giovedì 30 novembre 2017

Pensieri sulla morte - don Luigi Trapelli

Ogni volta che penso alla morte, l'unica immagine che mi sovviene nitida è quella di un azzurro intenso e una grande pace interiore.
Sono felice di essere cristiano, perchè so che dopo ci sarà qualcosa, una vita che dura sempre.
E Gesù mi ha anticipato in questo percorso insieme con Sua Madre.
La morte non è la fine, ma il fine di una esistenza.
Uno muore come ha vissuto.
A volte penso alla stranezza della vita.
Facciamo tante cose, siamo molto avidi nel possedere, e poi tutto può svanire da un momento all'altro.
L'unica possibilità per compiere un'azione simile alla morte è l'amore.
Per questo il Cantico dei cantici proclama: "Forte come la morte è l'Amore". Solo l'Amore vero, gratuito, ospitale, può battersi con la morte. 
Perchè l'Amore è l'unica cosa che rimane sempre. 
Perchè se io amo veramente una persona, questo amore rimane immortale. E se anche perdo fisicamente la persona, questa rimane dentro il mio cuore.
Per questo non ho paura della morte.
La temo, questo sì, come è normale che sia, ma non ho paura.
Perchè so che mentre vivo sto già morendo, quando perdo amicizie, relazioni, vitalità fisica.
Eppure sono certo che proprio mentre vivo, costruisco la vita eterna.
Perchè l'eternità comincia fin da ora.
San Giovanni infatti dice: " Chi crede in me, ha la vita eterna".
Non dice avrà, ma ha fin da ora.
Quando penso al mio passato, mi guardo l'oggi e rifletto sul futuro, mi sento sereno. Dio mi ha guidato e mi guiderà sempre. Quando una persona capisce questo passaggio, comprende l'essenza della vita.
Noi facciamo poco in questa vita, è Dio che in fondo fa tutto.
Noi siamo su questa terra solo per amare. E per essere amati.
In primo luogo da Dio. Nel mese di novembre ricordiamo i nostri cari defunti, ma teniamo vivo il loro ricordo in noi. 
Siamo chiamati a commemorare, a fare memoria.
Queste persone tornano a parlare a noi nella comunione dei santi.
Cielo e terra si uniscono per rendere lode a Gesù.
L'eterno riposo dona a loro o Signore e a noi dona una gioia pura.
La gioia di appartenere a Gesù.
Per questo San paolo dice: " Per me vivere è Cristo e morire un guadagno".

- don Luigi Trapelli - 


Tremo di fronte a queste parole, in questo giorno in cui mi accorgo che sono sempre di più coloro che ho amato e perduto, per i quali il cuore grida che non è possibile che l'amore finisca.
Ma l'oscurità resta.
E il dolore non passa col tempo.
Così mi affido alla fede di un altro. E alla sua speranza.
Perché possa diventare la mia.


- Franca Negri - 


"Com'è difficile Dio" mormora il protagonista una sera, ed è questa la sua preghiera più estrema. " Fatti vedere,Tu che mi spii-"

"..La morte stessa si rivela qui non come il destino naturale di ogni uomo, ma anzi come la sua contraddizione. Proprio in un sanatorio ci si accorge che l'uomo non è fatto per morire: "Ma poi è vero che dobbiamo morire?" si chiede uno dei personaggi . 
"Io non ci credo sempre, specialmente la sera, prima di addormentarmi, quando faccio pace col mondo e lo saluto; buona notte, vestiti, seggiole, macchie sul muro; buona notte, tutte le cose. So in quel momento di essere al sicuro, so che mi sveglierò domani, infallibilmente, coi polmoni nuovi, netti, senza più i bachi che mi ci avete messo dentro a mangiare ". Ed ecco dunque anche la radice dell'amicizia che nasce tra i pazienti, in cui la speranza - non della guarigione, ma di un'impensabile salvezza - non è morta: spronarsi a farsi ferire da quel Dio su cui sono scettici, di cui ridono, ma di cui parlano di continuo: quel Dio irrequieto e impossibile, quel Dio sulla cui natura non riescono a raccapezzarsi; quel "Dio predone, veltro celeste che ci insegue e ci sforza e ci ama." 
"Com'è difficile Dio" mormora il protagonista una sera, ed è questa la sua preghiera più estrema. " Fatti vedere, Tu che mi spii"

