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domenica 14 maggio 2023

La mamma "speciale" – Erma Bombeck

 Vi è mai capitato di chiedervi come vengano scelte le madri di figli handicappati? In qualche maniera riesco a raffigurarmi Dio che dà istruzioni agli angeli, che prendono nota in un registro gigantesco.

"Armstrong, Beth, figlio. Santo patrono Matteo". "Forrest, Marjorie, figlia. Santa patrona Cecilia". "Rutledge, Carrie, gemelli. Santo patrono ... diamo Gerardo. E'abituato alla scarsa religiosità".
Finalmente, passa un nome a un angelo che sorride: "A questa diamole un figlio handicappato". L'angelo è curioso. "Perché a questa qui, Dio? E' così felice". "Esattamente" risponde Dio sorridendo "Potrei mai dare un figlio handicappato a una donna che non conosce l'allegria? Sarebbe una cosa crudele".
"Ma ha pazienza?" chiede l'angelo. "Non voglio che abbia troppa pazienza, altrimenti affogherà in un mare di autocommiserazione e pena. Una volta superati lo shock e il risentimento, di sicuro ce la farà". "Ma, Signore, penso che quella donna non creda nemmeno in Te".
Dio sorride: "Non importa. Posso provvedere. Quella donna è perfetta, è dotata del giusto egoismo". L'angelo resta senza fiato. "Egoismo? E' una virtù?".

Dio annuisce: "Se non sarà capace di separarsi ogni tanto dal figlio, non sopravviverà mai. Si, ecco la donna cui darò la benedizione di un figlio meno che perfetto. Ancora non se ne rende conto, ma sarà da invidiare. Non darà mai per certa una parola. Non considererà mai che un passo sia un fatto comune.

Quando il bambino dirà "mamma" per la prima volta, lei sarà testimone di un miracolo e ne sarà consapevole. Quando descriverà un albero o un tramonto al suo bambino cieco, lo vedrà come poche persone sanno vedere le mie creazioni. Le consentirò di vedere chiaramente le cose che vedo Io - ignoranza, crudeltà, pregiudizio - , e le concederò di levarsi al di sopra di esse. Non sarà mai sola.

Io sarò al suo fianco ogni minuto di ogni giorno della sua vita, poiché starà facendo il mio lavoro infallibilmente, come se fosse al mio fianco". "E per il santo patrono?" chiede l'angelo, tenendo la penna sollevata a mezz'aria.
Dio sorride ancora: "Basterà uno specchio".

(Erma Bombeck)

 “I genitori devono dare tanto, ma per poter dare hanno bisogno a loro volta di ricevere, altrimenti si svuotano, si prosciugano. 
I genitori non sono la fonte, come anche noi sacerdoti non siamo la fonte: siamo piuttosto come dei canali, attraverso cui deve passare la linfa vitale dell’amore di Dio. 
Se ci stacchiamo dalla sorgente, noi stessi per primi ne risentiamo negativamente e non siamo più in grado di educare altri”. 

- Papa Benedetto XVI -

Le due madri di Giovanni Segantin

Buona giornata a tutti :-)


