Il termine uomo di superficie vorrebbe descrivere una
tipologia di uomo
analogamente ad altre, Marcuse ha parlato di “uomo ad una dimensione”, Bauman di “società liquida”.
L’uomo di superficie è una tipologia, un homo che c’è adesso e non c’era prima. Ecco perché la differenza tra “uomo di superficie” e “uomo superficiale” è enorme.
analogamente ad altre, Marcuse ha parlato di “uomo ad una dimensione”, Bauman di “società liquida”.
L’uomo di superficie è una tipologia, un homo che c’è adesso e non c’era prima. Ecco perché la differenza tra “uomo di superficie” e “uomo superficiale” è enorme.
Quando dico che l’uomo è superficiale penso che egli potrebbe essere profondo, quando dico ad un uomo “il tuo discorso è
superficiale” è come invitarlo a fare delle considerazioni molto più critiche,
più profonde.
Quindi l’uomo, il superficiale è uno che può diventare
profondo.
L’uomo di superficie no, perché tutto è stato collocato
ormai sulla sua cute, perché è lì che ha attaccato tutto ciò a cui dà valore.
L’elemento primo a cui dà valore è la bellezza, la forma della cute, le cose
che sono cutanee.
L’uomo di superficie è l’uomo che sa scivolare sulla
cute.
Perché comincio a conoscere le malattie da bellezza,
quella che è bella, ma teme di perdere le caratteristiche del seno, le labbra
che si spengono.
Quindi quello che non è bello/a cerca di raggiungere la
bellezza attraverso il trucco, la chirurgia.
Allora l’uomo di superficie non ha più niente dentro, per scherzare, dico che non hanno più neppure gli organi interni, perché se si chiede ad un giovane cos’è la milza, non lo sanno, al più sanno qualcosa del fegato, perché è responsabile del colesterolo che va sulla cute, sanno qualcosa dell’intestino perché non devono mangiare.
Allora l’uomo di superficie non ha più niente dentro, per scherzare, dico che non hanno più neppure gli organi interni, perché se si chiede ad un giovane cos’è la milza, non lo sanno, al più sanno qualcosa del fegato, perché è responsabile del colesterolo che va sulla cute, sanno qualcosa dell’intestino perché non devono mangiare.
Non c’è più la mente, questa è solo qualcosa che serve a
misurare la bellezza. Ecco perché, vedendo qual è il ruolo che la bellezza
legata alla cute ha nelle persone di oggi - non solo i giovani o le donne,
stiamo attenti, ma anche i vecchi, che sono malati di giovanilismo, che
vogliono nascondere i loro limiti, prendono il viagra - questo è l’uomo di
superficie, non ha più valore, l’unico valore è la bellezza, che è anche
ricchezza, potere.
Naturalmente non ce l’ho con la bellezza, non voglio
demonizzarla, non si può dire “che bella cute hai”, ma bisogna dire “che bella
persona sei!” e la persona è fatta anche di corpo, ma è fatta di mente, di
anima, per chi crede.
- Vittorio Andreoli -
da: "L'uomo di superficie", 2012, Rizzoli Editore
Ormai la vita è regolata dalla bilancia e dal colesterolo e la fame è domata nella stessa maniera con cui san Gerolamo domava il demonio, colpendosi crudamente con un sasso fino a martoriare il proprio corpo.
Non è un caso che sempre in quegli anni salga la frequenza dell'anoressia, di quelle magrezze vissute come se il corpo fosse troppo vistoso, come se si volesse perderlo per diventare sottili come uno stelo che regge la testa, la mente.
- Vittorio Andreoli -
da: "L'uomo di superficie", 2012, Rizzoli Editore
Petra Brown
La golosità si trova nella squisita delicatezza del palato e nella molteplice raffinatezza del gusto, che può possedere e comprendere soltanto un'anima sensuale cento volte raffinata.
- Guy de Maupassant -
- Guy de Maupassant -
Amoureux et primeurs, 1881
by Janet Hill
Perché è così difficile darsi una misura nell'assunzione del cibo?
Perché gusto e olfatto sono i sensi più arcaici che mettono in moto le zone più primitive del nostro cervello, quelle su cui i nostri ragionamenti, i nostri propositi, la nostra buona volontà hanno una scarsissima incidenza.
Per questo la gola, più che un vizio capitale, è un richiamo alla nostra animalità, il retaggio della nostra antica condizione.
- Umberto Galimberti -
- Umberto Galimberti -
I vizi capitali e i nuovi vizi, 2003
by Chuck Groenink