- da Fabrizio Sinisi, "Ma poi è vero che dobbiamo morire? Io non ci credo..." Gesualdo Bufalino, " L'untore" e quelle domande dei malati da rileggere, per lasciarsi ferire da Dio. -
In Tracce, novembre 2017



Buona giornata a tutti. :-)




mercoledì 29 novembre 2017

Novena a Maria Immacolata dal 29 novembre al 7 dicembre (Testo di san Giovanni Paolo II, papa)

Il 29 novembre inizia la Novena in preparazione alla festa dell'Immacolata

Durante la Novena si consiglia di:
 1) Pregare ogni giorno una decina del Rosario, o meglio una parte intera,
2) Fare dei canti in onore della B.V. Maria,
3) Fare dei fioretti per la gloria di Maria,
4) Vivere la Novena come momento di conversione personale o di gruppo,

5) Curare il silenzio per la riflessione personale.

Sul mio sito, collegato a questo blog, troverete diverse novene a Maria Immacolata, qui sotto un link:




Consacrazione al Cuore di Maria

"O Cuore Immacolato di Maria, ardente di bontà,
mostra il tuo amore verso di noi.
La fiamma del tuo Cuore, o Maria, scenda su tutti gli uomini.
Noi ti amiamo tanto.
Imprimi nei nostri cuori il vero amore
così da avere un continuo desiderio di te.

O Maria, umile e mite di cuore,
ricordati di noi quando siamo nel peccato.
Tu sai che tutti gli uomini peccano.
Donaci, per mezzo del tuo Cuore Immacolato, la salute spirituale.
Fa' che sempre possiamo guardare alla bontà del tuo Cuore materno
e che ci convertiamo per mezzo della fiamma del tuo cuore. Amen".



Grazie a Dio esiste l’Avvento. 

La vita sarebbe vuota se non ci fosse un Avvento, se non ci fosse l’attesa di qualcuno, di una persona che ci porta un dono, il dono di se stesso. 
Ciò si compie in Gesù Cristo nel senso perfettissimo, pienissimo... Avvento vuol dire apertura alla venuta di Cristo, alle persone che Dio ci dà.

-San Giovanni Paolo II, papa -




Vergine Immacolata, Madre del Salvatore, 
i secoli parlano della tua materna presenza 
a sostegno del popolo pellegrinante 
sui sentieri della storia.
Verso di Te alziamo i nostri occhi 
e ti chiediamo di sorreggerci
 
nella lotta contro il male e nell'impegno per il bene.
Conservaci sotto la tua materna tutela, 
Vergine tutta bella e tutta santa!
Aiutaci ad avanzare nel nuovo millennio 
rivestiti di quella umiltà che ha reso Te
 
prediletta agli occhi dell'Altissimo!
Nelle tue mani poniamo il futuro che ci attende, 
invocando sul mondo intero la tua costante protezione.
Per questo, come l'apostolo Giovanni, 
vogliamo prenderti nella nostra casa (cfr Gv 19,27).

Resta con noi, Maria, 
resta con noi in ogni tempo!
 
Amen

- Testo di san Giovanni Paolo II, papa


Buona giornata a tutti. :-)

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martedì 28 novembre 2017

Tempo di ricominciare e Le mie mani di Charles Singer

Grazie, Signore,
per le settimane d’estate,
per le scoperte e per gli incontri,
per la bellezza contemplata,
per il silenzio e l’amicizia,
per l’amore rinnovato e il riposo!
Grazie per questo tesoro:
lo conservo nel mio corpo e nel mio cuore.
Ora è tempo di ricominciare:
bisogna ritornare alle cose ordinarie.
Ma non ritornerò alle cose di sempre,
alle pratiche del passato;
non ricomincerò con le mie abitudini.
Ritornerò con il desiderio di lottare,
con la voglia di amare,
con la dolcezza che accoglie.
Ritornerò con la misericordia
ed un sorriso aperto,
con limpidezza e coraggio.
Ritornerò, ancora una volta,
con la gioia contagiosa del Vangelo.
Ora è tempo di ricominciare:
vieni con me, Signore!