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lunedì 19 luglio 2021

"Perché non possiamo avere la nostra serie di telefilm?" - Erma Bombeck

Ieri sera stavo guardando la puntata di un telefilm sulla famiglia americana tipo: ridevano tutti come matti. Tutte le volte che il papà apriva bocca si sentiva uno scroscio di risa. La mamma gli faceva da spalla e i bambini erano assolutamente geniali nello scovare battute spiritose da piazzare qua e là. Mi sono guardata intorno. Mio marito leggeva il giornale con espressione afflitta. Ha quell'espressione in volto dal giorno in cui ha lasciato estinguere l'assicurazione dei reduci di guerra. Uno dei ragazzi era al telefono ed esclamava in continuazione: «Non è possibile!» Un altro era chiuso in camera sua con il giradischi acceso, e l'altro ancora fissava cupamente il frigorifero aperto in cerca di chissà cosa.
«Sapete che cosa c'è che non va in questa famiglia? Non siamo divertenti. Tutte le famiglie del mondo non fanno altro che lanciarsi battute spiritose e piegarsi in due dal ridere. Noi invece siamo un disastro... si ride di più al telegiornale delle sei che in questa famiglia. Dobbiamo adeguarci, altrimenti non faranno mai una serie di telefilm su di noi.»
La sera dopo, quando sentii la macchina di mio marito imboccare il vialetto, gridai: «Ehi, gente! Eeeeeecco papà!»
«Be'», disse nostro figlio, «è proprio il nostro babbo, col suo portafoglio gonfio... di conti da pagare.»
«Che cosa ti succede?» chiese mio marito. «Stai camminando. Ti hanno sequestrato la macchina?»
«Faaaaaaantastico!» disse il più piccolo. (Mancò poco che cadessi dalla sedia.) «Ehi, mamma», disse uno dei ragazzi, «che cosa si ottiene prendendo il parafango di una Chevrolet, il paraurti di una Ford e la ruota di scorta di una Pontiac?» Scossi la testa. «Sei mesi!»
«Un letto in ospedale!» feci io, tra le risa.
«Allora», disse mio marito, «pensavo che volessi dare una sistemata alla casa.» «Perché?» dissi io, dandogli una gran gomitata nelle costole. «È stata cattiva? A proposito, hai saputo che Bob ha preso un barboncino per sua moglie?» «Ah! Io non potrei mai fare un errore del genere.»
«Ehi, papà», disse nostra figlia, «il cane ha appena mangiato il polpettone della mamma.»
«Non piangere», disse lui, «ti comprerò un altro cane.»
In quel momento mia madre aprì la porta e mise dentro la testa. «Hai un po' di caffè?»

Stramazzammo esausti sulle rispettive sedie. Grazie a Dio ci sono gli intervalli pubblicitari.


(Erma Bombeck)




Noi crediamo che la fiaba e il gioco appartengano alla fanciullezza: miopi che siamo! Come se in una qualsiasi età della vita potessimo vivere senza fiaba e senza gioco!...Il fanciullo considera il gioco come il suo lavoro e la fiaba come la sua verità. 

(Friedrich Nietzsche)




Il legame che unisce la tua vera famiglia non è quello del sangue, ma quello del rispetto e della gioia per le reciproche vite.

Raramente gli appartenenti ad una famiglia crescono sotto uno stesso tetto.

(Richard Bach)



Ogni persona saggia sa che le favole vanno prese molto sul serio. 
Non esistono solo per essere ascoltate e lette. Esistono per insegnarci a vivere e a crescere. Per insegnarci che è possibile realizzare i propri sogni. 
Oggi non ci sono più Principesse, Orchi, Elfi, castelli incantati. Ma le favole ci sono ancora. Far parte di una bella famiglia unita dall’amore . 
Vivere in una casa dove si respira amore. Ecco cos’è oggi una meravigliosa favola!

(Agostino Degas)







con un sorriso... Buona giornata a tutte/i :-)



