si sforzò cosi tanto per uscire che alla fine rimase irreparabilmente incastrata nella fenditura!
Lo sfortunato animale iniziò a gridare finché una seconda volpe passando la vide e saputo quanto accaduto disse: "E' inutile strillare. Avresti dovuto avere pazienza ed aspettare tranquilla all'interno della pianta fino a quando la tua pancia non diminuiva. Invece l'impulsività ti ha ridotto in questa condizione e dovrai comunque aspettare finché non smaltirai ciò che hai mangiato". 

Così, la povera volpe rimase incastrata nella cavità per più di un giorno, rimpiangendo il calduccio che avrebbe trovato se avesse aspettato paziente all'interno della quercia.

<< La pazienza e il tempo sono degli ottimi alleati per affrontare qualsiasi difficoltà >>








Due cose impariamo dall’esperienza: la prima, che dobbiamo correggere molto; la seconda, che non dobbiamo correggere troppo.

- Charles-François Delacroix - 





 Nessun gesto di gentilezza, per quanto piccolo, è mai sprecato. 

- Esopo -





Guarda, Signore, il pane della sofferenza,
il pane impastato dalla miseria,
il pane della morte,
il vino amaro della guerra...
Che diventi il pane della festa,
che diventi il vino della gioia sulla terra.
Guarda, Signore, il pane della fatica,
il pane seminato nei solchi
delle nostre campagne,
il pane del sudore,
il vino amaro della croce.
Che diventi il pane dell'amore,
il pane spezzato, diviso tra fratelli,
il cuore donato, aiuto per i poveri.
Guarda, Signore, il Pane della vita,
Pane del cielo e strada di luce,
il Pane del cammino
che conduce al regno:
dacci sempre di questo Pane.


- Guglielmo da Sant Thierry -


Buona giornata a tutti. :-)






  

martedì 10 marzo 2015

"Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia" - Cardinale Carlo Maria Martini

Nel contesto delle beatitudini, 'fame e sete' significano chiaramente il desiderio ardente di una giustizia che va alla radice: è la giustizia nei riguardi di Dio, la tensione a una vita pienamente conforme alla volontà divina. 
Gli affamati e assetati di questa giustizia non potranno non essere saziati dal Padre che è nei cieli.
L'invito che le parole di Gesù ci rivolgono è di desiderare per la nostra vita ciò che è veramente essenziale.
Il Cristiano, ciascuno di noi, è sollecitato ad avere fame e sete anzitutto della volontà di Dio; che si compia quanto il Signore ritiene bene e giusto - ci venga concesso quindi anche il pane materiale -, ma specialmente ogni verità e giustizia, perché si realizzi il regno dell'amore di Dio.
Per aiutarvi nella meditazione personale, mi piace recitare il commento di don Luigi Serenthà sulla quarta beatitudine: 
"Beati quelli che hanno fame e sete di fare la volontà di Dio, cioè che dicono: il mio nutrimento, il nutrimento su cui faccio crescere la mia vita, così come il corpo cresce sul pane e sul­l'acqua, non è la mia volontà, ma la volontà di Dio. Io ho fame di Dio, ho sete di lui, la sua volontà è punto di riferimento per la mia esistenza. Mi affido a Dio, lui è la mia gioia, ciò che egli mi rivela lo mangio e lo bevo con quella avidità con cui l'asse­tato e l'affamato bevono l'acqua e mangiano il pane".

Sono parole molto belle, che esprimono il grande, inestingui­bile desiderio dell'uomo e la risposta promessa dal Signore a ta­le desiderio.

- cardinale Carlo Maria Martini - 




« II Signore, dicendo : " Passi da me questo calice, però non la mia, ma la tua volontà sia fatta ", dichiara che non è possibile all'uomo salvarsi senza l'amara medicina della morte; senza bere il calice dell'umiliazione e del patimento. « Gesù Cristo fu come un medico pietoso, il quale, sebbene sano, appressò per primo le labbra alla medicina amara, affinchè, sul suo esempio, gli infermi non avessero difficoltà di trangugiarla. Non diciamo, dunque: non ho voglia, non ho forza di bere il calice dei patimenti che Dio mi manda; poiché il nostro Salvatore divino fu il primo a berlo sino alla feccia »

- Sant'Agostino -



"Il Signore mi ha dato una intelligenza, una volontà, una ragione: devo farle funzionare. Se non si adoperano si arrugginiscono e si finisce per essere delle nullità, dei lombrichi che strisciano, senza un'idea buona, geniale, ardita; degli ignavi, a Dio spiacenti."

- Beato Alberto Marvelli - 







Buona giornata a tutti. :-)