- Charles Singer -



Le mie mani, coperte di cenere,
segnate dal mio peccato e da fallimenti,
davanti a te, Signore, io le apro,
perché ridiventino capaci di costruire
e perché tu ne cancelli la sporcizia.
Le mie mani, avvinghiate ai mie possessi
e alle mie idee già assodate,
davanti a te, o Signore, io le apro,
perché lascino andare i miei tesori...
Le mie mani, pronte a lacerare e a ferire,
davanti a te, o Signore, io le apro,
perché ridiventino capaci di accarezzare.
Le mie mani, chiuse come pugni di odio e di violenza,
davanti a te, o Signore, io le apro,
deponi in loro la tua tenerezza.
Le mie mani, si separano dal loro peccato,
davanti a te, o Signore, io le apro: attendo il tuo perdono.


- Charles Singer -





Buona giornata a tutti. :-)




lunedì 27 novembre 2017

Beati i ragazzi - Valerio Bocci

Preghiera degli educatori prima dell'incontro

Signore, siamo pronti
per iniziare un altro pomeriggio
insieme ai nostri ragazzi e insieme a te,
per i nostri ragazzi e per te.
Aiutaci a lasciare da parte
tutti i nostri pensieri, le nostre preoccupazioni
per dedicarci interamente ai nostri ragazzi.
Fa' che i nostri sentimenti e le nostre parole,
le nostre azioni e i nostri pensieri,
tutto sia dei nostri ragazzi, tutto sia per loro.
Insegnaci, Signore,
a consolare i ragazzi che sono tristi,
a rialzare quelli che cadono,
a sostenere i più timidi e timorosi
e a venire in aiuto di tutti coloro che sono più deboli.
Fa' che sappiamo adattarci
alle esigenze, al carattere,
alle disposizioni, alle capacità e ai limiti
di ciascuno dei nostri ragazzi.
Manda su di noi il tuo Santo Spirito
che ci doni la luce e le competenze di cui abbiamo bisogno.
Metti sulle nostre labbra parole rette e giuste,
affinché, insieme con loro,
possiamo crescere anche noi
nella fede, nella speranza e nell'amore,
nella purezza e nell'umiltà,
nella pazienza, nell'obbedienza
e nella profonda amicizia tra di noi e con te
e possiamo portarti ai nostri ragazzi nella gioia.
Amen!


Come Dio creò l'amico 

Dio, nella sua estrema saggezza, osservando l'uomo, notò che oltre alla moglie, ai genitori e ai figli necessitava di qualcun altro per completare la sua felicità ed allora Egli decise di creare un tipo molto speciale. 
E per raggiungere lo scopo si propose di unire alcune buone qualità per formare questa persona molto speciale.
Egli unì la pazienza, la comprensione, l'affetto e l'amore che sono tipici della madre.
Adattò un po' di determinazione, di forza e di decisione estratti del padre.
E vedendo che ancora mancava qualcosa mescolò, con tutto quello, la purezza, la spontaneità, l'allegria, l'irriverenza e la sincerità dei bambini.
Per dare il tocco finale, egli aggiunse la pazienza e la moderazione dei nonni.
Da tutto questo emerse un qualcuno molto speciale, importante e fondamentale nella vita di tutti noi.
Da tutto quel miscuglio di buone qualità, da tutto ciò che è buono, creò l'Amico.



Beati i ragazzi 

Beati i ragazzi che non pensano solo ai soldi
ma si spendono gratuitamente in nome di Dio:
Lui li accoglie a braccia aperte nella sua famiglia.
Beati i ragazzi che si accorgono di chi soffre
e donano sorrisi e mani calorose:
quando piangeranno Dio sarà con loro.
Beati i ragazzi teneri di cuore
che non fanno i bulli e i prepotenti:
sono "forti" agli occhi di Dio.
Beati i ragazzi che sono "troppo giusti"
e non scendono a facili compromessi:
grazie a loro Dio risanerà le ingiustizie del mondo.
Beati i ragazzi dal cuore grande
che sanno perdonare non una ma cento volte:
in loro si riflette la bontà di Dio.
Beati i ragazzi che sono limpidi
e trasparenti come l'acqua:
riflettono sempre il volto di Dio.
Beati i ragazzi che fanno spuntare fiori di pace
in casa, a scuola, sui campi da gioco:
tutti li riconosceranno come veri figli di Dio.
Beati i ragazzi che sanno essere fedeli
nelle piccole cose di ogni giorno:

ad essi Dio regala la sua infinita amicizia.