mercoledì 19 maggio 2021

Bellezza - Erma Bombeck

È anemica, ha una spalla più bassa dell'altra e si mangia le unghie. 
È la donna più bella che io abbia mai visto. 
Ci ha messo più di sessant'anni a diventare così. Il processo per ottenere quel genere di bellezza non può essere accelerato.
Le rughe sulla faccia se le è guadagnate... una alla volta. 
Quella ostinata all'angolo della bocca, che diventava più profonda a ogni «No». 
Quelle sottili sulla fronte, che fecero la loro misteriosa comparsa quando le nacque il primo figlio. 
Ora ha gli occhi protetti da lenti, ma le zampe di gallina si vedono lo stesso. Gli occhi sono giovani, vivaci, irrequieti. 
Sono occhi maturi, che riflettono la storia di una vita. 
Occhi che hanno luccicato di gioia, che si sono riempiti di lacrime di dolore, che si sono serrati all'improvviso per la rabbia, occhi brucianti per il sonno perduto. 
Ora sono limpidi e penetranti, e ti guardano dritto in faccia.
E quel gonfiore diffuso? I bambini troppo stanchi per camminare che bisognava portare in braccio dalla nonna, i sacchetti della spesa da trasportare dalla macchina alla cucina. Ora viene mantenuto dalla vita sedentaria, dal frigorifero pieno e dalla TV.
Il doppio mento viene con l'uso, ci vogliono anni a perfezionarlo. A volte lo si vede solo di profilo, ma c'è. 
Le donne viziate non hanno il doppio mento.
Lo fanno sparire con creme e massaggi. Questo mento invece c'è sempre stato, a sostenere la testa ciondolante quando vegliava in poltrona, la notte, china a lavorare a maglia, a pregare.
Le gambe sono ancora belle, ma il passo è stanco. 
Sono state le corse per prendere l'autobus, le lunghe ore in piedi quando lavorava ai grandi magazzini, le cadute per insegnare alla figlia ad andare in bicicletta. L'incavo delle ginocchia è viola. 
Le mani? Sono piccole, solcate da vene, hanno tremato, accarezzato, si sono rovinate nell'acqua, con i detersivi, le tinture, le schegge, sono state morsicate, piagate, ma non si può fare a meno di restare colpiti quando ci si accorge che l'anulare si è rimpicciolito portando l'anello nuziale. Ci vuol tempo, e altro, per rimpicciolire un dito.
L'altro giorno ho guardato a lungo, attentamente mia madre, e le ho detto: «Mamma, non ti ho mai visto così bella».

«Mi curo molto», è stata la secca risposta.


- Erma Bombeck -





Sono belle le donne mature,
quelle che accolgono
sui loro visi le tracce lasciate dal tempo.
Donne che non si ostinano
a voler apparire perennemente giovani.
Donne dignitose che si accettano come sono,
che curano se stesse e loro interiorità.
Sembrano preziosi ricami le loro rughe,
che un alito di vento improvviso
ha inciso sul volto sorridente.
Sono ricordi, illusioni, delusioni, gioie, sogni.
Sono libri scritti da antichi monaci amanuensi le loro rughe,
ricche di gioventù che sembra recente,
di amore mai spento,
di fuoco sempre acceso sotto il sottile strato di cenere.
Bello guardare dalla finestra dalla vita
l’ennesimo giorno di sole e di aria fresca
per non dimenticare le antiche primavere.
E’ bello leggere tra le rughe
il sorriso di sempre, l’attimo ormai vissuto,
il ricordo sempre vivo, la passione mai sopita.
Grazie al cuore che non è mai stanco di emozioni,
grazie alla vita che non smette mai di sorprendere.

- Agostino Degas -





Essere giovani vuol dire tenere aperto l'oblò della speranza, anche quando il mare è cattivo e il cielo si è stancato di essere azzurro. 

- Bob Dylan - 





Buona giornata a tutti. :-)


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domenica 16 agosto 2020

Aria condizionata o era glaciale? - Bombeck Erma

L'altro giorno ho letto che nel lago Michigan è stato ripescato quello che si credeva un cadavere. Portato in un ambiente caldo, cominciò a sgelarsi e tornò in vita. Questo non è niente in confronto a quello che succede a me da un po' di tempo a questa parte.
Grazie a tutti i benintenzionati che tengono l'aria condizionata a un livello da museo delle cere, io vivo allo stato solido da maggio a settembre. E nessuno mostra di accorgersene.
Vado al cinema con il soprabito sul braccio. Vado al supermercato e passo metà del tempo a scaldarmi davanti allo spiedo della rosticceria. 
In macchina mi tengo sulla corsia sbagliata solo per avere un po' di sole sul braccio. L'altra sera, in un ristorantino intimo, a metà della cena, ho detto a mio marito: «Mi metti un braccio intorno alle spalle?»
«Sei venuta qui per mangiare o per pomiciare?» mi ha chiesto lui, imburrando un pezzo di pane strofinato d'aglio.
«No», ho detto io. «È solo che sto gelando. Vedi altra gente intorno?»
«Non saprei», ha detto lui socchiudendo gli occhi nel tentativo di penetrare l'oscurità.
«Perché?»
«Se gli altri sono appesi ad un uncino, vuol dire che siamo entrati per sbaglio nella cella frigorifero.»
«Io sto benissimo», ha detto lui, crogiolandosi nella giacca sportiva di pura lana. «Forse hai un'anemia o qualcosa del genere. Se senti sempre freddo, dovresti andare dal dottore.»
Dal dottore l'infermiera mi ha sorriso e mi ha detto: «Buongiorno». 
«Sarà buono per lei», ho borbottato io, «con quel golf addosso.» Mi ha fatto entrare in una stanza e mi ha detto: «Si spogli e indossi questo». 
Ho indossato un camicione di carta con uno spacco sulla schiena sufficiente a farci passare un camion e mi sono lasciata andare sul tavolo di metallo freddo. Un condizionatore sopra la porta ha fatto volar via la mia cartella clinica dal tavolo. Quando è arrivato il dottore, ero ormai scossa da un tremito incontrollabile. Lui ha preso uno stetoscopio dal frigorifero e me l'ha piazzato sul petto. Mi sono soffiata sulle mani e ho tossito.
Lui si è raddrizzato lentamente, si è tolto lo stetoscopio dal collo ed è andato lentamente alla scrivania. «Se non fossi certo del contrario, penserei di aver di fronte un cadavere.» 
«Che cosa mi ha tradito?»
«Le lacrime agli occhi quando le ho alitato sugli occhiali e si sono appannati.»

- Erma Bombeck -


Illustrazione : Duane Bryers

Odio spendere soldi in scarpe e vestiti….
Ma anch’io devo fare la mia parte: l’economia ha bisogno di me!
Come faccio a dirle di no?



Non accontentatevi della felicità, aspirate alla serenità.

(Aldo Busi)


 Lo dice il mio servizio previsioni meteo. Per i prossimi giorni si segnalano inondazioni seguite dalla fine del mondo! Con un probabile miglioramento per il week-end”

Dal film  Era Glaciale 2



Il mondo ha bisogno di persone felici. Ne ha bisogno come l’aria, il sole… Non c'è regalo più bello che possiamo fare a noi stessi ed agli altri che essere felici.


(Agostino Degas)





Iniziamo la giornata con un sorriso :-)





mercoledì 24 giugno 2020

La lettera mai spedita - Bombeck Erma

L'altro giorno ho trovato una lettera per mia sorella che mi ero dimenticata di imbucare.
Bastava aggiornarla un po', per spedirla. Dopo «Il piccolo ormai...» ho cancellato «ha imparato a stare sul vasino» e ho scritto «finisce gli esami delle scuole superiori il mese prossimo».
E nel PS, dove avevo scritto «oggi ho trovato il primo capello bianco» ho cancellato «bianco» e ci ho scritto «nero».
Il resto della lettera andava ancora bene. «Mi sono messa a dieta perché ormai scoppio anche dalla pelle. I ragazzi sono impossibili e io mi sento sempre più fuori dalla realtà. La settimana prossima dipingerò il bagno e scriverò al resto della famiglia.» Il mio guaio è che non mi piace scrivere lettere, a meno che abbia qualcosa di veramente eccitante da raccontare. 
La gente capace di scrivere lettere emozionanti o elettrizzanti mi fa soggezione.
Ho un gruppo di amici che mi scrivono solo una volta all'anno... dalla crociera. Sanno che impazzirò di invidia e mandano cartoline con paesaggi stupendi, che cominciano con «Tesoro: ti pensiamo tanto, saltando da un'isola all'altra», e finiscono con «Devo scappare. C'è un tipo che assomiglia come una goccia d'acqua a Robert Redford che mi insegue per tutta la nave».
Altri amici delle cui lettere farei volentieri a meno sono quelli che hanno i figli superdotati. Le loro missive traboccano di notizie su Roberto che ha appena vinto una borsa di studio per Harvard. (E così intelligente che per laurearsi gli basterà starsene con il sedere su una sedia e respirare per quattro anni l'aria dell'università.) 
C'è anche Emy, nove anni, che vince tutte le gare di atletica leggera, si fa i vestiti da sé, ha appena venduto un articolo a Selezione e ha intenzione di passare le vacanze estive a leggere la Bibbia. E non dimentichiamo il piccolo Tom, che si alza durante la notte e si cambia i pannolini da sé. (E tu-sai-chi porta ancora le mutandine di plastica sotto la tenuta da football?)
Quelle che veramente non posso sopportare, però, sono le persone che scrivono su carta da lettera e busta coordinate. È facile scrivere quando si ha tutto il necessario a disposizione! Per me invece è già difficile trovare un pezzo di carta senza macchie o scarabocchi, una matita e un francobollo.
Oggi nella cassetta delle lettere ho trovato una lettera di mia sorella. 
Nella frase «Sono contenta che la guerra sia finita», ha cancellato la parola «guerra» e l'ha sostituita con «Natale». Dice che la loro nuova Dauphine va benissimo, poi ha cancellato Dauphine e ha scritto Toyota.
Io e mia sorella abbiamo lo stesso carattere recessivo, il Crampo dello Scrittore.