- Valerio Bocci -
Insegnare Religione, Elledici, n. 5 Maggio-giugno 2013


Buona giornata a tutti. :-)



domenica 26 novembre 2017

Non sarà l'attività che salva il mondo - Beato Giacomo Alberione (26 novembre 2017)

“Non sarà l’attività che salva il mondo, ma la grazia; non saranno coloro che operano solo esteriormente, ma i santi!”.
“Via sia la persuasione che in questi apostolati della stampa si richiede maggior spirito di sacrificio e pietà più profonda... 
Salvare, ma prima salvarci! Occorrono dei santi che ci precedano in queste vie non ancora battute e in parte neppure indicate. 
Non è affare da dilettanti, ma di veri apostoli. Cercare perciò i lumi necessari presso il tabernacolo; e le grazie di perseveranza per una universale mediazione di Maria Assunta in cielo”.
“Per la fede vediamo in tutti gli uomini delle anime a cui siamo debitori di verità, di edificazione, di preghiera. Per la fede si vedono negli uomini dei compagni di viaggio verso l’eternità e se ne deducono i doveri di mutuo aiuto”.
“Tutti dobbiamo sentire l’umanità, la Chiesa e lo spirito universale di San Paolo...”.
“Portare al mondo Gesù, Via, Verità e Vita. Non assorbire lo spirito del mondo, ma dare lo spirito di Gesù Cristo”.
“Molte nazioni sono povere perché mancano di Gesù Cristo. 
Nuove generazioni si affacciano alla vita. Il mondo sarà salvo solo se accoglierà Gesù così com’è”.
“Tutto sta qui. Vivere Gesù Cristo, Via, Verità e Vita, e fare la carità del Cristo a quelle popolazioni che ne sono prive e affamate assieme, dando di fatto il Cristo totale: Via, Verità e Vita. 
Così che i nostri possono dire: «Non abbiamo né oro né argento» (cfr At 3,6); vi diamo invece ciò che abbiamo: Gesù Cristo, la sua dottrina, la sua morale, i mezzi di grazia e di vita soprannaturale”.

- Beato Giacomo Alberione –


  
Il vero intralcio alla Provvidenza – ripeteva il Beato – è il peccato, che è un ostacolo diretto per la santificazione e per le vocazioni e un ostacolo indiretto per i bisogni materiali e lo sviluppo delle opere.
La sua convinzione era che se si fosse più santi, ci sarebbero più frutti spirituali e temporali. E, per lui, il peccato si poteva tenere lontano mettendo ogni diligenza nei quattro settori della vita paolina: nella pietà, nello studio, nell’apostolato e nella povertà, le quattro ruote del cosiddetto “carro paolino”. Se una qualsiasi di queste ruote non funziona, il carro si ferma. L’impegno è far girare in armonia queste ruote e far camminare speditamente il carro della missione apostolica.

- Beato Giacomo Alberione -
da:  Anima e corpo per il Vangelo, San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 2005, p. 213.



Un’altra testimonianza della sua fiducia in Dio è il cosiddetto Patto o Segreto di riuscita
In questa preghiera, indirizzata a Gesù, Divin Maestro, si legge tra l’altro: «Promettiamo e ci obblighiamo: a cercare in ogni cosa […] nella vita e nell’apostolato, solo e sempre, la tua gloria e la pace degli uomini. 
E contiamo che da parte tua voglia darci spirito buono, grazia, scienza, mezzi di bene. Moltiplica […] i frutti del nostro lavoro spirituale, del nostro studio, del nostro apostolato, della nostra povertà. Non dubitiamo di te, ma temiamo la nostra incostanza e debolezza».