- Erma Bombeck - 
Fonte: "Se la vita è un piatto di ciliege perchè a me solo i noccioli?"



Non esiste un genitore perfetto, quindi basta essere un genitore vero.





Il rapporto tra madre e figlio è paradossale e, per un senso, tragico. Richiede il più intenso amore da parte della madre, e tuttavia questo stesso amore deve aiutare il figlio a staccarsi dalla madre e a diventare indipendente.

- Erich Fromm - 



Se tutti lo facessero anche solo una volta al giorno...
regalare un sorriso,
immagini che incredibile contagio di buon umore si espanderebbe sulla terra???? 




Preghiera della sera

 Signore, al termine di un altro giorno ti consegno la mia storia:
le mie afflizioni e le mie gioie,
i miei dubbi e le mie certezze,
lo sconforto e la speranza,
gli affetti e le delusioni.
Ti ringrazio,
per l'aiuto e il bene ricevuto:
la pazienza nelle cose irrisolte,
la serenità nelle emergenze,
la calma negli imprevisti.
Non abbandonare chi è solo,
allevia le sofferenze di chi è stremato dal dolore,
solleva chi è depresso e sfiduciato,
sorreggi chi vacilla nella fede.
Signore, al termine di un altro giorno ascolta e benedici.





Buona giornata a tutti. :-)










lunedì 11 maggio 2020

Se tornassi a vivere... – Erma Bombeck

Qualcuno mi ha chiesto giorni fa se, potendo rinascere, avrei vissuto la vita in maniera diversa.
Lì per lì ho risposto di no, poi ci ho pensato un po' su e...
Potendo rivivere la mia vita, avrei parlato meno e ascoltato di più.
Non avrei rinunciato a invitare a cena gli amici soltanto perché il mio tappeto aveva qualche macchia e la fodera del divano era stinta.
Avrei mangiato briciolosi panini nel salotto buono e mi sarei preoccupata molto meno dello sporco prodotto dal caminetto acceso.
Avrei trovato il tempo di ascoltare il nonno quando rievocava gli anni della sua giovinezza.
Non avrei mai preteso, in un giorno d'estate, che i finestrini della macchina fossero alzati perché avevo appena fatto la messa in piega.
Non avrei lasciato che la candela a forma di rosa si sciogliesse, dimenticata nello sgabuzzino. L'avrei consumata io, a forza di accenderla.
Mi sarei stesa sul prato con i bambini senza badare alle macchie d'erba sui vestiti.
Avrei pianto e riso di meno guardando la televisione e di più osservando la vita.
Avrei condiviso maggiormente le responsabilità di mio marito.
Mi sarei messa a letto quando stavo male, invece di andare febbricitante al lavoro quasi che, mancando io dall'ufficio, il mondo si sarebbe fermato.
Invece di non veder l'ora che finissero i nove mesi della gravidanza, ne avrei amato ogni attimo, consapevole del fatto che la cosa stupenda che mi viveva dentro era la mia unica occasione di collaborare con Dio alla realizzazione di un miracolo.
A mio figlio che mi baciava con trasporto non avrei detto: «Su, su, basta. Va' a lavarti che la cena è pronta». Avrei detto più spesso: «Ti voglio bene» e meno spesso «Mi dispiace»...
Ma soprattutto, potendo ricominciare tutto daccapo, mi impadronirei di ogni minuto...lo guarderei fino a vederlo veramente... lo vivrei... e non lo restituirei mai più.


- Erma Bombeck -


Lo spirito libero odia tutte le abitudini e le regole, tutto ciò che è duraturo e definitivo, e per questo lacera continuamente, seppur con dolore, la tela in cui è invischiato, sebbene ciò gli procurerà piccole e grosse ferite dolorose: quei fili infatti deve strapparli con il proprio corpo e con la propria anima.

- Friedrich Nietzsche -




La dittatura perfetta avrà sembianza di democrazia, una prigione senza muri nella quale i prigionieri non sogneranno mai di fuggire. 
Un sistema di schiavitù dove, grazie al consumo e al divertimento, gli schiavi ameranno la loro schiavitù.

- Aldous Huxley  -




Buona giornata a tutti. :-)






mercoledì 6 novembre 2019

“Buona giornata” – Erma Bombeck

L'espressione «buona giornata» fu coniata la settimana in cui finì la provvista di gasolio, l'acqua cominciò a scarseggiare, aumentarono le tariffe telefoniche, venne razionata la benzina e i prezzi della carne, del caffè e dello zucchero fecero il grande balzo in avanti. 
Era come se fosse finito il periodo di garanzia concesso al paese. 
«Buona giornata» era proprio l'espressione giusta.
Ecologia diventò la parola d'ordine. 
Mio marito si trasformò in un genio del riciclaggio. Fino a qualche anno prima credeva che il riciclaggio fosse un programma supplementare della lavatrice che gli strappava i bottoni dalle camicie e gli riduceva in brandelli la biancheria. Ora passa le giornate a trasformare in portasciugamani gli attaccapanni.
Un giorno mia figlia infilò la testa in cucina e mi disse che la situazione dell'ozono era precaria.
«Fammi capire», dissi. «La macchina perde l'antigelo? le mie cavità nasali stanno per emettere fumo? oppure qualcuno ha acceso l'accendino vicino alle carte ammucchiate nel seminterrato?»
«Sto parlando delle confezioni spray», gemette lei. «Non intendo più usarle e anche tu dovresti fare lo stesso. Ti rendi conto che il governo sta preparando un progetto di legge che proibirà l'uso dei prodotti spray contenenti fluorocarburi?» 
«Non mi sembra che ci fosse bisogno di sottoporre la questione al governo», dissi. «Mamma! Di certo hai potuto renderti conto da te di come i fluorocarburi contenuti nei prodotti spray stiano danneggiando lo strato atmosferico che protegge la terra dalle radiazioni solari.»
«Ma certo!» annuii. «Per non parlare di quando per sbaglio ci si spruzza il detersivo per il bagno sui denti. Voglio dire, chi vuole avere i denti schiumanti e deodorati?»
«Non posso crederci, mamma.» Sorrise. «Ti rendi conto che questa è la prima conversazione seria che io e te riusciamo a intavolare da anni?»
Passai in bagno e mi spruzzai le ascelle con un po' di deodorante. Può darsi che questi siano gli unici due ozoni che riuscirò mai ad avere, e ho intenzione di tenermeli stretti.
Buona giornata...