- Beato Giacomo Alberione -
Editore e apostolo del nuovo millennio, p. 189




Fu la totale consacrazione che Maria fece di sè a Dio, a meritarle l’unione così intima con lui, sino a divenire la Madre sua, la corredentrice, la dispensatrice, la dispensiera dei suoi tesori. 
Anch’io ho fatto la totale offerta di me a Dio, per avere in cambio il dono della fecondità spirituale nel mio apostolato. 
Più sarò di Dio, più Iddio sarà mio, e più opererà per mezzo di me, rendendo efficace l’opera mia. 
Fu profondamente sincera e sentita la mia offerta?

- Beato Don Giacomo Alberione - 


Buona giornata a tutti. :-)




sabato 25 novembre 2017

Riempire la vita di preghiera - card. Karl Kasper

La preghiera è la prima e più importante espressione della fede in Dio.
È per così dire il “caso serio” della fede, da cui come da una sorgente scaturisce tutto il resto, la sua forza, il suo ordine e il suo slancio.
Pregare vuol dire: parlare con questo Dio come con un buon amico. 
Così afferma Teresa d’Ávila. Pregare vuol dire anche parlare con Dio stesso anche se non lo vediamo, non lo sentiamo e non lo possiamo toccare. 
Tuttavia egli è qui. È più reale di quanto noi definiamo reale. 
Nessuno può vivere come cristiano senza pregare. 
Chi non prega, perde il proprio intimo, perde il proprio centro, smarrisce il suo orientamento. Se noi in quanto cristiani siamo convinti della nostra fede, allora sappiamo che nessuno di noi ha fatto se stesso, il mondo non si è fatto da solo.
C’è uno, Dio, che ha voluto me e te, che ha creato noi e il mondo e che in ogni momento ci mantiene in vita. Perché? Perché ci ama. Egli ci vuole e ci desidera, dice sì a noi e ci dona la vita. 
Non ci resta che dire: “Caro Signore, grazie”. Ti ringrazio perché sei qui, mi vuoi anche quando forse altri ci abbandonano. Ti ringrazio perché tu sei qui e a te posso dire tutto quello che mi rallegra e quello che a volte mi affligge.
Dio ci ama a tal punto che ha voluto essere in mezzo a noi. In Gesù Cristo è diventato lui stesso uomo, come lo siamo noi, ad esclusione del peccato. 
Ha voluto essere nostro amico e fratello, condividere tutto con noi. 
Ha dato persino la sua vita per noi, per redimerci e donarci la vita.
La vita di Gesù è una continua preghiera. Come Gesù parla di Dio, come egli risana gli uomini, come egli va agli uomini e li provoca – tutto parla di Dio come amico degli uomini.
Per pregare dobbiamo prepararci, fare silenzio, non tenere semplicemente chiusa la bocca, ma raccoglierci e avere Dio davanti allo sguardo. Egli è il Padre e l’amico della nostra vita. Abbiamo bisogno di silenzio nella messa e nella meditazione personale.
Bisogna prendersi del tempo per la preghiera e farlo regolarmente.
Bisogna crearsi un ordine per la preghiera, che sia come un corrimano per la giornata e per la settimana.
Il mattino e la sera, la preghiera per la mensa, la messa domenicale, le giornate di ritiro gli esercizi spirituali sono i luoghi dell’amicizia con Dio. Pregare rende liberi e gioiosi.


Testo tratto dal libro Wer glaubt, zittert nicht del card. Karl Kasper, Herder 2009. 


Non dobbiamo pregare per portare Dio dalla nostra parte (Dio è già per noi!),ma per avere la fede e la forza di metterci dalla parte di Dio.



Custodite nelle vostre case la Bibbia,
leggete, approfondite e comprendete pienamente le sue pagine,
trasformatele in preghiera e testimonianza di vita,
ascoltatela con amore e fede nella liturgia.
Create il silenzio
per ascoltare con efficacia la Parola del Signore
e conservate il silenzio dopo l'ascolto,
perché essa continuerà a dimorare,
a vivere e a parlare a voi.
Fatela risuonare all'inizio del vostro giorno
perché Dio abbia la prima parola
e lasciatela echeggiare in voi alla sera
perché l'ultima parola sia di Dio.

- Sinodo dei Vescovi 2008 -


Buona giornata a tutti. :-)