A mano a mano che la tecnologia della compagnia telefonica diventava più sofisticata, l'uso del telefono si faceva maledettamente complicato. 
Non mi ero mai resa conto del significato esatto della parola complicato fino a quando la compagnia dei telefoni lanciò una campagna pubblicitaria intesa a farmi risparmiare.
Tutte le volte che sollevavo il ricevitore, mi sembrava di vedere la faccia di un'impiegata della compagnia su un teleschermo, con mezza cornetta che le spuntava dall'orecchio. Diceva: «Usi la teleselezione. Risparmierà il sessanta per cento di notte e durante i fine settimana. Le tariffe diminuiscono con il diminuire della distanza. Ventidue minuti di conversazione con Nashville le costeranno come dieci minuti in un giorno feriale all'ora di punta».
Una domenica mi trovai a caricare la sveglia per le tre di notte, a chiamare in teleselezione un tizio di Nashville che non mi era mai andato a genio e a conversare con lui per quattro minuti, tutto questo per risparmiare un dollaro e venticinque cent. Era un'occasione che non potevo perdere. In effetti, nel corso di quattro settimane, riuscii a risparmiare abbastanza da telefonare a mia sorella nell'Ohio a un'ora civile, durante la settimana e con una centralinista ad annunciare la chiamata. Mi adattai alla situazione perché sapevo che si stavano facendo grandi progressi nel campo delle comunicazioni. Comunque la chiamata di una centralinista che mi chiedeva se avessi fatto una telefonata nel Nord Carolina e, nel caso di risposta affermativa, se potevo comunicarle il numero, perché non era stato registrato, mi colse assolutamente impreparata.
«Come ha fatto ad avere il mio numero?» le chiesi. «Non c'è, sulla guida.» «Dal servizio informazioni», disse lei.
«Vergogna», dissi io. «Che razza di spreco. E lo sa che se mi avesse telefonato durante il fine settimana, invece che all'ora di punta di un giorno lavorativo, avrebbe potuto risparmiare trentadue cent durante il primo minuto di conversazione?» «Ma io...»
«Non solo, se mi telefonerà per avere informazioni del genere altre tre volte questo mese, pagherà venti cent per ogni telefonata. Questi sono soldi. Suppongo che stia telefonando da un apparecchio d'ufficio, al cui numero viene addebitato l'intero costo del servizio, il che significa che ogni minuto di conversazione con me le viene a costare quaranta cent. Senta, mia cara, ora le farò un grosso favore e riattaccherò. Non credo che possa permettersi di parlare con me.»
Buona giornata...


L'Ammutinamento della Carne arrivò senza preavviso. Un giorno si mangiava di più e si pagava di meno, e quello dopo vennero immessi sul mercato duecentosettantotto prodotti per arricchire gli hamburger.
Le massaie non restarono con le mani in mano. Manifestarono davanti ai negozi, mangiando per protesta cibo per cani.
Alzarono cartelli con la scritta: BOICOTTATE LA CARNE. SUCCHIATEVI IL POLLICE.
E vennero pubblicati centinaia di libri di cucina povera per affrontare la crisi. (La cucina povera, $ 19.95.)
Da un giorno all'altro i macellai diventarono gli ospiti più ambiti ai cocktail e alle feste, al posto dei medici. Mi vergognavo come una ladra, ma non potei fare a meno di comportarmi come tutte le altre massaie.
«Com'è il filetto oggi, Fred?» chiesi un giorno al macellaio, quando chiamò il mio numero.
Si guardò intorno con aria circospetta. «Sei una mia buona cliente da due anni, Erma.
Mi hai curato il bambino quando c'era l'epidemia di influenza e mi hai prestato i soldi per aprire il negozio. Favori del genere non si dimenticano. (Feci un sorriso.)
Posso finanziarti l'acquisto di un filetto al sei per cento per trentasei mesi.»
«Ci vediamo a casa mia sabato sera?» dissi sorridendo.
«Puoi scommetterci», disse lui, agitando la mano in segno di saluto.
Avevo perso ogni pudore. «Ma guarda, è proprio Fred Astor. Odio tirare in ballo questo argomento a una festa, Fred, ma mi chiedevo se potessi darmi qualcosa per una bistecca dura. Il termometro segna normale e le ho già somministrato due cucchiai di 'ammorbidente'.»
Mi guardò con aria annoiata. «Dalle due aspirine e telefonami domattina», disse. «Ora, se vuoi scusarmi, stavo parlando con questa signora. Il suo girello ha un orzaiolo all'occhio.»
Restai lì, confusa. Chissà perché, mi sentivo meglio solo per aver toccato la mano dell'uomo che aveva toccato una costoletta...
Far la fila davanti al banco della carne un giorno dopo l'altro era molto deprimente.
Mi trovai a esaminare tagli di carne che in tempi normali avrei giudicato adatti a esser conservati in formalina al museo di storia naturale.
«Che cos'è quello?» chiesi un giorno a Fred. «Là nell'angolo.»
«Lingua.»
«Di chi?»
«Un anonimo benefattore», rispose lui seccamente. «E questa è trippa», disse, alzando un contenitore.
«Ah, davvero?» dissi io debolmente.
«Hai mai provato lo zampino di porco?»
«No, non si può mai sapere dove li hanno infilati.»
«Pollo?»
«Farò finta di non aver sentito.»
Feci segno a Fred di avvicinarsi: «Senti, Fred, ricordi quel filetto che mi hai finanziato la settimana scorsa? Be', dopo che gli hai tolto un po' di grasso, ha avuto uno choc e...»
«Non faccio visite a domicilio», disse lui freddamente.
«Allora perché non fai un salto a casa nostra domani sera», dissi. «Ci sarà un po' di gente e...»
«Il mercoledì gioco a golf», disse lui.
Buona giornata...
Quando il prezzo del caffè salì a due dollari l'etto, decisi di boicottarlo. Ci provai, ma sono fondamentalmente debole e non riesco a sopportare il dolore.
Ero conscia del fatto che sei etti di caffè costavano più del cappotto che avevo comprato ai tempi del mio matrimonio, ma non riuscivo a farne a meno.
Non potete immaginare le pressioni che esercitavano su di me le donne del quartiere.
Una mattina, mi trovai praticamente a correre a casa di Sara. Mi aveva invitato a far quattro chiacchiere davanti a una tazza da caffè.
Appena dentro la porta, Sara disse: «Vuoi una tazza?»
Mi mise in mano una tazza vuota.
«E il caffè dov'è?» chiesi.
«Non ho mai detto che ci sarebbe stato anche il caffè.»
«Senti, Sara, se è uno scherzo non è divertente. Hai idea di quello che darei per una tazza di caffè? Venderei i miei figli.»
«Saremmo tutte disposte a fare lo stesso.»
«Venderei il mio corpo.»
«Esagerata.»
«Sara, venderei il trofeo del bowling.»
«Vuoi cercare di darti una regolata? Dobbiamo restare unite, altrimenti il prezzo del caffè andrà alle stelle.»
«Senti», dissi, riacquistando la padronanza di me stessa, «non ho mai pensato che avrei finito con il fare un'ammissione del genere, ma io sono più vecchia di tutte voi e ricordo perfettamente la Grande Penuria di Caffeina del 1942, durante la guerra» «Non ne ho mai sentito parlare», disse Sara.
«Non sai quanto sei fortunata», dissi. «Io l'ho vista, mia madre, senza la tazza di caffè del mattino.
Lo spettacolo più penoso a cui abbia mai assistito. L'ho vista tostarsi e imburrarsi la mano e poi metterla nel piatto di mia sorella. L'ho vista sbattere la testa contro uno sgabello. L'ho sentita dire che c'era uno spiffero d'aria e invece aveva solo battuto le palpebre. Quando credeva che nessuno la stesse guardando, infilava la testa nel barattolo del caffè e inalava come una matta. Mio padre la sorprese mentre tentava di radersi la lingua. Uno spettacolo spaventoso.»
«Dev'esser stata un'esperienza terribile, per una bambina», cercò di confortarmi Sara, «ma fatti coraggio, non durerà a lungo.»
«Lo so», gemetti, «ma un giorno senza moka è un giorno senza sole.»
Non si può reggere a lungo una situazione del genere. Tornando da scuola dopo colazione, entrai di corsa in un bar e urlai: «Una tazza di caffè, per favore... posso pagare con un assegno di conto corrente?»
Buona giornata...

- Erma Bombeck -




Buona giornata a tutti :-)


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